domenica 13 agosto 2023

Gamberi grigliati con salsa allo yogurt

I gamberi sono apprezzati di solito anche da chi non ama il pesce, non hanno le spine e tolto il carapace sono pronti da gustare.
Dal punto di vista strettamente calorico, i gamberetti sono assimilabili al pesce bianco: 100 g di prodotto apportano tra le 80 e le 90 calorie. Dal punto di vista dei nutrienti, sono principalmente una fonte di proteine, sali minerali (iodio, zinco, ferro, calcio, fosforo e magnesio) e vitamine (B1, B2, PP e astaxantina, una provitamina A fortemente antiossidante). I grassi sono minimi (si parla dell’1 o 2%) e per lo più si tratta di acidi grassi polinsaturi (PUFA) e omega 3, un acido grasso essenziale. Attenzione, però, a chi soffre di ipertensione o eccessiva ritenzione idrica: tra i valori nutrizionali dei gamberetti di mare (esistono anche quelli di fiume) una voce critica è il contenuto di sodio, che è abbastanza elevato.
Come tutti i crostacei, anche la famiglia dei gamberi presenta un elevato contenuto percentuale di colesterolo, che però si ridimensiona se si considera la questione in termini assoluti. Questo significa che sono assolutamente adatti anche a chi è a dieta, mentre chi soffre di ipercolestemia dovrebbe fare solo un po’ più di attenzione e valutare con il medico la porzione consentita. Si sa, infatti, che in realtà solo il 25% del colesterolo viene assunto per via alimentare, mentre il restante viene prodotto dall’organismo stesso.I gamberi possono essere bianchi o rossi, di mare oppure di acqua dolce. Le mazzancolle, spesso assimilate a questi crostacei, sono in realtà un’altra specie, che si distingue sia per il colore (non è rosa, ma ha delle striature nere) sia per le dimensioni leggermente superiori. Dal punto di vista organolettico sono più pregiate e saporite dei gamberi.

Fonte: La cucina italiana


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Ingredienti per 4 persone:

24 gamberi

Il succo di un limone
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale e pepe q.b.
 

Salsa allo yogurt


200 g di yogurt greco
2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
1 cucchiaio di succo di limone
Aneto o in alternativa menta q.b.
Sale e pepe q.b.

Per servire

Misticanza (insalatina mista)

Fettine di limone
Aneto

Procedimento

Preparate innanzitutto la salsa perché richiede un riposo di almeno un’ora in frigorifero.

Mettete lo yogurt in una ciotola, unite l’olio, il succo di limone, l’aneto sminuzzato, un pochino di sale e pepe.
Mischiate tutto fino ad ottenere una crema omogenea, coprite con la pellicola e mettete in frigorifero.
Preparate una marinatura con il succo del limone e 5/6 cucchiai d’olio, sale e pepe.
Immergeteci i gamberi e lasciateli marinare per un’ora e mezza.
Pulite e lavate la misticanza.
Prendete dei piccoli contenitori di vetro, foderateli con qualche foglia d’insalata, aggiungete un cucchiaio abbondante di salsa, di lato disponete mezza fettina sottile di limone.
Scaldate la griglia fino a renderla bollente.
Sgocciolate i gamberi, infilzateli negli appositi spiedini e cuoceteli sulla griglia per un minuto per parte (di più diventerebbero stopposi).
Disponete i gamberi sopra la salsa e l’insalata, guarnite con un ciuffo d’aneto e servite.
Se preferite, potete sgusciare i gamberi lasciando però attaccata la codina e grigliarli così.

