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domenica 8 settembre 2019

Composta di fichi neri al rum

Come le fragole anche i fichi sono dei “falsi frutti” costituiti da un involucro carnoso in cui sono inglobati i piccoli frutti (acheni), di sapore e consistenza diversi secondo la varietà. I fichi “fioroni o primaticci” maturano fra giugno e luglio; i “forniti”, ossia i fichi normali, in agosto-Aiutano la digestione e hanno un’azione leggermente lassativa.settembre; i “cratiri o tardivi” in autunno inoltrato.
I fichi freschi contengono poche calorie (circa 47 ogni 100 gr di prodotto) e sono ricchi di vitamina B6, B1 B2, vitamina A, PP e C.
Possiedono inoltre una buona quantità di sali minerali quali potassio, ferro e calcio.


LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.

Ingredienti per 4 vasetti tipo Bormioli  da 250 gr/cad.

1 kg di fichi neri perfettamente sani e non troppo maturi
400 gr di zucchero di canna integrale
1 limone di Sorrento o due limoni bio
1 bicchierino di rum o di brandy

Procedimento
Togliete la buccia ai fichi, tagliateli a pezzi e metteteli in una pentola d’acciaio (non di alluminio assolutamente), lasciateli riposare coperti per un’oretta.


Trascorso il tempo aggiungete lo zucchero, il succo del limone e la scorza  grattugiata o tagliata a listarelle sottili (come preferite) facendo attenzione a non grattugiare anche l’albedo (la parte bianca) che renderebbe amara la composta.
Fate bollire adagio adagio, rimestando spesso con un cucchiaio di legno e schiumando.


Quando la confettura raggiunge la densità voluta, unite il bicchierino di rum e terminate la cottura facendo attenzione che non si attacchi sul fondo della pentola.
Versatela nei vasi quando è ancora calda e tappate subito ermeticamente.
Conservarla in luogo fresco e oscuro.

NOTA BENE: l’alcool contenuto nel rum con la cottura evapora completamente per cui questa confettura può tranquillamente essere consumata anche dai bimbi o dalle persone che non vogliono consumare l’alcool (come me).




lunedì 16 ottobre 2017

Pesche in agrodolce

Con le ultime pesche della stagione provate a preparare questa ricetta.E’ una preparazione un po’ diversa dalle solite tuttavia le pesche in agrodolce, accompagnate ai bolliti o all’anatra, sono veramente squisite e di piacevole sapore agrodolce.
Per sapere qualcosa di più sulle pesche cliccate qui




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Ingredienti:
1 kg di pesche sane e non troppo mature
1 kg di zucchero (io uso quello di canna grezzo)
½ litro di aceto bianco
1 limone non trattato
5 chiodi di garofano
1 pezzetto di cannella

Procedimento

Lavate accuratamente  con l’acqua calda i vasetti e i relativi coperchi (cambiateli ogni volta che riutilizzate i vasetti) e asciugateli perfettamente.

Sbucciate le pesche (immergendole un attimo in acqua bollente e subito dopo in acqua fredda) e dividetele a metà o in quarti se sono molto grandi.
Spruzzatele con il succo del limone per evitare che anneriscano e collocatele nei vasi.



Fate bollire l’aceto con tutti gli altri ingredienti e le scorze del limone, lasciatelo sul fuoco molto basso per una decina di minuti affinché si addensi.



Quando lo sciroppo raggiunge la giusta densità levatelo dal fuoco, eliminate le scorze di limone e versatelo nei vasi fino a ricoprire completamente  le pesche.
Chiudete ermeticamente i vasi e conservateli al buio, in un luogo ben asciutto.



