martedì 15 settembre 2015

Moussakà

Il moussakà (in greco: μουσακάς) o mussacà è un piatto tipico della cucina greca, balcanica e medio-orientale, affine alla parmigiana di melanzane nella versione siciliana (piuttosto che quella napoletana, caratterizzata da mozzarella e sugo di pomodoro). La versione greca del moussakà è la più nota. Si tratta di uno sformato a base di melanzane e nelle zone più vicine alla Turchia con carne tritata, da cuocere in forno, guarnito con una spessa copertura di besciamella gratinata (Internazionalizzazione del piatto tipico in quanto la Besciamella è una Salsa di invenzione Francese (François Pierre (de) La Varenne (1615 - 1678), ma ne esistono numerose varianti basate su zucchine, patate ed altre verdure, aromatizzate con spezie a piacimento.
Le origini non sono totalmente chiare, sebbene il termine greco mousakàs derivi dal turco musakka che a sua volta trova radici nella lingua araba e persiana.

Fonte: Wikipedia


LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.


Ingredienti per 4 persone

550 g di melanzane
300 g di carne d’agnello macinata
400 g di passata di pomodoro
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
300 g di besciamella
1 cipolla
1 spicchio d’aglio
Qualche rametto di prezzemolo
Pecorino sardo maturo D.O.P. q.b.
Farina q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale, pepe q.b.

Procedimento

Tritate il prezzemolo e tenetelo da parte. Tritare finemente anche la cipolla e l’aglio. Scaldate tre cucchiai d’olio, aggiungetevi il battuto di cipolla e aglio e fate rosolare dolcemente finché saranno trasparenti. Unite la carne e rosolatela bene, aggiungete la passata di pomodoro, il concentrato, diluito in un po’ d’acqua calda, il sale e il pepe. Lasciate cuocere per quindici/venti minuti. Tagliate le melanzane a fettine sottili, nel senso della lunghezza. Passatele in un velo di farina e friggetele, poche alla volta, in abbondante olio ben caldo. Scolatele su carta assorbente e salatele.
Ungete una pirofila e fate un primo strato di melanzane, ricopritele con il ragù e spolverizzate con molto Pecorino grattugiato.



Fate un altro strato di melanzane, continuate con il sugo e il formaggio. Proseguite fino a esaurire gli ingredienti, avendo come ultimo strato il ragù e il Pecorino.



Terminate, versando sopra la besciamella e infornate (forno già caldo a 180°) per 30/35 minuti.





Consiglio: Se non amate la carne d’agnello, potete sostituirla con quella di manzo. E, per alleggerire il piatto, potete grigliare le melanzane anziché friggerle.

venerdì 11 settembre 2015

Maccheroni con gorgonzola Nergi® e noci

Il Nergi® è il frutto dell’Actinidia arguta, una liana di sei metri d’altezza,  è il cugino “piccolo” del kiwi.  E’ coltivato a pergola per impedire il contatto a terra del frutto che si sviluppa a grappoli e la raccolta è esclusivamente manuale e particolarmente accurata per la delicatezza del prodotto. Dopo la raccolta, che avviene da settembre a novembre, richiede un periodo di riposo (affinamento).  La coltura di questo frutto è rispettosa della natura, perché, essendo una pianta molto resistente alle malattie, non necessita di trattamenti. Non solo, ma aiuta la natura, poiché durante il suo ciclo di vita, la sua bella fioritura bianca e profumata attira naturalmente api e bombi. Coltivato principalmente in Francia,in Portogallo e nella provincia di Cuneo proviene, originariamente dall’Asia Orientale e dalla Siberia, dove è apprezzato da molti secoli. È un piccolo frutto (circa 3 cm), simile ai frutti di bosco, dolce e zuccherino già al naturale, che si consuma con tutta la buccia, dopo averlo lavato. È ideale come snack, street-food, finger-food, per preparazioni dolci o salate, o  da condividere in famiglia e con gli amici, in ogni momento della giornata. Una leccornia pratica e conviviale, da spizzicare per appagare il palato e la salute.
È ricco di antiossidanti e di vitamina C, la buccia è una buona fonte di fibre e apporta solo 48 kcal per 100 grammi di prodotto.
Una curiosità; il suo nome NERGI®  deriva da ENERGY.
È in consegna  in tutti i supermercati.



