giovedì 17 febbraio 2022

Sogliole con i pomodorini

Con il nome comune sogliola si indicano alcune specie di pesci d'acqua salata,  la cui evoluzione li ha portati alla postura sdraiata su un fianco, con uno dei due occhi che si è spostato a fianco dell'altro, sul lato rivolto verso la superficie dell'acqua. Anche la colorazione ha seguito quest'evoluzione: il lato rivolto verso il fondo è bianco, quello verso l'alto è bruno, marezzato, mimetico e spesso camaleontico: le sogliole riescono infatti a cambiare colore per imitare l'ambiente circostante grazie ai cromatofori, cellule con pigmenti colorati dell'epidermide.
La sogliola abita solitamente i fondali marini fangosi, dalle coste più basse fino a profondità di oltre 50 m. Si nutre di invertebrati, in particolare di crostacei, ed altri molluschi.

La sua carne è molto apprezzata in cucina: di sapore molto delicato, non deciso né caratteristico, il che consente di adoperarla per diverse preparazioni in cui viene facilmente unita ad altri ingredienti, per ottenere una mousse o degli involtini.

 

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Ingredienti per 4 persone:

4 sogliole medie

400 g di pomodorini
1 spicchio d’aglio
1 piccolo mazzetto di prezzemolo (una ventina di rametti)
1 cucchiaio di capperi dissalati
4 cucchiai d'olio extravergine d’oliva 
Sale  q.b.
 

Procedimento

Pulite le sogliole, evisceratele ed eliminate la pelle ( o fatelo fare dal pescivendolo).

Lavate e sgrondate il prezzemolo e tritatelo insieme ai capperi e allo spicchio d’aglio.
Lavate i pomodorini e tagliateli a metà
In una padella scaldate 4 cucchiai d’olio,  unite i pomodorini e fate cuocere per cinque minuti.
Unite le sogliole intere, salate  e continuate la cottura  a fuoco medio per dieci minuti, girando il pesce a metà cottura.
Due minuti prima di spegnere il gas unite il trito di prezzemolo, capperi e aglio.

 

 

mercoledì 2 febbraio 2022

Croque madame

Il croque madame è un sandwich  tipico della boulangerie parigine molto conosciuto e diffuso, solitamente abbinato al croque monsieur dal quale si differenzia per l’aggiunta dell’uovo.
La farcitura a base di prosciutto cotto e groviera, la croccantezza dovuta alla rosolatura nel burro, il “cappello” della besciamella e dell’uovo all’occhio di bue ne fanno una golosità irresistibile da consumare  ad ogni ora del giorno, per colazione, per un pranzo veloce, per uno spuntino.


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Ingredienti per 2 persone

4 fette di pane per toast
180 g di prosciutto cotto
200 g di groviera a fette
30 g di groviera grattugiata
2 uova
80 g di besciamella
60 g di burro
4 cucchiai di senape di Digione

Procedimento

Spalmate la senape su tutte e quattro le fette, poi farcite due fette con il formaggio e il prosciutto  e chiudete con le altre.
In un’ampia padella fate sciogliere il burro e fate rosolare i sandwich.
Quando saranno dorati, trasferiteli su di una placca ricoperta da carta da forno, copriteli con la besciamella e la groviera grattugiata.
Infornate a 180°C (forno già caldo) e fate  gratinare.
Nel frattempo scaldate 20 g di burro in una padella e depositateci  le uova, lasciatele cuocere fino ad addensare l’albume ma non il tuorlo ( all’occhio di bue), salate e pepate.
Per ottenere una forma perfettamente tonda potete aiutarvi inserendo nella padella un coppa pasta del diametro adatto alle vostre fette di pane e inserendo al loro interno le uova crude.
Sfornate i croque madame , adagiate delicatamente  sopra ad ognuno un uovo e serviteli subito ben caldi.