giovedì 14 settembre 2017

Peperoni conservati in agrodolce

All’inizio del Novecento, Domenico Ferrero faceva il commerciante a Torino, scoprì che nel Borgo Salsasio di Carmagnola si producevano degli ottimi peperoni e spinse i contadini a produrne su ampia scala sostituendo la coltura della canapa fino ad allora dominante.
Nacquero così diverse varietà locali ed una produzione di elevata qualità, che diede luogo ad un fiorente commercio.
Allora la maggior parte delle persone in questi luoghi faceva il contadino e quest’ortaggio che cresceva facilmente e dava ottimi risultati fu come la manna dal cielo, diventò molto importante e fonte di guadagno per le famiglie di allora.
L’interesse crebbe sempre più e si fecero manifestazioni, fiere; nacquero aneddoti e ricette fino ad arrivare ai nostri giorni alla Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola.
Col tempo si perfezionò la coltivazione e attualmente ne sono state selezionate cinque diverse qualità: il Quadrato con la forma cubica  , il Quadrato Allungato, il Corno o Lungo (un cono molto allungato), il Trottola (a forma di cuore), il Tomaticot (tondeggiante schiacciato ai poli come un pomodoro).



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Ingredienti
3 kg di peperoni Tomaticòt o trottola
700 g di zucchero di canna (o bianco se preferite)
1 litro di aceto di vino bianco o di mele
2 bicchieri d’olio extravergine d’oliva
1 cucchiaio colmo di sale
Foglie d’alloro
Qualche bacca di ginepro.


Procedimento
Lavate accuratamente  con l’acqua calda i vasetti e i relativi coperchi (cambiateli ogni volta che riutilizzate i vasetti) e asciugateli perfettamente.
Lavate i peperoni, tagliateli in quarti e  asportarte il torsolo ed i semi.
Ponete sul fuoco una pentola d’acciaio (non utilizzate l’alluminio), versateci l’aceto, l’olio, lo zucchero, il sale , tre foglie d’alloro e qualche bacca di ginepro schiacciata.
Portate a bollore poi tuffateci (pochi alla volta) i peperoni e fateli cuocere per 3 o quattro minuti al massimo.


Scolateli, lasciateli raffreddare, 


sistemateli nei vasi, aggiungete una foglia  d’alloro (ben lavata e asciugata) in ogni vaso e ricoprite con il liquido di cottura da cui avrete eliminato le bacche di ginepro.


Chiudete ermeticamente e conservate in luogo fresco e asciutto.
Consumate non prima di un mese. Si conservano per 1 anno.

Ricordatevi di non consumare mai il prodotto qualora il tappo risultasse gonfio o il prodotto risultasse fermentato, vorrebbe dire che non è stato  ben confezionato o conservato.




giovedì 18 maggio 2017

Carciofini sott'olio

Il carciofo è una pianta nota fin dai tempi antichi, la sua coltivazione è diffusa maggiormente nei paesi del Mediterraneo, soprattutto in Italia, Francia e Spagna. La Sardegna è la regione che maggiormente si caratterizza per la coltivazione ed il consumo di questo delizioso ortaggio. La raccolta avviene principalmente tra il mese di ottobre e di maggio.
Sono ricchissimi di principi attivi e vantano molte virtù terapeutiche. Possiedono pochissime calorie e contengono molte fibre, oltre a sali minerali come calcio, fosforo, magnesio, ferro e potassio. Vantano un effetto disintossicante essendo diuretici e stimolanti della funzione epatica e sono utili per combattere problemi di diabete, colesterolo, ipertensione.
I carciofini sottolio sono preparati tipicamente in questo periodo primaverile quando sul mercato si trovano i carciofini piccoli, teneri e dolci, ideali per questo tipo di conservazione.
Per eliminare al massimo qualunque rischio insito nel cattivo confezionamento, sterilizzate sempre i barattoli che userete per conservare i prodotti.
Lavate molto bene e con acqua calda i vasetti e i coperchi (rinnovateli ogni volta, non riutilizzate quelli vecchi), asciugateli. Fate scaldare il forno a 100°C  poi inserite i vasetti e lasciateli per 5 minuti. Spegnete il forno, inserite anche i coperchi e lasciate raffreddare a forno chiuso.
Utilizzateli immediatamente.
Al momento di consumare accertatevi che i coperchi non siano gonfi, nel qual caso vorrà dire che qualcosa non ha funzionato e NON consumate il prodotto, ma tranquillizatevi se seguirete alla lettera il procedimento nessuno dei vostri vasetti andrà a male.
Ancora un accorgimento, NON utilizzate pentole di alluminio per far bollire l’aceto, ma solo di acciaio inox.




