domenica 29 gennaio 2017

Fusilli al pesto di pistacchio e pomodorini secchi

Provenienti dal Medio Oriente, il pistacchio si diffuse in Italia a partire dal I secolo d.C.
Solo durante la dominazione araba, attorno all’827 d.C., la sua coltivazione si estese alla zone di Bronte (Sicilia). Il pistacchio di Bronte, parente lontano di mandorle e nocciole, presenta caratteristiche uniche: colore verde smeraldo brillante, sapore intenso, rotondo e pieno, profumo resinoso e grasso. La coltivazione e la trasformazione in prodotto finito sono particolarmente complicate. Le piante, infatti, fruttificano una volta ogni due anni. Il terreno molto accidentato sul quale vivono rende impossibile la raccolta meccanica dei frutti.
Questi ultimi una volta raccolti vengono sottoposti a smallatura, cioè all’eliminazione del mallo e poi asciugati al sole. Come prodotto finito il pistacchio si può presentare sgusciato oppure salato con il guscio. Principe della pasticceria siciliana, come ingrediente di torte e pasticcini, il pistacchio si è imposto anche nella norcineria (mortadella, salsicce, galatina)



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Ingredienti per 4 persone

320 gr di fusilli
12 pomodori secchi sott’olio
50 gr di pistacchi sgusciati
120 gr di basilico
1 spicchio d’aglio
1 fettina di buccia di limone non trattato
1 cucchiaio di succo di limone
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.

Procedimento
Scottate i pistacchi in acqua in ebollizione e privateli della pellicina, sbucciate l’aglio.
Lavate e sgrondate il basilico, staccate le foglie e mettetele su di un canovaccio ad asciugare.
Frullate l’aglio con mezzo cucchiaino di sale, la buccia di limone tagliata a pezzetti e i pistacchi. Frullate fino a ridurre tutto in pasta, frullate anche il basilico, amalgamate il tutto poi unite l’olio a filo  in quantità sufficiente ad ottenere una salsa morbida, aggiungete il cucchiaio di succo di limone e mescolate.
Lasciate riposare.
Scolate i pomodori e tagliateli a pezzetti. Mettete da parte.
Portate ad ebollizione dell’acqua salata e, quando bolle, tuffateci i fusilli, scolateli al dente e conditeli con il pesto di pistacchi e i pomodorini.
Servite subito.

Il pesto avanzato potrà essere conservato in frigo per qualche giorno e utilizzato anche per antipasti o secondi piatti.



sabato 28 gennaio 2017

Zuppa di broccoli

La prima legge della dietetica sembra essere: se il sapore è buono, a te fa male.
(Isaac Asimov)

Sembra….appunto! In realtà in questa ricetta il buon sapore si coniuga con il benessere.
Il broccolo è  uno degli ortaggi detox per eccellenza. Usato fin dall’antichità come pianta curativa, soprattutto nella cura di ulcere, ferite e affezioni polmonari. Recenti studi hanno confermato la sua funzione protettiva a livello arterioso e nella prevenzione di malattie degenerative. E’ ricco di ferro, potassio, calcio, fosforo, di vitamine A, C e B2, di caroteni, di acido folico e di folati.
Tutto questo coniugato al basso contenuto calorico: 27 calorie ogni 100 gr di prodotto edibile.



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Ingredienti per 4 persone:

500 gr di broccoli
2 patate grandi
1 cipolla
2 litri di brodo vegetale salato
1 vasetto di yogurt al naturale
Olio extravergine d’oliva q.b.
Crostini di pane casereccio q.b.

Procedimento

Sbucciate le patate,  pulite i broccoli,  lavateli entrambi e tagliateli a tocchetti.



Pulite la cipolla, tagliatela a rondelle e fatela stufare con poco olio in una pentola.
Quando sarà trasparente unite i tocchetti di patate e broccoli, versate il brodo vegetale caldo e fate cuocere per circa 30 minuti.




Frullate con il mixer ad immersione e fate addensare ancora per una decina di minuti.



Versate  la zuppa nelle singole fondine, irrorate con un po’ di yogurt senza mischiare (vedi foto), servite subito accompagnando con i crostini.


