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domenica 28 gennaio 2024

Pinsa romana

Si ha notizia della pizza romana fin dai tempi dell’antica Roma. Non era la pizza come la intendiamo noi oggi, ma una sorta di focaccia, in genere di farina di farro perché il grano era raro e costoso.
Per stenderla e dare la caratteristica forma ovale veniva schiacciata e tirata con le mani (pinsata) e a questo deve il suo nome di “pinsa”.
Era un piatto povero, condito prevalentemente con i fichi, perché all’epoca erano abbondanti e costavano poco.
Ancora oggi a Roma, per indicare qualcosa di ricercato e ricco, si dice: ”Mica pizza e fichi”, proprio per porre l’accento sul fatto che fosse un piatto povero e contadino.
Oggi il suo nome è stato prevalentemente sostituito con “pizza romana”, bassa e scrocchiarella e spesso è preparata con aggiunta di farina di riso e di soia seguendo le mode attuali.
Personalmente apprezzo la ricetta originale con la farina di grano con un alto livello di glutine (W260-350), che consente una lunga lievitazione (dalle 12 alle 48 ore) e un’idratazione al 75% che si avvicina di più alla ricetta originale.
Il condimento può variare in un numero infinito di varianti e secondo i gusti personali.

LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.


Ingredienti per 5 pinse :

Per l’impasto

500 g di farina 0 (W260 -350)
375 g di acqua fredda
2 gr di lievito di birra fresco
2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
10 g di sale fino (possibilmente integrale)

Per condire

300 g di passata di pomodori
2 mozzarelle
2 etti di prosciutto cotto
3 carciofi
Origano q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.

Procedimento


Setacciate la farina in una ciotola capiente, sciogliete il lievito nell’acqua e unitelo alla farina. Amalgamate bene fino a ottenere un impasto omogeneo.
Versate tutto su di una spianatoia infarinata o sul tavolo, unite due cucchiai d’olio, il sale sciolto in un pochino d’acqua e continuate a impastare fino a quando l’impasto diventerà elastico.
Formate una palla ripiegando i bordi all'interno, ungete una ciotola e depositatecela.


Coprite con della pellicola e uno strofinaccio da cucina e lasciate lievitare per un’ora nel forno spento o in un luogo tiepido e privo di correnti d’aria.
Trascorso il tempo, riprendete l’impasto, rimettetelo sulla spianatoia infarinata, dategli la forma di un panetto rettangolare, poi procedete alla piegatura come per preparare la pasta sfoglia.
Stendete il panetto, ripiegate verso il centro i due lati corti, lasciate riposare, poi girate di 90° appiattite leggermente e ripiegate i lati.





Quest’operazione consentirà d’inglobare molta aria, il che la renderà “sofficiosa” e ben alveolata.
Ripete l’operazione dopo venti minuti.
Riformate una palla, ungetela leggermente e rimettetela nella ciotola. Coprite con la pellicola e ponete in frigo per 16/20 ore. 
Toglietela dal frigo, dividete l’impasto in  cinque palline rotonde e compatte (pirlatura),  e mettetele a lievitare per un'ora.


Trascorso il tempo, infarinate il piano di lavoro, deponeteci le palline e allargatele bene con i polpastrelli fino a ottenere una forma ovale di circa 1 cm e mezzo di spessore.
Oliate abbondantemente una teglia o una leccarda, depositateci delicatamente le pinse, coprite con un telo e continuate la lievitazione per altre tre ore.


Nel frattempo, tagliate le mozzarelle e mettetele in frigo a scolare in uno scolapasta per un’ora poi, tiratele fuori e lasciatele a temperatura ambiente per un’ora.
Pulite i carciofi eliminando le foglie più dure, divideteli in quarti e fateli cuocere in una padella con un filo d’olio, del sale e un pochino d’acqua.
Accendete il forno (statico a 230°)
Stendete su di ogni pinsa la passata di pomodoro condita con olio, sale e origano.
Quando il forno avrà raggiunto la giusta temperatura infornate per 10 minuti, estraetele dal forno e distribuite su ognuna la mozzarella, i carciofi e il prosciutto .
Infornate nuovamente per 5  minuti, sfornate e servite subito.































venerdì 20 ottobre 2023

Focaccia di Recco

La focaccia di Recco è una ricetta tipica della tradizione culinaria ligure semplicissima, sia per la preparazione sia per gli ingredienti.  La sua caratterista è quella di essere composta da due sfoglie sottilissime d’impasto non lievitato che racchiudono un delizioso e filante ripieno di Prescinsêua, una sorta di stracchino tipico della Liguria e del genovese in particolare.