 

 

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lunedì 24 gennaio 2022

Tortilla di patate e cipolle

La tortilla di patate (tortilla de patatas)  è un piatto tipico spagnolo molto apprezzato e con diverse varianti; può essere solo di patate, patate e cipolle come in questo caso oppure arricchita con altri ingredienti come il prosciutto, i funghi ecc.
Ottima anche nel panino o da servire tagliata a quadratini o a spicchi come antipasto o come aperitivo.

 

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Ingredienti per 4 persone:

500 gr di patate gialle
200 gr di cipolle bianche
5 uova
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale fino q.b.

Procedimento

Lavate e sbucciate le patate e le cipolle, asciugatele e tagliatele a fettine  sottili.

In una larga padella antiaderente sciogliete scaldate 5 cucchiai d’olio, aggiungete le patate, e fatele cuocere a fuoco medio per 5 minuti. Aggiungete le cipolle , coprite  e fate cuocere ancora per 15 minuti.
Fate cuocere a fuoco dolce e a pentola scoperta per 15 minuti.
Il tutto non deve friggere ma cuocere lentamente anche all’interno.
In una ciotola capiente rompete le uova, salate e sbattetele molto  bene, aggiungete le patate e le cipolle ben calde ma scolate dall’olio.
Mescolate gli ingredienti, versate nella padella coprite e cuocete per 10 minuti a fuoco basso.
Aiutandovi con un coperchio o un piatto capovolgete la frittata e continuate la cottura ancora per 5 minuti anche dall’altro lato.
Trasferite la tortilla in un piatto da portata e servite.
E’ ottima sia calda che tiepida.

 

giovedì 20 gennaio 2022

Stufato di costine di maiale

Lo stufato di costine è una ricetta semplice, ricca, saporita e poco costosa.
La sua realizzazione non richiede particolari doti culinarie ma, per avere costine succulente e morbide è bene rispettare poche e semplici regole:

La marinatura preparata con olio, erbette, pepe, ecc. tutto ben miscelato e massaggiato sulla carne è un passaggio fondamentale se volete ottenere una carne morbida e saporita.

Dopo il trattamento mettetele in frigo per almeno due ore, l’ideale sarebbe tutta la notte.

Prima della cottura tenete le costine a temperatura ambiente per una mezzora per fa si che le fibre si distendano e in modo da non provocare uno shock termico, dovuto al passaggio diretto dal frigo alla padella calda, che le renderebbe stoppose.

La cottura, dopo una prima fase iniziale a fuoco vivace per far dorare e caramellizzare la carne, chiudere i pori per evitare che fuoriescano i succhi, deve proseguire a fuoco basso e per lungo tempo.


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Ingredienti per 4 persone


900 g di costine di maiale a temperatura ambiente
400 g di patate
2 carote
1 cucchiaio di conserva
1 cipolla bianca
1 spicchio d’aglio
1 lt. d’acqua calda
Mezzo bicchiere di vino bianco secco
4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
1 rametto di rosmarino
2 foglie d’alloro
Sale e pepe q.b.

Procedimento


Pelate la cipolla, lavatela  e tagliatela a pezzetti, sbucciate l’aglio.
Lavate il rametto di rosmarino e tritate gli aghetti.
Scaldate l’olio in un’ampia casseruola, unite la cipolla, l’aglio intero e fate rosolare per due minuti, unite le costine e fatele dorare in modo uniforme, aggiungete i rametti di rosmarino, lasciate dorare ancora per un minuto, eliminate lo spicchio d’aglio, irrorate le costine con il vino e fatelo sfumare a fuoco alto. 
Aggiungete  la conserva, l’acqua calda e lasciate  cuocere  per un’ora.
Nel frattempo pelate le patate e le carote. Tagliate le prime a pezzi  e le seconde a rondelle non troppo sottili.
Trascorso il tempo di cottura, unite le patate, le carote, salate, pepate e continuate la cottura per circa un’altra ora, saranno cotte quando la carne si staccherà con facilità dall’osso.
Se il fondo dovesse asciugarsi troppo, aggiungete un pochino di acqua calda.

