domenica 3 novembre 2019

Polpette di zucca

Questo meraviglioso ortaggio, tipicamente autunnale ha, molto probabilmente, origini centro americane: i semi più antichi sono stati ritrovati in Messico e risalgono a oltre 4.000 anni fa. Furono i nativi americani, per cui la zucca era un alimento base della dieta, a insegnare la loro coltivazione ai primi coloni che la portarono in Europa insieme al mais, al tabacco, ai peperoni e alle patate.  La zucca appartiene alla famiglia delle Cucurbitaceae, la stessa delle zucchine, che non sono altro che il frutto immaturo. Il ciclo vitale della pianta è annuale, si coltivano in primavera-estate e la raccolta è tipicamente autunnale.
Le qualità nutrizionali della zucca sono molteplici, contiene vitamina E, C, acido folico, pro-vitamina A, vitamine del gruppo B. Sali minerali come potassio, fosforo, ferro e magnesio, e infine i caroteni cui deve lo splendido colore arancione.
I carboidrati ammontano al 3,5% e l’indice glucidico è basso per cui, nonostante il gusto dolcissimo è l’ortaggio più efficace per controllare il metabolismo degli zuccheri, il suo consumo è quindi indicato per i diabetici e gli ipertesi.
Infine, la zucca, possiede proprietà digestive, diuretiche, lassative e rinfrescanti.
In fitoterapia sono utilizzati i semi che contengono cucurbitina, tocofenoli, tocotrienoli, steroidi (1%) proteine, pectine e modeste quantità di sali minerali quali manganese, zinco, selenio e rame.


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Ingredienti per 4 persone 

700 gr di zucca
3 cucchiai di Parmigiano Reggiano grattugiato
4 cucchiai di mais per impanature
1 uovo
1  cucchiaino di maggiorana secca o due rametti di fresca
Mais per impanare q.b.
Olio per friggere q.b.
Sale e pepe q.b.

Procedimento

Pulite la zucca eliminando la scorza.
Tagliatela a fette non troppo spesse e fatela cuocere in forno a 180°C per 25/30 minuti.
Toglietela dal forno, mettetela in una ciotola e schiacciatela con i rebbi di una forchetta, non frullatela perché diventerebbe troppo acquosa.
Unite il Parmigiano Reggiano, la maggiorana, il mais per impanature, sale, pepe e l’uovo.
Amalgamate bene il tutto e se il composto fosse troppo morbido aggiungete ancora un pochino di mais.


Una volta raggiunta la giusta densità, prelevate una noce  del composto e arrotolatelo tra i palmi a formare una polpettina.


Continuate così fino ad esaurire tutto l’impasto.
Passate ora le polpettine nel mais  per impanature e friggetele in olio ben caldo per qualche minuto.
Scolatele con una schiumarola e mettetele su carta da cucina per eliminare l’unto in eccesso.
Servite subito.




lunedì 28 ottobre 2019

Cupcake stregati

Fin dai tempi più remoti esiste, in tutte le culture, la tradizione di donare cibo ai morti. Gli Egizi e, non solo, avevano la consuetudine di mettere del cibo nelle tombe dei loro morti affinché fosse di ristoro per il loro viaggio verso l’Adilà. Nella  comunità cristiana del 835 d.c. Papa Gregorio Magno spostò la festa di Ognissanti dal 13 di maggio al 1 novembre. La stretta associazione con la festa dei defunti fu istituita  il giorno dopo, 2 novembre, solo nel 998 d.c..
In  onore dei cari scomparsi  ci si mascherava da angeli, santi e diavoli e si accendevano falò. Fu Papa Sisto IV, nel 1474, a rendere obbligatoria la solennità in tutta la Chiesa d’Occidente.
I cibi offerti alle anime dei defunti, che tornano dall’aldilà nel giorno a loro dedicato, simboleggiano i doni che portano dal cielo e, contemporaneamente,  come nell’antico Egitto,  il conforto per il loro viaggio.
Un’abitudine  per esorcizzare la paura della morte e dell’ignoto.
Nasce così una tradizione culinaria dedicata a questa festività.
Oggi la nostra cultura risente fortemente dell’influenza della cultura americana e non solo e le nostre tradizione sono soppiantate a poco a poco dalle loro. Oggi parliamo sempre meno  di commemorazione dei defunti, ma  festeggiamo Halloween.
Pochi sanno però che Halloween non è una festa nata in America; le sue origini  sono irlandesi e risalgono ai Celti. Il nome Halloween è una forma contratta di All Hallows’Eve ovvero Vigilia di tutti i Santi.
Questo giorno corrispondeva al capodanno celtico (Samhain) che, per questo popolo di pastori, iniziava il 1 novembre quando le greggi venivano riportate e a valle per via del freddo imminente.
Lo Samhain era una festa in cui si  celebrava l’inizio di un nuovo anno e la fine del bel tempo e quindi la morte era il tema principale di questo evento.
Finiva la bella stagione, la terra cessava le sue produzioni in superficie, ma sottoterra comunque rinasceva qualcosa. Secondo le leggende celtiche proprio in questa occasione Samahin chiamava a sé gli spiriti dei morti e permetteva loro di vagare sulla terra mescolando il mondo dei vivi con quello dei defunti, in un atmosfera a metà strada tra festeggiamento e terrore, tra paura e allegria.
Nella notte del 31 ottobre i Celti accendevano fuochi nei boschi,  indossavano maschere e compivano sacrifici animali, poi vagavano alla luce delle lanterne per tre giorni  indossando le pelli degli animali sacrificati al fine di spaventare i defunti e costringerli a tornare sottoterra.


