venerdì 29 ottobre 2010

Bagna càuda

La bagna càuda (bagna calda) è un antica ricetta tipica delle campagne piemontesi e non è un semplice piatto, ma un rito che riporta a sapori  e tempi antichi, quando l’uomo viveva il suo tempo senza frenesia .Nel silenzio della campagna addormentata sotto la neve e il gelo, in attesa che il primo sole della primavera la risvegliasse, vicino al camino, ci si riuniva tutti, forchette alla mano, attorno al tegame e, senza fretta, si intingevano le verdure, si portavano alla bocca insieme a buon pezzo pane, e lentamente si consumava il rito, una pausa, ogni tanto, per una considerazione o per aiutarsi con un sorso di buon vino……E questa comunione di intingimenti favoriva anche la comunione degli spiriti. Alla fine un buon pezzo di formaggio, ricco degli aromi dei fiori di montagna, portava sazietà ai palati e visioni di pascoli lontani e di vigneti…………..




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Ingredienti per 6 persone

3 etti di acciughe sotto sale
125 ml di panna da cucina
2 bicchieri di olio extravergine d’oliva
2 spicchi d’aglio

Da intingere:
2 peperoni rossi  crudi
2 peperoni gialli crudi
1 cardo gobbo crudo pulito e spruzzato di limone per evitare che annerisca
2/3 patate bollite tagliate a rondelle
4/5 topin a bur bolliti per 10 minuti e tagliati a rondelle

Procedimento

Pulite e lavate bene  le acciughe, asciugatele velocemente con la carta da cucina e mettetele in un tegame di terracotta con l’olio e gli spicchi d’aglio tritati.
Fate cuocere a fuoco bassissimo rimestando spesso (non deve assolutamente friggere!) fin quando le acciughe e l’aglio saranno  ben disciolti, aggiungere la panna e continuate la cottura per 7/8 minuti.
Versate un po’ del composto  nei caratteristici fornelletti (in piemontese fuijot – ved. foto), che consentiranno alla bagna di rimanere calda.
Intingete le verdure crude e cotte accompagnate da fette di pane casereccio.
E, per i più golosi,  alla fine, per utilizzare l’eventuale intingolo restante, vi consiglio di rompere un uovo nel fuijot, cuocerà con il calore sprigionato dal fornelletto e, credetemi, sarà un finale da olimpionici della tavola!
Innaffiate il tutto con un buon Barbera o Dolcetto o Barbaresco vecchi di almeno tre anni.
Buon appetito!


NOTA
Varie sono le ricette piemontesi della bagna càuda, alcune prevedono il burro al posto della panna, e molto più aglio, ma io cucino questa versione perché la trovo buona e non eccessivamente pesante.




martedì 26 ottobre 2010

Muffin

Questo tipico dolce inglese, simile ad un plumcake, di forma rotonda con la cima a calotta semisferica e senza glassa di rivestimento, conosciuto e apprezzato, vede le sue origini nell’Inghilterra Vittoriana nel 1703.
Ad idearlo furono i fornai di famiglia dell’alta società che, inizialmente, lo preparavano per la servitù utilizzando il pane raffermo, gli avanzi dei biscotti e delle patate bollite e schiacciate. L’impasto che ne derivava veniva fritto e si trasformava in muffin.
Ben presto anche tutte le altre classi sociali scoprirono la bontà di questo dolce che divenne quello preferito per l’ora del tè. 
La preparazione di questi dolci si differenzia da altri tipi di cake o tortini perché nel procedimento è sempre prevista la preparazione di due composti: uno con gli ingredienti in polvere (farina, lievito, bicarbonato, spezie, cacao) e un composto a base di ingredienti umidi (latte, burro fuso o olio di semi, uova e, a volte, yoghurt). Per quanto riguarda lo zucchero può essere inserito indistintamente sia nell’uno che nell’altro composto. Si amalgamano i due composti e si versano in stampi di carta posti negli stampi per muffin.
Per ottenere dei buoni muffin il segreto sta nel mescolare bene sia le polveri che i liquidi, devono poi essere amalgamati insieme molto velocemente senza mescolare troppo. L’impasto dovrà risultare grumoso per rendere i muffin morbidi.


