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venerdì 19 giugno 2020

Toast alla boscaiola

Frutto tipico del sottobosco, il mirtillo ha tradizioni antichissime e viene utilizzato per curare diverse patologie. I mirtilli generalmente crescono nelle zone montane (sulle Alpi e gli Appennini), nei boschi e trovano la loro maggiore diffusione sui terreni ricchi di humus. Si presentano come dei piccoli arbusti, alti circa 60 cm. La loro fioritura avviene in primavera e si distinguono in tre differenti specie: mirtillo nero, rosso e blu. Secondo alcune recenti ricerche effettuate negli Stati Uniti, queste piccole bacche, sarebbero dotate di un enorme quantitativo di sostanze antiossidanti, in grado quindi di prevenire patologie cardiovascolari, proteggere dai tumori e addirittura ritardare il naturale processo di invecchiamento. Dunque hanno un duplice scopo: da una parte rappresentano una fonte di alimento, dall’altra vengono utilizzate come medicamento
Il mirtillo nero è quello maggiormente ricco di principi salutari. Infatti contiene zuccheri e molti acidi, in particolare l’acido citrico (che protegge le cellule) ma anche l’acido ossalico, l’idrocinnamico e il gamma-linolenico. L’acido ossalico è quello che conferisce il classico sapore asprigno del frutto; l’acido idrocinnamico è molto efficace perché è in grado di neutralizzare le nitrosammine cancerogene (prodotte nell’apparato digerente in conseguenza dell’ingestione di nitrati); l’acido gamma-linolenico invece è molto utile al sistema nervoso perché previene la nefropatia diabetica. Ma non è tutto: il mirtillo nero è particolarmente ricco di acido folico (una vitamina molto importante per le varie numerose funzioni che svolge) e contiene tannini e glucosidi antocianici, i quali oltre a dare al frutto il suo caratteristico colore, riducono la permeabilità dei capillari e ne rafforzano la struttura. Le antocianine infine, presenti in grandi quantità, rafforzano il tessuto connettivo che sostiene i vasi sanguigni e ne migliorano l’elasticità ed il tono. Riescono in tal modo a svolgere un’azione antiemorragica nonché contro i radicali liberi. Tutte questa sostanze poi favoriscono e aumentano la velocità di rigenerazione della porpora retinica, migliorando la vista specialmente la sera, quando c’è poca luce.




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Ingredienti per 4 persone

50 gr di mirtilli
30 gr di  more
8 fette di pane ai cereali
150 gr di Fontina
8 fette di prosciutto cotto

Procedimento

Tagliate la fontina in fette sottili.
Lavate e asciugate delicatamente i frutti di bosco.
Stendente metà del formaggio su 4   fette di pane e distribuite metà dei frutti di bosco.
Coprite con le fette di prosciutto e sovrapponete i frutti di bosco restanti.
Mettete il resto del formaggio e chiudete la con le restanti fette di pane.
Inserite nel tostapane e fate tostare per 3 massimo 4 minuti.
Servite accompagnando con succo di lamponi.



martedì 2 luglio 2019

Sushi di carne, frutti di bosco e peperoni


Il sushi è una preparazione giapponese a base di riso e pesce crudo molto conosciuta e apprezzata in tutto il mondo.
Ma non tutti amano il pesce crudo, nasce così questa versione con la carne cruda, in particolare con la ottima carne di fassone piemontese.
Anche questa potete servirla con varie salse come il sushi originale.



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Ingredienti per 4 persone:

400 gr di carne di fassone tritata
1 peperone rosso
1 peperone giallo
100 gr di frutti di bosco (lamponi, mirtilli, more)
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale e pepe q.b.
Succo di limone q.b.

Procedimento

Fate cuocere in forno a 180 °C per 15/20 minuti i peperoni e spelateli.
Lavate delicatamente i frutti di bosco e asciugateli con carta da cucina.
Condite la carne con un pochino d’olio e di limone, sale, pepe.
Prendete un foglio di carta da forno, deponeteci la carne, coprite con un altro foglio di carta da cucina e con il mattarello stendete delicatamente la carne fino ad ottenere un rettangolo non troppo sottile.


Su metà della carne mettete le falde di peperone affiancandole, salate leggermente.
Distribuite i frutti di bosco sopra le falde.


Arrotolate la carne aiutandovi con la carta da forno fino a formare un rotolo ben stretto.


Avvolgetelo nella carta da forno , chiudete i lati e mettete in frigo fino al momento di servire.


