venerdì 9 dicembre 2022

Aringhe affumicate e sottaceti

L’aringa è un pesce di mare e diffuso prevalentemente nell’Oceano Atlantico settentrionale. Vive anche nei mari freddi del nord Europa del Canada, della Groenlandia e del Nord America e viene consumato fresco nei mesi di maggio e giugno.
Da sempre una delle principali fonti di scambio per i paesi del nord e per garantire la sua conservabilità furono inventati e perfezionati vari metodi di essiccazione, salagione, affumicatura marinatura che sono tutt’ora praticati.
Le aringhe fresche sono messe sotto sale in barili di legno per 24 ore, poi vi si aggiunge una salamoia; questo processo detto “salagione” dura fino a due mesi.
Vengono poi lavate e messe su spiedi ad affumicare per un periodo che varia dalle 12 ore ai 12 giorni e infine, vengono confezionate in scatole di legno o sottovuoto. 
In base al periodo di affumicatura si avranno tre tipologie di aringa affumicata: Silver  (affumicata 12 ore) Golden (3 giorni) Hard Cure (dai 10 ai 12 giorni).
Dal punto di vista nutrizionale l’aringa è un pesce grasso ricco di Omega3, ma in quella affumicata il grasso è notevolmente inferiore in quanto cola durante l’affumicatura ma restano invariate, anzi aumentano, le proteine.
L’aringa affumicata, dopo essere stata preparata nel modo che vi suggerisco sotto, è un ottimo accompagnamento  alle patate bollite, al cavolfiore, alla barbabietola rossa o a un' insalata con l’arancia o il pompelmo.
I filetti d’aringa già puliti si trovano in tutti i supermercati nel banco frigo, se non li trovate pulite un’aringa affumicata intera: eliminate la pelle, ricavate dei filetti, eliminate le spine e procedete come da descrizione sottostante.


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Ingredienti per 4 persone:

4 filetti d’aringa affumicata

½ litro di latte
1 bicchiere d’aceto
1 limone
4 falde di peperone rosso sottaceto
8 cetriolini sottaceto
1 cipolla rossa di Tropea piccola
Bacche miste (pepe rosa, verde, nero, ginepro)
Olio extravergine d’oliva
8 cucchiai di purè di patate

Procedimento

Mettete i filetti d’aringa a bagno nell’aceto per due minuti, scolateli e sciacquateli velocemente sotto l’acqua corrente.

Asciugateli perfettamente premendoli delicatamente tra due fogli di carta da cucina.
Metteteli in un recipiente e copriteli di latte.
Lasciateli nel latte per ventiquattro ore.
Queste operazioni consentiranno di eliminare il sale in eccesso e renderanno la carne dell’aringa morbida e saporita.
Scolateli dal latte, sciacquateli velocemente sotto l’acqua corrente e asciugateli molto bene.
Metteteli in un contenitore e spremete sopra i filetti il succo del limone.
Distribuite sul pesce le bacche e ricoprite completamente d’olio.
Lasciateli riposare per un giorno.
Potete preparare le aringhe qualche giorno prima (massimo tre), saranno ancora più saporite.
Al momento di servire scolate i filetti, tagliate le falde dei peperoni e i cetriolini a metà e affettate la cipolla.
Distribuite sui filetti i peperoni e i cetriolini, arrotolateli, fermateli con uno stecchino e inserite una rondella di cipolla. (come foto)
Mettete due cucchiai di purè in ogni piattino, deponeteci sopra i filetti d’aringa e serviteli come antipasto accompagnati da wodka molto fredda o da un buon vino bianco secco.

lunedì 5 dicembre 2022

Fregola con le vongole

La fregola sarda deve il suo nome al termine di origine latina “ferculum”, che significa “briciola” ed effettivamente trova conferma nella modalità di preparazione. Questa varietà di pasta  si ottiene, infatti, impastando a lungo e con gesti veloci la farina di semola con acqua tiepida e sale: in questo modo si ottengono delle piccole briciole che poi vengono tostate al forno.
Come forma, consistenza e preparazione ricorda  il cous cous mediorientale,  per cui l’ipotesi è che probabilmente questo tipo di pasta si diffuse grazie agli scambi commerciali con Fenici e Punici. Alcuni però sostengono che la fregola sia nata esclusivamente in Sardegna.
La sua origine è millenaria è testimoniata dal fatto che nella regione sono stati trovati reperti  che ne attestano le origini a più di mille anni fa.

