martedì 21 gennaio 2014

Polpette di ricotta e prosciutto


Adoro la ricotta e le polpette. La prima per la sua versatilità e le seconde per la loro bontà. Ho voluto coniugare le due cose e sono nate queste  polpette di ricotta. Sono ottime sia come antipasto sia come secondo. Facili e veloci da realizzare.
La ricotta non è prodotta dalla cagliata, ma da un suo sottoprodotto, il siero di latte, e per questo motivo non può essere considerata un vero e proprio formaggio ma un latticino perché si ottiene riscaldando, con o senza aggiunta di acidificanti, il siero residuato dalla lavorazione del formaggio e a questo processo deve il suo nome ri-cotta. Può essere prodotta sia con il latte vaccino sia con il latte di pecora.
Durante il riscaldamento del siero le proteine del latte (sieroproteine) si coagulano e formano dei fiocchi bianchi, che affiorano spontaneamente in superficie e inglobano al loro interno una certa quantità di grasso, lattosio e sali minerali. Questa massa è quindi estratta con la schiumarola e raccolta in cestelli forati per consentirne lo sgocciolamento, prima di conferirgli la caratteristica forma. La ricotta è il più nobile tra tutti i latticini; la qualità proteica è, infatti, nettamente superiore rispetto a quella dei formaggi (ricchi di caseine anziché di sieroproteine), mentre il contenuto lipidico è notevolmente inferiore, è quindi un prodotto relativamente povero di calorie, facilmente digeribile e apportatore di proteine ad altissimo valore biologico, calcio e altri preziosi minerali. 
In Piemonte è detta anche Seirass e, vista la grande produzione di formaggi, ha una funzione economica molto importante. Storicamente viene preparata anche per essere conservata a lungo, quindi può essere pressata, stagionata o salata. Il latte di partenza è vaccino, oppure ovino, mentre per il Sarass del Fen può anche essere di capra. Quest’ultimo è Presidio Slow Food.





LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA' DELL'AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D'AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050 TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI


Ingredienti per 4 persone

400 gr di ricotta piemontese (seirass)
100 gr di prosciutto cotto in una sola fetta
50 gr di Parmigiano Reggiano
2 uova
6 cucchiai di farina di mais per impanature
20 gr di nocciole tritate (tonda gentile piemontese)
Sale q.b.
Olio  per friggere q.b.

Procedimento

Passate al setaccio la ricotta e mettetela in una ciotola, unite le uova e inglobatele. Tritate nel mixer il prosciutto e il Parmigiano, uniteli alla ricotta, salate (mettete poco sale perché sia il prosciutto cotto, la ricotta e il Parmigiano contengono già del sale), aggiungete due cucchiai di mais per impanature e mischiate bene.


Dovete ottenere un composto morbido, ma che vi consenta di modellare delle polpette, quindi, se è il caso, aggiungete un po’ di mais. Lasciate riposare per 10/15 minuti. Nel frattempo unite la rimanente farina di mais con le nocciole tritate.
Riprendete il preparato di ricotta e formate delle palline grosse come una noce, fatele rotolare nel composto di mais e nocciole, premendo leggermente.




Friggete in olio caldo, ma non fumante, finché non saranno ben dorate.
Scolatele, appoggiatele su carta assorbente da cucina per eliminare l’unto in eccesso, fatele raffreddare e servitele.
Buon appetito!


mercoledì 15 gennaio 2014

Aiutiamoli a crescere

Da questo stesso blog, tempo fa, vi ho parlato dell'Associazione AIRP onlus (Associazione Italiana Rene Policistico)  dedicata a tutti coloro che soffrono per la malattia del Rene Policistico (in inglese Polycistic Kidney Disease, PKD), la più comune di tutte le malattie genetiche che minacciano il benessere e la vita umana. Più di 12.5 milioni di persone ogni giorno lottano contro la malattia: il rene policistico colpisce più persone che la sindrome di Down, la fibrosi cistica, la distrofia muscolare, l’emofilia, l’anemia a cellule falciformi e la corea di Huntington messe insieme.
Il rene policistico provoca la formazione di cisti riempite di fluido in entrambi i reni e problemi anche ad altri organi. Col tempo, queste cisti si sviluppano e si moltiplicano senza sosta, sicché i reni aumentano drasticamente di dimensioni. Questo porta, inevitabilmente, all'insufficienza renale e al trapianto.
La ricerca scientifica ha fatto progressi senza precedenti nella comprensione di questa malattia: negli ultimi 12 anni gli scienziati hanno scoperto i geni il cui malfunzionamento provoca il rene policistico, e parecchi trials clinici per potenziali farmaci sono in corso. Questo induce a sperare che in futuro si possa contrastare efficacemente l’evoluzione della malattia.
 L' impegno comune  dell'Associazione è quello di sensibilizzare e favorire la diffusione delle conoscenze che riguardano il rene policistico, coinvolgendo i pazienti e le loro famiglie, insieme con i medici e gli scienziati che si dedicano allo studio, alla diagnosi e alla terapia di questo male insidioso.
L’Associazione si prefigge di promuovere la ricerca scientifica e la prevenzione della malattia policistica renale “Rene Policistico” rimuovendo le cause invalidanti per favorire la promozione dell’autonomia e la realizzazione dell’integrazione sociale dei pazienti affetti da tale patologia.

