martedì 15 settembre 2020

Dolce alla crema di mandorle e composta di amarene

La composta di amarene bio che ho utilizzato per questa ricetta è prodotta dall’Azienda Agricola biologica Masseria Bosco delle Rose di Lavello (Potenza).
La varietà usata è l’amarena a “pignul” che è un’antica cultivar di Lavello in Basilicata e dei suoi dintorni: Melfi e Venosa.
Deve il suo nome al singolare portamento, stretto e chiuso all’apice come una pigna.
Pianta che una volta non mancava in nessuna “vigna”, perché coi suoi frutti si preparava quella che era la “regina delle marmellate”.
Non si mangiava con il pane come le altre confetture, ma si serviva come un prezioso dessert o veniva usata come ingrediente raffinato per i dolci più pregiati; oppure si riservava alle donne incinte o ai convalescenti per “aggiustare” la bocca e lo stomaco.
Purtroppo col tempo la sua coltivazione è stata abbandonata perché non adatta alla “moderna” agricoltura per l’agroindustria in quanto le piante sono poco produttive, la raccolta è solo manuale e la trasformazione, se si vuole un prodotto di qualità, non si può meccanizzare.
La signora Liliana Iacoviello titolare della Masseria Bosco delle Rose le ha cercate nei vecchi poderi, nelle friches e nelle siepi residuali di vigne scomparse, le ha chieste a chi ne aveva ancora qualcuna; le ha raccolte e ospitate nel Frutteto Giardino e le ha fatte rinascere.
Un frutto abbandonato ma mai dimenticato che rende la composta così speciale  con un bouquet ricco di note fresche e selvatiche, un incanto per il palato.
A colazione o a fine pasto, da sola o per esaltare preparazioni semplici con ricotta o fromaggi dolci, su creme o budini, con la panna cotta, su gelati o yogurt.
Irresistibile riscaldata sui dolci caldi al cioccolato, squisita su crostate con o senza crema e ingrediente raffinato per la “pizza di ricotta e amarene” della tradizione di Lavello.

L’Azienda agricola Masseria Bosco delle Rose sia l'Azienda Agricola Masseriola aderiscono al circuito Qui da Noi- Cooperative Agricole – Confcooperative.




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Ingredienti per 4 persone:

250 d di pan di Spagna
600 ml di latte di mandorle zuccherato
200 g di Composta di amarene Bio Masseria Bosco delle Rose
30 g di farina (3 cucchiai pieni)
10 g di amido di mais (1 cucchiaio pieno)
30 ml di rum
Cacao amaro q.b.
Roselline di zucchero per decorare q.b.


Procedimento

Portate ad ebollizione 500 ml di latte di mandorle, versatene un pochino lentamente sulla farina mescolando per inglobarla senza formare grumi, poi unite il restante latte.
Rimettete sul fuoco e fate cuocere, sempre mescolando e a fuoco basso, per 5 minuti.
Amalgamate l’amido di mais  in 1 cucchiaio di latte di mandorle freddo e incorporatelo al composto caldo  e continuate la cottura per altri 5 minuti sempre mescolando con un cucchiaio di legno (dovete ottenere una crema densa e omogenea).
Versate i rimanenti 100 ml di latte di mandorle in un piatto fondo, aggiungete il rum e amalgamate.
Mettete metà del pan di Spagna in un contenitore  e imbibitelo con il miscuglio di latte e rum.
Distribuite sopra metà della crema di mandorle.
Sovrapponete il rimanente pan di Spagna, imbibitelo con il miscuglio di latte e rum.
Distribuite sopra il pan di Spagna la confettura di amarene e ricoprite con la restante crema.
Coprite con la pellicola per alimenti e mettete in frigorifero a rassodare per almeno 3 ore.


Togliete il dolce dal frigo, spolverizzate con il cacao a piacere.
Tagliatelo a quadrotti o a rombi, trasferito su singoli piattini, guarnite con le rose di zucchero e servite.





