giovedì 20 settembre 2012

Zuppa di pesce senza spine


La zuppa di pesce detta anche caciucco  in Toscana, buridda e ciuppin in liguria, brodetto nel litorale Adriatico, ecc.  è uno dei modi più conosciuti per cucinare il pesce in umido.La differenza principale consiste nei tipi di pesce utilizzati, negli aromi e nella cottura che può prevedere, prima della stufatura, una rosolatura in un fondo aromatico, specie per i molluschi, come nel cacciucco.
Per quanto riguarda gli aromi, caratteristica di alcuni brodetti marchigiani sono lo zafferano e l’aceto, presenti anche in quello triestino, mentre il peperoncino piccante è il marchio del cacciucco. Molteplici sono le varianti e i tipi di pesce utilizzati.  Si va dai pesci cosidetti  più ” poveri”, ma non per questo meno buoni e nutrienti, a quelli più pregiati.  Se per voi i pesci con le spine non sono un problema, potete utilizzarli in sostituzione di quelli menzionati nella ricetta. Rimane invariato il procedimento che consiste nel far cuocere prima il pesce che richiede più cottura e aggiungere poi, via via, tutti gli altri. Molti amano passare dell’aglio sul pane abbrustolito, o sostituire il peperoncino con il pepe, decidete voi quale variante  eventualmente applicare. Se preparate voi i filetti di pesce, potete utilizzare le lische e le teste per ottenere un buon brodo di pesce da utilizzare in sostituzione dell’acqua.


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Ingredienti per 4/6 persone:

200 gr. di totani
200 gr. di seppioline
200 gr. di polipetti
300 gr. di cozze
200 gr. di trance di pescespada
200 gr. di filetti di merluzzo
200 gr. di filetti di triglia
200 gr. di trance di palombo
200 gr. di code di gamberoni
400 gr. di pelati tagliati a cubetti
1 mazzettino di prezzemolo
Peperoncino q.b.
1 spicchio d’aglio
1 cipolla piccola
8 cucchiai di olio extravergine
Sale q.b.
Fette di pane casereccio

Procedimento:

Pulite bene i pesci, tagliate a listarelle i totani, togliete le sacche alle seppie e ai polipetti, lavate bene le cozze e togliete il bisso. Lavate il prezzemolo e tritate finemente le foglioline.
Tritate finemente la cipolla e uno spicchio d’aglio, metteteli in una casseruola, unite l’olio e fate dorare per alcuni minuti. Versate i pelati, aggiungete il peperoncino e un bicchiere di acqua. Unite le listarelle di totani, le seppioline e i polipetti.
Lasciate cuocere per 15 minuti, unite poi  le trance di pescespada e di palombo e continuate a cuocere 5 minuti, aggiungete  i filetti di merluzzo e di triglia, lasciate cuocere ancora 10 minuti. Unite infine le code di gamberoni, le cozze, aggiustate di sale e proseguite la cottura ancora per 6/7 minuti ( se è necessario, aggiungete ancora un po’ di acqua calda, la zuppa deve risultare abbastanza liquida).
Spegnete il fuoco e distribuite il trito di prezzemolo sulla zuppa.
Abbrustolite le fette di pane, disponetele sul fondo dei singoli piatti, versate sopra la zuppa di pesce e servite.





domenica 16 settembre 2012

Anello di riso e frutta

Mi piace il riso e adoro la frutta, perché, dunque, non abbinare le due cose? E' nata così questa torta fresca e colorata.
Ho utilizzato la frutta che avevo in casa, ma voi potete prepararla utilizzando anche altri tipi di frutta e aromatizzarla alla vaniglia anziché al limone. Potete anche aggiungere del cioccolato o quanto la vostra fantasia vi suggerisce.




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Ingredienti per 4 persone
200 gr di riso
1 litro di latte
70 gr di zucchero
1 pezzetto di scorza di limone
Un po di succo di limone
10 albicocche
10 prugne viola
1 grappolino di uva nera

Procedimento

Portate a bollore il latte, versatevi il riso, 50 gr. di zucchero e la scorza di limone. Fate cuocere il riso rimestando spesso per evitare che si attacchi al fondo della pentola.
Fate intiepidire il riso ed eliminate la scorza di limone.
Lavate bene tutta la frutta e asciugatela. Eliminate i noccioli da 5 albicocche e da 5 prugne e tagliatele a dadini, aggiungetele al riso e mescolate bene.
Bagnate uno stampo ad anello con dell’acqua fredda e versateci il riso alla frutta.





