giovedì 22 agosto 2019

Composta di mirtilli

Un piccolo preziosissimo frutto  che contiene innumerevoli tesori: sono i benefici del mirtillo, che può rientrare a pieno titolo nella categoria dei superfood .
Potente antiossidante, è possibile sfruttarne a pieno le proprietà energetiche, consumandolo crudo o sotto forma di succo o di frullato; è comunque talmente versatile in cucina che potrete incontrarlo in svariati modi, tutti buonissimi.
Il mix di sostanze in essi contenute  - vitamine del gruppo A e C, mirtillina, acido citrico e manganese - si rivela necessario per rinforzare le pareti dei capillari, migliorando anche la circolazione sanguigna.
Inoltre, sembra che gli antiossidanti presenti in questi piccoli frutti, contribuiscano a rallentare il processo di invecchiamento cellulare, migliorando le capacità cognitive e, in generale, l’attività cerebrale.
benefici del mirtillo, oltre a essere fondamentali per il benessere dell’organismo umano, si rivelano preziosi anche per l’ambiente.
Difficile da credere, ma questo minuscolo frutto dalle mille proprietà, con i suoi estratti vegetali, è stato sperimentato nel settore fotovoltaico per produrre dei pannelli che catturano i raggi del sole e li trasformano in energia. Insomma, un impianto che dice addio al tradizionale silicio e apre le porte alla sostenibilità.

Fonte: Valfrutta



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Ingredienti per 4 vasetti tipo Bormioli da 250 g/cad.

1,5 kg di mirtilli
600 g di zucchero di canna grezzo
1 limone grande o 2 piccoli bio ( io ho usato quello di Sorrento IGP)

Procedimento


Lavate rapidamente e con molta delicatezza i mirtilli.
Metteteli in una  pentola d’acciaio (non usate mai l’alluminio per preparare composte, marmellate o altri alimenti da conservare) e versateci sopra lo zucchero, il succo del limone e la scorza tagliata sottile (solo la parte gialla non tagliate anche la parte bianca, detto albedo, che renderebbe amara la confettura).


Mescolate e lasciate macerare  per una  mezza giornata, coperto.
Ponete sul fuoco basso e fate bollire, molto adagio, schiumando e mescolando spesso, poiché è facile che la confettura si attacchi sul fondo.
Quando la confettura sarà addensata e ben legata (occorreranno circa 2 ore essendo i mirtilli molto acquosi), toglietela dal fuoco e versatela a caldo nei vasi e chiudeteli subito ermeticamente.
Lasciateli raffreddare e poi riponeteli in luogo fresco, asciutto e oscuro.
Non consumate prima di 20 giorni.




Bisogna porre molta attenzione ai contenitori che devono essere sempre ben lavati con acqua bollente e sterilizzati prima dell’utilizzo; i coperchi devono essere nuovi per garantire la chiusura ermetica.

Per sterilizzarli potete utilizzare vari metodi, personalmente utilizzo il seguente:

Lavo i vasetti e i coperchi con acqua calda e detersivo, li sciacquo molto bene sempre con l’acqua calda e li asciugo.
Accendo il forno a 100 gradi (non di più perché si rischia di rompere il vetro), quando la temperatura è raggiunta, pongo i vasetti e i coperchi assicurandomi che non si tocchino. Spengo il forno e li lascio lì per 20/25 minuti. Trascorso il tempo, li tolgo usando i guanti e invaso la confettura caldissima, poi chiudo ermeticamente, li capovolgo e lascio raffreddare su dei sottopentola. Lo sbalzo di temperatura potrebbe far rompere i vasetti.Lavate accuratamente  con l’acqua calda i vasetti e i relativi coperchi (cambiateli ogni volta che riutilizzate i vasetti), asciugateli perfettamente e metteteli atesta in giù su di un canovaccio pulito.



lunedì 12 agosto 2019

Torta cremosa ai frutti di bosco


Il termine "frutti di bosco" identifica un insieme di frutti che sono reperibili nel sottobosco o, più genericamente, nelle macchie di vegetazione selvatica (nonostante siano oggetto di colture agrarie). Hanno un impiego gastronomico estremamente diffuso e variegato e sono impiegati prevalentemente freschi aggiunti a yoghurt, bavaresi, mousse , gelati e altri dolci al cucchiaio, tuttavia sono ottimi anche cucinati con brasati di selvaggia, risotti, paste ecc..
I frutti di bosco più conosciuti e consumati sono: mirtilli rossi e neri, lamponi, more, fragole, ribes rossi e neri, uva spina, more di gelso, bacche del sambuco, amarene, uva spina.
Sono ricchi di vitamine e antiossidanti utilissimi al buon funzionamento del nostro organismo.


