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mercoledì 19 luglio 2023

Gamberi all'alioli

L’alioli (dal catalano allioli, dall'occitano alhòli, dal provenzale aiòli, cioè ai-oli, alh-òli, "aglio ed olio"), è una salsa dal sapore molto forte, a base di uova, aglio, olio di oliva e limone originaria della città di Valencia in Catalogna ma esportata anche in Provenza.
La versione classica prevede l'uso di aglio, schiacciato in un mortaio, al quale viene aggiunto a filo dell'olio di oliva, mescolando continuamente fino ad ottenere un composto cremoso. L'aggiunta troppo rapida di olio scompone l'emulsione e l'aioli "impazzisce".
L'alioli è servito come antipasto insieme al pane o alle olive o accompagnato ai piatti di pesce, di carne o alle verdure.
Nella ricetta provenzale si battono nel mortaio quattro o cinque spicchi d'aglio con del sale grosso, sino a ottenere una crema densa, si aggiungono uno o due rossi d'uovo e si lavora il tutto come una maionese, aggiungendo un po' d'olio (extravergine di oliva), alla stessa temperatura dell'uovo, fino a ottenere una crema densa e compatta, aggiungendo alla fine il succo di un limone.
André Mistral, parlando dell'aioli, lo confrontava alla maionese, che lui definiva, spregiativamente, una "marmellata". "Nautri, li bon Prouvençau/ au sufrage universau,/ voutarèn per l'òli / E faren l'aiòli" (noi i buoni provenzali, al suffragio universale, voteremo l'olio e faremo l'aioli).


LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.


Ingredienti per 4/6 persone

 

400 g di code di gambero

2 tuorli d’uovo a temperatura ambiente

4 spicchi d’aglio

100 ml di olio extravergine d’oliva

2 cucchiai di succo di limone

3 g di sale grosso

Qualche rametto di prezzemolo

Pepe q.b.

Procedimento

Pulite gli spicchi d’aglio e schiacciateli nel mortaio insieme al sale, (se preferite frullateli).

Mettete la pasta d’aglio ottenuta in una ciotola, aggiungete i tuorli e sbattete per un minuto. Versate l’olio a filo continuando a sbattere fino ad ottenere un composto denso e cremoso. Aumentate la quantità d’olio man mano che la maionese si addensa. Incorporate infine il pepe, il succo di limone e il prezzemolo tritato.
Coprite con la pellicola e mettete in frigo.
Lavate i gamberi, metteteli in una pentola, copriteli con l’acqua, aggiungete qualche goccia di limone e un pizzico di sale.
Portate a bollore e fate cuocere per due minuti.
Scolate e lasciate raffreddare.
Togliete il carapace ma non eliminate la codina, eliminate il filo nero sul dorso aiutandovi con uno stecchino.
Inserite due gamberi in un bicchiere, coprite con la salsa alioli e guarnite con un gambero e una fogliolina di prezzemolo.

 

 

mercoledì 17 maggio 2023

Sformatini di spinaci

Gli spinaci sono un ortaggio a foglia verde originario della Persia. La loro raccolta avviene da ottobre a maggio ma possiamo trovarli surgelati anche negli altri mesi.
Sono ricchi di fibre, sali minerali, vitamina A e antiossidanti e possiedono poche calorie.
Contengono molto ferro, tuttavia, circa il 95% di esso è inutilizzabile come nutriente in quanto presente nella forma non-eme, il cui assorbimento è limitato rispetto al ferro in forma eme, presente, ad esempio, nella carne e negli alimenti di origine animale.
Inoltre, negli spinaci, come in molti vegetali, vi sono alcuni nutrienti che possono ostacolare ulteriormente l’assorbimento di ferro, come gli ossalati ed i fitati.
La presenza di ossalati sconsiglia il consumo eccessivo a chi soffre di calcoli renali in quanto ne favorisce la formazione.
Da assumere con cautela anche in caso di terapia anticoagulante, in quanto contenenti la vitamina K1 che può interferire con i farmaci fluidificanti.

