martedì 8 novembre 2022

Insalata di fagioli rossi e olive

I fagioli sono dei legumi dalle molteplici qualità: privi di grassi, quindi  utili nel preservare l’apparato cardiocircolatorio e il cuore,  aiutano ad abbassare il colesterolo.
Sono molto nutrienti e l’alto contenuto di fibre favorisce la depurazione dell’organismo, e  li rende in grado di saziare e  di favorire anche il lento assorbimento degli zuccheri, motivo per cui il loro consumo è particolarmente consigliato alle persone diabetiche.
La presenza di ferro e vitamine del gruppo B  ne fanno  un prezioso alimento.
Infine l’alto contenuto di proteine vegetali li rendono, occasionalmente, una valida alternativa al consumo della carne.
Esistono vari tipi di fagioli, quelli rossi che propongo nella ricetta, hanno funzione depurativa e diuretica e, rispetto ad altre varietà sono più ricchi di fibre.

 


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Ingredienti per 4 persone

350 g di fagioli rossi secchi

1 carota
1 cipolla
1 gambo di sedano
1 foglia di alloro
150 g di olive verdi denocciolate
1 piccolo cipollotto bianco
Qualche rametto di aneto
Olio extravergine d’oliva q.b.
Aceto di mele ( o di vino bianco) a piacere
Bacche di pepe miste (nero, rosso, bianco)
Sale grosso q.b.

Procedimento.

La sera prima mettete a bagno i fagioli in abbondante acqua fredda e lasciati a mollo per 12 ore.

Al mattino sciacquateli e metteteli in una casseruola con la carota, la cipolla, il sedano e la foglia di alloro. Portate a ebollizione e lasciateli cuocere per circa 2 ore o fino a quando saranno cotti. Salate solo cinque minuti prima del termine della cottura, potete diminuire la stessa unendo un cucchiaino raso di bicarbonato.
Scolate i fagioli e metteteli in una ciotola, unite il cipollotto e le olive tagliati a rondelle, una spolverata del mix di pepe, l’olio e l’aceto.
Mischiate, distribuite qualche rametto di aneto e servite.
Se volete velocizzare i tempi, utilizzate 600 g di fagioli rossi in scatola.

sabato 5 novembre 2022

Pollo e funghi al Marsala

La carne di pollo è ricca di proteine nobili indispensabili all’organismo per rinnovare i tessuti, e di aminoacidi ramificati utili nel metabolismo dei muscoli e nell’aiutare allo smaltimento delle tossine che si formano quando si svolge un inteso lavoro fisico. Se eliminiamo la pelle, come in questo caso, risulta relativamente povera di grassi e con un discreto contenuto di vitamine del gruppo B e di ferro. La ridotta presenza di tessuto connettivo ed il diametro ridotto delle sue fibre rendono la carne di pollo facilmente digeribile.

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Ingredienti per 4 persone:

2 petti di pollo
3 etti di champignon
1 cipolla bianca piccola
1 carota piccola
1 cucchiaio raso di concentrato di pomodoro
5/6 rametti di prezzemolo
30 gr. di farina
1 bicchiere piccolo di Marsala secco
1 bicchiere di brodo vegetale caldo (o acqua calda)
30 gr. di burro
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale q.b.
Pepe bianco q.b.


Procedimento

Mondate i funghi e affettateli sottilmente.
Pulite la cipolla e tagliatela a rondelle sottili, pelate la carota e tagliatela a dadini.
Lavate e sgrondate il prezzemolo
Tagliate prima a fette non troppo sottili i petti di pollo, poi a pezzettoni e infarinateli leggermente.
In una padella scaldate il burro e quattro cucchiai d’olio, unite la cipolla, le carote e lasciate rosolare per qualche minuto.
Aggiungete i pezzi di pollo e fate rosolare a fuoco medio, girandolo spesso.
Unite i funghi, il concentrato di pomodoro, aggiustate di sale e di pepe, versate il Marsala e fatelo sfumare per una ventina di minuti poi unite il brodo caldo.
Coperchiate e portate a cottura a fuoco basso.
Con un cucchiaio di legno muovete spesso sia il pollo che i funghi per evitare che attacchino.
A cottura ultimata spolverizzate con il prezzemolo fresco tritato e servite subito.