La fregola, detta in sardo anche fregula, viene citata anche in un documento del XIV secolo, lo Statuto dei Mugnai di Tempio Pausania, che stabiliva che la sua preparazione si potesse effettuare solo dal lunedì al venerdì, per poter conservare l’acqua per i lavori agricoli previsti nel fine settimana.

Pare anche che il modo di dire “avere fregola” che significa avere fretta di fare qualcosa, possa avere origine dalla velocità dei gesti con cui viene preparata questa tipologia di pasta.


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Ingredienti per 4 persone

1 kg di vongole

2oo g di fregola sarda
2 spicchi d'aglio
Olio extravergine d'oliva q.b.
2 cucchiai di concentrato di pomodoro
prezzemolo fresco tritato
Acqua calda q.b.

Procedimento

Lavate le vongole e mettetele  a spurgare   in  acqua e sale per due ore.

Trascorso il tempo, scolatele e sciacquatele molto bene.
Scaldate 5 cucchiai d’olio in una casseruola , unite lo spicchio d’aglio e lasciatelo dorare, eliminatelo  e aggiungete le vongole.
Mettete il coperchio e alzate la fiamma al massimo per qualche minuto fino a quando le vongole saranno aperte ( eliminate quelle rimaste chiuse), scoperchiate, abbassate la fiamma e aggiungete il prezzemolo.
Togliete dal fuoco, sgusciate i due terzi delle vongole e mettetele in una ciotola insieme a quelle a cui non avete tolto il guscio.
Filtrate il sugo per eliminare ogni possibile traccia di sabbia.
Scaldate quattro cucchiai d’olio, unite uno spicchio d’aglio e fatelo dorare, eliminatelo e aggiungete la fregola, il concentrato di pomodoro, il sugo filtrato delle vongole e qualche mestolo d’acqua calda. Lasciate cuocere per 10/15 minuti , deve risultare morbida, aggiungendo, se necessario altra acqua ( deve avere la consistenza di una zuppa). Aggiungete le vongole, sia quelle con il guscio che quelle senza, spolverate con il prezzemolo fresco, assaggiate e  se è il caso aggiustate di sale.
Servite subito.

 

giovedì 1 dicembre 2022

Uova sode al ragù

Ricordi di un tempo lontano, di un mondo antico, semplice, senza fretta e ancora a misura d'uomo.
Amo molto questa ricetta che mia madre mi preparava quando ero bambina. La amo per i ricordi che suscita in me, per la  semplicità, per i colori e la bontà.
 

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Ingredienti per 3 persone:

400 g. di pelati
300 g. di carne di manzo tritata
6 uova
Fette di pane casereccio abbrustolite q.b.
½  carota
1 cipolla bianca
1 gambo di sedano
3 rametti di maggiorana
1 spicchio d'aglio
1 quarto di bicchiere di vino rosso
1 bicchiere di acqua calda
4 cucchiai d’olio d’oliva extravergine 

Sale e pepe q.b.

Procedimento

Lavate e tagliate a cubettini la mezza carota, la cipolla, il sedano e l'aglio (o lasciatelo intero se preferite e toglietelo a fine cottura), togliete le foglioline della maggiorana dai rametti.
In una casseruola fate scaldare 4 cucchiai d’olio, unite gli ortaggi  e fate dorare  a fuoco dolce per 5 minuti.
Aggiungete la carne tritata e fate rosolare a fuoco vivo.
Quando  il tutto sarà  ben rosolato e l'eventuale liquido prodotto si sarà asciugato, versate il vino  e lasciate sfumare  a fuoco vivo per 2/3 minuti.
Aggiungete  i pelati un pochino tagliuzzati,  le foglioline di maggiorana, il bicchiere d'acqua calda, il sale e il pepe.
Coprite e fate cuocere a fuoco bassissimo per 40/50 minuti, se durante la cottura si dovesse asciugare troppo, aggiungete poca acqua calda.
Nel frattempo fate bollire le uova per 10 minuti a partire dal bollore.
Trascorso il tempo  scolatele e fatele passare sotto l’acqua fredda per qualche minuto  per agevolare la sbucciatura.
Lasciatele raffreddare poi tagliatele a metà.
Quando il ragù sarà cott0 dividetelo in tre pirofile e adagiate su di ognuna 4 mezze uova.
Passate tutto 5 minuti in forno a 160 °C  (giusto per scaldare un pochino le uova) sfornate e servite con delle fette di pane leggermente abbrustolite.