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Per la base:
1 disco di pan di Spagna di 22/24 cm

Per la crema
250 gr di mascarpone
125 gr di ricotta
50 gr di yoghurt greco
60 gr. di zucchero a velo
12 gr. di colla di pesce (2 fogli)
1 cucchiaino di miele
1 cucchiaio di latte
Una manciata di mirtilli
Una manciata di lamponi

Per il topping
200 gr di mirtilli
200 gr di lamponi
1 cucchiaio di zucchero di canna
30 cl di vino Moscato
6 gr. di colla di pesce (1 foglio)

Procedimento

Mettete a bagno in acqua fredda per dieci minuti 2 fogli di gelatina.
In una ciotola versate lo yoghurt, lo zucchero a velo e  il miele, unite i formaggi e lavorate con la frusta per ottenere una crema soffice, aggiungete i mirtilli e i lamponi.
Amalgamate  tutto.
Scolate e strizzate bene la gelatina, fatela sciogliere nel latte tiepido e unitela al composto di formaggi e frutti.
Imburrate leggermente una tortiera a cerniera della stessa misura del disco di pan di Spagna ed inseritelo.
Versateci sopra la crema e  livellate,  ponete in frigorifero per 3 ore.
Trascorse le tre ore preparate il topping.
Mettete a bagno in acqua fredda per dieci minuti il foglio di gelatina.
Lavate delicatamente i frutti di bosco. In una casseruola mettete il Moscato  e fate ridurre, a fuoco basso, per  cinque minuti, poi unite  lo zucchero.
Continuate la cottura per 5 minuti, sempre a fuoco dolce poi  unite la gelatina scolata e ben strizzata. Mescolate per farla sciogliere.
Lasciate intiepidire. Riprendete lo stampo dal frigo e distribuite  il composto  sulla torta.
Rimettete in frigo per almeno 3 ore. Togliete la torta dal frigo un quarto d’ora prima di consumarla.




sabato 3 agosto 2019

Bruschette al formaggio e peperoni

Il nome bruschetta ha origine laziale-abbruzzese ; consiste in una fetta di pane raffermo o arrostito sulla griglia o in forno, su cui viene strofinato a caldo uno spicchio d'aglio, il quale per il calore si fonderà col pane; la fetta viene successivamente condita con olio extravergine d'oliva e sale e anche pepe; l'olio deve essere il più saporito possibile; inoltre si può aggiungere pomodoro tritato e finocchio selvatico.
Esistono infinite varianti regionali e familiari:

Calabria

In Calabria la bruschetta viene chiamata "fedda ruscia" (fetta abbrustolita), la si condisce semplicemente con pomodori, olio, sale, pepe e origano. 
 

Campania

La bruschetta, nata come spuntino per i lavoratori dei campi, è diffusa in Campania, dove si caratterizza per la presenza di pomodoro fresco, olio, aglio e talvolta origano. Diventata antipasto, la bruschetta campana oggi può comprendere alici, olive, formaggi (come scamorza e mozzarella) oppure anche creme o paté di peperoni, funghi, zucchine, melanzane a tocchetti, salumi. 

Piemonte

Un tipo di bruschetta, chiamata in piemontese soma d'aj ("carico d'aglio"), consiste in una fetta di pane abbrustolita su cui viene strofinato uno spicchio d'aglio. Successivamente le fette di pane possono venir richiuse a mo' di panino e farcite con fette di pomodoro, olio e sale.
Si tratta di una ricetta monferrina, langarola , saluzzese e pinerolese ed era tipica della vendemmia, in particolare durante il pranzo dei vendemmiatori, e solitamente era accompagnata da grappoli d'uva (dolcetto o moscato). 

Puglia

In Puglia sono tipici i prodotti da forno (il famoso pane d'Altamura, ma anche biscotti e friselle); la bruschetta, cibo tipico degli agricoltori, era preparata riscaldando le fette di pane sulle braci dei camini di casa e condita con olio d'oliva e pomodori di produzione propria. Con la sua trasformazione in antipasto, sono nate molte varianti. Famosa è anche la "Fedda rossa", diffusa a Matera, in Basilicata, ma data la vicinanza della città alla Puglia, molti suoi piatti (tra cui la bruschetta) rientrano nel ricettario pugliese. 