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Ingredienti per 14/15 muffin

400 gr di farina
180 gr di burro
180 gr di zucchero
1 bicchiere di latte
2 uova intere e 1 tuorlo
4 cucchiai di cacao
100 gr di cioccolato fondente
1 buccia grattugiata di limone
1 bustina di lievito per dolci
1 bustina di vanillina
1 pizzico di sale

Per il frosting (rifinitura) alla crema di burro

160 gr di burro freschissimo
160 gr di zucchero a velo
2 albumi d’uovo
Una puntina di zafferano per dare il colore giallo
Qualche goccia di cioccolato per decorare

Procedimento

Accendete il forno a 180°. Mettete in una ciotola lo zucchero, la vanillina
e il burro ammorbidito a temperatura ambiente e mescolate tutto energicamente (l’ideale
sarebbe usare le fruste elettriche), aggiungete il sale e la scorza di limone e continuate a sbattere fino a quando il composto risulterà cremoso.
In un’altra ciotola versate le uova, il tuorlo e il latte e sbattete tutto con una forchetta.
Incorporate,poco alla volta, il composto ottenuto alla crema di burro e zucchero continuando sempre a mescolate fin quando la consistenza risulterà omogenea e gonfia.
Mischiate il lievito alla farina e uniteli, setacciandoli, al composto facendo attenzione a non formare dei grumi. Quando l’impasto risulterà cremoso incorporate il cacao e il cioccolato fuso e amalgamate.
Mettete il composto, a cucchiaiate, negli appositi stampi imburrati e infarinati, riempiendoli quasi fino al margine. Infornateli per 20/25 minuti, spegnete il forno e lasciateli riposare, a sportello aperto, per 5 minuti.

Nel frattempo preparate la crema per la guarnizione.

In una padella antiaderente appena unta con il burro fate cuocere la polpa di zucca tagliata a dadini, frullatela e se è molto liquida mettetela in un colino. Quando sarà ben asciutta unite  un cucchiaino di zucchero a velo.
In un pentolino mettete lo  zucchero e lo zafferano (pochissimo solo per dare colore) insieme a 30 gr d'acqua e portate a bollore, a fuoco basso,spegnendo dopo circa 3 o 4 minuti.
Montate a neve i due albumi d’uovo con una frusta elettrica o con la planetaria e versate a filo il composto caldo. Continuate a montare fino al completo raffreddamento. Quando il composto sarà freddo noterete il cosiddetto becco d’uccello, cioè  una sorta di punta sulla parte finale della frusta. Lasciate raffreddare.
Lavorate il burro ammorbidito con le fruste e incorporarlo, poco alla volta al composto di zucchero e uova lavorando sempre con le fruste.
Mettete la crema in un sac-à-poche e decorate la superficie dei cupcake (completamente raffreddati) , guarnite con gocce di cioccolato o zuccherini.







lunedì 21 ottobre 2019

Zuppa del boscaiolo

I funghi chiodini  sono  funghi  che crescono sui ceppi degli alberi. Sono ottimi ma devono essere trattati prima di poter essere utilizzati per qualsiasi preparazione per eliminare le tossine termolabili in essi  contenute e che si eliminano facendoli bollire per 10 minuti e schiumando. Scolateli bene e poi potete procedere alla cottura che preferite.
Diversamente, per questa preparazione potete usare qualsiasi altro tipo di fungo.


