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giovedì 14 marzo 2024

Bastoncini di mozzarella impanati e fritti

La mozzarella è uno dei formaggi fondamentali per la dieta mediterranea e tra i più amati e consumati dagli italiani.
Estremamente versatile, è ottima consumata al naturale o aggiunta alla classica pizza o a una miriade di ricette iniziando dalla classica parmigiana.
È un alimento ricco di proprietà, ideale per una sana ed equilibrata alimentazione.
Si distingue, oltre che per le varietà legate al tipo di latte utilizzato (mucca, bufala), anche per le forme differenti: dalla classica arrotondata alla treccia, fino alle accattivanti ciliegine.
Tuttavia, non è un formaggio magro, infatti la mozzarella di vaccina classica si aggira intorno ai 120 grammi e possiede circa 320 calorie.
È ricca di proteine che assicurano la presenza di aminoacidi essenziali, di calcio, fosforo, potassio e sodio.
Tra le vitamine troviamo un buon quantitativo di vitamina A e di betacarotene.


LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.

Ingredienti per 4 persone.

3 mozzarelle

2 uova
Farina di semola q.b.
Pangrattato q.b.
Sale fino q.b.

Procedimento

Mettete le mozzarelle in un colino e lasciatele scolare bene in frigorifero.

Una volta ben scolate, asciugatele con della carta da cucina e tagliatele a bastoncini di circa un cm. caduno.
Sbattete le uova con un pizzico di sale.
Passate i bastoncini nella farina poi nell’uovo e infine nel pangrattato.
Se volete una panatura più consistente potete ripassare nuovamente i bastoncini nell’uovo e poi nel pangrattato.
Scaldate abbondante olio in una padella e una volta raggiunta la temperatura (attenzione a non farlo fumare) immergete i bastoncini, pochi per volta, e lasciate cuocere alcuni minuti per lato.
Scolateli e metteteli su di un foglio assorbente per fritti per eliminare l’unto in eccesso.
Serviteli ben caldi accompagnati da una fresca insalata.

 

lunedì 30 gennaio 2023

Tartiflette

La tartiflette è una ricetta tipica dell’Alta Savoia a base di patate, pancetta, cipolle e formaggio Reblochon.
Il Reblochon è un formaggio di montagna nato nel tredicesimo secolo sul massiccio dell’Aravis la cui produzione,  derivata dal latte di mucche regionali,  è oggi diffusa in tutta l’Alta Savoia.
Prende il suo nome dal termine savoiardo re-blocher che significa mungere una seconda volta: tradizionalmente i contadini facevano una prima mungitura per il proprietario, e una seconda mungitura notturna per il proprio fabbisogno.
Oggi troviamo due tipi di questo formaggio, uno con il bollino verde, che viene preparato nella stessa fattoria due volte al giorno  e uno con il bollino rosso prodotto con il latte proveniente da varie fattorie.
Delizioso consumato anche crudo, in insalata o cotto.
Nel caso non lo trovaste potete sostituirlo con il Camembert, con il Brie o con l’italianissimo Taleggio.


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Ingredienti per 4 persone:


1 kg di patate
200 g di pancetta affumicata a dadini
200 g di cipolle bianche
Mezzo bicchiere di vino bianco
350 g di Reblochon
50 g di burro
Sale e pepe q.b.


Procedimento

Lavate le patate e fatele cuocere in acqua salata, con tutta la buccia, per 10 minuti.
Lasciatele raffreddare, spelatele e tagliatele a fette non troppo sottili.
Pulite le cipolle e tagliatele a fettine sottili.
Sciogliete il burro in una padella e fate dorare le cipolle con la pancetta per qualche minuto, unite le patate, sfumate con il vino e continuate la cottura per altri 5 minuti, spolverizzate con un po’ di pepe.
Preriscaldate il forno a 200°.
Tagliate il formaggio a dadini mantenendo la crosta.
Imburrate una pirofila e disponete il composto in quest’ordine: patate-cipolla-pancetta- formaggio.
Infornate per 25 minuti. Servite caldo.