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Ingredienti per 14/15 muffin

400 gr di farina
180 gr di burro
180 gr di zucchero
1 bicchiere di latte
2 uova intere e 1 tuorlo
4 cucchiai di cacao
1 cucchiaio di gocce di cioccolato
100 gr di mirtilli
1 buccia grattugiata di limone
1 bustina di lievito per dolci
1 bustina di vanillina
1 pizzico di sale

Procedimento
Accendete il forno a 180°. Mettete in una ciotola lo zucchero, la vanillina
e il burro ammorbidito a temperatura ambiente e mescolate tutto energicamente (l’ideale sarebbe usare le fruste elettriche), aggiungete il sale e la scorza di limone e continuate a mescolare fino a quando il composto risulterà cremoso.
In un’altra ciotola versate le uova, il tuorlo e il latte e sbattete tutto con una forchetta.
Incorporate, poco alla volta, il composto di crema di burro e zucchero continuando sempre a mescolare fin quando la consistenza risulterà omogenea e gonfia.
Mischiate il lievito alla farina e uniteli, setacciandoli, al composto facendo attenzione a non formare dei grumi. Quando l’impasto risulterà cremoso dividetelo in due parti. In una incorporate il cacao e le gocce di cioccolato e mischiate bene, nell’altra unite i mirtilli ben lavati e asciugati.


Mettete il composto, a cucchiaiate, negli appositi stampi imburrati e infarinati, riempiendoli quasi fino al bordo. Infornateli per 20/25 minuti, spegnete il forno e lasciateli riposare, a sportello aperto, per cinque minuti.




lunedì 25 ottobre 2010

Rollata di tacchino

La carne di tacchino ha un eccellente contenuto proteico e, considerato il fatto che possiamo consumarlo senza la pelle, è da considerarsi tra le più magre. Poi, se consideriamo la qualità dei suoi grassi, scopriamo che il contenuto d'acido linoleico (che è un acido grasso essenziale molto importante) nel tacchino è quasi 10 volte superiore a quello d'altri tipi di carne. Non solo, ma il contenuto di colesterolo è tra i più bassi: si tratta di 8 -8,25 mg per cento grammi di parte edibile contro un valore che varia da 70 a 125 mg nella carne di manzo e da 70 a 105 mg in quella di maiale.
Ricapitolando i vantaggi del tacchino consistono in un elevato contenuto proteico e discreto contenuto di ferro e zinco, contenuto in grassi ridotto (nel petto di tacchino, secondo i nutrizionisti, sono solo l’1,56 per cento) e ottimo rapporto tra grassi polinsaturi e insaturi. ( Professor Aldo Mariani – Istituto della Nutrizione di Roma)


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Ingredienti per 4 persone:

Mezza fesa di tacchino
300 gr. di spinaci cotti e strizzati
4 fette di prosciutto cotto
2 uova
50 gr. di fontina (o altro formaggio filante)
1 bicchiere di Vernaccia o vino bianco dolce
Un mazzetto di aromi (rosmarino, salvia, alloro)
Qualche bacca di ginepro
1 spicchio d’aglio
Olio extravergine d’oliva
2 bicchieri di brodo o di acqua calda
Sale e pepe q.b.

Procedimento

Sbattete le uova e fate un frittata sottile.
Tritate gli spinaci e tagliate a fette sottili la fontina.
Tagliate la fesa (o fatela tagliare dal macellaio) in modo da ottenere un rettangolo. Battete leggermente la carne in modo da ottenere uno spessore uniforme.
Distribuite pochissimo sale e pepe sulla carne, adagiatevi le fette di prosciutto, il trito di spinaci e la frittata .
Arrotolate strettamente la carne e legatela  con uno spago da cucina.


Versate  tre cucchiai d’olio  in una casseruola, aggiungete l’aglio , scaldatelo un po’ poi  aggiungete le erbe aromatiche (tritate o legate a mazzetto) e la carne.
Fate rosolare bene  da tutti i lati, a fuoco medio, aggiungete il bicchiere di vino e fate  evaporare a fuoco alto.
Versate il brodo o l’acqua calda, aggiungete le bacche di ginepro e portate a cottura a fuoco bassissimo per circa 1 ora.
Lasciar riposare la carne per 10 minuti e tagliare a fette di 1 cm.
Disponete le fette su un piatto di portata leggermente sovrapposte, irroratele con il fondo di cottura e servite.










