venerdì 4 maggio 2018

Chips di farina di piselli

I piselli sono comparsi in Europa intorno al Seicento, provenienti dall’Asia, ne esistono più di 250 varietà coltivate: in commercio ne troviamo di due qualità, quelli in cui i semi vanno sgranati e quelli che possono essere consumati con il baccello come le taccole conosciute anche come mangiatutto.
Si raccolgono da fine aprile a tutto maggio, hanno un discreto contenuto di vitamine (A,C e alcune del gruppo B) oltre che di potassio, magnesio e fosforo. Come tutte le leguminose , contengono sostanze non digeribile che si degradano durante la cottura.
La farina di piselli si ottiene dall’essicazione del legume e dalla sua macinatura. Può essere utilizzata in varie preparazioni dalle zuppe alle frittate, alla pasta o al pane.



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Ingredienti per 4 persone.

200 gr di farina di piselli macinata a pietra
70 gr di farina integrale di grano duro macinata a pietra
1 uovo
1 bicchiere d’acqua
2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale fino q.b.

Procedimento
Miscelate le due farine  e un pizzico di sale in una ciotola.
Unite l’uovo, l’olio e amalgamate, unite poco alla volta anche l’acqua e iniziate ad impastare nella ciotola.


Dovete ottenere un impasto dalla consistenza omogenea ma morbida, eventualmente aggiungete ancora un pochino d’acqua.
Infarinate con la farina di grano il piano di lavoro e continuate a lavorare l’impasto per qualche minuto.
Raccoglietelo a palla e lasciatelo riposare  per un’ora nella ciotola coperta dalla pellicola.


Trascorso il tempo infarinate bene il piano di lavoro e il mattarello e stendete l’impasto spolverizzandolo con la farina di grano.
Non dovete fare la sfoglia troppo sottile, altrimenti si spezza.


Tagliate la pasta in rombi o losanghe  e mettetela ad asciugare per un’ora o due.
Scaldate abbondante olio in una padella e friggete le chips, poche alla volta, per mezzo minuto per parte.



Scolatele  e mettetele su carta da cucina per eliminare l’unto in eccesso, salate e servite cos' oppure accompagnate con fette di salame,  affettati vari , sottaceti o formaggi.





domenica 29 aprile 2018

Branzino grigliato


La spigola, detta anche branzino, vive nelle acque temperate del Mediterraneo, Mar Nero e Atlantico orientale (dalla Norvegia al Senegal), generalmente in acque costiere ed eccezionalmente fino ad un centinaio di metri di profondità.
Ha un corpo lungo e affusolato con un capo robusto e un’ampia bocca munita di piccolissimi denti che gli consentono di catturare ed ingoiare delle prede molto grandi, fino ad una grandezza superiore del 45% del proprio corpo. Presenta due pinne dorsali, ben distinte fra loro; la prima è formata da sette grossi raggi erettili.
Il suo nome deriva da “spiga” riferendosi alle punte dei raggi delle pinne dorsali, mentre il nome “branzino” potrebbe derivare dal veneto “branza” (chela) o da “branchie” (il pesce dalle branchie in vista). Le dimensioni medie variano dai 45 ai 60 cm, ma un individuo adulto, può raggiungere e superare il metro e mezzo di lunghezza e i 15 kg di peso. E’ un predatore e si nutre di piccoli pesci, cefalopodi, e crostacei.
Le sue carni sono molto pregiate e, spesso, è oggetto d’allevamento d’acquacoltura, sia estensiva in valli e lagune, sia intensiva in vasche e gabbie in acque marine.
Dal punto di vista nutrizionale, le sue carni sono magre, ricche di potassio e fosforo, ma soprattutto di ferro, apprezzabile anche il contenuto di vitamine del gruppo B e la vit. D.
A livello gastronomico si presta a tutti i tipi di cottura: dal ripieno nella pasta fresca, al sugo per quella secca, alla cottura al forno, a quella al cartoccio, ai ferri, al sale. Molto apprezzato per preparare il sushi.