 

domenica 16 gennaio 2022

Budino di pane noci e uvetta

La sacralità del pane da millenni accompagna la vita dell’uomo e ne è diventato parte integrante. Frutto del lavoro nei campi, per millenni è stato il fautore dell’equilibrio d’ogni società. Numerose nei secoli sono state le lotte popolari nate proprio alla sua carenza legata a carestie o a motivi politici. Ben lo sapevano gli imperatori romani che dominavano il popolo con il famoso motto “panem et circenses” (pane e divertimento).
Molto meno attenti a queste esigenze sono stati i loro successori delle società medievali che, per questo motivo, erano spesso oggetto di rivolte popolari legate alla carenza di farine o all’aumento del costo del pane. In età moderna abbiamo avuto modo di assistere ad analoghe reazioni come la famosa rivolta dei milanesi del 1628 o la Rivoluzione francese che ha avuto, tra le cause principali, quella della carenza di pane.

Questo piccolo escursus storico per ricordarci l’importanza di quello che oggi troviamo tutti i giorni con facilità sulle nostre tavole e che, spesso, gettiamo perchè raffermo, dimenticando, non solo il nostro passato, ma anche chi, purtroppo, ancora oggi, muore di fame. Ho avuto più volte modo di sottolineare da questo blog l’importanza del riutilizzo degli alimenti e spesso ho postato ricette con queste caratteristiche, anche questa è una di quelle che ci consente di riutilizzare dell’ottimo pane che ha solo il “difetto” di essere raffermo.

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Ingredienti:

      250 g di pane raffermo

      scorza di un limone bio

      1/2 litro di latte intero

     30 g di uvetta sultanina

     30 g di gherigli di noce sminuzzati

     200 g di zucchero semolato

     3 uova

     1 baccello di vaniglia (o una bustina di vanillina)

     

     Procedimento

    

Mettete a bagno l’uvetta sultanina per 15 minuti.

Tagliate a dadini il pane e mettetelo in una ciotola,unite la scorza grattugiata di mezzo                  

limone, i semi di mezzo baccello di vaniglia e irrorate con il latte tiepido.

Sbattete le uova con 100 g di zucchero fino a renderle chiare e spumose.

Unite il pane con il latte, l’uvetta strizzata e leggermente infarinata, le noci sminuzzate.

Amalgamate bene il composto.

In un pentolino preparate il caramello : fate sciogliere a fuoco bassissimo il restate zucchero senza girarlo mai, ma facendo roteare il pentolino.

Quando avrà raggiunto un bel color ambra versatelo sul fondo di uno stampo da forno (rettangolare, tondo o singoli stampini).

Versate sopra il composto di pane.

Mettete lo stampo dentro uno più grande in cui avrete versato un dito d’acqua (bagnomaria) e infornate (forno statico, già caldo a 180°C ) per circa 40 minuti (fate la prova dello stecchino, se, infilandolo nel dolce ne uscirà pulito vuol dire che è cotto, viceversa lasciate cuocere ancora un pochino).

Sfornate, fatelo riposare dieci minuti nello stampo, poi sformate, fate raffreddare e servite.

 

mercoledì 12 gennaio 2022

Trote al forno in salsa di zafferano

Il Piemonte, dove vivo, è una bellissima  regione  ricca di fiumi, di laghi e di torrenti dove le trote sono rintanate dietro i sassi, in attesa della preda, dove l’acqua fa la schiumetta: lì si ossigenano ed aspettano il nutrimento. Oppure, se sono in caccia, si trovano ovunque.
Parlando di laghi, la trota, a seconda della stagione, ama stazionare dove l’acqua è più fresca, d’inverno più verso la superficie e d’estate più sul fondo. Quelle utilizzate per questa ricetta arrivavano dalla Valchiusella.