 


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Ingredienti per 4 persone:

800 gr di spinaci

20 gr di burro
3 uova
50 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato
1 scalogno
Noce moscata q.b.
Sale fino q.b.
Pepe bianco q.b. 

Procedimento

Lavate molto bene gli spinaci poi, senza sgrondarli, metteteli in una pentola grande senza aggiungere altra acqua e fateli appassire a fuoco medio per cinque minuti, rigirandoli spesso.

Scolateli, strizzateli bene con le mani, tritateli grossolanamente e trasferiteli nel bicchiere del frullatore.
Pelate lo scalogno, tagliatelo a pezzi, aggiungetelo agli spinaci e frullate tutto.
Ponete il composto ottenuto in una ciotola, unite le uova, una alla volta, mescolando, incorporate il Parmigiano Reggiano, salate, pepate, insaporite con la noce moscata e mescolate bene.
Suddividete il composto preparato in stampini monoporzione ben imburrati e inforna tare a forno già caldo a 180° per venti minuti circa, fino a quando si saranno leggermente gonfiati e la superficie avrà preso un bel colore dorato.
Spegnete il forno e lasciateli riposare per cinque minuti poi sfornate.
Potete servirli così oppure accompagnati con una salsa di taleggio.

 

Salsa di Taleggio

Ingredienti:

200 gr di Taleggio

1 tuorlo
20 gr di burro
150 ml di latte 

Procedimento

Tagliate a pezzetti il Taleggio,mettete telo in una ciotola e ricopritelo con metà del latte e lasciatelo riposare per venti minuti, poi scolatelo e trasferitelo in una piccola casseruola.

Copritelo con la metà del latte rimasta, unite il burro e fate sciogliere tutto a fiamma dolce fino ad ottenere una crema liscia e filosa, se fosse necessario incorporate altre latte caldo.
Spegnete la fiamma, amalgamate il tuorlo mescolando velocemente, poi mantenete calda la fonduta a bagnomaria.
Trasferite gli sformatini su piatti individuali, irrorateli con un cucchiaio di fonduta.
Versate la restante in una salsiera e servitela in tavola.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

giovedì 6 aprile 2023

Pardulas

Simili a piccoli soli con il loro colore giallo inteso, le pardulas sono dei dolcetti sardi tipici, generalmente preparati nel periodo pasquale consistenti in gusci di pasta ripieni.
L’ingrediente principale di queste piccole tortine, dalla forma particolare a base di semola di grano duro, strutto e uova, è la ricotta di pecora o vaccina che unita allo zafferano forma la crema di farcitura e che conferisce il caratteristico colore dorato.
Ovviamente la ricotta deve essere freschissima e deve essere fatta spurgare in modo da eliminare tutto il siero.

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Ingredienti per la sfoglia

 200 g di semola di grano duro

100 g di farina 00

25 g di strutto

1 albume

100 ml di acqua 100 ml

1 pizzico di sale fino  

 

Per la farcitura

500 g di ricotta di pecora

3 tuorli
50 g di zucchero
1 bustina di zafferano
1 scorza di arancia bio
1 scorza di limone bio
60 g di farina 00
5 g di lievito per dolci
1 pizzico di sale fino

Procedimento
 
Come ho scritto precedentemente, la prima cosa da fare e far spurgare la ricotta che dovrà risultare completamente asciutta. Vi consiglio di fare questa operazione il giorno prima mettendola in uno scolapasta posto all’interno di una ciotola e inserendo tutto in frigorifero.
In una ciotola capiente versate la semola, la farina, un pizzico di sale, lo strutto e iniziate a lavorare unendo poco alla volta l’acqua appena tiepida.
Unite l’albume e versate tutto sulla spianatoia e continuate a lavorare fino ad ottenere un composto omogeneo, liscio e compatto, raccoglietelo a palla e rimettetelo nella ciotola. Coprite con della pellicola e lasciate riposare per almeno 30 minuti.