 

 

 

 

giovedì 10 agosto 2023

Spaghetti alla puttanesca

Gli spaghetti alla puttanesca (aulive e cchiapparielle-olive e capperi) sono una ricetta tipica della cucina napoletana che parrebbe essere nata, secondo una versione, all’inizio del XX secolo nei Quartieri Spagnoli, allora sede di “case di piacere”, ad opera del proprietario di una di esse, il quale inventò la ricetta per rifocillare i suoi ospiti.
Un’altra versione fa invece riferimento agli indumenti intimi delle ragazze della casa che, per attirare e allettare l’occhio del cliente, indossavano probabilmente biancheria di ogni tipo, di colori vistosi e ricca di promettenti trasparenze. I tanti colori di questo abbigliamento si ritroverebbero nell’omonima salsa: il verde del prezzemolo, il rosso dei pomodori, il viola scuro delle olive, il grigio-verde dei capperi, la tinta granato dei peperoncini. Altri ancora sostengono, invece, che l’origine del nome sia da attribuire alla fantasia di una ragazza di vita Yvette la Francese, una prostituta provenzale piuttosto autoironica, che dopo averla ideato questo piatto le affibbiò questo nome in onore al suo mestiere.
La ricetta originale prevede l’uso di pomodori, aglio, olive nere di Gaeta, capperi e origano.
Esiste però una versione romana di questo piatto che prevede anche l’utilizzo delle acciughe sotto sale.

Fonte: Napoli Today


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Ingredienti per 4 persone:

320 gr di spaghetti
400 gr. di pomodori tipo San Marzano non troppo grandi
Una ventina di olive nere denocciolate
6 filetti di acciughe puliti e dissalati
2 cucchiai di capperi in salamoia
1 bicchiere d’acqua calda
7/8 rametti di prezzemolo
1 peperoncino rosso secco
1 spicchio d’aglio
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Qualche foglia di basilico
Sale q.b.


Procedimento

Dissalate i capperi e tritateli insieme alle acciughe e al prezzemolo.

Tagliate grossolanamente  a fette anche le olive.
Scaldate quattro  cucchiai d'olio in una casseruola e fate dorare lo spicchio d’aglio e il peperoncino.
Lasciate soffriggere dolcemente per due minuti, eliminate l’aglio e il peperoncino, poi unite il trito di  filetti d’acciughe, capperi e prezzemolo, fate dorare per un minuto e aggiungete i pomodorini tagliati a metà.
Fate cuocere ancora per dieci minuti a pentola coperta, e continuate la cottura ancora per cinque minuti a pentola scoperta.
Se il sugo dovesse asciugarsi troppo aggiungete  qualche cucchiaio di acqua calda.
Assaggiate e aggiustate di sale (tenete conto che le acciughe sono già piuttosto salate).
Nel frattempo fate cuocere gli spaghetti in abbondante acqua salata, scolateli  molto al dente e tuffateli nel sugo, fate insaporire per un  paio di minuti, spegnete il fuoco, guarnite con foglie di basilico e servite.

 

lunedì 7 agosto 2023

Rotolo di frittata e salmone affumicato

Un piatto semplice e versatile da consumare in tutte le stagioni sia come secondo piatto, sia come antipasto o finger food per un aperitivo.
Numerose sono le varianti che potete preparare, per esempio, alle uova potete aggiungere delle zucchine tritate o degli spinacini se volete che la vostra frittata abbia un bel colore verde, delle carote, se la volete arancione, della conserva se la volete rossa.
Per il ripieno potete sostituire il salmone che ho usato, con qualunque altro tipo di affettato o di verdura se la volete vegetariana, ad esempio utilizzando dei peperoni grigliati.
Potete anche farla cuocere in forno anziché in padella. In questo caso mettete la carta da forno leggermente oliata nella pirofila e fate cuocere in forno preriscaldato a 180°C per 15 minuti.



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Ingredienti per 12 rondelle alte circa 2 cm

4 uova

120 gr di formaggio cremoso spalmabile
3 cucchiai di Parmigiano Reggiano grattugiato
100 gr di salmone affumicato
3 rametti di timo
1 cucchiaio d’olio extravergine d’oliva
1 pizzico di sale fino 

Procedimento

Su di una ciotola rompete le uova, unite il Parmigiano, un pizzico di sale e sbattete amalgamando bene tutto.