Dessert di prugne

 I termini “susina” e “prugna” vengono spesso usati come sinonimi. In realtà si tratta di due diverse specie: Prunus domestica e Prunus salicina, comunemente indicati come susini europei e susini cino-giapponesi. 
Le due specie presentano caratteri differenti di cui tener conto nella scelta dell’una o dell’altra.
La Prugna è il frutto di un albero (Prunus domestica) originario dell'Asia, in particolare della zona del Caucaso, ed è coltivata in Europa fin dall'anno 1000. Le diverse varietà di prugne non presentano differenze per quanto concerne la composizione nutritiva; il diverso colore della buccia (giallo, blu, rosso, verde) non indica differenze di maturazione, ma solo di varietà. Si tratta di un frutto che può essere acquistato fresco in estate e autunno, ma può anche essere consumato essiccato lungo tutto l'anno.
Le prugne essiccate hanno una concentrazione di zuccheri e sali minerali e un apporto calorico superiori a quelli del frutto fresco, ma contengono meno vitamine.
La Susina è un frutto dal sapore lievemente acidulo (per la presenza di acido malico) con un discreto potere lassativo, grazie alla presenza di una sostanza, la difenil-isatina, che svolge una funzione stimolante a livello intestinale. Contiene una buona quantità di potassio e calcio e una discreta quantità di vitamine. 
Prugne e susine sono, quindi, due cose ben distinte, anche se a livello popolare sono spesso usate come sinonimi.
Si cade spesso nell'errore di indicare frutto fresco come susino e quello essiccato comunque come prugna secca, in realtà solo le prugne vengono essiccate, e non le susine perché  più ricche di acqua .
A livello estetico la prugna (prunus domestica) è leggermente più allungata rispetto alla susina (prunus salicina) che invece e' tondeggiante.


Fonte: Roma utile




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Ingredienti per 4 persone

1 kg. di prugne del tipo Santa Clara o altro tipo di prugna scura
50 gr. di zucchero
2 cucchiaini di miele
1 bicchierino di vino bianco dolce (Vernaccia o Moscato)
Mezzo cucchiaino di cannella
3 chiodo di garofano
Il succo di mezzo limone

Procedimento

Lavate le prugne, tagliatele a metà e togliete i noccioli, metterle in una pendola d’acciaio,
aggiungete lo zucchero e il succo di limone, rimestare e mettete sul fuoco a fiamma bassissima
Continuando a mescoalre, versate il vino, la cannella e i chiodi di garofano.
Lasciate cuocere per circa 20/30 minuti movimentando spesso la confettura per evitare che si attacchi. Spegnete il fuoco e aggiungete il miele. Consumate al cucchiaio tiepida o fredda  accompagnandola con della panna montata e dei biscotti secchi

Se vi piacciono gli accostamenti azzardati potete sostituire il vino con aceto, e utilizzarla come salsa per accompagnare gli arrosti di maiale.







Zuppa del contadino


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Ingredienti per 4 persone

100 gr. di lenticchie rosse decorticate secche
100 gr. di lenticchie verdi decorticate secche
100 gr. di orzo
100 gr. di piselli secchi
100 gr. di riso
100 gr. di fontina
100 gr. di salciccia (facoltativa)
2 litri di acqua
1 mazzetto di erbe aromatiche (salvia, rosmarino, alloro)
Olio  extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.


Procedimento
Scegliete i legumi da poter utilizzare senz’ammollo,  in caso contrario rispettare i tempi della confezione.
Fate rosolare per qualche minuto la salciccia spellata e schiacciata , aggiungete  tutti i legumi e l’acqua. Lasciate cuocere per circa 30 minuti poi unite il riso e fate cuocere ancora per 15 minuti. Nel frattempo tritate le erbe aromatiche ed aggiungetele alla zuppa,  aggiustate di sale e continuate la cottura ancora per 5 minuti.
Impiattate la zuppa , distribuite la fontina ,versate un filo d’olio e servite.
Buon appetito!

Un buon bicchiere di vino rosso corposo d.o.c.  e vi assicuro che mangerete da re!




