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mercoledì 9 novembre 2011
Frittata di patate e erbette
sabato 5 novembre 2011
BLOG DI CUCINA 2.0 - NUOVA RIVISTA DI CUCINA ON LINE
Vuoi conoscere questa ricetta che ho ideato appositamente per l'evento? Clicca sul titolo e vieni a trovarmi sul sito
www.blogdicucina.it
martedì 25 ottobre 2011
Brutti e buoni
Infornate a 150° (forno già caldo) per 30 minuti tenendo lo sportello un po’ aperto.
lunedì 24 ottobre 2011
Polenta concia
"Polenta, sempre polenta",
così esclamano gli anziani di molti paesi, a ricordo dei tempi in cui il
tradizionale piatto confezionato col mais, veniva consumato con poche varianti
a colazione, pranzo e cena. L'immagine emblematica evocata da Beppe Fenoglio
nella sua (e nostra) passata "Malora", della fetta di polenta
strofinata sull'acciuga e appesa a un cordino al centro della tavola, diventò
l'icona del mondo povero contadino. La sua produzione rappresentò per tante
comunità un importante mezzo di sopravvivenza.
I testimoni però concordano
tutti su una cosa: quella di una volta era diversa da oggi.
Quella dura, fatta con farina grossolana contenente ancora un po' di
cruschello, si metteva nel latte a pezzi o a fette. Da polenta e latte emanavano
i profumi agresti di vaccino, di formentone e di lisciva proveniente dal
sacchetto di candida tela in cui era conservata la farina gialla dentro al
farinajo o cassamadia, insieme ai sacchetti dei ceci e delle lenticchie.
I piatti più elaborati la volevano
"concia" (sistemata in un tegame con formaggio, burro, e
passata in forno), oppure "acomoda" (unita bollente a burro, toma,
cannella e noce moscata). Diffuso in tutto il pinerolese era il consumo della
polenta con il vin cheuit,
ossia un "vino" di mele. Posto in un recipiente, lo si faceva bollire
per almeno 10-12 ore a fuoco lento. Bollendo, il succo tendeva a solidificare
e, a cottura avvenuta, si gonfiava e diventava molto denso. In occasione
dell'uccisione del maiale, era consuetudine accompagnare i budin (sanguinacci)
e la Fricasà (frattaglie
fritte) con polenta.
In Piemonte, grazie al
"Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale dello Stato
Sabaudo" (Casalis, 1838) è possibile risalire a tutti i comuni delle tre
grandi aree in cui si concentrava il massimo della produzione: il Canavese, la
bassa Val di Susa e la pianura compresa fra Torino e Pinerolo.
L'abbandono delle montagne e il declino del mondo rurale sono un altro fattore
che ha portato alla diffusione della monocoltura di poche varietà, destinate
quasi in via esclusiva all'alimentazione animale, per il consumo di carni e la
produzione di latte.
Per fortuna però, rispondendo
ad una rinata attenzione per il cibo buono e locale, grazie a singoli
contadini, mugnai, associazioni, gruppi d'acquisto, piccoli comuni, la
selezione-produzione-riproduzione di alcuni di questi mais è stata ripresa. In
provincia di Torino se ne contano a tutt'oggi sette, ben distinguibili:
il Pignoletto giallo e rosso del Canavese, l'Ostenga bianco del
Canavese, il Nostrano dell'Isola, l'Ottofile bianco, giallo e rosso
dell'Albese. Le sette varietà, iscritte al Registro
Nazionale delle Varietà da Conservazione della Regione Piemonte, sono molto
diverse l'una dall'altra, ognuna adatta ad un uso specifico.
Tratto da - Piemonte parchi
Autore: Loredana
Matonti
Ingredienti per 4 persone:
Procedimento
Ponete sul fuoco una pentola con l'acqua, il latte, il sale e prima che prenda il bollore gettate a pioggia la farina di mais rimestando sempre nello stesso verso per non far formare dei grumi.
Cuocete per circa 30 minuti poi aggiungere il burro, la fontina a cubetti, la toma e il Parmigiano Reggiano. Continuare la cottura, sempre rimestando, ancora per una decina di minuti.
martedì 18 ottobre 2011
Insalata belga, arance e olive nere
3 cespi di insalata belga
30 olive nere
olio extravergine d’oliva q.b.
4 cucchiai di succo d’arancia
Sale q.b.
Pepe q.b.
Procedimento
Lavate bene l’insalata, pelate a vivo le arance e tagliatele a fettine non troppo spesse. Spremete un’arancia.
In una ciotola mettetele l’olio, il sale, il pepe e 4 cucchiai di succo d’arancia ed emulsionate bene.
Disponete le foglie di belga in un piatto(uno per ogni commensale), sovrapponete le fettine d’arancia, distribuite le olive e versate a filo la vigrainette (l’emulsione di olio,sale, pepe e succo d’arancia).
Questa è la composizione coreografica, ma se preferite potete tagliare le arance in cubetti, spezzettare grossolanamente la belga, tagliare le olive, mettere tutto in un’insalatiera e condire.
martedì 11 ottobre 2011
Pane di farro
LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.
Tronchetti saltati al sugo di peperoni
Procedimento
Peperoni al "riutilizzo"
Procedimento
Torta "strosciata" a modo mio
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Ingredienti per una teglia di 28 cm.
Procedimento
Buon appetito!
lunedì 3 ottobre 2011
Peperoncini piccanti sottolio
Per sterilizzarli potete utilizzare vari metodi, personalmente utilizzo il seguente:
Accendo il forno a 100 gradi (non di più perché si rischia di rompere il vetro), quando la temperatura è raggiunta, pongo i vasetti e i coperchi assicurandomi che non si tocchino. Spengo il forno e li lascio lì per 20/25 minuti. Trascorso il tempo, li tolgo usando i guanti e invaso la confettura caldissima, poi chiudo ermeticamente, li capovolgo e lascio raffreddare su dei sottopentola. Lo sbalzo di temperatura potrebbe far rompere i vasetti.
Dopo 2 giorni controllate il livello dell’olio, se è il caso aggiungetelo. Chiudete ermeticamente i vasetti e poneteli in un luogo fresco e buio.
mercoledì 28 settembre 2011
Ribollita toscana
lunedì 19 settembre 2011
Peperoni conservati sott'olio
Procedimento
giovedì 15 settembre 2011
Passata di pomodoro
Procedimento