domenica 11 giugno 2017

Punte di asparagi in pastella

L’asparago è una pianta selvatica originaria del bacino mediterraneo e, in particolare, delle regioni centrali e settentrionali dell’Europa, dell’Asia centrale e occidentale, dell’Egitto, dell’Algeria e della penisola Iberica. Ne esistono di vari colori, bianchi, viola, verdi.
La produzione nazionale di asparagi è prevalentemente concentrata in Emilia Romagna, Piemonte e Veneto.  Gli ortofrutticoltori italiani ne suggeriscono l’acquisto e il consumo a partire dal mese di aprile. Dal punto di vista nutrizionale, nell’asparago sono contenuti  sali minerali tra i quali calcio, fosforo e potassio, vitamine (C e B), acido folico e carotenoidi che sono i precursori della vitamina A e possiedono un’azione antiossidante e protettiva della pelle e delle mucose. Ottimo contorno, l’asparago è una verdura assai apprezzata dai buongustai. Esistono circa venti tipi di asparago, i più comuni sono quello verde e quello bianco. Hanno proprietà depurative e diuretiche. Il loro consumo è controindicato solo per chi ha problemi di cistiti e di calcoli renali perchè contengono acido urico che può peggiorare la situazione.


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Ingredienti per 4 persone

Un mazzo di asparagi
100 gr di farina 00
30 gr di farina di riso
200 ml di acqua gasata molto fredda o della birra sempre molto fredda
1 uovo
Sale q.b.
Olio extravergine d’oliva per friggere q.b.

Procedimento

Lavate gli asparagi, tagliate la parte di gambo più dura e sbucciate un po’ del gambo rimanente con il pelapatate (servirà a non trovare fibre troppo dure durante il consumo). Ricomponete il mazzo, legatelo con lo spago da cucina e fateli cuocere a vapore per 7/8 minuti; se non avete la vaporiera, fateli cuocere in una pentola con i gambi immersi nell’acqua salata e le punte fuori.  Quando saranno cotti, togliete lo spago e lasciateli raffreddare.
Appoggiateli su di un canovaccio o su della carta da cucina per farli asciugare perfettamente.
Tagliate le punte e utilizzate le parti rimanenti per fare una crema di asparagi o una frittata o altre preparazioni.
Preparate la pastella: sbattete l’uovo con l’acqua e un pizzico di sale, poi aggiungete lentamente le due farine miscelate e lavorate per inglobare bene tutto.
La pastella non dovrà risultare troppo liquida, ma sufficientemente viscose da attaccarsi alle punte degli asparagi. 


Fate scaldare abbondane olio in una larga padella, per capire quando è giunto a temperatura, versate un pochino di pastella, se frigge subito la temperatura è quella giusta (150°C) per avere un fritto croccante e asciutto.
Mettete le punte di asparagi nella pastella e tuffatele, poche per volta, nell’olio bollente, fatele dorare da ambo i lati (1 o 2 minuti per lato), scolatele, mettetele su della carta assorbente per eliminare l’unto in eccesso, salate e servite.






Involtini di melanzane, salsiccia e pesto

D’origine americana, questa pianta, appartiene alla famiglia delle Solanaceae. Al suo arrivo in Europa, fu accolta con sospetto e considerata solo una pianta ornamentale. E’ fondamentale mangiarla cotta, perché contiene solanina che è un alcaloide tossico che viene distrutto dal calore, esattamente come le patate. Esistono numerose varietà di melanzane, con forme e colori diversi. 
Questo gustosissimo e versatile ortaggio è ricco di fibre e sali minerali, ha un basso indice glicemico e per questi motivi è particolarmente indicato il suo consumo ai diabetici.
L’infuso di melanzana, ottenuto tagliandola a pezzetti e facendola bollire in acqua, abbassa la pressione arteriosa.





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Ingredienti:

2 melanzane ovali grandi
400 gr di salsiccia
Una bottiglietta di Passata Verace Cirio
½  cipolla piccola
1 gambo di sedano
½ carota
1 spicchio d’aglio
Qualche rametto di basilico
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.

Procedimento

Sciacquate le melanzane, asciugatele e tagliatele a fette sottili. Spennellatele con un po’ d’olio e  grigliatele.
Spellate la salsiccia e mettetela in una ciotola schiacciandola con i rebbi di una forchetta, unite il pesto e mischiate bene.


Disponete su di ogni fetta di melanzana un po’ di ripieno e arrotolatele. Fissatele con uno stecchino.



In una casseruola scaldate tre cucchiai d’olio e fatevi soffriggere, a fiamma molto dolce, lo spicchio d’aglio, la cipolla, la carota e il sedano tagliati a piccoli cubetti. Quando il soffritto sarà dorato, unite la passata di pomodoro, salate, unite gli involtini e fate cuocere per 25/30 minuti.




Lavate il basilico, sgrondatelo, spezzettatelo grossolanamente con le mani e aggiungetelo al sugo qualche minuto prima di  spegnere il gas.