 

martedì 22 novembre 2022

Risotto con salsiccia e funghi

Per questa ricetta ho effettuato la cottura dei funghi a parte,  non insieme al riso, perché la lunga cottura dello stesso li renderebbe troppo morbidi e, personalmente, li preferisco più croccanti.
Il riso Arborio che ho utilizzato è una varietà italiana di riso molto utilizzato nella
preparazione dei risotti, selezionato da Domenico Marchetti,  prende il nome dal comune  vercellese di Arborio, nella Pianura Padana, dove la varietà è nata.
Il chicco si presenta grande, perlato e tende ad aumentare notevolmente di volume durante la cottura assorbendo acqua fino a cinque volte l'equivalente del suo peso.

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Ingredienti per 4 persone:

320 g di riso Arborio

200 g di salsiccia fresca
250 g di funghi porcini
1 scalogno o 1 cipolla bianca piccolina
30 gr di burro
3 cucchiai di prezzemolo tritato
1 foglia d'alloro
1 lt e ¼ di brodo di carne salato
4 cucchiai di Parmigiano Reggiano grattugiato
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale e pepe q.b.

Procedimento

Raschiate il gambo dei funghi ed eliminate la terra con un panno inumidito o con della carta da cucina inumidita (i funghi non vanno lavati sotto l'acqua corrente perché s’impregnerebbero troppo). Tagliate a cubetti i gambi e a spicchi le cappelle.

Versate tre cucchiai di olio in una casseruola e aggiungete lo spicchio d'aglio tritato.
Aggiungete i gambi dei funghi e fateli cuocere a fuoco allegro per cinque minuti, unite le cappelle e continuare la cottura per altri 5/6 minuti. Due minuti prima del termine della cottura, salate, pepate e aggiungete il prezzemolo. Togliete i funghi dalla casseruola e metteteli in una ciotola.
Nella casseruola aggiungete un cucchiaio d’olio, la cipolla affettata sottilmente e  lasciatela dorare leggermente.
Aggiungete la salsiccia tagliata a rondelle.
Fate rosolare per due minuti poi unite il riso e lasciatelo insaporire per un minuto, aggiungete la foglia di alloro.
Bagnate con un mestolo di brodo caldo e, mescolando, fatelo assorbire.
Unite ancora un mestolo di brodo e proseguite così finché il riso sarà cotto al dente e rimasto all’onda, aggiungete i funghi e lasciate insaporire ancora per un minuto.
Togliete dal fuoco, mantecate con il burro rimasto e il Parmigiano Reggiano e servite.

 

venerdì 18 novembre 2022

Tortine al limone

 I dolci sono il mio debole. Gli ho dichiarato guerra con tutte le mie forze il giorno stesso in cui ho realizzato che avevo i denti. Sono un vizio più pericoloso dell’alcol o della droga perché è legale, non è considerato peccato e si può commettere in pubblico.

(Isabel Allende)


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Ingredienti per 10/12 stampini o pirottini:

130 gr di farina 00
120 gr di fecola di patate
2 uova
120 gr di zucchero di canna
100 gr di burro
50 ml di latte
50 ml di panna da cucina
1 limone bio
1 bustina di lievito per dolci da 8 gr
1 pizzico di sale fino

Procedimento

Mettete il burro in un’ampia ciotola e lasciatelo ammorbidire a temperatura ambiente.
Quando sarà morbido unite lo  zucchero e, aiutandovi con una frusta elettrica, amalgamate bene tutto.
Unite un uovo e quando sarà amalgamato aggiungete l’altro.
Accendete il forno (statico) a 180°C
Setacciate la farina con la fecola, unite la scorza grattugiata del limone (solo la parte gialla), il lievito e un pizzichino di sale.
Incorporate poco alla volta al composto di burro e uova, aggiungendo a filo anche il latte e la panna.
Continuate a lavorare fino a che il composto risulterà omogeneo e compatto.