 

 

 

 

venerdì 13 gennaio 2023

Camembert al forno con pere , noci e miele

Il camembert  è un formaggio francese a base di latte di mucca "crudo" (il latte non deve mai essere riscaldato a più di 37 gradi),  a pasta molle e crosta fiorita  e di colore bianco prodotto in Normandia ed è considerato uno degli emblemi gastronomici della Francia.
Ha forma rotonda, peso di circa 250 g ed è prodotto con circa 2 litri di latte. È venduto obbligatoriamente in scatole di legno di pioppo .Il suo periodo di degustazione ottimale va da aprile ad agosto dopo un periodo di stagionatura che va da 6 a 8 settimane, ma è anche eccellente da marzo a novembre. Il camembert è caratterizzato anche per il suo pungente odore.
L'origine del camembert risale alla fine del XVII secolo. Infatti, già dal 1680 si possono trovare documenti con riferimenti ai formaggi caratteristici del paese di Camembert, il villaggio d'origine e da cui prende il nome il formaggio. Nel 1708 Thomas Corneille gli consacrò un articolo nel suo Dictionnaire Universel Géographique et Historique. Tuttavia, è solo nel 1791 che viene messa a punto la tecnica di fabbricazione del camembert grazie all'opera di Marie Harel, una contadina del villaggio di Camembert, ed ai consigli esperti di un prete originario della Brie.

 


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 Ingredienti per 2 persone:

 1 Camembert da circa 250 gr
½ pera 
3 noci
1 rametto di rosmarino
2 cucchiaini di miele d’acacia.

 

Procedimento.

Accendete il forno a 190°C (statico)
Sgusciate le noci.
Lavate il rosmarino, asciugatelo e tritate grossolanamente gli aghetti.
Pelate la pera e tagliatene metà a cubettini.
In una ciotola unite i cubettini di pera , qualche aghetto di rosmarino e i gherigli delle noci sminuzzati grossolanamente, aggiungete un pochino di miele e mescolate.
Con un coltello affilato formate una griglia sul formaggio, sollevate il quadratino centrale e farcite con un pochino di composto di pera e noci, distribuite sopra il rimanente.
Fate colare a filo del miele su tutto e infornate (forno già caldo) fino a quando lo vedrete dorarsi e sciogliersi un po’ (circa 10/12 minuti).

Sfornate e servite subito accompagnando con fette di pane grigliato.

 

 

 

 

martedì 13 dicembre 2022

Tomini alla piastra con speck

 Il tomino è un piccolo formaggio piemontese che si produce con latte vaccino, ovino, oppure caprino, in base alle tradizioni del territorio e degli allevatori.
Il suo nome deriva dal dialetto piemontese “Tuma” (Toma in italiano) che indica la caduta della caseina per via del caglio e Tumin (tomino) quello più piccolo.
Le sue origini si perdono nella notte dei tempi al punto che non si riesce a dare una precisa datazione iniziale.
Il Tomino ha forma circolare e può essere fresco o stagionato. Quello fresco non ha crosta è di colore bianco latte, di consistenza molto fine e tenera e si consuma servito con sopra del bagnetto verde o del peperoncino (tomino elettrico) o semplicemente con un filo d’olio versato sopra, con del miele o della confettura e deve essere consumato nel giro di pochi giorni dal suo acquisto poiché ha un tempo di deperimento molto rapido.
Quello stagionato ha una crosta spessa qualche millimetro di colore bianco con tonalità giallo-rossicce, dovute alla paglia di segale sulla quale viene fatto maturare dalle due alle quattro settimane, si può consumare crudo ma esprime il meglio delle sue caratteristiche se consumato alla piastra avvolto da una fetta di pancetta o speck o prosciutto crudo.
Avendo una crosta molto sottile non si scioglie, ma si fonde invece l’interno del formaggio che diventa perciò cremoso.
In Piemonte esistono ben undici varianti di questo formaggio: Canavesano fresco o maturo, di Sordevolo, di Saronsella, di Bot, di Talucco, di Casalborgone, di Melle, di Rivalta, delle Valli Saluzzesi e di San Giacomo di Boves.