Togliete dal frigo, tagliate a rondelle il rotolo, mettete le rondelle sul piatto di portata, irrorate con un goccio d’olio e servite.


venerdì 31 maggio 2019

Millefoglie d’avena e frutti di bosco


Il termine "frutti di bosco" identifica un insieme di frutti che sono reperibili nel sottobosco o, più genericamente, nelle macchie di vegetazione selvatica (nonostante siano oggetto di colture agrarie). Hanno un impiego gastronomico estremamente diffuso e variegato e sono impiegati prevalentemente freschi aggiunti a yoghurt, bavaresi, mousse , gelati e altri dolci al cucchiaio, tuttavia sono ottimi anche cucinati con brasati di selvaggia, risotti, paste ecc..
I frutti di bosco più conosciuti e consumati sono: mirtilli rossi e neri, lamponi, more, fragole, ribes rossi e neri, uva spina, more di gelso, bacche del sambuco, amarene, uva spina.
Sono ricchi di vitamine e antiossidanti utilissimi al buon funzionamento del nostro organismo.






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Ingredienti per 4 persone.

200 gr di frutti di bosco (More, mirtilli, lamponi, ribes)
8 gallette croccanti di avena e semi di girasole
200 gr di Robiola di Roccaverano ( o altro tipo di robiola morbida)
5 foglie di basilico tritate
Olio extravergine d’oliva q.b.
Pepe bianco q.b.

Procedimento

In una ciotola mettete la robiola, unite il basilico sminuzzato, un po’ d’olio, pepe e amalgamate.
Spalmate metà del formaggio su una galletta.
Distribuite metà dei frutti di bosco e coprite con l’altra galletta.
Ripetete il procedimento con gli ingredienti rimasti.




venerdì 14 novembre 2014

Panini al Parmigiano Reggiano, salame e cipolla di Tropea

A fissare con una fortissima lente d’ingrandimento la grana del parmigiano, essa si rivela non soltanto come un’immutabile folla di granuli associati nell’essere formaggio, ma addirittura come un panorama. E’ una foto aerea dell’Emilia presa da un’altezza pari a quella del Padreterno”

Giovannino Guareschi (1908 – 1968)



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Ingredienti per i panini:

250 gr di farina di grano per panificazione
150 ml di latte 
100 gr di lievito madre rigenerato
4 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaino di miele d'acacia
6 gr di sale fino
150 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato

Ingredienti per le cipolle grigliate:

2 cipolle rosse di Tropea non troppo grandi
2 rametti di timo
2 rametti di maggiorana
2 rametti di rosmarino
2 rametti di menta
Aceto balsamico di Modena q.b.
Sale q.b.
Pepe  nero in grani q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.
Salame a fette q.b.
Scaglie di Parmigiano q.b.

Procedimento

In una ciotola capiente versate il latte a temperatura ambiente, immergetevi il lievito madre e scioglietelo molto bene con una frusta elettrica, unite il miele e poco alla volta aggiungete tutta la farina e il Parmigiano Reggiano impastando, unite lentamente l'olio e per ultimo il sale. Continuate ad impastare fino a quando non avrete ottenuto un impasto liscio ed omogeneo. Mettetelo in una ciotola, coprite con un canovaccio inumidito e mettete a lievitare, lontano da correnti d'aria (l'interno del forno spento sarebbe l'ideale), fino a quando raddoppierà il suo volume (3/4 ore a 22/23°C).
Quando l'impasto è pronto, stendetelo con le mani e dividetelo in tante palline, grosse come palline da ping pong. Appiattitele leggermente e disponetele distanziate su una placca coperta da carta da forno. Spennellatele con un po’ d’olio e rimettetele a lievitare fino al raddoppio del volume (1 o 2 ore). Infornate, a forno già caldo (in cui avrete inserito un pentolino con dell'acqua per renderli più morbidi), per 15/20 minuti a 180°. Sfornateli e fateli raffreddare su di una gratella.
Nel frattempo che la pasta lievita, preparate le cipolle grigliate.
Pulite e lavate le cipolle, tagliatele a fette orizzontali di 5 mm di spessore. Disponetele su di un vassoio, una accanto all’altra. Mescolate tre cucchiai di acqua con due pizzichi di sale. Spennellate sulle fette di cipolla l’acqua e sale e cospargetele con qualche grano di pepe nero pestato.
Lasciate così per una decina di minuti e nel frattempo tritate finemente tutti gli aromi, quindi fate cuocere le fette di cipolla sulla griglia ben calda per sei minuti per parte.
Trasferite le cipolle in un contenitore, disponetele a strati e condite ogni strato con un po’ del misto di aromi e d’aceto balsamico. Irrorate abbondantemente d’olio.

Farcite i mini panini con una fetta di salame, una rondella di cipolla grigliata e una scaglia di Parmigiano.