Nota bene: Se non avete esagerato nei giorni di festa potete sostituire lo yogurt con la panna da cucina


mercoledì 25 gennaio 2017

Lasagne rivisitate in pasta fillo

ADDIO SPRECHI CON #ILBUONOCHEAVANZA

Il Provolone  Auricchio  sa essere piccante, sa essere dolce ma soprattutto sa essere molto buono.
Ho aderito con entusiasmo a questo progetto che prevede la fornitura di un pasto caldo da offrire ai più bisognosi per ogni like al piatto. Vi spiego brevemente in cosa consiste.

Nel 2017 ricorrerà il 140° anniversario dalla fondazione della nota azienda Auricchio e il modo migliore per celebrarlo è condividere qualcosa con chi ne ha più bisogno. Proprio per questo l’azienda Auricchio ha deciso di affiancare “OSF Opera San Francesco per i poveri” nell’offrire pasti caldi ai più bisognosi sensibilizzando inoltre le persone sulla riduzione degli sprechi in cucina. La cucina elaborata con parti di cibo che generalmente verrebbero scartate è  solo questione d’ingegno, passione e voglia di ridurre al minimo ogni spreco.
Tutti quotidianamente abbiamo in cucina degli “avanzi”, ma, anziché buttarli  possiamo  utilizzarli per creare qualche altro piatto sfizioso.
La sfida è proprio questa: riuscire a creare qualche gustoso manicaretto per recuperare i cibi rimasti dal giorno prima.
Ogni singolo like al piatto creato si trasformerà in un pasto caldo da offrire agli ospiti dell’ Opera San Francesco per i poveri. Ogni like diventerà infatti un piatto caldo per qualcuno che ne ha davvero bisogno. Io parteciperò con questa ricetta e spero che siate generosi con i like.
QUESTO E' IL LINK PER POTER METTERE IL LIKE, 

https://apps.agorapulse.com/mobile/fanVotes/69591

GRAZIE con il vostro like donerete un pasto caldo  a un senzatetto. Per favore ditelo anche ai vostri amici, c'è bisogno di solidarietà.






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Ingredienti per una teglia a cerniera  di 22/24 cm di diametro

3 porzioni di lasagne al ragù avanzate
1 rotolo di pasta fillo
1 confezione di Provolizie piccanti
50 gr di burro


Procedimento

Preparate la teglia spennellandola con un po’ di burro fuso.
Grattugiate il Parmigiano.
Prendete 5 fogli di pasta fillo e spennellateli  con un po’ di burro fuso, sovrapponeteli e rivestite la teglia facendoli sbordare, spennellatene altri 5 e posizionateli sopra i primi ma nel verso opposto in modo da creare una specie di stella e rivestire completamente la teglia.
Inserite all’interno della teglia metà delle  lasagne tagliate a striscie di circa 3-4 cm



e distribuite metà del contenuto della busta di Provolizie, unite le rimanti lasagne e le Provolizie  in modo da riempire bene tutto.
Richiudete con i lembi della pasta. Prendete altri 2 fogli di pasta, spennellateli con il burro fuso, fate delle strisce, stropicciatele delicatamente e ponetele in superficie per fare la decorazione, spennellate ancora un po’ di burro su tutto e infornate (forno già caldo a 180°C) per 15/20 minuti o finché la pasta risulterà dorata.







#ilbuonocheavanza

lunedì 23 gennaio 2017

Petali di crackers con burro tartufato e kiwi

E’ incredibile come certe ricette semplici e veloci nascano così per caso….Ieri pomeriggio avevo un languorino, ho preso un cracker, poi da solo non mi dava troppa soddisfazione quindi ho preso il burro al tartufo da frigo e ne ho spalmato un po’ sul cracker, ma, mentre lo facevo lo sguardo mi è caduto sul cesto della frutta dove troneggiavamo due kiwi (non mancano certo a casa mia…ne ho alcune piante per la gioia di parenti, amici e vicini di casa con cui condivido questi deliziosi frutti), è scattata la molla! Secondo me il gusto neutro del cracker unito  quello corposo del burro al tartufo avrebbe trovato il giusto compimento con quello acidulo del kiwi.
Detto, fatto! Una bontà che vi consiglio di provare come antipasto, finger-food, spuntino ecc.