Mettete un cucchiaio e mezzo d’impasto per ogni stampino (stampini medi come quelli della foto, se sono più piccoli ovviamente mettete meno composto), distribuite un pochino di zucchero su di ognuno.


Infornate (forno già caldo a temperatura) per 25/30 minuti.
Sfornate e lasciate raffreddare su di una gratella.


Poteste servirli così, con un pochino di zucchero a velo spolverizzato sopra  o insieme a della marmellata o della crema di nocciole o di cioccolato.
Se non volete fare i singoli tortini, versate tutto in un’unica tortiera di 20/22 cm di diametro.




martedì 8 novembre 2022

Insalata di fagioli rossi e olive

I fagioli sono dei legumi dalle molteplici qualità: privi di grassi, quindi  utili nel preservare l’apparato cardiocircolatorio e il cuore,  aiutano ad abbassare il colesterolo.
Sono molto nutrienti e l’alto contenuto di fibre favorisce la depurazione dell’organismo, e  li rende in grado di saziare e  di favorire anche il lento assorbimento degli zuccheri, motivo per cui il loro consumo è particolarmente consigliato alle persone diabetiche.
La presenza di ferro e vitamine del gruppo B  ne fanno  un prezioso alimento.
Infine l’alto contenuto di proteine vegetali li rendono, occasionalmente, una valida alternativa al consumo della carne.
Esistono vari tipi di fagioli, quelli rossi che propongo nella ricetta, hanno funzione depurativa e diuretica e, rispetto ad altre varietà sono più ricchi di fibre.

 


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Ingredienti per 4 persone

350 g di fagioli rossi secchi

1 carota
1 cipolla
1 gambo di sedano
1 foglia di alloro
150 g di olive verdi denocciolate
1 piccolo cipollotto bianco
Qualche rametto di aneto
Olio extravergine d’oliva q.b.
Aceto di mele ( o di vino bianco) a piacere
Bacche di pepe miste (nero, rosso, bianco)
Sale grosso q.b.

Procedimento.

La sera prima mettete a bagno i fagioli in abbondante acqua fredda e lasciati a mollo per 12 ore.

Al mattino sciacquateli e metteteli in una casseruola con la carota, la cipolla, il sedano e la foglia di alloro. Portate a ebollizione e lasciateli cuocere per circa 2 ore o fino a quando saranno cotti. Salate solo cinque minuti prima del termine della cottura, potete diminuire la stessa unendo un cucchiaino raso di bicarbonato.
Scolate i fagioli e metteteli in una ciotola, unite il cipollotto e le olive tagliati a rondelle, una spolverata del mix di pepe, l’olio e l’aceto.
Mischiate, distribuite qualche rametto di aneto e servite.
Se volete velocizzare i tempi, utilizzate 600 g di fagioli rossi in scatola.

sabato 5 novembre 2022

Pollo e funghi al Marsala

La carne di pollo è ricca di proteine nobili indispensabili all’organismo per rinnovare i tessuti, e di aminoacidi ramificati utili nel metabolismo dei muscoli e nell’aiutare allo smaltimento delle tossine che si formano quando si svolge un inteso lavoro fisico. Se eliminiamo la pelle, come in questo caso, risulta relativamente povera di grassi e con un discreto contenuto di vitamine del gruppo B e di ferro. La ridotta presenza di tessuto connettivo ed il diametro ridotto delle sue fibre rendono la carne di pollo facilmente digeribile.

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Ingredienti per 4 persone:

2 petti di pollo
3 etti di champignon
1 cipolla bianca piccola
1 carota piccola
1 cucchiaio raso di concentrato di pomodoro
5/6 rametti di prezzemolo
30 gr. di farina
1 bicchiere piccolo di Marsala secco
1 bicchiere di brodo vegetale caldo (o acqua calda)
30 gr. di burro
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale q.b.
Pepe bianco q.b.


