lunedì 20 gennaio 2020

Gelatina di melagrana



È un frutto autunnale, composto da una scorza rossa o rossastra all'interno della quale si raccolgono i succosi arilli rossi, che sono la parte edibile che si sviluppa attorno ai semi.
Gli studi ci dicono che sia originario di un'area tra la Cina e l'India e che nei millenni si sia ben adattato a tutti gli ambienti con estati calde e inverni miti, come il Caucaso, vaste aree nordamericane, il Mediterraneo.
Il Melograno è un alleato di intestino, cuore, sangue, cartilagini, prevenzione dei tumori, lotta ai problemi legati alla menopausa e all'andropausa.
Il frutto del melograno spicca soprattutto per le sue qualità antiossidanti, essendo ricco di vitamina C e di numerosi fenoli, tra i quali citiamo l'acido gallico, granatina, punicacorteina, punicafolina, punicalina, delfinidina ed altri ellagitannini particolarmente attivi contro i radicali liberi.
Da sottolineare l'abbondanza di acido punico (dal nome scientifico del melograno: Punica granatum), particolarmente efficace come inibitore del cancro al seno. Tornando alle vitamine, prima ancora di vitamina C è ricco di vitamina K, importante soprattutto per i bambini, seguita anche dalle vitamine del gruppo B e quelle A ed E.
Le proprietà attribuite a questo frutto sono: antiossidante, antitumorale, anticoagulante, antidiarroico, astringente, gastroprotettivo, idratante, antimicrobico, antimicotico, antibatterico, vermifugo, vasoprotettore.


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Ingredienti per 4 vasetti da 200 gr cad
7 melagrane
250 gr di zucchero
1 cucchiaio di succo di limone

Procedimento
Lavate i frutti, tagliate la calotte superiore e quella inferiore poi praticate un taglio a croce in modo da dividere le melagrane in 4 spicchi.
Sgranate i frutti e passateli nel passa verdura o centrifugateli, otterrete circa 500 ml di succo.
Filtrate il tutto e mettetelo in una casseruola d’acciaio, unite il succo di limone e lo zucchero ( se la preferite più dolce aumentate la percentuale di zucchero di 50 gr.).
Ponete tutto sul fuoco molto basso e fate cuocere per circa un’ora.
Per verificare se la gelatina è pronta versatene un cucchiaino in un piattino, lasciate intiepidire e inclinatelo, la gelatina non deve scivolare.
Invasate la gelatina calda e chiudete subito con i coperchi.
Lasciateli raffreddare bene, si conservano per circa 3 mesi.
Potete consumarla con le  fette biscottate, i biscotti, le torte e anche con i formaggi.


martedì 14 gennaio 2020

Ricotta al limone cotta al forno

La ricotta cotta al forno è una tipica ricetta siciliana e la si trova sia dolce sia salata.
Questa è una versione casalinga di questa splendida quanto semplice preparazione che potrete servire sia come antipasto accompagnata con salumi vari o a fine pasto come dolce, accompagnata da cioccolato fuso o marmellata di mirtilli.


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Ingredienti per 4 persone

500 gr di ricotta vaccina
80  gr di zucchero a velo vanigliato (ma va bene anche di canna)
 limoni  bio ( buccia e un po’ di succo -  io ho usato un limone di Sorrento)
40 gr di maizena (4 cucchiai pieni)

Procedimento

Setacciate la ricotta in una ciotola.
Pelate a vivo i limoni togliendo solo la parte gialla, fate attenzione a non prendere anche la parte bianca (albedo) che renderebbe la preparazione amara.
Frullate finemente le bucce  ( o non pelate i limoni ma  grattugiateli direttamente se preferite).
Unite le bucce alla ricotta, il succo di un limone, lo zucchero e mescolate.


Aggiungete la maizena e amalgamate bene il tutto
Assaggiate il composto e , se per voi , non fosse abbastanza dolce aggiungete ancora un pochino di zucchero.