Mettetelo in frigo per almeno 4 ore.
Lavate il resto della frutta, eliminate i noccioli, tagliate le albicocche e le prugne a spicchi, lasciate interi gli acini dell’uva. Mettete tutto in una ciotola, unite lo zucchero rimasto e irrorate con un po’ di limone. Lasciate macerare per 10 minuti.
Sformate l’anello di riso sul piatto di portata, disponete gli spicchi di frutta a raggiera intorno al centro dell’anello di riso.
Riempite il centro con gli acini d’uva e la frutta rimasta, versate lo sciroppo che si sarà formato nel frattempo e servite.
Buon appetito!





giovedì 6 settembre 2012

Gelo di fragole

Questi deliziosi frutti…non frutti (in realtà i frutti sono quei puntini gialli che noi consideriamo semi) compagni dell’uomo fin dall’antichità e di cui sono stati ritrovati dei reperti addirittura risalenti alla Preistoria, appartengono alla Famiglia delle Rosacee e crescono sia in coltivazioni che spontanee nei nostri boschi , solo nel 1600 vennero incrociate con una varietà americana più grande e più dolce
Le fragole sono ricche di la vitamina C che rafforza il sistema immunitario e aiuta la rigenerazione della pelle e di fitonutrienti che limitano il rischio di malattie cardiovascolari.
Contengono anche molte fibre alimentare e sono ricche di iodio,di potassio, di acido folico, di riboflavina, di vitamina B5, di omega-3 acidi grassi, di vitamina B6, di vitamina K, di magnesio e di rame.
Le fragole, contrariamente a quel che si crede, non sono solo un frutto primaverile: la raccolta va da giugno a settembre.
Infine una curiosità: le fragole si chiamano anche Lacrime di Venere perché, narra la Mitologia, l’amore del giovane Adone era conteso tra Venere e Persefone. Quest’ultima, gelosa della rivale, si rivolse a Marte che si trasformò in un cinghiale e, durante una battuta di caccia, uccise lo sfortunato giovane. Venere, disperata, pianse copiose lacrime che, al contatto con il sangue di Adone, si trasformarono in piccoli cuori rossi: le fragole.



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Ingredienti per 4 persone :
400 gr. di fragole
2 cucchiai di zucchero di canna
1 cucchiaio di miele
1 limone non trattato
1/2 bicchiere di vino Moscato
15 gr. di colla di pesce

Procedimento

Lavate le fragole, tagliatele a metà e mettetele in un pentolino,  spruzzatele con il succo del  limone e aggiungete  parte della buccia grattugiata, unite lo zucchero,  il miele, il vino, mischiate bene e fate cuocere a fuoco dolcissimo per una decina di minuti, mescolando  spesso.
Nel frattempo mettete a bagno i fogli di gelatina per 5 minuti.
Trascorsi i 10 minuti frullate il composto di fragole, aggiungete la gelatina e fatela sciogliere bene amalgamandola.
Versate nelle coppette e mettete in frigorifero per almeno 3 ore. Servite con biscotti secchi.
Buon appetito!


martedì 4 settembre 2012

Peperoni alla messicana

Le ricette messicane sono famose  ed apprezzate nel mondo per la loro semplicità, sia nella preparazione che negli ingredienti, sia per il sapore intenso e deciso che costituisce un forte motivo d’interesse nei confronti di questa cucina.
In questa ricetta ho aggiunto i peperoni ai fagioli del ripieno e ho sostituito il formaggio messicano con la nostra mozzarella di bufala.



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Ingredienti per 4 persone:

2 peperoni rossi
3 peperoni gialli
1 scatola di fagioli rossi
2 mozzarelle
1 spicchio d’aglio
1 cipolla rossa di Tropea piccola
1 cucchiaino di peperoncino tritato
Sale e pepe bianco q.b.

Procedimento

Lavate i peperoni, apriteli a metà ed eliminate i semi e le coste interne. Mettete il peperone rosso e uno solo dei peperoni gialli in forno a 200° per 15 minuti. Estraeteli dal forno  e asciugateli. Nel frattempo prendete il peperone giallo rimasto e tagliatelo a striscioline sottili. Pulite, lavate e affettate la cipolla, lo spicchio d’aglio, mettete tutto in una padella con quattro cucchiai d’olio e fate dorare tutto.
Scolate i fagioli, aggiungeteli al soffritto, unite il peperoncino, un po’ di pepe e di sale e continuate la cottura per cinque minuti. Frullate grossolanamente il tutto.
Riempite con il composto i peperoni, aggiungete la mozzarella tagliata a fette o, se preferite a cubetti, irrorate di olio e servite.
Buon appetito!