L’Associazione propone di raggiungere i suoi fini attraverso le seguenti principali attività: Ricerca Scientifica, Cura, Prevenzione, Divulgazione, Informazione sul Rene Policistico e sulle situazioni patologiche ad esso correlate.
Con altre amiche foodblogger abbiamo deciso, nel nostro piccolo, di dare una mano alla raccolta fondi e, a tale scopo, abbiamo creato quest'ebook di 152 pagine con le nostre ricette. A differenza degli altri  che abbiamo fin qui pubblicato, questo non sarà scaricabile gratuitamente, ma solo dopo aver donato 3 euro all'Associazione A.I.R.P. onlus. Se anche tu vuoi dare una mano, CLICCA QUI fai la tua donazione e ti arriveranno due email, una di ringraziamento e un'altra con il link per poter scaricare gratuitamente l'ebook.
Perché anche cucinare può essere un gesto di solidarietà. Grazie di cuore a tutti coloro che vorranno partecipare e diffondere in rete. 


lunedì 13 gennaio 2014

Gnocchi di patate colorati


Che cosa c’è di più gustoso degli gnocchi di patate fatti in casa? Come avrete capito, mi piacciono molto, in tutte le loro varianti. Ho voluto sperimentare questa versione, in cui ho inserito la conserva di pomodoro nell’impasto e devo dire che l’esperimento è riuscito. Questi gnocchi sono gustosi e con il loro colore danno allegria alla tavola!



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Ingredienti per 4 persone
1 kg di patate farinose a pasta gialla
300 gr di farina
1 uovo
4 cucchiai di conserva
100 gr di burro
Qualche fogliolina di salvia
100 gr di Parmigiano Reggiano
Sale q.b.

Procedimento

Lessate le patate mettendole al fuoco con la buccia in una pentola piena d’acqua fredda salata. Lasciatele cuocere finché potrete bucarle facilmente con una forchetta (30/35 minuti), quindi sbucciatele e passatele, ancora calde, allo schiacciapatate direttamene sopra il tavolo, aggiungete la farina e formate la fontana al centro. Deponeteci la conserva, il sale e l’uovo. 


Impastate con cura e velocemente, fino a ottenere una pasta soffice (se è troppo molle, aggiungete un po’ di farina). Raccoglietela a palla, formate un rotolo, tagliatelo a fette spesse circa 2 cm. Su di un piano infarinato arrotolate con le mani le singole fette, formate un rotolino spesso un dito.

 
Ritagliate gli gnocchi più o meno di due cm. l’uno.


Passateli con l’aiuto del pollice sui rebbi di una forchetta per dargli la caratteristica forma e cospargeteli di farina per evitare che si attacchino tra loro.




Mettete in un padellino la salvia sminuzzata e il burro e fate dorare dolcemente per qualche minuto.
Lessate gli gnocchi, pochi per volta, in abbondante acqua salata e scolateli, con un mestolo forato, quando vengono a galla. Conditeli con il burro alla salvia, metà del Parmigiano e mescolateli delicatamente.  Spolverizzate con il rimanente Parmigiano e servite subito. Buon appetito!



mercoledì 8 gennaio 2014

Pane di semola alle olive verdi

Dalla macinazione del grano duro si ottiene la semola integrale e la semola, macinando ulteriormente la semola si ottiene la "semola rimacinata" o "rimacinato". Questo prodotto è contraddistinto dal caratteristico colore giallo ambrato, (dovuto alla presenza di carotenoidi) proprio della semola, ma con una granulometria meno accentuata rispetto alla materia d'origine. Il rimacinato è prevalentemente impiegato per la panificazione puro o mescolato con farine di grano tenero, il prodotto che si ottiene è un pane a pasta gialla molto saporito e a lunga conservazione. 


