venerdì 16 marzo 2018

Pappardelle al sugo di fragole

Questi deliziosi frutti…non frutti (in realtà i frutti sono quei puntini gialli che noi consideriamo semi)  compagni dell’uomo fin dall’antichità e di cui  sono stati ritrovati dei reperti addirittura risalenti alla Preistoria, appartengono alla Famiglia delle Rosacee e crescono sia in coltivazioni che  spontanee nei nostri boschi ,  solo nel 1600 vennero incrociate con una varietà americana più grande e più dolce
Le fragole sono ricche di  la vitamina C che  rafforza il sistema immunitario e aiuta la rigenerazione della pelle e di  fitonutrienti  che limitano il rischio di malattie    cardiovascolari.
Contengono anche 
 molte  fibre alimentari e sono  ricche di iodio,di potassio, di acido folico, di riboflavina, di vitamina B5, di omega-3 acidi grassi, di vitamina B6, di vitamina K, di magnesio e di rame.
Infine una curiosità: le fragole si chiamano anche Lacrime di Venere perché, narra la Mitologia,  l’amore del giovane Adone era conteso tra Venere e Persefone. Quest’ultima, gelosa della rivale, si rivolse a Marte che si trasformò in un cinghiale e, durante una battuta di caccia, uccise lo sfortunato giovane. Venere, disperata, pianse copiose lacrime che, al contatto con il sangue di Adone, si trasformarono in piccoli cuori rossi: le fragole.






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Ingredienti per 4 persone

350 gr di pappardelle all’uovo
400 gr di fragole di Volpedo
200 gr di ricotta
50 gr di burro
Qualche rametto di maggiorana
Sale

Procedimento
Lavate le fragole e asciugatele.  Fate sciogliere il burro in una padella capiente e aggiungete le fragole ridotte a pezzi e qualche fogliolina di maggiorana, salate e fate insaporire per pochi minuti.
Lavorate la ricotta  e per renderla cremosa unite due cucchiai dell’acqua di cottura delle pappardelle. Unite la crema di ricotta al sugo di fragole.
Portate a bollore abbondante acqua salata e fate cuocere le pappardelle, scolatele al dente e fatele saltare nella padella con il sugo di fragole.
Dividete la pasta in quattro piatti e decorate con qualche fragole intera e qualche fogliolina di maggiorana.



E se avanza? Preparate una bella frittata . In una ciotola sbattete le uova leggermente salate. In una padella antiaderente scaldate la pasta avanzata, poi unitela alle uova e versate tutto nella padella calda unta con un po’ d’olio. Fate cuocere la frittata, per pochi minuti, sia da un lato sia dall’altro.



martedì 13 marzo 2018

Tartellette farcite con composta di zucca e zenzero , pancetta e provolone

Ultimamente sentiamo spesso parlare di zenzero, meglio conosciuto fino a pochi anni fa con il suo  nome inglese Ginger ,ma quanti di noi sanno cos’è? E’ una spezia che si presenta come pianta erbacea perenne, alta circa 90 cm., ha un fusto sotterraneo formato da un rizoma ramificato da cui nascono i fusti vegetativi e che erroneamente viene chiamato radice, ricco di olio essenziale, gingerina, zingerone, resini e mucillagini. Tonico, antinfiammatorio, digestivo.  Molto versatile, si utilizza per la preparazione di varie ricette, dalla carne al pesce passando per le verdure e non solo, ottimo anche nei dolci o nelle composte come in questo caso unito alla zucca.
La composta di zucca e zenzero che ho utilizzato per questa ricetta è stato prodotto dalla Cooperativa La Cucina di Pina, ideale per accompagnare salumi o formaggi stagionati.
La Cucina di Pina nasce ad Alba nel 1982. Da allora si occupa di persone in difficoltà offrendo loro assistenza ed accompagnamento per un completo reinserimento sociale. Uno staff di educatori e psicologi offre un supporto educativo ed accompagna le persone alla ricerca di un lavoro e, al termine dell’accoglienza, di un’abitazione stabile. La “Casa di Pina” prende il nome dalla donatrice che negli anni ha sempre aperto la propria casa a chi necessitasse di un tetto. Con la donazione Pina ha voluto dare continuità alla storia e alla solidarietà della casa.  E’ una gastronomia artigianale che produce zuppe, insalate di cereali, sughi, bruschette e confetture.
La Cucina di Pina aderisce al progetto Qui da Noi