Nel frattempo preparate la farcitura.

Mettete la ricotta ben scolata in una ciotola e schiacci tela con i rebbi di una forchetta, unite lo zucchero, un pizzico di sale e amalgamate, aggiungete due tuorli, lo zafferano,  il lievito, le scorze grattugiate dell’arancia e del limone. Unite il lievito alla  farina e  versate tutto nel  composto di ricotta. Inglobate bene tutto  e mettete in frigorifero per 20 minuti.

Riprendete l’impasto e stendetelo con un mattarello fino ad ottenere una sfoglia di circa 2 mm di spessore. Con un coppapasta da 8 cm di spessore (se non lo avete utilizzate un bicchiere rovesciato) ricavate dei dischetti.
Ponete al centro di ognuno di essi una cucchiaiata abbondante di crema o, se preferite create delle palline e mettetele all’interno dei dischetti e pizzicate i bordi in sei punti per formare il caratteristico cestino.
Accendete il forno in modalità “statico” e portate alla temperatura di 170 °C
Rivestite la placca con della carta da forno e disponete i dolcetti ben distanziati gli uni dagli altri, sbattete l’ultimo tuorlo con 2 cucchiai di latte o di acqua e spennellate la farcitura.



Infornate (forno già caldo) e lasciate cuocere per 30 minuti.
Sfornate, lasciate raffreddare e cospargete con zucchero a velo.

 

 

 

 

 

 

 

martedì 4 aprile 2023

Stracotto di abbacchio

L’abbacchio è un secondo piatto tipico della tradizione culinaria regionale del Lazio che viene declinato in vari tipi di ricette.

È una pietanza che viene di solito riservata ai pranzi in famiglia nelle occasioni speciali, in particolar modo consumata durante il pranzo di Pasqua.

È difficile trovare le parole adatte per esaltare l’”Abbacchio romanesco” per quanto vale e quanto merita. A Roma la stagione degli abbacchi comincia in autunno e finisce in primavera; quella degli agnelli dura tutta la primavera: comincia a Pasqua di Resurrezione e finisce a San Giovanni il 24 giugno. In estate non si trovano né abbacchi né agnelli.

L’abbacchio da “abbacchiare”, che sta per “abbattere” è un agnello da latte o svezzato da poco, la cui carne risulta perciò molto tenera e delicata. 

 



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Ingredienti per 4 persone:

kg 1,2 di abbacchio tagliato a pezzi

½ bicchiere di vino bianco secco
500 gr di pomodori da sugo
1 bicchiere di acqua calda
1 spicchio d’aglio
2 coste di sedano
2 rametti di maggiorana
Peperoncino q.b.
3 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale grosso q.b.

Procedimento

Lavate i pomodori, pelateli, eliminate i semi e tagliateli a cubetti.

Lavate le coste di sedano, eliminate i fili e tritatele insieme allo spicchio d’aglio e alla maggiorana.
In una casseruola scaldate l’olio, unite il trito di sedano aglio e maggiorana e fate dorare per un minuto, aggiungete i pezzi di carne e lasciate rosolare bene da tutte le parti.
Versate il bicchiere di vino e fatelo sfumare a fuoco vivo.
Aggiungete i pomodori, l’acqua calda e il sale.
Abbassate il fuoco al minimo, coperchiate e lasciate cuocere dolcemente fino a cottura.
Se dovesse asciugarsi troppo il sugo aggiungete ancora acqua calda.
Servire con contorno di patate lesse condite con olio, aceto, sale e prezzemolo.

