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giovedì 30 gennaio 2025

Coq au vin (pollo al vino francese)

Il coq au vin, in lingua francese gallo al vino, è uno dei piatti tradizionali francesi tra i più amati e conosciuti e di cui la Borgogna, l'Alsazia, la Champagne e l'Alvernia ne rivendicano la paternità.
Una leggenda riconduce la ricetta alla conquista della Gallia da parte di Giulio Cesare. Un capotribù degli Arverni, assediato dai Romani, avrebbe fatto pervenire al dittatore un galletto come simbolo del valore dei Galli. Cesare ricambiò la cortesia e i due sedettero insieme ad una cena dove fu servito il coq au vin.

È ricordato nei libri del Commissario Maigret come uno dei piatti preferiti dal protagonista, e come uno dei piatti che sua moglie cucinava.

È una ricetta che si prepara in più fasi iniziando dalla lunga marinatura ma, data la bontà del piatto, vale la pena prepararla.

Nella ricetta originale, per far soffriggere il pollo, non si utilizza l’olio come ho fatto io per alleggerire un pochino la preparazione, ma il grasso d’anatra o lo strutto, a voi la scelta.

È invece fondamentale che utilizziate un pollo ruspante poiché le sue carni sono sode e ben si prestano  alla lunga cottura.

 

LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.

Ingredienti per 4 persone:

1 pollo ruspante da circa 1 kg e mezzo tagliato a pezzi

350 gr di funghi porcini o, in alternativa, di champignon
Una ventina di cipolline
200 gr di pancetta
50 ml di cognac
150 ml di brodo vegetale caldo
2 cucchiai di farina
2 cucchiai d’olio d’oliva extravergine
Sale e pepe q.b.

Per la marinatura

1 lt di vino rosso secco possibilmente Bordeaux

1 scalogno
2 carote
Timo, maggiorana,
2 foglie d’alloro
Qualche foglia di salvia
Qualche bacca di ginepro
1 spicchio d’aglio
Pepe nero in grani

Procedimento

Il giorno prima, preparate la marinatura.

In una capiente ciotola disponete i pezzi di pollo, unite le carote tagliate a cubetti, lo scalogno tagliato a fettine, lo spicchio d’aglio tritato, le erbette, qualche grano di pepe e qualche bacca di ginepro schiacciata.
Versate il vino a ricoprire il tutto, coprite e mettete a marinare in frigo per un giorno, rigirandolo ogni tanto.
Trascorso il tempo scolate i pezzi di pollo e teneteli da parte.
Conservate la marinata per dopo.
Tagliate a listarelle la pancetta.
Scaldate due cucchiai d’olio in una casseruola e unite i pezzi di pollo.
Fate rosolare bene il pollo da tutti i lati poi toglietelo e mettetelo da parte.
Nel fondo di cottura rimasto unite le listarelle di pancetta e fate soffriggere a fuoco vivo per un paio di minuti, poi rimettete i pezzi di pollo e sfumate con il cognac.
Spolverizzate tutto con la farina.
Mescolate bene e versate la marinata con tutte le sue verdure e le erbette, le cipolline, il brodo vegetale, sale e pepe.
Unite anche il brodo vegetale.
Lasciare cuocere il tutto a fuoco basso per circa un’ora e mezza.
Unite i funghi puliti e tagliati a pezzi e continuate ancora la cottura per quindici minuti.
Assaggiate e, eventualmente, aggiustate di sale.
Servite subito il pollo con il suo fondo di cottura accompagnando il piatto con del purè o dei crostini di pane caldi imburrati o della polenta.

 

 

 