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Ingredienti per 4 persone

360 g di maccheroni
200 g di Gorgonzola cremoso
40 g di Parmigiano Reggiano grattugiato
1 bicchiere di latte piccolo
Una confezione di  NERGI® 
Gherigli di noce q.b.
30 g di burro
Sale  q.b.

Procedimento

Tagliate i piccoli Nergi® a rondelle. Lessate la pasta in abbondante acqua salata.
Nel frattempo, tagliate a cubetti il gorgonzola, mettetelo in un pentolino, aggiungete il bicchiere di latte e fatelo fondere a bagnomaria, mescolandolo fino a completa fusione, poi unite  il burro e il  Parmigiano Reggiano e amalgamate il tutto.
Scolate la pasta al dente, versatela in una zuppiera, condite con la crema di Gorgonzola e Parmigiano Reggiano, unite le fettine di Nergi®, i gherigli di noci e servite subito.




 Con questa ricetta partecipo al contest ANCH'IO SUPERNERGI
Nergi



mercoledì 9 settembre 2015

Straccetti di manzo e pomodorini

La carne di manzo appartiene alla categoria delle carni rosse. Ha un apporto nutrizionale diverso che varia in base al taglio specifico. E’ ricca di proteina ad alto valore biologico, di sali minerali quali ferro e potassio, ed è un’ottima fonte di vitamina B12 e vitamina PP (niacina).
Pur essendo un ottimo alimento, va consumata con parsimonia in quanto non solo è ricca di colesterolo e purine, ma, se non associata al consumo di  verdura e frutta, predispone l’organismo al rischio di aterosclerosi e tumori del colon.
I tipi di carne di manzo più adatti a questo tipo di preparazione, sono il bianco costato di pancia, il collo, lo scalfo e il fusello.



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Ingredienti per 4 persone:

4 fettine di manzo tagliate un po' spesse
16 pomodorini secchi
1 cucchiaio di capperi di Pantelleria sotto sale
Origano q.b.
Sale q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.
½ litro di acqua
1 cucchiaio d’aceto
Procedimento
Mettete a bollire mezzo litro d’acqua con un cucchiaio d'aceto, spegnete il gas e immergetevi i pomodorini secchi. Lasciateli a bagno per 15 minuti, scolateli, tamponateli delicatamente con della carta da cucina e tagliateli a listarelle.
Lavate i capperi e metteteli in una ciotola piena d’acqua per dissalarli.
Tagliate a listarelle anche le fettine di manzo.
Scaldate  5/6 cucchiai di olio in un tegame, aggiungete i pomodorini, le listarelle di carne, i capperi sciacquati e asciugati, l’origano e fate cuocere a fuoco medio per 5/10 minuti.
Assaggiate e, se necessario (i pomodorini sono piuttosto salati) aggiustate di sale.


lunedì 7 settembre 2015

Schiacciatine di grano saraceno- Gluten free

Il grano saraceno non appartiene alla famiglia delle graminacee, ma a quella delle Poligonacee e quindi non contiene glutine, per questo motivo può essere consumato da chi ha problemi di celiachia.
La pianta è originaria dell’Asia e fu introdotta in Europa dai Turchi (da qui il nome di grano saraceno) e dai Crociati nel XIII secolo.
Attualmente la sua coltivazione è diffusa nell’Europa nord orientale dove il suo uso è molto diffuso. In Italia si coltiva nel Sud Tirolo e in Valtellina dov’è utilizzato per la preparazione dei famosi pizzoccheri e della polenta taragna.
E’ un alimento ricco di ferro e sali minerali, di vitamina B ed E. Contiene anche buone quantità d’aminoacidi essenziali e il valore biologico delle sue proteine è paragonabile a quello delle proteine della carne e della soia.
Queste schiaccine sono ottime per tutti, ma in particolare per chi soffre di celiachia o intolleranza al glutine essendone prive. 