Toscana

Fettunta toscana, talvolta chiamata bruschetta
In Toscana la bruschetta è nota come fettunta (o fett'unta), specie nelle zone prossime a Firenze, e non ha altri ingredienti che pane toscano sciocco (raffermo, oppure fresco abbrustolito), aglio, olio, sale e pepe. Altrove è chiamata panunta (o panunto) e può accompagnarsi, come nella vicina Umbria, con una cucchiaiata di fagioli al fiasco. Alcune rare varianti prevedono l'uso di prosciutto e salsiccia. Il pane toscano sciocco, se fatto con farine di buona qualità, si conserva a lungo e si tosta facilmente, diventando morbido dentro e croccante sulla crosta.
Anche in Maremma si ritrova l'uso della bruschetta, che si associa ai carbonai che portavano il carbone di legna fine (chiamato brusca o brusta) casa per casa e con il quale si accendevano i caminetti; sulle braci del caminetto si abbrustoliva il pane casalingo sciocco.



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Ingredienti per 4 persone

8 fette di pane casereccio
1 peperone rosso
1 peperone giallo
200 gr di formaggio fresco spalmabile tipo robiola
1 spicchio d’aglio
Qualche foglia di basilico
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.
Pepe q.b. (facoltativo)

Procedimento.

Lavate e asciugate i peperoni, poi metteteli, interi, nel forno già caldo a 180° per 25/30 minuti, girandoli in modo che la cottura avvenga in maniera uniforme.
Estraete i peperoni dal forno e chiudeteli ermeticamente in un foglio d’alluminio o in un sacchetto di plastica  per 10 minuti.
Aprite il pacchetto e spellate i peperoni eliminando completamente i semi e il picciolo.
Ricavate da ogni peperone quattro falde.
Asciugatele con della carta da cucina, tagliatele a listarelle e condite con sale, olio , pepe e qualche foglia di basilico spezzettata.
Grigliate le fette di pane o tostatele in una padella antiaderente o nel forno.
Sbucciate l’aglio e passatelo su ogni fetta di pane.
Spalmatele con il formaggio, distribuite su ognuna i peperoni e delle foglie intere di basilico.
Irrorate con un filo d’olio e servite.





domenica 28 luglio 2019

Omelette con crudo e fragole


Questi deliziosi frutti…non frutti (in realtà i frutti sono quei puntini gialli che noi consideriamo semi)  compagni dell’uomo fin dall’antichità e di cui  sono stati ritrovati dei reperti addirittura risalenti alla Preistoria, appartengono alla Famiglia delle Rosacee e crescono sia in coltivazioni che  spontanee nei nostri boschi ,  solo nel 1600 vennero incrociate con una varietà americana più grande e più dolce
Le fragole sono ricche di  la vitamina C che  rafforza il sistema immunitario e aiuta la rigenerazione della pelle e di  fitonutrienti  che limitano il rischio di malattie    cardiovascolari.
Contengono anche 
 molte  fibre alimentari e sono  ricche di iodio,di potassio, di acido folico, di riboflavina, di vitamina B5, di omega-3 acidi grassi, di vitamina B6, di vitamina K, di magnesio e di rame.
Infine una curiosità: le fragole si chiamano anche Lacrime di Venere perché, narra la Mitologia,  l’amore del giovane Adone era conteso tra Venere e Persefone. Quest’ultima, gelosa della rivale, si rivolse a Marte che si trasformò in un cinghiale e, durante una battuta di caccia, uccise lo sfortunato giovane. Venere, disperata, pianse copiose lacrime che, al contatto con il sangue di Adone, si trasformarono in piccoli cuori rossi: le fragole.




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Ingredienti per 4 persone

200 gr di fragole
150 gr di prosciutto crudo di Cuneo IGP
6 uova
50 ml di latte
Qualche rametto di maggiorana
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale  e pepe q.b.