 

 

 

sabato 1 aprile 2023

Uova farcite al prosciutto

L’uovo è un piccolo scrigno che racchiude una notevole quantità di preziosi elementi nutritivi indispensabili per il nostro organismo.
Il guscio, che è la parte esterna e non commestibile, costituisce all’incirca un decimo del suo peso complessivo (65 g circa) ed è formato prevalentemente da sostanze calcaree e porose, permeabili quindi all’aria, all’umidità e agli odori.
Segue la membrana interna che avvolge l’albume, eccettuati i due poli dove questa pellicola, rimanendo staccata, forma una piccola “camera d’aria” dalla quale si può riconoscere la freschezza dell’uovo.
Troviamo poi l’albume, comunemente detto “bianco d’uovo” che rappresenta circa il 60% dell’uovo ed è costituito da una soluzione acquosa di albumina, sali minerali, piccole quantità di lipidi e sostanze proteiche.
Infine, c’è il tuorlo o rosso d’uovo che è sostenuto in posizione centrale da due ispessimenti dell’albume chiamati calaze.
Il tuorlo è composto da lipidi, albuminoidi, minerali (ferro, fosforo, calcio, sodio), vitamine
liposolubili e quelle del gruppo B. Il consistente contenuto di vitamina B12 consente di sopperire alla sua carenza indotta dalla dieta vegetariana Altissimo è poi il contenuto di vitamina D fondamentale per la salute delle ossa. Il suo colore che varia dal giallo chiaro al giallo scuro è determinato dalla presenza di un pigmento ferroso.
L’uovo, per il loro alto indice di sazietà e il basso apporto di calorie è indicato nelle diete ipocaloriche.
Il valore nutritivo di un uovo è pari a 75-80 calorie.
La digestione di questo prezioso alimento dipende dal tipo di cottura, minore è il tempo di cottura più aumenta la digeribilità. È sufficiente un’ora e mezza per digerire un uovo alla coque, due ore se sodo e tre ore se fritto.
L’albume non andrebbe mangiato crudo perché contiene avidina che limita l’assorbimento della vitamina H (biotina).

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Ingredienti per 4 persone:

6 uova
100 gr di ricotta freschissima
100 gr di prosciutto cotto di ottima qualità in una sola fetta
10 rametti di erba cipollina

Pepe bianco q.b.
Sale fino q.b.


Procedimento

Fate bollire le uova per dieci minuti a partire dal momento del bollore.

Scolatele e mettetele sotto l’acqua fredda e corrente del rubinetto, vi aiuterà a sgusciarle meglio.
Sgusciatele, tagliatele a metà ed estraete delicatamente il tuorlo, mettetelo nel frullatore.


Unite 70 gr di prosciutto tagliato grossolanamente e tenete da parte i rimanenti 30 gr., unite la ricotta e frullate fino ad ottenere una soffice crema uniforme, salate e pepate
Tagliate, prima a piccole strisce e poi a quadretti, il prosciutto rimanente.
Aiutandovi con un cucchiaino o con un sac a poche riempite i mezzi albumi, distribuite su ognuno di essi i quadretti di prosciutto e i rametti di erba cipollina tagliuzzati.


Mettete in frigo per almeno mezz'ora e servite guarnendo come nella foto o su di un letto di insalata.


venerdì 13 gennaio 2023

Camembert al forno con pere , noci e miele

Il camembert  è un formaggio francese a base di latte di mucca "crudo" (il latte non deve mai essere riscaldato a più di 37 gradi),  a pasta molle e crosta fiorita  e di colore bianco prodotto in Normandia ed è considerato uno degli emblemi gastronomici della Francia.
Ha forma rotonda, peso di circa 250 g ed è prodotto con circa 2 litri di latte. È venduto obbligatoriamente in scatole di legno di pioppo .Il suo periodo di degustazione ottimale va da aprile ad agosto dopo un periodo di stagionatura che va da 6 a 8 settimane, ma è anche eccellente da marzo a novembre. Il camembert è caratterizzato anche per il suo pungente odore.
L'origine del camembert risale alla fine del XVII secolo. Infatti, già dal 1680 si possono trovare documenti con riferimenti ai formaggi caratteristici del paese di Camembert, il villaggio d'origine e da cui prende il nome il formaggio. Nel 1708 Thomas Corneille gli consacrò un articolo nel suo Dictionnaire Universel Géographique et Historique. Tuttavia, è solo nel 1791 che viene messa a punto la tecnica di fabbricazione del camembert grazie all'opera di Marie Harel, una contadina del villaggio di Camembert, ed ai consigli esperti di un prete originario della Brie.

