domenica 16 febbraio 2025

Castagnole fritte

Le castagnole, insieme alle bugie sono i dolci carnevaleschi più conosciuti e diffusi in tutta Italia, dal Nord al Sud.
La ricetta delle castagnole è sicuramente molto antica: è stato ritrovato nell'archivio di stato di Viterbo un volume manoscritto del Settecento in cui sono descritte ben quattro ricette di castagnole, di cui una prevede la cottura al forno, che quindi non è stata adottata recentemente nell'intento di rendere il dolce più leggero, come spesso si crede.

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Ingredienti per 6 persone:

200 g di farina bianca 00

2 uova
40 g di burro ammorbidito
3 cucchiai di zucchero semolato
1 limone non trattato (solo la scorza)
½ baccello di vaniglia
8 g di lievito per dolci
1 pizzico di sale
Zucchero a velo q.b.
Olio per friggere q.b.

Procedimento

In una ciotola mettete lo zucchero, i semi di vaniglia, la scorza del limone grattugiata, il burro ammorbidito e un pizzico di sale.

Inglobate tutti gli ingredienti poi unite le uova leggermente sbattute e aggiungete, poca alla volta, la farina mescolata con il lievito.
Se le volete più aromatiche, potete aggiungere all’impasto un cucchiaio di grappa.
Mescolate con una forchetta poi impastate a mano finché l’impasto sarà omogeneo ma appiccicoso.
Trasferitolo su un piano di lavoro infarinato e continuate a impastare fino a ottenere un panetto liscio e morbido, se necessario unite altra farina sempre poca alla volta. 
Avvolgete il panetto nella pellicola alimentare e fatelo riposare per 30 minuti.
Trascorso il tempo, prelevate delle porzioni d’impasto e lavoratelo con le mani in modo da ottenere un cordoncino del diametro di circa 2 cm.
Tagliatelo a tocchetti di dimensioni uguali e con le mani dategli la forma di piccole sfere delle dimensioni di una nocciola.
Disponete le palline su di un vassoio infarinato.
Friggetele, poche alla volta, in olio bollente a 170°C rigirandole spesso, fino a quando saranno diventate gonfie e dorate.
Scolatele con un mestolo forato e deponetele su carta da cucina per eliminare l’olio in eccesso.
Servitele calde spolverizzate con lo zucchero a velo.

 

 

mercoledì 12 febbraio 2025

Zuppa toscana con salsiccia

La zuppa toscana con salsiccia è un piatto che incarna al meglio i sapori e la tradizione culinaria della Toscana. Questa regione, famosa per le sue colline, vigneti e uliveti, è anche patria di una cucina rustica e genuina, fatta di ingredienti semplici ma di alta qualità. Le zuppe sono un elemento fondamentale della dieta toscana, spesso arricchite con pane raffermo e verdure di stagione. La zuppa toscana con salsiccia è un piatto che riscalda il cuore e lo spirito, perfetto per le fredde giornate invernali.
Questa ricetta è perfetta per chi cerca un piatto confortante, ricco di sapori e tradizioni. La combinazione di salsiccia, patate e cavolo nero crea un equilibrio perfetto tra dolcezza e sapidità, mentre la panna aggiunge una cremosità irresistibile. Preparando questa zuppa, porterete un pezzo di Toscana direttamente sulla vostra tavola.

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Ingredienti per 4 persone:
 
500 g di salsiccia a nastro
4 patate medie
200 g di cavolo nero tagliato a striscioline
250 ml di panna da cucina
1,5 litri di brodo vegetale
1 cipolla grande tritata
3 spicchi d’aglio tritati
2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale e pepe nero q.b.
Parmigiano Reggiano q.b.
Pane tostato per servire.
 
Procedimento
 
Pelate e tritate finemente la cipolla e l'aglio.
Pelate e tagliate a dadini le patate.
Lavate e sgrondate il cavolo nero poi tagliatelo a striscioline eliminando le parti più dure delle coste.
In una pentola grande, scaldate l'olio d'oliva a fuoco medio, aggiungete la salsiccia sminuzzata e cuocete fino a quando non sia ben dorata e completamente cotta, circa 5-7 minuti.
Una volta cotta, rimuovere la salsiccia dalla pentola e mettetela da parte su un piatto.
Nel fondo di cottura unite la cipolla tritata e fate dorare per 5 minuti, quando sarà trasparente e morbida aggiungere l'aglio tritato e cuocete per un altro minuto, assicurandovi che non bruci.
Aggiungete le patate tagliate a dadini, il cavolo e mescolare bene con la cipolla e l'aglio. Versate il brodo vegetale, salate e portare ad ebollizione.
Abbassate la fiamma e lasciate sobbollire per circa 40 minuti poi unite la salsiccia e la panna.
Mescolate e continuare la cottura a fuoco basso per altri 5 minuti.
Pepate a piacere.
Versate la zuppa toscana in ciotole individuali, spolverate con il Parmigiano Reggiano grattugiato e servire immediatamente con fette di pane tostato.
 