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Ingredienti per 4 persone:

200 gr di funghi chiodini
240 gr di  petto di pollo
50 gr  di mirtilli
1  cipolla bianca di Voghera
1 carota
3 patate
2 pomodori
8 cimette di cavolfiore romano
200 gr di pane tostato
1 pizzico di erbette di Provenza secche.
2 lt di acqua
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.

Procedimento

Come detto sopra, pulite i funghi, lavateli velocemente e fateli  bollire per 10 minuti schiumando. Scolateli bene.
Pulite tutti gli ortaggi.
Tagliateli tutti  a dadini, dividete le cimette di cavolfiore.
Tagliate a dadini anche  i  gambi dei  funghi, le cappelle più grandi dividetele a metà le altre lasciatele intere.
Tagliate il pollo a striscette.
In una casseruola mettete a scaldare 4 cucchiai d’olio e fate stufare per qualche minuto la cipolla , la carota, la patata e i funghi.
Unite il pollo, i pomodori, il cavolfiore, le erbette di Provenza, l’acqua e aggiustate di sale.
Fate cuocere per 25  poi unite i mirtilli. Continuate la cottura per un paio di minuti.
Spegnete, irrorate con un pochino di olio crudo e servite con i crostini di pane.


giovedì 10 ottobre 2019

Crocchette di pesce e salsa ai frutti di bosco


Il termine "frutti di bosco" identifica un insieme di frutti che sono reperibili nel sottobosco o, più genericamente, nelle macchie di vegetazione selvatica (nonostante siano oggetto di colture agrarie). Hanno un impiego gastronomico estremamente diffuso e variegato e sono impiegati prevalentemente freschi aggiunti a yogurt, bavaresi, mousse , gelati e altri dolci al cucchiaio, tuttavia sono ottimi anche cucinati con brasati di selvaggia, risotti, paste ecc..
I frutti di bosco più conosciuti e consumati sono: mirtilli rossi e neri, lamponi, more, fragole, ribes rossi e neri, uva spina, more di gelso, bacche del sambuco, amarene, uva spina.
Sono ricchi di vitamine e antiossidanti utilissimi al buon funzionamento del nostro organismo.



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Ingredienti per 4 persone

400 gr di merluzzo
200 gr di patata bollita
200 gr di more
200 gr di mirtilli
2 uova
100 gr di farina di mais per impanature
150 di nocciole già sgusciate, tostate  qualità Tonda gentile del Piemonte
10 rametti di prezzemolo
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.


Procedimento

Lavate delicatamente i frutti di bosco, asciugateli e metteteli nel frullatore con un cucchiaino d’olio e un pizzico di sale.
Frullate fino ad ottenere una crema omogenea e mettete in frigorifero.
Fate bollire il merluzzo  e, separatamente , le patate.
In una ciotola mettete il nasello e le patate,  con i rebbi di una forchetta schiacciate il tutto.
Unite il prezzemolo tritato, tre cucchiai di farina di mais e le uova , salate.


Impastate bene tutti gli ingredienti fino ad ottenere un composto morbido e omogeneo.
Formate prima delle palline poi modellatele a forma di pesce.
Tritate le nocciole e unitele alla farina di mais rimasta.
Impanate i pesciolini .
Coprite la leccarda con della carta da forno, irrorate con un pochino d’olio e infornate (forno statico preriscaldato a 200°C).
Fate cuocere per 15/20 minuti (finché risulteranno dorati).
Sfornate e servite con la salsa di frutti di bosco.



venerdì 20 settembre 2019

Focaccia all'uva nera gorgonzola e toma

Una focaccia insolita ma buonissima e semplice da realizzare.
L’uva è ricca di vitamine A,B e C, di fibre  e di sali minerali quali calcio, ferro, magnesio, fosforo e potassio. Grazie all’elevata presenza di zuccheri semplici è un alimento altamente energetico e facilmente assimilabile. L’uva ha proprietà antiossidanti, antianemiche e anticancro.
Per l’alto contenuto di zuccheri il consumo è sconsigliato ai diabetici.



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Ingredienti per 4 persone

300 gr di pasta di pane lievitata
500 gr chicchi di uva nera
150 gr Gorgonzola cremoso al cucchiaio
150 gr di Toma
Timo q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.