domenica 26 agosto 2012

Spezzatino di tonno e melanzane

Il pregiato tonno rosso un tempo poteva essere considerato il re del Mediterraneo, uno dei predatori al vertice della catena alimentare dei nostri mari, nonché preda più ambita per i pescatori d’altura. Questo pesce può raggiungere dimensioni imponenti, superando i tre metri di lunghezza e i sei quintali di peso.
Specialmente se giovani, questi pesci si spostano in banchi e possono aggregarsi ad altre specie simili. Il tonno rosso vive nelle acque temperate ed è tipico dell’Oceano Atlantico, ma il mar Mediterraneo, insieme al Golfo del Messico, funge da fondamentale “nursery”. Questi pesci, infatti, affrontano lunghissime migrazioni a gran velocità, per potersi riprodurre in primavera nelle acque più tiepide e tranquille di questi due mari.
Il tonno rosso è così pregiato che viene battuto all’asta in tutto il mondo e in particolare in Giappone, dove è molto ambito per la preparazione di sushi e sashim



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Ingredienti per 4 persone:

500 gr di tonno fresco
2 melanzane medie
2 cucchiai di passata di pomodoro
1 spicchio d’aglio
10 rametti di prezzemolo
1 cucchiaino di paprica dolce
2 cucchiaini di origano
6 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale q.b.

Procedimento

Lavate il prezzemolo, asciugatelo e tritate finemente le foglie con lo spicchio d’aglio.
Tagliate il tonno a dadi, lavate e asciugate le melanzane e tagliatele a cubetti.
In una padella mettete quattro cucchiai d’olio, unite i cubetti di melanzana, salate e fate friggere per 7 minuti, a fuoco vivo, mescolando. Togliete le melanzane dalla padella e mettetele a sgocciolare su carta assorbente.
Mettete 2 cucchiai di olio nella padella, unite i dadi di tonno e fateli rosolare per 7 minuti (non prolungate la cottura per evitare che indurisca).
Aggiungete la passata di pomodoro, le melanzane, il trito di prezzemolo e aglio, l’origano e la paprika, mescolate e lasciate cuocere a fuoco dolce ancora per 2 minuti.



Troppo buffa!!

domenica 12 agosto 2012

Seppioline e fagioli in umido

La seppia appartiene alla stessa famiglia di polpi e calamari; è un mollusco cefalopode, cioè dotato solo di testa e piedi e possiede notevoli capacità mimetiche che gli consentono di cambiare colore in brevissimo tempo. Le sue dimensioni vanno dai quattro centimetri della seppiola fino ai 120 centimetri della seppia comune.
All’interno del suo corpo troviamo una conchiglia detta “osso di seppia” che le consente di galleggiare perché è pieno di bollicine di gas che lo rendono più leggero dell’acqua.
La seppia si difende dagli attacchi dei predatori espellendo inchiostro che si trova in una sacca all’interno del suo corpo.
E’ diffusa in tutti i mari e gli oceani del globo e vive sui fondali costieri melmosi o sabbiosi. In Adriatico vi sono due distinte popolazioni di seppie, una si riproduce in primavera, l’altra in autunno.

Le sue caratteristiche nutrizionali sono molto simili a quelle dei cosiddetti “pesci magri”: è ricca di vitamina A, B1, D e di sali minerali quali il fosforo, il potassio, il calcio e proteine. E’ ricca di fibre e quasi priva di grassi per cui è consigliata nelle diete ipocaloriche.



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Ingredienti per 4 persone:

500 gr di seppioline nostrane
400 gr. di fagioli corona in scatola
400 gr. di pomodori ramati
mezzo bicchiere di vino bianco
1 cipolla bianca piccola
1 carota piccola
2 gambi di sedano
1 spicchio d’aglio
1 mazzetto di prezzemolo
1 cucchiaino di paprika forte
Sale q.b.

Procedimento

Pulite e lavate  la carota, la cipolla, il sedano e tritateli , lavate i pomodori, pelateli, togliete i semi e tagliateli a cubetti.
Pulite e lavate le seppioline.


In una casseruola mettete 4 cucchiai di olio, il trito di cipolla, carota e sedano lasciate dorare per qualche minuto e unite le seppioline, continuate a soffriggere  per 2 minuti poi unite il vino e lasciatelo evaporare a fuoco vino per qualche minuto.
Unite i cubetti di pomodoro, la paprika, il sale e fate cuocere dolcemente per 20 minuti.
Unite i fagioli ben scolati del loro liquidi di conservazione e fate cuocere per altri 10  minuti.