Consigli e varianti

1.      Per una versione più leggera, si può sostituire la panna da cucina con del latte scremato               del brodo aggiuntivo.
2.     Aggiungere peperoncino tritato per una versione più piccante.
3.     Utilizzare salsiccia piccante al posto di quella dolce per una zuppa con più carattere.
4.    
Si può aggiungere anche del finocchio tagliato a fette sottili per un gusto più ricco e                       aromatico.

mercoledì 5 febbraio 2025

Tortino di patate salsiccia e Provola

La Provola è formaggio a pasta filata tra i più conosciuti e amati in Calabria e nel mondo. È prodotto durante tutto l’anno, utilizzando latte vaccino intero crudo di razze meticce e/o razze di vacche da latte, mentre in origine era nato come formaggio preparato esclusivamente con latte di Vacca Podolica. Si presenta come un formaggio a pasta filata di forma tronco-conica. La crosta è compatta, liscia e lucida di colore giallo o bianco avorio in base al tempo di stagionatura. La pasta è in genere poco più chiara della crosta con sapore dolce.
Ottima gustata così, si presta meravigliosamente a ricette di questo tipo o a essere consumata grigliata.


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Ingredienti per 4 persone:

6 patate medie

300 g di salsiccia
200 g di Provola a fette
30 g di Parmigiano Reggiano grattugiato
½ cipolla bianca
Timo, salvia, rosmarino tritati q.b.
20 g di burro per imburrare la teglia
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.

Procedimento

Eliminate la pelle dalla salsiccia e sminuzzatela con una forchetta

Scaldate un cucchiaio d’olio in una padella e unite la mezza cipolla tritata e la salsiccia.
Rosolate il tutto per una decina di minuti a fuoco medio e girando spesso.
Nel frattempo sbucciate le patate, lavatele, asciugatele e tagliatele a fette sottili aiutandovi con una mandolina.
Accendete il forno a 200°C.
Imburrate una teglia da forno e formate uno strato di patate sul fondo, distribuite un pochino di erbe aromatiche, salate leggermente (salsiccia e formaggio sono già molto salati)e ricoprite con metà della salsiccia e con alcune fette della Provola.
Stendete un altro strato di patate e procedete come il primo.
Terminate con uno strato di patate, distribuite le erbe aromatiche e coprite tutto con le fette di Provola rimaste e spolverizzate con il Parmigiano Reggiano.
Infornate nel forno già a temperatura e fate cuocere per trenta minuti (controllate con uno stecchino la cottura: se entra, agevolmente, le patate sono cotte).
Lasciate riposare cinque minuti e servite.

giovedì 30 gennaio 2025

Coq au vin (pollo al vino francese)

Il coq au vin, in lingua francese gallo al vino, è uno dei piatti tradizionali francesi tra i più amati e conosciuti e di cui la Borgogna, l'Alsazia, la Champagne e l'Alvernia ne rivendicano la paternità.
Una leggenda riconduce la ricetta alla conquista della Gallia da parte di Giulio Cesare. Un capotribù degli Arverni, assediato dai Romani, avrebbe fatto pervenire al dittatore un galletto come simbolo del valore dei Galli. Cesare ricambiò la cortesia e i due sedettero insieme ad una cena dove fu servito il coq au vin.

È ricordato nei libri del Commissario Maigret come uno dei piatti preferiti dal protagonista, e come uno dei piatti che sua moglie cucinava.

È una ricetta che si prepara in più fasi iniziando dalla lunga marinatura ma, data la bontà del piatto, vale la pena prepararla.

Nella ricetta originale, per far soffriggere il pollo, non si utilizza l’olio come ho fatto io per alleggerire un pochino la preparazione, ma il grasso d’anatra o lo strutto, a voi la scelta.

È invece fondamentale che utilizziate un pollo ruspante poiché le sue carni sono sode e ben si prestano  alla lunga cottura.