Procedimento

Dividete a metà ogni chicco d’uva e privatelo dei semi.
Dividete la pasta di pane a metà e allargatela con le mani unte con un pochino d’olio a formare due dischi.
Adagiate un disco di pasta in una tortiera del diametro di circa 24 centimetri di diametro ricoperta con carta da forno.
Distribuite sopra metà dei chicchi d’uva , il Gorgonzola, la Toma tagliata a fettine sottili e spolverizzate con un po’ di timo.
Sovrapponete l’altro disco e premete bene nei bordi, distribuite sopra i chicchi d’uva rimasti, un po’ di timo.
Irrorate con un filo d’olio e infornate (forno già caldo a 200°C) per 30/25 minuti.
Se dovesse colorirsi troppo, copritela con un foglio d’alluminio.
Sfornate, lasciate riposare qualche minuto e servite.




martedì 17 settembre 2019

Calamarata in insalata sciuè sciuè

Calamarata Daunia & Bio: “ La pasta con l’anima”. Questa pasta è stata prodotta utilizzando semola di grano duro Senatore Cappelli coltivato, con metodo biologico, dai soci della O.P. Daunia & Bio.
Le semole ottenute dalla macinazione del grano duro Senatore Cappelli sono caratterizzate da notevoli proprietà  nutrizionali conseguenti alla quantità e alla qualità delle proteine in esse contenute, tali da conferire alla pasta le prerogative di resistenza alla cottura (pasta al dente) e di colore giallo ambra tipiche della pasta italiana.
La cooperativa Daunia & Bio è una Organizzazione di Produttori Agricoli, operanti nel territorio di Foggia, nel nord della Puglia,  e garantisce al consumatore l’origine, la sicurezza alimentare, la qualità delle proprie produzioni, valorizzando le tipicità dell’area, e favorendo così lo sviluppo economico e sociale della Daunia.
Per la O.P. Daunia & Bio Soc. Coop.,  i prodotti da agricoltura biologica sono da considerarsi tipici per eccellenza, in quanto solo il rispetto della natura e dell’ambiente di riferimento permettono di conservare pienamente la cultura e le tradizioni locali.
I metodi colturali escludono l’uso di prodotti chimici (concimi, insetticidi, fungicidi, diserbanti, etc., perseguendo un modello di sviluppo sostenibile, in cui l’agricoltore si  assume il compito di garantire sia la salute dei consumatori, sia la tutela dell’ambiente.
Il prodotto è controllato a partire dal seme, coltivato senza trattamenti chimici, fino alla temperatura di essiccazione, che non deve superare i 60° C. Infatti, nella produzione, la pasta viene asciugata a basse temperature per non alterare proteine ed enzimi. Per selezioni speciali sono impiegate la macina a pietra e l’acqua di sorgente. La pasta biologica ha un buon contenuto di sali minerali e di vitamine, in particolare di vitamine P e B, importanti per il sistema nervoso.
Anche l’olio che ho utilizzato , extravergine  San Martino prodotto meccanicamente e a freddo, proviene dalla splendida e fertile terra di Puglia.
E’ prodotto dall'Azienda Agricola Masseriola che sorge nella parte meridionale del Subappennino Dauno, in agro di Ascoli Satriano, ad un'altitudine di circa 300 metri sul livello del mare.
Da ormai 50 anni, Masseriola dedica 30 ettari alla coltivazione dell'olivo di varietà Coratina e Moraiolo. L'azienda, inoltre, segue i metodi dell'agricoltura biologica per la coltivazione dell'olivo dal 1996, ed aderisce al Consorzio di tutela dell'olio extravergine d'oliva DOP "Dauno".
Le olive migliori vengono raccolte per brucatura, ossia direttamente dalla pianta, e sottoposte a molitura entro 24-36 ore. con un sistema di frangitura mediante macine di pietra. L’olio “Masseriola” è oggi riconosciuto a livello internazionale fra i migliori oli a certificazione biologica e D.O.P.
L'alta qualità di quest’olio si esprime attraverso il colore dal verde al giallo. Il suo sapore fruttato, l'odore di fruttato medio con sentori di frutta fresca e note ben equilibrate di amaro e piccante, il bassissimo grado di acidità lo rendono ideale per qualsiasi tipo di ricetta, ma specialmente per questa donandole un gusto particolare.
Sia la O.P. Daunia & Bio Soc. Coop. sia l'Azienda Agricola Masseriola aderiscono al circuito Qui da Noi- Cooperative Agricole - Confcooperative



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Ingredienti per 4 persone:

3 mezzi peperoni  piccoli (verde, giallo, rosso)
4 cucchiai d’olio extravergine San Martino ( Azienda Agricola Masseriola)
2 cucchiai di capperi sotto sale
3 cucchiai di olive taggiasche
Origano  q.b.
Sale q.b.

