giovedì 8 marzo 2018

Crêpes ai frutti di bosco

Il termine "frutti di bosco" identifica un insieme di frutti che sono reperibili nel sottobosco o, più genericamente, nelle macchie di vegetazione selvatica (nonostante siano oggetto di colture agrarie). Hanno un impiego gastronomico estremamente diffuso e variegato e sono impiegati prevalentemente freschi aggiunti a yoghurt, bavaresi, mousse , gelati e altri dolci al cucchiaio, tuttavia sono ottimi anche cucinati con brasati di selvaggia, risotti, paste ecc..
I frutti di bosco più conosciuti e consumati sono: mirtilli rossi e neri, lamponi, more, fragole, ribes rossi e neri, uva spina, more di gelso, bacche del sambuco, amarene, uva spina.
Sono ricchi di vitamine e antiossidanti utilissimi al buon funzionamento del nostro organismo.






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Ingredienti per 4 persone:

400 ml di latte
170 gr di farina
2 uova
50 gr di burro
1 pizzico di sale
150 gr di lamponi
150 gr di mirtilli
150 gr di ribes
50 gr di zucchero di canna
Zucchero a velo q.b.
Succo di limone q.b.
6 cucchiai  di crema di nocciole al cioccolato Arigoni
Glassa di cioccolato q.b.

Procedimento

In una ciotola mettete le uova leggermente sbattute, la farina, il latte, un pizzico di sale e mescolate bene, evitando di formare dei grumi: lasciate riposare per trenta minuti.
Lavate delicatamente i frutti di bosco e asciugateli. Mettetene metà in un pentolino, aggiungete lo zucchero e un cucchiaino di succo di limone. Fate cuocere dolcemente per 10 minuti, frullate, lasciate intiepidire, aggiungete  la crema di nocciole e amalgamate bene.
Spennellate una padellina antiaderente (18/20 cm di diametro) con un poco di burro e, quando sarà ben calda, versate un mestolo di pastella.




Lasciate cuocere la crêpes dai due lati (circa un minuto per lato) e mettete da parte. Procedete così fino a esaurimento della pastella (circa 12 crêpes).
Mettete nei piatti da portata e farcite ognuna con la crema di nocciole, distribuite sopra i rimanenti frutti di bosco ,facendone fuoriuscire qualcuno ,richiudete i lembi a formare un cono, spolverizzate con un po’ di zucchero a velo e tracciate delle righe o un reticolo con la glassa di cioccolato. Servite subito.




venerdì 2 marzo 2018

Chips di topinambur

Il topinambur è un tubero di origine nordamericana dalla caratteristica forma bitorzoluta.
Fu importato in Europa nel XVII secolo, è utilizzato molto in Piemonte, dove è consumato con la bagna caoda (bagna cauda), ma è ancora poco conosciuto nel resto d’Italia.
La sua consistenza è come quella della patata e il sapore è molto simile a quello del carciofo e, come il carciofo, tende ad annerire una volta tagliato. Si può consumare sia crudo sia cotto. Sceglieteli sodi, lisci e rosati.



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Ingredienti per 4 persone

400 gr di topinambur
1 limone
Un bicchiere di brodo vegetale o di acqua calda
Un mazzetto di prezzemolo
Uno spicchio d’aglio
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale e pepe q.b.



Procedimento

Preparate una ciotola con dell’acqua e acidulatela con il succo del limone.
Con un coltello, raschiate la buccia dei topinambur ed eliminate i bitorzoli, lavateli bene e immergeteli nell’acqua acidulata (come per i carciofi) per evitare che anneriscano.
Pulite e lavate il prezzemolo e tritatelo con lo spicchio d’aglio.
In una padella versate 4 cucchiai d’olio, affettate finemente i tuberi, con una mandolina o un coltello affilato, e metteteli nella padella. Fateli stufare, aggiungendo ogni tanto un po’ di brodo caldo per evitare che asciughino troppo. A cottura quasi ultimata, aggiungete il sale, il pepe e il trito di prezzemolo e aglio, lasciate insaporire ancora per uno o due minuti.
Serviteli ben caldi come contorno.
Buon appetito!