 

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Ingredienti per 4 persone:

1 pollo ruspante da circa 1 kg e mezzo tagliato a pezzi

350 gr di funghi porcini o, in alternativa, di champignon
Una ventina di cipolline
200 gr di pancetta
50 ml di cognac
150 ml di brodo vegetale caldo
2 cucchiai di farina
2 cucchiai d’olio d’oliva extravergine
Sale e pepe q.b.

Per la marinatura

1 lt di vino rosso secco possibilmente Bordeaux

1 scalogno
2 carote
Timo, maggiorana,
2 foglie d’alloro
Qualche foglia di salvia
Qualche bacca di ginepro
1 spicchio d’aglio
Pepe nero in grani

Procedimento

Il giorno prima, preparate la marinatura.

In una capiente ciotola disponete i pezzi di pollo, unite le carote tagliate a cubetti, lo scalogno tagliato a fettine, lo spicchio d’aglio tritato, le erbette, qualche grano di pepe e qualche bacca di ginepro schiacciata.
Versate il vino a ricoprire il tutto, coprite e mettete a marinare in frigo per un giorno, rigirandolo ogni tanto.
Trascorso il tempo scolate i pezzi di pollo e teneteli da parte.
Conservate la marinata per dopo.
Tagliate a listarelle la pancetta.
Scaldate due cucchiai d’olio in una casseruola e unite i pezzi di pollo.
Fate rosolare bene il pollo da tutti i lati poi toglietelo e mettetelo da parte.
Nel fondo di cottura rimasto unite le listarelle di pancetta e fate soffriggere a fuoco vivo per un paio di minuti, poi rimettete i pezzi di pollo e sfumate con il cognac.
Spolverizzate tutto con la farina.
Mescolate bene e versate la marinata con tutte le sue verdure e le erbette, le cipolline, il brodo vegetale, sale e pepe.
Unite anche il brodo vegetale.
Lasciare cuocere il tutto a fuoco basso per circa un’ora e mezza.
Unite i funghi puliti e tagliati a pezzi e continuate ancora la cottura per quindici minuti.
Assaggiate e, eventualmente, aggiustate di sale.
Servite subito il pollo con il suo fondo di cottura accompagnando il piatto con del purè o dei crostini di pane caldi imburrati o della polenta.

 

 

 

sabato 25 gennaio 2025

Petto di pollo ai funghi e panna

La carne di pollo è ricca di proteine nobili indispensabili all’organismo per rinnovare i tessuti, e di aminoacidi ramificati utili nel metabolismo dei muscoli e nell’aiutare allo smaltimento delle tossine che si formano quando si svolge un inteso lavoro fisico. Se eliminiamo la pelle, come in questo caso, risulta relativamente povera di grassi e con un discreto contenuto di vitamine del gruppo B e di ferro. La ridotta presenza di tessuto connettivo e il diametro ridotto delle sue fibre rendono la carne di pollo facilmente digeribile.
I funghi champignon costano poco e hanno il vantaggio che si possono trovare facilmente in tutti i mercati e supermercati in ogni periodo dell’anno. Il cappello del fungo champignon, morbido e carnoso e si presta bene alla preparazione di svariate ricette. Quando acquistate i funghi champignon abbiate l’accortezza di verificare la loro consistenza: è importante, infatti, che i funghi siano sodi e duri al tatto.
Ovviamente per  preparare questa ricetta potete sostituirli con altri tipi di funghi, il procedimento per cucinarli non cambia.
 
 

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Ingredienti per 4 persone:
 
4 fette di petto di pollo non sottili
300 g di champignon
50 g di burro
150 g di panna da cucina
2 scalogni
1 cucchiaio di aceto bianco o di mele
1 cucchiaio di farina
Sale e pepe q.b.
 
 
Procedimento
 
Mondate gli scalogni e tritateli.
Pulite i funghi e tagliateli a fettine.
Scaldate il burro con il cucchiaio d’aceto in una padella, poi aggiungeteci gli scalogni e lasciate imbiondire per 5 minuti.
Unite i funghi, salate e pepate, alzate il fuoco e fate cuocere fino a quando non avranno emesso tutta la loro acqua e questa sarà evaporata.
Fate cuocere le fette di petto di pollo sulla griglia (o sulla piastra o in altra padella) appena unta in modo che siano ben dorate dall’esterno e completamente cotte.
Nel frattempo, stemperate la farina nella panna e versate tutto sugli champignon e lasciate amalgamare tutto, a fuoco basso, mescolando per  un paio di minuti.
Disponete la carne su di un piatto da portata riscaldato: salatela, disponete intorno ad essa gli champignon, irrorate il tutto con la salsa alla panna e servite subito.

