giovedì 28 settembre 2017

Frità rognosa

La frità rognosa  (Frità rugnusa) è una ricetta tipica piemontese della Langhe e del Monferrato. E’ una sinfonia di sapori per il palato e un trionfo dell’odorato  per l’intenso aroma che unisce il gusto pieno del salame con l’acidulo del formaggio e la freschezza degli aromi. Rallegra la tavola con i suoi colori vivaci.
La  Salsiccia Casareccia Maestri Salumieri Clai che ho utilizzato per questa ricetta è prodotta dalla Cooperativa Clai.
Dalla tradizione rurale e gastronomica della Romagna, nasce la tipica salsiccia passita-casereccia. Prodotta rispettando l’antica ricetta, utilizzando esclusivamente le migliori carni magre di suino italiano con la giusta quantità di grasso, viene insaccata in budello naturale. Caratterizzata dalla facile pelabilità, dal gusto dolce, rimane tenera e scioglievole al palato. Ottima in ogni momento della giornata, come pasto, spuntino veloce o per aperitivi
CLAI (Cooperativa Lavoratori Agricoli Imolesi) è una Cooperativa agricola che opera nell’agroalimentare sia nel settore dei salumi, con una particolare specializzazione nel segmento del salame, che in quello delle carni fresche bovine e suine.
L’azienda opera principalmente in due stabilimenti: a Sasso Morelli di Imola (BO) dedicato alla produzione dei salumi e a Faenza (RA) dove si effettuano macellazione e sezionamento dei bovini e dei suini, adottando le procedure operative più avanzate per assicurare il benessere animale e alti standard di qualità nel sistema di trasformazione e lavorazione.
I prodotti dell’azienda sono presenti in tutti i canali di vendita e in tutte le regioni Italiane.
Negli ultimi anni CLAI ha sviluppato la sua presenza all’estero soprattutto nel comparto dei salumi. Fanno parte della cooperativa 283 soci, formati sia da soci allevatori che conferiscono il bestiame, che da soci lavoratori che svolgono la loro attività nei vari settori dell’impresa.
Nella preparazione dei salumi vengono utilizzate solo carni italiane, puro suino, sale iodato.
Non sono presenti il glutine  e i derivati del latte.
La filiera è controllata e certificata ed infine hanno ottenuto la certificazione iso 1400 per il rispetto per l’ambiente.
Come cooperativa agricola aderente a Fedagri Confcooperative hanno da tempo aderito al progetto “QUI DA NOI” che ha come obbiettivo la valorizzazione delle produzioni agricole nazionali.



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Ingredienti per 4 persone:

80 gr di robiola fresca
4 cucchiai di Parmigiano Reggiano grattugiato
Basilico,timo, menta
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.

Procedimento.
Lavate, sgrondate gli aromi e tritateli. Tritate grossolanamente la salsiccia casereccia e il formaggio.
Rompete le uova in una ciotola e sbattetele, unite il trito di aromi, il trito di salsiccia e di formaggi, il Parmigiano Reggiano grattugiato e il sale. Amalgamate bene. In una padella antiaderente (in realtà l’ideale sarebbe una padella di ferro), versate 4 cucchiai  d’olio e scaldate bene, Versate il composto di uova e fate cuocere da ambo le parti.


Per info e acquisti
Clai S.c.a.
Via Gambellara  62/a
Sasso Morelli
Imola (BO)
www.clai.it


giovedì 21 settembre 2017

Cozze gratinate

Le cozze gratinate sono un antipasto ottimo e leggero, diffusissimo in tutto il Meridione d’Italia e sono preparate in varie versioni.
Questa è  una versione molto diffusa in Sicilia e potete prepararla anche senz’aglio saranno comunque ottime.
Le cozze o Mitili, sono dei molluschi composti da due valve uguali. In natura si trovano aggrappate agli scogli grazie ad un filamento proteico chiamato bisso, secreto dal mollusco stesso. I mari ricchi di cozze sono il Mediterraneo e l’Atlantico, ma in commercio , di solito, troviamo quelle allevate.
Da un punto di vista nutrizionale, le cozze sono degli ottimi antiossidanti, ricche di proteine nobili e di vitamine C e B. Inoltre contengono diversi sali minerali come il potassio, sodio, fosforo e zinco che hanno proprietà stimolanti e digestive. Non sono da trascurare le proprietà di questo mollusco nei confronti del cuore. Il suo alto contenuto di potassio aiuta a controllare la pressione e la ritenzione idrica. (Fonte: Pazienti.it)




