lunedì 7 settembre 2015

Schiacciatine di grano saraceno- Gluten free

Il grano saraceno non appartiene alla famiglia delle graminacee, ma a quella delle Poligonacee e quindi non contiene glutine, per questo motivo può essere consumato da chi ha problemi di celiachia.
La pianta è originaria dell’Asia e fu introdotta in Europa dai Turchi (da qui il nome di grano saraceno) e dai Crociati nel XIII secolo.
Attualmente la sua coltivazione è diffusa nell’Europa nord orientale dove il suo uso è molto diffuso. In Italia si coltiva nel Sud Tirolo e in Valtellina dov’è utilizzato per la preparazione dei famosi pizzoccheri e della polenta taragna.
E’ un alimento ricco di ferro e sali minerali, di vitamina B ed E. Contiene anche buone quantità d’aminoacidi essenziali e il valore biologico delle sue proteine è paragonabile a quello delle proteine della carne e della soia.
Queste schiaccine sono ottime per tutti, ma in particolare per chi soffre di celiachia o intolleranza al glutine essendone prive. 

  

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Ingredienti:

200 g di farina di grano saraceno
100 g d’amido di mais
100 g di fecola di patate
250 ml d’acqua appena tiepida
1 bustina di lievito di birra liofilizzato
3 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
1 cucchiaino da the di sale fino.

Procedimento

In una ciotola capiente setacciate la farina di grano saraceno con la fecola di patate,  l’amido e il sale.  Sciogliete il lievito nell’acqua appena  tiepida e versate lentamente nella farina, aiutandovi con un cucchiaio o un mestolo di legno. Quando il composto sarà ben amalgamato, unite l’olio e inglobatelo bene. 


Lasciate riposare l’impasto, coperto, per 20 minuti. Prendete la leccarda e copritela con della carta da forno.
Prelevate un po’ d’impasto con un cucchiaio e depositatelo sulla carta da forno, continuate così fino ad esaurimento. 


Mettete a lievitare per altre tre ore nel forno spento e chiuso.
Trascorso il tempo, togliete la leccarda dal forno, accendetelo e portate la temperatura a 200°C, mettete all’interno un pentolino con po’ di acqua e, quando il forno avrà raggiunto la temperatura, infornate i panini per 20 minuti.
Ultimata la cottura, estraeteli e fateli raffreddare su di una gratella.
Buoni così, eccezionali farciti.
Tagliate a metà la schiacciatina, spalmate un velo di senape aromatica su tutte e due le metà, mettete sopra del prosciutto crudo, qualche fettina di pomodoro e una foglia di radicchio rosso.




venerdì 4 settembre 2015

Lonza con la senape e cipolle di Tropea

La cipolla rossa (allium cepa) coltivata tra i comuni in provincia di Vibo Valentia di Cosenza e lungo la fascia tirrenica è denominata cipolla rossa di Tropea. La caratteristica principale che contraddistingue quest’ortaggio, oltre al bellissimo colore, è la dolcezza dovuta alle particolari sostanze contenute nei terreni di queste zone che la rendono ricca di zuccheri quali glucosio, fruttosio e saccarosio.
È ricca di vitamina C e di vitamina E, di selenio, ferro, iodio, zinco e magnesio.
Grazie ai composti solforati e al cromo possiede proprietà anticoagulanti e antibiotiche, nonché attività ipoglicemizzante e di contenimento dei livelli ematici di colesterolo e trigliceridi. Il succo è considerato diuretico. Grazie ai numerosi flavonoidi presenti sembrano avere effetti anticancerogeni specialmente per il cancro allo stomaco.
È ipocalorica; 100 gr di prodotto forniscono circa 20 calorie.




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Ingredienti per 4 persone:

500 gr di lonza
4 cipolle di Tropea
3 cucchiai di senape
1 cucchiaio d’aceto bianco
Olio extravergine d’oliva q.b.
2 rametti di timo
2 rametti di maggiorana
2 rametti di rosmarino
2 rametti di menta
4 rametti di rosmarino
4 foglie d’alloro
Una decina di bacche di ginepro
Aceto balsamico di Modena q.b.
Sale q.b.
Pepe  nero in grani q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.