Scaldate l’olio in una padella antiaderente di 26 cm di diametro e versateci il composto di uova.
Fate cuocere da un lato per qualche minuto, poi girate la frittata e continuate la cottura dall’altro lato per due minuti.
Oppure fatela cuocere nel forno: mettete la carta da forno leggermente oliata nella pirofila e fate cuocere in forno preriscaldato a 180°C per 15 minuti.


Su di un ampio tagliere mettete un foglio di carta da forno e depositateci delicatamente la frittata, ancora calda, per evitare di romperla.
Aiutandovi con la carta da forno arrotolatela e lasciatela così a raffreddare.


Nel frattempo, con l’aiuto di una forchetta, lavorate il formaggio per renderlo più cremoso e quindi facilmente spalmabile.
Quando la frittata si sarà raffreddata, srotolatela, distribuite le fette di salmone in modo uniforme e spalmate sopra la crema di formaggio, spolverizzate con gli aghetti di timo.
Formate un rotolo e chiudetelo nella carta da forno. Mettetelo in frigorifero per almeno due ore.




Al momento di servire tagliatelo a rondelle di circa due cm di larghezza.
Accompagnate con dei pomodorini o un’insalata mista.

giovedì 3 agosto 2023

Insalata di riso Venere seppie e gamberi

Il riso “Venere” è un riso integrale dall’inconfondibile colore nero naturale. Originario della Cina, attualmente viene coltivato anche in Italia, nella Pianura Padana.
Noto come il riso proibito dell’imperatore, perché si dice, che per le sue proprietà nutrizionali ed afrodisiache, il suo consumo fosse solo ad appannaggio dell’imperatore.
Questo riso presenta un alto contenuto di sali minerali, magnesio, fosforo e selenio, che svolgono un’azione utile per il benessere del nostro organismo.
L’unione con gli altri ingredienti ne fanno un piatto unico, completo e salutare.

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Ingredienti per 4 persone:

320 gr di riso nero Venere

500 gr di seppioline pulite
4 peperoncini verdi dolci
200 gr di gamberi
1 limone bio
Una decina di foglie di basilico
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.

Procedimento

Lavate bene le seppioline, mettetele in una pentola con dell’acqua fredda, aggiungete un po’ della scorda del limone (solo la parte gialla) e portate a bollore.

Fatele cuocere per 35 minuti poi scolatele, eliminate la scorza del limone, tagliatene alcune a strisce, mettetele tutte in una ciotola, salate e condite con un filo d’olio, mescolate.
Pulite i peperoncini, tagliateli a rondelle e uniteli alle seppioline.
Lavate e sgrondate il basilico.
In abbondante acqua salata fate cuocere il riso per il tempo segnato sulla confezione.
Lavate i gamberi, metteteli in una pentola, copriteli con l’acqua, aggiungete qualche goccia di limone e un pizzico di sale.
Portate a bollore e fate cuocere per due minuti.
Scolate e lasciate raffreddare.
Togliete il carapace ed eliminate il filo nero (stomaco) sul dorso aiutandovi con uno stecchino e aggiungeteli agli altri ingredienti nella ciotola.
Trascorso il tempo di cottura del riso, scolatelo e raffreddatelo velocemente sotto l’acqua corrente, fatelo sgocciolare e aggiungetelo nella ciotola.
Condite con il succo di mezzo limone, l’olio e le foglie di basilico spezzettate.
Mescolate e mettete in frigo se la gradite fredda, ma può essere consumata anche tiepida.