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Ingredienti per due persone:

2 branzini  o spigole
1 limone bio
Maggiorana q.b.
Maionese q.b.
Qualche rametto di rucola.
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale  q.b.

Procedimento

Squamate ed eviscerate il pesce (o fatelo fare dal vostro pescivendolo), lavatelo, asciugatelo  e praticate dei tagli obliqui, non troppo profondi.



Preparate un’emulsione con due cucchiai d’olio, il succo del limone  e il sale.
Tagliate delle striscioline della scorza di limone facendo attenzione a non tagliare anche l’albedo (la parte bianca amara), inserite le scorze nel ventre dei pesci, poi irrorateli con l’emulsione di olio e limone e lasciateli insaporire per mezz’ora.
Nel frattempo tritate grossolanamente la rucola e unitela alla maionese, mettete in frigorifero.
Scaldate molto bene la griglia poi adagiate i pesci e ungeteli ogni tanto con l’emulsione avanzata, girateli delicatamente e portate a cottura.
Serviteli accompagnandoli con spicchi di limone e la maionese servita a parte in una ciotolina.

mercoledì 18 aprile 2018

Risotto con le zucchine chiare in fiore

La pianta che produce le zucchine è originaria dell'America centro-meridionale e appartiene alla  famiglia delle curcubitacee, la stessa dei cetrioli, delle zucche, dei meloni. Ne esistono di diverse varietà: verde di Milano, rampicante, bianca, striata, tonda di Nizza. Sono un prodotto dell'orto  tipico della tarda primavera e dell'estate, ma ormai  sono reperibili sul mercato tutto l'anno.
Le zucchine forniscono poche calorie e sono ricche di sali minerali quali  potassio, fosforo, calcio e ferro. Contengono anche una discreta quantità di vitamina E (potente antiossidante), vitamina C, acido folico (vit. B9), di zeaxantina e di luteina.
Hanno proprietà antiinfiammatorie, diuretiche , lassative e quindi disintossicanti.
Sceglietele sempre piccole, molto sode, con la buccia lucida e cucinatele nel giro di 3 o 4 giorni per non perdere le loro preziose qualità nutritive.




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Ingredienti per 4 persone

320 gr di riso Carnaroli
4 zucchine chiare d’Albenga  con il fiore
1 lt di brodo vegetale salato
1 cipolla bianca piccola
½ bicchiere di vino bianco
Olio extravergine d’oliva q.b.
30 gr di burro
Parmigiano Reggiano q.b.
Sale e pepe q.b.

Procedimento

Staccate i fiori dalle zucchine, eliminate i filamenti verdi e i pistilli e tagliateli a striscioline. Lavate le zucchine, spuntatele e tagliatele a dadini.
Tritate la cipolla e fatela stufare con due cucchiai d’olio, versate il riso e fatelo tostare per due minuti, irrorate con il vino, continuate a mescolare finché sarà evaporato.
Unite i dadini di zucchine e le striscioline di fiori, versate due mestoli di brodo caldo, aggiungetene altro mano a mano che sarà assorbito dal riso, fino a cottura ultimata (circa 15 minuti).
Spegnete la fiamma, pepate. Mantecate con il burro e il Parmigiano Reggiano e servite subito


E se avanza? Fate delle polpettine e infilate al centro un pezzo di formaggio fondente tipo provola o mozzarella, passatele nel’uovo sbattuto e nel pangrattato e friggetele.