lunedì 25 novembre 2024

Tapenade

La tapenade è una gustosissima salsa, tipica della cucina provenzale, ma diffusa in tutta la Francia, le cui origini risalgono a molto più indietro nel tempo.
Gli antichi romani, ad esempio, preparavano già una salsa simile a base di olive, capperi e olio.
Il nome “tapenade” deriva dal termine provenzale “tapeno”, che significa cappero.
Inizialmente era composta solo da tre ingredienti: olive nere e capperi e olio, a cui si sono poi aggiunte, nel XIX secolo le acciughe sotto sale raggiungendo così la composizione attuale.
Tradizionalmente tutti gli ingredienti erano pestati in un mortaio aggiungendo, poco alla volta, dell’olio d’oliva; ai nostri giorni utilizziamo il più comodo frullatore, ma i puristi sostengono che quella preparata con il mortaio sia più gustosa grazie alla composizione più rustica.
Come tutte le ricette di estrazione popolare anche qui si trovano alcune varianti,per esempio c’è ci aggiunge uno spicchio d’aglio, un pochino di succo di limone, o delle erbe aromatiche di stagione o del vino rosso o del brandy.
Sono tutte ottime ugualmente; la cosa fondamentale rimane la qualità degli ingredienti che deve essere ottima.
Ai nostri giorni, e con la fretta che ci caratterizza, le acciughe sott’olio hanno occupato il posto di quelle sotto sale e i capperi sottaceto di quelli sotto sale.
Infiniti solo gli utilizzi di questa salsa; si può utilizzare per preparare le classiche tartine, crostini, condire primi piatti, accompagnare carni o pesci o per insaporire sughi di pomodoro o vinaigrette per condire le insalate.
Dopo la preparazione può essere conservata, per una settimana, in frigorifero in un barattolo di vetro con chiusura ermetica e coperta con abbondante olio d’oliva.
 

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Ingredienti per un barattolo tipo Bormioli da 250 g

200 g di olive nere denocciolate
50 g di capperi sottaceto
4 filetti d’acciuga sott’olio
180 g di olio extravergine d’oliva

Procedimento

Sciacquate i capperi e asciugateli bene con della carta da cucina e metteteli in un mortaio,unite le olive e i filetti di acciuga e iniziate a pestare aggiungendo poco alla volta dell’olio.
Quando avrà raggiunto la giusta consistenza, che dovrà essere piuttosto rustica, mettetela nel barattolo di vetro e aggiungete tutto l’olio rimanente.
Chiudete ermeticamente e ponete in frigorifero.
Per accorciare i tempi, potete utilizzare un frullatore seguendo sempre lo stesso procedimento, ma mantenendo sempre la medesima consistenza rustica.
Come spiegato sopra, potete preparala nelle varie varianti che più v’ispirano.
La tendenza attuale è quella di prepararla, in una versione più delicata, con le olive verdi.










 
 

sabato 28 ottobre 2023

Pan de muerto messicano

Il pan de muerto (il pane del morto), come dice il suo nome, è un dolce tipico della trazione culinaria messicana che si prepara in occasione della festività dei morti.
Si tratta di una pagnotta dolce, aromatizzata con le bucce d’arancia o con i semi di anice, sofficissima e simile a una brioche.
Solitamente viene preparato qualche giorno prima della festività e consumato davanti ad un altare, realizzato per onorare i defunti, insieme con altri cibi che amavano.
Nella cultura messicana la morte non è vista come la fine ma come il proseguimento naturale in una vita ultraterrena e per questo motivo è festeggiata con allegria.
Non è difficile prepararlo e richiede semplici ingredienti come farina, burro, uova, zucchero, latte, scorza d’arancia o semi di anice.
Con le dosi che vi ho fornito, potete preparare tre pani di circa tre etti l’uno, se li preferite, più piccoli basta dividere l’impasto per più pani.
Potete velocizzare i tempi usando una planetaria anziché impastando a mano.

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Ingredienti per 4 pani medi

500 gr di farina 00

100 gr di zucchero + quello per la finitura
3 uova intere
3 tuorli
150 gr di burro a tocchetti e a temperatura ambiente
150 ml di latte tiepido (mezza tazza)
3 cucchiai di acqua di rose
2 arance bio
7 gr di lievito di birra secco
10 gr di sale fino (1 cucchiaio)

Procedimento

Innanzitutto, preparate il lievitino.