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Ingredienti per 4 persone: 

4 tomini

4 fette di speck tagliato a fette non troppo sottili

Procedimento

Come spiegato sopra  la parte bianca esterna non va eliminata ma avvolgete ogni tomino nello speck così com’è.

Scaldate senza aggiungere grassi una piastra o una padella antiaderente, adagiate i tomini e fateli cuocere per qualche minuto, lo speck deve diventare croccante ma non deve bruciare e il formaggio deve essere morbido e quando lo taglierete dev’essere filante.
Servite subito accompagnando, come nella foto, con qualche asparago cotto a vapore e delle uova sode o con una semplice insalata.

giovedì 29 settembre 2022

Pere al forno con gorgonzola noci e miele

Il nome di pera Kaiser è quello con cui questa varietà è conosciuta nel mondo, ma non è certo l’unico e non è nemmeno quello ufficiale. Ci sono infatti varie denominazioni per definire questa particolare qualità:

pera Kaiser o pera Kaiser Alexander, perché la leggenda vuole che l’imperatore Alessandro I di Russia fosse un amante di questi frutti e non perdesse occasione per cibarsene e per lodarne la bontà: di conseguenza, la pera gli fu intitolata;

pera Beurré Bosc, o semplicemente pera Bosc, dal nome dell’illustre agronomo francese del Settecento Louis-Augustin Bosc d’Antic a cui fu dedicato l’albero fiorito nel Jardin des Plantes (l’orto botanico di Parigi) proveniente dall’Alta Sassonia.

Le origini di questa varietà ci portano ad Apremont, un piccolo centro dell’Alta Sassonia in Francia, da dove proviene il primo esemplare di albero di pera kaiser, nel diciottesimo secolo. In seguito arrivò a Parigi e, successivamente alla sua individuazione ufficiale, divenne molto popolare, dapprima in Francia e poi in Europa e nel resto del mondo. Oggi i principali coltivatori di questo frutto sono gli Stati Uniti, il Sudafrica e l’Italia, dove è presente nelle zone di pianura con particolare diffusione in Emilia-Romagna e Veneto.

Si tratta di una varietà di pera autunnale e invernale, dal momento che la piena maturazione delle Kaiser si completa a cavallo tra le due stagioni: la raccolta inizia infatti a partire dalla seconda metà di settembre e si protrae fino ad ottobre inoltrato.
Il colore delle pere kaiser  varia man mano che si avvicinano alla piena maturazione: quando vengono raccolte,  hanno una buccia di tonalità marrone scuro tonaca di frate, che vira fino a raggiungere il giallo ruggine tipico del frutto pronto per il consumo
Proprio il colore della buccia è ciò che rende riconoscibili queste pere nel banco frutta: il marrone-tabacco dell’epidermide rugginosa spicca tra le altre varietà di pera in commercio e, come detto, evolve maturando fino a una tonalità più giallognola. La pezzatura del frutto è medio-grande, mentre la forma è quella tipica della pera con un picciolo solitamente piuttosto pronunciato. Una volta private della buccia  le Kaiser si presentano con una polpa bianca, fine e vagamente granulosa, che ha un sapore aromatico, dolce-acido e succoso con molteplici aromi in sottofondo.
valori nutrizionali della pera Kaiser sono simili a quelli medi delle altre pere, con un elevato contenuto di fibre e di acqua e un ridotto apporto di calorie all’organismo. Le pere Kaiser sono un frutto con molte vitamine (specialmente vitamina C), acido folico e minerali, tra cui soprattutto il potassio.
Fonte: Angys


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Ingredienti per 4 persone:

 
4 pere kaiser non troppo mature 
200 gr di Gorgonzola
8 noci
2 cucchiai di miele d’acacia
Qualche rametto di timo fresco
Pepe bianco q.b.
 