domenica 19 gennaio 2025

Spaghetti con salsa di noci

La chiamiamo frutta secca, ma non è frutta. Le noci, le nocciole e le noccioline, i pistacchi, le mandorle sono in realtà il seme della pianta, depositario di sostanze nutritive importanti.
Stavolta parliamo delle noci in particolare.
È ormai “sapienza” diffusa che 3-4 noci al giorno incidono positivamente sulla salute sotto diversi profili. Una funzione è di abbassare significativamente i fattori di rischio cardiovascolare e l’incidenza d’infarti nelle persone sane.
Le noci porterebbero benefici anche nell’abbassare il colesterolo e regolare la pressione sanguigna e sono consigliate a chi soffre di diabete per tenere sotto controllo effetti e rischi secondari della malattia.
Questo seme-frutto è ricco di proteine e carboidrati ma soprattutto di grassi. Dei quali soltanto il 10% sono saturi, cioè grassi “cattivi”. Il resto sono grassi “buoni”, essendo insaturi, e i loro effetti benefici sono ormai ben conosciuti tra il largo pubblico.
Soprattutto sono note le potenzialità preventive e curative degli acidi grassi omega 3, che si trovano anche nel pesce, nei semi, oltre che nella frutta secca, tutti cibi che scarseggiano nelle nostre abitudini alimentari.
Gli omega 3 vengono anche chiamati “acidi grassi essenziali” poiché il nostro organismo non sa produrli mentre i loro poteri di tutela dell’apparato cardiocircolatorio li rendono indispensabili nella nostra dieta.
Si sa anche che sono importanti precursori di molecole implicate nella regolazione infiammatoria, per questa ragione oggi vengono studiati in oncologia come possibili anti tumorali. A oggi, però, i risultati ottenuti non permettono di fare affermazioni certe in questo senso.
Infine, parliamo di fibra: ne occorrono 30 grammi al giorno. Le noci non ne sono particolarmente ricche, ma possono ben contribuire accanto a frutta, verdure, cereali integrali e legumi al fabbisogno quotidiano.
Consumiamole da sole, ovviamente, ma anche come “condimento” d’insalate, pastasciutte, macedonie o nella prima colazione insieme a cereali integrali, latte o yogurt.
 
Tratto da : FondazioneUmberto Veronesi
 

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Ingredienti per 4 persone:
 
320 g di spaghetti non troppo sottili
20 gherigli di noci
2 cucchiai di farina bianca
Mezzo bicchiere di brodo vegetale
1 pizzico di maggiorana secca
1 rametto di rosmarino
2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale q.b.
 
Procedimento
 
Tritate i gherigli di noce con gli aghetti di rosmarino.
Scaldate l’olio in un’ampia padella antiaderente e unitevi la farina.
Fatela tostare leggermente mescolando con un mestolo di legno.
Unite alla farina il trito di noci e rosmarino, la maggiorana, un pizzico di sale e il brodo vegetale.
Lasciate cuocere la salsa a fuoco basso per circa 15 minuti, sempre mescolando.
Mentre la salsa cuoce, mettete sul fuoco una pentola con abbondante acqua salata, portate a bollore e tuffateci gli spaghetti.
Fate cuocere la pasta per il tempo indicato sulla confezione (solitamente tra i 9 e 11 minuti), poi scolateli al dente e condite con il sugo di noci.
Mescolate bene, guarnite con qualche mezzo gheriglio di noci e servite subito in tavola.

mercoledì 15 gennaio 2025

Insalata di radicchio mele e Roquefort

Il Roquefort è un formaggio francese, erborinato, prodotto con latte di pecora, originario di Roquefort-sur-Soulzon (Francia del sud). La caratteristica principale è la presenza di venature blu-verdi (simili a quelle dell'italiano gorgonzola).
Il formaggio viene fatto maturare in un sistema di grotte in cui temperatura e umidità rimangono costanti nel tempo e il gusto varia secondo il tempo di maturazione, che può andare dai tre ai nove mesi; solitamente detto periodo parte nel mese di febbraio per terminare in ottobre.
Le sue origini sono antichissime,infatti, nei giacimenti preistorici della regione è possibile osservare fuscelle per formaggi.
Sin dall'VIII secolo il formaggio di Roquefort è citato in numerosi scritti, atti di donazione e rendite della provincia di Rouergue.
Nel XV secolo, Carlo VI riconosce con lettera patente, confermata dai suoi successori, la necessità vitale di difendere il roquefort. Il 31 agosto 1666 un decreto del parlamento di Tolosa concede agli abitanti di Roquefort-sur-Soulzon l'esclusività della stagionatura.
La sua produzione segue metodi immutati nel tempo. Il roquefort è inoltre l'unico formaggio la cui denominazione d'origine è riconosciuta per legge dal 1925.
Dal 1979 è certificato con l'Appellation d'origine contrôlée (AOC), analogo alla certificazione italiana DOC, e dal 1996 con l'Appellation d'origine protégée (AOP) equivalente francese dell'italiana Denominazione di origine protetta.