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Ingredienti per 4 persone

1 kg di cozze
½ bicchiere di vino bianco
1 spicchio d’aglio
1 mazzetto di prezzemolo
4 cucchiai di Parmigiano Reggiano grattugiato
80 gr di pangrattato
Peperoncino rosso q.b.
Olio Extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.

Procedimento
Lavate bene le cozze, eliminate quelle già aperte o con il guscio rotto, raschiate i gusci per eliminare le impurità e il bisso (la barbetta che fuoriesce dal guscio).
Risciacquate bene
Lavate e sgrondate il prezzemolo e tritatelo insieme allo spicchio d’aglio
In una casseruola scaldate  3 cucchiai d’olio,  aggiungete le cozze, un po’ del trito di prezzemolo e aglio, il peperoncino, il vino  e fatele cuocere a fuoco vivace  finché saranno tutte aperte (5 minuti).
Scolatele, gettate quelle che non si sono aperte e filtrate il liquido di cottura.
Lasciatele raffreddare.
Nel frattempo preparare il composto per la gratinatura.
In una ciotola unite il pangrattato, il formaggio, il rimanente trito di prezzemolo e aglio e un pochino dell’acqua di cottura delle cozze.
Prima di aggiungere il sale assaggiate sia le cozze che il liquido perché normalmente sono già sapide e non richiedono l’aggiunta di sale, diversamente aggiustate la sapidità.
Amalgamate bene il tutto fino ad ottenere un composto morbido e cremoso, non acquoso, se è il caso aggiungete ancora un po’ di pangrattato.
Staccate dalle cozze la parte di guscio senza il mollusco e gettatelo, disponete l’altra metà in una teglia e farcite con il preparato.
Infornate in forno preriscaldato a 180°C per 15 minuti, passate poi alla funzione grill per 3 minuti.
Le cozze dovranno rimanere morbide all’interno e croccanti fuori.

Potete servirle sia calde che fredde accompagnate da un buon bicchiere di vino bianco.

martedì 19 settembre 2017

Tortini di banane e crema di nocciole al cacao

La banana, disponibile 365 giorni l'anno, è il frutto del banano, una pianta gigantesca (non un albero) alta fino a 7 metri.
Nascono a testa in giù, una vicina all’altra, in una grande massa di frutti chiamata casco. Un casco può superare il metro di lunghezza, contenere anche più di 200 frutti e pesare oltre 25 chili.
E’ uno dei frutti presente da più tempo sul nostro pianeta; originaria della Nuova Guinea, dove sembra sia nata attorno al 5000 a. C. durante i secoli questo dolce frutto si è diffuso prima in India, poi in Africa ed infine in Centro America. Seguendo le rotte dei grandi commerci marittimi la banana ha fatto il giro del mondo e conquistato i cinque continenti.
In America Centrale viene coltivata la varietà "Cavendish" regina della tavola italiana grazie alla sua dolcissima polpa.
Il termine banana deriva dall'arabo "banan", che significa "dito".
Frutto prezioso per la nostra salute ,contiene triptofano, un aminoacido che viene       trasformato dal nostro corpo in serotonina e che è in grado di rendere più sereno l’umore e svolgere un'azione rilassante.
La sua polpa è ricca di vitamina A, B1, B2, B6, C, E, PP che contribuiscono a mantenere elastica la pelle, a stimolare le difese immunitarie e a favorire il metabolismo delle proteine. Nella banana, inoltre, abbondano  sali minerali quali il calcio, il ferro e, soprattutto, il potassio, indispensabile per il funzionamento del sistema cardiovascolare.
Le banane possono essere utilizzate nelle diete da chi soffre di mal di stomaco: è in grado di neutralizzare l'acidità e ridurre l'irritazione delle pareti dello stomaco.