 


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 Ingredienti per 2 persone:

 1 Camembert da circa 250 gr
½ pera 
3 noci
1 rametto di rosmarino
2 cucchiaini di miele d’acacia.

 

Procedimento.

Accendete il forno a 190°C (statico)
Sgusciate le noci.
Lavate il rosmarino, asciugatelo e tritate grossolanamente gli aghetti.
Pelate la pera e tagliatene metà a cubettini.
In una ciotola unite i cubettini di pera , qualche aghetto di rosmarino e i gherigli delle noci sminuzzati grossolanamente, aggiungete un pochino di miele e mescolate.
Con un coltello affilato formate una griglia sul formaggio, sollevate il quadratino centrale e farcite con un pochino di composto di pera e noci, distribuite sopra il rimanente.
Fate colare a filo del miele su tutto e infornate (forno già caldo) fino a quando lo vedrete dorarsi e sciogliersi un po’ (circa 10/12 minuti).

Sfornate e servite subito accompagnando con fette di pane grigliato.

 

 

 

 

mercoledì 14 dicembre 2022

Gamberi con crema di avocado

L’avocado è l’unico alimento che possiamo classificare come frutta, come grasso e come vegetale, nessun altro cibo accomuna queste caratteristiche e si utilizza spesso in cucina per molte ricette, soprattutto nei paesi in cui nasce.

É molto calorico infatti 100 gr di prodotto edibile (senza buccia) forniscono circa 230 calorie.
Originario dell’America Centrale, l’avocado o “aguate”, come era in origine il suo nome spagnolo, faceva parte dell’alimentazione  degli indigeni Atzechi e Maya.
La principale caratteristica nutrizionale di questo frutto consiste nella sua ricchezza di grassi, specialmente insaturi, come l’acido grasso linoleico ed  Omega-3, grassi “buoni” poiché stimolano la produzione di colesterolo buono (HDL) che aiuta a contrastare quello cattivo (LDL).
Grazie a questa proprietà, il consumo dell’avocado aiuta a diminuire il colesterolo nel sangue e quindi è di ausilio per prevenire l’arteriosclerosi e i disturbi circolatori.
É ricco anche di fitonutrienti, di glutatione e luteina, che sono  elementi antiossidanti e di vitamina A e vitamina E ed è altresì ottimo per i diabetici perché possiede la capacità di rallentare l’assorbimento del glucosio a livello intestinale.
Molte sono le ricette che prevedono l’utilizzo di quest’alimento, specialmente quelle messicane.
Quando acquistate l’avocado controllate che la buccia sia di un bel verde scuro, senza ammaccature e, premendo leggermente, deve essere un po’ morbido. Se è troppo duro, non è ancora maturo.


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Ingredienti per 6 persone

 
1 avocado maturo
1 lime (succo e scorza grattugiata)
6 rametti di erba cipollina
1 cipollotto
Olio extravergine d’oliva q.b.
1 pizzico di peperoncino
Sale q.b.
300 g di code di gambero
Un cucchiaio di succo di limone
100 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato
 

Procedimento

Pulite il cipollotto e tritatelo.