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Ingredienti per 4 persone:
 
4 trotelle da 250 gr l’una
1 bicchiere di vino bianco secco
1 bustina di zafferano
4 rametti di prezzemolo
4 rametti di menta
1 cucchiaino di amido di mais (maizena)
1 cucchiaino di paprika
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva

Sale e pepe q.b.

 

Procedimento

Lavate e sgrondate il prezzemolo e la menta e tritateli finemente.
Pulite le trote, lavatele internamente ed esternamente e asciugatele con carta da cucina.
Salate e pepate all’interno e riempitele con un pochino del trito di prezzemolo e menta. Lasciatene un cucchiaino per la salsa.
Mettete le trote in una pirofila, irroratele con il bicchiere di vino, l’olio e un bicchiere d’acqua. Infornate (forno già caldo a 200°) per 30 minuti.
Trascorso il tempo estraete dal forno, togliete le trote dalla pirofila e tenetele al caldo.
Filtrate il fondo di cottura attraverso un colino e versatelo in un pentolino.
Salate, aggiungete 1 bicchiere di acqua bollente, mescolate lo zafferano e la paprika, unite l’amido  di mais e stemperate con un cucchiaio di legno. Aggiungete il rimanente trito di prezzemolo e menta tenuto da parte e fate addensare a fuoco bassissimo per 3 minuti finché la salsa non si sarà addensata.
Versate un po’ di salsa in quattro piatti singoli, mettete un poco di salsa in ogni piatto e deponeteci sopra la trotella poi irrorate con la salsa rimasta  e servite subito.

Potete preparare delle verdure tagliate a dadini piccoli e stufate e servirle in accompagnamento al piatto  (come nella foto).

 

venerdì 7 gennaio 2022

Minestra di cannellini

I fagioli cannellini sono una varietà molto conosciuta di fagioli bianchi, si differenziano dalle altre varietà per le dimensioni più ridotte e la forma cilindrica. E’ uno dei legumi più utilizzati nella cucina italiana che li vede protagonisti nelle minestre, nelle zuppe o da soli in varie preparazioni.

Sono ricchi di fibre e di proteine vegetali nonché di carboidrati e di sali minerali quali il fosforo, il potassio, il magnesio, il calcio e il ferro. Possiedono un basso indice glicemico per cui sono molto utili nelle diete delle persone diabetiche.
La preparazione dei fagioli secchi prevede un lungo ammollo in acqua di almeno dieci/dodici ore, l’acqua va poi gettata, i legumi risciacquati e vanno posti in una pentola con  dell’acqua fredda e una volta portati a bollore, procedete con una cottura a fuoco molto basso per almeno un’ora.


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Ingredienti per 4 persone
 
400 gr. di fagioli cannellini secchi
1 porro
1 cipolla
2 carote medie
3 gambi di sedano
2 patate medie
1 cucchiaio di conserva
2 rametti di rosmarino
3 rametti di timo
1 mazzetto di basilico
Olio extravergine d'oliva q.b.
Sale q.b.

Procedimento


Mettete a bagno  i fagioli per 12 ore. Scolateli, risciacquateli  e metteteli a cuocere in abbondante  acqua con un gambo di sedano, una carota ed una foglia di alloro. Salateli solo a fine cottura ( di solito 1 ora, assaggiateli).
Tagliate la carota, le patate e il sedano a dadini, la cipolla e  il porro   a fettine.
Scaldate  quattro cucchiai di olio in una pentola  e unite le verdure insieme al rosmarino tritato e al timo.
Fate rosolare per qualche minuto poi unite la conserva e i fagioli con la loro  l’acqua di cottura, se è il caso unite ancora un po’ di acqua calda. Fate cuocere per circa 40 minuti, assaggiate e, se necessario, aggiustate di sale.
Tritate il basilico e aggiungetelo, versate un filo d’olio crudo e servite con fette di pane rustico o ai cereali.