Si ottiene così una focaccia molto croccante con un ripieno morbidissimo, quasi liquido.

Il contrasto che ne deriva è ciò che la rende inimitabile.

 

La storia

La ricerca storica che accompagna la documentazione storica per la richiesta di tutela europea narra che già ai tempi dei romani questo prodotto esisteva, Catone lo cita nel “De re rustica” come “scripilita cum caseo sine mille”; grazie alla storica Simonetta Duodo Valenziano si colloca il prodotto in Liguria all’epoca della terza crociata.

“Era la Pentecoste di rose dell’anno 1189… la cappella dell’Abbazia di San Fruttuoso accoglieva i crociati liguri per un solenne Te Deum prima della partenza della flotta per la Terra Santa… Sulle bianche tovaglie di lino ricamate facevano bella vista i piatti di peltro e di rame, zuppiere di ceramica e di coccio colme di ogni bendiio: pagnotte di farro ed orzo impastate con miele, fichi secchi e zibibbo, carpione di pesce, agliata, olive e una focaccia di semola ripiena di giuncata appena rappresa (la focaccia col formaggio)…”.

In seguito, la leggenda narra che la popolazione recchese si rifugiava nell’immediato entroterra per sfuggire alle incursioni dei saraceni e grazie alla possibilità di disporre di olio, formaggetta e farina, cuocendo la pasta ripiena di formaggio su una pietra d’ardesia coperta, venne “inventato” quel prodotto gastronomico che oggi conosciamo come “Focaccia di Recco col Formaggio”.

Sul finire del 1800, quando Recco contava circa 3.000 abitanti, ritroviamo la “Focaccia di Recco col Formaggio” nei cinque forni cittadini che campavano alla meglio vendendo esclusivamente le focacce liguri, uno di essi esiste ancor oggi (forno Moltedo). Alla fine, dell’800 aprono a Recco le prime trattorie con cucina, ed a quei tempi la “Focaccia col Formaggio” veniva proposta unicamente nel periodo di celebrazione dei morti.
Grazie all’intraprendenza di “rechelini doc” di allora, professionisti panificatori e ristoratori di oggi, “Manuelina, Vittorio, Vitturin, le famiglie Moltedo e Tossini fra i più conosciuti, la focaccia col formaggio vide il suo sviluppo commerciale e d’immagine. Con le loro abilità attirarono nelle osterie e nei forni recchesi il bel mondo d'inizio secolo diffondendo questo prodotto “principe” della gastronomia cittadina, (di quei tempi si ricorda che persino Guglielmo Marconi e l’Infanta di Spagna degustarono la focaccia col formaggio andando appositamente a Recco).
Le compagnie teatrali divennero clienti fissi perché dopo lo spettacolo in teatro, da Genova si trasferivano a Recco richiamati dal profumo ... e dall’ospitalità infinita di quegli “osti” recchesi che fin da allora fecero della loro arte naturale “del far da mangiare” una professione cresciuta poi nel tempo precorrendo i tempi e tenendo aperto fino a tarda notte i loro locali, tutto grazie a lei, la focaccia col formaggio che solo qui si trovava.
Durante l’ultimo conflitto mondiale Recco venne più volte rasa al suolo dai bombardamenti vedendo così annullate tutte le sue capacità di attrattiva turistica conservate nel tempo da altre vicine località balneari della riviera. Ciò nonostante, gli abitanti recchesi hanno dato estro alle proprie fantasie del “saper fare” creando da una tradizione quasi “leggendaria” un vero e proprio filone d’imprenditoria che ancora oggi risulta trainante.2000
Negli anni ‘50 arrivano i primi turisti e si inizia a comprendere che il futuro di Recco sarebbe stato basato su di loro, con particolare attenzione a quello che oggi viene ormai chiamato “Turismo di gola”. 2000
Nel 1955 nasce la prima festa della Focaccia di Recco col Formaggio promossa dai ristoratori e dai fornai dell’intera città. Nel frattempo, viene costruita, raggiungendo la Riviera di Levante, l’autostrada Genova-Livorno, e Recco, grazie all’apertura del casello autostradale, vede un incremento notevolissimo dell’afflusso turistico.
Sono gli anni in cui il boom economico accompagna il successo sempre crescente della gastronomia e della ristorazione recchese che attirava, come ancor oggi attira, personaggi del mondo dello spettacolo, politico e giornalistico, sempre in quegli anni, con i successi sportivi della famosa Pro Recco Pallanuoto, decretando alla propria città l’indiscusso titolo di “Capitale Gastronomica della Liguria”.