 

 

 

 

venerdì 28 luglio 2023

Tisana alle more, alloro e zenzero

Una tisana depurante, vitaminica, idratante e digestiva.
Se ne consiglia l'uso dopo cena.
La mora di rovo è di colore nero alla maturazione e si presenta come un arbusto di media grandezza, rampicante o prostrato la cui altezza può variare da 3 a 5 metri. Forma dei cespugli piuttosto fitti e voluminosi tanto da sovrastare altre piante che le sono vicine, e i suoi getti spinosi sono singoli e arrivano a misurare 5 metri di lunghezza.
Sono un frutto composto da tante drupeole, mediamente arrivano a misurare 2 cm.; dapprima sono verdi poi man mano diventano rosse, blu scuro, nere, di aspetto lucido. Hanno un gusto dolce aromatico e sono molto succose.
Contengono un’alta percentuale di vitamina C e le foglie, usate in decotto, sono efficaci contro le irritazioni della bocca, inoltre sono ricche anche di fibre, vitamina K, acido folico, e minerali come il manganese e il potassio.
Nell’alimentazione, le more sono destinate per la gran parte a essere consumate fresche per il resto sono utilizzate per fare soprattutto marmellate.

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Ingredienti per 1 persona:

4 more

10 gr di zenzero fresco
1 foglia d’alloro
250 ml di acqua

Procedimento


Lavate delicatamente le more e l’alloro, pelate lo zenzero.
Mettete tutto in un pentolino, aggiungete  l’acqua fredda.
Accendete il fuoco e, appena inizia l’ebollizione, spegnetelo.
Coprite con un coperchio e lasciate in infusione 10 minuti.
Filtrate con un colino premendo sulle more per far fuoriuscire  tutto il liquido.
Dolcificate a piacere con miele o zucchero di canna.

 


venerdì 21 luglio 2023

Frittata di fagiolini e ricotta al forno

 I fagiolini sono una coltura tipicamente primaverile ed estiva. Sono ricchi di vitamine A e C e, grazie all’alto contenuto di fibre che riduce il senso di fame, il loro consumo è indicato nelle diete ipocaloriche. Poiché contengono un enzima che rende difficile la digestione se mangiati crudi, è bene consumarli cotti: il calore, infatti, lo distrugge.
La ricotta non è prodotta dalla cagliata, ma da un suo sottoprodotto, il siero di latte, e per questo motivo non può essere considerata un vero e proprio formaggio ma un latticino perché si ottiene riscaldando, con o senza aggiunta di acidificanti, il siero residuato dalla lavorazione del formaggio e a questo processo deve il suo nome ri-cotta. Può essere prodotta sia con il latte vaccino sia con il latte di pecora.
Durante il riscaldamento del siero le proteine del latte (sieroproteine) si coagulano e formano dei fiocchi bianchi, che affiorano spontaneamente in superficie e inglobano al loro interno una certa quantità di grasso, lattosio e sali minerali. Questa massa è quindi estratta con la schiumarola e raccolta in cestelli forati per consentirne lo sgocciolamento, prima di conferirgli la caratteristica forma. La ricotta è il più nobile tra tutti i latticini; la qualità proteica è, infatti, nettamente superiore rispetto a quella dei formaggi (ricchi di caseine anziché di sieroproteine), mentre il contenuto lipidico è notevolmente inferiore, è quindi un prodotto relativamente povero di calorie, facilmente digeribile e apportatore di proteine ad altissimo valore biologico, calcio e altri preziosi minerali. 
In Piemonte è detta anche Seirass e, vista la grande produzione di formaggi, ha una funzione economica molto importante. Storicamente viene preparata anche per essere conservata a lungo, quindi può essere pressata, stagionata o salata. Il latte di partenza è vaccino, oppure ovino, mentre per il Sarass del Fen può anche essere di capra. Quest’ultimo è Presidio Slow Food.


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Ingredienti per 2 persone:

4 uova

2 etti di fagiolini
100 gr di ricotta
40 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato
1 cucchiaio di pangrattato
Qualche foglia di basilico
Una grattata di noce moscata
1 pizzico di erbette di Provenza (timo, maggiorana, origano ecc)
Un pochino di burro per imburrare la pirofila
Sale fino q.b.