Si ringrazia  l’ azienda  agricola per la fornitura degli ingredienti per la realizzazione della ricetta.



mercoledì 2 settembre 2020

Sgonfiotti con formaggio misto al peperoncino

Tra le tradizioni marchigiane c’è quella di aromatizzare i formaggi in vari modi: questo è fresco a pasta cremosa e media maturazione, ottenuto con latte bovino e ovino italiano  e aromatizzato con il peperoncino. Anticamente veniva preparato esclusivamente nei mesi invernali.
Ottimo per insaporire insalate fresche e come condimento di primi piatti al forno, si accompagna con vini bianchi ricchi di gusto, ma delicati.
E’ prodotto dalla Cooperativa Tre Valli Cooperlat.
Per rendere questi sgonfiotti ancora più saporiti ho utilizzato anche il tocco raffinato dell’olio extravergine prodotto dalla Cooperativa San Marzano di  San Marzano di san Giuseppe (TA). Alla vista si presenta di colore verde brillante con riflessi dorati, l’aroma che sprigiona ha un’elegante carica fruttata. Si ottiene mediante la spremitura fredda delle olive.
Tutte e due le Cooperative aderiscono al circuito Qui da Noi- Cooperative Agricole  che ha come obbiettivo la valorizzazione delle produzioni agricole nazionali.





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Ingredienti  per circa 40 sgonfiotti


Per l’impasto
400 gr di farina 00
300 ml di acqua
4 gr di lievito di birra disidratato
2 cucchiai di erbette di Provenza (timo, maggiorana, basilico ecc)
4 cucchiai di Olio extravergine d’oliva San Marzano
6 gr di sale fino

Per il ripieno

Procedimento
In una ciotola mettete  la farina,  le erbette di Provenza e il lievito secco. Amalgamate bene il tutto, aggiungete gradualmente l’acqua e iniziate  ad impastare. Quando l’impasto avrà raccolto tutta l’acqua, allargatelo e versate  due cucchiai d’olio e il sale. Impastate ancora per 10/15 minuti, fino a ottenere un composto omogeneo, elastico e asciutto.
Lasciate riposare l’impasto coperto da un canovaccio per 15 minuti.
Trascorso il tempo riprendete l’impasto e  mettetelo su di un piano infarinato, dategli la forma di un panetto rettangolare  e poi procedete alla piegatura come per preparare la pasta sfoglia. Stendete un po’ il panetto, poi ripiegate verso il centro i due lati corti, poi girate di 90° appiattitelo leggermente e ripiegate i lati.  Riformate una palla e rimettetela nella ciotola.
Questa operazione consentirà d’inglobare molta aria, il che la renderà “sofficiosa” e ben alveolata.
Ripetetela per altre due volte sempre dopo ogni 15 minuti, poi ungetela leggermente e rimettetela nella ciotola.
Coprite con la pellicola e lasciate lievitare fino al raddoppio ( di solito necessitano 2 o 3 ore) nel forno spento o in un luogo tiepido e privo di correnti d’aria.


Tagliate il formaggio a cubetti molto piccoli.
Quando la lievitazione sarà ottimale riprendete l’impasto, prelevate dei pezzetti d’impasto e formate delle palline della grandezza di un’albicocca, devo essere in numero pari. Stendetele delicatamente con il mattarello a formare un cerchio, deponete al suo interno un pochino di cubetti del formaggio ma lasciate i bordi liberi. Bagnate leggermente i bordi e sovrapponete l’altro cerchio, premete bene i bordi , arrotolandoli un pochino. Mettetelo su di una teglia coperta da carta da forno. Continuate così fino ad esaurimento degli ingredienti, spennellate tutto  con un pochino d’olio. Lasciate lievitare ancora per 30 minuti.


Accendete il forno  a 180°C (statico) e quando avrà raggiunto la temperatura infornate per 15 minuti.