Fonte: Focaccia di Recco

 


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Ingredienti per 4 persone:

400 gr di farina 00

250 ml di acqua
500 gr di Prescinsêua o di stracchino
45 ml di olio extravergine d’oliva
10 gr di sale fino

Procedimento

Sciogliete il sale nell’acqua.

Setacciate la farina in una ciotola e versate lentamente l’acqua iniziando ad impastare.
Unite, poco alla volta, l’olio e continuate ad impastare fino inglobarlo tutto, quando si staccherà dalla ciotola, versatelo su di un piano di lavoro e lavoratelo fino ad ottenere un impasto morbido ed omogeneo.


Formate una palla e rimettetela nella ciotola, coprite con della pellicola e mettete in frigorifero per due o tre ore. Questo riposo farà sì che l’impasto sarà poi più malleabile per la stesura.


Trascorso il tempo riprendete la pasta e dividetela in due parti uguali.

Stendete due sfoglie molto sottili, io per facilitarmi il compito lo faccio su della carta da forno infarinata.

Stendete la prima sfoglia su tutta la superficie di una teglia ben oliata facendola sbordare leggermente, comprimete leggermente per eliminare l’aria,

Distribuire sopra la prescinsêua o lo stracchino a pezzettoni (io ho utilizzato quest’ultimo in quanto la prescinsêua è introvabile fuori Genova).

Prendete l’altra sfoglia e adagiatela sopra il formaggio.

Comprimete leggermente in modo da uniformare il tutto.


Eliminate la pasta in eccesso aiutandovi con un coltello affilato e dalla lama liscia.
 Chiudete bene il bordo e arrotolatelo leggermente.

Praticate dei piccoli fori con i rebbi di una forchetta e allargarli con le dita in modo da far fuoriuscire un pochino del formaggio, irrorate con un filo d’olio,

Infornate a 200° in forno statico per circa dieci/quindici minuti.
Estraetela dal forno e lasciatela riposare per circa dieci minuti prima di servirla posizionata su di un tagliere di legno.

 

 

 

 

 

lunedì 27 marzo 2023

Pancake uova e pancetta croccante

Il pancake è un dolce tipico americano, ma ha molte varianti in altre parti del mondo.
In pratica sono delle frittelle simili alle crêpes ma spesse dai 12 ai 20 mm. La ricetta originale prevede l’impiego di farina, latte, burro, zucchero, bicarbonato di sodio o lievito per dolci e uova.
Normalmente sono accompagnate da sciroppo d’acero, miele o confettura.
Ne esistono anche delle versioni salate come quella che vi propongo oggi.
I pancake irlandesi sono molto simili a quelli americani, si chiamano scotch pancake e li consumano tradizionalmente il martedì grasso (pancake Tuesday). In Scozia non si consumano a colazione, ma come dessert. In Inghilterra si servono accompagnati da zucchero e limone e sono molto simili alle crêpes francesi.
In Uruguay, Argentina e Cile si riempiono con il dolce di latte (manjar), sono molto diffusi e li chiamano panqueque.
Nei Paesi Bassi si consumano come seconda colazione, sia dolci sia salati, e si chiamano pannenkoek.

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Ingredienti per 4 persone:

Per i pancake


120 gr di farina 00
120 ml di latte
1 uovo
1 cucchiaino di lievito per dolci in polvere
40 gr di burro
Sale fino q.b.

Per accompagnare:

4 uova

150 gr di pancetta
1 cucchiaino di timo

Procedimento

In una grande ciotola mescolate la farina con il lievito e un pizzico di sale.


Mescolate il latte con l’uovo e unitelo, poco a poco e aiutandovi con una frusta, alla farina.

Mescolate fino a ottenere una pastella omogenea. Lasciatela riposare per un’ora al fresco.



Con il burro ungete un padellino antiaderente.
Versateci un mezzo mestolo di pastella e cuocete a fuoco medio fino a che non si formeranno delle bolle e la superficie apparirà dorata (ci vorrà circa un minuto.
Girate delicatamente il pancake e fate cuocere l’altro lato. Proseguite in questo modo fino a esaurimento della pastella. Conservate i pancake al caldo.