venerdì 13 aprile 2018

Cozze e fagioli in guazzetto

Le cozze o Mitili, sono dei molluschi composti da due valve uguali. In natura si trovano aggrappate agli scogli grazie ad un filamento proteico chiamato bisso, secreto dai molluschi stessi. I mari ricchi di cozze sono il Mediterraneo e l’Atlantico, ma in commercio  di solito, troviamo quelle allevate.
Da un punto di vista nutrizionale le cozze sono degli ottimi antiossidanti, ricche di proteine nobili e di vitamine C e B. Inoltre contengono diversi sali minerali come il potassio, sodio, fosforo e zinco che hanno proprietà stimolanti e digestive. Non sono da trascurare le proprietà di questi molluschi nei confronti del cuore. Il loro alto contenuto di potassio aiuta a controllare la pressione e la ritenzione idrica.
Qualche anno fa sono stati fatti degli studi sulle proprietà medicinali delle cozze. Grazie al loro contenuto di glucosamina, questi molluschi sono  considerati il più potente antinfiammatorio naturale, soprattutto per la cura di reumatismi, artrite e artrosi.
Contengono 86 calorie ogni 100 grammi, hanno un basso contenuto di grassi, quindi adatte ad un regime ipocalorico.
Fonte: Pazienti.it

I fagioli Cannellini  Valfrutta Cotti a Vapore che ho utilizzato per questa ricetta sono rigorosamente coltivati in Italia . Sono  fagioli dalla tenera consistenza e dal gusto leggero, delicato e ricchi di fibre e con un elevato contenuto di proteine.

Valfrutta è un marchio di  CONSERVE ITALIA Soc. Coop agricola, aderente a Fedagri Confcooperative ha da tempo aderito al progetto “QUI DA NOIche ha come obbiettivo la valorizzazione delle produzioni agricole nazionali.




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Ingredienti per 4 persone:
1 kg di cozze
4 cucchiai di passata di pomodoro Verace Cirio
Olio extravergine d’oliva q.b.
1 spicchio d’aglio
Qualche rametto di prezzemolo
Peperoncino q.b.

Procedimento

Lavate e sgrondate il prezzemolo e tritatelo insieme allo spicchio d’aglio
Lavate bene le cozze ed eliminate il bisso. In una casseruola scaldate  3 cucchiai d’olio,  aggiungete le cozze e fatele aprire a fuoco vivace,
Lasciatele raffreddare poi sgusciatele.
Filtrate il liquido formatosi. In una casseruola mettete a scaldare un po’ d’olio, unite le cozze sgusciate, il trito di prezzemolo e aglio,  il peperoncino, i fagioli, la passata di pomodoro e il liquido di cottura delle cozze.


Fate cuocere per 5/10 minuti   e servite con crostini di pane.

Per il sale regolatevi secondo i vostri gusti, normalmente non c’è bisogno di aggiungerne perché sono già molto sapide.

venerdì 6 aprile 2018

Insalatina nocciolata


Tutti conosciamo questo delizioso frutto che, con la sua forma sferica, ci ricorda la totalità del cielo e della terra, simbolo del potere terrestre e divino insieme. Nella nostra tradizione il melo è l’albero del bene e del male, nella mitologia scandinava è considerato il cibo degli dei: è una mela d’oro che scatena la guerra di Troia, sono le mele i frutti dell’immortalità del giardino delle Esperidi che Ercole riesce a conquistare.
Fu una mela che cadendo in testa a Newton gli fece intuire il meccanismo della forza di gravità e fu sempre una mela che rese GuglielmoTell un eroe nazionale del popolo svizzero e via via fino ad arrivare alla simbologia moderna che la vede emblema di New York detta anche “LA GRANDE MELA”.
La mela rossa di Cuneo IGP, che ho utilizzato per questa ricetta, si caratterizza per un intensa colorazione della buccia particolarmente luminosa e brillante. Gustosa e croccante, si presta a innumerevoli ricette.




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Ingredienti per 4 persone

125 gr di songino (valerianella)
2 mele rosse di Cuneo IGP
50 gr di nocciole Piemonte IGP sgusciate e tostate
70 gr di Fontina
Aceto balsamico q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.





Procedimento.
Lavate e sgrondate il songino.
Sgusciate le nocciole, mettetele in un tegame antiaderente e fatele tostare a fuoco vivo, togliete la pellicina.



Tagliate a cubetti la fontina.
Mettete tutti gli ingredienti in un’insalatiera o in singoli piatti, condite con  sale, olio extravergine d’oliva, aceto balsamico  e servite.