martedì 25 agosto 2020

Ciambella di percoche senza burro

Per percoche o precoche s’intendono alcune varietà di pesca con polpa compatta, gialla o bianca e talvolta diffusa di rosso, non spiccace, cioè col nòcciolo saldamente aderente alla polpa, le quali sono coltivate in diverse regioni italiane.
Le percoche, per l'intensità del sapore e del profumo e per la compattezza della polpa, sono spesso sinonimo di "pesche industriali", adatte alla produzione dei migliori derivati della pesca: succhi, passati, polpa e frutta sciroppata. Per contro, l’aderenza della polpa al nòcciolo è tale da costringere a staccarla con il coltello. Il nome percocca e il colore aranciato dei frutti ha portato alla falsa credenza, specialmente nell’Italia centro-settentrionale, dove il prodotto è meno comune, che si tratti d’un ibrido tra la pesca e l'albicocca; ma la percoca è in realtà una pesca a tutti gli effetti. Vero è che le forme precocapercoca e percocca sono allotrope della parola albicocca, risalendo tutte all’aggettivo latino PRAECŎQUUS, cioè primaticcio.
Particolarmente note sono le coltivazioni in Campania, soprattutto nell'area flegrea, nella Valle del Sarno e a Siano (SA); ma sono coltivate ed assai diffuse anche in Puglia, in Basilicata, in Calabria e in Sardegna.
In quasi tutta la Campania e in alcune zone della Basilicata, del Molise, della Calabria e nella Puglia è diffusa l'usanza di immergere pezzettoni di percoca in un contenitore pieno di vino rosso o bianco, da riporre in frigorifero. A questa specialità, che si consuma bevendo prima il vino e poi mangiando le percoche intrise di vino rimaste sul fondo del bicchiere[1], è dedicata una sagra annuale a Siano.
Una sagra simile si svolge anche a Loconia, frazione di Canosa di Puglia.
Anche nel settentrione, e specialmente in Liguria, preparazioni simili sono largamente consumate alla fine del pasto; in queste zone, al posto delle percoche, meno facilmente reperibili che nel mezzogiorno, si usano a volte pesche di altre varietà non ancora completamente mature.
Fonte: Wikipedia

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Ingredienti per 4 persone.

200 gr di farina 00
140 gr di zucchero di canna
1 vasetto di yogurt bianco al naturale
½ bicchiere di Rum
12 uova di quaglia ( o in alternativa 2 di gallina)
400 gr di percoche
6 cucchiai di olio extravergine d’oliva Frantoio Rosciano
1 limone bio
1 bustina di cremor tartaro ( o lievito per dolci)
1 pizzico di sale fino.

Procedimento

In una ciotola mettete la farina,  grattugiate sopra la buccia del limone (solo la parte gialla), unite il lievito e mischiate bene.
Accendete il forno a 180°
Lavate le percoche, asciugatele, sbucciatele  e tagliatele a pezzetti.
Irroratele con il succo del limone per evitare che anneriscano
Versate lo yogurt in una scodella, unite il rum  e amalgamate il tutto..
Imburrate uno stampo e infarinatelo o, se preferite rivestitelo di carta da forno inumidita.
Rompete le uova in una ciotola, lavoratele con lo zucchero e un pizzico di sale e l'olio Incorporatevi a poco a poco la farina, alternandola con il composto di yoghurt e rum  fino a ottenere una pastella piuttosto morbida.
Versate la pastella nello stampo e ricopritela con i pezzetti di percoche lasciandoli affondare da soli.
Spolverizzate con un cucchiaio di zucchero ed infornate per 35/40 minuti.




N.B. DURANTE LA COTTURA L’ALCOOL CONTENUTO NEL RUM EVAPORA COMPLETAMENTE LASCIANDO SOLO L’AROMA PER CUI LA CIAMBELLA PUO’ TRANQUILLAMENTE ESSERE CONSUMATA ANCHE DAI BIMBI O DA CHI NON PUO’ O NON VUOLE ASSUMERE DELL’ALCOOL


mercoledì 19 agosto 2020

Insalata di spinacini, tonno, mais e peperoni

La scatoletta di tonno,  è tanto diffusa che a cercarla bene si trova in tutte le dispense delle nostre case. Versatile e poco costoso si presta a innumerevoli ricette; dal panino con i carciofini, al primo di pasta passando per l’insalata mista o la classica insalata russa.
L’ Italia si colloca, dopo gli spagnoli, al secondo posto al mondo per il suo consumo annuale: 2,2 kg  pro capite.
“Il tonno è un alimento estremamente nutriente e una risorsa importante per il benessere e la sussistenza dell’organismo” sostiene il professore Migliaccio, Presidente Emerito della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione (SISA).
“Oltre ad essere parte integrante della dieta mediterranea, consente di ottimizzare tutte le funzioni vitali, anche nella versione in scatola che, grazie alle tecniche di conservazione, mantiene caratteristiche nutrizionali simili a quelle del tonno fresco”.
Sia la variante in scatola che quella fresca “sono ricche di proteine nobili; addirittura il tonno in scatola ne contiene una quantità maggiore rispetto a quello fresco”.
Entrambi contengono acidi grassi omega 3. Il tonno in scatola come quello fresco, è ricco di iodio, potassio, ferro, fosforo e vitamine del gruppo B.
“Inoltre, il tonno in scatola, a parità di apporto nutrizionale con quello fresco, è più economico e offre numerosi vantaggi in relazione alla sua facile reperibilità, conservabilità e versatilità in cucina”, continua Migliaccio.
Tra gli italiani che praticano sport, il tonno in scatola risulta essere tra gli alimenti più apprezzati: 7 su 10 lo consumano regolarmente e lo considerano tra i cibi più sani.
Inoltre, il 60 per cento crede che nelle scatolette di tonno ci siano conservanti. Ma non è così: il tonno in scatola si conserva senza additivi conservanti.