Imburrate leggermente una pirofila o degli stampini,
Io ho usato questi che sono alti 5 cm e hanno un diametro di 10 cm.
Versate la crema di ricotta e infornate per circa 30 minuti a 180/200 °C  (dipende dal vostro forno) forno ventilato.


Per un forno normale i  gradi e i tempi variano : 190 °C per circa un’ora.
Quando vedrete  la ricotta ben brunita la cottura sarà ottimale.
Sfornate, lasciate raffreddare e mettete in frigo ma servitela a temperatura ambiente.






martedì 7 gennaio 2020

Zuppa di porri e patate

Le origini del porro sono incerte, in Egitto era utilizzato 1500-2000 anni a.C. e dai qui furono i Romani a introdurlo in Europa, anche se si pensa che fosse già presente nei territori celtici 3000 anni a.C.
E’ un ortaggio molto versatile che, grazie al suo sapore, si può utilizzare in diverse preparazioni culinarie, dalle zuppe ai risotti, dalle frittate agli stufati. Può essere consumato anche crudo in pinzimonio.  
L'imperatore romano Nerone fu soprannominato "il porrofago" perché era ghiotto di porri che utilizzava in gran quantità per schiarirsi la voce.
Il porro è il simbolo nazionale del Galles.
Dal punto di vista nutrizionale  possiede proprietà diuretiche e disintossicanti in quanto
povero di sodio e la parte chiara contiene una fibra molto delicata, in grado di pulire e regolarizzare l’intestino.
Ricco di vitamine del gruppo B, di provitamina A e di potassio possiede un valore calorico modesto, 35 kcal per 100 gr.


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Ingredienti per 4 persone:

4 porri
3 patate gialle
1 cucchiaino di maggiorana essiccata o 3 rametti se fresca.
1 cucchiaino di timo essiccato o 3 rametti se fresco
1 rametto di prezzemolo
1 rametto di basilico
1 lt di acqua  calda o brodo vegetale
Parmigiano Reggiano q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.
Pepe rosa (facoltativo) q.b.

Procedimento

Pulite i porri eliminando la radichetta, le foglie esterne più dure e l’eccesso di parte verde.
Lavateli e affettateli.
Sbucciate le patate, lavatele e tagliatele a tocchetti.
In una pentola mettete 2 cucchiai d’olio e fate stufare delicatamente.
Unite  le patate, l’acqua calda, la maggiorana e il timo.
Lasciate cuocere per circa 30 minuti, unite il prezzemolo e il basilico, aggiustate di sale e pepe e frullate tutto.
Aggiungete il Parmigiano grattugiato e un filo di olio crudo.
Servite con crostini di pane.





lunedì 30 dicembre 2019

Filetti di pesce su letto di cipolle in agrodolce

La cipolla (Allium cepa) è il bulbo di una pianta erbacea biennale o triennale, appartenente alla famiglia delle Liliaceae, originaria dell’Asia occidentale (ancora ai nostri giorni si trovano esemplari selvatici sui monti dell'Afghanistan, del Turkestan e dell'Iran), apprezzata da Romani, Egizi e Greci. Ricca di sali minerali e vitamine è sicuramente la pianta da orto più diffusa in Italia sia per le sue qualità organolettiche sia per lo svariato uso che se fa in cucina.
La cipolla contiene molta vitamina C, che rafforza il sistema immunitario e aiuta nelle sindromi influenzali e nel rafforzare i capillari. Contiene inoltre principi antibiotici naturali e sostanze diuretiche.
Assunta cruda, stimola la secrezione dei succhi gastrici e biliari, favorendo così la digestione; inoltre contribuisce ad abbassare il livello di colesterolo nel sangue e a ridurre la pressione arteriosa.
È usata in cucina come base per soffritti, battuti, cotta al forno, in agrodolce e cruda nelle insalate. Non tutte le cipolle però vanno bene per qualsiasi preparazione: quelle rosse di Tropea più dolci, sono adatte per le insalate e per essere mangiate crude, mentre quelle bianche sono più indicate per essere cotte.