Procedimento
Con un po’ di sale fino massaggiate la lonza. Nel cestello della vaporiera mettete due rametti di rosmarino e due foglie d’alloro con qualche bacca di ginepro schiacciata. Deponeteci sopra la lonza e copritela con il rosmarino, l’alloro e le bacche rimanenti. Fate cuocere per un’ora. Lasciatela raffreddare nella vaporiera.
Nel frattempo pulite e lavate le cipolle, tagliatele a fette orizzontali di 5 mm di spessore. Disponetele su di un vassoio, una accanto all’altra. Mescolate tre cucchiai di acqua con due pizzichi di sale. Spennellate sulle fette di cipolla l’acqua e sale e cospargetele con qualche grano di pepe nero pestato.
Lasciate così per una decina di minuti e nel frattempo tritate finemente tutti gli altri aromi, quindi fate cuocere le fette di cipolla sulla griglia ben calda per 2/3 minuti per parte.
Trasferite le cipolle in un contenitore, disponetele a strati e condite ogni strato con un po’ del misto di aromi e d’aceto balsamico. Irrorate abbondantemente d’olio.
Sciogliete la senape con un cucchiaio d’aceto, unite un po’ d’olio e mescolate per ottenere un’emulsione.
Quando la lonza sarà ben fredda, tagliatela a fette sottili, spalmatele con la salsina e distribuite sopra le cipolle. Accompagnate con pomodorini e insalatina.
  


Consiglio: Potete preparare, sia lonza sia le cipolle, anche il giorno prima, o utilizzare qualsiasi altro tipo di carne, magari avanzata o cotta alla griglia o bollita.
Se avanzate delle cipolle, potete conservarle, in un contenitore chiuso e in frigorifero,  per 4/5 giorni.


lunedì 31 agosto 2015

Involtini di melanzane, ricotta e pecorino

Il pecorino Il Pecorino Sardo D.O.P. è un formaggio ovino prodotto secondo quanto stabilito dal disciplinare di produzione del Consorzio per la Tutela del Pecorino Sardo D.O.P., che ne prevede due versioni, differenti per il grado di stagionatura: il Dolce e il Maturo. Il Pecorino Sardo D.O.P. è caratterizzato da una crosta liscia, di colore bianco o giallo paglierino nel dolce, che tende al bruno con la stagionatura. La pasta è bianca, morbida e compatta, con una lieve occhiatura, tendente al giallo paglierino nel maturo.
Il sapore è dolce e leggermente acido nel pecorino sardo dolce, deciso e piccante nel maturo.
Il gusto caratteristico saporito e sapido, la pasta consistente e granulosa, lo rende il formaggio perfetto per chi ama i sapori decisi della tradizione sarda.
Il pecorino sardo è un formaggio grasso molto calorico. Il consorzio di tutela riporta i valori nutrizionali medi del prodotto, che sono pari a circa 400 kcal per 100 g per il dolce e ben 460 kcal per il maturo.
 





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Ingredienti per 4 persone:

2 melanzane
350 g di ricotta
80 g di Pecorino Sardo DOP maturo
300 g di passata di pomodoro
1 cipolla piccola
1 gambo di sedano
1 spicchio d’aglio
Maggiorana, timo, origano, menta q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.

Procedimento

Sciacquate le melanzane, asciugatele e tagliatele a fette sottili. Sistematele su una placca oliata, spennellatele con un po’ d’olio e fatele cuocere in forno caldo a 200° per 10 minuti o, in alternativa, grigliatele.