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Ingredienti
300 gr di pasta brisèe
150 gr di Composta di zucca e zenzero La Cucina di Pina
100 gr di pancetta a cubetti
100 gr di Provolone piccante a cubetti

Procedimento

Mettete la pasta frolla su di un piano leggermente infarinato e tiratela con il mattarello, ottenendo un disco di circa 3 mm di spessore e con questo foderate completamente gli stampini per le tartellette bucherellando il fondo per evitare che gonfino durante la cottura. Sistemateli su una placca,  e cuocete nel forno ventilato, già scaldato a 170°,  per 15/20 minuti. Sfornate e lasciate raffreddare.


In un padellino antiaderente fate rosolare i cubetti di pancetta per renderli croccanti Lasciate raffreddare.
Mettete un po’ di composta nelle tartellette, distribuite sopra i cubetti di pancetta e i cubetti di Provolone piccante. Servite.



Consiglio: potete sostituire le tartellette con semplici prodotti da forno come le sfoglie o i cracker e la pancetta con del salame.








LA CUCINA DI PINA
C.so Canale 126 – Alba (CN)
Italy

Per contatti www.cucinadipina.com

sabato 10 marzo 2018

Penne mediterranee con prosciutto cotto

Oggi la vita è diventata  frenetica, ma non per questo dobbiamo rinunciare a mangiare bene e sano.
Le penne mediteranne che vi propongo potete prepararle in 10 minuti grazie anche all’aiuto che ci viene dato dai prodotti Valfrutta, Cirio, Girolomoni e Goccia d’Oro.
Per produrre la pasta di semola integrale Girolomoni viene utilizzata una semola ottenuta con una molitura che priva il chicco di grano del solo strato corticale più esterno, è dunque una pasta ricca di fibre che contiene quasi interamente il germe del chicco, fonte primaria di lipidi, antiossidanti, vitamine, minerali ed enzimi di altissimo valore nutrizionale e biologico La materia prima è di origine italiana e l’acqua utilizzata proviene da una sorgente che non ha un'agricoltura industriale a monte..
Il Mix Mediterraneo Valfrutta  è un mix ricco, gustoso ed estremamente versatile composto da mais, piselli, olive verdi, olive nere e peperoni rossi cotti delicatamente a vapore conservando inalterate tutte le loro proprietà nutritive, la consistenza e il sapore.
Il gusto genuino e delicato di Supercirio è inconfondibile! Un prodotto simbolo della nostra tradizione: il concentrato che dona sapore e colore a ogni piatto con tutto il gusto intenso del pomodoro fresco.
Ed infine il tocco di sapore dell’olio extravergine d’oliva Feudotto Dop Val di Mazzara è prodotto dalla Cooperativa La Goccia d’Oro di Menfi (Ag), spremuto e non filtrato. E’ prodotto dalle olive Nocellara, Cerasuola e Biancolilla raccolte con “brucatura a mano” e spremute in giornata nel frantoio di proprietà.
Nasce nella splendida terra di Sicilia, eternamente accarezzata dai raggi del sole.




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Ingredienti per 4 persone:
1  cucchiaino di spezie varie (timo, maggiorana, basilico)
1 cipolla bianca piccola
1 carota piccola
1 gambo di sedano
100 gr di cubetti di prosciutto cotto
4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva Feudotto DOP  Val di Mazzara
Sale e pepe q.b.