Con una forbice tagliuzzate l’erba cipollina.
Grattugiate la scorda del lime e spremetene il succo.
Tagliate a metà l’avocado e togliete il nocciolo, estraete la polpa aiutandovi con un cucchiaio e mettetela in una ciotola.
Irrorate subito con il succo del lime per evitare l’ossidazione.
Schiacciate con una forchetta la polpa di avocado fino a ridurla in crema, aggiungete il cipollotto tritato, l’erba cipollina, il peperoncino, la scorza grattugiata del lime, il sale e un pochino d’olio.
Amalgamate bene e lasciate riposare in frigo per almeno un’ora prima di servire.
Nel frattempo fate lessare i gamberi in acqua acidulata con un po' di limone per 3 minuti. Sgusciateli lasciandone qualcuno intero, servirà da guarnizione, e tagliuzzate gli altri.
Mettete sul fuoco un padellino antiaderente di circa 18/20 cm di diametro, quando sarà ben caldo versateci il Parmigiano Reggiano grattugiato e lasciatelo dorare. Toglietelo dal fuoco e versate la cialda su di una ciotola rovesciata, lasciatela raffreddare.
Unite alla crema di avocado i pezzetti dei gamberi e distribuitela nei bicchierini.
Guarnite con i gamberi interi, qualche filo di erba cipollina e la cialda di Parmigiano spezzettata e servite.

mercoledì 7 settembre 2022

Uova alla paprika

L’uovo è un piccolo scrigno che racchiude una notevole quantità di preziosi elementi nutritivi indispensabili per il nostro organismo.
Il guscio, che è la parte esterna e non commestibile, costituisce all’incirca un decimo del suo peso complessivo (65 g circa) ed è formato prevalentemente da sostanze calcaree e porose, permeabili quindi all’aria, all’umidità e agli odori.
Segue la membrana interna che avvolge l’albume, eccettuati i due poli dove questa pellicola, rimanendo staccata, forma una piccola “camera d’aria” dalla quale si può riconoscere la freschezza dell’uovo.
Troviamo poi l’albume, comunemente detto “bianco d’uovo” che rappresenta circa il 60% dell’uovo ed è costituito da una soluzione acquosa di albumina, sali minerali, piccole quantità di lipidi e sostanze proteiche.
Infine c’è il tuorlo o rosso d’uovo che è sostenuto in posizione centrale da due ispessimenti dell’albume chiamati calaze.
Il tuorlo è composto da lipidi, albuminoidi, minerali (ferro, fosforo, calcio, sodio), vitamine
liposolubili e quelle del gruppo B. Il consistente contenuto di vitamina B12 consente di sopperire alla sua carenza indotta dalla dieta vegetariana Altissimo è poi il contenuto di vitamina D fondamentale per la salute delle ossa. Il suo colore che varia dal giallo chiaro al giallo scuro è determinato dalla presenza di un pigmento ferroso.
L’uovo, per il loro alto indice di sazietà e il basso apporto di calorie è indicato nelle diete ipocaloriche.
Il valore nutritivo di un uovo è pari a 75-80 calorie.
La digestione di questo prezioso alimento dipende dal tipo di cottura, minore è il tempo di cottura più aumenta la digeribilità. E’ sufficiente un’ora e mezza per digerire un uovo alla coque, due ore se sodo e tre ore se fritto.
L’albume non andrebbe mangiato crudo perché contiene avidina che limita l’assorbimento della vitamina H (biotina).
 


 
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Ingredienti per 4 persone:
4 uova
2 cucchiai di maionese allo yoghurt
1 cucchiaino di pasta d’acciughe
Paprika dolce (o piccante se la gradite di più) q.b.
2 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
Qualche rametto di erba cipollina
 
 
Procedimento
 
Mettete le uova in un pentolino e copritele con dell acqua fredda, calcolate 10 minuti di cottura dal momento dell’ebollizione. 
Raffreddatele velocemente sotto l’acqua fredda.
Sgusciatele, tagliatele a metà ed estraete delicatamente il tuorlo aiutandovi con un cucchiaino.


Mettete i tuorli in una ciotola, aggiungete la pasta d’acciughe, la maionese, l’olio e schiacciate tutto aiutandovi con i rebbi di una forchetta.
Dovete ottenere un composto dalla consistenza morbida ma non troppo.
Aiutandovi con un sac a poche o con un cucchiaino, riempite le mezze uova,


Mettetele in un piatto da portata, spolverizzate con la paprica e l’erba cipollina tagliata a tocchettini.
Servite fresco.