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Ingredienti per  4 persone

24 crackers (io ho usato Fiori d’acqua della Barilla)
Un barattolino di burro al tartufo (io burro al tartufo Occelli)
4 kiwi (questi erano miei..piccolini ma buonissimi)



Procedimento
Spelate i kiwi e tagliateli a fettine.
Spalmate un velo di burro al tartufo sui crackers e copritelo con due fette di kiwi.
Potete realizzare la stessa ricetta con dei crostini di pane sottile.
Prendete del pane avanzato, tagliatelo a fettine sottili, fatelo tostare in una padella antiaderente senza aggiungere nessun grasso.




venerdì 20 gennaio 2017

Carciofi farciti

Il carciofo è una pianta nota fin dai tempi antichi nei paesi del Mediterraneo, soprattutto in Italia, Francia e Spagna. La Sardegna è la regione che maggiormente si caratterizza per la per la sua coltivazione. La raccolta avviene principalmente tra il mese di ottobre e di maggio.
I carciofi sono ricchissimi di principi attivi e vantano molte virtù terapeutiche; possiedono pochissime calorie e contengono molte fibre oltre a sali minerali come calcio, fosforo, magnesio, ferro e potassio. Vantano un effetto disintossicante essendo diuretici e stimolanti della funzione epatica e sono utili per combattere problemi di diabete, colesterolo, ipertensione.





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Ingredienti per 4 persone:

8 carciofi violetti di Puglia
1 cipolla rossa di Tropea
Una ventina di olive taggiasche denocciolate
8 cucchiai di parmigiano grattugiato
6 cucchiai di pangrattato
2 cucchiai di prezzemolo tritato
1/2 spicchio d’aglio
Sale q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.

Procedimento

Pulite i carciofi togliendo le foglie più dure, spelate i gambi ed immergeteli n un po’ di acqua acidulata con il limone. Lavate e sgrondate il prezzemolo e tritatelo con l'aglio, mettete il trito in una ciotola, unite il Parmigiano Reggiano, il pangrattato e le olive tritate grossolanamente. 
Amalgamate bene il tutto aggiungendo dell’olio fino a ottenere  un composto omogeneo e piuttosto corposo. Scolate i carciofi, schiacciateli leggermente e allargateli  delicatamente con le mani.

Riempiteli con il composto di formaggio e pangrattato e disponeteli  in una pirofila con un po’ d’olio. 
Unite la cipolla tagliata finemente, i gambi tagliati a tocchetti . Fate stufare delicatamente per qualche minuto, versate un bicchiere d’acqua, un po’ di sale grosso e portate a cottura a pentola coperta e a fuoco basso (circa 15/20 minuti). 


mercoledì 18 gennaio 2017

Cucina Sana, Gusto e Sorrisi! Nuovo ebook

CUCINA SANA, GUSTO E SORRISI!

Il nuovo ebook gratuito di LIBRICETTE.eu
Ricette per il benessere del corpo e dello..spirito.
Per scaricare gratuitamente l’ebook cliccate sul link:


Un’opera realizzata dai nostri autori Paola Uberti Maria Antonietta Grassi Anna Laura Mattesini Fernanda Demuru Monica Martino Monica Benedetto Silvia Lucas Pasticci Silvia Leoncini Monica Bergomi Roberto Leopardi.

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sabato 14 gennaio 2017

Crema di funghi e pancetta

 I funghi champignon sono sempre disponibili sulle nostre tavole grazie al fatto che si possono coltivare; questo vantaggio fa si che si possano consumare in tranquillità perché la coltivazione avviene in terreni controllati e incontaminati da metalli pesanti e composti radioattivi che i funghi, per loro stessa natura, sono portati ad assorbire.
Sono ricchi di vitamine D,B e K, di minerali quali potassio, fosforo e selenio.
In cucina possono essere consumati crudi, conditi con solo olio sale e limone o uniti ad insalate di frutta, cotti appena saltati in padella, ripieni o utilizzati per farcire la pasta o come sugo.
Al momento dell’acquisto, sceglieteli dalla consistenza compatta e soda, senza macchie o ammaccature o  con i gambi bene attaccati. Vanno conservati in frigorifero in un sacchetto di carta e solo per un paio di giorni.