Nel frattempo lavate e sgrondate bene il prezzemolo e tritatelo con lo spicchio d’aglio.
Cinque minuti prima della fine della cottura unite alle seppie il trito di prezzemolo e aglio: mischiate bene, lasciate riposare per 5 minuti e servite.


mercoledì 8 agosto 2012

Cheesecake all'albicocca

L'albicocco è una pianta originaria della parte di Cina nordorientale confinante con la Russia. La sua presenza data più di 5000 anni di storia. Da lì si estese lentamente verso ovest attraverso l'Asia centrale sino ad arrivare in Armenia (da cui prese il nome, ancora oggi in Liguria vengono chiamate in dialetto "armugnin", in Lombardia "mugnàgh" e in Veneto "armełin") dove, si dice, venne scoperta da Alessandro Magno.
I Romani la introdussero in Italia e in Grecia nel 70-60 a.C., ma la sua diffusione nel bacino del Mediterraneo fu consolidata dagli arabi: infatti "albicocco" deriva dalla parola araba al-barqūq.
L'albicocco crescerebbe selvatico in natura in Cina da ben 4 000 anni. Oggi è diffuso in oltre 60 paesi e viene coltivato in climi caldi o temperati e relativamente asciutti.
Il suo frutto, l’albicocca, si compone per l’85% di acqua ed ha una buona quantità di fibre alimentari. Grazie a queste componenti principali le albicocche sono essenziali per regolare l’intestino e aiutare la digestione. Inoltre, elevata è la presenza di vitamine A e C, essenziali per la crescita delle ossa e per combattere i radicali liberi che causano l’invecchiamento delle cellule del corpo. Diversi sono i minerali presenti come potassio, fosforo, sodio, calcio e ferro. Essi sono indispensabili per chi soffre di spossatezza, convalescenza e anemia; particolare la funzione del potassio, utile nell’attività fisica in generale ma soprattutto estiva. La presenza del sorbitolo ha un’ottimo potere per chi soffre di stitichezza. Mentre la presenza di Betacarotene e Licopene aiuta la rimozione del colesterolo cattivo.



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Ingredienti per una tortiera di cm 22

 Per la base

200 gr di biscotti secchi
2 cucchiai di glassa di cioccolato
2 cucchiai di miele
100 gr di burro

Per la crema

400 gr di Robiola fresca morbida
200 gr di ricotta
100 gr di yogurt greco
80 gr di zucchero a velo
2 cucchiai di gocce di cioccolato

3 fogli di gelatina da 6 gr cad.
3 cucchiai di latte tiepido


Per il topping

20 albicocche
1 cucchiaio colmo di zucchero
1 foglio di gelatina da 6 gr. (colla di pesce)
Succo di limone

Per guarnire

Qualche albicocca
Preparazione

Prendete una tortiera a cerchio di 22 cm di diametro, spennellatela di burro fuso e rivestitela con della carta da forno.
Tritate nel mixer i biscotti, metteteli in una ciotola e unite il burro fuso, il miele e la glassa di cioccolato. Amalgamate bene e stendete il composto sulla base della tortiera. Premete il composto con il dorso di un cucchiaio in modo da rendere il fondo uniforme e ben compatto, mettete in frigo per mezz’ora e, nel frattempo, preparate la crema.
Mettete a bagno in acqua fredda per dieci minuti i fogli di gelatina.
In una ciotola unite i formaggi e lo yogurt  e lavorateli bene con la frusta per renderli morbidi, unite  lo zucchero a velo , le gocce di cioccolato e amalgamate bene tutto.
Scolate e strizzate bene la gelatina, fatela sciogliere nel latte tiepido e unite  al composto di formaggi.
Versate tutto sulla base di biscotti, livellate bene e ponete in frigorifero per 3 ore, coprendo la torta con della pellicola.


Trascorse le tre ore preparate il topping.
Mettete a bagno in acqua fredda per dieci minuti il foglio di gelatina.
Lavate bene le albicocche, tagliatele a dadini, irroratele con il succo del limone, mettetele in una casseruola con lo zucchero e fatele cuocere per una decina di minuti. Frullate con il mixer, unite la gelatina scolata e ben strizzata e mescolate per farla sciogliere.  Lasciate intiepidire. Riprendete lo stampo dal frigo e distribuite uniformemente la salsa sulla torta livellandola bene.
Rimettete in frigo per altre tre ore.
Al momento di servirla, toglietela delicatamente dallo stampo, distribuite sopra le albicocche rimaste tagliate a metà.