Procedimento

Mondate i funghi e affettateli sottilmente.
Pulite la cipolla e tagliatela a rondelle sottili, pelate la carota e tagliatela a dadini.
Lavate e sgrondate il prezzemolo
Tagliate prima a fette non troppo sottili i petti di pollo, poi a pezzettoni e infarinateli leggermente.
In una padella scaldate il burro e quattro cucchiai d’olio, unite la cipolla, le carote e lasciate rosolare per qualche minuto.
Aggiungete i pezzi di pollo e fate rosolare a fuoco medio, girandolo spesso.
Unite i funghi, il concentrato di pomodoro, aggiustate di sale e di pepe, versate il Marsala e fatelo sfumare per una ventina di minuti poi unite il brodo caldo.
Coperchiate e portate a cottura a fuoco basso.
Con un cucchiaio di legno muovete spesso sia il pollo che i funghi per evitare che attacchino.
A cottura ultimata spolverizzate con il prezzemolo fresco tritato e servite subito.

martedì 25 ottobre 2022

Insalata di caki rucola noci e provolone piccante

Originario dell’Asia orientale, il caki è una delle più antiche piante da frutta coltivate dall’uomo, non cresce mai al di sotto dei 20° di latitudine nord perché mal sopporta i climi caldo-umidi. Detto anche “mela d’Oriente”, fu definito dai cinesi, l’albero delle sette virtù; vive a lungo, non è attaccato dai parassiti, le sue foglie fanno una grande ombra, gli uccelli possono nidificare tra i suoi rami, le sue splendide foglie gialle rosse in autunno sono decorative fino ai primi geli, le foglie, essendo ricche di sostanze concimanti, aiutano il terreno a nutrirsi, ed infine, il suo legno da un bel fuoco.
In America e in Europa si diffuse intorno alla metà dell’Ottocento, in Italia giunse solo nel 1916 e iniziarono a coltivarlo nel salernitano. La coltivazione si estese poi in Emilia-Romagna: oggi è diffuso in tutta Italia.
Questo delizioso frutto è composto da circa il 79% d’acqua, il 18% di zuccheri, proteine, grassi, vitamina C. È ricco di potassio e beta-carotene. È sconsigliato a chi soffre di diabete o ha problemi d’obesità. Ha notevoli proprietà lassative e diuretiche.
In dialetto napoletano è chiamato “legnasanta” perché, una volta aperto il frutto, si ritiene di poter “vedere” al suo interno l’immagine caratteristica del Cristo in croce.
Il nome corretto del frutto del caki, non è caco, come ormai è d’uso chiamarlo, ma caki come la pianta.
Ne esistono diverse varietà, per questa ricetta ho utilizzato i caki mela in quanto hanno una consistenza soda e non allappano.

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Ingredienti per 4 persone:

3 caki mela

120 g di rucola
150 g di Provolone piccante
16 gherigli di noci
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
1 cucchiaino d’aceto di mele
Sale fino q.b.

Procedimento

Lavate e sgrondate la rucola e mettetela in un’insalatiera.

Lavate e asciugate i caki, non sbucciateli, tagliateli prima a metà poi a cubetti e uniteli alla rucola.
Tagliate a dadini il formaggio e aggiungetelo agli altri ingredienti.
Aggiungete i gherigli di noce.
Preparate un’emulsione con l’olio, l’aceto e il sale e irrorate l’insalata.
Servite subito.

mercoledì 12 ottobre 2022

Allorino-Liquore all'alloro

Questo liquore all’alloro (Allorino) è semplicissimo da preparare e possiede proprietà digestive.
È sensibile alla luce e per questo motivo si devono utilizzare delle bottiglie scure o rivestite di carta stagnola se sono chiare.
Va servito freddo e conservato al buio.
L’alloro è una pianta rustica sempreverde tipica dell’area mediterranea che si adatta anche ai climi più freddi e a qualsiasi tipo di terreno.
Ricchissimo di oli essenziali, è un ottimo alleato in cucina e per la nostra salute essendo ricco di vitamina C, vitamina A, vitamine del gruppo B, acido folico e numerosi minerali quali potassio rame manganese, ferro selenio, zinco e magnesio.
È antisettico e astringente.
L’infuso in acqua svolge un’azione digestiva e diuretica ed è consigliato in caso di dolori di stomaco, coliche e dolori intestinali causati da virus e batteri che vengono ottimamente contrastati dall’azione dell’acido laurico.
Lo stesso acido è un repellente naturale contro parassiti e insetti, poche foglie messe nell’armadio o nei cassetti, ad esempio, tengono lontane le tarme.