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Ingredienti per 4 persone:

8  filetti di aringa o altro pesce a vostra scelta
2 cipolle bianche
Qualche pezzo di peperone rosso sottaceto
Una ventina di olive  tra nere e verdi denocciolate
1 gambo di sedano
1 bicchiere di vino bianco
4 cucchiai d’aceto di mele o d’aceto di vino bianco
1 cucchiaino di zucchero di canna
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale e pepe (facoltativo)


Procedimento

Pelate e lavate le cipolle, asciugatele con della carta da cucina e tagliatele a rondelle sottili (alla veneziana).
Tagliate i pezzi di  peperone in quadratini.
Lavate la costa di sedano, eliminate i filamenti e tagliatela a dadini.
Tagliate a rondelle le olive.
In una padella  scaldate   3 cucchiai d’olio, unite le cipolle, il sedano   e fate dorare a fuoco medio per 5 minuti.
Versate mezzo bicchiere di vino, unite l’aceto, lo zucchero e aggiustate di sale.
Fate cuocere per una decina di minuti a fuoco basso, si deve formare  una sorta di glassa.
Se trascorsi i dieci minuti fosse ancora troppo liquida, alzate la fiamma del gas e fate restringere il sugo. Unite le rondelle d’oliva, i quadratini di peperone e lasciate insaporire ancora per un paio di minuti.
Nel frattempo che le cipolle e gli altri ingredienti cuociono, scaldate 4 cucchiai d’olio in una padella e deponeteci i filetti di pesce.
Fate dorare 2 minuti per parte poi sfumate con il vino restante e salate.
Lasciate cuocere ancora per 5 minuti.
Impiattate mettendo i filetti di pesce sopra le cipolle e servite molto caldo. La foto può suggerirvi un modo più raffinato di presentare il piatto.




martedì 24 dicembre 2019

BUON NATALE



E’ Natale



E' Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
E' Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l'altro.
E' Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
E' Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
E' Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
E' Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.

Madre Teresa Di Calcutta
 Tantissimi Auguri !!!!!!!

domenica 22 dicembre 2019

Tronchetto di Natale speziato


 Il tronchetto di Natale (in francesebûche de Noël) è un dolce natalizio che deve il suo nome alla forma di tronco e che ricorda la tradizione del ceppo di Natale. E’ricoperto solitamente di cioccolato o crema di caffè e glassa e farcito  con della marmellata o della panna o della crema o del cioccolato.
Diffuso principalmente in Francia e negli altri Paesi francofoni sta prendendo piede anche da noi.
La ricetta sarebbe stata inventata da un pasticciere intorno al 1945.



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Ingredienti per 6 persone

90 gr di farina
20 gr di cacao
3 uova
120 gr di zucchero semolato
Mezzo cucchiaino di  lievito in polvere per dolci
650 ml di panna fresca
100 gr Crema di nocciole e cioccolato
150 gr di cioccolato fondente
60 gr di zucchero a velo
75 gr di burro
1 cucchiaino di grani di pepe nero
4 chiodi di garofano
2 pezzi di anice stellato
1 bastoncino di cannella
7 cucchiai di cocco disidratato
Sale q.b.