 

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Ingredienti per 4 persone:
 
1 cespo grande o 2 piccoli di radicchio rosso tondo di Chioggia
2 mele rosse croccanti (tipo Gala, Ambrosia ecc), non troppo grandi
120 g di Roquefort
5 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Succo di 1  limone
Sale fino q.b.
 
Procedimento
 
Sfogliate il radicchio, lavatelo, sgrondatelo bene,tagliatelo a pezzetti o striscioline (come preferite) e mettetelo in una ciotola o in quattro individuali.
Tagliate il formaggio a cubetti e unitelo al radicchio.
Preparate un’emulsione mischiando l’olio, metà del succo di limone, il sale e miscelate bene.
Pelate le mele e tagliatele a pezzetti, irrorateli con il succo di limone rimasto per evitare che si ossidino e anneriscano e aggiungetele agli altri ingredienti.
Mischiate e servite.
 
 
 

giovedì 2 gennaio 2025

Filetti di pesce all'arancia

Oggi l'arancia è l'agrume più diffuso nel mondo e se ne coltivano centinaia di varietà. Alcuni frutti sono a polpa bionda (ovale, biondo comune, navelina, washington navel, ecc.), altri a polpa rossa per via dei pigmenti antocianici in essi contenuti (moro, tarocco, sanguinello), alcuni più grandi e più belli, altri di aspetto più modesto e dalla buccia più sottile, ma più succosi e dunque adatti per spremute. Solo in Italia più di venti varietà sono coltivate come frutta da tavola e altrettante per spremuta. Le arance dolci non sono consumate solo come frutta fresca ma, soprattutto nel caso di quelle a polpa bionda, sono utilizzate per la produzione di succhi (durante la lavorazione delle quali la buccia, preventivamente separata dal resto del frutto, viene sfruttata per estrarne l'olio essenziale in essa contenuto) e, in misura minore, per la produzione di canditi e frutta essiccata. La maggior parte della vitamina C e delle proprietà benefiche dell'arancia si trova nell'albedo (la parte bianca e spugnosa). Il succo d'arancia ne contiene, infatti, solo il 25%.


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Ingredienti per 4 persone:

8 filetti di pesce a scelta (merluzzo,  nasello, branzino, trota, orata)

100 gr di burro
2 arance bio intere
Succo di tre arance bio
Farina q.b.
Mezzo bicchiere di vino bianco
Sale e pepe q.b. 

Procedimento

Lavate e asciugate bene i filetti, poi infarinateli.

Ponete sul fuoco un largo tegame che possa contenerli tutti (se non lo avete usate due tegami) e fate fondere a fuoco molto basso.
Nel frattempo pelate al vivo le due arance e tagliatele a fette.
Appena il burro sarà sciolto adagiate le fette di arancia nel condimento e fatele scaldare un attimo: poi levatele e tenetele da parte in caldo.
Al loro posto mettete i filetti di pesce e fateli dorare da ambo i lati, salateli, pepateli, e spruzzateli con il vino bianco.
Fatelo evaporare a fuoco vivace, versate il succo delle tre arance e lasciate leggermente restringere il fondo di cottura.
Versate un pochino del sughetto nel piatto o nei piatti di portata, adagiate sopra i filetti, guarnite con le fette d’arancia che avevate tenuto da parte.
Affiancate  delle verdure miste, irrorate con il resto del condimento e servite subito.

martedì 31 dicembre 2024

Buon anno!

 

Auguro gioia e serenità a chi è stato ferito dalla vita, salute a chi non l’ha, amore a chi lo sta cercando, abbracci e sorrisi sinceri agli amici di sempre, prosperità e felicità a quelle persone che ci sono sempre, come voi. Auguri!



lunedì 23 dicembre 2024

 Tantissimi auguri di Buone Feste!



Il presepe

Natale. 
Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l’asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v’è pace nel cuore dell’uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?