In una ciotola mettete il lievito sul fondo e versateci sopra tre cucchiai colmi di farina, un cucchiaio di zucchero e tutto il latte tiepido (36°C), versandolo a poco a poco e mescolando per evitare la formazione di grumi.
Dopo aver amalgamato il tutto, coprite con una pellicola e mettete a lievitare in un luogo caldo e lontano da correnti d’aria.
Nel frattempo, lavate bene le arance e grattugiate la buccia avendo cura di non grattugiare la parte bianca (albedo) che renderebbe il pane amaro. Coprite con la pellicola e mettete da parte.
Su di un piano di lavoro, versate la farina rimanente e distribuite intorno ad essa tutto lo zucchero e il sale; con il fondo della ciotola create un buco al centro della montagnola di farina e deponeteci il lievitino.
Nel lievitino, incorporate le uova e i tuorli (uno per volta) e mescolate delicatamente con le mani inglobando un pochino della farina circostante.
Quando avrete inglobato tutte le uova continuate a prendere la farina e incorporate tutto impastando, compreso lo zucchero e il sale.
A questo punto inserite i tocchetti di burro, pochi alla volta.
Una volta integrato completamente il burro, unite l’acqua di rose e le bucce grattugiate delle arance.
Vi troverete un impasto molto morbido, ma non aggiungete altra farina o vi troverete un pane poco soffice, continuate invece a impastare fino a quando otterrete un impasto più solido e omogeneo.
Lavoratelo stendendolo più volte fino a quando sarà più compatto, ma sempre molto morbido e si staccherà bene sia dal piano di lavoro sia dalle mani.
Mettetelo in ciotola leggermente unta con un pochino d’olio, pennellate con lo stesso anche l’impasto per evitare che asciughi troppo e coprite con la pellicola.
Mettetelo a lievitare, sempre in luogo caldo e lontano da correnti d’aria, fino al raddoppio (di solito ci vogliono due ore ma dipende dalla temperatura dell’ambiente in cui si trova).
Trascorso il tempo distribuite, sul piano di lavoro, un po’ di farina e deponeteci delicatamente l’impasto lievitato.
Schiacciatelo leggermente per eliminare l’aria e dategli una forma cilindrica di circa 30/23 cm di lunghezza e 13-15 di larghezza.
Tagliate la forma in quattro parti, tre uguali e la quarta della metà di una delle altre (servirà per fare “le ossa” ossia la guarnizione).
Infarinate nuovamente il piano di lavoro, prendete uno dei tre pezzi d’impasto, fatelo girare con le mani (pirlatura) ridandogli una forma tonda tenendo le punte sotto l’impasto, trasferite su di una teglia rivestita da carta da forno e schiacciatelo leggermente.
Eseguite le stesse operazioni anche con gli altri due pezzi distanziandoli nella teglia affinché non si attacchino tra di loro durante la lievitazione e la cottura.
Prepariamo ora “le ossa”.
Prendete il pezzo d’impasto rimasto, aggiungetegli due cucchiai di farina perché deve essere più corposo rispetto ai pani, impastatelo per inglobare la farina poi ricavate nove cilindretti.
Prendete un cilindretto arrotolatelo come fosse un grissino, poi premetelo con il dito indice al centro e fatelo rotolare avanti e indietro finché non si schiaccia completamente. Una volta diviso (ma non staccato) in due, fate la stessa cosa ai lati usando i due indici e allungandolo leggermente.
Ripetete l’operazione con altri cinque cilindretti e avrete ottenuto “le ossa”, con i tre pezzetti d’impasto rimasto create tre palline per formare “la testa”.
Spennellate i pani con dell’acqua, formando una croce nel punto dove andranno poste le ossa affinché aderiscano bene.
Posizionatene, schiacciandole leggermente, due per ogni pane, formando appunto delle croci e ponete sopra di ognuna di essa la pallina di pasta (testa) sempre dopo aver spennellato con dell’acqua.
Una volta decorati i pani metteteli ancora a lievitare fino al raddoppio del volume.
Infornate nel forno preriscaldato a 170°c per 20/30 minuti.
Quando saranno ben dorati, estraeteli dal forno e metteteli a raffreddare su di una gratella.
Una volta che saranno raffreddati, spennellateli con del burro fuso e spolverizzateli con lo zucchero semolato.
Scrollateli leggermente per eliminare lo zucchero in eccesso e il vostro pan de muerto messicano è pronto per essere gustato.