Procedimento
In un tritatutto mettete un pezzetto di 2 cm del bastoncino di cannella, 2 pezzi di anice stellato, i chiodi di garofano e i grani di pepe, aggiungete 20 gr di zucchero e tritate finemente.
Trasferite le spezie tritate in una ciotola, aggiungete un pizzico di sale, il lievito, la farina e il cacao setacciati.
Accendete il forno e portate la temperatura a 200° (forno statico).
Foderate la placca con carta da forno e spennellatela con un pochino di burro fuso.
Montate le uova con lo zucchero rimasto , aggiungete il miscuglio di farina alternandolo con 4-5 cucchiai d’acqua fredda.
Versate l’impasto sulla placca e fate cuocere in forno per 13 minuti.
A cottura ultimate capovolgete la pasta su di un telo da cucina inumidito leggermente, staccate la carta dal fondo e arrotolate la pasta aiutandovi con il telo da cucina, quindi ponete tutto in frigo per circa 1 ora.
Trascorso il tempo montate  600 ml di panna molto fredda con lo zucchero a velo e aggiungetevi 5 cucchiai di cocco.
Srotolate delicatamente la pasta, spalmatela in superficie con la panna montata formando uno strato uniforme e arrotolate nuovamente.
Eliminate il telo dal dolce e sistemate il rotolo sul dolce di portata.
Spalmate la superficie con la crema di nocciole.
Rimettete in frigo per un’ora.
Quando si sarà raffreddato, preparate la glassa a bagnomaria.
Prendete due pentolini, uno piccolo e uno più grande che lo possa contenere. Nel più grande mettete dell’acqua ed inserite il più piccolo, in cui avrete messo il cioccolato spezzettato, il burro a temperatura ambiente e la panna rimasta. Scaldate l’acqua, a fuoco bassissimo (non deve bollire), mescolando bene gli ingredienti, inseriti nel pentolino più piccolo, per farli sciogliere.
Quando sarà perfettamente tutto sciolto e intiepidito ,versate sul tronchetto.
Lasciate raffreddare e consolidare e guarnite la parte centrale (come nella foto)  con scaglie di cioccolato e zucchero a velo .

Se amate questo dolce e ne volete un’altra versione con il mascarpone e la marmellata di marroni cliccate qui

giovedì 19 dicembre 2019

Arrosto di maiale glassato


Regna ancora molta confusione su questa carne che si presenta effettivamente rosata da cruda, diventando persino bianca da cotta. Ma la carne di maiale è bianca o rossa? Come si classifica a livello nutrizionale, e quali sono le sue proprietà?
Dal punto di vista nutrizionale la carne di maiale, contenendo una concentrazione di mioglobina che va dallo 0.1 allo 0.3%, è classificata certamente come rossa. E tale resta, anche se dopo la cottura schiarisce a tal punto da non sembrarlo: il contenuto di mioglobina è comunque superiore a quello del pollo e del pesce (0.05%).
In effetti il suo colore chiaro, soprattutto se paragonato a quello delle altre carni rosse di bovini, equini e ovini, può trarre in inganno. Complici di questo fraintendimento anche quei siti o riviste che definiscono erroneamente la carne di maiale una carne bianca o addirittura “rosa”. Ma quest’ultima è la classificazione gastronomica, che non ha niente a che vedere con la classificazione nutrizionale.
La carne di maiale possiede dunque tutte le proprietà delle carni rosse e in particolare è fonte di proteine di alta qualità e di sostanze nutritive ad elevata biodisponibilità, tra cui le più rappresentate sono la tiamina, riboflavina, niacina, vitamina B6 e B12, ma anche minerali come fosforo, potassio, zinco e selenio, mentre il ferro è leggermente minore rispetto alle altre carni rosse. Notevole anche la presenza di composti bioattivi positivi per la salute e con funzione antiossidante, come la creatina, la taurina e il glutatione.
Nonostante sia il tipo di carne rossa più popolare e più consumata al mondo, aleggia purtroppo ancora oggi la percezione nel consumatore che il maiale sia in qualche modo “meno sano” del pollo e del manzo: credenza che non trova riscontro nella realtà. Al contrario, il consumo di carne di maiale fresca è perfettamente in linea con le attuali raccomandazioni nutrizionali, anche per quanto riguarda l’apporto di grassi saturi e insaturi.
Proprio per andare incontro alle esigenze dei consumatori i suini di oggi sono allevati e alimentati in modo da avere meno colesterolo e meno grassi saturi nelle carni, a favore invece di un aumento dei grassi monoinsaturi e polinsaturi omega 3 a catena lunga, migliorando il profilo lipidico della carne e il suo impatto sulla salute, dimostrato anche in studi dove si evidenziano gli effetti positivi della carne di maiale sui parametri cardio-metabolici e sulla composizione corporea.
Il consumo regolare di carne di maiale all’interno della dieta mediterranea è in grado di fornire benefici per la salute come quelli legati alla prevenzione delle malattie cardiovascolari e del diabete, oltre ad essersi dimostrata anche più saziante rispetto ad altre carni, con risultati concreti nella perdita di peso dovuto ad una riduzione della massa grassa, preservando quella magra.
Anche negli anziani la carne di maiale, e in generale tutta la carne rossa fresca, si è rivelata ottima per la prevenzione della sarcopenia e della demenza, diminuendo il rischio cognitivo, la perdita di tessuto muscolare e l’invecchiamento. È interessante notare la costante presenza di carne di maiale, lardo e cotenna nell’alimentazione delle popolazioni più longeve, di cui il maiale è piatto tipico di tante ricette tradizionali.
Anche gli abitanti di Okinawa, tra i più longevi al mondo, contrariamente a chi li vorrebbe vegani mangiano in realtà carne di maiale e usano abitualmente lo strutto nella loro dieta, che ha tante similitudini con la nostra mediterranea. Non a caso i sardi, che hanno nel menù tradizionale il “porcetto”, oltre a una gran varietà di salumi suini  di cui sono fra i maggiori consumatori in Italia, sono il secondo popolo più longevo al mondo, e il primo per ultracentenari.
La carne di maiale è anche una delle più adatte per l’alimentazione degli sportivi, per il suo contenuto in beta-alanina e carnosina, che oltre ad avere una funzione antiossidante sono utili per riprendersi dalla fatica neuromuscolare e migliorare le performance.
Anche nei bambini è molto apprezzata, soprattutto nella forma processata anziché fresca. Ne è il miglior esempio il prosciutto cotto, il tipo di carne di maiale più frequentemente consumato tra i più piccoli, che anche quando consumato in quantità superiori alle raccomandazioni nutrizionali non sembra provocare effetti avversi sulla salute o sul rischio di obesità.
La carne di maiale si rivela dunque davvero adatta a tutti e a tutte le fasce d’età, e se consumata una o due volte a settimana come tutte le carni rosse apporta sicuramente sostanze nutritive preziose e quindi benefici per la salute.