sabato 24 febbraio 2018

Muffin ai mirtilli senza lattosio

Questo tipico dolce inglese, simile ad un plumcake, di forma rotonda con la cima a calotta semisferica e senza glassa di rivestimento, conosciuto e apprezzato, vede le sue origini nell’Inghilterra Vittoriana nel 1703. 
Ad idearlo furono i fornai di famiglia dell’alta società che, inizialmente, lo preparavano per la servitù utilizzando il pane raffermo, gli avanzi dei biscotti e delle patate bollite e schiacciate. L’impasto che ne derivava veniva fritto e si trasformava in muffin.
Ben presto anche tutte le altre classi sociali scoprirono la bontà di questo dolce che divenne quello preferito per l’ora del tè. 
La preparazione di questi dolci si differenzia da altri tipi di cake o tortini perché nel procedimento è sempre prevista la preparazione di due composti: uno con gli ingredienti in polvere (farina, lievito, bicarbonato, spezie, cacao) e un composto a base di ingredienti umidi (latte, burro fuso o olio di semi, uova e, a volte, yoghurt). Per quanto riguarda lo zucchero può essere inserito indistintamente sia nell’uno che nell’altro composto. Si amalgamano i due composti e si versano in stampi di carta posti negli stampi per muffin.
Per ottenere dei buoni muffin il segreto sta nel mescolare bene sia le polveri che i liquidi, devono poi essere amalgamati insieme molto velocemente senza mescolare troppo. L’impasto dovrà risultare grumoso per rendere i muffins morbidi.



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Ingredienti per 14/15 muffin

400 gr di farina
180 gr di burro senza lattosio 
180 gr di zucchero
1 bicchiere di latte di riso
2 uova intere e 1 tuorlo
200 gr di mirtilli
1 buccia grattugiata di limone
1 bustina di lievito per dolci senza lattosio
1 pizzico di sale

Procedimento

Mettete in una ciotola lo zucchero e il burro ammorbidito a temperatura ambiente e mescolate tutto energicamente con le fruste elettriche, aggiungete il sale e la scorza di limone e continuate a sbattere fino a quando il composto risulterà cremoso.
In un’altra ciotola versate le uova, il tuorlo , il latte di riso  e sbattete tutto con una forchetta.
Incorporate,poco alla volta, il composto ottenuto alla crema di burro e zucchero continuando sempre a mescolate fin quando la consistenza risulterà omogenea e gonfia. Mischiate il lievito alla farina e uniteli, setacciandoli, al composto, aggiungete  i mirtilli ben lavati e asciugati.



Mettete il composto, a cucchiaiate, negli appositi stampi imburrati e infarinati, riempiendoli quasi fino al margine. Infornateli per 20/25 minuti, (forno già caldo a 180°C ) spegnete il forno e lasciateli riposare, a sportello aperto, per 5 minuti.


Consiglio: Per chi non ha problemi al lattosio può prepararli con burro e latte normali e una bustina di vanillina.

venerdì 23 febbraio 2018

Spaghettoni con pesto di pistacchi e noci

Provenienti dal Medio Oriente, il pistacchio si diffuse in Italia a partire dal I secolo d.C.
Solo durante la dominazione araba, attorno all’827 d.C., la sua coltivazione si estese alla zone di Bronte (Sicilia). Il pistacchio di Bronte, parente lontano di mandorle e nocciole, presenta caratteristiche uniche: colore verde smeraldo brillante, sapore intenso, rotondo e pieno, profumo resinoso e grasso. La coltivazione e la trasformazione in prodotto finito sono particolarmente complicate. Le piante, infatti, fruttificano una volta ogni due anni. Il terreno molto accidentato sul quale vivono rende impossibile la raccolta meccanica dei frutti.
Questi ultimi una volta raccolti vengono sottoposti a smallatura, cioè all’eliminazione del mallo e poi asciugati al sole. Come prodotto finito il pistacchio si può presentare sgusciato oppure salato con il guscio. Principe della pasticceria siciliana, come ingrediente di torte e pasticcini, il pistacchio si è imposto anche nella norcineria (mortadella, salsicce, galatina)