Taccole saporite

Le taccole  sono un prezioso alleato per la nostra salute grazie al loro contenuto di caroteni, fibre, vitamina C, vitamina B9 e discrete quantità di ferro. Di colore verde chiaro, di forma larga e appiattita, sono una varietà di piselli non molto conosciuta e spesso scambiati per una variante dei fagiolini. In realtà sono dei piselli che si mangiano con l’intero baccello, in quanto la membrana posta all’interno delle pareti è sottilissima. E’ proprio questo il motivo per cui è maggiore la loro efficacia e l’effetto rimineralizzante. Grazie alle fibre di sui sono ricche il loro consumo è consigliato a chi ha bisogno di regolare l’intestino, quindi per chi ha problemi di stitichezza e gonfiori addominali.


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Ingredienti per 4 persone:

800 gr. di taccole (sono quei fagiolini piatti e lunghi)
4 pomodori pelati
1 bicchiere d’acqua
1 cipolla rossa di Tropea
1 spicchio d’aglio
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
Sale q.b.
Peperoncino q.b.

Procedimento

Pulite le taccole  e tagliatele in pezzi di circa 2 cm.
Tagliate la cipolla e l’aglio, poneteli in una casseruola con 4 cucchiai di olio  e fateli soffriggere a fuoco vivace  per alcuni minuti, aggiungete le taccole, i pomodori pelati, il peperoncino, il sale ed il bicchiere d’acqua.
Portate ad ebollizione, poi abbassare la fiamma e cuocete a pentola semicoperta per circa 30 minuti aggiungete il prezzemolo e servire.
E…..buon appetito!

Piadina di kamut al prosciutto e peperoni

La piadina romagnola, o anche piada, è un prodotto alimentare composto da una sottile focaccia di farina di grano, strutto o olio di olivabicarbonato o lievito, sale e acqua, che viene tradizionalmente cotta su un disco di terracotta, detto teglia (teggia in romagnolo), ma oggi più comunemente viene cotta su piastre di metallo oppure su lastre di pietra refrattaria chiamate testi (tëst in dialetto). È, per dirla con Giovanni Pascoli, «il pane, anzi il cibo nazionale dei Romagnoli»: in realtà, lo era innanzitutto per i più poveri.
Diverse sono le ipotesi sull'origine della piadina e sulla sua forma e impasto originale. Fin dagli antichi Romani ci sono tracce di questa forma di pane. La prima testimonianza scritta della piadina risale all'anno 1371, quando nella Descriptio Romandiolae, il cardinal legato Angelico de Grimoard, ne descrive la ricetta: "Si fa con farina di grano intrisa d'acqua e condita con sale. Si può impastare anche con il latte e condire con un po' di strutto". Una forma antica di piada è anche una focaccia a base di farina di ghianda e altre farine povere in uso anticamente nel Montefeltro.
Tradizionalmente (fino agli anni quaranta del novecento) era fatta solo con farina di frumento, strutto, sale ed acqua. Lo spessore era 1,5-2 cm e il diametro superava i 40 cm: le grandi dimensioni erano legate al fatto che le famiglie erano mediamente composte da una decina di persone. Non si usavano lieviti, oppure si utilizzava una piccola quantità di lievito madre, lo stesso usato per il pane. Veniva cotta su teglie fabbricate da artigiani di Montetiffi, ottenute dalla cottura in antichi forni a legna  di un miscuglio di due diverse argille reperite nella zona, assumendo un caratteristico colore marrone-grigiastro.

Dagli anni cinquanta in poi le dimensioni e lo spessore si ridussero a 25-30 cm e 0,5-1 cm rispettivamente. Si passò a usare teglie di terracotta comune, fabbricate da varie fornaci del territorio, ma la cottura in terracotta era possibile solo su fuoco di fascine, o sulla cucina economica (che sostituì la rola), poiché si richiede una fiamma che lambisca tutta la superficie inferiore. Dagli anni sessanta si diffusero teglie in ghisa o ferro o alluminio che, avendo una maggiore conducibilità, potevano essere usate sopra la fiamma del gas, consentendo la cottura della piada in qualunque cucina. Venne anche introdotto, per renderla più soffice, friabile e conservabile, un agente lievitante, che inizialmente era bicarbonato di sodio, e in seguito il lievito comunemente usato per i dolci .