  
Procedimento

Dissalate i capperi tenendoli a bagno per circa 20 minuti e cambiando spesso l’acqua.
Lavate i peperoni, pelateli (con l’apposito attrezzo o con il pela carote), tagliateli a metà, eliminate i semi e le coste bianche e tagliateli a listarelle ( òe metà restanti potete utilizzarle per preparare un'ottima insalata mista).
Scaldate 4 cucchiai d’olio in una padella e unite le listarelle di peperone.
Lasciatele dorare per una decina di minuti.
Gli ultimi 5 minuti aggiungete le olive, i capperi e l’origano.
Assaggiate e, se è il caso (i capperi e le olive sono già molto salati), aggiustate di sale.


Lasciate raffreddare e mettete in frigorifero.
Nel frattempo cuocete in abbondante acqua bollente salata la pasta per circa 20/25 minuti.
Scolate bene, mettetela in un piatto da portata,  unite un filo d’olio mescolate  e lasciate raffreddare.
Quando sarà completamente raffreddata aggiungete il condimento e servite.








Si ringraziano le cooperative e le aziende per la fornitura degli ingredienti per la realizzazione della ricetta.


giovedì 12 settembre 2019

Paella catalana

La paella è un piatto tipico spagnolo ma  si è diffuso anche nel nostro paese. Una ricetta popolare molto antica che vede l’unione di diversi ingredienti. Il nome deriva da “paella” o “paellera” che in valenciano significa grande padella. La ricetta risale al XV/XVI secolo. Si  preparava  questo piatto all’aperto utilizzando legno di ciliegio, di cui la regione è ricca, perché questo tipo di legno ha una buona capacità di mantenere il calore e dava un certo aroma leggermente affumicato al piatto.
Lo zafferano è uno degli ingredienti principe di questa ricetta ed è uno degli alimenti più ricchi di carotenoidi che  conferiscono il caratteristico colore giallo-oro agli alimenti, contiene inoltre anche vitamina A, B1 e B2.
E’ uno dei più potenti antiossidanti, contrasta i radicali liberi e favorisce le funzioni digestive.
Si ricava dagli stigmi del fiore di Crocus sativus: pianta erbacea perenne, nasce spontanea in Asia Minore e nell’Europa orientale,  è coltivata anche in Italia dove esistono cultivar estese in Sardegna, Umbria e Marche.
Proprio nelle Marche lo zafferano, grazie all’eccellenza della sua fragranza,  ha  ottenuto la Denominazione di Origine Protetta (DOP).
Per le aree interne a questo territori  questa spezia ha rappresentato per secoli una delle fonti principali di reddito, al pari dell’allevamento ovino.
Si racconta che in Spagna, nel XII secolo ci fu l’incontro tra il prezioso fiore e il monaco domenicano Santucci, originario di Navelli in provincia dell’Aquila. Egli era membro della Santa Inquisizione ed era grande appassionato di agricoltura.
La leggenda narra che il monaco portò di nascosto tre bulbi a Navelli con la speranza che qui potessero dare buoni frutti. Per realizzare il suo progetto apportò delle correzioni alle pratiche colturali spagnole cercando di adattarle al clima ed al suolo della zona, sviluppando per la prima volta la coltura a ciclo annuale.
Lo zafferano trovò nella Piana di Navelli un habitat ideale e nacque un prodotto di gran lunga superiore a quello coltivato altrove. La diffusione ed il successo dello zafferano di Navelli vanno di pari passo con la storia della città di L’Aquila. Nel XIII sec. L’Aquila era appena sorta e subito divenne famosa per il pregiato zafferano, che, dalla zona dell’Altopiano di Navelli, si estese a tutto il territorio circostante, dando vita a un commercio imponente con le città di Milano e Venezia e con alcune città estere quali Francoforte, Marsiglia, Vienna, Norimberga ed Augusta.
Proprio da questa splendida terra arriva lo zafferano che ho utilizzato per questa ricetta e che viene prodotto dalla Cooperativa “Altopiano di Navelli” che fa parte del circuito Qui da Noi- Confcooperative.