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Ingredienti per 6 muffin grandi

2 banane mature
3 cucchiai abbondanti di Crema di nocciole al cacao  Arigoni
50 gr di zucchero di canna
150 gr di farina OO
1 uovo
2 cucchiaini di lievito per dolci
Zucchero a velo q.b.

Procedimento

Schiacciate le banane con i rebbi di una forchetta fino a ridurli in poltiglia, unite la crema di nocciole mischiate bene.




Aggiungete l’uovo e amalgamate.


Unite lo zucchero e, poco alla volta la farina con il lievito.
Inglobate il tutto .


Imburrate i classici stampini da muffin e versate il composto.


In una pirofila mettete due dita d’acqua e inserite gli stampini.


Infornate (preriscaldato 0 180°C – statico) per 30/35 minuti.
A cottura ultimata lasciate riposare ancora 5 minuti nel forno spento.
Sfornate, lasciate raffreddare e prima di servire spolverizzate con lo zucchero  a velo.





giovedì 14 settembre 2017

Peperoni conservati in agrodolce

All’inizio del Novecento, Domenico Ferrero faceva il commerciante a Torino, scoprì che nel Borgo Salsasio di Carmagnola si producevano degli ottimi peperoni e spinse i contadini a produrne su ampia scala sostituendo la coltura della canapa fino ad allora dominante.
Nacquero così diverse varietà locali ed una produzione di elevata qualità, che diede luogo ad un fiorente commercio.
Allora la maggior parte delle persone in questi luoghi faceva il contadino e quest’ortaggio che cresceva facilmente e dava ottimi risultati fu come la manna dal cielo, diventò molto importante e fonte di guadagno per le famiglie di allora.
L’interesse crebbe sempre più e si fecero manifestazioni, fiere; nacquero aneddoti e ricette fino ad arrivare ai nostri giorni alla Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola.
Col tempo si perfezionò la coltivazione e attualmente ne sono state selezionate cinque diverse qualità: il Quadrato con la forma cubica  , il Quadrato Allungato, il Corno o Lungo (un cono molto allungato), il Trottola (a forma di cuore), il Tomaticot (tondeggiante schiacciato ai poli come un pomodoro).



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Ingredienti
3 kg di peperoni Tomaticòt o trottola
700 g di zucchero di canna (o bianco se preferite)
1 litro di aceto di vino bianco o di mele
2 bicchieri d’olio extravergine d’oliva
1 cucchiaio colmo di sale
Foglie d’alloro
Qualche bacca di ginepro.


Procedimento
Lavate accuratamente  con l’acqua calda i vasetti e i relativi coperchi (cambiateli ogni volta che riutilizzate i vasetti) e asciugateli perfettamente.
Lavate i peperoni, tagliateli in quarti e  asportarte il torsolo ed i semi.
Ponete sul fuoco una pentola d’acciaio (non utilizzate l’alluminio), versateci l’aceto, l’olio, lo zucchero, il sale , tre foglie d’alloro e qualche bacca di ginepro schiacciata.
Portate a bollore poi tuffateci (pochi alla volta) i peperoni e fateli cuocere per 3 o quattro minuti al massimo.


Scolateli, lasciateli raffreddare, 


sistemateli nei vasi, aggiungete una foglia  d’alloro (ben lavata e asciugata) in ogni vaso e ricoprite con il liquido di cottura da cui avrete eliminato le bacche di ginepro.


Chiudete ermeticamente e conservate in luogo fresco e asciutto.
Consumate non prima di un mese. Si conservano per 1 anno.

Ricordatevi di non consumare mai il prodotto qualora il tappo risultasse gonfio o il prodotto risultasse fermentato, vorrebbe dire che non è stato  ben confezionato o conservato.




lunedì 11 settembre 2017

Confettura di pesche, zenzero rum e noci

 Lo Zenzero è tonico, stimolante, digestivo, antinfiammatorio e tanto altro. Una spezia dalle grandissime proprietà curative. La parte medicinale dello zenzero è proprio il rizoma (che la maggior parte delle persone lo chiama erroneamente radice), ricco di olio essenziale, gingerina, zingerone, resine e mucillagini. Originario dell’India e della Malesia, lo zenzero si sviluppa meglio in posti tropicali (con alte temperature e umidità elevata) ma è possibile coltivarlo anche da noi. Per coltivare lo zenzero in casa  prendete il rizoma einterratelo a pochi centimetri. Innaffiate spesso ma con poca acqua (va bene anche nebulizzarlo con acqua per ricreare l’umidità tipica di paesi di origine). In inverno bisogna stare attenti alle basse temperature che possono danneggiare la pianta.