Procedimento

Scaldate il forno a 180°C.

Lavate le pere, asciugatele, tagliatele a metà ed eliminate i semi scavandole un poco.
Mettete della carta da forno su di una leccarda, adagiatevi le mezze pere, pepate.
Fate cuocere nel forno preriscaldato per 15 minuti.
Estraete la leccarda, riempite le pere con il gorgonzola e reinfornate per cinque minuti.
Sfornatele, adagiatele sui singoli piatti o su uno unico da portata, distribuite sopra i gherigli di noci, un filo di miele e il timo.
Servite subito.

 

 

 

 

sabato 13 agosto 2022

Croissant brie fichi e rucola

 

I fichi sono dei frutti molto dolci, dalla caratteristica forma a goccia, dal diverso colore e spessore della buccia secondo le varietà. I più diffusi sono: il fico nero, il fico verde e quello viola.

Maturano da giugno a settembre e in realtà quello che noi conosciamo non è il frutto, ma l’infiorescenza, all’interno del quale sono contenuti i veri frutti, cioè dei piccoli acheni immersi nella polpa.
Possiedono notevoli proprietà nutritive, sono ricchi di vitamina A, B1, B2, C, di sali minerali (potassio, ferro, cromo, calcio) e di fibre che sono utili a riequilibrare i disturbi intestinali legati alla stitichezza. Contengono un’alta percentuale di polifenoli (sostanze antiossidanti) che contrastano i rischi di malattie tumorali e cardiovascolari.  Il loro consumo è particolarmente indicato per i bambini, gli anziani, le donne incinte e gli atleti. Sono controindicati per i diabetici e gli obesi a causa dell’alto contenuto di calorie e di zuccheri.
I fichi freschi forniscono circa 65 calorie per 100 grammi.
Quelli secchi arrivano a fornire 280 calorie per grammi.

 



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Ingredienti per 4 persone

4 croissant

8 fichi neri non troppo maturi
200 gr di formaggio Brie
50 gr di rucola 

Procedimento


Lavate e asciugate la rucola.
Pulite la buccia dei fichi con della carta da cucina inumidita e ricavate tre fette da ogni fico.
Tagliate a fettine il Brie.
Tagliate a metà i croissant e distribuite delle fettine di formaggio, sovrapponete le fette di fico e la rucola.
Sono buonissimi così, ma se volete, potete passarli in forno per due minuti.

lunedì 6 giugno 2022

Crema di mozzarella e confit

I pomodori Pachino sono  delle  eccellenze del made in Italy agroalimentare tra le più apprezzate e consumate. Dolci e profumati, ipocalorici e ricchi di nutrienti, ciliegino e datterino oltre che gustosi e salutari sono molto versatili in cucina. Anche se simili per composizione e aspetto questi due tipi di pomodorini non sono esattamente uguali: le loro caratteristiche e differenze possono renderli ognuno più adatto dell’altro per la realizzazione di determinati piatti.
La varietà datterino  (usata in questa ricetta) contiene meno acqua rispetto al ciliegino; tutti e due hanno un gusto molto dolce, “corretto” comunque da un giusto grado di sapidità grazie alle caratteristiche dei terreni vicino al mare in cui sono coltivati.
E’ ricco di licopene , minerali e vitamina c.
Fonte:  Artimondo
 

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Ingredienti per 4 persone:
 
250 g di mozzarella
2 cucchiai di latte
300 g di pomodorini Pachino tipo Datterino
Timo q.b.
Origano q.b.
Zucchero q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.
 
 
Procedimento
 
Lavate e asciugate il pomodorini.
Divideteli a metà senza togliere i semi.
Deponeteli su della carta da forno messa sulla leccarda.
Salate e versate un po’ d’olio sui mezzi pomodorini.