Frittata di mele e menta

Tutti conosciamo questo delizioso frutto che, con la sua forma sferica, ci ricorda la totalità del cielo e della terra, simbolo del potere terrestre e divino insieme. Nella nostra tradizione il melo è l’albero del bene e del male, nella mitologia scandinava è considerato il cibo degli dei: è una mela d’oro che scatena la guerra di Troia, sono le mele i frutti dell’immortalità del giardino delle Esperidi che Ercole riesce a conquistare.
Fu una mela che cadendo in testa a Newton gli fece intuire il meccanismo della forza di gravità e fu sempre una mela che rese GuglielmoTell un eroe nazionale del popolo svizzero e via via fino ad arrivare alla simbologia moderna che la vede emblema di New York detta anche “LA GRANDE MELA”.
La mela rossa di Cuneo IGP, che ho utilizzato per questa ricetta, si caratterizza per un intensa colorazione della buccia particolarmente luminosa e brillante. Gustosa e croccante, si presta a innumerevoli ricette.



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Ingredienti per 4 persone:

6 uova
2 mele Red Delicious
50 gr. di speck a fettine (circa 3 fettine)
60 gr. di fontina
30 gr. di burro
Due rametti di menta.
2 cucchiai di olio extravergine
sale q.b.


Procedimento

Tagliate a dadini la fontina.
Rompete le uova in una ciotola, salate leggermente ( lo speck e la fontina danno già sapidità), unite la menta spezzettata, i dadini di fontina e sbattetele.
Lavate e sbucciate la mela. Tagliatela  a dadini  e tagliate a striscioline lo speck . Mettete il burro in una padella antiaderente e fatelo sciogliere a fuoco bassissimo, metteteci le striscioline di speck e  i dadini di mela e lasciateli dorare per 3/4 minuti.
Versate tutto nelle uova sbattute, mischiate bene, aggiungete l’olio nella padella calda e versate il composto di uova e mele. Fate dorare per 4/5 minuti per lato a fuoco dolce, servite subito.


E se avanza? Preparate un sugo per la pasta. In una casseruola fate dorare uno spicchio d’aglio intero e uno scalogni tritato, togliete lo spicchio d’aglio e aggiungete della passata di pomodori o dei pelati, fate cuocere per 10 minuti, poi unite la frittata avanzata tagliata a striscioline, lasciate insaporire per 5 minuti e condite la pasta.



lunedì 2 aprile 2018

Crostata al cioccolato fondente , more e mirtilli

A Pasqua è consuetudine donare le uova di cioccolato, a volte però capita che ce ne giungano in dono diverse e dunque perché non farle "FRUTTARE"? In questo terzo post di tre vi suggerisco un modo per riciclarle utilizzando i salutari e buoni frutti di bosco, ma prima voglio darvi qualche breve cenno storico.