 

Nella stessa padella fate cuocete la pancetta fino a renderla croccante, tenetela da parte al caldo.
Rompete le uova, una alla volta e cuocetele nella padella ben calda e con il fondo di cottura della pancetta fino a far rassodare l’albume ma lasciate il tuorlo morbido, salate e spolverizzate con il timo.
Impiattate e servite subito.

 

martedì 21 febbraio 2023

Pan focaccia da farcire

Un incrocio tra il pane e la focaccia ligure, solo più soffice e adatto ad essere farcito con tutto quello che la vostra fantasia vi suggerisce.
All’impasto potete anche aggiungere una cipolla (rossa o bianca decidete voi secondo i vostri gusti) tagliata sottilmente e degli aghi di rosmarino tritati.


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Ingredienti:

1 patata
350 gr di farina 00
1 bustina di lievito di birra
6 cucchiai di olio extravergine d’oliva
50 gr di burro a temperatura ambiente
3 cucchiai di acqua tiepida
1 cucchiaino da caffè di zucchero
1 cucchiaino di sale fino
Sale grosso q.b.

Procedimento

Fate bollire la patata, e nel frattempo mettete la farina in una ciotola, unite lo zucchero e il lievito e mescolate bene. Quando la patata sarò cotta pelatela, schiacciatela ancora calda, unite il sale e inglobatela insieme alla farina.
Aggiungete l’olio, il burro a temperatura ambiente, un po’ di acqua tiepida e impastate fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Mettete a riposare il panetto per due ore in una tortiera (deve lievitare fino a raggiungere il doppio del suo volume) coperta con della pellicola trasparente.
Trascorso il tempo, ungete leggermente una teglia e stendete la pasta lievitata con le mani. 


Versate quattro cucchiai d’olio e tre cucchiai d’acqua in un bicchiere e miscelate bene. Praticate dei buchi con le dita sull’impasto, distribuite un po’ di sale grosso e versate l’emulsione di olio e acqua e olio sulla pasta in modo che vada a riempiere i buchi.


Infornate nel forno statico già caldo a 200° per trenta minuti.
Lasciate raffreddare e farcite a piacere.

sabato 3 settembre 2022

Crostoni con mascarpone gorgonzola crudo fichi e balsamico

Il mascarpone è un formaggio tipico della Lombardia, infatti il suo nome deriva proprio dal termine lombardo “mascarpia” o “mascherpa” che indica la ricotta o la crema di latte. La sua produzione e il suo consumo risalgono a diversi secoli fa, quando lo si produceva solo nella stagione fredda. È ottenuto dalla lavorazione della panna con l’acido citrico o l’acido acetico alla temperatura di 90-95°C per cinque o dieci minuti. Per questo motivo è un formaggio altamente calorico (35% d grassi), che tende ad irrancidire in fretta, quindi va consumato freschissimo. Normalmente, per produrlo, si utilizza il latte della prima mungitura del mattino che viene immediatamente sottoposto a centrifugazione per ottenere la panna.
L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP notissimo fin dai tempi remoti, se ne ha traccia fin dal 1046, è composto da un solo ingrediente, il mosto derivato da vitigni selezionati di Lambrusco e Trebbiano modenesi, che dopo la cottura a fuoco dolce fino a quando non risulti concentrato e di un colore marrone scuro, subisce una lenta fermentazione naturale e viene lasciato ad invecchiare per più di 12 anni in botti di legno pregiato prima di poter essere consumato, se l’invecchiamento continua di definisce extra vecchio dopo 25 anni. Necessitano circa 100 litri di mosto per ottenere un paio di litri di aceto balsamico.
Diverso è invece il trattamento per l’Aceto balsamico di Modena, che a differenza del Tradizionale subisce una procedura semplificata che parte dal vino e non dal mosto e la cui fase di affinamento è meno laboriosa. Questo prodotto è quello avente prezzi inferiori.
Spettacolare su verdure, selvaggina e carne; splendido su formaggi, gelato, fragole….o semplicemente da meditazione.



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Ingredienti per 4 persone:

8 fette di pane casereccio

11 fichi neri non troppo maturi
100 gr di mascarpone freschissimo
150 gr di gorgonzola dolce cremosa
150 gr di prosciutto crudo a fettine
Aceto balsamico q.b.
 

Procedimento

Fate grigliare le fette di pane da ambo i lati.