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Ingredienti per 4 persone:

Ingredienti per un vasetto da circa 200 gr

150 grammi di pistacchi  di Bronte non salati
100 grammi di gherigli di noce
Una buona manciata di foglie di basilico
Sale e pepe q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.
30 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato
320 gr di Spaghettoni 

Procedimento
Sgusciate i pistacchi e tuffateli per un minuto in acqua bollente, scolateli ed eliminate la buccia che li ricopre.


Sgusciate le noci, lavate e asciugate il basilico.
Mettete tutti gli ingredienti e un pochino d’olio nel frullatore (l’ideale sarebbe il classico mortaio). Non dovete frullare molto, il composto deve rimanere piuttosto grossolano.


Togliete il composto dal frullatore e mettetelo nel vasetto di vetro, unite il sale, il Parmigiano Reggiano e tanto olio a filo fino ad ottenere una salsa cremosa.


Mettete a cuocere gli spaghettoni in abbondante acqua salata e bollente, scolatela al dente ( ma tenete un bicchiere di acqua di cottura da parte).
Versate la pasta in una padella, unite qualche cucchiaio di pesto (secondo i vostri gusti), fatela saltare in padella unendo un po’ dell’acqua di cottura della pasta fino a formare una salsina. Unite ancora un po’ di pesto, amalgamate e servite.






lunedì 19 febbraio 2018

Cavolo di Pechino (Pétsai) stufato

Il cavolo di Pechino o cavolo cinese (Pétsai), originario della Cina e dell’Asia dell’Est  è ampiamente coltivato anche qui in Italia. In Europa è noto già dal 1700.
Possiede foglie carnose e ampie di colore verde chiaro, simile alla lattuga romana. Il suo sapore è dolce e può essere consumato sia cotto (con una breve cottura) sia crudo in insalata.
Come tutti i cavoli è ricco di vitamina C, A, Sali minerali, potassio, acido folico.
Ne esistono circa 30 varietà , ma quelle più conosciute da noi sono il Pak-choi o Bokchoy,simile al cardo e al sedano, Il Gai Lon chiamato anche Tsai shim o broccolo cinese.
Si differenziano dai cavoli nostrani per il gusto dolce e l’aroma gradevole.
Un piatto particolarmente apprezzato è il cavolo in salamoia con aglio, chili, cipolle e altre spezie.



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Ingredienti per 4 persone:

1 cavolo di Pechino
2 scalogni
4 cucchiai di ketchup
1 cucchiaio di semi di sesamo
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.
   

Procedimento

Togliete le foglie esterne danneggiate del cavolo, tagliatelo a listarelle, lavatelo.


In una casseruole scaldate 4 cucchiai d’olio, aggiungete lo scalogno tagliato a fettine e fatelo dorare, aggiungete le listarelle del cavolo e fatele stufare per 10 minuti.



Salate, aggiungete i semi di sesamo, il ketchup , qualche cucchiaio d’acqua e fate cuocere ancora per 5 minuti.


Servite come accompagnamento a carni o pesci.










sabato 17 febbraio 2018

Gnocchi al paté di tinca affumicata

Il paté di tinca affumicata nelle due versioni all’olio extravergine di oliva del Trasimeno e al mascarpone è realizzato dalla Cooperativa Pescatori del Trasimeno.
Delizioso e versatile grazie al gusto pieno e saporito si presta per diverse preparazioni; dai crostini, al condimento per la pasta o, come in questo caso, per gli gnocchi o come base per deliziosi panini.


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Ingredienti per 4 persone:




Per gli gnocchi

1 kg di patate a pasta gialla e farinose
250 gr di farina
1 uovo
Sale q.b.