Spolverizzate con il timo e l’origano  e distribuite un pochino di zucchero.
Infornate a 100°C (forno ventilato preriscaldato) per circa 2 ore.
Sfornate lasciate raffreddare.

                                 
Mettete la mozzarella tagliata a pezzetti nel frullatore, aggiungete il latte, un cucchiaio d’olio e frullate fino ad ottenere una morbida crema.
Componete le ciotoline mettendo sul  fondo qualche pomodorino, ricoprite con la mousse di mozzarella, distribuite un filo d’olio e un po’ dell’olio di cottura dei pomodorini e servite.
I pomodorini che avanzano metteteli in un contenitore di vetro, aggiungete un po’ d’olio, chiudete con il coperchio e mettete in frigorifero.
Si manterranno per 3 o 4 giorni.
 
 

venerdì 2 luglio 2021

Insalata di Cuscus con verdure, ceci e formaggio misto al peperoncino


Il cuscus o cuscussù ( in francese couscous o cous cous ) è un alimento tipico del Nordafrica, della Sicilia occidentale e della Sardegna sudoccidentale (Calasetta, Isola di Sant’Antioco e Carloforte) dove prende il nome di Cascà (pron. Cashcà), costituito da agglomerati ovvero granelli di semola di frumento cotti a vapore (del diametro di un millimetro prima della cottura, poi via via sempre più grandi).
Tradizionalmente il cuscus veniva preparato con semola di grano duro, quella farina granulosa che si può produrre con una macinatura grossolana utilizzando macine primitive, ma oggi con questo nome ci si riferisce anche ad alimenti preparati con cereali diversi, come orzo, miglio, sorgo, riso, farro o mais. Solitamente esso accompagna carni in umido e/o verdure bollite (sulla costa del mar Mediterraneo anche pesce in umido). Può essere reso piccante accompagnandolo con la harissa  (usata soprattutto in Tunisia).
In Italia il cuscus è preparato nel trapanese, in Sicilia; è cotto a vapore in una speciale pentola di terracotta smaltata, ma il condimento, a differenza di quello magrebino, è un brodo di zuppa di pesce. Il nome nel dialetto locale è cùscusu.
Anche nella cucina marchigiana in origine i frascarelli sarebbero stati una sorta di couscous di farina di grano tenero; successivamente questi grumi sarebbero stati sostituiti o integrati dal riso stracotto.
Per preparare questa insalata di cous cous e vivacizzarla ho aggiunto il Formaggio misto al peperoncino Tre Valli  Cooperlat.
E’ un formaggio marchigiano fresco a pasta cremosa e media maturazione, ottenuto con latte bovino e ovino italiano. E’ tradizione marchigiana quella di aromatizzare i formaggi in vari modi. Un formaggio che anticamente veniva preparato esclusivamente nei mesi invernali e che si lega alle tradizioni della norcineria.
Ottimo per insaporire insalate fresche e come condimento di primi piatti al forno. Si accompagna con vini bianchi ricchi di gusto, ma delicati.



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Ingredienti per 4 persone:


280 g di cuscus di mais precotto
320 g di acqua
1 zucchina chiara
1 carota
1 gambo di sedano
1 peperone rosso
20 cimette di cavolfiore
1 cipolla
1  barattolo di ceci
Olio extravergine d’oliva San Marzano  q.b.
Sale q.b.