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Ingredienti per 4 persone:

400 gr di champignon
30 gr di funghi porcini secchi
80 gr di pancetta
125 ml di panna da cucina
1 cucchiaio di farina
1 litro di brodo vegetale salato
1 bustina di zafferano
2 scalogni
8 steli di erba cipollina fresca o un cucchiaio di quella secca
Olio extravergine d’oliva q.b.
Pepe q.b.


Procedimento.
In una ciotola di acqua tiepida  mettete a bagno i funghi secchi per 20 minuti.
Pulite gli champignon asportando la parte terrosa dei gambi, lavateli velocemente e tagliateli a fettine.
Pulite gli scalogni, affettateli e  rosolateli dolcemente in una casseruola con tre cucchiai d’olio,



aggiungete i funghi freschi e fateli dorare girandoli spesso. Dopo circa 5 minuti unite i funghi secchi, scolati e strizzati e lasciateli insaporire per 3 minuti. Togliete dalla pentola 4 cucchiai di funghi e teneteli da parte.



Cospargete i funghi nella casseruola con la farina e fatela tostare continuando a mescolare.
Versate il brodo vegetale caldo, riportate a bollore e fate cuocere per 10 minuti.
Trascorso il tempo togliete la pentola dal fuoco e frullate con un mixer fino ad ottenere una crema omogenea.



Rimettete la pentola sul fuoco, aggiungete la panna, lo zafferano e il pepe e mescolate per amalgamare bene, unite i funghi tenuti da parte e lasciate cuocere ancora per 5 minuti.
In una padella antiaderente fate rosolare la pancetta tagliata a dadini finché sarà diventata croccante.
Servite la crema aggiungendo la pancetta e cospargendola di erba cipollina.

Buon appetito.





venerdì 13 gennaio 2017

Aringa affumicata e marinata

L’aringa è un pesce di mare e diffuso prevalentemente nell’Oceano Atlantico settentrionale. Vive anche nei mari freddi del nord Europa del Canada, della Groenlandia e del Nord America.
Questo pesce viene consumato fresco nei mesi di maggio e giugno.
Da sempre una delle principali fonti di scambio per i paesi del nord e per garantire la sua conservabilità furono inventati e perfezionati vari metodi di essiccazione, salagione, affumicatura marinatura che sono tutt’ora praticati.
Le aringhe fresche sono messe sotto sale in barili di legno  per 24 ore, poi vi si aggiunge una salamoia. Questo processo detto “salagione” dura fino a due mesi.
Vengono poi lavate e messe su spiedi ad affumicare per un periodo che varia dalle 12 ore ai 12 giorni. In base al periodo di affumicatura si avranno tre tipologie di aringa affumicate: SILVER (affumicata 12 ore) GOLDEN (3 giorni) HARD CURE (dai 10 ai 12 giorni):
Infine vengono confezionate in scatole di legno o sottovuoto.
Dal punto di vista nutrizionale l’aringa è un pesce grasso ricco di Omega3, ma in quella affumicata il grasso è notevolmente inferiore in quanto cola durante l’affumicatura ma restano invariate, anzi aumentano, le proteine.
L’aringa dopo essere stata preparata nel modo che vi suggerisco sotto potete accompagnarla anche con patate, cavolfiore, barbabietola rossa o in insalata con l’arancia o il pompelmo.


 

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Ingredienti per 4 persone:

4 filetti d’aringa affumicata
½ litro di latte
1 bicchiere d’aceto
1 limone
1 cipolla rossa di Tropea
Bacche miste (pepe rosa, verde, nero, ginepro)
Olio extravergine d’oliva

Procedimento
Mettete i filetti d’aringa a bagno nell’aceto per due minuti, scolateli e sciacquateli velocemente sotto l’acqua corrente.
Asciugateli perfettamente premendoli delicatamente tra due fogli di carta da cucina .
Metteteli in un recipiente e copriteli di latte.
Lasciateli nel latte per  ventiquattro ore.
Queste operazioni consentiranno di eliminare il sale in eccesso e renderanno la carne dell’aringa  morbida e saporita.
Scolateli dal latte, sciacquateli velocemente sotto l’acqua corrente e asciugateli molto bene.
Metteteli in un contenitore e spremete sopra i filetti  il succo del limone.
Distribuite sul pesce la cipolla cruda tagliata a fettine sottilissime, le bacche e ricoprite completamente d’olio.
Lasciateli riposare per un giorno.
Potete servirli  come antipasto accompagnati da della wodka molto fredda, o accompagnarli alla polenta o  aggiungerli ad un insalata di patate bollite e rape rosse o, infine, adagiati su tartine imburrate. 