 

 


giovedì 30 dicembre 2021

Arrosto di maiale e prugne

Regna ancora molta confusione su questa carne che si presenta effettivamente rosata da cruda, diventando persino bianca da cotta. Ma la carne di maiale è bianca o rossa? Come si classifica a livello nutrizionale, e quali sono le sue proprietà? 
Dal punto di vista nutrizionale la carne di maiale, contenendo una concentrazione di mioglobina che va dallo 0.1 allo 0.3%, è classificata certamente come rossa. E tale resta, anche se dopo la cottura schiarisce a tal punto da non sembrarlo: il contenuto di mioglobina è comunque superiore a quello del pollo e del pesce (0.05%).
In effetti il suo colore chiaro, soprattutto se paragonato a quello delle altre carni rosse di bovini, equini e ovini, può trarre in inganno. Complici di questo fraintendimento anche quei siti o riviste che definiscono erroneamente la carne di maiale una carne bianca o addirittura “rosa”. Ma quest’ultima è la classificazione gastronomica, che non ha niente a che vedere con la classificazione nutrizionale.
La carne di maiale possiede dunque tutte le proprietà delle carni rosse e in particolare è fonte di proteine di alta qualità e di sostanze nutritive ad elevata biodisponibilità, tra cui le più rappresentate sono la tiamina, riboflavina, niacina, vitamina B6 e B12, ma anche minerali come fosforo, potassio, zinco e selenio, mentre il ferro è leggermente minore rispetto alle altre carni rosse. Notevole anche la presenza di composti bioattivi positivi per la salute e con funzione antiossidante, come la creatina, la taurina e il glutatione.
Nonostante sia il tipo di carne rossa più popolare e più consumata al mondo, aleggia purtroppo ancora oggi la percezione nel consumatore che il maiale sia in qualche modo “meno sano” del pollo e del manzo: credenza che non trova riscontro nella realtà. Al contrario, il consumo di carne di maiale fresca è perfettamente in linea con le attuali raccomandazioni nutrizionali, anche per quanto riguarda l’apporto di grassi saturi e insaturi.
Proprio per andare incontro alle esigenze dei consumatori i suini di oggi sono allevati e alimentati in modo da avere meno colesterolo e meno grassi saturi nelle carni, a favore invece di un aumento dei grassi monoinsaturi e polinsaturi omega 3 a catena lunga, migliorando il profilo lipidico della carne e il suo impatto sulla salute, dimostrato anche in studi dove si evidenziano gli effetti positivi della carne di maiale sui parametri cardio-metabolici e sulla composizione corporea.

Fonte : Carni sostenibili


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Ingredienti per 4 persone:

800 gr. di lonza di maiale
10 prugne secche morbide disossate (se sono piccole usatene 12)
1 cucchiaio di zenzero
1 cucchiaio di zucchero di canna
1 limone (buccia grattugiata e succo)
1 bicchiere  di cognac
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
2 rametti di rosmarino
2 foglie di alloro e 2 di salvia
1 spicchio d’aglio
1 cucchiaio di zenzero
Sale q.b.

Procedimento

Accendete il forno a 180°

Tagliate verticalmente la lonza e riempitela con le prugne. Legate la carne e mettetela in un tegame con l’olio, l’aglio, il rosmarino, la salvia e l’alloro.
Fatela rosolare dolcemente. Quando l’arrosto è ben rosolato versate il rum , il succo del limone, un bicchiere d’acqua calda e cospargetelo con un cucchiaio di zucchero di canna, la buccia grattugiata del limone e lo zenzero.
Infornatelo e fatelo cuocere per 1 ora e mezza, girandolo ogni tanto. Eventualmente aggiungere ancora un po’ di acqua calda se il fondo di cottura dovesse asciugarsi troppo.
A cottura ultimata lasciatelo riposare una decine di minuti nel forno.
Eliminate lo spago, tagliate a fette, irrorate con un po’ del fondo di cottura e  servite o, se preferite, servite il fondo di cottura , ben caldo, a parte in una ciotolina.