mercoledì 1 agosto 2012

La pesca



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E’ tornata l’estate e con essa, tra le altre cose, sono tornate anche le pesche. Questo frutto vellutato, carnoso e succoso nasce dall’albero del pesco (Prunus persica) e appartiene alla categoria delle drupe come la ciliegia e l’albicocca. Ha forma tondeggiante, con una polpa profumata e dolce, possiede un nocciolo ovoidale, grosso e molto duro, con solchi profondi, che racchiude un seme a mandorla. Il pesco è originario della Cina, dove era considerato simbolo d’immortalità, e i cui fiori furono celebrati da poeti e pittori. Dall’Oriente si diffuse in Persia e infine giunse in Europa.
Il frutto arrivò a Roma nel I secolo d.C. grazie ad Alessandro Magno che, durante la spedizione contro la Persia, lo importò e si diffuse in tutto il bacino del Mar Mediterraneo con il nome di persica perché erroneamente considerato originario della Persia.
In Egitto, la pesca era sacra ad Arpocrate, dio del silenzio e dell’infanzia, ancora oggi, infatti, le guance dei bambini sono paragonate alle pesche, per la loro carnosità e morbidezza.
Sul piano nutrizionale il contenuto calorico della pesca è molto basso (circa 39 calorie ogni 100 grammi) ma essendo ricca di fibre insolubili, possiede un indice di sazietà elevata, non solo ma queste fibre sono benefiche anche perché riducono il rischio di tumori al colon.
E’ particolarmente succosa, gustosa e dissetante per l’alto contenuto di acqua e di pectina.
La pectina è una fibra solubile utile alla regolazione dei livelli di colesterolo e di glucosio nel sangue.  La pesca contiene zuccheri facilmente assimilabili e acidi organici che le donano il suo sapore particolare, come l’acido malico, citrico e tartarico. Notevole è il quantitativo di potassio contenuto nel frutto insieme alle vitamine B1, B2, C, discreto è il quantitativo di carotenoidi che nell’organismo si trasformano in vitamina A: questa, oltre ad aiutare la nostra capacità visiva, è fondamentale per la produzione di melanina che ci protegge dai raggi solari e ci fa abbronzare più rapidamente.
Questo delizioso frutto ha un’importante azione diuretica e leggermente lassativa.
Le categorie di pesche più conosciute, sono principalmente tre: quella comune, che può essere con polpa a pasta gialla, ha un nocciolo libero ed è chiamata spiccagnola o spaccarella e l’altra, a pasta bianca, con il nocciolo molto aderente alla polpa ed è chiamata duracina.
Quella a buccia liscia e glabra con polpa sia gialla che bianca denominata Nettarina o pesca noce.
E infine la pesca percoche, principalmente utilizzata dalle industrie alimentari.
Esistono poi altri tipi di pesche, meno conosciute, come la Merendella, che ha la pelle liscia di colore bianco-verde, con la polpa aderente al nocciolo, particolarmente diffusa in Calabria, e la pesca Saturnina o Tabacchiera di forma schiacciata e sapore intenso.
La maturazione delle pesche avviene tra la prima e la seconda decade di maggio nell’Italia meridionale, fino alla fine di settembre per le varietà tardive.
Poiché è un frutto molto delicato, spesso è sottoposto a trattamenti fitoterapici intensi, per cui è prudente lavare molto bene la buccia se la si vuole consumare.
Se acquistate delle pesche non ancora mature, basta conservarle per due o tre giorni in un sacchetto di carta a temperatura ambiente, non utilizzate i sacchetti di plastica perché accelerano troppo il processo di maturazione e l’elevato grado di umidità rischia di far marcire la frutta. Una volta maturate, conservatele in frigo al massimo per quattro giorni.
Nella cosmesi la pesca viene utilizzata per la preparazione di creme, maschere rinfrescanti per il viso, impacchi per capelli, oli da bagno e saponi. Il succo fresco è un’eccellente tonico per la pelle.
Se avete la pelle del viso molto secca e sensibile provate questa maschera: schiacciate la polpa di una pesca, unite un cucchiaino di miele e mettetela sul viso coprendola con delle garzine per non farla colare; lasciate in posa 15 minuti e sciacquate con acqua tiepida.
In cucina le applicazioni sono numerose, le pesche a polpa gialla sono ideali per marmellate, crostate, pasticcini, mentre quelle a polpa bianca sono perfette per la macedonia, per la preparazione di bavaresi, dessert, budini e gelati. Ottime, infine, se impiegate per la realizzazione di tè aromatizzati, frullati, sangrie e cocktails.
Tra le varie ricette troviamo le pesche ripiene, sciroppate, caramellate, affogate nel vino, essiccate.

Ricette- Cliccate sul nome e vi si aprirà il collegamento

Pesche ripiene
   
Torta di pesche e amaretti














crostata di pesche