Procedimento

Pulite gli ortaggi e il peperone.
Tagliate le zucchine e le carote a rondelle, il peperone a quadretti.
La cipolla e il sedano a cubettini.
In un tegame scaldate 4 cucchiai d’olio e dorate la cipolla e il sedano. Aggiungete tutti gli altri ortaggi, il peperone e le cimette di cavolfiore.
Soffriggete per due minuti mescolando, unite i ceci sgocciolati , mezzo bicchiere di acqua calda, salate, coprite e portate a bollore.
Lasciate cuocere 10 minuti.
Scaldate l’acqua, salate  e quando  prende bollore versateci il cuscus mescolate e coprite per 5 minuti.
Sgranate il cuscus con una forchetta e mettetelo in una grande ciotola, aggiungete 3 cucchiai d’olio e mescolate.
Unite tutte le verdure, i cubetti di formaggio e lasciate riposare un frigo per una mezz’ora.






giovedì 4 marzo 2021

Polpette di grano siciliano (bulgur) , ortaggi e Pecorino

Per preparare questa ricetta ho utilizzato il Bulgur Dìaita con germe di grano duro siciliano  di antichi grani Bio,  molito a pietra.
Il Bulgur o Boulgur è un alimento dalle origini antiche, diffuso soprattutto nella cucina del Medio Oriente già all'epoca dei Babilonesi e degli Ittiti, era ben noto anche ai Romani che lo chiamavano “puls” cioè “grano spezzato” Questo prodotto è costituito da frumento integrale, cucinato seguendo una particolare tipologia di lavorazione e di cottura. I chicchi di grano duro germogliato, infatti, vengono cotti al vapore e fatti seccare per essere poi ridotti in  piccoli frammenti simili al cous cous che, invece, è ricavato dalla semola raffinata.  Come tutti i cereali, può essere cucinato in tantissimi modi sia con le verdure che con il pollo o il pesce.
La ricetta è impreziosita dall’origano  di Sicilia Bio- Aromaticha, essiccato a freddo  dall’aroma intenso ed evocativo della splendida Terra in cui è nato.


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Ingredienti per 24 polpette medie:



150 gr di Bulgur Dìaita di Antichi Grani Bio-Capperi.coop
200 gr di brodo vegetale caldo salato
300 gr di patate
120 gr di carote
400 gr di pomodorini Pachino freschi
70 gr di Pecorino dolce non stagionato
1 uovo
1 costa di sedano
½ carota
½ cipolla piccola
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.
Origano di Sicilia Bio Aromathica - Capperi.coop q.b.

Peperoncino q.b.

Procedimento


Lavate le patate e le carote, non sbucciatele e mettetele a cuocere  in acqua salata per 35 minuti a partire dalla bollitura.
In una ciotola capiente mettete il Bulgur e ricopritelo con il brodo vegetale caldo salato. Lasciatelo riposare per 30 minuti.
Nel frattempo lavate i pomodorini e frullateli con il mixer.
Grattugiate il Pecorino.
Pulite la mezza carota, il sedano e la cipolla e tagliateli a cubettini (serviranno per il soffritto).
Scolate le patate e le carote, pelatele e schiacciatele con i rebbi di una forchetta.
Unite il purè ottenuto al Bulgur, aggiungete il Pecorino, un pizzico di origano , un pizzico di peperoncino, l’uovo e amalgamate bene il tutto.
Se l’impasto dovesse risultare troppo morbido potete aggiungere del pangrattato fino a raggiungere la giusta consistenza.
Con le mani, create delle piccole palline di impasto e fatele friggere per qualche minuto.


Nel frattempo in una casseruola scaldate 3 cucchiai d’olio, unite il trito di ortaggi e lasciate dorare per un paio di minuti.
Aggiungete i pomodorini frullati, dell’origano a piacere,  le polpette ben dorate, sale  e lasciate cuocere ancora per 5 minuti.
Servite.