Procedimento

Togliete le uova dal frigo e lasciatele a temperatura ambiente, con questo piccolo trucco otterrete una frittata più gonfia e compatta.

Spuntate e lavate i fagiolini.
Metteteli in una pentola con dell’acqua fredda, salate e portate a bollore, lasciate cuocere per 10/15 minuti.
Nel frattempo, mettete la ricotta in una ciotola e schiacciatela con i rebbi di una forchetta in modo da renderla cremosa.
Rompete le uova mettetele in un piatto fondo, aggiungete la noce moscata, le erbette e salate.
Sbattetele e versate tutto nella ciotola con la ricotta e amalgamate bene.
Quando la ricotta sarà ben inglobata e il composto risulterà liscio ed omogeneo unite il pangrattato e il Parmigiano grattugiato e amalgamate.
Preriscaldate il forno a 180° modalità statico
Scolate i fagiolini e tagliateli in pezzi lunghi circa 2 cm.
Lavate e sgrondate il basilico.
Unite i fagiolini e le foglie di basilico, spezzettate grossolanamente, al composto di ricotta e uova. Inglobate bene e versate il tutto nella pirofila precedentemente imburrata.
Infornate e fate cuocere per 30 minuti.
È ottima anche tiepida o fredda.

mercoledì 19 luglio 2023

Gamberi all'alioli

L’alioli (dal catalano allioli, dall'occitano alhòli, dal provenzale aiòli, cioè ai-oli, alh-òli, "aglio ed olio"), è una salsa dal sapore molto forte, a base di uova, aglio, olio di oliva e limone originaria della città di Valencia in Catalogna ma esportata anche in Provenza.
La versione classica prevede l'uso di aglio, schiacciato in un mortaio, al quale viene aggiunto a filo dell'olio di oliva, mescolando continuamente fino ad ottenere un composto cremoso. L'aggiunta troppo rapida di olio scompone l'emulsione e l'aioli "impazzisce".
L'alioli è servito come antipasto insieme al pane o alle olive o accompagnato ai piatti di pesce, di carne o alle verdure.
Nella ricetta provenzale si battono nel mortaio quattro o cinque spicchi d'aglio con del sale grosso, sino a ottenere una crema densa, si aggiungono uno o due rossi d'uovo e si lavora il tutto come una maionese, aggiungendo un po' d'olio (extravergine di oliva), alla stessa temperatura dell'uovo, fino a ottenere una crema densa e compatta, aggiungendo alla fine il succo di un limone.
André Mistral, parlando dell'aioli, lo confrontava alla maionese, che lui definiva, spregiativamente, una "marmellata". "Nautri, li bon Prouvençau/ au sufrage universau,/ voutarèn per l'òli / E faren l'aiòli" (noi i buoni provenzali, al suffragio universale, voteremo l'olio e faremo l'aioli).


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Ingredienti per 4/6 persone

 

400 g di code di gambero

2 tuorli d’uovo a temperatura ambiente

4 spicchi d’aglio

100 ml di olio extravergine d’oliva

2 cucchiai di succo di limone

3 g di sale grosso

Qualche rametto di prezzemolo

Pepe q.b.

Procedimento

Pulite gli spicchi d’aglio e schiacciateli nel mortaio insieme al sale, (se preferite frullateli).

Mettete la pasta d’aglio ottenuta in una ciotola, aggiungete i tuorli e sbattete per un minuto. Versate l’olio a filo continuando a sbattere fino ad ottenere un composto denso e cremoso. Aumentate la quantità d’olio man mano che la maionese si addensa. Incorporate infine il pepe, il succo di limone e il prezzemolo tritato.
Coprite con la pellicola e mettete in frigo.
Lavate i gamberi, metteteli in una pentola, copriteli con l’acqua, aggiungete qualche goccia di limone e un pizzico di sale.
Portate a bollore e fate cuocere per due minuti.
Scolate e lasciate raffreddare.
Togliete il carapace ma non eliminate la codina, eliminate il filo nero sul dorso aiutandovi con uno stecchino.
Inserite due gamberi in un bicchiere, coprite con la salsa alioli e guarnite con un gambero e una fogliolina di prezzemolo.