Per il condimento
2 cucchiai  di panna da cucina

Procedimento

Lessate le patate mettendole al fuoco con la buccia in una pentola piena d’acqua fredda salata. Lasciatele cuocere finché potrete bucarle facilmente con una forchetta (30/35 minuti), quindi sbucciatele e passatele, ancora calde, allo schiacciapatate direttamene sopra il tavolo.


Aggiungete la farina e formate la fontana al centro. Deponeteci  il sale e l’uovo.


Impastate con cura e velocemente, fino a ottenere una pasta soffice (se è troppo molle, aggiungete un po’ di farina). Raccoglietela a palla, formate un rotolo, tagliatelo a fette spesse circa 2 cm.



Su di un piano infarinato arrotolate con le mani le singole fette, formate un rotolino spesso un dito e ritagliate gli gnocchi più o meno di due cm. l’uno. Passateli con l’aiuto del pollice sui rebbi di una forchetta per dargli la caratteristica forma e cospargeteli di farina per evitare che si attacchino tra loro.


Lessate gli gnocchi in abbondante acqua bollente salata.
Nel frattempo mettete in una casseruola la panna, il paté e un cucchiaio dell’acqua di cottura degli gnocchi e amalgamate bene tutto.
Quando gli gnocchi verranno  a galla ( un paio di minuti), scolateli e fateli saltare nella casseruola con il paté.
Servite subito.



Cooperativa Pescatori del Trasimeno
Lungolago Alicata 19
Tel 07584760

www.pescatorideltrasimeno.com

mercoledì 14 febbraio 2018

Ambrosia della buonanotte - Le tisane di Ambrosia

La vita frenetica e stressante che la maggior parte di noi conduce ci fa dormire sonni agitati con frequenti risvegli notturni o addirittura con difficoltà a prendere sonno.
Le nostre sagge nonne utilizzavano un rimedio semplice ed efficace: la mela.
Oltre alle note caratteristiche  digestive e depuranti  la mela è un ottimo rilassante e distensivo.
Questo delizioso frutto infatti è ricco di acido tartarico, di magnesio e di zinco che lo rendono particolarmente adatto per le persone ansiose e agitate.
La mela Ambrosia è particolarmente ricca di questi nutrienti e  per le sue caratteristiche può essere definita a ragione il frutto degli Dei.
Succosa, croccante e aromatica ha come caratteristica principale il multicolore essendo circa per il 75% rossa e con uno sfondo giallo crema che la rendono molto gradevole alla vista.
Questa caratteristica è dovuta al fatto di essere nata per caso in Canada, nello stato della British Columbia, alla fine degli anni ‘80 grazie ad un incrocio naturale,ossia non generata e prodotta in laboratorio, molto probabilmente tra la Red Delicious (mela rossa) e la Golden Deliciuos (mela gialla) e la Jonagold.
E’ di dimensioni medio- grandi (220-280 gr) molto gustosa e profumata.
Ricca di flavonoidi, fibre e di un elevato numero di tannini, la mela Ambrosia è l’ideale per aiutare il nostro corpo a mantenersi sano.
Matura tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre, a seconda della regione di coltivazione. Per sviluppare la massima lucentezza ha bisogno di notti fresche e di giornate calde e assolate come quelle della Val Venosta, habitat ideale per la sua coltivazione.


Questa è la terza delle TISANE DI AMBROSIA , non perdetevi le altre
Ambrosia detox - Tisana depurativa
Ambrosia dopo pasto - Tisana digestiva





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Ingredienti per una persona

Una mela Ambrosia (solo buccia)
Mezzo cm di cannella
20 gr  di zenzero
1 chiodo di garofano
250 ml di acqua



Procedimento
Sbucciate lo zenzero e tagliatelo a cubetti.
Lavate bene la mela e sbucciatela.
Mettete la buccia in un pentolino con l’acqua , la cannella, i cubetti di zenzero e il chiodo di garofano.
Portate ad ebollizione, spegnete il fuoco, coprite e lasciate riposare per 10 minuti.
Filtrate, dolcificate con un pochino di miele o zucchero di canna e bevetela calda a piccoli sorsi.