martedì 25 ottobre 2022

Insalata di caki rucola noci e provolone piccante

Originario dell’Asia orientale, il caki è una delle più antiche piante da frutta coltivate dall’uomo, non cresce mai al di sotto dei 20° di latitudine nord perché mal sopporta i climi caldo-umidi. Detto anche “mela d’Oriente”, fu definito dai cinesi, l’albero delle sette virtù; vive a lungo, non è attaccato dai parassiti, le sue foglie fanno una grande ombra, gli uccelli possono nidificare tra i suoi rami, le sue splendide foglie gialle rosse in autunno sono decorative fino ai primi geli, le foglie, essendo ricche di sostanze concimanti, aiutano il terreno a nutrirsi, ed infine, il suo legno da un bel fuoco.
In America e in Europa si diffuse intorno alla metà dell’Ottocento, in Italia giunse solo nel 1916 e iniziarono a coltivarlo nel salernitano. La coltivazione si estese poi in Emilia-Romagna: oggi è diffuso in tutta Italia.
Questo delizioso frutto è composto da circa il 79% d’acqua, il 18% di zuccheri, proteine, grassi, vitamina C. È ricco di potassio e beta-carotene. È sconsigliato a chi soffre di diabete o ha problemi d’obesità. Ha notevoli proprietà lassative e diuretiche.
In dialetto napoletano è chiamato “legnasanta” perché, una volta aperto il frutto, si ritiene di poter “vedere” al suo interno l’immagine caratteristica del Cristo in croce.
Il nome corretto del frutto del caki, non è caco, come ormai è d’uso chiamarlo, ma caki come la pianta.
Ne esistono diverse varietà, per questa ricetta ho utilizzato i caki mela in quanto hanno una consistenza soda e non allappano.

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Ingredienti per 4 persone:

3 caki mela

120 g di rucola
150 g di Provolone piccante
16 gherigli di noci
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
1 cucchiaino d’aceto di mele
Sale fino q.b.

Procedimento

Lavate e sgrondate la rucola e mettetela in un’insalatiera.

Lavate e asciugate i caki, non sbucciateli, tagliateli prima a metà poi a cubetti e uniteli alla rucola.
Tagliate a dadini il formaggio e aggiungetelo agli altri ingredienti.
Aggiungete i gherigli di noce.
Preparate un’emulsione con l’olio, l’aceto e il sale e irrorate l’insalata.
Servite subito.

mercoledì 12 ottobre 2022

Allorino-Liquore all'alloro

Questo liquore all’alloro (Allorino) è semplicissimo da preparare e possiede proprietà digestive.
È sensibile alla luce e per questo motivo si devono utilizzare delle bottiglie scure o rivestite di carta stagnola se sono chiare.
Va servito freddo e conservato al buio.
L’alloro è una pianta rustica sempreverde tipica dell’area mediterranea che si adatta anche ai climi più freddi e a qualsiasi tipo di terreno.
Ricchissimo di oli essenziali, è un ottimo alleato in cucina e per la nostra salute essendo ricco di vitamina C, vitamina A, vitamine del gruppo B, acido folico e numerosi minerali quali potassio rame manganese, ferro selenio, zinco e magnesio.
È antisettico e astringente.
L’infuso in acqua svolge un’azione digestiva e diuretica ed è consigliato in caso di dolori di stomaco, coliche e dolori intestinali causati da virus e batteri che vengono ottimamente contrastati dall’azione dell’acido laurico.
Lo stesso acido è un repellente naturale contro parassiti e insetti, poche foglie messe nell’armadio o nei cassetti, ad esempio, tengono lontane le tarme.