 

 

 

lunedì 30 gennaio 2023

Tartiflette

La tartiflette è una ricetta tipica dell’Alta Savoia a base di patate, pancetta, cipolle e formaggio Reblochon.
Il Reblochon è un formaggio di montagna nato nel tredicesimo secolo sul massiccio dell’Aravis la cui produzione,  derivata dal latte di mucche regionali,  è oggi diffusa in tutta l’Alta Savoia.
Prende il suo nome dal termine savoiardo re-blocher che significa mungere una seconda volta: tradizionalmente i contadini facevano una prima mungitura per il proprietario, e una seconda mungitura notturna per il proprio fabbisogno.
Oggi troviamo due tipi di questo formaggio, uno con il bollino verde, che viene preparato nella stessa fattoria due volte al giorno  e uno con il bollino rosso prodotto con il latte proveniente da varie fattorie.
Delizioso consumato anche crudo, in insalata o cotto.
Nel caso non lo trovaste potete sostituirlo con il Camembert, con il Brie o con l’italianissimo Taleggio.


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Ingredienti per 4 persone:


1 kg di patate
200 g di pancetta affumicata a dadini
200 g di cipolle bianche
Mezzo bicchiere di vino bianco
350 g di Reblochon
50 g di burro
Sale e pepe q.b.


Procedimento

Lavate le patate e fatele cuocere in acqua salata, con tutta la buccia, per 10 minuti.
Lasciatele raffreddare, spelatele e tagliatele a fette non troppo sottili.
Pulite le cipolle e tagliatele a fettine sottili.
Sciogliete il burro in una padella e fate dorare le cipolle con la pancetta per qualche minuto, unite le patate, sfumate con il vino e continuate la cottura per altri 5 minuti, spolverizzate con un po’ di pepe.
Preriscaldate il forno a 200°.
Tagliate il formaggio a dadini mantenendo la crosta.
Imburrate una pirofila e disponete il composto in quest’ordine: patate-cipolla-pancetta- formaggio.
Infornate per 25 minuti. Servite caldo.

 

 

 

 

lunedì 24 gennaio 2022

Tortilla di patate e cipolle

La tortilla di patate (tortilla de patatas)  è un piatto tipico spagnolo molto apprezzato e con diverse varianti; può essere solo di patate, patate e cipolle come in questo caso oppure arricchita con altri ingredienti come il prosciutto, i funghi ecc.
Ottima anche nel panino o da servire tagliata a quadratini o a spicchi come antipasto o come aperitivo.

 

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Ingredienti per 4 persone:

500 gr di patate gialle
200 gr di cipolle bianche
5 uova
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale fino q.b.

Procedimento

Lavate e sbucciate le patate e le cipolle, asciugatele e tagliatele a fettine  sottili.

In una larga padella antiaderente sciogliete scaldate 5 cucchiai d’olio, aggiungete le patate, e fatele cuocere a fuoco medio per 5 minuti. Aggiungete le cipolle , coprite  e fate cuocere ancora per 15 minuti.
Fate cuocere a fuoco dolce e a pentola scoperta per 15 minuti.
Il tutto non deve friggere ma cuocere lentamente anche all’interno.
In una ciotola capiente rompete le uova, salate e sbattetele molto  bene, aggiungete le patate e le cipolle ben calde ma scolate dall’olio.
Mescolate gli ingredienti, versate nella padella coprite e cuocete per 10 minuti a fuoco basso.
Aiutandovi con un coperchio o un piatto capovolgete la frittata e continuate la cottura ancora per 5 minuti anche dall’altro lato.
Trasferite la tortilla in un piatto da portata e servite.
E’ ottima sia calda che tiepida.

 

domenica 10 maggio 2020

Gnocchi dolci alle albicocche sciroppate- Marillenknödel

In Austria all’albicocca si dà il nome di marille. Questo dolce frutto è una delle specialità della bella e soleggiata regione della Wachau in Niederoesterreich, Bassa Austria.
Si sviluppa poco più a nord di Vienna, lungo il Danubio ed è conosciuta per lo più per i vini, le albicocche, le abbazie e i suoi bei paesaggi collinari. Punteggiata da circa centomila albicocchi che, quando fioriscono in primavera, danno vita a uno spettacolo semplicemente mozzafiato.
Esiste una variante  con le prugne nel ripieno per questi gnocchi dolci, i Zwetschgenknödel, e nell’accompagnamento con del gelato , con della crema alla vaniglia o semplicemente cosparsi di zucchero.




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Ingredienti per 4 persone:

1 kg di patate farinose per gnocchi
80 gr di burro
50 gr di semolino
1 uovo intero
2 tuorli
250 gr di farina
24 mezze albicocche sciroppate
100 gr di marmellata di albicocche
150 gr di pane grattugiato
180 gr di burro
Cannella in polvere q.b.


