Il Ramassin del Saluzzese fa parte del gruppo
delle susine cosiddette “Siriache”, originarie della Siria. Il frutto di piccole
dimensioni ha un colore blu violaceo e
una volta maturo tende a cadere a terra. Questa caratteristica fa sì che venga
tradizionalmente raccolto da terra, solo quando i frutti hanno raggiunto la piena
maturazione, e venga commercializzato senza classi qualitative di grandezza o
peso. Si tramanda che la vendita tradizionale non avvenisse a peso, ma bensì
“al palot”, cioè un tanto per ogni piccola pala di susine. Il frutto, oltre che
per le piccole dimensioni, si differenzia dalle comuni susine per la sua
dolcezza e per la sua aromaticità che lo rendono inconfondibile. E’ una specie
molto rustica che richiede poche cure e si mostra poco esigente anche in
termini di difesa fitosanitaria.
La coltivazione è talmente antica che non
esiste una documentazione specifica ma solo testimonianze della sua
coltivazione negli archivi comunali del saluzzese.
L’etimologia araba del termine Ramassin , che sta ad indicare la capitale siriana Damasco, sembra ricondurre
l’introduzione della specie al periodo delle invasioni dei saraceni o al
periodo delle crociate in Terra santa.
In Piemonte la diffusione della coltura
avvenne inizialmente ad opera dei Frati Benedettini provenienti dalla Francia
nelle zone collinari del torinese e del chierese e solo successivamente avvenne
la diffusione della specie nel saluzzese.
La Valle Bronda divenne un importante centro
produttivo e commerciale del prodotto a tal punto che nel periodo di raccolta
si tenevano ogni sera due mercati completamente dedicati al Ramassin: uno nel
comune di Pagno e l’altro nel comune di Saluzzo nella Frazione di S. Lazzaro.
Nel 2006 è stato costituito da alcuni
produttori il “Consorzio di promozione e valorizzazione del Ramassin del
Monviso-Valle Bronda”.
I Ramassin che ho utilizzato per questa
confettura (si può chiamare marmellata solo quella di agrumi, le altre sono
denominate confetture) arrivano dall’albero che si trova nel mio orto in quel
di Sommariva del Bosco (CN) e sono di una dolcezza incredibile e assolutamente
bio.
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Ingredienti per 4 vasetti da 250 gr tipo
Bormioli.
1800 gr di Ramassin
900 gr di zucchero di canna
1 limone
50 ml di vino bianco dolce tipo Moscato
Procedimento.
Lavate e denocciolate le susine lasciandole
cadere in una pentola adatta in acciaio inox o ceramica (non utilizzate
l’alluminio).
Terminata l’operazione aggiungete il succo
del limone, la scorza dello stesso (solo la parte gialla, state attenti a non
prelevare la parte bianca (albedo) che renderebbe amara la confettura), il vino e lo
zucchero.
Mescolate e ponete la pentola sul fuoco
facendo bollire adagio adagio, mescolando e schiumando.
Quando la confettura raggiungerà la giusta
densità (fate la prova versando un po’
di confettura in un piatto ed inclinandolo, se non scorre è perfetta),
toglietela dal fuoco e invasatela immediatamente nei vasi, chiudeteli
ermeticamente e conservateli all’asciutto e all’oscuro.
NOTA: L'alcool contenuto nel vino cuocendo evapora, quindi può essere tranquillamente consumata dai bambini o dalle persone che non possono consumare alcool.
NOTA: L'alcool contenuto nel vino cuocendo evapora, quindi può essere tranquillamente consumata dai bambini o dalle persone che non possono consumare alcool.
Sentiamo spesso parlare di marmellate,
confetture e composte, ma in che cosa si differenziano?
La marmellata
è un prodotto fatto di zucchero e agrumi (arancia, mandarino, limone, cedro,
bergamotto, pompelmo) in cui la percentuale di frutta sia almeno il 20%. Le
parti di agrumi utilizzabili sono polpa, purea, succo, estratti acquosi e
scorza.
La confettura
è un prodotto contenente zucchero e polpa (o purea)
di tutti gli altri tipi di frutta. La percentuale di frutta non è in generale
inferiore al 35% (con differenze anche notevoli a seconda del frutto usato), ma
sale al 45% nel caso della “confettura
extra“.
La composta.
In questo caso si ritiene che la percentuale di frutta non debba essere
inferiore ai due terzi. Nella composta lo zucchero aggiunto è sensibilmente
minore, così come il conseguente apporto calorico.
Le confetture, come le marmellate e le composte, sono semplicissime da preparare, ma bisogna porre molta
attenzione ai contenitori che devono essere sempre ben lavati con acqua
bollente e sterilizzati prima dell’utilizzo; i coperchi devono essere nuovi per
garantire la chiusura ermetica.
Per sterilizzarli potete utilizzare vari metodi, personalmente utilizzo il
seguente:
Lavo i vasetti e i coperchi con acqua
calda e detersivo, li sciaquo molto bene sempre con l’acqua calda e li asciugo.
Accendo il forno a 130 gradi (non di più perché si rischia di rompere il
vetro) posiziono i vasetti e i coperchi assicurandomi che non si tocchino. Spengo il forno e li lascio lì per 20/25 minuti. Trascorso il tempo, li tolgo usando i
guanti e invaso la confettura caldissima, poi chiudo ermeticamente e lascio
raffreddare su dei sottopentola. Lo sbalzo di temperatura potrebbe far rompere
i vasetti.