Fonte: Wikipedia


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Ingredienti per 4 piadine da 14 cm di diametro:
500 gr di farina di Kamut
2 gr di bicarbonato
250 ml di acqua

Mezzo bicchiere di olio extravergine d’oliva

Farcitura
2 etti di squacquerone o  di stracchino
8 fette di prosciutto cotto
4 falde di peperoni grigliati (2 rosse e 2 gialle)
200 gr di spinacini cotti


Procedimento

In una ciotola versate la farina di kamut, il sale  e il bicarbonato, unite l’olio e l'acqua tiepida e impastate  per una decina di minuti.
Quando l’impasto risulterà compatto e morbido mettetelo in  una ciotola  e lasciatelo riposare  per mezz'ora  coprendolo con un panno umido.
Dividete quindi l'impasto in 4 sfere.
Stendete le sfere di pasta  con il mattarello infarinato fino ad ottenere dei dischi sottili  ( spessi circa 4-5 millimetri).
Fate scaldare una padella antiaderente  e cuocete le  piadine da entrambi i lati  piuttosto velocemente e a fuoco vivace. Durante la cottura (1-2 minuti per parte) bucherellate la piadina con una forchetta e, se si formeranno delle bolle in superficie,  schiacciatele con i rebbi.
Una volta che saranno cotte da entrambi i lati procedete con la farcitura.

Suddividete gli spinacini sulle quattro piadine,  distribuite il formaggio , sovrapponete il prosciutto cotto ( o crudo se lo preferite) e i peperoni precedentemente grigliati. Scaldate ancora per due minuti, ripiegate e servire.

Consiglio: per velocizzare i tempi potete utilizzare delle piadine già pronte e dei peperoni grigliati sott’olio. 



mercoledì 20 ottobre 2010

Apple pie (torta di mele americana)

La apple pie,  iconica  torta di mele americana che non manca mai sulle loro tavole nel Giorno del Ringraziamento,   in realtà era nata  in Inghilterra e da lì era giunta in America con i primi migranti inglesi. Il dolce era piaciuto a tal punto da divenire uno dei più conosciuti e apprezzati dagli americani e non solo.

E’ la torta che Nonna Papera prepara per Ciccio, è un genere di torta  completamente diversa dalle nostre, viene preparata con la pasta briseé, le mele, la cannella e lo zucchero.

Può essere servita con panna montata o gelato (da cui è nota come apple pie a la mode), o con formaggio Gheddar Se l'impasto è doppio si parla di una double-crust pie o "torta in doppia crosta" (come in questo caso) ; la crosta superiore può essere circolare o in crostata a strisce.  



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Ingredienti per 4 persone:

Per la pasta briseé:

300 g di farina 00

100 g di burro freddo
100 ml di acqua fredda
1 cucchiaio di zucchero di canna
Un pizzico di sale fino

Per il ripieno:

3 grosse mele Golden o Granny Smith

100 g di zucchero di canna
4 cucchiaini di cannella in polvere
1 limone (solo il succo)
1 pizzico di sale fino
1 cucchiaio colmo di amido di mais
1 cucchiaio d’acqua fredda

Per guarnire

2 cucchiai di zucchero di canna 

Per servire

Gelato alla vaniglia o al cioccolato o panna

Procedimento

Sbucciate le mele e tagliatele a fettine, mettetele in una ciotola e unite lo zucchero, la cannella , un pizzico di sale, il succo del limone e mescolate bene.

