mercoledì 5 agosto 2015

Friggitelli sciroppati

Da che cosa deriva il nome peperone? Furono i botanici del XVI secolo che, quando sbarcò in Europa, lo battezzarono Capsicum annum prendendo spunto dalla parola greca Kapto, che tradotto significa “mangio avidamente”. Un’altra versione fa derivare il loro nome dal latino Capsaovvero scatola, dovuto al fatto che, al suo interno, ha molti semi.
Questo delizioso ortaggio è uno scrigno di virtù preziose: ha pochissime calorie (23 gr per 100 gr di prodotto), contiene provitamina A e moltissima vitamina C presente in quantità maggiore rispetto agli agrumi.
Sul mercato troviamo diverse varietà; un’utile distinzione, oltre a quella tra piccanti o dolci, è quella che considera il colore.
I peperoni verdi hanno questo colore perché sono raccolti in anticipo, hanno un gusto pungente e sono ideali da mangiare in insalata o nelle peperonate.
I peperoni rossi hanno una polpa croccante e zuccherina: sono ideali per la cottura alla brace o per il pinzimonio. Saziano in fretta e sono più ricchi di principi nutritivi.
I peperoni gialli contengono molti antiossidante: sono teneri e succosi ideali da consumare crudi o uniti al pomodoro per rendere corposi i sughi 
I friarelli, detti anche puparuoli friarelli, sono dei  peperoni verdi nani e dolci, non piccanti. In alcune zone dell'Italia centrale sono conosciuti anche come friggitelli.
Sono usati per preparare un piatto tipico della cucina campana: la cottura avviene per frittura in olio d'oliva, con i peperoni ben asciutti, interi, lasciando intatto un abbozzo del picciolo. Si servono nel piatto, salati, ancora caldi, come verdura a sé stante o come contorno di altri piatti.  Ai friggitelli si possono accompagnare patate tenere, tagliate grosse, fritte nello stesso olio di frittura.



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Ingredienti per 4 vasi da 250 g l’uno

1 kg di peperoncini friggitelli
400 g di zucchero
1 litro d’aceto
1 litro d’acqua
Alcuni chiodi di garofano
Qualche bacca di ginepro
4 foglie d’alloro
Un pizzico di sale grosso

Procedimento

Lavate molto bene con l’acqua calda i vasetti e i relativi coperchi (cambiateli ogni volta che riutilizzate i vasetti) e asciugateli perfettamente.

Lavate i peperoncini, tagliate metà picciolo. In una pentola d’acciaio (assolutamente non d’alluminio) versate l’aceto, unite i chiodi di garofano, le bacche di ginepro schiacciate, le foglie d’alloro e il sale. 



Portare ad ebollizione e versatevi i peperoncini e fateli bollire per 4 minuti. Lasciate raffreddare i peperoncini nell’aceto, poi scolateli e fateli asciugare sopra un canovaccio insieme alle foglie d’alloro.



Intanto preparate lo sciroppo facendo bollire lo zucchero con l’acqua per circa 5 minuti, (dovete ottenere uno sciroppo denso).
Collocate i peperoncini nei vasi schiacciandoli dolcemente per riempire bene il contenitore, infilate una delle foglie d’alloro e ricoprite con lo sciroppo.



Chiudete ermeticamente e conservate al buio, saranno pronti per la consumazione dopo circa 25/30 giorni.
Se lo sciroppo non dovesse bastare, preparatene dell’altro con le stesse proporzioni.
Per la conservazione dovrebbe bastare lo sciroppo, ma per precauzione potete farli sterilizzare per 10 minuti.
Al momento del consumo, scolateli da loro liquido e irrorateli con un po’ di olio extravergine d’oliva.


La sterilizzazione è una tecnica che consente di conservare gli alimenti con più sicurezza.
Procedimento: mettete il prodotto in vasi ermetici (tipo quello della foto e quelli della Bormioli), avvolgeteli in uno tovagliolo bianco (uno ad uno per evitare che sbattendo tra loro si rompano), collocateli in una pentola. Ricopriteli d’acqua fino a 5 cm sopra il coperchio, portate a bollore e fate bollire per 10 minuti. Lasciate raffreddare nell’acqua, poi toglieteli e  asciugateli.

Al momento del consumo, se qualche coperchio risulta gonfio o il prodotto è fermentato, gettatelo, vuol dire che non è stato ben conservato.

In questo blog ho postato un altro metodo di conservazione per questi gustosissimi peperoncini: lo trovate cliccando qui

Se invece volete una ricetta per consumarli subito, cliccate qui