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Ingredienti:
500 gr di semola rimacinata di grano duro
1 cucchiaino di malto d’orzo (o di miele)
300 ml di latte
5 gr di sale (le olive sono già sapide, quindi bisogna aggiungere poco sale.)
100 gr di olive verdi snocciolate in salamoia

Procedimento

In una ciotola capiente versate la farina, arieggiatela bene mischiandola ponete al centro il lievito madre  e il cucchiaio di malto. Versate lentamene il latte a temperatura ambiente e amalgamate bene. Quando  l'impasto diventa abbastanza solido,, versatelo sulla spianatoia, e impastate, delicatamente, fino a quando diventerà omogeneo. Occoreranno circa 10/15 minuti,  allargate l’impasto e versate l’olio, distribuite  il sale. Riprendete  ad impastare fino a ottenere un composto omogeneo, elastico e asciutto (circa 5 minuti).Mettete un po’ di olio in una ciotola, infarinatela e deponeteci l’impasto. Mettetelo a lievitare in un luogo caldo e lontano da colpi d’aria o repentini abbassamenti di temperatura (l’ideale è all’interno del forno spento). Dopo due ore (o quando è aumentato del 50%) riprendete l’impasto, impastatelo nuovamente, aggiungete le olive ben scolate dalla salamoia, dategli la forma desiderata e fatelo lievitare ancora per 4 o 5 ore.
Questi tempi valgono per una temperatura dell’ambiente di 24/25 gradi, altrimenti i tempi si allungano.
Togliete l’impasto dal forno, accendetelo a 200°C e mettete sul fondo un pentolino pieno d’acqua. Quando ha raggiunto la, infornate il pane e fate cuocere per 35 minuti.
Sfornate e fate raffreddare il pane su di una gratella.



Pane alle olive con lievito di birra.

Se non avete il lievito madre, utilizzate una bustina di lievito di birra secco, unitelo alla farina, miscelate bene e aggiungete lentamente il latte tiepido addizionato con il malto o il miele. Impastate bene, unite il sale, l’olio e le olive: continuate a impastare per altri 15 minuti, fino a quando otterrete un impasto liscio e omogeneo. Formate una palla, mettetela in una ciotola oliata e deponeteci l’impasto. Mettetelo a lievitare in un luogo caldo e lontano da colpi d’aria o repentini abbassamenti di temperatura (l’ideale è all’interno del forno spento). Dopo mezz’ora (o quando è aumentato del 50%) riprendete l’impasto, impastatelo velocemente per qualche minuto, dategli la forma desiderata e fatelo lievitare ancora per 3 ore circa. Importantissimo è aggiungere il sale alla fine poiché se dovesse venire a contatto con il lievito, prima impedirebbe la lievitazione.



venerdì 3 gennaio 2014

Salame di cioccolato senza uova

Il salame di cioccolato fondente è un dolce classico della pasticceria tipica siciliana, dove è meglio conosciuto con il nome di salame turco. Quest’appellativo non si riferisce all’origine del dolce, bensì al suo colore che ricorda quello della pelle dei Mori. Con questo nome è stato inserito ufficialmente nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T.) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
E’ conosciuto anche come “salame vichingo” da quando, negli anni settanta, la ricetta fu pubblicata, con questo nome, nel ricettario per bambini noto come Manuale di Nonna Papera.

La versione che vi propongo è senza uova, consigliata quindi anche per le persone che hanno dei problemi con quest’alimento.


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Ingredienti per 4 persone

100 gr di biscotti secchi
50 gr di zucchero semolato
40 gr di nocciole sgusciate e spellate
25 gr di cacao amaro
25 gr di cioccolato fondente
60 gr di burro
 zucchero a velo q.b.

Procedimento  

Sbriciolate grossolanamente i biscotti, metteteli in una ciotola, aggiungete il cacao e mescolate.



Tritare con il mixer metà delle nocciole con lo zucchero e unite il tutto ai biscotti sbriciolati.
In un pentolino mettete il cioccolato fondente e fatelo sciogliere a bagnomaria. Lasciatelo intiepidire e versatelo sugli ingredienti nella ciotola. Aggiungete il burro ammorbidito, le nocciole intere  e amalgamate bene tutti gli ingredienti.
Versate abbondante zucchero a velo su di un piano  e rotolateci il composto dandogli la caratteristica forma del salame. 



Mettete il salame di cioccolato su di un foglio d’alluminio e arrotolatelo bene.



Mettete in frigo per almeno dodici ore. Al momento di servirlo, toglietelo dal frigo, cospargetelo con altro zucchero a velo, tagliatelo a fette e servite.
Buon appetito!