In una casseruola scaldate tre cucchiai d’olio e fatevi soffriggere, a fiamma molto dolce, lo spicchio d’aglio, la cipolla e il sedano tagliati a piccoli cubetti. Quando il soffritto sarà dorato, unite la passata di pomodoro, salate e fate cuocere per 10 minuti.
Tritate gli aromi finemente.
Grattugiate il Pecorino e amalgamatene metà alla ricotta, unite il trito di aromi e mescolate bene.
Disponete su di ogni fetta di melanzana una cucchiaiata di ripieno e arrotolatele.
In una pirofila versate tre quarti del sugo, adagiatevi gli involtini e ricopriteli con il sugo rimasto. Spolverizzate con il Pecorino restante, irrorate con un filo d’olio.


e cuocete in forno caldo a 200° per 15 minuti.




venerdì 21 agosto 2015

Parmigiana di zucchine


La pianta che produce le zucchine è originaria dell'America centro-meridionale e appartiene alla  famiglia delle curcubitacee, la stessa dei cetrioli, delle zucche, dei meloni. Ne esistono di diverse varietà: verde di Milano, rampicante, bianca, striata, tonda di Nizza. Sono un prodotto dell'orto  tipico della tarda primavera e dell'estate, ma ormai  sono reperibili sul mercato tutto l'anno.
Le zucchine forniscono poche calorie e sono ricche di sali minerali quali  potassio, fosforo, calcio e ferro. Contengono anche una discreta quantità di vitamina E (potente antiossidante), vitamina C, acido folico (vit. B9), di zeaxantina e di luteina.
Hanno proprietà antiinfiammatorie, diuretiche , lassative e quindi disintossicanti.
Sceglietele sempre piccole, molto sode, con la buccia lucida e cucinatele nel giro di 3 o 4 giorni per non perdere le loro preziose qualità nutritive.








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Ingredienti per 4 persone:

1 kg di zucchine chiare
4 uova
500 gr di pomodori o 2 scatole di pelati
220 gr di Toma
100 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato
1 cipolla 
1 gambo di sedano
1 carota piccola
1 cucchiaio di erbette di Provenza
Basilico q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale e pepe q.b.

Procedimento

Lavate, asciugate e tagliate le zucchine a fette non troppo spesse e grigliatele (per una versione più leggera) o, se preferite, fatele dorare in poco olio.
Spelate i pomodori, togliete i semi e tagliateli a pezzetti.
Pulite la cipolla, il gambo di sedano e la carota. Tagliateli in piccoli pezzi e fateli dorare per qualche minuto, aggiungete i pomodori, il sale e lasciate cuocere per 15 minuti.
Nel frattempo tagliate a fette sottili la toma. Disponete sul fondo di una pirofila  parte del sugo. Sbattete le uova con le erbette, salatele.
Formate un primo strato di zucchine, versategli sopra parte del sugo,  distribuite le fettine di formaggio, un po’ di basilico  e spolverizzate con il Parmigiano.
Continuate così fino ad esaurimento degli ingredienti. Versate sul l’ultimo strato le uova.
Mettete in forno preriscaldato a 180° per 40 minuti:












martedì 11 agosto 2015

Straccetti di melanzane

D'origine americana, questa pianta, appartiene alla famiglia delle Solanaceae. Al suo arrivo in Europa, fu accolta con sospetto e considerata solo una pianta ornamentale. E’ fondamentale mangiarla cotta, perché contiene solanina che è un alcaloide tossico che viene distrutto dal calore, esattamente come le patate. Ne esistono numerose varietà con forme e colori diversi.
Questo gustosissimo e versatile ortaggio è ricco di fibre e sali minerali, ha un basso indice glicemico e per questi motivi è particolarmente indicato il suo consumo ai diabetici.
L’infuso di melanzana, ottenuto tagliandola a pezzetti e facendola bollire in acqua, abbassa la pressione arteriosa.
Fonte: Coltiviamo la salute di Ciro Vestita



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Ingredienti per 4 persone:

2 melanzane
1 spicchio d’aglio
Qualche rametto di prezzemolo
Qualche rametto di menta
Maggiorana, origano,menta
Un cucchiaio di capperi
5 filetti d’acciuga sott’olio
Aceto di mele (o di vino bianco)
Olio extravergine d’oliva q.b.


Procedimento.

Sciacquate le melanzane, asciugatele e tagliatele a fette sottili. Spennellatele con pochissimo olio e grigliatele.