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Ingredienti per 4/5 vasetti tipo Bormioli da 250 gr/cad



1 kg di carciofini
1 litro d’aceto bianco o di mele
1 limone
Qualche foglia d’alloro
2 chiodi di garofano
Qualche bacca di ginepro
Qualche bacca di pepe
Sale q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.


Procedimento
Scartate dai carciofi le foglie esterne più dure fino a raggiungere quelle interne bianche e tenere. Spuntate la sommità delle foglie rimaste e tagliate il gambo. Mano a mano che li pulite, sciacquate sotto l’acqua corrente e  immergeteli  in acqua fredda acidulata con il succo del limone.





Intanto mettete a bollire in una pentola di acciaio inox l’aceto, il sale, il pepe, l’alloro, i chiodi di garofano. Portate il liquidi ad ebollizione, quindi buttatevi i carciofi, fate riprendere l’ebollizione, poi abbassate la fiamma e proseguite la cottura a fuoco dolce e  per 5 minuti.
Scolate e metteteli ad asciugare su di un piano inclinato o su di un setaccio, tra due teli ben puliti, per impedire che il contatto diretto con l’aria possa scurirli.


Ogni tanto girateli e spostateli e se è il caso sostituite i teli. Quando i carciofini saranno ben asciutti (7/8 ore), sistemateli nei vasi, aggiungete qualche grano di pepe (o di peperoncino se preferite), una  foglia di alloro per ogni vaso e ricoprite d’olio. Controllate il livello d’olio per un paio di giorni, aggiungendone dell’altro se occorre.


Chiudete bene i vasetti e conservate in dispensa al buio e al fresco, potrete consumarli dopo 20 giorni.



Consiglio: Se volete utilizzare i carciofi più grandi, tagliateli a metà prima di buttarli nell’aceto.





mercoledì 5 agosto 2015

Friggitelli sciroppati

Da che cosa deriva il nome peperone? Furono i botanici del XVI secolo che, quando sbarcò in Europa, lo battezzarono Capsicum annum prendendo spunto dalla parola greca Kapto, che tradotto significa “mangio avidamente”. Un’altra versione fa derivare il loro nome dal latino Capsaovvero scatola, dovuto al fatto che, al suo interno, ha molti semi.
Questo delizioso ortaggio è uno scrigno di virtù preziose: ha pochissime calorie (23 gr per 100 gr di prodotto), contiene provitamina A e moltissima vitamina C presente in quantità maggiore rispetto agli agrumi.
Sul mercato troviamo diverse varietà; un’utile distinzione, oltre a quella tra piccanti o dolci, è quella che considera il colore.
I peperoni verdi hanno questo colore perché sono raccolti in anticipo, hanno un gusto pungente e sono ideali da mangiare in insalata o nelle peperonate.
I peperoni rossi hanno una polpa croccante e zuccherina: sono ideali per la cottura alla brace o per il pinzimonio. Saziano in fretta e sono più ricchi di principi nutritivi.
I peperoni gialli contengono molti antiossidante: sono teneri e succosi ideali da consumare crudi o uniti al pomodoro per rendere corposi i sughi 
I friarelli, detti anche puparuoli friarelli, sono dei  peperoni verdi nani e dolci, non piccanti. In alcune zone dell'Italia centrale sono conosciuti anche come friggitelli.
Sono usati per preparare un piatto tipico della cucina campana: la cottura avviene per frittura in olio d'oliva, con i peperoni ben asciutti, interi, lasciando intatto un abbozzo del picciolo. Si servono nel piatto, salati, ancora caldi, come verdura a sé stante o come contorno di altri piatti.  Ai friggitelli si possono accompagnare patate tenere, tagliate grosse, fritte nello stesso olio di frittura.



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Ingredienti per 4 vasi da 250 g l’uno

1 kg di peperoncini friggitelli
400 g di zucchero
1 litro d’aceto
1 litro d’acqua
Alcuni chiodi di garofano
Qualche bacca di ginepro
4 foglie d’alloro
Un pizzico di sale grosso

Procedimento

Lavate molto bene con l’acqua calda i vasetti e i relativi coperchi (cambiateli ogni volta che riutilizzate i vasetti) e asciugateli perfettamente.