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Ingredienti per 6 vasetti circa da 250 gr cad tipo Bormioli

2 kg di pesche gialle possibilmente bio
800 gr di zucchero di canna
40 gr di zenzero fresco
50 ml di rum
1 limone non trattato
Noci q.b.



Procedimento

Lavate accuratamente  con l’acqua calda i vasetti e i relativi coperchi (cambiateli ogni volta che riutilizzate i vasetti) e asciugateli perfettamente.
Lavate le pesche fregando bene ma delicatamente la buccia. Tagliatele a spicchi, togliete il nocciolo e mettetele in una pentola adatta in acciaio inox o ceramica (non utilizzate l’alluminio).
Terminata l’operazione aggiungete il succo del limone, la scorza dello stesso (solo la parte gialla, state attenti a non prelevare la parte bianca (albedo) che renderebbe amara la confettura), il rum, lo zenzero tritato e lo zucchero.


Mescolate e ponete la pentola sul fuoco molto basso. Fate cuocere adagio adagio, mescolando e schiumando.
Circa 10 minuti prima del termine della cottura aggiungete i gherigli di noce interi o spezzettati ( come preferite). 


Quando la confettura raggiungerà la giusta densità  (fate la prova versando un po’ di confettura in un piatto ed inclinandolo, se non scorre è perfetta), toglietela dal fuoco e invasatela immediatamente nei vasi, chiudeteli ermeticamente e conservateli all’asciutto e all’oscuro.




N.B.
Durante la cottura tutto l’alcool contenuto nel rum evapora lasciando solo l’aroma, quindi può essere tranquillamente consumata anche dai bambini o da chi non deve bere alcolici.
E naturalmente potete preparala senza rum e senza noci, sarà buonissima lo stesso . 



Sentiamo spesso parlare di marmellate, confetture e composte, ma in che cosa si differenziano?
La marmellata è un prodotto fatto di zucchero e agrumi (arancia, mandarino, limone, cedro, bergamotto, pompelmo) in cui la percentuale di frutta sia almeno il 20%. Le parti di agrumi utilizzabili sono polpa, purea, succo, estratti acquosi e scorza.
La confettura è un   prodotto contenente zucchero e polpa (o purea) di tutti gli altri tipi di frutta. La percentuale di frutta non è in generale inferiore al 35% (con differenze anche notevoli a seconda del frutto usato), ma sale al 45% nel caso della “confettura extra“.
La composta. In questo caso si ritiene che la percentuale di frutta non debba essere inferiore ai due terzi. Nella composta lo zucchero aggiunto è sensibilmente minore, così come il conseguente apporto calorico.
Le confetture, come le marmellate e le composte, sono semplicissime da preparare, ma bisogna porre molta attenzione ai contenitori che devono essere sempre ben lavati con acqua bollente e sterilizzati prima dell’utilizzo; i coperchi devono essere nuovi per garantire la chiusura ermetica.



Per sterilizzarli potete utilizzare vari metodi, personalmente utilizzo il seguente:
Lavo  i vasetti e i coperchi con acqua calda e detersivo, li sciaquo molto bene sempre con l’acqua calda e li asciugo.
Accendo il forno a 130 gradi (non di più perché si rischia di rompere il vetro) posiziono i vasetti e i coperchi assicurandomi che non si tocchino. Chiudo il forno e li lascio lì per 20/25 minuti. Trascorso il tempo, li tolgo usando i guanti e invaso la confettura caldissima, poi chiudo ermeticamente e lascio raffreddare su dei sottopentola. Lo sbalzo di temperatura potrebbe far rompere i vasetti.