Fonte: TPI NEWS



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 Ingredienti per 4 persone:

200 gr di spinacini
160 gr di tonno sott’olio sgocciolato
1 peperone rosso
1 cetriolo
100 gr di mais in scatola
Succo di 1 limone
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale  fino q.b.

Procedimento

Lavate, sgrondate gli spinacini e metteteli in una ciotola.
Lavate il cetriolo e  il peperone. Tagliate il primo a rondelle e pulite il secondo togliendo i semi e i filamento interni. Tagliatelo prima a falde e poi a dadini.
Scolate il tonno e sminuzzatelo un po’.
Mettete tutto nella ciotola con gli spinacini e unite il mais sgocciolato.
Preparate un’emulsione miscelando il succo di limone con 4 cucchiai d’olio e del sale, e condite l’insalata.
Servite subito.




martedì 11 agosto 2020

Spaghetti ai frutti di mare

Dici cozze o vongole e subito pensi al mare ,al suo colore, al suo meraviglioso profumo, al suo canto, al sole, all’estate. Ecco dunque il piatto per eccellenza: Spaghetti ai frutti di mare.
Semplicissimo da realizzare ottimo da gustare.
Le cozze o Mitili, sono dei molluschi composti da due valve uguali. In natura si trovano aggrappate agli scogli grazie ad un filamento proteico chiamato bisso, secreto dal mollusco stesso. I mari ricchi di cozze sono il Mediterraneo e l’Atlantico, ma in commercio , di solito, troviamo quelle allevate.Da un punto di vista nutrizionale, le cozze sono degli ottimi antiossidanti, ricche di proteine nobili e di vitamine C e B. Inoltre contengono diversi sali minerali come il potassio, sodio, fosforo e zinco che hanno proprietà stimolanti e digestive. Non sono da trascurare le proprietà di questo mollusco nei confronti del cuore. Il suo alto contenuto di potassio aiuta a controllare la pressione e la ritenzione idrica.Qualche anno fa sono stati fatti degli studi sulle proprietà medicinali delle cozze. Grazie al suo alto contenuto di glucosamina, questo mollusco è considerato il più potente antinfiammatorio naturale, soprattutto per la cura di reumatismi, artrite e artrosi.Contengono 86 calorie ogni 100 grammi, hanno un basso contenuto di grassi, quindi adatte ad un regime ipocalorico.
Fonte: Pazienti.it
Le vongole sono un alimento di origine animale, pertanto contengono colesterolo. Fortunatamente la porzione di grassi saturi è quantitativamente molto limitata.
Tuttavia, non essendo in possesso di dati più precisi inerenti il profilo lipidico delle vongole, è consigliabile consumarle con frequenza sporadica (ad es. una volta alla settimana) e con porzioni medie non eccessive (mediamente 400g a testa, che corrispondono a 100g di parte edibile). Inoltre, trattandosi di organismi bivalvi che filtrano acqua di mare, le vongole racchiudono elevate quantità di sodio, sale minerale da assumere con moderazione e soprattutto in caso di alterazioni della pressione sanguigna.
NB: Le vongole sono alimenti potenzialmente allergizzanti e se ne sconsiglia l'utilizzo sia in gravidanza che in allattamento.
Le vongole contengono pochi lipidi, tracce di carboidrati e una buona quantità di proteine ad alto valore biologico; l'apporto energetico è estremamente ridotto.
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Ingredienti per 4 persone: 

300 gr di spaghetti
500 gr di cozze
500 gr di vongole
500 gr di pomodori perini
1 mazzetto di prezzemolo
Peperoncino q.b.
1 spicchio d’aglio
Olio extravergine d’oliva  Frantoio Rosciano q.b.