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Ingredienti per 1 litro e mezzo di liquore:

500 ml di alcol a 95°
800 ml di acqua
400 g di zucchero
30 foglie medie di alloro fresco

Procedimento

Lavate e asciugate molto bene le foglie d’alloro e inseritele in un vaso a chiusura ermetica (io utilizzo quelli della Bormioli), versate l’alcool e chiudete.
Mettete al buio e lasciate in infusione per almeno dieci giorni, l’ideale sarebbero due settimane, agitando il barattolo una volta al giorno.
Trascorso il tempo preparate lo sciroppo di zucchero che servirà a diluire
l’infuso di alcool e foglie di alloro.
Versate lo zucchero in un litro di acqua fredda e portate a ebollizione rimestando per far sciogliere lo zucchero.
Raggiunta l’ebollizione spegnete il gas e lasciate raffreddare completamente.
Versate l’alcool filtrandolo per eliminare le foglie di alloro e i residui.
Imbottigliate, lasciate riposare al buio per almeno un mese prima di berlo.
Muterà il suo colore passando dal vere intenso della foto  a un colore giallo-marrone.
Con questa diluizione otterrete un liquore di circa 28/30 gradi, se lo preferite più forte, intorno ai 40 unite solo 500 ml di acqua.

 

 

 

 

lunedì 3 ottobre 2022

Sarde ripiene fritte

Le sarde ripiene e fritte sono un goloso secondo di pesce tipico della cucina mediterranea.
Sono  pesci azzurri, ricchi di  preziose proprietà nutrienti  come, fosforo, calcio, vitamina B e Omega3.
Hanno un valore calorico moderato, circa 85 calorie per 100 g di prodotto, ovviamente non è il caso di questa ricetta, poiché la frittura le rende altamente caloriche.
Devono il loro  nome proprio al fatto che abbondavano lungo le coste della Sardegna e potete gustarle tutto l’anno, tuttavia, quelle con le carni migliori le trovate in primavera.
Per realizzare questa ricetta potete sostituire le sarde con le sardine o con le acciughe.


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Ingredienti per 4 persone:

1 kg di sarde

50 g di pecorino sardo
1 spicchio d’aglio
3 ciuffi di prezzemolo
1 cucchiaio di capperi dissalati
3 uova
100 g di pangrattato
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale fino e pepe q.b.

 Procedimento

Pulite ed eviscerate le sarde, staccate la testa, apritele a libro ed eliminate la lisca centrale.

Sciaquatele bene e asciugatele con carta assorbente da cucina.
Sbucciate e tritate il prezzemolo insieme ai capperi e allo spicchio d’aglio, unite il pecorino grattugiato, un uovo, 30 g di pangrattato, un pizzichino di sale e una spolverata di pepe.
Mescolate bene, distribuite il composto su metà delle sarde e sovrapponetevi quelle restanti premendo bene i bordi.
Sbattete le restanti uova.
Immergete i sandwich di sarde nelle uova e  impanatele con cura.
Friggete le sarde farcite in una pentola dai bordi alti, nell’olio caldo, per pochi minuti. Scolatele su carta da cucina per far perdere l’unto in eccesso. Salatele a fine cottura.
Trasferitele su un piatto da portata e servitele accompagnate da una fresca insalata di pomodori condita con olio e origano.

 

 

 

giovedì 29 settembre 2022

Pere al forno con gorgonzola noci e miele

Il nome di pera Kaiser è quello con cui questa varietà è conosciuta nel mondo, ma non è certo l’unico e non è nemmeno quello ufficiale. Ci sono infatti varie denominazioni per definire questa particolare qualità:

pera Kaiser o pera Kaiser Alexander, perché la leggenda vuole che l’imperatore Alessandro I di Russia fosse un amante di questi frutti e non perdesse occasione per cibarsene e per lodarne la bontà: di conseguenza, la pera gli fu intitolata;

pera Beurré Bosc, o semplicemente pera Bosc, dal nome dell’illustre agronomo francese del Settecento Louis-Augustin Bosc d’Antic a cui fu dedicato l’albero fiorito nel Jardin des Plantes (l’orto botanico di Parigi) proveniente dall’Alta Sassonia.