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Ingredienti per 1 litro e mezzo di liquore:

500 ml di alcol a 95°
800 ml di acqua
400 g di zucchero
30 foglie medie di alloro fresco

Procedimento

Lavate e asciugate molto bene le foglie d’alloro e inseritele in un vaso a chiusura ermetica (io utilizzo quelli della Bormioli), versate l’alcool e chiudete.
Mettete al buio e lasciate in infusione per almeno dieci giorni, l’ideale sarebbero due settimane, agitando il barattolo una volta al giorno.
Trascorso il tempo preparate lo sciroppo di zucchero che servirà a diluire
l’infuso di alcool e foglie di alloro.
Versate lo zucchero in un litro di acqua fredda e portate a ebollizione rimestando per far sciogliere lo zucchero.
Raggiunta l’ebollizione spegnete il gas e lasciate raffreddare completamente.
Versate l’alcool filtrandolo per eliminare le foglie di alloro e i residui.
Imbottigliate, lasciate riposare al buio per almeno un mese prima di berlo.
Muterà il suo colore passando dal vere intenso della foto  a un colore giallo-marrone.
Con questa diluizione otterrete un liquore di circa 28/30 gradi, se lo preferite più forte, intorno ai 40 unite solo 500 ml di acqua.

 

 

 

 

lunedì 3 ottobre 2022

Sarde ripiene fritte

Le sarde ripiene e fritte sono un goloso secondo di pesce tipico della cucina mediterranea.
Sono  pesci azzurri, ricchi di  preziose proprietà nutrienti  come, fosforo, calcio, vitamina B e Omega3.
Hanno un valore calorico moderato, circa 85 calorie per 100 g di prodotto, ovviamente non è il caso di questa ricetta, poiché la frittura le rende altamente caloriche.
Devono il loro  nome proprio al fatto che abbondavano lungo le coste della Sardegna e potete gustarle tutto l’anno, tuttavia, quelle con le carni migliori le trovate in primavera.
Per realizzare questa ricetta potete sostituire le sarde con le sardine o con le acciughe.


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Ingredienti per 4 persone:

1 kg di sarde

50 g di Pecorino sardo
1 spicchio d’aglio
3 ciuffi di prezzemolo
1 cucchiaio di capperi dissalati
3 uova
100 g di pangrattato
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale fino e pepe q.b.

 Procedimento

Pulite ed eviscerate le sarde, staccate la testa, apritele a libro ed eliminate la lisca centrale.

Sciaquatele bene e asciugatele con carta assorbente da cucina.
Sbucciate e tritate il prezzemolo insieme ai capperi e allo spicchio d’aglio, unite il pecorino grattugiato, un uovo, 30 g di pangrattato, un pizzichino di sale e una spolverata di pepe.
Mescolate bene, distribuite il composto su metà delle sarde e sovrapponetevi quelle restanti premendo bene i bordi.
Sbattete le restanti uova.
Immergete i sandwich di sarde nelle uova e  impanatele con cura.
Friggete le sarde farcite in una pentola dai bordi alti, nell’olio caldo, per pochi minuti. Scolatele su carta da cucina per far perdere l’unto in eccesso. Salatele a fine cottura.
Trasferitele su un piatto da portata e servitele accompagnate da una fresca insalata di pomodori condita con olio e origano.

 

 

 

giovedì 29 settembre 2022

Pere al forno con gorgonzola noci e miele

Il nome di pera Kaiser è quello con cui questa varietà è conosciuta nel mondo, ma non è certo l’unico e non è nemmeno quello ufficiale. Ci sono infatti varie denominazioni per definire questa particolare qualità:

pera Kaiser o pera Kaiser Alexander, perché la leggenda vuole che l’imperatore Alessandro I di Russia fosse un amante di questi frutti e non perdesse occasione per cibarsene e per lodarne la bontà: di conseguenza, la pera gli fu intitolata;

pera Beurré Bosc, o semplicemente pera Bosc, dal nome dell’illustre agronomo francese del Settecento Louis-Augustin Bosc d’Antic a cui fu dedicato l’albero fiorito nel Jardin des Plantes (l’orto botanico di Parigi) proveniente dall’Alta Sassonia.