Mettete i due formaggi in una ciotola, schiacciateli e amalgamateli con i rebbi di una forchetta.
Pulite la buccia dei fichi con un pezzo di carta da cucina inumidita, poi tagliateli a spicchi (tre spicchi per ogni fico).
Spalmate i formaggi sulle fette di pane, sovrapponete il prosciutto, quattro spicchi di fico e irrorate con un filo di aceto balsamico.
Servite subito.

 

sabato 13 agosto 2022

Croissant brie fichi e rucola

 

I fichi sono dei frutti molto dolci, dalla caratteristica forma a goccia, dal diverso colore e spessore della buccia secondo le varietà. I più diffusi sono: il fico nero, il fico verde e quello viola.

Maturano da giugno a settembre e in realtà quello che noi conosciamo non è il frutto, ma l’infiorescenza, all’interno del quale sono contenuti i veri frutti, cioè dei piccoli acheni immersi nella polpa.
Possiedono notevoli proprietà nutritive, sono ricchi di vitamina A, B1, B2, C, di sali minerali (potassio, ferro, cromo, calcio) e di fibre che sono utili a riequilibrare i disturbi intestinali legati alla stitichezza. Contengono un’alta percentuale di polifenoli (sostanze antiossidanti) che contrastano i rischi di malattie tumorali e cardiovascolari.  Il loro consumo è particolarmente indicato per i bambini, gli anziani, le donne incinte e gli atleti. Sono controindicati per i diabetici e gli obesi a causa dell’alto contenuto di calorie e di zuccheri.
I fichi freschi forniscono circa 65 calorie per 100 grammi.
Quelli secchi arrivano a fornire 280 calorie per grammi.

 



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Ingredienti per 4 persone

4 croissant

8 fichi neri non troppo maturi
200 gr di formaggio Brie
50 gr di rucola 

Procedimento


Lavate e asciugate la rucola.
Pulite la buccia dei fichi con della carta da cucina inumidita e ricavate tre fette da ogni fico.
Tagliate a fettine il Brie.
Tagliate a metà i croissant e distribuite delle fettine di formaggio, sovrapponete le fette di fico e la rucola.
Sono buonissimi così, ma se volete, potete passarli in forno per due minuti.

giovedì 7 aprile 2022

Casatiello napoletano

Il Casatiello è una ricetta tipica della cucina partenopea, preparato come da tradizione dalle massaie campane il giovedì santo . E’ il piatto della tradizione pasquale per eccellenza in quanto celebra la resurrezione del Cristo: per questo motivo e per il suo sapore unico è particolarmente amato dai napoletani.
Le strisce di pane incrociate che ingabbiano le uova semisommerse dall’impasto, rappresentano la croce su cui morì Gesù e la sua corona di spine, mentre la forma a ciambella rappresenta la ciclicità insita nella resurrezione pasquale.
Un tempo la preparazione di questo rustico era considerata un vero e proprio rito: rappresentava una sorta di pulizia delle dispense, utilizzando tutte le piccole quantità di alimenti che altrimenti sarebbero stati buttati. Il nome “casatiello” deriva da “caseus” (“caso”) che nella lingua napoletana (cacio) vuol dire formaggio, e rievoca la cospicua quantità che se ne trova al suo interno.
Le sue origini sono antichissime, si fanno risalire alla Napoli prima greca e poi romana. Nella letteratura greca, in effetti, già si legge di pani conditi con diversi ingredienti. Inizialmente servito durante le feste primaverili in onore di Demetra o Cerere per i romani, diventa, poi, simbolo della Pasqua cattolica simboleggiando la corona di spine di Cristo. Col tempo questa pietanza si è legata sempre di più alla Pasqua e ad una simbolicità religiosa che si ritrova nella decorazione con le uova, simbolo pasquale per eccellenza. Il Casatiello non viene però consumato solamente la domenica di Pasqua, ma, essendo perfetto come pranzo al sacco, è diventato il protagonista immancabile delle gite fuoriporta e dei pic-nic tipici del lunedì di Pasquetta. Attenzione a non confonderlo con il Tòrtano, una versione che si prepara secondo lo stesso procedimento del Casatiello, ma che non è tipica delle festività pasquali e non è perciò decorata con uova. Esistono anche altre varianti di questo rustico.

 

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Ingredienti per 4 persone e uno stampo di 26 cm

500 gr di farina 00
270 ml di acqua
10 gr di lievito di birra
130 gr di strutto
100 gr di salame tipo Napoli
100 gr di salsiccia piccante napoletana
200 gr di Provolone
70 gr di Pecorino grattugiato
6 uova
Sale e pepe q.b.