Le origini di questa varietà ci portano ad Apremont, un piccolo centro dell’Alta Sassonia in Francia, da dove proviene il primo esemplare di albero di pera kaiser, nel diciottesimo secolo. In seguito arrivò a Parigi e, successivamente alla sua individuazione ufficiale, divenne molto popolare, dapprima in Francia e poi in Europa e nel resto del mondo. Oggi i principali coltivatori di questo frutto sono gli Stati Uniti, il Sudafrica e l’Italia, dove è presente nelle zone di pianura con particolare diffusione in Emilia-Romagna e Veneto.

Si tratta di una varietà di pera autunnale e invernale, dal momento che la piena maturazione delle Kaiser si completa a cavallo tra le due stagioni: la raccolta inizia infatti a partire dalla seconda metà di settembre e si protrae fino ad ottobre inoltrato.
Il colore delle pere kaiser  varia man mano che si avvicinano alla piena maturazione: quando vengono raccolte,  hanno una buccia di tonalità marrone scuro tonaca di frate, che vira fino a raggiungere il giallo ruggine tipico del frutto pronto per il consumo
Proprio il colore della buccia è ciò che rende riconoscibili queste pere nel banco frutta: il marrone-tabacco dell’epidermide rugginosa spicca tra le altre varietà di pera in commercio e, come detto, evolve maturando fino a una tonalità più giallognola. La pezzatura del frutto è medio-grande, mentre la forma è quella tipica della pera con un picciolo solitamente piuttosto pronunciato. Una volta private della buccia  le Kaiser si presentano con una polpa bianca, fine e vagamente granulosa, che ha un sapore aromatico, dolce-acido e succoso con molteplici aromi in sottofondo.
valori nutrizionali della pera Kaiser sono simili a quelli medi delle altre pere, con un elevato contenuto di fibre e di acqua e un ridotto apporto di calorie all’organismo. Le pere Kaiser sono un frutto con molte vitamine (specialmente vitamina C), acido folico e minerali, tra cui soprattutto il potassio.
Fonte: Angys


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Ingredienti per 4 persone:

 
4 pere kaiser non troppo mature 
200 gr di Gorgonzola
8 noci
2 cucchiai di miele d’acacia
Qualche rametto di timo fresco
Pepe bianco q.b.
 

Procedimento

Scaldate il forno a 180°C.

Lavate le pere, asciugatele, tagliatele a metà ed eliminate i semi scavandole un poco.
Mettete della carta da forno su di una leccarda, adagiatevi le mezze pere, pepate.
Fate cuocere nel forno preriscaldato per 15 minuti.
Estraete la leccarda, riempite le pere con il gorgonzola e reinfornate per cinque minuti.
Sfornatele, adagiatele sui singoli piatti o su uno unico da portata, distribuite sopra i gherigli di noci, un filo di miele e il timo.
Servite subito.

 

 

 

 

mercoledì 14 settembre 2022

Pollo con i peperoni alla romana

Il pollo con i peperoni è un’antichissima ricetta romana e laziale, nata sui Colli Albani che abbracciano a sud la Capitale;  viene preparata soprattutto in estate e non manca mai sulla tavola di Ferragosto.

Per la sua preparazione servono pochi e semplici ingredienti ma di ottima qualità e di stagione, pollo ruspante, peperoni freschi, pomodori, cipolla, aglio e vino bianco.
La carne di pollo è ricca di proteine nobili indispensabili all’organismo per rinnovare i tessuti, e di aminoacidi ramificati utili nel metabolismo dei muscoli e nell’aiutare allo smaltimento delle tossine che si formano quando si svolge un inteso lavoro fisico. Se eliminiamo la pelle risulta relativamente povera di grassi e con un discreto contenuto di vitamine del gruppo B e di ferro.  La ridotta presenza di tessuto connettivo ed il diametro ridotto delle sue fibre rendono la carne di pollo facilmente digeribile. 

 


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Ingredienti per 4 persone

1 pollo da 1 kg circa tagliato a pezzi

500 gr di pomodori
600 gr di peperoni tra rossi e gialli
1 cipolla bianca
1 spicchio d’aglio
1 bicchiere di vino bianco secco
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva q.b.
Rosmarino q.b.
Sale e pepe q.b.