Procedimento
Lavate gli ortaggi , asciugateli e tritateli.
Mettete a scaldare l’acqua salata  per la pasta e quando bolle calate le penne.
Nel frattempo scaldate l’olio in una padella , unite il trito di ortaggi  e fate  soffriggere dolcemente per qualche minuto, unite i cubetti di prosciutto cotto e fate dorare.
Aggiungete il Mix Mediterraneo scolato, il concentrato di pomodoro, le spezie, due cucchiai dell’acqua di cottura della pasta, sale e pepe.


Fate amalgamare per un paio di minuti.
Scolate grossolanamente la pasta al dente, versatela nella padella e fate saltare il tutto.
Servite subito.

giovedì 8 marzo 2018

Crêpes ai frutti di bosco

Il termine "frutti di bosco" identifica un insieme di frutti che sono reperibili nel sottobosco o, più genericamente, nelle macchie di vegetazione selvatica (nonostante siano oggetto di colture agrarie). Hanno un impiego gastronomico estremamente diffuso e variegato e sono impiegati prevalentemente freschi aggiunti a yoghurt, bavaresi, mousse , gelati e altri dolci al cucchiaio, tuttavia sono ottimi anche cucinati con brasati di selvaggia, risotti, paste ecc..
I frutti di bosco più conosciuti e consumati sono: mirtilli rossi e neri, lamponi, more, fragole, ribes rossi e neri, uva spina, more di gelso, bacche del sambuco, amarene, uva spina.
Sono ricchi di vitamine e antiossidanti utilissimi al buon funzionamento del nostro organismo.






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Ingredienti per 4 persone:

400 ml di latte
170 gr di farina
2 uova
50 gr di burro
1 pizzico di sale
150 gr di lamponi
150 gr di mirtilli
150 gr di ribes
50 gr di zucchero di canna
Zucchero a velo q.b.
Succo di limone q.b.
6 cucchiai  di crema di nocciole al cioccolato Arigoni
Glassa di cioccolato q.b.

Procedimento

In una ciotola mettete le uova leggermente sbattute, la farina, il latte, un pizzico di sale e mescolate bene, evitando di formare dei grumi: lasciate riposare per trenta minuti.
Lavate delicatamente i frutti di bosco e asciugateli. Mettetene metà in un pentolino, aggiungete lo zucchero e un cucchiaino di succo di limone. Fate cuocere dolcemente per 10 minuti, frullate, lasciate intiepidire, aggiungete  la crema di nocciole e amalgamate bene.
Spennellate una padellina antiaderente (18/20 cm di diametro) con un poco di burro e, quando sarà ben calda, versate un mestolo di pastella.




Lasciate cuocere la crêpes dai due lati (circa un minuto per lato) e mettete da parte. Procedete così fino a esaurimento della pastella (circa 12 crêpes).
Mettete nei piatti da portata e farcite ognuna con la crema di nocciole, distribuite sopra i rimanenti frutti di bosco ,facendone fuoriuscire qualcuno ,richiudete i lembi a formare un cono, spolverizzate con un po’ di zucchero a velo e tracciate delle righe o un reticolo con la glassa di cioccolato. Servite subito.




venerdì 2 marzo 2018

Chips di topinambur

Il topinambur è un tubero di origine nordamericana dalla caratteristica forma bitorzoluta.
Fu importato in Europa nel XVII secolo, è utilizzato molto in Piemonte, dove è consumato con la bagna caoda (bagna cauda), ma è ancora poco conosciuto nel resto d’Italia.
La sua consistenza è come quella della patata e il sapore è molto simile a quello del carciofo e, come il carciofo, tende ad annerire una volta tagliato. Si può consumare sia crudo sia cotto. Sceglieteli sodi, lisci e rosati.



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Ingredienti per 4 persone

400 gr di topinambur
1 limone
Un bicchiere di brodo vegetale o di acqua calda
Un mazzetto di prezzemolo
Uno spicchio d’aglio
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale e pepe q.b.