  

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Ingredienti:

200 g di farina di grano saraceno
100 g d’amido di mais
100 g di fecola di patate
250 ml d’acqua appena tiepida
1 bustina di lievito di birra liofilizzato
3 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
1 cucchiaino da the di sale fino.

Procedimento

In una ciotola capiente setacciate la farina di grano saraceno con la fecola di patate,  l’amido e il sale.  Sciogliete il lievito nell’acqua appena  tiepida e versate lentamente nella farina, aiutandovi con un cucchiaio o un mestolo di legno. Quando il composto sarà ben amalgamato, unite l’olio e inglobatelo bene. 


Lasciate riposare l’impasto, coperto, per 20 minuti. Prendete la leccarda e copritela con della carta da forno.
Prelevate un po’ d’impasto con un cucchiaio e depositatelo sulla carta da forno, continuate così fino ad esaurimento. 


Mettete a lievitare per altre tre ore nel forno spento e chiuso.
Trascorso il tempo, togliete la leccarda dal forno, accendetelo e portate la temperatura a 200°C, mettete all’interno un pentolino con po’ di acqua e, quando il forno avrà raggiunto la temperatura, infornate i panini per 20 minuti.
Ultimata la cottura, estraeteli e fateli raffreddare su di una gratella.
Buoni così, eccezionali farciti.
Tagliate a metà la schiacciatina, spalmate un velo di senape aromatica su tutte e due le metà, mettete sopra del prosciutto crudo, qualche fettina di pomodoro e una foglia di radicchio rosso.




venerdì 4 settembre 2015

Lonza con la senape e cipolle di Tropea

La cipolla rossa (allium cepa) coltivata tra i comuni in provincia di Vibo Valentia di Cosenza e lungo la fascia tirrenica è denominata cipolla rossa di Tropea. La caratteristica principale che contraddistingue quest’ortaggio, oltre al bellissimo colore, è la dolcezza dovuta alle particolari sostanze contenute nei terreni di queste zone che la rendono ricca di zuccheri quali glucosio, fruttosio e saccarosio.
È ricca di vitamina C e di vitamina E, di selenio, ferro, iodio, zinco e magnesio.
Grazie ai composti solforati e al cromo possiede proprietà anticoagulanti e antibiotiche, nonché attività ipoglicemizzante e di contenimento dei livelli ematici di colesterolo e trigliceridi. Il succo è considerato diuretico. Grazie ai numerosi flavonoidi presenti sembrano avere effetti anticancerogeni specialmente per il cancro allo stomaco.
È ipocalorica; 100 gr di prodotto forniscono circa 20 calorie.




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Ingredienti per 4 persone:

500 gr di lonza
4 cipolle di Tropea
3 cucchiai di senape
1 cucchiaio d’aceto bianco
Olio extravergine d’oliva q.b.
2 rametti di timo
2 rametti di maggiorana
2 rametti di rosmarino
2 rametti di menta
4 rametti di rosmarino
4 foglie d’alloro
Una decina di bacche di ginepro
Aceto balsamico di Modena q.b.
Sale q.b.
Pepe  nero in grani q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.

Procedimento
Con un po’ di sale fino massaggiate la lonza. Nel cestello della vaporiera mettete due rametti di rosmarino e due foglie d’alloro con qualche bacca di ginepro schiacciata. Deponeteci sopra la lonza e copritela con il rosmarino, l’alloro e le bacche rimanenti. Fate cuocere per un’ora. Lasciatela raffreddare nella vaporiera.
Nel frattempo pulite e lavate le cipolle, tagliatele a fette orizzontali di 5 mm di spessore. Disponetele su di un vassoio, una accanto all’altra. Mescolate tre cucchiai di acqua con due pizzichi di sale. Spennellate sulle fette di cipolla l’acqua e sale e cospargetele con qualche grano di pepe nero pestato.
Lasciate così per una decina di minuti e nel frattempo tritate finemente tutti gli altri aromi, quindi fate cuocere le fette di cipolla sulla griglia ben calda per 2/3 minuti per parte.
Trasferite le cipolle in un contenitore, disponetele a strati e condite ogni strato con un po’ del misto di aromi e d’aceto balsamico. Irrorate abbondantemente d’olio.
Sciogliete la senape con un cucchiaio d’aceto, unite un po’ d’olio e mescolate per ottenere un’emulsione.
Quando la lonza sarà ben fredda, tagliatela a fette sottili, spalmatele con la salsina e distribuite sopra le cipolle. Accompagnate con pomodorini e insalatina.
  