Procedimento

Lessate le patate con la buccia, sbucciatele e, ancora calde, passatele allo schiacciapatate.
Lasciate raffreddare un poco e aggiungete 80 gr di burro ammorbidito,il semolino, un pizzico di sale, l’uovo intero e i due tuorlo.
Setacciate la farina su questi ingredienti e lavorate il tutto fino ad ottenere una pasta liscia ed omogenea.
Lasciate riposare per 10 minuti poi stendete l’impasto su un ripiano infarinato fino ad uno spessore di mezzo cm e ricavate 12 quadrati di circa 7 x 7 cm.
Accoppiate le mezze albicocche ponendo al centro un poco di marmellata, rivestitele con i quadrati d’impasto in modo da formare dei grossi gnocchi rotondi.
Lessateli in acqua bollente per 10 minuti a fuoco dolce, mescolando.
Nel frattempo sciogliete il burro rimasto, aggiungete il pane grattugiato e fatelo rosolare mescolando.
Scolate gli gnocchi, metteteli nella padella del pangrattato e girateli finché la loro superficie ne sarà completamente ricoperta.
Servite gli gnocchi caldi e cospargeteli con un poco di cannella.




Quando sono reperibili le albicocche fresche mettetene una all’interno dello gnocco, con un quadratino di zucchero al posto del nocciolo.





lunedì 3 giugno 2019

Pollo al sesamo zenzero e soia


La cucina cinese è la somma di ben otto cucine regionali che, nel corso dei secoli, si sono evolute e si sono modificate . Da ritrovamenti archeologici sappiamo che coltivazione del riso e la produzione di spaghetti  vedrebbero la luce durante l’età della pietra cinese.
Con  la scoperta durante i secoli di nuove materie prime per cucinare e nuovi metodi di cottura, la cucina cinese si modificò gradatamente e nacque l’uso delle bacchette, realizzate con diversi materiali e adoperate come utensili per mangiare.
Per chi disponeva di poche risorse economiche, un pasto era semplicemente un piatto di pasta o di riso, condito con un pugno di verdure o qualche boccone di carne. Tuttavia, in occasione delle feste o di visite da parte di ospiti, anche i cinesi meno abbienti si prodigavano in banchetti ricchi di pietanze, colori e gusto. Spesso il cibo era una questione d'onore e senza dubbio il primo segno di appartenenza sociale.
Durante un tipico pasto cinese si condividono i piatti, che vengono di solito messi in comune e fatti girare sul tavolo. Si mangia con l'aiuto di bacchette oppure, in caso di pietanze brodose, con l’aiuto di cucchiai di legno o di porcellana. La tavola è un simbolo dello status sociale e deve essere sempre rotonda e a volte sormontata da un grande piatto girevole dove sono poste le pietanze da condividere; non sono mai presenti coltelli a tavola perché tutto ciò che deve essere tagliato, viene tagliato in cucina. La successione cronologica dei piatti segue una ricerca di equilibrio a partire dai cinque sapori di base (dolce-salato-acido-amaro-piccante).


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Ingredienti per 4 persone:

Per la marinatura e la salsa

1 tazza di brodo di pollo
½ tazza d’acqua
½ tazza di salsa di soia
85 gr di miele
60 ml di aceto di vino di riso
3 cucchiaio di zucchero di canna
2 cucchiai di amido di mais
2 cucchiai di olio di sesamo
2 spicchi d’aglio tritati
1 cucchiaio di zenzero fresco tritato
2 pizzichi di peperoncino tritato

Per friggere il pollo

680 gr di petto di pollo tagliato a pezzi da 2,5 cm
3 albumi
210 g di amido di mais
65 gr di farina
½ cucchiaino di bicarbonato
114 cl di olio vegetale per fritture
Sale q.b.

Per guarnire
Semi di sesamo q.b.
Erba cipollina   q.b.