Procedimento

Preparate una ciotola con dell’acqua e acidulatela con il succo del limone.
Con un coltello, raschiate la buccia dei topinambur ed eliminate i bitorzoli, lavateli bene e immergeteli nell’acqua acidulata (come per i carciofi) per evitare che anneriscano.
Pulite e lavate il prezzemolo e tritatelo con lo spicchio d’aglio.
In una padella versate 4 cucchiai d’olio, affettate finemente i tuberi, con una mandolina o un coltello affilato, e metteteli nella padella. Fateli stufare, aggiungendo ogni tanto un po’ di brodo caldo per evitare che asciughino troppo. A cottura quasi ultimata, aggiungete il sale, il pepe e il trito di prezzemolo e aglio, lasciate insaporire ancora per uno o due minuti.
Serviteli ben caldi come contorno.
Buon appetito!



sabato 24 febbraio 2018

Muffin ai mirtilli senza lattosio

Questo tipico dolce inglese, simile ad un plumcake, di forma rotonda con la cima a calotta semisferica e senza glassa di rivestimento, conosciuto e apprezzato, vede le sue origini nell’Inghilterra Vittoriana nel 1703. 
Ad idearlo furono i fornai di famiglia dell’alta società che, inizialmente, lo preparavano per la servitù utilizzando il pane raffermo, gli avanzi dei biscotti e delle patate bollite e schiacciate. L’impasto che ne derivava veniva fritto e si trasformava in muffin.
Ben presto anche tutte le altre classi sociali scoprirono la bontà di questo dolce che divenne quello preferito per l’ora del tè. 
La preparazione di questi dolci si differenzia da altri tipi di cake o tortini perché nel procedimento è sempre prevista la preparazione di due composti: uno con gli ingredienti in polvere (farina, lievito, bicarbonato, spezie, cacao) e un composto a base di ingredienti umidi (latte, burro fuso o olio di semi, uova e, a volte, yoghurt). Per quanto riguarda lo zucchero può essere inserito indistintamente sia nell’uno che nell’altro composto. Si amalgamano i due composti e si versano in stampi di carta posti negli stampi per muffin.
Per ottenere dei buoni muffin il segreto sta nel mescolare bene sia le polveri che i liquidi, devono poi essere amalgamati insieme molto velocemente senza mescolare troppo. L’impasto dovrà risultare grumoso per rendere i muffins morbidi.



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Ingredienti per 14/15 muffin

400 gr di farina
180 gr di burro senza lattosio 
180 gr di zucchero
1 bicchiere di latte di riso
2 uova intere e 1 tuorlo
200 gr di mirtilli
1 buccia grattugiata di limone
1 bustina di lievito per dolci senza lattosio
1 pizzico di sale

Procedimento

Mettete in una ciotola lo zucchero e il burro ammorbidito a temperatura ambiente e mescolate tutto energicamente con le fruste elettriche, aggiungete il sale e la scorza di limone e continuate a sbattere fino a quando il composto risulterà cremoso.
In un’altra ciotola versate le uova, il tuorlo , il latte di riso  e sbattete tutto con una forchetta.
Incorporate,poco alla volta, il composto ottenuto alla crema di burro e zucchero continuando sempre a mescolate fin quando la consistenza risulterà omogenea e gonfia. Mischiate il lievito alla farina e uniteli, setacciandoli, al composto, aggiungete  i mirtilli ben lavati e asciugati.



Mettete il composto, a cucchiaiate, negli appositi stampi imburrati e infarinati, riempiendoli quasi fino al margine. Infornateli per 20/25 minuti, (forno già caldo a 180°C ) spegnete il forno e lasciateli riposare, a sportello aperto, per 5 minuti.