domenica 8 gennaio 2017

Fettuccine di castagne con porri salsiccia e Provolone

“…..nelle montagne dove si raccoglie poco grano, si seccano le castagne su grate al fumo e poi si mondano e se ne fa farina che valentemente supplisce per farne pane.”
L’erbario novo” di Castore Durante  (XVI° sec.)

Nelle dolci colline troviamo tutto il fascino dei castagneti, e in autunno, un tripudio di colori dalle calde tonalità rosso-aranciate che in inverno lasciano il posto allo splendore del bianco. I rami degli alberi si spogliano e rendono il paesaggio fatato, simile a un quadro di Dalì, permeato da un indefinibile mistero. Non sono solo belli da vedere questi castagneti, ma hanno sfamato intere generazioni e, nel corso degli anni, si è creata una vera e propria civiltà che ha prodotto tradizioni, sviluppato usi, tecniche agrarie e lavori fortemente legati a quest’albero.
Il castagno o “albero del pane” come fu definito da Senofonte nel IV secolo a.C. è originario dell’Asia Minore e della Grecia: si diffuse in Italia grazie agli Etruschi e cresce spontaneamente nella fascia climatica del Mediterraneo, dalla Turchia ai Balcani, alla penisola Iberica, sulle coste del Magreb, dall’Italia alla Francia. Furono gli ellenici i primi a sviluppare la coltivazione e a selezionare le varietà di castagne pur considerandole inizialmente come una sorta di ghianda. Utilizzavano questo nutriente frutto per preparate le pietanze più disparate, come il pane nero di Sparta, sfarinate, minestre. Greci, Ebrei e Fenici con i loro commerci le diffusero in tutto il bacino Mediterraneo.





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Ingredienti per 4 persone:

Per le fettuccine

200 gr di farina di castagne
200 gr di farina W260 per panificazione
4 uova
Sale q.b.
1 cucchiaio d’olio extravergine d’oliva

Per il condimento
2 porri
400 gr di salsiccia
Qualche rametto di prezzemolo
½ bicchiere di vino bianco secco
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Un pizzico di sale
100 gr di Provolone dolce grattugiato

Procedimento


Mettete le farine in una ciotola ed inserite al centro le uova, il cucchiaio d’olio e il sale.


Partendo dal centro, inglobate lentamente tutta la farina, poi  versate l’impasto su di una spianatoia e impastate fino ad ottenere un composto omogeneo. Mettetelo a riposare, coperto con la pellicola, per mezz’ora.


Nel frattempo preparate il condimento.
Lavate i porri, togliete le radichette, la prima foglia e tagliateli a  rondelle oblique.
Tagliate la salsiccia a rondelle.
Lavate, sgrondate e tritate il prezzemolo.
In una padella versate 4 cucchiai d’olio, fatelo scaldare e unite i porri.


Lasciate soffriggere dolcemente per 5 minuti poi unite la salsiccia e fate dorare a fuoco vivo 


per qualche minuto, salate,  sfumate con il vino e fate cuocere ancora per qualche minuto, unite il prezzemolo , miscelate e spegnete il fornello.
Riprendete l’impasto e tiratelo a sfoglia sottile,



poi ripiegatela in più parti e tagliate delle strisce di mezzo centimetro.


Mettete le fettuccine ottenute su della carta da forno e spolverizzate con la farina normale.


Mettete a bollire abbondante acqua salata con un goccio d’olio (impedirà alla pasta di attaccarsi), al momento del bollore tuffate le fettuccine e fate cuocere per circa 10 minuti.
Riscaldate leggermente il condimento e unite le fettuccine scolate grossolanamente, unite anche due  o tre cucchiai dell’acqua di cottura e fate saltare per un minuto. Spegnete il fornello, spolverizzate con il Provolone e servite subito.