Consiglio: Per non sprecare questa delizia utilizzate la mela sbucciata per preparare  delle golose  ricette (mele al forno, contorno al maiale arrosto, purè di mele, strudel, ecc) oppure mangiatela a fine pasto e conservate le bucce, irrorandole con un pochino di limone, per preparare questa tisana.


mercoledì 7 febbraio 2018

Frittelle venete - Fritole

Il Carnevale è una festa che si celebra nei Paesi di tradizione cattolica. I festeggiamenti si svolgono spesso in pubbliche parate in cui dominano elementi giocosi e fantasiosi; in particolare, l'elemento distintivo e caratterizzante del carnevale è l'uso del mascheramento.
La parola carnevale deriva dal latino carnem levare ("eliminare la carne"), poiché indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di Carnevale (Martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima.
I festeggiamenti maggiori avvengono il Giovedì grasso e il Martedì grasso, ossia l'ultimo giovedì e l'ultimo martedì prima dell'inizio della Quaresima. In particolare il Martedì grasso è il giorno di chiusura dei festeggiamenti carnevaleschi, dato che la Quaresima nel Rito Romano inizia con il Mercoledì delle ceneri.
Queste frittelle sono il dolce delle feste carnevalesche venete  fin dal Rinascimento. La ricetta originale fu definita da Bartolomeo Scappi cuoco di Papa V. Per la sua grande popolarità e diffusione questo dolce fu definito nel ’700 “Dolce Nazionale dello Stato Veneto” e per lungo tempo fu prodotto e venduto lungo le calli veneziane in apposite baracche di legno. Carlo Goldoni le nomina nella Commedia “Il Campiello” del 1756. Come allora anche oggi le “fritole” mantengono inalterata la loro popolarità continuando ad essere preparate, oltre che in pasticceria, nelle case di molte famiglie venete.






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Ingredienti per 4 persone:
300 gr di farina
100 gr di uvetta sultanina
1 mela
Un limone bio
1 uovo
16 gr di lievito di birra
50 gr di zucchero semolato
1 bicchiere di latte  q.b.
1 bicchierino di grappa o di rum
Olio extravergine q.b.
1 pizzico di sale
Zucchero a velo q.b.
  
Procedimento

Mettete l’uvetta sultanina  a rinvenire in un pochino d’acqua.
In una ciotola versate la farina, lo zucchero, un pizzico di sale e  amalgamate.
Sciogliete il lievito in un pochine di latte e poi  aggiungete il rimanente.
Incorporate alla farina  l’uovo leggermente sbattuto, la grappa il latte con il lievito.
Impastate aiutandovi con un mestolo. Quando il composto sarà omogeneo unite l’uvetta, strizzata e passata in un po’ di farina, la mela a tocchettini e la scorza del limone tagliata a striscioline sottili  ( aiutatevi con un riga limoni).
Inglobate bene tutto. Coprite con una pellicola da cucina e mettete a lievitare fino a raggiungere il doppio del volume (circa un’ora, dipende molto dalla temperatura della vostra cucina).
A lievitazione completata, scaldate l’olio in una larga padella, quando avrà raggiunto la temperatura ideale (160/170C°) prelevate con un cucchiaio parte del composto e friggetelo.
Mettete poche frittelle per volta per non far abbassare troppo la temperatura dell’olio.
Fatele dorare bene da ambo i lati , scolate e mettete su carta da cucina. Quando si saranno raffreddate  cospargetele di zucchero a velo e servite.



N.B. L’uovo, il latte  dovranno essere a temperatura ambiente. L'alcool contenuto nella grappa  con la cottura evapora quindi possono essere consumate tranquillamente anche dai bambini o da chi ha problemi con l'alcool.