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Ingredienti per 4 persone:

1 kg di spalla di maiale
1 bicchiere di brandy
2 cucchiai di miele d’acacia
1 cucchiaio di paprica
1 cucchiaino di salsa Worcester
1 spicchio d’aglio
4 rametti di rosmarino
4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
Sale e pepe q.b.

Procedimento
Accendete il forno in modalità statico a 200°C.
Praticate dei fori nella spalla con un coltello appuntito in diversi punti e infilate in ognuno un pezzetto di aglio.
Ungete una pirofila con 2 cucchiai d’olio.
Versate il resto dell’olio in una ciotolina, salate, pepate e spennellate il condimento su tutta la carne.
Appoggiate il pezzo di carne sulla pirofila e infornate (mi raccomando il forno dev’essere già a temperatura).
Fate rosolare 20 minuti, voltando la carne una volta dopo 10 minuti.
Irroratela con metà brandy , e aggiungete due rametti di rosmarino.
Abbassate la temperatura a 180°C e continuate la cottura per altri 40 minuti.
Bagnate ogni tanto con poco brandy e con il fondo di cottura raccolto con un cucchiaio.
Mescolate in una ciotolina, sbattendo con una forchetta, il brandy rimasto, il miele,la paprica, la salsa Worcester, il sale e il pepe fino ad ottenere una salsina omogenea.
Spennellatela sulla carne e rimettetela in forno a 220°C per 10 minuti.
Lasciate riposare il tutto poi mettete l’arrosto in un piatto da portata e servitelo con il fondo di cottura filtrato e con un contorno di patate arrosto o di verdure.