Nel frattempo tritate finemente gli aromi con i capperi e le acciughe, poi unite dell’olio fino  a formare una salsina uniforme; tagliate a fettine sottili l’aglio.
Quando le melanzane sono fredde, tagliatele a listarelle e mettetele in un contenitore, spruzzatele con un poco d’aceto, unite la salsina e le fettine d’aglio. Mescolate bene e, se è il caso, aggiungete un poco d’olio o aggiustate di sale.
Potete servirle come antipasto o come contorno. Vi consiglio di preparare questa ricetta il giorno prima perché s’insaporirà ulteriormente.




Consiglio

Se non trovate la menta, l’origano e la maggiorana freschi, potete utilizzare quelli secchi (complessivamente un cucchiaio colmo). La preparazione sarà ottima ugualmente, solo dovrete aggiungere un po’ più d’olio per reidratare gli aromi.

mercoledì 5 agosto 2015

Friggitelli sciroppati

Da che cosa deriva il nome peperone? Furono i botanici del XVI secolo che, quando sbarcò in Europa, lo battezzarono Capsicum annum prendendo spunto dalla parola greca Kapto, che tradotto significa “mangio avidamente”. Un’altra versione fa derivare il loro nome dal latino Capsaovvero scatola, dovuto al fatto che, al suo interno, ha molti semi.
Questo delizioso ortaggio è uno scrigno di virtù preziose: ha pochissime calorie (23 gr per 100 gr di prodotto), contiene provitamina A e moltissima vitamina C presente in quantità maggiore rispetto agli agrumi.
Sul mercato troviamo diverse varietà; un’utile distinzione, oltre a quella tra piccanti o dolci, è quella che considera il colore.
I peperoni verdi hanno questo colore perché sono raccolti in anticipo, hanno un gusto pungente e sono ideali da mangiare in insalata o nelle peperonate.
I peperoni rossi hanno una polpa croccante e zuccherina: sono ideali per la cottura alla brace o per il pinzimonio. Saziano in fretta e sono più ricchi di principi nutritivi.
I peperoni gialli contengono molti antiossidante: sono teneri e succosi ideali da consumare crudi o uniti al pomodoro per rendere corposi i sughi 
I friarelli, detti anche puparuoli friarelli, sono dei  peperoni verdi nani e dolci, non piccanti. In alcune zone dell'Italia centrale sono conosciuti anche come friggitelli.
Sono usati per preparare un piatto tipico della cucina campana: la cottura avviene per frittura in olio d'oliva, con i peperoni ben asciutti, interi, lasciando intatto un abbozzo del picciolo. Si servono nel piatto, salati, ancora caldi, come verdura a sé stante o come contorno di altri piatti.  Ai friggitelli si possono accompagnare patate tenere, tagliate grosse, fritte nello stesso olio di frittura.



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Ingredienti per 4 vasi da 250 g l’uno

1 kg di peperoncini friggitelli
400 g di zucchero
1 litro d’aceto
1 litro d’acqua
Alcuni chiodi di garofano
Qualche bacca di ginepro
4 foglie d’alloro
Un pizzico di sale grosso

Procedimento

Lavate molto bene con l’acqua calda i vasetti e i relativi coperchi (cambiateli ogni volta che riutilizzate i vasetti) e asciugateli perfettamente.

Lavate i peperoncini, tagliate metà picciolo. In una pentola d’acciaio (assolutamente non d’alluminio) versate l’aceto, unite i chiodi di garofano, le bacche di ginepro schiacciate, le foglie d’alloro e il sale. 



Portare ad ebollizione e versatevi i peperoncini e fateli bollire per 4 minuti. Lasciate raffreddare i peperoncini nell’aceto, poi scolateli e fateli asciugare sopra un canovaccio insieme alle foglie d’alloro.



Intanto preparate lo sciroppo facendo bollire lo zucchero con l’acqua per circa 5 minuti, (dovete ottenere uno sciroppo denso).
Collocate i peperoncini nei vasi schiacciandoli dolcemente per riempire bene il contenitore, infilate una delle foglie d’alloro e ricoprite con lo sciroppo.