Salvatore Quasimodo

domenica 15 dicembre 2024

Insalata di sedano rapa cavolo rosso, verde e carote

Il sedano rapa (Apium graveolens var. rapaceum) è un ortaggio della famiglia delle Ombrellifere. Noto anche come sedano di Verona, è coltivato soprattutto nelle Regioni del nord dell’Italia mentre nel resto del paese è quasi sconosciuto. È un ortaggio coltivato principalmente per la sua particolare radice che appare sferoidale, barbuta e bitorzoluta, marroncina esternamente e biancastra al suo interno, ruvida al tatto. Il momento ideale per l’acquisto di quest’ortaggio è quando la radice raggiunge il suo peso ideale, stimato tra i 600 e 700 grammi.

Al sedano rapa sono attribuite importanti proprietà paragonabili a quelle del sedano comune – disintossicanti, diuretiche e antinfiammatorie – utili contro un ampio spettro di disturbi tra cui reumatismi, affezioni polmonari e insufficienza epatica. Grazie all’elevato quantitativo di fibre, inoltre, il sedano rapa aumenta il senso di sazietà, aiuta a ridurre la presenza di colesterolo e trigliceridi nel sangue e facilita l’attività intestinale.
Poiché nel sedano rapa sono contenute delle proteine potenzialmente allergizzanti, è bene che i soggetti con ipersensibilità o allergie alimentari prestino particolare attenzione al consumo di quest’ortaggio.

 

Fonte: Humanitas


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Ingredienti per 4 persone:

 

Mezzo sedano rapa

80 g di cavolo rosso

80 g di cavolo verza

3 carote medie

5 cucchiai di olio extravergine d’oliva

Aceto di vino bianco q.b. (secondo i vostri gusti)

Sale fino q.b.

Pepe bianco q.b. (facoltativo)

 

Procedimento

 

Prelevate le foglie più interne dei cavoli (le altre potete usarle per fare un buon minestrone o per stufarle).

Tagliatele a striscioline, lavatele, sgrondatele bene e mettetele in una ciotola.

Pelate il sedano rapa e le carote, lavate, asciugate e tagliate a julienne (bastoncini sottili), inserite tutto nella ciotola con i cavoli.

Preparate un’emulsione miscelando insieme l’olio, l’aceto, il sale e il pepe.

Mischiate bene e servite.

 

 

 

lunedì 9 dicembre 2024

Fusi di tacchino al forno

In questi ultimi anni la cultura alimentare è cambiata adattandosi alle nuove esigenze di gusto, allo stile di vita, alle capacità di spesa, alle conoscenze nutrizionali.
I consumatori sono più attenti a ciò che portano in tavola e si sono riscoperti cibi che, nel corso degli anni, erano stati un po’ dimenticati. Tra questi il tacchino che, nonostante fosse presente in Spagna fin dal 1519, importato dall’America da Cristoforo Colombo e diffuso in tutta Europa dai Gesuiti, fino a poco tempo fa era considerato un patrimonio della cultura anglosassone, un alimento quasi esclusivamente natalizio.
Oggi sappiamo che le carni di questo grosso volatile, che può raggiungere e superare il peso di quindici chili, sono ricche di proteine nobili, con una percentuale molto bassa di grassi, adatte ad una dieta ricca e leggera allo stesso tempo.

“La carne di tacchino ha un eccellente contenuto proteico e, considerato il fatto che possiamo consumarlo senza la pelle, è da considerarsi tra le più magre. Poi, se consideriamo la qualità dei suoi grassi, scopriamo che il contenuto d'acido linoleico (che è un acido grasso essenziale molto importante) nel tacchino è quasi 10 volte superiore a quello d'altri tipi di carne. Non solo, ma il contenuto di colesterolo è tra i più bassi: si tratta di 8 -8,25 mg per cento grammi di parte edibile contro un valore che varia da 70 a 125 mg nella carne di manzo e da 70 a 105 mg in quella di maiale.
Ricapitolando i vantaggi del tacchino consistono in un elevato contenuto proteico e discreto contenuto di ferro e zinco, contenuto in grassi ridotto (nel petto di tacchino, secondo i nutrizionisti, sono solo l’1,56 per cento) e ottimo rapporto tra grassi polinsaturi e insaturi.”