Procedimento

Tagliate il pollo a pezzi, lavatelo e asciugatelo.

Pelate la cipolla e tagliatela a fettine (alla veneziana).
Lavate e asciugate i peperoni poi divideteli a falde, eliminate i semi e i filamenti e tagliateli a pezzi di circa tre cm.
Lavate e pelate i pomodori, tagliateli a tocchetti e schiacciateli con i rebbi di una forchetta.
Scaldate quattro cucchiai d’olio, aggiungete la cipolla e l’aglio e lasciateli dorare per qualche minuto.
Aggiungete i pezzi di pollo, gli aghetti di rosmarino tritati e fate dorare.
Sfumate il pollo con il vino e lasciate cuocere per 10 minuti circa, aggiungete i peperoni e fate rosolare per due minuti. Unite i pomodori, salate, pepate, coperchiate e fate cuocere per circa trenta minuti.
Scoperchiate la pentola e, se necessario, lasciate addensare il sugo.
Servitelo ben caldo accompagnato con delle fette di pane casereccio.

 

mercoledì 7 settembre 2022

Uova alla paprika

L’uovo è un piccolo scrigno che racchiude una notevole quantità di preziosi elementi nutritivi indispensabili per il nostro organismo.
Il guscio, che è la parte esterna e non commestibile, costituisce all’incirca un decimo del suo peso complessivo (65 g circa) ed è formato prevalentemente da sostanze calcaree e porose, permeabili quindi all’aria, all’umidità e agli odori.
Segue la membrana interna che avvolge l’albume, eccettuati i due poli dove questa pellicola, rimanendo staccata, forma una piccola “camera d’aria” dalla quale si può riconoscere la freschezza dell’uovo.
Troviamo poi l’albume, comunemente detto “bianco d’uovo” che rappresenta circa il 60% dell’uovo ed è costituito da una soluzione acquosa di albumina, sali minerali, piccole quantità di lipidi e sostanze proteiche.
Infine c’è il tuorlo o rosso d’uovo che è sostenuto in posizione centrale da due ispessimenti dell’albume chiamati calaze.
Il tuorlo è composto da lipidi, albuminoidi, minerali (ferro, fosforo, calcio, sodio), vitamine
liposolubili e quelle del gruppo B. Il consistente contenuto di vitamina B12 consente di sopperire alla sua carenza indotta dalla dieta vegetariana Altissimo è poi il contenuto di vitamina D fondamentale per la salute delle ossa. Il suo colore che varia dal giallo chiaro al giallo scuro è determinato dalla presenza di un pigmento ferroso.
L’uovo, per il loro alto indice di sazietà e il basso apporto di calorie è indicato nelle diete ipocaloriche.
Il valore nutritivo di un uovo è pari a 75-80 calorie.
La digestione di questo prezioso alimento dipende dal tipo di cottura, minore è il tempo di cottura più aumenta la digeribilità. E’ sufficiente un’ora e mezza per digerire un uovo alla coque, due ore se sodo e tre ore se fritto.
L’albume non andrebbe mangiato crudo perché contiene avidina che limita l’assorbimento della vitamina H (biotina).
 


 
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Ingredienti per 4 persone:
4 uova
2 cucchiai di maionese allo yoghurt
1 cucchiaino di pasta d’acciughe
Paprika dolce (o piccante se la gradite di più) q.b.
2 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
Qualche rametto di erba cipollina
 
 
Procedimento
 
Mettete le uova in un pentolino e copritele con dell acqua fredda, calcolate 10 minuti di cottura dal momento dell’ebollizione. 
Raffreddatele velocemente sotto l’acqua fredda.
Sgusciatele, tagliatele a metà ed estraete delicatamente il tuorlo aiutandovi con un cucchiaino.


Mettete i tuorli in una ciotola, aggiungete la pasta d’acciughe, la maionese, l’olio e schiacciate tutto aiutandovi con i rebbi di una forchetta.
Dovete ottenere un composto dalla consistenza morbida ma non troppo.
Aiutandovi con un sac a poche o con un cucchiaino, riempite le mezze uova,


Mettetele in un piatto da portata, spolverizzate con la paprica e l’erba cipollina tagliata a tocchettini.
Servite fresco.