Coprite la ciotola con della pellicola  e lasciate riposare a temperatura ambiente per circa un’ora e mezza.
Nel frattempo preparate la pasta briseé.
In una ciotola mettete la farina, lo zucchero,  un pizzico di sale e il burro freddo tagliato a tocchetti.
Aiutandovi con i rebbi di una forchetta schiacciate il burro e amalgamatelo con il resto degli ingredienti fino ad ottenere un impasto sabbioso, unite l’acqua fredda e lavorate velocemente, formate un panetto, dividetelo a metà, coprite con la pellicola  e mettetelo in frigorifero per un’ora.
Trascorso il tempo, riprendete l’impasto e stendete il primo panetto con il mattarello fino a raggiungere lo spessore di quattro millimetri, aiutatevi mettendo l’impasto tra due fogli di carta da forno.
Inserite nello stampo la sfoglia e tagliate dai bordi la pasta in eccesso, qualche millimetro fuori dallo stampo.  
Riprendete il secondo panetto, unite gli scarti del primo e stendete la pasta fino ad ottenere un’altra sfoglia di quattro millimetri di spessore e mettetela in frigorifero a riposare.
Riprendete la ciotola con le mele, filtrate il succo che nel frattempo si sarà formato, versatelo in un pentolino e fatelo bollire per un minuto. Spegnete il fuoco e lasciate intiepidire.
In un bicchiere mettete un cucchiaio colmo di amido di mais (maizena) e scioglietelo con un cucchiaio di acqua fredda. Unitelo al succo di mele mescolando con una frusta per evitare la formazione di grumi e rimettetelo sul fuoco, sempre mescolando con la frusta, per un minuto. Lasciatelo intiepidire poi versatelo sulle mele e mescolate.
Togliete dal frigo lo stampo con la base di pasta briseé, riempitelo con le fettine di mela creando una cupoletta. Ricoprite con l’altro disco e ripiegate la pasta in eccesso sotto il bordo, pizzicate  con il pollice e l’indice per formare la  classica merlatura.
Fate quattro tagli obliqui sulla cupola in modo da far fuoriuscire l’umidità delle mele.
Rimettete la torta in frigo per una decina di minuti.
Nel frattempo accendete il forno (tradizionale, no ventilato) a 180°C.
Estraete la torta dal frigo e  distribuite due cucchiai di zucchero.
Quando il forno avrà raggiunto la temperatura, infornate la torta e fatela cuocere per  circa quaranta minuti.
Sfornate e lasciate raffreddare completamente prima di tagliarla.
Potete servirla accompagnata da palline di gelato alla vaniglia o al cioccolato o da panna montata. 

 

 

Pizza ricetta base

Penso che sia l'alimento italiano più conosciuto al mondo, in questo post vi spiego come preparare la ricetta base utilizzando sia la versione con il lievito di birra, sia quella più fragrante e digeribile, con il lievito madre. Il metodo di Gabriele Bonci per la preparazione, può valere per tutte e due le versioni. E' un metodo più lungo, ma rende la pasta più buona e più digeribile.



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Ingredienti per 2 teglie di 28 cm cad.

Per la pasta:
500 gr. di farina 0
12 gr. di lievito di birra fresco
1 cucchiaio di zucchero
Olio extravergine d'oliva q.b.
sale q.b.
300 ml di acqua a temperatura ambiente

Per la farcitura:
250 gr. di mozzarella di bufala
8 pomodori pelati
olio extravergine d'oliva q.b.
olive 
qualche foglia di basilico 

Procedimento

In 100 ml di acqua sciogliete il lievito con lo zucchero, unite un po' di farina e impastate fino ad ottenere un composto omogeneo e sodo, (il lievitino), mettetelo a riposare coperto per 15/20 minuti. Trascorso il tempo mettete  la farina in una ciotola, ponete al centro il lievitino, versate lentamente l'acqua rimanente e amalgamate bene tutto. Versate l'impasto su di un piano infarinato e impastate  delicatamente fino a raggiungere un composto omogeneo, allargatelo, salatelo e versate 5 cucchiai d'olio. Continuate ad impastate il tutto fino ad ottenere una bella palla (la pasta deve rimanere asciutta e soda), ungete bene una ciotola e deponetecela.


Copritela con un canovaccio e lasciatela lievitare per  4 ore in un luogo asciutto e caldo (deve raddoppiare il suo volume).
Riprendete delicatamente l'impasto , dividetelo in due parti (o in quattro se preferite 4 pizze più piccole) Ungete bene una teglia, poi mettete al centro la metà dell'impasto e, con le dita unte d'olio, allargatelo partendo dal centro fino ad arrivare ai bordi, mantenedoli un po' più spessi. Ripetete l'operazione con l'altra parte dell'impasto.


Aggiungete il pomodoro sgocciolato e spezzettato e salate leggermente. 


Infornate nel forno già caldo a 200°C, dopo circa 20 minuti di cottura, unite la mozzarella le olive  e un filo d'olio, dopo 5 minuti, quando la mozzarella diventerà filante, aggiungete il basilico.
Sfornate dopo 1 minuto.
Questa è la ricetta base,  con un esempio di farcitura alla margherita.
Nel caso la voleste farcire con tutti gli ingredienti che la fantasia vi suggerisce (salame, salciccia, funghi, prosciutto, ecc...) procedete in questo modo:
Dopo aver messo il pomodoro sulla base, distribuite tutti i vostri ingredienti, (meno il formaggio che metterete solo negli ultimi 5 minuti di cottura),  infornate per 20/25 minuti a 200° C.