sabato 14 dicembre 2019

Vol au vent con fonduta e funghi

I funghi contengono sali minerali, vitamine, acido folico e betacaroteni che contribuiscono a rafforzare il sistema immunitario, sono ottimi antiossidanti e hanno proprietà antiinfiammatorie, depurative e lassative. Per queste loro caratteristiche contribuiscono a tenere sotto controllo la pressione alta ed il colesterolo.
Sono capaci di agire come un vero e proprio antibiotico naturale e mantengono alto il livello degli anticorpi. Per il loro basso contenuto calorico (22 kcal per 100 gr.) sono ideali per le diete ipocaloriche.
Sono controindicati a chi è allergico alle muffe e ai lieviti e a chi soffre di gotta e calcoli renali.
E' bene tener presente che la famiglia dei funghi comprende ben 3000 specie, ma solo un centinaio sono commestibili e quelli velenosi che possono rappresentare un grave rischio per la nostra salute, per cui è meglio affidarsi per la loro raccolta a persone esperte.
Vanno consumati entro breve tempo dalla loro raccolta (massimo due giorni di conservazione in frigorifero, nello scomparto della frutta e verdura, dopo averli ripuliti e spazzolati per eliminare residui terrosi), il gambo deve essere sodo e compatto, il cappello integro e senza muffel'odore gradevole.
Tenete presente che funghi commestibili, se mal conservati, possono essere pericolosi per la saluti come quelli velenosi.


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Ingredienti per 8 persone

16 vol au vent pronti
4 funghi porcini
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1 spicchio d’aglio
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.

Per la fonduta:

1 etto di Fontina
1 tuorlo
3 cucchiai di Parmigiano Reggiano
30 gr. di burro
1 cucchiaio di farina
200 ml di latte 

Procedimento

Tagliate a dadini la fontina, metteteli in una ciotola e ricopriteli con un po’ di latte. Lasciateli riposare per almeno un’ora.
Nel frattempo, pulite i funghi e tagliateli a fettine. Metteteli in una padella con un po’ d’olio, lo spicchio d’aglio e fateli cuocere a fuoco vivo per dieci minuti. A fine cottura aggiungere il prezzemolo e il sale
Mettete la farina in un pentolino, scolate i dadini di fontina, versate lentamente il latte sulla farina mescolando per evitare la formazione di grumi, aggiungete i dadini di fontina e ponete sul fuoco bassissimo rimestando continuamente. Quando la fontina si sarà sciolta completamente, aggiungete il tuorlo sbattuto, il burro e il Parmigiano. Continuate la cottura per 5 minuti sempre rimestando.
Lasciate raffreddare. Unite i funghi alla fonduta e riempite i vol au vent che poi cuocerete in forno già caldo a 180° per circa 10 minuti. Serviteli molto caldi.
Potete sostituire la fonduta con 100 g. di panna liquida da aggiungere nei funghi a metà cottura e 300 gr. di prosciutto cotto tagliato a dadini da aggiungere a fine cottura.









venerdì 13 dicembre 2019

Datteri farciti con gorgonzola, mascarpone e mandorle

Un antipasto semplice, veloce e soprattutto golosissimo!
datteri sono un frutto  tipico dell’Africa mediterranea e dei paesi dell’Asia occidentale. Sono ricchi di ferro, vitamine e sali minerali. Il loro consumo regolare può contribuire ad abbassare il colesterolo e sono  un vero e proprio antinfiammatorio naturale adatto in caso di raffreddore e irritazioni alle vie respiratorie.
Come tutti i frutti  non contengono colesterolo e presentano una scarsa quantità di grassi. Rappresentano una buona fonte di fibre vegetali e di vitamine del gruppo B, come la vitamina B1, B2, B3 e B5 e contengono inoltre vitamina C. Contribuiscono al buon funzionamento del sistema digestivo, per via della presenza di fibre sia solubili che insolubili e di differenti tipologie di amminoacidi.


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Ingredienti per 4 persone:

24 datteri  Deglet Nour   (sono quelli grandi)
50 gr. di gorgonzola dolce morbido
50  gr. di mascarpone
30  mandorle sgusciate

Procedimento

Lavorate il gorgonzola con il mascarpone fino ad ottenere una crema morbida, incorporate 6 mandorle tritate .
Tagliate verticalmente i datteri senza dividere le due parti ed estraete il nocciolo.
Riempite con il composto  e guarnite con le restanti mandorle.