N.B. :  Non ho aggiunto del sale in quanto la pasta d'acciughe è piuttosto salata.
Se non  doveste trovare l'erba cipollina, potete sostituirla con del prezzemolo.
 
 
 
 
 

sabato 3 settembre 2022

Crostoni con mascarpone gorgonzola crudo fichi e balsamico

Il mascarpone è un formaggio tipico della Lombardia, infatti il suo nome deriva proprio dal termine lombardo “mascarpia” o “mascherpa” che indica la ricotta o la crema di latte. La sua produzione e il suo consumo risalgono a diversi secoli fa, quando lo si produceva solo nella stagione fredda. È ottenuto dalla lavorazione della panna con l’acido citrico o l’acido acetico alla temperatura di 90-95°C per cinque o dieci minuti. Per questo motivo è un formaggio altamente calorico (35% d grassi), che tende ad irrancidire in fretta, quindi va consumato freschissimo. Normalmente, per produrlo, si utilizza il latte della prima mungitura del mattino che viene immediatamente sottoposto a centrifugazione per ottenere la panna.
L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP notissimo fin dai tempi remoti, se ne ha traccia fin dal 1046, è composto da un solo ingrediente, il mosto derivato da vitigni selezionati di Lambrusco e Trebbiano modenesi, che dopo la cottura a fuoco dolce fino a quando non risulti concentrato e di un colore marrone scuro, subisce una lenta fermentazione naturale e viene lasciato ad invecchiare per più di 12 anni in botti di legno pregiato prima di poter essere consumato, se l’invecchiamento continua di definisce extra vecchio dopo 25 anni. Necessitano circa 100 litri di mosto per ottenere un paio di litri di aceto balsamico.
Diverso è invece il trattamento per l’Aceto balsamico di Modena, che a differenza del Tradizionale subisce una procedura semplificata che parte dal vino e non dal mosto e la cui fase di affinamento è meno laboriosa. Questo prodotto è quello avente prezzi inferiori.
Spettacolare su verdure, selvaggina e carne; splendido su formaggi, gelato, fragole….o semplicemente da meditazione.



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Ingredienti per 4 persone:

8 fette di pane casereccio

11 fichi neri non troppo maturi
100 gr di mascarpone freschissimo
150 gr di gorgonzola dolce cremosa
150 gr di prosciutto crudo a fettine
Aceto balsamico q.b.
 

Procedimento

Fate grigliare le fette di pane da ambo i lati.

Mettete i due formaggi in una ciotola, schiacciateli e amalgamateli con i rebbi di una forchetta.
Pulite la buccia dei fichi con un pezzo di carta da cucina inumidita, poi tagliateli a spicchi (tre spicchi per ogni fico).
Spalmate i formaggi sulle fette di pane, sovrapponete il prosciutto, quattro spicchi di fico e irrorate con un filo di aceto balsamico.
Servite subito.

 

lunedì 29 agosto 2022

Frittura di gamberi impanati

I gamberi sono apprezzati di solito anche da chi non ama il pesce. Tolto il carapace  sono pronti per essere gustati.

Dal punto di vista strettamente calorico, i gamberetti sono assimilabili al pesce bianco: 100 g di prodotto apportano tra le 80 e le 90 calorie. Dal punto di vista dei nutrienti, sono principalmente una fonte di proteine, sali minerali (iodio, zinco, ferro, calcio, fosforo e magnesio) e vitamine (B1, B2, PP e astaxantina, una provitamina A fortemente antiossidante). I grassi sono minimi (si parla dell’1 o 2%) e per lo più si tratta di acidi grassi polinsaturi (PUFA) e omega 3, un acido grasso essenziale. Attenzione, però, a chi soffre di ipertensione o eccessiva ritenzione idrica: tra i valori nutrizionali dei gamberetti di mare (esistono anche quelli di fiume) una voce critica è il contenuto di sodio, che è abbastanza elevato.
Come tutti i crostacei, anche la famiglia dei gamberi presenta un elevato contenuto percentuale di colesterolo, che però si ridimensiona se si considera la questione in termini assoluti. Questo significa che sono assolutamente adatti anche a chi è a dieta, mentre chi soffre di ipercolestemia dovrebbe fare solo un po’ più di attenzione e valutare con il medico la porzione consentita. Si sa, infatti, che in realtà solo il 25% del colesterolo viene assunto per via alimentare, mentre il restante viene prodotto dall’organismo stesso.I gamberi possono essere bianchi o rossi, di mare oppure di acqua dolce. Le mazzancolle, spesso assimilate a questi crostacei, sono in realtà un’altra specie, che si distingue sia per il colore (non è rosa, ma ha delle striature nere) sia per le dimensioni leggermente superiori. Dal punto di vista organolettico sono più pregiate e saporite dei gamberi.