L’uovo ha avuto fortissimi significati simbolici fin dall’antichità, esso ha rappresentato e rappresenta la vita e la sacralità: nelle credenze mitologiche la terra e il cielo erano considerati due emisferi che unendosi creavano un unico uovo mentre, per gli Egizi, in esso erano contenuti i quattro elementi dell’universo, acqua, aria, terra, fuoco.
La tradizione di donarsi le uova è documentata già fra gli antichi Persiani, dove erano scambiate semplici uova di gallina all’avvento della stagione primaverile poiché, essendo il simbolo della fecondità, ricordavano il risveglio della natura alla vita dopo il lungo letargo invernale.
Da noi, l’usanza di donare uova decorate si sviluppò nel Medioevo come regalo alla servitù e divenne, da simbolo della rinascita primaverile, con il Cristianesimo, simbolo della rinascita dell’uomo in Cristo. Sempre nel Medioevo s’iniziarono a creare uova artificiali rivestite di materiali preziosi (oro, argento) destinate ai nobili e agli aristocratici.
Nel 1183 l’orafo Peter Carl Fabergé ricevette dallo zar il compito di preparare un dono per la zarina Maria, egli creò un uovo di platino smaltato di bianco contenente un ulteriore uovo, in oro, in quale conteneva sua volta due doni: un pulcino d’oro e una riproduzione della corona imperiale. La fama di questo dono prestigioso diede il via alla tradizione di inserire un dono nell’uovo. In tempi più recenti, questa tradizione divenne più popolare con la creazione delle uova di cioccolato, simbolo indiscusso della Pasqua.
Pochi sanno che le prime uova di cioccolato nacquero a Torino:  nel 1725, una titolare di una bottega in via Roma, la vedova Giambone, riempì alcuni gusci vuoti con del cioccolato liquido. Il risultato? Alcune magnifiche uova di Pasqua, esposte in vetrina al fianco di una gallina ruspante. 
I primi cenni di uova li troviamo quindi nel ‘700, ma è negli anni ’20 del XX secolo che la storia delle uova di cioccolato si “fonde” (nel vero senso del termine) con la città di Torino:
nella casa Sartorio infatti, alcuni maestri cioccolatai torinesi brevettarono un sistema per modellare con il cioccolato delle forme vuote. Veri e propri stampi posti nella macchina, fatti ruotare e rivoluzionare, fino ad essere coperti uniformemente. Le sorprese vennero invece introdotte nel 1925: confetti,regali costosi, oggetti semplici e zuccherini principalmente.
Se fino a qualche decennio fa la preparazione delle classiche uova di cioccolato era per lo più affidata a maestri artigiani, oggi l'uovo di Pasqua è un prodotto diffuso soprattutto in chiave commerciale.





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Ingredienti
100 gr di more
100 gr di mirtilli
250 gr di farina
80 gr di burro freddo
125 gr di zucchero
1 uovo
1 bustina di lievito per dolci
1 buccia di limone raschiata
40 gr di nocciole Tonda Gentile del Piemonte tritate
20 gr di cacao
1 pizzico di sale
400 gr di uovo di Pasqua al cioccolato fondente
170 gr di panna liquida

Procedimento

Mescolate lo zucchero a velo, il lievito, la raschiatura del  limone e le nocciole tritate finemente, unite il burro e amalgamate, aggiungete l’uovo e lavorate il tutto.
Incorporate poi la farina setacciata con il cacao  e un pizzico di sale.  Lavorate velocemente l’impasto, avvolgetelo nella pellicola da cucina e lasciatelo riposare per 2 ore in frigorifero.
Trascorso il tempo stendete la pasta frolla con un mattarello fino a renderla tonda e di 4 mm. di spessore.
Mettete la frolla all’interno di uno stampo da forno a cerniera da 22 /24 cm di diametro.
Con i rebbi di una forchetta bucherellate il fondo e rivestite con carta da forno.
Sulla carta da forno mettete dei fagioli secchi o dei pesetti e infornate (forno già a 180°C di temperatura), fate cuocere per 15 minuti.
Eliminate la carta e i fagioli e lasciate in forno ancora per 5 minuti.
Sfornate e fate raffreddare su di una gratella.
Preparate la crema di cioccolato.
Rompete il cioccolato e mettetelo in un pentolino con la panna.
Mettete il recipiente a scaldare a bagnomaria (fuoco bassissimo).
Mescolate fino ad ottenere un composto lucido ed omogeneo.
Versate la crema all’interno del guscio di pastafrolla , fate raffreddare e mettete in frigo per un’ora.
Lavate ed asciugate delicatamente i frutti di bosco e decorate la superficie della torta.
Servite  temperatura ambiente.

 Per leggere le altre due ricette del riciclo dell’uovo di Pasqua cliccate sui titoli sottostanti:



sabato 31 marzo 2018

Tortini al cioccolato fruttato

A Pasqua è consuetudine donare le uova di cioccolato, a volte però capita che ce ne giungano in dono diverse e dunque perché non farle "FRUTTARE"? In questo secondo post di tre vi suggerisco un modo per riciclarle utilizzando i salutari e buoni frutti di bosco, ma prima voglio darvi qualche breve cenno storico.