Procedimento con il lievito madre e il metodo di Gabriele Bonci ( il re della pizza)




500 gr di farina 0
200 gr di lievito madre rigenerato
1 cucchiaio  di malto d’orzo ( o di miele o di zucchero)
300 ml di acqua
10 gr di sale fino
Olio extravergine d’oliva  q.b.




Versate la farina in una ciotola capiente, sciogliete il lievito nell’acqua e unitelo alla farina. Amalgamate bene tutto fino ad ottenere un impasto omogeneo. Unite 4 cucchiai d’olio e 1 cucchiaino di sale.
Continuate ad impastare fino a quando l’impasto risulterà elastico.
Formate una palla, ungete una ciotola e depositatecela. Coprite con della pellicola e lasciate lievitare per 1 ora nel forno spento o in un luogo tiepido e privo di correnti d’aria.
Trascorso il tempo riprendete l’impasto e  mettetelo su di un piano infarinato, dategli la forma di un panetto rettangolare  e poi procedete alla piegatura come per preparare la pasta sfoglia. Stendete un po’ il panetto, poi ripiegate verso il centro i due lati corti, lasciate riposare, poi girate di 90° appiattitelo leggermente e ripiegate i lati. Questa operazione consentirà d’inglobare molta aria, il che la renderà “sofficiosa” e ben alveolata. Riformate una palla, ungetela leggermente e rimettetela nella ciotola. Coprite con la pellicola e ponete in frigo per 16/20 ore.
Oliate abbondantemente una teglia e trasferiteci l’impasto. Allargatelo bene con le dita partendo dai bordi fino ad ottenere un disco.


Stendete sul disco la passata di pomodoro e distribuite sopra tutti gli altri ingredienti meno il formaggio.  Lasciate riposare 10 minuti, poi infornate nel forno già caldo a 200°C,per 20/25 minuti.







martedì 19 ottobre 2010

Funghi porcini trifolati

Questo delizioso alimento cresce generalmente da settembre a novembre ed è proprio in questo mese  che possiamo trovare quelli più gustosi.  I funghi contengono sali minerali, vitamine, acido folico  e betacaroteni che contribuiscono a rafforzare il sistema immunitario,  sono ottimi antiossidanti e hanno proprietà antiinfiammatorie, depurative e lassative. Per queste loro caratteristiche contribuiscono a tenere sotto controllo la pressione alta ed il colesterolo.
I funghi sono capaci di agire come un vero e proprio antibiotico naturale e mantengono alto il livello degli anticorpi. Per il loro basso contenuto calorico (22 kcal per 100 gr.) sono ideali per  diete ipocaloriche.
Sono controindicati a chi è allergico alle muffe e ai lieviti e a chi soffre di gotta e calcoli renali.
E' bene tener presente che la famiglia dei funghi comprende ben 3000 specie, ma solo un centinaio sono commestibili e quelli velenosi che possono rappresentare un grave rischio per la nostra salute, per cui è meglio affidarsi per la loro raccolta a persone esperte.
Vanno consumati entro breve tempo dalla loro raccolta (massimo due giorni di conservazione in frigorifero, nello scomparto della frutta e verdura, dopo averli ripuliti e spazzolati per eliminare residui terrosi), il gambo deve essere sodo e compatto, il cappello integro e senza muffe, l'odore gradevole.
Tenete presente che funghi commestibili, se mal conservati, possono essere pericolosi per la saluti come quelli velenosi. 


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Ingredienti per 4 persone:

1 kg. di funghi porcini
1 spicchio d'aglio
3 cucchiai di prezzemolo tritato
Olio extravergine q.b.
sale e pepe q.b.

Procedimento
Raschiate il gambo dei funghi ed eliminate la terra con un panno inumidito o con della carta da cucina inumidita. (i funghi non vanno lavati sotto l'acqua corrente perché si impregnerebbero troppo) . Tagliate a cubetti i gambi e a spicchi le cappelle.
Versate l'olio nella padella e aggiungete lo spicchio d'aglio tritato
Aggiungete i gambi dei funghi e fateli saltare a fuoco allegro per 5 minuti, unite le cappelle e   continuare la cottura per altri 5/6 minuti. Due minuti prima del termine della cottura salate, pepate ed aggiungete il prezzemolo.



Potete sostituire il prezzemolo e l'aglio con il bagnetverd
Buon appetito!