Chiudete ermeticamente e conservate al buio, saranno pronti per la consumazione dopo circa 25/30 giorni.
Se lo sciroppo non dovesse bastare, preparatene dell’altro con le stesse proporzioni.
Per la conservazione dovrebbe bastare lo sciroppo, ma per precauzione potete farli sterilizzare per 10 minuti.
Al momento del consumo, scolateli da loro liquido e irrorateli con un po’ di olio extravergine d’oliva.


La sterilizzazione è una tecnica che consente di conservare gli alimenti con più sicurezza.
Procedimento: mettete il prodotto in vasi ermetici (tipo quello della foto e quelli della Bormioli), avvolgeteli in uno tovagliolo bianco (uno ad uno per evitare che sbattendo tra loro si rompano), collocateli in una pentola. Ricopriteli d’acqua fino a 5 cm sopra il coperchio, portate a bollore e fate bollire per 10 minuti. Lasciate raffreddare nell’acqua, poi toglieteli e  asciugateli.

Al momento del consumo, se qualche coperchio risulta gonfio o il prodotto è fermentato, gettatelo, vuol dire che non è stato ben conservato.

In questo blog ho postato un altro metodo di conservazione per questi gustosissimi peperoncini: lo trovate cliccando qui

Se invece volete una ricetta per consumarli subito, cliccate qui



martedì 28 luglio 2015

Insalata di verdure e würstel

Il würstel (dal diminutivo della parola tedesca Wurst, "insaccato") è una specie d’ insaccato preparato con carni tritate bovine e suine, tipico della Germania e dell'Austria e, in Italia, del Trentino e dell'Alto Adige.
Solitamente i würstel sono venduti caldi lungo le strade e le vie dei centri storici in caratteristiche bancarelle o carrettini, assieme ad un panino e salse a scelta (senape, ketchup, maionese, o salsa al curry). Gli statunitensi chiamano questo panino hot dog (letteralmente, "cane caldo"), sebbene chiamino i würstel "wiener" o "frankfurter" (entrambe le definizioni indicano lo stesso prodotto di carne suina) il termine hot dog per estensione può riferirsi anche alla singola salsiccia.
La carne è sottoposta a una minuta macinazione insieme a grasso di maiale, aromi, additivi e a un'alta percentuale d’acqua (o ghiaccio), insaccata e quindi cotta in forni a vapore.
Come involucro è utilizzato budello naturale o artificiale, ai würstel "senza pelle", cioè privi di involucro, il budello viene tolto prima di essere confezionati in lattine metalliche insieme a un liquido di governo simile a gelatina, gli altri sono confezionati sottovuoto in un involucro costituito da una pellicola di plastica.
Sono commercializzati anche würstel prodotti con carne di pollo e di tacchino.
Dal punto di vista nutrizionale possiede un discreto contenuto proteico e un contenuto in grasso abbastanza elevato. La sua digeribilità è aumentata dalle operazioni di  fine triturazione cui è sottoposto durante la preparazione industriale. La sua digeribilità è aumentata dalle operazioni di  fine triturazione cui è sottoposto durante la preparazione industriale.

Fonte: Wikipedia 


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Ingredienti per 4 persone

250 gr di würstel affumicati del tipo senza pelle
200 gr di cipolline borettane all'aceto balsamico di Modena
1 cuore di sedano bianco
2 cucchiai abbondante di senape
100 gr di maionese
Olio extravergine d’oliva q.b.


Procedimento

Pulite e lavate il cuore di sedano, eliminate le coste esterne più dure, tagliate a rondelle le rimanenti e mettetele in un’insalatiera.
Scolate le cipolline, tagliate in quarti le più grandi e lasciate intere le più piccole.
Sbollentate i würstel per 2 minuti, scolateli, lasciateli raffreddare, affettateteli  e unite tutto nell’insalatiera contenente il sedano. Irrorate con un po’ d’olio.

Unite la senape alla maionese e aggiungete il tutto all’insalata, mescolate bene.


Servitela fresca.