Consiglio: Potete preparare, sia lonza sia le cipolle, anche il giorno prima, o utilizzare qualsiasi altro tipo di carne, magari avanzata o cotta alla griglia o bollita.
Se avanzate delle cipolle, potete conservarle, in un contenitore chiuso e in frigorifero,  per 4/5 giorni.


lunedì 31 agosto 2015

Involtini di melanzane, ricotta e pecorino

Il pecorino Il Pecorino Sardo D.O.P. è un formaggio ovino prodotto secondo quanto stabilito dal disciplinare di produzione del Consorzio per la Tutela del Pecorino Sardo D.O.P., che ne prevede due versioni, differenti per il grado di stagionatura: il Dolce e il Maturo. Il Pecorino Sardo D.O.P. è caratterizzato da una crosta liscia, di colore bianco o giallo paglierino nel dolce, che tende al bruno con la stagionatura. La pasta è bianca, morbida e compatta, con una lieve occhiatura, tendente al giallo paglierino nel maturo.
Il sapore è dolce e leggermente acido nel pecorino sardo dolce, deciso e piccante nel maturo.
Il gusto caratteristico saporito e sapido, la pasta consistente e granulosa, lo rende il formaggio perfetto per chi ama i sapori decisi della tradizione sarda.
Il pecorino sardo è un formaggio grasso molto calorico. Il consorzio di tutela riporta i valori nutrizionali medi del prodotto, che sono pari a circa 400 kcal per 100 g per il dolce e ben 460 kcal per il maturo.
 





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Ingredienti per 4 persone:

2 melanzane
350 g di ricotta
80 g di Pecorino Sardo DOP maturo
300 g di passata di pomodoro
1 cipolla piccola
1 gambo di sedano
1 spicchio d’aglio
Maggiorana, timo, origano, menta q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.

Procedimento

Sciacquate le melanzane, asciugatele e tagliatele a fette sottili. Sistematele su una placca oliata, spennellatele con un po’ d’olio e fatele cuocere in forno caldo a 200° per 10 minuti o, in alternativa, grigliatele.


In una casseruola scaldate tre cucchiai d’olio e fatevi soffriggere, a fiamma molto dolce, lo spicchio d’aglio, la cipolla e il sedano tagliati a piccoli cubetti. Quando il soffritto sarà dorato, unite la passata di pomodoro, salate e fate cuocere per 10 minuti.
Tritate gli aromi finemente.
Grattugiate il Pecorino e amalgamatene metà alla ricotta, unite il trito di aromi e mescolate bene.
Disponete su di ogni fetta di melanzana una cucchiaiata di ripieno e arrotolatele.
In una pirofila versate tre quarti del sugo, adagiatevi gli involtini e ricopriteli con il sugo rimasto. Spolverizzate con il Pecorino restante, irrorate con un filo d’olio.


e cuocete in forno caldo a 200° per 15 minuti.




venerdì 21 agosto 2015

Parmigiana di zucchine


La pianta che produce le zucchine è originaria dell'America centro-meridionale e appartiene alla  famiglia delle curcubitacee, la stessa dei cetrioli, delle zucche, dei meloni. Ne esistono di diverse varietà: verde di Milano, rampicante, bianca, striata, tonda di Nizza. Sono un prodotto dell'orto  tipico della tarda primavera e dell'estate, ma ormai  sono reperibili sul mercato tutto l'anno.
Le zucchine forniscono poche calorie e sono ricche di sali minerali quali  potassio, fosforo, calcio e ferro. Contengono anche una discreta quantità di vitamina E (potente antiossidante), vitamina C, acido folico (vit. B9), di zeaxantina e di luteina.
Hanno proprietà antiinfiammatorie, diuretiche , lassative e quindi disintossicanti.
Sceglietele sempre piccole, molto sode, con la buccia lucida e cucinatele nel giro di 3 o 4 giorni per non perdere le loro preziose qualità nutritive.