Fonte: La cucina italiana


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Ingredienti per 4 persone

24 gamberi

5 cucchiai di farina
100 gr di pangrattato
2 uova
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale e pepe q.b.

 
Procedimento

Eliminate il carapace dai gamberi lasciando la coda attaccata e, aiutandovi con uno stecchino, togliete anche il filetto nero  sul dorso.
In un piatto fondo sbattete le uova con un po’ di sale e di pepe. Infarinate i gamberi, scuoteteli un po’ per eliminate l’eccesso di farina, passateli nelle uova sbattute e poi nel pangrattato.
In un’ampia padella scaldate abbondante olio e immergeteci i gamberi (pochi alla volta per non abbassare troppo la temperatura dell’olio).
Fateli friggere per pochi minuti, altrimenti diventerebbero stopposi, scolateli e metteteli su della carta da cucina per eliminare l’unto in eccesso.
Servite subito.

mercoledì 24 agosto 2022

Liquore al basilico

Il liquore al basilico è semplice da realizzare, ha un intenso colore verde , un fresco e invitante profumo e va servito freddo.
Ideale come fine pasto in quanto ha proprietà digestive.

Foto di Engin Akyurt 

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Ingredienti per un litro e mezzo di liquore:

500 ml di alcool a 96°
1 lt di acqua
500 gr di zucchero
40 gr di basilico 

Procedimento.

Sciacquate il basilico delicatamente ed asciugatelo con della carta da cucina.
Staccate le foglie, tenete solo quelle perfettamente integre.
Quando saranno perfettamente asciutte mettetele in un vaso a chiusura ermetica, aggiungete l’alcool e lasciate macerare al buio per dieci giorni scuotendolo due volte al giorno.
Trascorso il tempo della macerazione versate lo zucchero nell’acqua, portate ad ebollizione girando spesso, spegnete il gas e lasciate raffreddare.
Nel frattempo, filtrate l’alcool con un colino per eliminate le foglie di basilico, versatelo nello sciroppo di acqua e zucchero freddo, mischiate e versate tutto in un grande barattolo di vetro, perfettamente pulito e sterilizzato con la chiusura ermetica.
Personalmente ho utilizzato quello della Bormioli.
Lasciate riposare sempre al buio per circa due mesi. Se sul fondo si dovesse formare un deposito, filtrate utilizzando un imbuto su cui metterete una garza sterile e imbottigliate.
Finalmente potrete gustare il vostro liquore fatto in casa.

 

 

lunedì 22 agosto 2022

Panna cotta e salsa di ribes

La panna cotta è un dolce tipico piemontese la cui origine si fa risalire agli inizi del ‘900. Attualmente è molto apprezzato e consumato in tutta Italia. Generalmente si serve con il caramello, ma sono molto diffuse le varianti con la salsa ai frutti di bosco o con il cioccolato.
Il ribes rosso aiuta a proteggere la salute apportando vitamine e minerali indispensabili all’organismo. Inoltre sono una buona fonte di fibre, che oltre a promuovere il buon funzionamento intestinale aiutano anche a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo. 