Procedimento.

Lavate le cozze e le vongole eliminate quelle con il guscio rotto o già aperto ( vuol dire che sono già morte quindi da non mangiare) e ponetele a spurgare in acqua fredda con disciolto il sale ( 1 litro di acqua e 20 gr. di sale grosso) per un’oretta. Scolatele, sciacquatele e mettetele in una padella con due cucchiai di olio e un po’ di prezzemolo tritato e fatele aprire a fuoco vivace e a padella coperta. Quando i gusci saranno tutti aperti, sfumate con il vino e lasciate evaporare, sempre a fuoco vivo, per 1 minuto.
Spegnete il fuoco, togliete i gusci dalla padella, staccate i molluschi, meno qualcuno che terrete per decorare il piatto, e scartate quelli che non si sono aperti.
Filtrate il liquido di cottura e tenetelo da parte.
In una padella mettete 4 cucchiai d’olio e fate soffriggere a fuoco moderato l’aglio tritato , aggiungete i pomodori pelati, privati dei semi e tritati e il peperoncino.
Versate il liquido filtrato dei frutti di mare e lasciate cuocere per 15/20 minuti.
Prima di aggiungere il sale assaggiate per verificare la sapidità (il sugo dei frutti di mare è piuttosto salato).
Unite le vongole, le cozze, il prezzemolo tritato e lasciate insaporire ancora per 1 minuto.
Nel frattempo fate cuocere gli spaghetti in abbondante acqua ( io normalmente non aggiungo sale essendo il sugo molto salato) , scolateli molto al dente ( ma tenete 3 cucchiai d’acqua) e fateli saltare per due minuti nella padella con il sugo aggiungendo l’acqua della cottura della pasta se necessario.
Spolverate con il prezzemolo tritato e servite.



lunedì 10 agosto 2020

Frantoio Rosciano



Nel 1983 Sandra Rosciano e Mario Richero, rilevano un antico frantoio nel paese di Toirano (SV) affascinati da questa secolare attività, risalente all’epoca dei primi “ 900 ”, ed è esattamente da allora che io compro il loro splendido olio e tutti gli altri prodotti biologici, dalle salse tipiche liguri ai prodotti cosmetici derivati sempre dall'olio. 
Vi assicuro che è il miglior olio in assoluto che io abbia mai gustato. Dolce e senza retrogusto acido che fa "pizzicare" la gola come spesso capita con altri oli. Prodotto esclusivamente con olive liguri e spremute a freddo. Racchiude in sé tutto il calore, il colore,  il gusto, il profumo della Liguria.
Nel ’84 il negozio di vendita va ad affiancare il frantoio, che si può visitare in qualsiasi periodo dell’anno ( ma da novembre a marzo è interessante vedere la spremitura a freddo delle olive Taggiasca, Olivotto, Colombara, Frantoiana e Carparina: questo tipo di spremitura mantiene inalterate le qualità organolettiche degli oli ).
Nel ’94, negozio e frantoio trovano una nuova locazione più ampia ed accogliente, con parcheggio e facilmente raggiungibile all’entrata sud del paese e a soli 2 chilometri dalla nuova uscita autostradale di Borghetto
S. Spirito
Grazie alla nuova ubicazione è stato possibile anche modernizzare il processo di spremitura utilizzando moderni macchinari permettendo cosi di facilitare le operazioni di molitura, e di ricavare un prodotto più consono alle aspettative dei clienti.



Oltre all’extravergine e all’olio di oliva, si possono trovare molti altri tipi di prodotti tipici artigianali, senza conservanti e biologici come: salse da condimento ( dal pesto, paté d’oliva nero e verde, salsa di noci ecc…) delicatezze sott’olio ( pomodori, olive, funghi, tranci di tonno ecc…).
Non mancano anche il miele, i vini, polpa di frutta, e i dolci tipici della vallata come il torrone morbido di Toirano. Inoltre prodotti cosmetici all’olio di oliva testati e confezionati con il marchio dell’azienda.
È possibile con questi prodotti realizzare fantastiche confezioni regalo abbellendole con ceramiche dipinte a mano, con disegni che rappresentano alcuni luoghi di Toirano.


Il frantoio si trova nel comune di Toirano, noto borgo, antico e storico, della val Varatella, ( a 3 km dal mare ), rinomato per le sue famosissime grotte, aperte al pubblico tutto l’anno.
Il centro storico abbellito e ristrutturato, nel corso degli ultimi anni, ove nel mese di Agosto si svolge la caratteristica festa di Gumbi ( frantoi ).
Il bellissimo ed attrezzatissimo museo etnografico della civiltà contadina, allestito nel vecchio palazzo del Marchese completamente ristrutturato con adiacente il parco ove vengono svolte numerose manifestazioni culturali e culinarie del paese.




Visitate il loro sito cliccando qui , troverete tutte le meravigliose specialità che possono offrirvi.
  


Per sapere come raggiungerli cliccate qui

Frantoio Rosciano
Via Provinciale 1/A - Toirano (SV)- Italia
Tel. 0182-98204
Fax 0182- 596041
sito: www.frantoiorosciano.it

sabato 8 agosto 2020

Calamari ripieni grigliati


Il calamaro appartiene alla famiglia dei molluschi e lo troviamo nel mar Mediterraneo e nell’Atlantico Orientale. Possiede un corpo allungato e fusiforme, con due pinne apicali e testa con tentacoli, ventose, occhi e bocca. Nell’interno del corpo troviamo la conchiglia cornea (una lisca trasparente a forma di lancia) e gli organi interni. Il colore è rossiccio - rosato, con sfumature brune. Le dimensioni variano fra i 15 e i 30 cm. Le sue carni sono delicate e saporite. Assomiglia molto al totano da cui si differenzia per la posizione delle pinne apicali: nel totano sono corte e partono dall’estremità del corpo, nel calamaro sono inserite più in alto e occupano metà corpo. Lo possiamo trovare tutto l’anno sia fresco sia surgelato. Possiede poche calorie (68 kcal per 100 gr), ma è ricco di sali minerali quali magnesio, fosforo, potassio, sodio, calcio e vitamina A, contiene pochi grassi e un buon quantitativo di proteine. Una caratteristica tipica di questo mollusco e lo spruzzo di liquido nero che rilascia se disturbato.




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Ingredienti per 4 persone.

500 gr di calamari
2 zucchine
3 cucchiai di farina di mais (o di pangrattato)
1 uovo
Un mazzettino di prezzemolo (una decina di rametti)
2 cucchiai di Parmigiano Reggiano grattugiato
1 spicchio d’aglio
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale e pepe q.b.


Pulizia dei calamari

La prima cosa da fare è pulire i calamari, procedete quindi in questo modo:

Staccate i tentacoli dal corpo (sacca).
Asportate le interiora e la penna cartilaginosa trasparente infilando un dito nella sacca.
Se non vi piace la pelle, eliminatela ma non togliete le pinne laterali
Passate poi alla pulizia della testa dei calamari:
Tagliate appena al di sotto degli occhi. Gettate la parte sovrastante e tenete i tentacoli.
Eliminate dai tentacoli il becco (rostro), posto al centro e scartatelo.
Terminata la pulizia, lavate bene, sotto l’acqua corrente, le sacche e i tentacoli.
La pulizia è ultimata e potete utilizzare i calamari per qualunque ricetta.

Procedimento

Lavate e spuntate le zucchine, tagliatele a dadini molto piccoli.
Tagliate i tentacoli  a pezzetti molto piccoli.
Lavate il prezzemolo e tritatelo con l’aglio.
In una padella mettete 4 cucchiai d’olio e fate soffriggere per 5 minuti le zucchine, unite i tentacoli e lasciate cuocere ancora per 5 minuti. 


Versate tutto in  una ciotola, lasciate raffreddare un po’ e unite l’uovo, il trito di prezzemolo, il Parmigiano Reggiano, la farina di mais, sale, pepe e amalgamate bene il tutto, dovrete ottenere un composto morbido.


Aiutandovi con un cucchiaino o con un sac a poche riempite le sacche dei calamari per ¾ (non di più perché quando cuociono, si riducono notevolmente) con il composto ottenuto e chiudeteli con uno stecchino.


Spennellate i calamari con un pochino d’olio e cuoceteli sulla griglia caldissima da ambo le parti per circa 10/12  minuti spennellandoli ogni tanto con l’olio.
Serviteli subito accompagnati da pomodorini pachino o da una fresca insalatina.




domenica 2 agosto 2020

Composta di albicocche e zenzero


L'albicocco è una pianta originaria della parte di Cina nordorientale confinante con la Russia. La sua presenza data più di 5000 anni di storia. Da lì si estese lentamente verso ovest attraverso l'Asia centrale sino ad arrivare in Armenia (da cui prese il nome, ancora oggi in Liguria vengono chiamate in dialetto "armugnin", in Lombardia "mugnàgh" e in Veneto "armełin") dove, si dice, venne scoperta da Alessandro Magno.
I Romani la introdussero in Italia e in Grecia nel 70-60 a.C., ma la sua diffusione nel bacino del Mediterraneo fu consolidata dagli arabi: infatti "albicocco" deriva dalla parola araba al-barqūq.
L'albicocco crescerebbe selvatico in natura in Cina da ben 4 000 anni. Oggi è diffuso in oltre 60 paesi e viene coltivato in climi caldi o temperati e relativamente asciutti.
Il suo frutto, l’albicocca, si compone per l’85% di acqua ed ha una buona quantità di fibre alimentari. Grazie a queste componenti principali le albicocche sono essenziali per regolare l’intestino e aiutare la digestione. Inoltre, elevata è la presenza di vitamine A e C, essenziali per la crescita delle ossa e per combattere i radicali liberi che causano l’invecchiamento delle cellule del corpo. Diversi sono i minerali presenti come potassio, fosforo, sodio, calcio e ferro. Essi sono indispensabili per chi soffre di spossatezza, convalescenza e anemia; particolare la funzione del potassio, utile nell’attività fisica in generale ma soprattutto estiva. La presenza del sorbitolo ha un’ottimo potere per chi soffre di stitichezza. Mentre la presenza di Betacarotene e Licopene aiuta la rimozione del colesterolo cattivo.




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La composta, a differenza delle marmellate e delle confetture contiene una  percentuale di frutta non inferiore ai due terzi e lo zucchero aggiunto è sensibilmente minore, così come il conseguente apporto calorico.
Le confetture, come le marmellate e le composte, sono semplicissime da preparare, ma bisogna porre molta attenzione ai contenitori che devono essere sempre ben lavati con acqua bollente e sterilizzati prima dell’utilizzo; i coperchi devono essere nuovi per garantire la chiusura ermetica.

Per sterilizzarli potete utilizzare vari metodi, personalmente utilizzo il seguente:

Lavo i vasetti e i coperchi con acqua calda e detersivo, li sciacquo molto bene sempre con l’acqua calda e li asciugo.

Accendo il forno a 100 gradi (non di più perché si rischia di rompere il vetro), quando la temperatura è raggiunta, pongo i vasetti e i coperchi assicurandomi che non si tocchino. Spengo il forno e li lascio lì per 20/25 minuti. Trascorso il tempo, li tolgo usando i guanti e invaso la confettura caldissima, poi chiudo ermeticamente, li capovolgo e lascio raffreddare su dei sottopentola. Lo sbalzo di temperatura potrebbe far rompere i vasetti.



Ingredienti per 4 vasetti  tipo Bormioli da 250 gr

1 , 3  kg di albicocche  (per avere circa 1 kg di prodotto senza noccioli)
450 gr di zucchero di canna
1 limone bio piccolo
40 gr di zenzero fresco o 1 cucchiaio di zenzero in polvere.

Procedimento

Mondate le albicocche del picciolo, lavatele e snocciolatele.
Tagliatele a tocchetti e mettetele in una pentola d’acciaio (assolutamente non usate mai pentole d’alluminio per preparare conserve e marmellate o confetture).
Unite lo zucchero, lo zenzero pulito spelato e grattugiato, il succo del limone e la buccia (solo la parte gialla) grattugiata.
Lasciate riposare per un paio d’ore poi mettete sul fuoco basso e fate cuocere sobbollendo per circa 40/45 minuti schiumando.
A questo punto se amate, come me, la confettura con i pezzi di frutta invasate,diversamente frullate con il mixer poi invasate subito.