Lavate i peperoncini, tagliate metà picciolo. In una pentola d’acciaio (assolutamente non d’alluminio) versate l’aceto, unite i chiodi di garofano, le bacche di ginepro schiacciate, le foglie d’alloro e il sale. 



Portare ad ebollizione e versatevi i peperoncini e fateli bollire per 4 minuti. Lasciate raffreddare i peperoncini nell’aceto, poi scolateli e fateli asciugare sopra un canovaccio insieme alle foglie d’alloro.



Intanto preparate lo sciroppo facendo bollire lo zucchero con l’acqua per circa 5 minuti, (dovete ottenere uno sciroppo denso).
Collocate i peperoncini nei vasi schiacciandoli dolcemente per riempire bene il contenitore, infilate una delle foglie d’alloro e ricoprite con lo sciroppo.



Chiudete ermeticamente e conservate al buio, saranno pronti per la consumazione dopo circa 25/30 giorni.
Se lo sciroppo non dovesse bastare, preparatene dell’altro con le stesse proporzioni.
Per la conservazione dovrebbe bastare lo sciroppo, ma per precauzione potete farli sterilizzare per 10 minuti.
Al momento del consumo, scolateli da loro liquido e irrorateli con un po’ di olio extravergine d’oliva.


La sterilizzazione è una tecnica che consente di conservare gli alimenti con più sicurezza.
Procedimento: mettete il prodotto in vasi ermetici (tipo quello della foto e quelli della Bormioli), avvolgeteli in uno tovagliolo bianco (uno ad uno per evitare che sbattendo tra loro si rompano), collocateli in una pentola. Ricopriteli d’acqua fino a 5 cm sopra il coperchio, portate a bollore e fate bollire per 10 minuti. Lasciate raffreddare nell’acqua, poi toglieteli e  asciugateli.

Al momento del consumo, se qualche coperchio risulta gonfio o il prodotto è fermentato, gettatelo, vuol dire che non è stato ben conservato.

In questo blog ho postato un altro metodo di conservazione per questi gustosissimi peperoncini: lo trovate cliccando qui

Se invece volete una ricetta per consumarli subito, cliccate qui



lunedì 3 ottobre 2011

Peperoncini piccanti sott'olio

Fine estate, tempo di conserve di tutti i tipi. Oggi vi propongo questa con i peperoncini rossi tondi e piccanti. A noi piace molto, provate e fatemi sapere. L'importante, come ogni conserva, è utilizzare dei prodotti sani, non intaccati da marciume o altro e   porre la massima igiene  nella preparazione.



lunedì 19 settembre 2011

Peperoni conservati sott'olio

Adoro i peperoni, sia crudi sia cotti; mi piace il loro gusto e i colori bellissimi che sono un inno alla gioia e, evidentemente, anche i botanici del XVI secolo la pensavano come me perché, quando sbarcò in Europa, lo battezzarono Capsicum annum prendendo spunto dalla parola greca Kapto, che tradotto significa “mangio avidamente”. Un’altra versione fa derivare il loro nome dal latino Capsa ovvero scatola, dovuto al fatto che, al suo interno, ha molti semi.
Questo delizioso ortaggio è uno scrigno di virtù preziose: ha pochissime calorie (23 gr per 100 gr di prodotto), contiene provitamina A e moltissima vitamina C presente in quantità maggiore rispetto agli agrumi.
Sul mercato troviamo diverse varietà; un’utile distinzione, oltre a quella tra piccanti o dolci, è quella che considera il colore.
I peperoni verdi hanno questo colore perché sono raccolti in anticipo, hanno un gusto pungente e sono ideali da mangiare in insalata o nelle peperonate.
I peperoni rossi hanno una polpa croccante e zuccherina: sono ideali per la cottura alla brace o per il pinzimonio. Saziano in fretta e sono più ricchi di principi nutritivi.
I peperoni gialli contengono molti antiossidante: sono teneri e succosi ideali da consumare crudi o uniti al pomodoro per rendere corposi i sughi.




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Ingredienti:

2 kg. di peperoni rossi e gialli
1 litro e mezzo di aceto di mele o di vino bianco
una decina di grani di pepe nero, bianco e rosa (vendono già il mix)
3 chiodi di garofano
3 foglie di alloro
1 cucchiaio raso di sale grosso
Olio extravergine d’oliva q.b.

