Procedimento
Lavate
e sbucciate le patate e le cipolle, asciugatele e tagliatele a fettine sottili.
Procedimento
Lavate
e sbucciate le patate e le cipolle, asciugatele e tagliatele a fettine sottili.
La marinatura preparata con olio, erbette, pepe, ecc. tutto ben miscelato e massaggiato sulla carne è un passaggio fondamentale se volete ottenere una carne morbida e saporita.
Prima della cottura tenete le costine a temperatura ambiente per una mezzora per fa si che le fibre si distendano e in modo da non provocare uno shock termico, dovuto al passaggio diretto dal frigo alla padella calda, che le renderebbe stoppose.
Ingredienti per 4
persone
Procedimento
Questo piccolo escursus storico per ricordarci l’importanza di quello che oggi troviamo tutti i giorni con facilità sulle nostre tavole e che, spesso, gettiamo perchè raffermo, dimenticando, non solo il nostro passato, ma anche chi, purtroppo, ancora oggi, muore di fame. Ho avuto più volte modo di sottolineare da questo blog l’importanza del riutilizzo degli alimenti e spesso ho postato ricette con queste caratteristiche, anche questa è una di quelle che ci consente di riutilizzare dell’ottimo pane che ha solo il “difetto” di essere raffermo.
LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.
Ingredienti:
250 g di
pane raffermo
scorza di
un limone bio
1/2 litro
di latte intero
30 g di
uvetta sultanina
30 g di
gherigli di noce sminuzzati
200 g di zucchero
semolato
3 uova
1 baccello
di vaniglia (o una bustina di vanillina)
Procedimento
Mettete a bagno l’uvetta sultanina per 15 minuti.
Tagliate a dadini il pane e mettetelo in una ciotola,unite
la scorza grattugiata di mezzo
limone, i semi di mezzo baccello di vaniglia e
irrorate con il latte tiepido.
Sbattete le uova con 100 g di zucchero fino a renderle
chiare e spumose.
Unite il pane con il latte, l’uvetta strizzata e
leggermente infarinata, le noci sminuzzate.
Amalgamate bene il composto.
In un pentolino preparate il caramello : fate
sciogliere a fuoco bassissimo il restate zucchero senza girarlo mai, ma facendo
roteare il pentolino.
Quando avrà raggiunto un bel color ambra versatelo sul
fondo di uno stampo da forno (rettangolare, tondo o singoli stampini).
Versate sopra il composto di pane.
Mettete lo stampo dentro uno più grande in cui avrete
versato un dito d’acqua (bagnomaria) e infornate (forno statico, già caldo a 180°C ) per
circa 40 minuti (fate la prova dello stecchino, se, infilandolo nel dolce ne
uscirà pulito vuol dire che è cotto, viceversa lasciate cuocere ancora un
pochino).
Sfornate, fatelo riposare dieci minuti nello stampo,
poi sformate, fate raffreddare e servite.
Sale e pepe q.b.
Procedimento
Potete preparare delle
verdure tagliate a dadini piccoli e stufate e servirle in accompagnamento al
piatto (come nella foto).
I
fagioli cannellini sono una varietà molto conosciuta di fagioli bianchi, si
differenziano dalle altre varietà per le dimensioni più ridotte e la forma
cilindrica. E’ uno dei legumi più utilizzati nella cucina italiana che li vede
protagonisti nelle minestre, nelle zuppe o da soli in varie preparazioni.
Procedimento
Fonte : Carni sostenibili
Procedimento
Accendete il forno a 180°
Ingredienti per 8 persone
Per ottenere una deliziosa tartare di carne occorre innanzitutto dell’ottima carne di Fassone femmina piemontese; sono mucche altamente selezionate negli anni che hanno dato vita a una Razza Piemontese a duplice attitudine: latte, con produzione di formaggi tipici e carne di altissima qualità.
Il Fassone Piemontese fa parte della Razza Piemontese, la più importante razza autoctona italiana: i capi, tutti rigorosamente nati ed allevati in Italia danno una carne di altissima qualità, tenera e magra
La caratteristica di questi bovini è il notevole sviluppo muscolare, soprattutto della parte posteriore detta” della coscia” da cui si ottengono i tagli più pregiati.