Consigli: se non avete il lievito madre, potete utilizzare un panetto di lievito di birra (15 gr). Utilizzando il lievito di birra, i tempi della lievitazione si dimezzano, ma il gusto del pane preparato con il lievito madre sarà insostituibile.






lunedì 14 luglio 2014

Arancine alla siciliana

Questa deliziosa ricetta fu introdotta in Sicilia dagli Arabi, consumatori abituali di riso condito con erbe e zafferano. Furono i cuochi della corte di Federico II, che aggiunsero la panatura per permettere che si potessero consumare durante le battute di caccia o i viaggi. La panatura, infatti, assicurava un’ottima conservazione del riso e del condimento. Grazie a questa praticità, furono utilizzati come cibo anche dai contadini. Tradizionalmente a Palermo, il 13 dicembre, giorno della festa di Santa Lucia, si festeggia mangiando arancine.

 
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Ingredienti:
500 gr di riso supefino per timballi
1 bustina di zafferano
1 lt di brodo vegetale salato
3 etti di carne macinata di manzo
1 mozzarella
100 gr di pisellini
1 cipolla piccola
1 carota piccola
1 gambo di sedano
2 uova intere e 3 tuorli
½ bicchiere di vino rosso
40 gr di conserva di pomodoro doppio concentrato
25 gr di burro
3 cucchiai di pecorino
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale e pepe q.b.
Pangrattato q.b.

Procedimento

In una casseruola versate tre cucchiai d’olio e unite la cipolla, la carota e il sedano, tagliati in piccolissimi pezzetti, fate dorare per 1 minuto poi unite la carne tritata e lasciatela rosolare per qualche minuto, sfumate con il vino fino a farlo evaporare completamente. Aggiungete l’estratto di pomodoro, i piselli e un bicchiere d’acqua calda, aggiustate di sale e di pepe e portate a cottura, a fiamma bassa, fino a quando il ragù si sarà ristretto.
Fate bollire il riso nel brodo vegetale (a fine cottura dovrà essersi assorbito completamente, se è il caso, aggiungete un po’ calda durante la cottura) e, a fuoco spento, unite lo zafferano, stemperato in pochissima acqua, il pecorino, il burro e mantecate per qualche minuto. Unite i tuorli, amalgamate bene il tutto. Stendete il riso su di un piano e lasciatelo raffreddare.
Nel frattempo, tagliate la mozzarella, ben scolata, a cubetti. Quando il riso sarà completamente raffreddato, prendete un po’ nella mano e dategli la forma di una pallina, fate un buco al centro e versate un po’ di ragù freddo e qualche cubetto di mozzarella. Ricoprite con altro riso e dategli la caratteristica forma a pera appuntita, tipica di Catania, o a palla, se preferite. Proseguite così fino ad esaurimento degli ingredienti, poi passate gli arancini nelle uova intere sbattute e nel pangrattato.
In una padella dai bordi alti fate scaldare abbondante olio e immergete gli arancini, fateli dorare uniformemente.
Scolateli e metteteli su carta da cucina per eliminare l’unto in eccesso. Serviteli caldi o tiepidi.







martedì 6 novembre 2012

Farinata


Tutti conosciamo la farinata e la riconosciamo come una ricetta tipica ligure. Di fatto pochi sanno che la sua paternità è rivendicata anche dai Piemontesi.
 I Liguri sostengono di averla inventata 2000 anni fa a Genova, di fatto era un cibo dei legionari romani in stanza sia in Liguria che in Piemonte, i quali, mescolavano acqua e farina di ceci con cui realizzavano una sorta di schiacciata che facevano cuocere sui propri scudi. Che sia di origini Liguri, Piemontesi o Romane, poco importa, è comunque buonissima.
Qui vi do la ricetta classica, quella del contendere tra le due regioni, e quelle tipicamente liguri.



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Ingredienti per 4 persone:

250 gr di farina di ceci
125 cl  d' olio d’oliva extravergine
750 cl di acqua
Sale e pepe nero q.b.

Procedimento

Formate una pastella amalgamando bene la farina di ceci con l’acqua. Per fare questa operazione utilizzate la frusta affinché non si formino dei grumi. Lasciate riposare per 4 ore. Trascorso questo tempo mettete l’olio nella teglia rotonda tipica della farinata e versatevi sopra il composto.
Preriscaldate il forno a 200°, mettetevi la teglia e lasciatela cuocere una mezz’oretta. O almeno fino a quando in superficie si formerà una crosticina dorata. Sfornate e cospargete di sale e pepe nero macinato al momento.

Questa è la ricetta classica, se volete gustarla con delle varianti vi suggerisco le seguenti:

Con la cipolla

Tagliate ad anelli sottili o, se preferite tritate, una grossa cipolla rossa di Tropea e distribuitela sul composto di acqua e ceci prima di infornare.

Con il rosmarino

Tritatelo grossolanamente e cospargetelo (sempre prima di infornare).

Con i bianchetti (ricetta tipica ligure)

200 gr di bianchetti (I bianchetti sono quei pesciolini bianchi piccolissimi)
Lavateli sotto acqua corrente e cospargete la superficie del composto prima di infornare.