Se non volete friggere le polpette, potete spennellarle con un pochino d’olio e cuocerle in forno  già caldo a 180°C fin quando non saranno ben dorate (circa 20 minuti).









martedì 29 settembre 2020

Pomodori farciti con hamburger prosciutto e Formaggio di Fossa DOP

Quello che differenzia questa ricetta dalle altre è l’utilizzo di alcuni eccellenti  prodotti cooperativi che danno quel tocco in più che trasforma una normale ricetta in un tripudio di sapori.
Il formaggio vaccino di Fossa di Sogliano DOP, che ho utilizzato, è prodotto in Emilia Romagna a Sogliano al Rubicone. Ha un gusto aromatico e sapore fragrante, leggero e gradevole, con un odore intenso e persistente, ottimo così, estremamente versatile per numerose ricette; si sposa perfettamente con la carne e i pomodori. Ottenuto con latte vaccino  100% italiano viene stagionato per tre mesi, avvolto nella paglia, in tipiche fosse di forma ovale, scavate nella roccia. La tecnica di stagionatura del formaggio nelle fosse ha origine molto antica. Questo tipo di formaggio è nominato in due inventari del 1497 e del 1498. Da entrambi i documenti si evince che la fossa di tufo aveva un duplice utilizzo: in autunno era il luogo di conservazione del formaggio e in tempi diversi dell'anno serviva ad immagazzinare il grano per preservarlo dalle razzie dei soldati. Il produttore di formaggio affittava la fossa per il tempo che era necessario alla stagionatura, tre mesi o al massimo 100 giorni. Il formaggio veniva posto, come tutt'oggi avviene, in sacchetti di tela, coperti di paglia di fieno, per isolare il formaggio dall'aria.
Il periodo tradizionale di infossatura era fine agosto-settembre; la riapertura delle fosse avveniva il 25 novembre, giorno di Santa Caterina.
Il sale alle erbe aromatiche per carne Saut Cercivento è un ingrediente da non sottovalutare perché dona quel tocco in più.
Ed infine il tocco raffinato dell’olio extravergine prodotto dalla Cooperativa San Marzano di  San Marzano di San Giuseppe (TA). Alla vista si presenta di colore verde brillante con riflessi dorati, l’aroma che sprigiona ha un’elegante carica fruttata. Si ottiene mediante la spremitura fredda delle olive.
Per accompagnare e sublimare il sapore di questa ricetta consiglio l’abbinamento con il vino pugliese  Padre tavoliere delle Puglie DOC  Cantina Casaltrinità di Trinitapoli (BT).
Prodotto con uve Nero di troia è un vino di grande espressione aromatica, ottenuto rispettando al massimo le caratteristiche delle uve d’origine; se ne apprezza la morbidezza e la struttura.
Si presenta con sentori di confettura di ciliegia, ricco di tannini. Ottimo per accompagnare le carni,la cacciagione , ma anche formaggi di lunga stagionatura.

Tutte e quattro le Cooperative aderiscono al circuito Qui da Noi- Cooperative Agricole - Confcooperative


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Ingredienti per 4 persone:



300 gr di carne di manzo macinata
2 fette spesse di prosciutto cotto
4 pomodori a grappolo grandi
Qualche foglia di basilico

In abbinamento


Procedimento
Lavate e asciugate i pomodori poi asportate le calotte e tenetele da parte.
Svuotate i pomodori dai semi e asciugateli con cura tamponando l’interno con carta da cucina.
In una ciotola versate l’olio, il sale e il pepe.
Aiutandovi con un pennello da cucina ungete bene l’interno e l’esterno dei pomodori e delle calotte con l’emulsione ottenuta.
Dalle fette di prosciutto ricavate 4 dischi grandi come l’imboccatura dei pomodori.
Tritate il prosciutto rimasto e mettetelo in una ciotola insieme alla carne macinata, salate poi formate 4 hamburger delle stesse dimensioni dei dischi di prosciutto.
Spennellateli con un poco dell’emulsione e appoggiateli nelle scodelline di pomodoro.
Posatevi sopra i dischi di prosciutto e il Formaggio di Fossa tagliato a fettine.
Chiudete con le calotte e mettete i pomodori su di una teglia rivestita di carta da forno leggermente unta.
Fateli cuocere in forno già caldo  a 200°C per 30 minuti.
Serviteli ben caldi e decorate con del basilico fresco.
Abbinate con un bicchiere di vino Padre Nero di Troia Cantine Casaltrinità