Consiglio: Per chi non ha problemi al lattosio può prepararli con burro e latte normali e una bustina di vanillina.

venerdì 23 febbraio 2018

Spaghettoni con pesto di pistacchi e noci

Provenienti dal Medio Oriente, il pistacchio si diffuse in Italia a partire dal I secolo d.C.
Solo durante la dominazione araba, attorno all’827 d.C., la sua coltivazione si estese alla zone di Bronte (Sicilia). Il pistacchio di Bronte, parente lontano di mandorle e nocciole, presenta caratteristiche uniche: colore verde smeraldo brillante, sapore intenso, rotondo e pieno, profumo resinoso e grasso. La coltivazione e la trasformazione in prodotto finito sono particolarmente complicate. Le piante, infatti, fruttificano una volta ogni due anni. Il terreno molto accidentato sul quale vivono rende impossibile la raccolta meccanica dei frutti.
Questi ultimi una volta raccolti vengono sottoposti a smallatura, cioè all’eliminazione del mallo e poi asciugati al sole. Come prodotto finito il pistacchio si può presentare sgusciato oppure salato con il guscio. Principe della pasticceria siciliana, come ingrediente di torte e pasticcini, il pistacchio si è imposto anche nella norcineria (mortadella, salsicce, galatina)



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Ingredienti per 4 persone:

Ingredienti per un vasetto da circa 200 gr

150 grammi di pistacchi  di Bronte non salati
100 grammi di gherigli di noce
Una buona manciata di foglie di basilico
Sale e pepe q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.
30 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato
320 gr di Spaghettoni 

Procedimento
Sgusciate i pistacchi e tuffateli per un minuto in acqua bollente, scolateli ed eliminate la buccia che li ricopre.


Sgusciate le noci, lavate e asciugate il basilico.
Mettete tutti gli ingredienti e un pochino d’olio nel frullatore (l’ideale sarebbe il classico mortaio). Non dovete frullare molto, il composto deve rimanere piuttosto grossolano.


Togliete il composto dal frullatore e mettetelo nel vasetto di vetro, unite il sale, il Parmigiano Reggiano e tanto olio a filo fino ad ottenere una salsa cremosa.


Mettete a cuocere gli spaghettoni in abbondante acqua salata e bollente, scolatela al dente ( ma tenete un bicchiere di acqua di cottura da parte).
Versate la pasta in una padella, unite qualche cucchiaio di pesto (secondo i vostri gusti), fatela saltare in padella unendo un po’ dell’acqua di cottura della pasta fino a formare una salsina. Unite ancora un po’ di pesto, amalgamate e servite.






lunedì 19 febbraio 2018

Cavolo di Pechino (Pétsai) stufato

Il cavolo di Pechino o cavolo cinese (Pétsai), originario della Cina e dell’Asia dell’Est  è ampiamente coltivato anche qui in Italia. In Europa è noto già dal 1700.
Possiede foglie carnose e ampie di colore verde chiaro, simile alla lattuga romana. Il suo sapore è dolce e può essere consumato sia cotto (con una breve cottura) sia crudo in insalata.
Come tutti i cavoli è ricco di vitamina C, A, Sali minerali, potassio, acido folico.
Ne esistono circa 30 varietà , ma quelle più conosciute da noi sono il Pak-choi o Bokchoy,simile al cardo e al sedano, Il Gai Lon chiamato anche Tsai shim o broccolo cinese.
Si differenziano dai cavoli nostrani per il gusto dolce e l’aroma gradevole.
Un piatto particolarmente apprezzato è il cavolo in salamoia con aglio, chili, cipolle e altre spezie.



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Ingredienti per 4 persone:

1 cavolo di Pechino
2 scalogni
4 cucchiai di ketchup
1 cucchiaio di semi di sesamo
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.
   

Procedimento

Togliete le foglie esterne danneggiate del cavolo, tagliatelo a listarelle, lavatelo.


In una casseruole scaldate 4 cucchiai d’olio, aggiungete lo scalogno tagliato a fettine e fatelo dorare, aggiungete le listarelle del cavolo e fatele stufare per 10 minuti.



Salate, aggiungete i semi di sesamo, il ketchup , qualche cucchiaio d’acqua e fate cuocere ancora per 5 minuti.


Servite come accompagnamento a carni o pesci.