(Professor Aldo Mariani – Istituto della Nutrizione di Roma)

L’allevamento intensivo del tacchino si differenzia da quello degli altri avicoli perché, per crescere, necessita di ampi spazi in cui potersi muovere e camminare. È allevato su una lettiera di truccioli di legno in stanzoni luminosi e molto vasti.
L’alimentazione consiste in un mangime costituito prevalentemente da granoturco o frumento, soia, glutine di mais e crusca cui sono aggiunte vitamine ed oligominerali.
La versatilità di questa carne si presta a tutti i tipi di preparazione, in umido, al forno, bollita, alla griglia.
La fesa è il petto del tacchino da cui ricavano le fettine. È la parte più magra e la più ricca di proteine nobili. Possiamo utilizzare la fesa per le rollate, per i bocconcini, per bolliti magri e gustosi.
Le cosce intere formate da cosce e fusi, possono trasformarsi in un robusto arrosto o, private della pelle e cotte a vapore, tagliate a dadini, in una deliziosa insalata.
Le cosce (parte superiore) hanno la carne rossa e si possono disossare e farcire.
I fusi sono la parte inferiore della coscia sono ottimi stufati.
Dalla parte più grossa dei fusi si ricavano gli ossibuchi. Sono un’economica e ottima alternativa a quelli di manzo.
Infine, possiamo preparare degli ottimi spiedini utilizzando bocconcini di coscia e fesa intervallati da pezzetti di peperone, cipolline o quanto la vostra fantasia vi suggerisce.

 

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Ingredienti per 4 persone:

2 fusi di tacchino

Salvia, rosmarino, maggiorana, timo q.b.
1 spicchio d’aglio
Olio extravergine q.b.
Sale fino q.b.
Pepe q.b.

Procedimento

Tritate insieme tutti gli aromi e lo spicchio d’aglio, unite il sale e il pepe macinato al momento.

Versate un filo d’olio sui fusi e massaggiateli con il composto di aromi, pepe e sale.
Disponeteli su di una teglia ricoperta da carta da forno e infornate (forno statico e già a temperatura di 180°).
Lasciate cuocere per circa un’ora rivoltando la carne almeno una volta.
Accompagnate con verdure stufate o patate arrosto o una fresca insalata.

 

 

 

 

 

 

 

venerdì 6 dicembre 2024

Pere con formaggio blu erborinato

Il formaggio blu di capra è un erborinato a base di latte crudo caprino. Un formaggio a pasta bianca delicatamente venata di blu/verde e dal sapore dolce e leggermente piccante, la cui intensità aumenta con il prolungarsi della stagionatura, che di solito varia fra i 45 e 60 giorni.
Ideale da abbinare con un buon vino rosso ma anche con un passito di buona struttura.
La pera Williams è un’antica varietà antica di origine inglese, selezionata alla fine del ‘700 e diffusa in Italia principalmente nella pianura del Po.
Dal punto di vista botanico la forma dei frutti di Williams è definita “cidoniforme”, ( “a fiaschetto” nel linguaggio comune).
Il colore della buccia è variabile dal verde al giallo in relazione allo stato di maturazione più o meno avanzato, con zone rugginose più o meno estese. Occasionalmente i frutti possono presentare una colorazione rosso-rosata dell’epidermide nelle parti più direttamente esposte al sole. I frutti più verdi sono croccanti e molto succosi. Mano a mano che la buccia assume una colorazione progressivamente più gialla, la polpa ( che è succosa, bianca, fondente, dolce e zuccherina e dall’aroma tipico) diventa sempre più morbida e fondente.
L’unione della dolcezza della pera con il sapore leggermente piccante del formaggio e la sapidità della bresaola creano un’armonia di sapori unica.


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Ingredienti per 4 persone:

3 pere Williams non eccessivamente mature

150 gr di  Roquefort (formaggio erborinato blu di capra)
100 g di bresaola
Succo di limone

 Procedimento

Tagliate a fette il formaggio.

Arrotolate le fettine di bresaola.
Lavate le pere, asciugatele e tagliatele a spicchi, spruzzateli con il succo di limone per evitare che anneriscano.
Deponeteli su di un vassoio o un piatto da portata, distribuite su ognuna una fettina di formaggio.
Infilate i rotolini di bresaola su di uno stecchino e poi inseritelo nel formaggio e nella pera.
Servite subito.