Consiglio: potete utilizzare, al posto delle cipolle borettane, delle normali cipolline sott’olio, al posto del würstel affumicato, del würstel normale o  dei cubetti di prosciutto cotto.





martedì 21 luglio 2015

Insalata di polpo, peperoni e olive

Ogni volta che devo dire la parola polipo, vengo assalita dai dubbi: “ma si dice polipo, polpo o piovra”? E per fugare questo amletico dubbio (che suppongo abbiano molti di voi) sono andata a consultare il sito della prestigiosa Accademia della Crusca.
Ebbene, questi illustri professori hanno decretato che il termine piovra è assolutamente errato, mentre, hanno spiegato che, pur essendo il termine 'polpo' una storpiatura di 'polipo', è proprio quest'ultima la forma corretta.

'Dal momento però - così esordiscono gli accademici - che 'polpo', voce che abbiamo visto confortata con continuità dalla tradizione lessicografica, dall’uso costante in letteratura, e che oltre tutto ha dalla sua l’universale diffusione in tutti i dialetti della penisola, è anche la scelta degli addetti alla pesca e alla commercializzazione del prodotto, nonché nella legislazione inerente agli stessi settori, [...] ci sembra, per una volta, facile dare una indicazione univoca per tutti i livelli d’uso e per tutte le aree della penisola: mangiamoci con soddisfazione una gustosa 'insalata di polpo'

Il polpo possiede tre cuori e ha la capacità di cambiare colore molto velocemente sia per mimetizzarsi sia per comunicare con i suoi simili. Caratteristica principale è la presenza di una doppia fila di ventose su ognuno degli otto tentacoli, il che lo distingue dal moscardino che ha una sola fila di ventose. Al centro degli otto tentacoli, sulla parte inferiore dell'animale, si trova la bocca che termina con un becco corneo utilizzato per rompere gusci di conchiglie e il carapace dei crostacei dei quali si nutre. Il manto è lungo 8–25 cm  i tentacoli invece sono lunghi in media 40–100 cm, il peso varia da 500 grammi fino a 7–8 kg degli esemplari più grandi. In genere i maschi sono più grandi delle femmine.
Le sue carni sono magre e ricche di proteine ad alto valore biologico e non contengono molto colesterolo. Possiedono discrete quantità di sali minerali quali ferro, calcio, fosforo e potassio.




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Ingredienti per 4 persone:

1 polpo da 1 kg.
Una ventina di olive  verdi tipo Bella di Cerignola
1 peperone rosso
1 peperone giallo
2 peperoncini verdi a sigaretta
Qualche cetriolino sott’aceto
1 mazzetto di prezzemolo
1 cucchiaio di capperi sott’aceto
1 cucchiaino di pasta d’acciughe
2 spicchi d'aglio
1 limone
Aceto bianco q.b.
Olio extravergine q.b.
Sale q.b.
 

Procedimento

Lavate bene il polpo e ponetelo, con uno spicchio d'aglio e il succo di mezzo limone, in una pentola senza aggiungere acqua (cuocerà nei suoi liquidi).





Mettete il coperchio e cuocete per 40 minuti a fuoco bassissimo, ogni tanto muovetelo dolcemente. 




Lasciatelo raffreddare nella sua acqua poi togliete la pelle e le ventose, tagliatelo a tocchetti e mettetelo in una ciotola.





Nel frattempo preparate la salsina per il condimento.
Lavate il prezzemolo, sgrondatelo bene e tritatelo con lo spicchio d’aglio rimasto e i capperi. Ponete il trito in una ciotola e versate un po’ d’olio. Mescolate bene.
Lavate i peperoni, togliete la calotta e i semi e tagliateli a listarelle sottili e uniteli al polpo.
Aggiungete le olive, i cetriolini tagliati a rondelle e il succo del mezzo limone rimasto, un po' di aceto bianco, la salsina di prezzemolo, un paio di cucchiai d’olio, aggiustate di sale.


Mescolate bene, lasciate riposare un’ora al fresco e servite.





Questo tipo di cottura, così particolare, mi fu insegnato circa 30 anni fa da una signora siciliana, moglie di un pescatore.
Devo dire che, ho avuto qualche perplessità a provarla, come probabilmente l’avrete voi, poi ho provato.
Vi assicuro che il polipo cuoce con i liquidi che produce e rimane morbidissimo e molto gustoso.
Provare per credere!