N.B. :  Non ho aggiunto del sale in quanto la pasta d'acciughe è piuttosto salata.
Se non  doveste trovare l'erba cipollina, potete sostituirla con del prezzemolo.
 
 
 
 
 

giovedì 12 maggio 2022

Sformatini di carote e crema di formaggio

La carota è una pianta erbacea originaria dall’Europa sud-orientale e dall’ Asia occidentale mentre  il suo nome deriva dal greco Karotón.
Sebbene tutti conoscano le qualità benefiche e curative della carota, utilissima a rinforzare la vista, portando sollievo a chi soffre di arrossamento degli occhi frequente, così come a prevenire l’invecchiamento della pelle e favorire l’insorgere del latte nelle donna che hanno partorito.
Non  tutti sanno che in origine i colori prevalenti della carota erano quelli della varietà violacea o quelli tendenti al grigio, ancora propri delle varietà tradizionali ormai in forte disuso nelle coltivazioni. Solo alla fine del secolo XVII, in Olanda, per rendere onore alla dinastia degli Orange, che avevano guidato il paese nella guerra di indipendenza contro il potere spagnolo, alcuni coltivatori iniziarono a selezionare con cura le sementi per dare all’ortaggio il caratteristico colore arancione che vediamo ancora adesso. La scelta politica degli agricoltori olandesi fu, da quel momento in poi, apprezzata da tutta Europa, dato che il nuovo colore era molto più gradevole alla vista e si caratterizzava per un gusto più dolce e delicato rispetto alla versione originaria.

Fonte : Alimentazione.pazienti

 


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Ingredienti per 6 stampini di 10 cm di diametro

600 g di carote
160 gr di robiola morbida
3 uova
60 g di Parmigiano Reggiano grattugiato
Burro q.b. per imburrare gli stampini
Sale e pepe q.b.
 
Per la crema di formaggio
50 g di taleggio
50 g di latte scremato

Procedimento

Pelate le carote, lavatele e fatele cuocere a vapore per una decina di minuti.

Fatele raffreddare, mettetele in una ciotola, unite la robiola, le uova, il parmigiano grattugiato, sale e pepe. Frullate tutto.
Imburrate gli stampini e versate all’interno il composto di carote.
Infornate ( forno  statico e già caldo  a 160°C)  per 30 minuti.
Trascorso il tempo di cottura, spegnete il forno, aspettate sette o otto minuti, sfornate e servite.
Potete accompagnare i flan con la crema di formaggio.
Eliminate la crosta del taleggio e tagliatelo a pezzetti, metteteli in una casseruolina antiaderente, aggiungete il latte e fate sciogliere lentamente  il formaggio su fuoco basso, mescolando.
Distribuite la crema su piatti individuali, sformateci sopra i flan e servite.
Oppure potete servirla a parte.

giovedì 7 aprile 2022

Casatiello napoletano

Il Casatiello è una ricetta tipica della cucina partenopea, preparato come da tradizione dalle massaie campane il giovedì santo . E’ il piatto della tradizione pasquale per eccellenza in quanto celebra la resurrezione del Cristo: per questo motivo e per il suo sapore unico è particolarmente amato dai napoletani.
Le strisce di pane incrociate che ingabbiano le uova semisommerse dall’impasto, rappresentano la croce su cui morì Gesù e la sua corona di spine, mentre la forma a ciambella rappresenta la ciclicità insita nella resurrezione pasquale.
Un tempo la preparazione di questo rustico era considerata un vero e proprio rito: rappresentava una sorta di pulizia delle dispense, utilizzando tutte le piccole quantità di alimenti che altrimenti sarebbero stati buttati. Il nome “casatiello” deriva da “caseus” (“caso”) che nella lingua napoletana (cacio) vuol dire formaggio, e rievoca la cospicua quantità che se ne trova al suo interno.
Le sue origini sono antichissime, si fanno risalire alla Napoli prima greca e poi romana. Nella letteratura greca, in effetti, già si legge di pani conditi con diversi ingredienti. Inizialmente servito durante le feste primaverili in onore di Demetra o Cerere per i romani, diventa, poi, simbolo della Pasqua cattolica simboleggiando la corona di spine di Cristo. Col tempo questa pietanza si è legata sempre di più alla Pasqua e ad una simbolicità religiosa che si ritrova nella decorazione con le uova, simbolo pasquale per eccellenza. Il Casatiello non viene però consumato solamente la domenica di Pasqua, ma, essendo perfetto come pranzo al sacco, è diventato il protagonista immancabile delle gite fuoriporta e dei pic-nic tipici del lunedì di Pasquetta. Attenzione a non confonderlo con il Tòrtano, una versione che si prepara secondo lo stesso procedimento del Casatiello, ma che non è tipica delle festività pasquali e non è perciò decorata con uova. Esistono anche altre varianti di questo rustico.