Le origini di questa varietà ci portano ad Apremont, un piccolo centro dell’Alta Sassonia in Francia, da dove proviene il primo esemplare di albero di pera kaiser, nel diciottesimo secolo. In seguito arrivò a Parigi e, successivamente alla sua individuazione ufficiale, divenne molto popolare, dapprima in Francia e poi in Europa e nel resto del mondo. Oggi i principali coltivatori di questo frutto sono gli Stati Uniti, il Sudafrica e l’Italia, dove è presente nelle zone di pianura con particolare diffusione in Emilia-Romagna e Veneto.

Si tratta di una varietà di pera autunnale e invernale, dal momento che la piena maturazione delle Kaiser si completa a cavallo tra le due stagioni: la raccolta inizia infatti a partire dalla seconda metà di settembre e si protrae fino ad ottobre inoltrato.
Il colore delle pere kaiser  varia man mano che si avvicinano alla piena maturazione: quando vengono raccolte,  hanno una buccia di tonalità marrone scuro tonaca di frate, che vira fino a raggiungere il giallo ruggine tipico del frutto pronto per il consumo
Proprio il colore della buccia è ciò che rende riconoscibili queste pere nel banco frutta: il marrone-tabacco dell’epidermide rugginosa spicca tra le altre varietà di pera in commercio e, come detto, evolve maturando fino a una tonalità più giallognola. La pezzatura del frutto è medio-grande, mentre la forma è quella tipica della pera con un picciolo solitamente piuttosto pronunciato. Una volta private della buccia  le Kaiser si presentano con una polpa bianca, fine e vagamente granulosa, che ha un sapore aromatico, dolce-acido e succoso con molteplici aromi in sottofondo.
valori nutrizionali della pera Kaiser sono simili a quelli medi delle altre pere, con un elevato contenuto di fibre e di acqua e un ridotto apporto di calorie all’organismo. Le pere Kaiser sono un frutto con molte vitamine (specialmente vitamina C), acido folico e minerali, tra cui soprattutto il potassio.
Fonte: Angys


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Ingredienti per 4 persone:

 
4 pere kaiser non troppo mature 
200 gr di Gorgonzola
8 noci
2 cucchiai di miele d’acacia
Qualche rametto di timo fresco
Pepe bianco q.b.
 

Procedimento

Scaldate il forno a 180°C.

Lavate le pere, asciugatele, tagliatele a metà ed eliminate i semi scavandole un poco.
Mettete della carta da forno su di una leccarda, adagiatevi le mezze pere, pepate.
Fate cuocere nel forno preriscaldato per 15 minuti.
Estraete la leccarda, riempite le pere con il gorgonzola e reinfornate per cinque minuti.
Sfornatele, adagiatele sui singoli piatti o su uno unico da portata, distribuite sopra i gherigli di noci, un filo di miele e il timo.
Servite subito.

 

 

 

 

mercoledì 14 settembre 2022

Pollo con i peperoni alla romana

Il pollo con i peperoni è un’antichissima ricetta romana e laziale, nata sui Colli Albani che abbracciano a sud la Capitale;  viene preparata soprattutto in estate e non manca mai sulla tavola di Ferragosto.

Per la sua preparazione servono pochi e semplici ingredienti ma di ottima qualità e di stagione, pollo ruspante, peperoni freschi, pomodori, cipolla, aglio e vino bianco.
La carne di pollo è ricca di proteine nobili indispensabili all’organismo per rinnovare i tessuti, e di aminoacidi ramificati utili nel metabolismo dei muscoli e nell’aiutare allo smaltimento delle tossine che si formano quando si svolge un inteso lavoro fisico. Se eliminiamo la pelle risulta relativamente povera di grassi e con un discreto contenuto di vitamine del gruppo B e di ferro.  La ridotta presenza di tessuto connettivo ed il diametro ridotto delle sue fibre rendono la carne di pollo facilmente digeribile. 

 


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Ingredienti per 4 persone

1 pollo da 1 kg circa tagliato a pezzi

500 gr di pomodori
600 gr di peperoni tra rossi e gialli
1 cipolla bianca
1 spicchio d’aglio
1 bicchiere di vino bianco secco
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva q.b.
Rosmarino q.b.
Sale e pepe q.b.

Procedimento

Tagliate il pollo a pezzi, lavatelo e asciugatelo.