 

 

mercoledì 12 luglio 2023

Insalata di fusilli con feta e cetrioli

La feta è un formaggio tradizionale greco, a pasta semidura ma friabile, bianchissimo e piuttosto salato (rimane a maturare in salamoia per un periodo che varia da due a tre mesi in una temperatura di 2-4 °C.
Tradizionalmente ottenuto con latte di pecora, caglio e acqua di salamoia. Può contenere una percentuale di latte di capra fino al 30%.
Oltre a essere l'ingrediente che caratterizza la famosa insalata greca (feta, pomodori, cetrioli, cipolla, peperoni, origano e olive nere), fa parte dei tipici stuzzichini offerti, all'ora dell'aperitivo (mezedes), insieme all'ouzo.
Nella variante cas'e fita o anche cas'e vita è usato da tempo immemore anche nella cucina tradizionale di diverse zone della Sardegna come ingrediente per la preparazione di innumerevoli pietanze tipiche locali quali minestre, coccoi, culurgionis (agnolotti) ed altre.
L'origine del nome risalente al XVII secolo si deve al termine 'fetta' in greco indicando il taglio della cagliata, oppure, altre fonti, indicano la forma del taglio sul vassoio.
Si tratta di un prodotto molto antico, risalente fin all'età omerica (VIII secolo a.C.) e oltre, comparendo anche nell'Odissea, nel IX libro.
Nell'ottobre 2002, la feta è stata riconosciuta come prodotto DOP. Questo significa che il nome Feta non può essere usato da formaggi simili, prodotti in tutta l'Unione europea, al di fuori della Grecia, o con modalità diverse.

 


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Ingredienti per 4 persone:

320 gr di fusilli

2 cetrioli
200 gr di pomodorini
200 gr di feta o altro formaggio semiduro
Una ventina di olive nere
Succo di mezzo limone
Origano q.b.
Olio extravergine d’oliva
Peperoncino q.b. (facoltativo)
Sale q.b.

Preparazione

Lavate i cetrioli e tagliateli a fette non troppo spesse.

Lavate i pomodorini e tagliateli in quattro spicchi.
Tagliate a cubetti la feta.
Mettete tutti gli ingredienti in una ciotola.
Se lo gradite potete aggiungere anche del peperoncino.
Preparate un’emulsione (vinaigrette) miscelando quattro cucchiai d’olio, il succo del mezzo limone e del sale fino.
Nel frattempo, fate bollire abbondante acqua salata e cuocete i fusilli.
Scolateli al dente e passateli sotto l’acqua fredda per fermare la cottura, sgocciolateli.
Versate la pasta nella ciotola contente gli altri ingredienti, irrorate con l’emulsione di olio e limone, mescolate bene.  
Lasciate riposare in frigo ancora per  circa mezz’ora o solo dieci  minuti se non la volete troppo fredda e servite.

 

 

sabato 8 luglio 2023

Insalata di seppioline e patate

La seppia appartiene alla stessa famiglia di polpi e calamari; è un mollusco cefalopode, cioè, dotato solo di testa e piedi e possiede notevoli capacità mimetiche che gli consentono di cambiare colore in brevissimo tempo. Le sue dimensioni vanno dai quattro centimetri della seppiola fino ai 120 centimetri della seppia comune.