 

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Ingredienti per 4 persone e uno stampo di 26 cm

500 gr di farina 00
270 ml di acqua
10 gr di lievito di birra
130 gr di strutto
100 gr di salame tipo Napoli
100 gr di salsiccia piccante napoletana
200 gr di Provolone
70 gr di Pecorino grattugiato
6 uova
Sale e pepe q.b.

Procedimento:
 
Sciogliete il lievito di birra nell’acqua intiepidita  (non deve superare i 30 gradi).
In una ciotola capiente setacciate la farina e aggiungete lentamente l’acqua con il lievito.
Iniziate ad impastare fino a quando tutta l’acqua sarà assorbita.
Rovesciate l’impasto su di un piano da lavoro infarinato  e aggiungete, poco alla volta, metà dello strutto, metà del Pecorino,  un pochino di sale (poco perché il pecorino è già molto salato e così i salumi e il formaggio) una grattata di pepe  e continuate ad impastare fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Rimettete l’impasto nella ciotola e lasciatelo lievitare fino al raddoppio del volume, coperto con un canovaccio e lontano da correnti d’aria.
Nel frattempo  che l’impasto lievita, rassodate due  uova per otto minuti a partire dal bollore dell’acqua.
Lasciatele raffreddare e sgusciatele.
Pelate la salsiccia e il salame e riducete la polpa a dadini. Tagliate a dadini anche il Provolone.
Trascorso il tempo della lievitazione riprendete l’impasto, lavorate ancora delicatamente e per cinque  minuti l’impasto, staccatene un pezzo grande come un limone piccolo e tenetelo da parte avvolto nella pellicola trasparente , servirà per fare le striscioline.
Stendete il resto della pasta  con un mattarello in un rettangolo di circa 1 cm di spessore.
Distribuite il rimanente strutto sulla pasta massaggiandolo delicatamente.
Sistemate i salumi, il Provolone e le uova sode tagliate a spicchi (4 per ogni uovo) sul rettangolo di pasta lasciando un cm per lato libero.
Distribuite il rimanente Pecorino grattugiato.
Arrotolate l’impasto formando un cilindro molto stretto, e sistematelo in uno stampo a ciambella unto di strutto e unite bene le due estremità. Spennellate la superficie con altro strutto.
Appiattite la pasta tenuta da parte e ricavate  otto striscioline.
Lavate molto bene le altre quattro uova e asciugatele.
Formate quattro  incavi sull’impasto e spingetevi dentro le uova per metà. Tenete fermo ogni uovo con due striscioline di pasta  incrociate.
Spennellate ancora con altro strutto.
Coprite il Casatiello con un telo infarinato e lasciatelo lievitare ancora per tre ore.
Infornatelo in forno statico preriscaldato a 180°C e fate cuocere per 50/60 minuti.
Per verificare il grado di cottura infilate uno stecchino nella pasta, se ne uscirà asciutto il Casatiello è cotto.

Lasciate intiepidire in teglia per un paio d’ore  e servite.