Procedimento
Lavate molto bene con l’acqua calda i vasetti e i relativi coperchi (cambiateli ogni volta che riutilizzate i vasetti) e asciugateli perfettamente.

Lavate e asciugate bene i peperoni, tagliate a falde eliminando tutti i semi ed i filamenti.
Ponete sul fuoco una pentola d’acciaio (assolutamente non d’alluminio) con l’aceto, le spezie, le foglie d’alloro e il sale.
Portate a bollore e tuffateci i peperoni  (pochi per volta).
Lasciateli cuocere per 5/6 minuti poi scolateli e metteteli ad asciugare molto bene su dei canovacci.
Quando saranno perfettamente asciutti ( ci vorrà circa 1 giornata) riponeteli nei vasetti comprimendoli delicatamente e ricopriteli interamente di olio.
Chiudete e dopo 2 giorni controllate il livello dell’olio, se è il caso aggiungetelo. Chiudete ermeticamente i vasetti e poneteli in un luogo fresco e buio.
Saranno pronti al consumo dopo circa 20 giorni.
Ottimi come contorno o come antipasto o come la vostra fantasia vi suggerisce.
Ricordatevi di non consumare mai il prodotto qualora il tappo risultasse gonfio o il prodotto risultasse fermentato, vorrebbe dire che non è stato  ben confezionato o conservato


giovedì 15 settembre 2011

Passata di pomodoro


Il pomodoro per la sua bontà, per la versatilità e  per le numerose proprietà nutrizionali  è a ragione considerato l’imperatore degli ortaggi.
Inizialmente, quando fu importato dalle Americhe, fu guardato con sospetto e utilizzato come pianta ornamentale, poi si capirono le sue potenzialità e, in un crescendo, è presto divenuto un alimento base della dieta mediterranea.
La componente principale del pomodoro è l’acqua che ne costituisce il 94%, seguono poi i carboidrati 3%, le proteine 1,2%, le fibre 1%. Praticamente privo di grassi.
Contiene vitamine del gruppo B, vitamina C, vitamina D e Vitamina E.
Ottima la presenza di sali minerali quali ferro, zinco,selenio, fosforo, calcio, potassio.
Per tutte queste sue caratteristiche il pomodoro ha proprietà vitaminizzanti, mineralizzanti e antiossidanti.
Stimola la produzione di succhi gastrici favorendo la digestione, per questo motivo il suo consumo è controindicato in chi soffre di gastrite.



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Ingredienti per 6 vasetti da 250 ml

3 kg di pomodori della qualità perini o san marzano
2 cipolle bianche
2 gambi di sedano
1 carota
un mazzetto di basilico
un cucchiaio di sale grosso

Procedimento
Lavate molto bene con l’acqua calda i vasetti  o le bottigliette e i relativi coperchi (cambiateli ogni volta che li riutilizzate ) e asciugateli perfettamente.

Scegliete pomodori sodi e maturi, non intaccati. Lavateli molto bene, tagliateli a pezzi eliminando l’eccesso di semi e metteteli in una pentola con le cipolle, la carota  e il sedano lavati e tagliati.




Pulite bene il basilico e asciugatelo perfettamente
Fate cuocere per un’ora, poi passate tutto nel passaverdura e rimettete la salsa sul fuoco insieme al sale fino a raggiungere la consistenza desiderata.





Gli scarti dovranno avere questo aspetto per essere certi di aver spremuto tutta parte edibile.

Lasciate intiepidire, invasate e aggiungete una/due foglie di basilico.
Ponete i vasetti in una pentola dividendoli con degli strofinacci per evitare che sbattendo si rompano. Riempite la pentola di acqua calda fino a ¾ cm sopra i vasetti e portate a bollore. Fate sterilizzare per 20 minuti e lasciate i vasetti nell’acqua finchè non sono freddi.
Conservateli al buio e al fresco per massimo un’anno.
Ricordatevi di non consumare mai il prodotto qualora il tappo risultasse gonfio o il prodotto risultasse fermentato, vorrebbe dire che non è stato  ben confezionato o conservato.