Procedimento:
 
Sciogliete il lievito di birra nell’acqua intiepidita  (non deve superare i 30 gradi).
In una ciotola capiente setacciate la farina e aggiungete lentamente l’acqua con il lievito.
Iniziate ad impastare fino a quando tutta l’acqua sarà assorbita.
Rovesciate l’impasto su di un piano da lavoro infarinato  e aggiungete, poco alla volta, metà dello strutto, metà del Pecorino,  un pochino di sale (poco perché il pecorino è già molto salato e così i salumi e il formaggio) una grattata di pepe  e continuate ad impastare fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Rimettete l’impasto nella ciotola e lasciatelo lievitare fino al raddoppio del volume, coperto con un canovaccio e lontano da correnti d’aria.
Nel frattempo  che l’impasto lievita, rassodate due  uova per otto minuti a partire dal bollore dell’acqua.
Lasciatele raffreddare e sgusciatele.
Pelate la salsiccia e il salame e riducete la polpa a dadini. Tagliate a dadini anche il Provolone.
Trascorso il tempo della lievitazione riprendete l’impasto, lavorate ancora delicatamente e per cinque  minuti l’impasto, staccatene un pezzo grande come un limone piccolo e tenetelo da parte avvolto nella pellicola trasparente , servirà per fare le striscioline.
Stendete il resto della pasta  con un mattarello in un rettangolo di circa 1 cm di spessore.
Distribuite il rimanente strutto sulla pasta massaggiandolo delicatamente.
Sistemate i salumi, il Provolone e le uova sode tagliate a spicchi (4 per ogni uovo) sul rettangolo di pasta lasciando un cm per lato libero.
Distribuite il rimanente Pecorino grattugiato.
Arrotolate l’impasto formando un cilindro molto stretto, e sistematelo in uno stampo a ciambella unto di strutto e unite bene le due estremità. Spennellate la superficie con altro strutto.
Appiattite la pasta tenuta da parte e ricavate  otto striscioline.
Lavate molto bene le altre quattro uova e asciugatele.
Formate quattro  incavi sull’impasto e spingetevi dentro le uova per metà. Tenete fermo ogni uovo con due striscioline di pasta  incrociate.
Spennellate ancora con altro strutto.
Coprite il Casatiello con un telo infarinato e lasciatelo lievitare ancora per tre ore.
Infornatelo in forno statico preriscaldato a 180°C e fate cuocere per 50/60 minuti.
Per verificare il grado di cottura infilate uno stecchino nella pasta, se ne uscirà asciutto il Casatiello è cotto.

Lasciate intiepidire in teglia per un paio d’ore  e servite.





mercoledì 2 febbraio 2022

Croque madame

Il croque madame è un sandwich  tipico della boulangerie parigine molto conosciuto e diffuso, solitamente abbinato al croque monsieur dal quale si differenzia per l’aggiunta dell’uovo.
La farcitura a base di prosciutto cotto e groviera, la croccantezza dovuta alla rosolatura nel burro, il “cappello” della besciamella e dell’uovo all’occhio di bue ne fanno una golosità irresistibile da consumare  ad ogni ora del giorno, per colazione, per un pranzo veloce, per uno spuntino.


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Ingredienti per 2 persone

4 fette di pane per toast
180 g di prosciutto cotto
200 g di groviera a fette
30 g di groviera grattugiata
2 uova
80 g di besciamella
60 g di burro
4 cucchiai di senape di Digione

Procedimento

Spalmate la senape su tutte e quattro le fette, poi farcite due fette con il formaggio e il prosciutto  e chiudete con le altre.
In un’ampia padella fate sciogliere il burro e fate rosolare i sandwich.
Quando saranno dorati, trasferiteli su di una placca ricoperta da carta da forno, copriteli con la besciamella e la groviera grattugiata.
Infornate a 180°C (forno già caldo) e fate  gratinare.
Nel frattempo scaldate 20 g di burro in una padella e depositateci  le uova, lasciatele cuocere fino ad addensare l’albume ma non il tuorlo ( all’occhio di bue), salate e pepate.
Per ottenere una forma perfettamente tonda potete aiutarvi inserendo nella padella un coppa pasta del diametro adatto alle vostre fette di pane e inserendo al loro interno le uova crude.
Sfornate i croque madame , adagiate delicatamente  sopra ad ognuno un uovo e serviteli subito ben caldi.

 

 

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