Procedimento

Preparate la marinata mettendo in una ciotola il brodo di pollo, l’acqua, la salsa di soia, il miele, l’aceto, lo zucchero ,l’amido di mais e l’olio di sesamo. Mescolate tutti gli ingredienti con una frusta.
Mettete i pezzi di pollo in un sacchetto, unite  6 cucchiai dell’emulsione, agitate un pochino e mettete in frigorifero per 30 minuti.
Mettete da parte la rimanente marinata.
Nel frattempo preparate la salsa.
Scaldate  a fuoco medio 1 cucchiaio d’olio di semi di sesamo in una padella grande , unite l’aglio, lo zenzero, il peperoncino e fate saltare per 2 minuti.
Versate 2 tazze della marinata e lasciate sobbollire, continuando a mescolare, finché non si imbrunisce.
Quando avrà raggiunto una consistenza abbastanza densa, togliete la padella dal fuoco e copritela.
Preparate la pastella per friggere il pollo.
Sbattete gli albumi con un pochino di sale. In una ciotola mettete la farina, l’amido di mais, il bicarbonato e la marinata rimanente. Mescolate tutto.
Scaldate abbondante olio fino a raggiungere la temperatura di 180°C.
Togliete il pollo dal frigo, scolatelo dalla marinata, asciugatelo e immergetelo, poco alla volta, negli albumi e poi rotolatelo nel composto di amido e farina per ricoprirlo completamente.
Friggete il pollo (sempre poco alla volta per evitare che la temperatura dell’olio si abbassi troppo) fino a dorarlo e renderlo croccante da ambo i lati.
Scolatelo e mettetelo su carta da cucina per eliminare l’unto in eccesso.
Riscaldate la salsa poi aggiungete i pezzi di pollo fritto e ricopriteli interamente.
Servite il pollo al sesamo su di un letto di riso bianco cospargendolo di semi di sesamo e erba cipollina tagliuzzata.

martedì 30 agosto 2016

Baklava rivisitato

Il Baklava è un dolce tipico della tradizione turca. Gli ingredienti essenziali sono la frutta secca e il miele. La ricetta così come è conosciuta proviene direttamente dalle cucine del Palazzo TopKapi di Istanbul, residenza del Sultano.
Nella mia reinterpretazione ho eliminato le noci, il miele e la cannella e li ho sostituiti con le marmellate dell’azienda Calabria & Calabria di Agostino Sirianni.
Ho trovato queste marmellate veramente ottime!  Nel colore, nel profumo, nel gusto eccezionale c’è tutto il colore e il calore  della splendida terra di Calabria



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Ingredienti per 4 persone:

250 gr di pasta fillo
200 gr di pistacchi
200 gr di mandorle
200 gr di marmellata ai Quattro agrumi Sirianni
200 gr di marmellata extra di Bergamotto Sirianni
80 gr  di burro
Zucchero a velo q.b.
Per lo sciroppo
200 ml di acqua
180 ml di zucchero
Il succo di mezzo limone

Procedimento

Con il mixer tritate la frutta secca e deponetela in una ciotola.


Fate fondere il burro a bagnomaria.
Prendete una teglia da forno spennellatela con il burro fuso..  Dividete la pasta fillo in tanti pezzi uguali alla grandezza della teglia. Adagiate sulla pentola una sfoglia di pasta fillo, spennellatela con il burro fuso, di nuovo un’altra sfoglia spennellata di burro. Procedete in questo modo fino ad arrivare a 4 fogli.


Versateci sopra la marmellata ai Quattro agrumi e la metà della frutta secca. 


Ricoprite di nuovo con 4 strati di pasta fillo sempre spennellati di burro. Farcite con la marmellata extra di Bergamotto e unite la rimanente frutta secca. Coprite i restanti  fogli di pasta fillo imburrata.


Tagliate il dolce in tanti quadratini di circa tre centimetri.
Accendete il forno a 160° e fate cuocere 30/35 minuti.
Intanto preparate lo sciroppo versando l’acqua e lo zucchero in un pentolino. Portare ad ebollizione e lasciate cuocere per 10 minuti.
Spegnete la fiamma e unite il succo del limone.
Appena si sarà raffreddato, versatelo sui pezzi di dolce inzuppandolo perfettamente. Lasciatelo in frigorifero per almeno 8 ore prima di essere consumato.

In alternativa,  potete lasciarlo raffreddare completamente e ricoprirlo con lo  zucchero a velo come ho fatto in questo caso.
Personalmente mi piacciono tutte e due le versioni.