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Ingredienti per 4 persone:

1 kg di zucchine chiare
4 uova
500 gr di pomodori o 2 scatole di pelati
220 gr di Toma
100 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato
1 cipolla 
1 gambo di sedano
1 carota piccola
1 cucchiaio di erbette di Provenza
Basilico q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale e pepe q.b.

Procedimento

Lavate, asciugate e tagliate le zucchine a fette non troppo spesse e grigliatele (per una versione più leggera) o, se preferite, fatele dorare in poco olio.
Spelate i pomodori, togliete i semi e tagliateli a pezzetti.
Pulite la cipolla, il gambo di sedano e la carota. Tagliateli in piccoli pezzi e fateli dorare per qualche minuto, aggiungete i pomodori, il sale e lasciate cuocere per 15 minuti.
Nel frattempo tagliate a fette sottili la toma. Disponete sul fondo di una pirofila  parte del sugo. Sbattete le uova con le erbette, salatele.
Formate un primo strato di zucchine, versategli sopra parte del sugo,  distribuite le fettine di formaggio, un po’ di basilico  e spolverizzate con il Parmigiano.
Continuate così fino ad esaurimento degli ingredienti. Versate sul l’ultimo strato le uova.
Mettete in forno preriscaldato a 180° per 40 minuti:












martedì 11 agosto 2015

Straccetti di melanzane

D'origine americana, questa pianta, appartiene alla famiglia delle Solanaceae. Al suo arrivo in Europa, fu accolta con sospetto e considerata solo una pianta ornamentale. E’ fondamentale mangiarla cotta, perché contiene solanina che è un alcaloide tossico che viene distrutto dal calore, esattamente come le patate. Ne esistono numerose varietà con forme e colori diversi.
Questo gustosissimo e versatile ortaggio è ricco di fibre e sali minerali, ha un basso indice glicemico e per questi motivi è particolarmente indicato il suo consumo ai diabetici.
L’infuso di melanzana, ottenuto tagliandola a pezzetti e facendola bollire in acqua, abbassa la pressione arteriosa.
Fonte: Coltiviamo la salute di Ciro Vestita



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Ingredienti per 4 persone:

2 melanzane
1 spicchio d’aglio
Qualche rametto di prezzemolo
Qualche rametto di menta
Maggiorana, origano,menta
Un cucchiaio di capperi
5 filetti d’acciuga sott’olio
Aceto di mele (o di vino bianco)
Olio extravergine d’oliva q.b.


Procedimento.

Sciacquate le melanzane, asciugatele e tagliatele a fette sottili. Spennellatele con pochissimo olio e grigliatele.


Nel frattempo tritate finemente gli aromi con i capperi e le acciughe, poi unite dell’olio fino  a formare una salsina uniforme; tagliate a fettine sottili l’aglio.
Quando le melanzane sono fredde, tagliatele a listarelle e mettetele in un contenitore, spruzzatele con un poco d’aceto, unite la salsina e le fettine d’aglio. Mescolate bene e, se è il caso, aggiungete un poco d’olio o aggiustate di sale.
Potete servirle come antipasto o come contorno. Vi consiglio di preparare questa ricetta il giorno prima perché s’insaporirà ulteriormente.




Consiglio

Se non trovate la menta, l’origano e la maggiorana freschi, potete utilizzare quelli secchi (complessivamente un cucchiaio colmo). La preparazione sarà ottima ugualmente, solo dovrete aggiungere un po’ più d’olio per reidratare gli aromi.