All’interno del suo corpo troviamo una conchiglia detta “osso di seppia” che le consente di galleggiare perché è pieno di bollicine di gas che lo rendono più leggero dell’acqua.
La seppia si difende dagli attacchi dei predatori espellendo inchiostro che si trova in una sacca all’interno del suo corpo.
È diffusa in tutti i mari e gli oceani del globo e vive sui fondali costieri melmosi o sabbiosi. In Adriatico vi sono due distinte popolazioni di seppie, una si riproduce in primavera, l’altra in autunno.
Le sue caratteristiche nutrizionali sono molto simili a quelle dei cosiddetti “pesci magri”: è ricca di vitamina A, B1, D e di sali minerali quali il fosforo, il potassio, il calcio e proteine. È ricca di fibre e quasi priva di grassi per cui è consigliata nelle diete ipocaloriche.
Infine, per riconoscere la freschezza della seppia, occorre controllare il colore che deve essere iridescente, non deve avere macchie particolari sul corpo e deve profumare di mare. La carne deve essere soda e gli occhi devono avere un colore nero brillante. Se l’inchiostro è rappreso, probabilmente è stata congelata.

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Ingredienti per 4 persone:

700 gr di seppioline

3 patate grandi
Una ventina di olive nere taggiasche sott’olio
1 mazzettino di prezzemolo
1 cucchiaio di capperi sottaceto
1 spicchio d’aglio
Succo di un limone
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale fino q.b.

Procedimento

Normalmente le seppioline le trovate già pulite e basta solo lavarle bene, diversamente leggete sotto come fare per pulirle.

Lavate il prezzemolo e tritate le foglioline con lo spicchio d’aglio e i capperi.
Mettete le patate con la buccia in una pentola di acqua fredda, dal bollore calcolate 30/35 minuti di cottura.
Scolatele e lasciatele raffreddare completamente.
Contemporaneamente mettete sul fuoco un’altra pentola con dell’acqua fredda e aggiungete il succo di mezzo limone, le seppioline e  portate a bollore.
Fatele cuocere per 35 minuti.
Scolatele e mettetele in una ciotola con un filo d’olio, mescolate.
Tagliate le patate a tocchetti e unitele alle seppie, aggiungete le olive.
Salate, unite il trito di prezzemolo, aglio e capperi.
Irrorate con il rimanente succo di limone e con l’olio.
Mescolate e mettete in frigo se la gradite fredda, ma può essere consumata anche tiepida

 


Come pulire le seppie

Indossate dei guanti di lattice per evitare di macchiarvi le dita con il nero di seppia, poi sciacquatele con delicatezza sotto il getto dell’acqua corrente a testa in giù.

Fate un taglio verticale sul retro delle seppie e con la punta delle dita individuate l’osso ed estraetelo.
Estraete delicatamente anche la sacca nera nella quale è presente il nero di seppia, senza schiacciarla, mettetela in una ciotolina con un pochino d’acqua, potrà servirvi per preparare un ottimo piatto di pasta al nero di seppia.
Rimuovete le interiora, incidete la pelle della seppia per rimuoverla interamente, individuate il “sottopelle” e sollevatela in modo uniforme e in un unico momento.
Dalla testa eliminate il rostro o “becco”: facile da individuare poiché posizionato al centro dei tentacoli. Fate pressione con le dita spingendolo verso l’alto.
Infine, rimuovete gli occhi.
Lavate accuratamente sotto il getto dell’acqua corrente e in profondità.

 

 


Tisana drenante alle ciliegie

La pianta delle ciliegie appartiene alla famiglia delle Rosacee ed è conosciuta con il nome di ciliegio o Prunus avium: è presente nella zona mediterranea da circa 3.000 anni. E' difficile stabilire con certezza il paese d'origine, le prime notizie in merito arrivano dall'Egitto, ma si ritiene che l'origine possa essere asiatica.
Il ciliegio fiorisce in primavera e spuntano contemporaneamente sia i fiori che le foglie. Le ciliegie si dividono in due gruppi dolci ed acide: quelle dolci, a loro volta, si dividono in duracine e tenerine, quelle acide si dividono in visciole, amarene e marasche. Il periodo di maturazione varia da maggio a giugno a seconda del tipo di ciliegia.
Le ciliegie sono composta prevalentemente di acqua (circa l'80%), proteine, zuccheri, vitamina C e A, ferro, potassio, calcio, fosforo, sodio e magnesio. Da sottolineare uno zucchero, il levulosio, che non ha controindicazione per i diabetici. Contengono anche molti flavonoidi che servono a contrastare i radicali liberi. Possiedono, inoltre, proprietà depurative, disintossicanti, diuretiche e lassative.
Si consiglia il consumo lontano dai pasti.


LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.


Ingredienti per 1 persona:

8 gr di piccioli di ciliegie

3 ciliegie denocciolate
250 ml di acqua

Procedimento


Lavate  molto bene i piccioli e le ciliegie.
Mettete solo i piccioli in un pentolino e aggiungete  l’acqua fredda.
Accendete il fuoco e, appena inizia l’ebollizione, spegnetelo. E aggiungete le tre ciliegie.
Coprite con un coperchio e lasciate in infusione 10 minuti.
Filtrate con un colino premendo sulle ciliegie per far fuoriuscire  tutto il liquido.
Dolcificate a piacere con miele o zucchero di canna.

 

 

sabato 1 luglio 2023

Tronchetti di cetriolo

I pomodori Pachino sono delle eccellenze del made in Italy agroalimentare tra le più apprezzate e consumate. Dolci e profumati, ipocalorici e ricchi di nutrienti, ciliegino e datterino oltre che gustosi e salutari sono molto versatili in cucina. Anche se simili per composizione e aspetto questi due tipi di pomodorini non sono esattamente uguali: le loro caratteristiche e differenze possono renderli ognuno più adatto dell’altro per la realizzazione di determinati piatti.
La varietà datterino (usata in questa ricetta) contiene meno acqua rispetto al ciliegino; tutti e due hanno un gusto molto dolce, “corretto” comunque da un giusto grado di sapidità grazie alle caratteristiche dei terreni vicino al mare in cui sono coltivati.
È ricco di licopene, minerali e vitamina c
I cetrioli sono drenanti, diuretici e ricchi di sali minerali quali potassio, fosforo. Contengono vitamina C, K, Acido tartarico.
Essendo diuretici contrastano l’ipertensione e la formazione di calcoli.
Sono antiossidanti poiché contengono betacarotene e luteina.

Fonte:  Artimondo




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Ingredienti per 4 persone:

3 cetrioli medi

150 gr di robiola fresca o qualunque altro formaggio spalmabile
300 g di pomodorini Pachino tipo Datterino
Timo q.b.
Origano q.b.
Zucchero q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.
Rametti di maggiorana q.b.

Procedimento
 
Lavate e asciugate i pomodorini.
Divideteli a metà senza togliere i semi.
Deponeteli su della carta da forno messa sulla leccarda.
Salate e versate un po’ d’olio sui mezzi pomodorini.

 



Spolverizzate con il timo e l’origano e distribuite un pochino di zucchero.
Infornate a 100°C (forno ventilato preriscaldato) per circa 2 ore.
Sfornate lasciate raffreddare.
I pomodorini che avanzano metteteli in un contenitore di vetro, aggiungete un po’ d’olio, chiudete con il coperchio e mettete in frigorifero.
Si manterranno per quattro giorni.
Con una forchetta lavorate la robiola in modo fino ad ottenere una morbida crema.
Lavate bene i cetrioli poi, con il rigalimoni o con uno spelucchino, fate delle strisce alternate (come nella foto) e dividete i cetrioli in tronchetti di circa 3 cm.
Scavateli un pochino poi inserite all’interno la robiola aiutandovi con un sac a poche o con un semplice cucchiaino.
Metteteli in un piatto da portata e distribuite su ognuna mezzo pomodorino e qualche fogliolina di maggiorana distribuite un filo dell’olio di cottura dei pomodorini e servite.