Nel corso degli anni i frutti del Ribes rubrum sono consigliati nel trattamento delle infezioni delle vie aeree superiori, dell’inappetenza, dei reumatismi, della gotta e della febbre. Si ritiene che abbiano proprietà diuretiche e depurative, digestive, lassative, antinfiammatorie, rimineralizzanti, antibatteriche e toniche, che stimolino la funzionalità epatica e che regolino la pressione del sangue.

Il ribes rosso può scatenare reazioni allergiche nei soggetti ipersensibili alle sue componenti.

Il periodo di maturazione va da giugno a agosto.

Fonte: Humanitas


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Ingredienti per 4 persone:

 
100 ml di latte
400 ml di panna fresca
100 gr di zucchero
2 fogli di gelatina 
 

     Per la salsa al ribes

 

     250 gr di ribes rosso

     100 gr di zucchero di canna

     100 ml di acqua

     Succo di limone q.b.


Procedimento

Mettete a bagno in acqua fredda i fogli di gelatina per circa 10 minuti.

In un pentolino versate il latte, la panna e lo zucchero. Rimestate bene e mettete sul fuoco molto basso fino a quando inizierà il bollore. Spegnete il fuoco e unite la gelatina ben strizzata. Mescolate accuratamente per farla sciogliere .
Suddividete  il composto in 4 coppette o bicchieri poi mettete in frigo per almeno quattro ore. 
Lavate delicatamente il ribes, asciugatelo e sgranatelo.
Mettetelo in un tegamino e unite lo zucchero, l’acqua  e qualche goccia di succo di limone.
Ponete sul fuoco bassissimo e fate cuocere rimestando fino ad ottenere una purea.
Spegnete il fuoco e lasciate riposare, poi frullate il composto e mettete in frigo.
Al momento di servire versate  la salsa di ribes sopra la panna, guarnite con  qualche rametto di ribes e qualche fogliolina di menta e servite.

 

 

giovedì 18 agosto 2022

Penne all'arrabbiata

 Il sugo all’arrabbiata è una iconica ricetta laziale della cucina povera contadina composta da pochi ingredienti, pomodori, aglio, abbondante peperoncino e  viene tradizionalmente abbinato alle penne (lisce o rigate poco importa).
Risalire alle origini del nome è arduo, la teoria più accreditata fa risalire il suo nome alla presenza abbondante del peperoncino capace di rendere paonazzo il viso di chi la mangia facendolo sembrare, appunto, arrabbiato.

Varie sono anche le ipotesi della sua nascita; qualcuno le fa risalire nella provincia di Rieti, esattamente nella frazione di Ponte Alto a Castel Sant’Angelo dove, il sedici di agosto, si svolge l’annuale sagra dedicata proprio a questo piatto.



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Ingredienti per 4 persone:

 

400 gr di penne

500 gr di pomodori (casalino se li trovate o altri pomodori da sugo)

1 spicchio di aglio (rosso di Proceno sarebbe l’ideale)

1 peperoncino rosso piccante

5 cucchiai di olio extravergine d’oliva

Prezzemolo q.b.

Sale q.b.

Pecorino Romano grattugiato q.b.

 

Procedimento

Lavate i pomodori, sbollentateli per un minuto in acqua calda, tuffateli poi in quella fredda e pelateli.

Metteteli in una ciotola e schiacciateli con i rebbi di una forchetta fino renderli omogenei.

Lavate e sgrondate qualche rametto di prezzemolo.

In un’ampia padella scaldate leggermente l’olio (non deve superare gli 80 °C) e fate soffriggere delicatamente l’aglio, senza farlo bruciare ma solo dorare.

Spegnete il gas e lasciate riposare per un minuto, riaccendetelo, unite il peperoncino e fatelo dorare (sempre a fuoco bassissimo) per due minuti.

Unite i pomodori, salate e continuate la cottura fino a quando il sugo si sarà ristretto, occorreranno circa quindici minuti, eliminate lo spicchio d’aglio.

Nel frattempo che il sugo cuoce, fate cuocere le penne in abbondante acqua salata, scolatele al dente e fatele saltare in padella con il sugo per un minuto.

Impiattate, spolverizzate con del Pecorino Romano grattugiato fresco e del prezzemolo crudo e servite.