mercoledì 5 agosto 2015

Friggitelli sciroppati

Da che cosa deriva il nome peperone? Furono i botanici del XVI secolo che, quando sbarcò in Europa, lo battezzarono Capsicum annum prendendo spunto dalla parola greca Kapto, che tradotto significa “mangio avidamente”. Un’altra versione fa derivare il loro nome dal latino Capsaovvero scatola, dovuto al fatto che, al suo interno, ha molti semi.
Questo delizioso ortaggio è uno scrigno di virtù preziose: ha pochissime calorie (23 gr per 100 gr di prodotto), contiene provitamina A e moltissima vitamina C presente in quantità maggiore rispetto agli agrumi.
Sul mercato troviamo diverse varietà; un’utile distinzione, oltre a quella tra piccanti o dolci, è quella che considera il colore.
I peperoni verdi hanno questo colore perché sono raccolti in anticipo, hanno un gusto pungente e sono ideali da mangiare in insalata o nelle peperonate.
I peperoni rossi hanno una polpa croccante e zuccherina: sono ideali per la cottura alla brace o per il pinzimonio. Saziano in fretta e sono più ricchi di principi nutritivi.
I peperoni gialli contengono molti antiossidante: sono teneri e succosi ideali da consumare crudi o uniti al pomodoro per rendere corposi i sughi 
I friarelli, detti anche puparuoli friarelli, sono dei  peperoni verdi nani e dolci, non piccanti. In alcune zone dell'Italia centrale sono conosciuti anche come friggitelli.
Sono usati per preparare un piatto tipico della cucina campana: la cottura avviene per frittura in olio d'oliva, con i peperoni ben asciutti, interi, lasciando intatto un abbozzo del picciolo. Si servono nel piatto, salati, ancora caldi, come verdura a sé stante o come contorno di altri piatti.  Ai friggitelli si possono accompagnare patate tenere, tagliate grosse, fritte nello stesso olio di frittura.



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Ingredienti per 4 vasi da 250 g l’uno

1 kg di peperoncini friggitelli
400 g di zucchero
1 litro d’aceto
1 litro d’acqua
Alcuni chiodi di garofano
Qualche bacca di ginepro
4 foglie d’alloro
Un pizzico di sale grosso

Procedimento

Lavate molto bene con l’acqua calda i vasetti e i relativi coperchi (cambiateli ogni volta che riutilizzate i vasetti) e asciugateli perfettamente.

Lavate i peperoncini, tagliate metà picciolo. In una pentola d’acciaio (assolutamente non d’alluminio) versate l’aceto, unite i chiodi di garofano, le bacche di ginepro schiacciate, le foglie d’alloro e il sale. 



Portare ad ebollizione e versatevi i peperoncini e fateli bollire per 4 minuti. Lasciate raffreddare i peperoncini nell’aceto, poi scolateli e fateli asciugare sopra un canovaccio insieme alle foglie d’alloro.



Intanto preparate lo sciroppo facendo bollire lo zucchero con l’acqua per circa 5 minuti, (dovete ottenere uno sciroppo denso).
Collocate i peperoncini nei vasi schiacciandoli dolcemente per riempire bene il contenitore, infilate una delle foglie d’alloro e ricoprite con lo sciroppo.



Chiudete ermeticamente e conservate al buio, saranno pronti per la consumazione dopo circa 25/30 giorni.
Se lo sciroppo non dovesse bastare, preparatene dell’altro con le stesse proporzioni.
Per la conservazione dovrebbe bastare lo sciroppo, ma per precauzione potete farli sterilizzare per 10 minuti.
Al momento del consumo, scolateli da loro liquido e irrorateli con un po’ di olio extravergine d’oliva.


La sterilizzazione è una tecnica che consente di conservare gli alimenti con più sicurezza.
Procedimento: mettete il prodotto in vasi ermetici (tipo quello della foto e quelli della Bormioli), avvolgeteli in uno tovagliolo bianco (uno ad uno per evitare che sbattendo tra loro si rompano), collocateli in una pentola. Ricopriteli d’acqua fino a 5 cm sopra il coperchio, portate a bollore e fate bollire per 10 minuti. Lasciate raffreddare nell’acqua, poi toglieteli e  asciugateli.

Al momento del consumo, se qualche coperchio risulta gonfio o il prodotto è fermentato, gettatelo, vuol dire che non è stato ben conservato.

In questo blog ho postato un altro metodo di conservazione per questi gustosissimi peperoncini: lo trovate cliccando qui

Se invece volete una ricetta per consumarli subito, cliccate qui