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Ingredienti per 6 persone

300 gr. di riso arborio
400 gr. di cozze
300 gr. di vongole
200 gr. di calamaretti
200 gr. di gamberi
200 gr. di rana pescatrice
1 peperone giallo
250 gr. di piselli
2 pomodori perini
1 cipolla
1 mazzetto di prezzemolo
1 bustina di zafferano  Dell’Aquila
1 spicchio d’aglio
Peperoncino q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale e pepe q.b.

Procedimento

Lavate le cozze e le vongole e ponetele a spurgare in acqua e sale per un’oretta. Mettetele in una padella con due cucchiai di olio e un po’ di prezzemolo tritato e fatele aprire a fuoco vivace e a padella coperta.
Toglietele dalla padella, staccate i molluschi eliminando i gusci  (scartate quelli che non si sono aperti) meno qualcuno che terrete per decorare il piatto.
Filtrate il liquido di cottura e tenetelo da parte.
Pulite i gamberi,  i calamaretti e lavateli con molta cura. Tagliate i calamaretti ad anelli e lasciate interi i tentacoli.
Pulite e lavate il peperone e tagliatelo a pezzetti di circa 1 cm.
Pulite i pomodori, spelateli, togliete i semi e tagliateli a cubetti
Mettete in una padella capiente 4 cucchiai di olio e fatelo scaldare un po’  aggiungete la cipolla affettata , l’aglio e un po’ di  prezzemolo  tritati e lasciate appassire  dolcemente per 1 minuto.
Aggiungete il peperone, i piselli, i pomodori, i gamberi, i calamaretti e fate dorare per 5 minuti.
Unite il riso e fatelo tostare per 3 minuti, aggiungete il liquido di cottura dei molluschi, un litro di acqua, il pepe e un po’ di sale (regolatevi tenendo conto che il liquido di cottura dei molluschi è già abbastanza salato), mescolate bene per distribuire tutto uniformemente, unite la rana pescatrice  e fate cuocere per 10 minuti, aggiungete lo zafferano e continuate la cottura per altri 5 minuti.
 Se dovesse asciugarsi troppo aggiungete un po’ di acqua calda.
Qualche minuto prima del termine della cottura aggiungete le vongole e le cozze.


domenica 8 settembre 2019

Composta di fichi neri al rum

Come le fragole anche i fichi sono dei “falsi frutti” costituiti da un involucro carnoso in cui sono inglobati i piccoli frutti (acheni), di sapore e consistenza diversi secondo la varietà. I fichi “fioroni o primaticci” maturano fra giugno e luglio; i “forniti”, ossia i fichi normali, in agosto-Aiutano la digestione e hanno un’azione leggermente lassativa.settembre; i “cratiri o tardivi” in autunno inoltrato.
I fichi freschi contengono poche calorie (circa 47 ogni 100 gr di prodotto) e sono ricchi di vitamina B6, B1 B2, vitamina A, PP e C.
Possiedono inoltre una buona quantità di sali minerali quali potassio, ferro e calcio.


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Ingredienti per 4 vasetti tipo Bormioli  da 250 gr/cad.

1 kg di fichi neri perfettamente sani e non troppo maturi
400 gr di zucchero di canna integrale
1 limone di Sorrento o due limoni bio
1 bicchierino di rum o di brandy

Procedimento
Togliete la buccia ai fichi, tagliateli a pezzi e metteteli in una pentola d’acciaio (non di alluminio assolutamente), lasciateli riposare coperti per un’oretta.


Trascorso il tempo aggiungete lo zucchero, il succo del limone e la scorza  grattugiata o tagliata a listarelle sottili (come preferite) facendo attenzione a non grattugiare anche l’albedo (la parte bianca) che renderebbe amara la composta.
Fate bollire adagio adagio, rimestando spesso con un cucchiaio di legno e schiumando.


Quando la confettura raggiunge la densità voluta, unite il bicchierino di rum e terminate la cottura facendo attenzione che non si attacchi sul fondo della pentola.
Versatela nei vasi quando è ancora calda e tappate subito ermeticamente.
Conservarla in luogo fresco e oscuro.

NOTA BENE: l’alcool contenuto nel rum con la cottura evapora completamente per cui questa confettura può tranquillamente essere consumata anche dai bimbi o dalle persone che non vogliono consumare l’alcool (come me).