Il tutto comincia con una mutazione naturale avvenuta su di un bovino di Razza Piemontese a Guarene d’Alba nel 1886. In Borgata Bassi, Frazione Forcellini si ebbe la prima segnalazione di vitelli con un eccezionale sviluppo muscolare, specialmente nella coscia, che sta alla base del carattere “doppia groppa “, cioè dell’ipertrofia muscolare del Fassone Piemontese. Inizialmente i vitelloni piemontesi della coscia erano guardati con sospetto e addirittura il Ministero dell’Agricoltura ordinò la castrazione dei torelli della coscia. Tuttavia, grazie alla saggezza contadina, gli allevatori coltivarono questo carattere e, a poco a poco, mutò anche l’opinione negativa dei tecnici, il resto è attualità.
Il fenomeno “della coscia” o della “doppia groppa” rappresenta uno dei tratti somatici distintivi della Razza Fassone Piemontese. Si tratta di un’ipertrofia – o iperplasia – dei muscoli della coscia, dovuta alla naturale mutazione genetica di uno specifico gene, quello della miostatina. La miostatina è una proteina che regola lo sviluppo muscolare. La mutazione avvenuta fa sì che ne venga prodotta meno del dovuto, così i muscoli, meno inibiti nello sviluppo della miostatina, sono liberi di crescere, diventando ipertrofici.
Prima il lavoro nei campi, poi la mungitura del latte anche per produrre formaggi tipici, infine solo più carne di altissima qualità: in sintesi questa è stata l’evoluzione della Razza Piemontese negli ultimi 150 anni.
Oggi il “Fassone” della Razza Piemontese (dal francese façon che significa “modo”) produce una carne di altissimo livello: tenera, magra e con pochi grassi ma di ottima qualità nutrizionale. Una regola generale afferma che più la carne è grassa, più è tenera, ma questo non vale per la carne Fassone Piemontese: tagli contenenti meno del 3% di grasso si sono dimostrati assai più teneri degli stessi provenienti da altre razze e contenenti oltre il 7% di grasso (test Warner-Bratzler).
Fonte: Cascina Rosa B&B
400 gr di carne di Fassone femmina tritata
Per guarnire
Ingredienti per circa 30 frittelle
250 gr di
ricotta
230 gr di
farina
120 gr. di
zucchero
1 bustina
di lievito
1 pizzico
di sale fino
Per la
salsa al ribes
250 gr di
ribes rosso
100 gr di
zucchero di canna
100 ml di
acqua
Succo di
limone q.b.
Procedimento
Lavate delicatamente il ribes, asciugatelo e sgranatelo.
Se preferite potete cuocerle al forno distribuendo palline d’impasto, un po’ schiacciate, su della carta da forno inserita nella leccarda.
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Ingredienti
per 4 persone
4 salsiccie
toscane
350 g di
fagioli cannellini secchi
350 g di
passata di pomodoro
5 0 6 foglie
di salvia
1 spicchio d’aglio
4 cucchiai di
olio extravergine
Sale grosso
q.b
Pepe
(facoltativo) q.b.
Per la cottura
dei fagioli
Un gambo di
sedano
Una carota
Una foglia di
alloro
Procedimento
La sera prima
mettete a mollo i fagioli in acqua fredda per dodici ore, al mattino sciacquateli
e metteteli a cuocere in una pentola ricoperti con abbondante acqua, la costa
del sedano, la carota e l’alloro. Salateli solo a fine cottura perché il sale la
rallenterebbe.
Lasciateli cuocere
per circa un’ora o fino a quando saranno cotti.
Trascorso il
tempo di cottura dei fagioli, in una casseruola scaldate 4 cucchiai d’olio
unite la salvia tritata grossolanamente, lo spicchio d’aglio e le
salsiccie bucherellate da tutti i lati
con i rebbi di una forchetta. Rosolate dolcemente il tutto poi unite i fagioli
scolati, la passata di pomodoro e un paio di mestoli dell’acqua di cottura dei
fagioli.
Lasciate
cuocere ancora per 15 minuti o fino a quando il sugo sarà ristretto,assaggiate
e, se è il caso aggiustate di sale, pepate, eliminate lo spicchio d’aglio.
Irrorate con
un filo d’olio a crudo e servite con
crostini di pane (possibilmente toscano o comunque casereccio) grigliati o tostati.