lunedì 27 dicembre 2021

Struffoli napoletani

Gli struffoli sono tipico dolce natalizio napoletano che ritroviamo però anche in altre regione italiane con nomi differenti e con alcune varianti.
Sono delle morbide palline di pasta dolce che vengono fritte, immerse nel miele e infine guarnite con canditi e confettini.
L’origine di questo dolce si presume che sia  legata alla lunga dominazione spagnola che ha subito Napoli, infatti tra i dolci andalusi esiste il  piñonate che si differenzia dagli struffoli solo nella forma, palline negli struffoli piccoli bastoncini nel dolce andaluso.
La ricetta originale non prevede l’uso del lievito e esiste una variante che anziché friggere le palline prevede la cottura in forno.


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Ingredienti per 8 persone


400 g di farina 00
3 uova medie
80 g di burro
30 g di zucchero semolato
1 buccia di limone bio grattugiata
30 ml di limoncello
Sale un pizzico
1 lt  di olio per friggere
300 ml di miele d’acacia
Frutta candita q.b.
Palline di zucchero colorato q.b.
Confettini di zucchero q.b.

 

Procedimento
 
In una ciotola setacciate la farina con il sale, unite lo zucchero semolato, la buccia grattugiata del limone (solo la parte gialla) le uova, il burro ammorbidito a temperatura ambiente e il limoncello.
Lavorate l’impasto con una forchetta per amalgamare gli ingredienti, poi rovesciate tutto su di un piano da lavoro e lavorate con le mani fino ad ottenere un impasto perfettamente liscio ed elastico. Raccogliete a palla, avvolgetela nella pellicola per alimenti e lasciatela riposare in frigo almeno un’ora.
Riprendete l’impasto, tagliatene una piccola parte e lavoratela con le mani per ottenere un cilindro sottile, ritagliatelo creando dei rettangolini di circa un centimetro di lunghezza. Proseguite così fino a terminare l’impasto.
Mettete a scaldare l’olio in una padella ampia e profonda e quando avrà raggiunto la temperatura di 180°C mettete degli struffoli in una schiumarola e adagiateli delicatamente nell’olio, si poggeranno sul fondo per poi risalire in superficie dopo pochi secondi.
Cuociono in pochissimo tempo e non devono colorirsi troppo.
Come per tutte le frittura cuoceteli pochi per volta per evitare che si abbassi troppo la temperatura dell’olio.
Una volta scolati adagiateli su della carta da cucina per far assorbire l’unto in eccesso.
In una padella molto capiente scaldate il miele, quando si sarà sciolto spegnete il gas.
Aggiungete gli struffoli e i canditi e mischiate il tutto con molta delicatezza.
Mettete tutto su un piatto di portata creando una montagnola, guarnite con le palline di zucchero colorato e con i confettini.

 

 

 

 

 

giovedì 23 dicembre 2021

Buon Natale

 

Filastrocca del Natale

Filastrocca del Natale
dacci un giorno originale
togli la rabbia da ogni cuore
metti la gioia e il buon umore.
Dona qualcosa di speciale
fai guarire chi sta male
rendi buono chi è cattivo
e chi è triste più giulivo.
Porta la voglia di fare regali
metti ai sogni un paio d’ali
riempi d’amore tutta la terra
togli l’odio, smetti la guerra.
Appendi ghirlande e luci belle
accendi la luna e tutte le stelle
crea nel cielo un nuovo bagliore:
la speranza di un mondo migliore.
Giuseppe Bordi



BUON NATALE!

