Sale e pepe q.b.
Servite i filetti
accompagnati dal loro sughetto e da fettine di pane.
Sale e pepe q.b.
Servite i filetti
accompagnati dal loro sughetto e da fettine di pane.
Sono economiche, buone, veloci , facili da preparare e ricche di nutrienti.
Spegnete il fuoco, aggiungete un pochino di sale sulle
uova, una spolverata di pepe e di prezzemolo tritato e servite accompagnando
con immancabili fette di pane.
Mescolate
bene, spolverate con altro pecorino e pepe e servite subito.
L'agnello è l'animale sacrificale per eccellenza nelle culture che si affacciano sul bacino
del Mediterraneo ed è quindi consumato in
molti paesi, è infatti tradizione diffusa in molte zone d'Italia mangiare carne
d'agnello nel giorno di Pasqua.
Nonostante questo, la carne di montone non è usuale nella cucina tradizionale
italiana, ma ha una grande presenza nella cucina etnica specialmente dei paesi di religione islamica,
spesso servita insieme al cous cous.
La
carne d'agnello è paragonabile dal punto di vista nutrizionale alle comuni
carni bianche, mentre quella di pecora non differisce troppo da quella bovina
adulta o di vitello. Essendo ben tollerata dall'organismo umano, è quindi
consigliata come alternativa anche in casi di allergie alimentari.
La digeribilità dipende in genere dal contenuto in grassi, che è
maggiore nelle carni più giovani, ma è spesso facilmente rimovibile.
E’ un alimento ricco di proteine animali, circa 20 grammi ogni
100 di carne, con un alto tenore di aminoacidi essenziali. Sono presenti anche
lipidi, principalmente trigliceridi, acidi grassi saturi, fosfolipidi e colesterolo,
più presenti in tagli saporiti quali petto e cosciotto. Contiene infine ferro,
fosforo e zinco, e come molte carni, le vitamine PP e B12.
Fonte:
Wikipedia
Potete prepararla anche il giorno prima e tenerla in frigorifero in una ciotola oleata e ben chiusa.
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Procedimento
Torta rustica di cavolfiore, foglie di carote , prosciutto e formaggio
Oramai la pastiera si consuma in ogni evento familiare, visto
che in commercio si trovano molti ingredienti per farla più velocemente, in
particolare il grano cotto.
La
leggenda, che vuole la sirena Partenope creatrice di questa delizia,
deriva probabilmente dalle feste pagane e dalle offerte votive del periodo
primaverile.
Probabilmente
è legata al culto di Cerere le cui sacerdotesse portavano in
processione l'uovo, simbolo di rinascita che passò nella tradizione
cristiana. Esiste anche un'altra leggenda che narra di alcuni pescatori che, a
causa dell'improvviso maltempo, erano rimasti in balia delle onde per un giorno
e una notte, una volta riusciti a rientrare a terra, a chi domandasse loro come
avevano potuto resistere in mare così tanto tempo, risposero che avevano potuto
mangiare la Pasta di Ieri, fatta con ricotta, uova, grano ed aromi. Per questo
motivo la Pastiera iniziò ad essere simbolo di rinascita, oltre che per gli
ingredienti, perché aveva dato una seconda vita a questi quattro pescatori.
L'invenzione
della Pastiera risale al XVI secolo. La prima ricetta scritta è datata 1693 e
compare nel trattato di cucina Lo scalco alla moderna da Antonio
Latini, scritto e pubblicato nel 1693 a Napoli, dove l’autore lavorò al
servizio del primo ministro del viceré Francisco de Benavides. Si trattava
di una torta a metà tra il rustico e il dolce in cui, oltre a grano e ricotta,
erano previsti il formaggio Parmigiano grattato, pepe, sale, pistacchi in acqua
rosa muschiata, latte di pistacchi, tutto raccolto in pasta di marzapane
stemperata con altri aromi antichi.
La ricetta, modificata e perfezionata nei monasteri del centro
di Napoli, rende celebri le pastiere delle suore del convento di San
Gregorio Armeno.
Nel 1837, un secolo e mezzo dopo la ricetta di Antonio
Latini, Ippolito Cavalcanti scrive la ricetta ormai aderente alla
Pastiera dolce di oggi nell’appendice dialettale Cusina casarinola
all’uso nuosto napolitano, un compendio della gastronomia popolare di
Napoli inserito nella prima edizione del suo trattato didattico Cucina
teorico-pratica, facendo però anche riferimento all'antica versione
"rustica" da preparare con provola grattata.
Fonte: Wikipedia
Si presta molto bene sia per la preparazione di
piatti salati (come in questo caso) sia dolci: sono deliziosi i dessert
realizzati proprio con questa pasta e farciti con la panna fresca montata con
zucchero a velo o con la crema al burro, magari aromatizzati con un po' di
cannella e arricchiti con un paio di cucchiai di salse alla frutta.
Questa pasta può, in modo creativo e veloce, servire anche per preparare dei
deliziosi cestini di pasta fillo da farcire a vostro piacimento.
Olio extravergine d’oliva
q.b.
Potete prepararle in
anticipo e poi scaldarle per 1 minuti prima di servirle.
Questa torta non si può congelare e vi consiglio di consumarla al massimo nel giro di due giorni.
Trasferite la pasta sulla spianatoia e lavoratela con le mani ancora per un paio di minuti. Ricompattatela a formare una palla , ricoprite con pellicola trasparente e mette in frigorifero per mezz’ora. (5)
Potete prepararla anche il giorno prima e tenerla in frigorifero in una ciotola oleata e ben chiusa.
Sfornate e servite.