 

 

 

 

 


giovedì 28 novembre 2024

Sgombri al forno

Lo sgombro o maccarello è un pesce azzurro di medie dimensioni che si nutre di piccoli pesci come le sardine e le alici.  Ha il corpo affusolato, di colore azzurro metallico sul dorso, bianco argenteo sul ventre, con strisce scure disposte irregolarmente sul dorso e sui fianchi, la lunghezza più frequente è tra i 20 e i 40 cm. Lo sgombro vive in tutto il Mediterraneo e gran parte dell’Atlantico orientale. Ha carni bianche, delicate, molto apprezzate sia fresche che sotto sale. Quelli pescati nel mare Adriatico sono particolarmente apprezzati per la morbidezza delle carni, che rimangono tali anche quando sono cotte alla griglia. Questo pesce è, tra i pesci azzurri, quello con maggiori proprietà salutari, è considerato dai nutrizionisti una sorta di integratore vitaminico e proteico.
È facilmente digeribile e ricchissimo di Omega3 che rendono il suo consumo ideale per contrastare il colesterolo e l’accumulo di tossine nel sangue.

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Ingredienti per 4 persone:
 
4 sgombri medi
2 limoni bio
4 rametti di maggiorana
4 rametti di timo
4 spicchi d’aglio (facoltativi)
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale rosa q.b. (ma potete utilizzare qualunque tipo di sale grosso).
 
Procedimento
 
Eviscerate i pesci (o fateli pulire dal pescivendolo), lavateli bene e asciugateli con la carta da cucina e praticate quattro o cinque tagli obliqui.
Lavate i limoni e affettate delle fette sottili.
Sul fondo di una pirofila da forno mettete  quattrofettine di limone e disponete sopra  uno sgombro.
Allargate leggermente la pancia e inserite lo spicchio d’aglio, le erbette, qualche grano di sale.
Inserite mezza fettina di limone in ogni taglio obliquo.
Continuate così anche per gli altri tre.
Irrorate con un filo d’olio e inserite nel forno (statico) già caldo a 200° per 20/30minuti, il tempo di cottura dipende dalle dimensioni del pesce.
Sfornate e servite.
 
 
 
 
 
 

lunedì 25 novembre 2024

Tapenade

La tapenade è una gustosissima salsa, tipica della cucina provenzale, ma diffusa in tutta la Francia, le cui origini risalgono a molto più indietro nel tempo.
Gli antichi romani, ad esempio, preparavano già una salsa simile a base di olive, capperi e olio.
Il nome “tapenade” deriva dal termine provenzale “tapeno”, che significa cappero.
Inizialmente era composta solo da tre ingredienti: olive nere e capperi e olio, a cui si sono poi aggiunte, nel XIX secolo le acciughe sotto sale raggiungendo così la composizione attuale.
Tradizionalmente tutti gli ingredienti erano pestati in un mortaio aggiungendo, poco alla volta, dell’olio d’oliva; ai nostri giorni utilizziamo il più comodo frullatore, ma i puristi sostengono che quella preparata con il mortaio sia più gustosa grazie alla composizione più rustica.
Come tutte le ricette di estrazione popolare anche qui si trovano alcune varianti,per esempio c’è ci aggiunge uno spicchio d’aglio, un pochino di succo di limone, o delle erbe aromatiche di stagione o del vino rosso o del brandy.
Sono tutte ottime ugualmente; la cosa fondamentale rimane la qualità degli ingredienti che deve essere ottima.
Ai nostri giorni, e con la fretta che ci caratterizza, le acciughe sott’olio hanno occupato il posto di quelle sotto sale e i capperi sottaceto di quelli sotto sale.
Infiniti solo gli utilizzi di questa salsa; si può utilizzare per preparare le classiche tartine, crostini, condire primi piatti, accompagnare carni o pesci o per insaporire sughi di pomodoro o vinaigrette per condire le insalate.
Dopo la preparazione può essere conservata, per una settimana, in frigorifero in un barattolo di vetro con chiusura ermetica e coperta con abbondante olio d’oliva.
 

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Ingredienti per un barattolo tipo Bormioli da 250 g

200 g di olive nere denocciolate
50 g di capperi sottaceto
4 filetti d’acciuga sott’olio
180 g di olio extravergine d’oliva

Procedimento

Sciacquate i capperi e asciugateli bene con della carta da cucina e metteteli in un mortaio,unite le olive e i filetti di acciuga e iniziate a pestare aggiungendo poco alla volta dell’olio.
Quando avrà raggiunto la giusta consistenza, che dovrà essere piuttosto rustica, mettetela nel barattolo di vetro e aggiungete tutto l’olio rimanente.
Chiudete ermeticamente e ponete in frigorifero.
Per accorciare i tempi, potete utilizzare un frullatore seguendo sempre lo stesso procedimento, ma mantenendo sempre la medesima consistenza rustica.
Come spiegato sopra, potete preparala nelle varie varianti che più v’ispirano.
La tendenza attuale è quella di prepararla, in una versione più delicata, con le olive verdi.