Tartare di manzo con mousse di robiola e peperoni

Per ottenere una deliziosa tartare di carne occorre innanzitutto dell’ottima carne di Fassone femmina piemontese; sono mucche altamente selezionate negli anni che hanno dato vita a una Razza Piemontese a duplice attitudine: latte, con produzione di formaggi tipici e carne di altissima qualità.
Il Fassone Piemontese fa parte della Razza Piemontese, la più importante razza autoctona italiana: i capi, tutti rigorosamente nati ed allevati in Italia danno una carne di altissima qualità, tenera e magra
La caratteristica di questi bovini è il notevole sviluppo muscolare, soprattutto della parte posteriore detta” della coscia” da cui si ottengono i tagli più pregiati.
Il tutto comincia con una mutazione naturale avvenuta su di un bovino di Razza Piemontese a Guarene d’Alba nel 1886. In Borgata Bassi, Frazione Forcellini si ebbe la prima segnalazione di vitelli con un eccezionale sviluppo muscolare, specialmente nella coscia, che sta alla base del carattere “doppia groppa “, cioè dell’ipertrofia muscolare del Fassone Piemontese. Inizialmente i vitelloni piemontesi della coscia erano guardati con sospetto e addirittura il Ministero dell’Agricoltura ordinò la castrazione dei torelli della coscia. Tuttavia, grazie alla saggezza contadina, gli allevatori coltivarono questo carattere e, a poco a poco, mutò anche l’opinione negativa dei tecnici, il resto è attualità.
Il fenomeno “della coscia” o della “doppia groppa” rappresenta uno dei tratti somatici distintivi della Razza Fassone Piemontese. Si tratta di un’ipertrofia – o iperplasia – dei muscoli della coscia, dovuta alla naturale mutazione genetica di uno specifico gene, quello della miostatina. La miostatina è una proteina che regola lo sviluppo muscolare. La mutazione avvenuta fa sì che ne venga prodotta meno del dovuto, così i muscoli, meno inibiti nello sviluppo della miostatina, sono liberi di crescere, diventando ipertrofici.
Prima il lavoro nei campi, poi la mungitura del latte anche per produrre formaggi tipici, infine solo più carne di altissima qualità: in sintesi questa è stata l’evoluzione della Razza Piemontese negli ultimi 150 anni.
Oggi il “Fassone” della Razza Piemontese (dal francese façon che significa “modo”) produce una carne di altissimo livello: tenera, magra e con pochi grassi ma di ottima qualità nutrizionale. Una regola generale afferma che più la carne è grassa, più è tenera, ma questo non vale per la carne Fassone Piemontese: tagli contenenti meno del 3% di grasso si sono dimostrati assai più teneri degli stessi provenienti da altre razze e contenenti oltre il 7% di grasso (test Warner-Bratzler).

Fonte: Cascina Rosa B&B

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Ingredienti per 4 persone:

400 gr di carne di Fassone femmina tritata

1 falda di peperone rosso
1 falda di peperone giallo
100 g di robiola o altro formaggio spalmabile
Olio extravergine d’oliva q.b.
1cucchiaino raso di erbette di Provenza
Sale e pepe q.b.
Succo di limone qualche goccia

Per guarnire


Foglie di maggiorana
1 zucchina piccola
 
Procedimento
Fate cuocere in forno a 180 °C per 15/20 minuti i peperoni, spelateli e tamponateli con carta da cucina fino ad asciugarli completamente. Tenete da parte due striscioline, una rossa e una gialla, tagliatele a piccoli dadini, serviranno per guarnire.
Frullateli con le erbette e un filo d’olio.
Unite la robiola, un pizzico di sale e amalgamate bene tutto fino ad ottenere un composto omogeneo. Inseritelo in un sac a poche e mettetelo in frigorifero.
Lavate la zucchina e con il pelapatate ricavate delle strisce sottili.
Condite la carne tritata con un pochino d’olio e di limone, sale, pepe.
Prelevate delle noci di carne e distribuite su dei cucchiai come quelli della foto o su dei piattini se non avete i primi.
Spremete dal   sac a poche un po’ del composto di formaggio e peperoni su ogni noce di carne. Guarnite con le strisce di zucchina arrotolate, un paio di dadini di peperone e una fogliolina di maggiorana.