Pelate la cipolla e tagliatela a fettine (alla veneziana).
Lavate e asciugate i peperoni poi divideteli a falde, eliminate i semi e i filamenti e tagliateli a pezzi di circa tre cm.
Lavate e pelate i pomodori, tagliateli a tocchetti e schiacciateli con i rebbi di una forchetta.
Scaldate quattro cucchiai d’olio, aggiungete la cipolla e l’aglio e lasciateli dorare per qualche minuto.
Aggiungete i pezzi di pollo, gli aghetti di rosmarino tritati e fate dorare.
Sfumate il pollo con il vino e lasciate cuocere per 10 minuti circa, aggiungete i peperoni e fate rosolare per due minuti. Unite i pomodori, salate, pepate, coperchiate e fate cuocere per circa trenta minuti.
Scoperchiate la pentola e, se necessario, lasciate addensare il sugo.
Servitelo ben caldo accompagnato con delle fette di pane casereccio.

 

mercoledì 7 settembre 2022

Uova alla paprika

L’uovo è un piccolo scrigno che racchiude una notevole quantità di preziosi elementi nutritivi indispensabili per il nostro organismo.
Il guscio, che è la parte esterna e non commestibile, costituisce all’incirca un decimo del suo peso complessivo (65 g circa) ed è formato prevalentemente da sostanze calcaree e porose, permeabili quindi all’aria, all’umidità e agli odori.
Segue la membrana interna che avvolge l’albume, eccettuati i due poli dove questa pellicola, rimanendo staccata, forma una piccola “camera d’aria” dalla quale si può riconoscere la freschezza dell’uovo.
Troviamo poi l’albume, comunemente detto “bianco d’uovo” che rappresenta circa il 60% dell’uovo ed è costituito da una soluzione acquosa di albumina, sali minerali, piccole quantità di lipidi e sostanze proteiche.
Infine c’è il tuorlo o rosso d’uovo che è sostenuto in posizione centrale da due ispessimenti dell’albume chiamati calaze.
Il tuorlo è composto da lipidi, albuminoidi, minerali (ferro, fosforo, calcio, sodio), vitamine
liposolubili e quelle del gruppo B. Il consistente contenuto di vitamina B12 consente di sopperire alla sua carenza indotta dalla dieta vegetariana Altissimo è poi il contenuto di vitamina D fondamentale per la salute delle ossa. Il suo colore che varia dal giallo chiaro al giallo scuro è determinato dalla presenza di un pigmento ferroso.
L’uovo, per il loro alto indice di sazietà e il basso apporto di calorie è indicato nelle diete ipocaloriche.
Il valore nutritivo di un uovo è pari a 75-80 calorie.
La digestione di questo prezioso alimento dipende dal tipo di cottura, minore è il tempo di cottura più aumenta la digeribilità. E’ sufficiente un’ora e mezza per digerire un uovo alla coque, due ore se sodo e tre ore se fritto.
L’albume non andrebbe mangiato crudo perché contiene avidina che limita l’assorbimento della vitamina H (biotina).
 


 
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Ingredienti per 4 persone:
4 uova
2 cucchiai di maionese allo yoghurt
1 cucchiaino di pasta d’acciughe
Paprika dolce (o piccante se la gradite di più) q.b.
2 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
Qualche rametto di erba cipollina
 
 
Procedimento
 
Mettete le uova in un pentolino e copritele con dell acqua fredda, calcolate 10 minuti di cottura dal momento dell’ebollizione. 
Raffreddatele velocemente sotto l’acqua fredda.
Sgusciatele, tagliatele a metà ed estraete delicatamente il tuorlo aiutandovi con un cucchiaino.


Mettete i tuorli in una ciotola, aggiungete la pasta d’acciughe, la maionese, l’olio e schiacciate tutto aiutandovi con i rebbi di una forchetta.
Dovete ottenere un composto dalla consistenza morbida ma non troppo.
Aiutandovi con un sac a poche o con un cucchiaino, riempite le mezze uova,


Mettetele in un piatto da portata, spolverizzate con la paprica e l’erba cipollina tagliata a tocchettini.
Servite fresco.

N.B. :  Non ho aggiunto del sale in quanto la pasta d'acciughe è piuttosto salata.
Se non  doveste trovare l'erba cipollina, potete sostituirla con del prezzemolo.