Procedimento

Sbattete  le uova con il latte,  un pizzico di sale, pepe  e qualche  fogliolina di maggiorana.
In un’ampia padella antiaderente scaldate un cucchiaio d’olio  unite il prosciutto spezzettato e fate dorare qualche secondo.
Versate le uova e lasciate rapprendere per un paio di minuti.
Distribuite le fragole su metà dell’omelette, ripiegatela e servite.

giovedì 25 luglio 2019

Rigatoni in insalata con tonno e mais

Per la buona riuscita di questa ricetta ho utilizzato i Rigatoni Daunia & Bio: “ La pasta con l’anima”. Questa pasta è stata prodotta utilizzando semola di grano duro Senatore Cappelli coltivato con metodo biologico.
Le semole ottenute dalla macinazione del grano duro Senatore Cappelli sono caratterizzate da notevoli proprietà  nutrizionali conseguenti alla quantità e alla qualità delle proteine in esse contenute, tali da conferire alla pasta le prerogative di resistenza alla cottura (pasta al dente) e di colore giallo ambra tipiche della pasta italiana.

 
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Ingredienti per 4 persone:

200 g di tonno sott’olio
200 g di mais in scatola cotto a vapore
1 peperone rosso
1 peperone verde
1 rametto di basilico
Origano q.b.
Sale q.b.
Pepe bianco q.b. (facoltativo)


Procedimento

Lessate la pasta in abbondante acqua bollente e salata , scolatela e passatela velocemente sotto l’acqua fredda  per raffreddarla e fermare la cottura.
Trasferite in una ciotola e condite con due cucchiai d’olio, mescolate.
Nel frattempo scolate bene il tonno dall’olio di conservazione, spezzettatelo con una forchetta e mettetelo in un’insalatiera, aggiungete il mais.
Lavate i peperoni, tagliateli a metà, eliminate i semi e i filamenti  bianchi interni. Tagliateli a pezzetti e unite tutto al tonno e al mais.
Aggiungete l’origano e il basilico lavato, asciugato e tritato finemente.
Salate, pepate a piacere, unite  la pasta , aggiungete altro olio e mescolate bene con due cucchiai.
Coprite con la pellicola e mettete tutto in frigo per mezz’ora prima di servire.









Si ringraziano le cooperative e le aziende per la fornitura degli ingredienti per la realizzazione della ricetta.




venerdì 19 luglio 2019

Cous cous bosco e mare

Il cuscus o cuscussù ( in francese couscous o cous cous ) è un alimento tipico del Nordafrica, della Sicilia occidentale e della Sardegna sudoccidentale (Calasetta, Isola di Sant’Antioco e Carloforte) dove prende il nome di Cascà (pron. Cashcà), costituito da agglomerati ovvero granelli di semola di frumento cotti a vapore (del diametro di un millimetro prima della cottura, poi via via sempre più grandi).
Tradizionalmente il cuscus veniva preparato con semola di grano duro, quella farina granulosa che si può produrre con una macinatura grossolana utilizzando macine primitive, ma oggi con questo nome ci si riferisce anche ad alimenti preparati con cereali diversi, come orzo, miglio, sorgo, riso, farro o mais. Solitamente esso accompagna carni in umido e/o verdure bollite (sulla costa del mar Mediterraneo anche pesce in umido). Può essere reso piccante accompagnandolo con la harissa  (usata soprattutto in Tunisia).
In Italia il cuscus è preparato nel trapanese, in Sicilia; è cotto a vapore in una speciale pentola di terracotta smaltata, ma il condimento, a differenza di quello magrebino, è un brodo di zuppa di pesce. Il nome nel dialetto locale è cùscusu.
Anche nella cucina marchigiana in origine i frascarelli sarebbero stati una sorta di couscous di farina di grano tenero; successivamente questi grumi sarebbero stati sostituiti o integrati dal riso stracotto.

Fonte: Wikipedia



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Ingredienti per 4 persone:

125 gr di mirtilli
500 gr di merluzzo
350 gr di cous cous di mais precotto
2 cipolle bianche di Voghera
1 bicchiere di Arneis
2 foglie di alloro
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale e pepe q.b.


Procedimento

In una casseruola scaldate due cucchiai d’olio e stufate leggermente le cipolle tagliate alla veneziana (rondelle sottili).
Unite il merluzzo, fatelo dorare da entrambi i lati.
Sfumate con il vino, salate, pepate, aggiungete le foglie d’alloro e portate a cottura, gli ultimi 5 minuti aggiungete i mirtilli.
Se dovesse asciugarsi troppo aggiungete dell’acqua calda perché il fondo di cottura
dovrà rimanere abbastanza liquido.
Cuocete il cous cous secondo le indicazioni della confezione.
Condite con il fondo di cottura del merluzzo, dividete il cous cous in piatti o ciotole individuali, distribuite su di ognuna il merluzzo, le cipolle , i mirtilli e servite subito.