L’uovo ha avuto fortissimi significati simbolici fin dall’antichità, esso ha rappresentato e rappresenta la vita e la sacralità: nelle credenze mitologiche la terra e il cielo erano considerati due emisferi che unendosi creavano un unico uovo mentre, per gli Egizi, in esso erano contenuti i quattro elementi dell’universo, acqua, aria, terra, fuoco.
La tradizione di donarsi le uova è documentata già fra gli antichi Persiani, dove erano scambiate semplici uova di gallina all’avvento della stagione primaverile poiché, essendo il simbolo della fecondità, ricordavano il risveglio della natura alla vita dopo il lungo letargo invernale.
Da noi, l’usanza di donare uova decorate si sviluppò nel Medioevo come regalo alla servitù e divenne, da simbolo della rinascita primaverile, con il Cristianesimo, simbolo della rinascita dell’uomo in Cristo. Sempre nel Medioevo s’iniziarono a creare uova artificiali rivestite di materiali preziosi (oro, argento) destinate ai nobili e agli aristocratici.
Nel 1183 l’orafo Peter Carl Fabergé ricevette dallo zar il compito di preparare un dono per la zarina Maria, egli creò un uovo di platino smaltato di bianco contenente un ulteriore uovo, in oro, in quale conteneva sua volta due doni: un pulcino d’oro e una riproduzione della corona imperiale. La fama di questo dono prestigioso diede il via alla tradizione di inserire un dono nell’uovo. In tempi più recenti, questa tradizione divenne più popolare con la creazione delle uova di cioccolato, simbolo indiscusso della Pasqua.
Pochi sanno che le prime uova di cioccolato nacquero a Torino:  nel 1725, una titolare di una bottega in via Roma, la vedova Giambone, riempì alcuni gusci vuoti con del cioccolato liquido. Il risultato? Alcune magnifiche uova di Pasqua, esposte in vetrina al fianco di una gallina ruspante. 
I primi cenni di uova li troviamo quindi nel ‘700, ma è negli anni ’20 del XX secolo che la storia delle uova di cioccolato si “fonde” (nel vero senso del termine) con la città di Torino:
nella casa Sartorio infatti, alcuni maestri cioccolatai torinesi brevettarono un sistema per modellare con il cioccolato delle forme vuote. Veri e propri stampi posti nella macchina, fatti ruotare e rivoluzionare, fino ad essere coperti uniformemente. Le sorprese vennero invece introdotte nel 1925: confetti,regali costosi, oggetti semplici e zuccherini principalmente.
Se fino a qualche decennio fa la preparazione delle classiche uova di cioccolato era per lo più affidata a maestri artigiani, oggi l'uovo di Pasqua è un prodotto diffuso soprattutto in chiave commerciale.





LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.

Ingredienti per 4 persone

100 gr  di  uova di Pasqua al cioccolato fondente
100 gr di burro
80 gr di zucchero a velo
20 gr di farina
2 uova
1 bustina di vanillina
Sale q.b.


Procedimento

Tagliate il cioccolato  a pezzettoni e fatelo sciogliere in un padellino a bagnomaria con il burro. In una terrina rompete le uova, aggiungetevi lo zucchero e la vanillina e montate il tutto con una frusta, fino a ottenere una massa densa e omogenea. A questo punto potrete unire il composto di cioccolato e burro, continuando ad amalgamare gli ingredienti. Aggiungete, infine, anche la farina e un pizzico di sale. Imburrate e infarinate i vostri stampini e riempiteli con il composto facendo attenzione a non riempire completamente gli stampini, evitando così che il composto fuoriesca durante la cottura. Cercate di riempirli per non più di 2/3. Infornate a 180°C per circa 15 minuti.
Sfornate, lasciate intiepidire, distribuite i frutti di bosco su ogni tortina , spolverizzate di zucchero a velo e servite.


Per leggere le altre due ricette del riciclo dell’uovo di Pasqua cliccate sui titoli sottostanti: