martedì 25 agosto 2020

Ciambella di percoche senza burro

Per percoche o precoche s’intendono alcune varietà di pesca con polpa compatta, gialla o bianca e talvolta diffusa di rosso, non spiccace, cioè col nòcciolo saldamente aderente alla polpa, le quali sono coltivate in diverse regioni italiane.
Le percoche, per l'intensità del sapore e del profumo e per la compattezza della polpa, sono spesso sinonimo di "pesche industriali", adatte alla produzione dei migliori derivati della pesca: succhi, passati, polpa e frutta sciroppata. Per contro, l’aderenza della polpa al nòcciolo è tale da costringere a staccarla con il coltello. Il nome percocca e il colore aranciato dei frutti ha portato alla falsa credenza, specialmente nell’Italia centro-settentrionale, dove il prodotto è meno comune, che si tratti d’un ibrido tra la pesca e l'albicocca; ma la percoca è in realtà una pesca a tutti gli effetti. Vero è che le forme precocapercoca e percocca sono allotrope della parola albicocca, risalendo tutte all’aggettivo latino PRAECŎQUUS, cioè primaticcio.
Particolarmente note sono le coltivazioni in Campania, soprattutto nell'area flegrea, nella Valle del Sarno e a Siano (SA); ma sono coltivate ed assai diffuse anche in Puglia, in Basilicata, in Calabria e in Sardegna.
In quasi tutta la Campania e in alcune zone della Basilicata, del Molise, della Calabria e nella Puglia è diffusa l'usanza di immergere pezzettoni di percoca in un contenitore pieno di vino rosso o bianco, da riporre in frigorifero. A questa specialità, che si consuma bevendo prima il vino e poi mangiando le percoche intrise di vino rimaste sul fondo del bicchiere[1], è dedicata una sagra annuale a Siano.
Una sagra simile si svolge anche a Loconia, frazione di Canosa di Puglia.
Anche nel settentrione, e specialmente in Liguria, preparazioni simili sono largamente consumate alla fine del pasto; in queste zone, al posto delle percoche, meno facilmente reperibili che nel mezzogiorno, si usano a volte pesche di altre varietà non ancora completamente mature.
Fonte: Wikipedia

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Ingredienti per 4 persone.

200 gr di farina 00
140 gr di zucchero di canna
1 vasetto di yogurt bianco al naturale
½ bicchiere di Rum
12 uova di quaglia ( o in alternativa 2 di gallina)
400 gr di percoche
6 cucchiai di olio extravergine d’oliva Frantoio Rosciano
1 limone bio
1 bustina di cremor tartaro ( o lievito per dolci)
1 pizzico di sale fino.

Procedimento

In una ciotola mettete la farina,  grattugiate sopra la buccia del limone (solo la parte gialla), unite il lievito e mischiate bene.
Accendete il forno a 180°
Lavate le percoche, asciugatele, sbucciatele  e tagliatele a pezzetti.
Irroratele con il succo del limone per evitare che anneriscano
Versate lo yogurt in una scodella, unite il rum  e amalgamate il tutto..
Imburrate uno stampo e infarinatelo o, se preferite rivestitelo di carta da forno inumidita.
Rompete le uova in una ciotola, lavoratele con lo zucchero e un pizzico di sale e l'olio Incorporatevi a poco a poco la farina, alternandola con il composto di yoghurt e rum  fino a ottenere una pastella piuttosto morbida.
Versate la pastella nello stampo e ricopritela con i pezzetti di percoche lasciandoli affondare da soli.
Spolverizzate con un cucchiaio di zucchero ed infornate per 35/40 minuti.




N.B. DURANTE LA COTTURA L’ALCOOL CONTENUTO NEL RUM EVAPORA COMPLETAMENTE LASCIANDO SOLO L’AROMA PER CUI LA CIAMBELLA PUO’ TRANQUILLAMENTE ESSERE CONSUMATA ANCHE DAI BIMBI O DA CHI NON PUO’ O NON VUOLE ASSUMERE DELL’ALCOOL