Per la preparazione di questa ricetta ho utilizzato la Passata Verace Cirioottima per gusto e qualità garantita da un marco conosciuto in tutto il mondo: Cirio.

lunedì 5 giugno 2017

Tarte tatin di fiori di zucca

I fiori di zucca e quelli di zucchina sono prodotti di origine vegetale appartenenti al VI gruppo di alimenti. Non forniscono un apporto nutrizionale particolarmente ricco o degno di attenzione ma, a loro vantaggio, offrono un contenuto energetico piuttosto moderato.
A coloro che non hanno mai avuto il piacere di gustare i fiori di zucca e zucchina, potrebbe sembrare strano dover mangiare i fiori della pianta anziché il frutto, le foglie o il fusto. In realtà, facciamo la stessa cosa con molti altri ortaggi; tra i fiori commestibili di maggior consumo ricordiamo: carciofi, cavolfiori, broccoli, cime di rapa ecc.
I fiori di zucca e quelli di zucchina sono l'infiorescenza di piante appartenenti alla famiglia Curcubitacee e al Genere Cucurbita; le Specie di zucca sono molto numerose ma, in Italia, i fiori si ricavano prevalentemente dalla moschata (zucca violina) e dalla maxima. I fiori di zucchina, invece, sono ricavati dalla Specie Cucurbita pepo.




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Ingredienti per una tortiera di 26 cm

1 disco di pasta brisée
16 fiori di zucca con il peduncolo
250 gr di ricotta
100 gr di prosciutto cotto in una sola fetta
100 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato
1 uovo
30 gr di pangrattato
Noce moscata q.b.
50 gr di burro
1 cucchiaio di olio d’oliva extravergine
Sale e pepe q.b.

Procedimento

Ritagliate della carta da forno della stessa misura del fondo della tortiera che userete.
Preriscaldate il forno a 170/180 °C
Sciogliete il burro in un tegamino a fuoco moderato. Spennellate del burro sul fondo e sulle pareti della tortiera, posate sul fondo il disco di carta da forno e spennellatelo di burro.
Tritate con il tritatutto il prosciutto. In una ciotola mettete la ricotta, un cucchiaio d’olio, il prosciutto cotto tritato, il Parmigiano Reggiano grattugiato, una bella grattata di noce moscata e di pepe e l’uovo, amalgamate tutto. Unite poi il pangrattato, dovete ottenere un composto piuttosto consistente.


Lavate delicatamente e velocemente i fiori di zucca, sgrondateli, tagliate i gambi, i filamenti verdi esterni e i pistilli gialli.
Estraete il disco di brisée dalla sua confezione e lasciatelo a riposo.
Distribuite il composto di ricotta e prosciutto dentro ai fiori di zucca aiutandovi con una sac a poche. Non riempiteli troppo e richiudete i petali.
Sistemate i fiori a raggiera con i fondi dei fiori verso il centro, senza lasciare spazi vuoti. Spennellate con il burro restante burro fuso.



Srotolate la pasta brisée e bucherellatela con una forchetta , adagiatela capovolta sui fiori nella teglia ricoprendoli.
Ripiegate il bordo verso il fondo, così da racchiudere i fiori.
Spennellate la pasta con il busso fuso e infornate (forno già caldo)  lasciate cuocere per 30 minuti o finché la pasta sarà ben dorata.


Sfornate la torta, capovolgetela su di un piatto e togliete delicatamente la carta da forno.
Potete mangiarla sia tiepida che fredda.





giovedì 1 giugno 2017

Peperoni quadrati ripieni

Carmagnola è una delle capitali italiane del peperone, o meglio di quattro diverse tipologie di peperone: il Quadrato (quasi un cubo, con quattro punte), il Corno o Lungo (un cono molto allungato), il Trottola (a forma di cuore), il Tomaticot (ibrido tondeggiante schiacciato ai poli come un pomodoro, tomatica o pomatica nei dialetti subalpini). L’oggetto del Presidio Slow Food è il Lungo, nel Carmagnolese sempre chiamato Corno di Bue.
Un peperone che ha colori splendidi (giallo intenso o rosso vivace) e forma conica molto allungata (oltre i 20 centimetri) con tre o quattro lobi (modellata sullo spagnolìn primordiale, il peperone oblungo giunto dalle Americhe).
Fin dalla sua introduzione, risalente all'inizio del Novecento, la coltura intensiva del peperone nell'area circostante Carmagnola ha riscontrato un grandissimo interesse tra gli operatori agricoli, in quanto le ottime rese assicurate dalle ideali condizioni pedoclimatiche dell'area hanno garantito buoni redditi. Se si considera poi che, fin dopo la seconda guerra mondiale, la gran parte della popolazione attiva era dedita all'attività agricola, è facile intuire quanto il peperone sia stato importante per l'economia locale. Per forza di cose, con il tempo, l'interesse per il peperone è diventato parte integrante della cultura locale. L'acquisizione di formazione ed esperienza nel settore specifico da parte degli operatori agricoli ha fatto sì che il peperone entrasse come protagonista nella storia e nella vita di tutti i giorni a Carmagnola. Ne sono testimonianza le manifestazioni, le fiere, l'arte e gli aneddoti, spesso incentrati sul peperone, per non parlare della cucina locale, che si caratterizza fortemente per la presenza quasi ossessiva di questo ortaggio.



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Ingredienti per 4 persone:

5 peperoni quadrati di Carmagnola piccoli
3 etti di carne di manzo tritata
2 zucchine piccole
1  uovo
Una decina di olive denocciolate
150 gr di Toma di Bra  tenero (o altro formaggio fondente)
Qualche rametto di prezzemolo
Olio extra vergine di oliva q.b.
Sale q.b.

Procedimento

Accendete il forno a 180°
 Lavate e pulite quattro peperoni e tagliate la calotta.
Tagliate a cubetti il formaggio.
Spuntate  gli zucchini e riduceteli a dadini insieme al quinto peperone , tagliate le olive a rondelle.
In una ciotola mettete la carne tritata, l'uovo, il prezzemolo, gli ortaggi, le olive e il formaggio, salate.

Amalgamate bene  tutto e riempite i peperoni. Metteteli  in una pirofila e versate a filo un po’ d’olio. Infornate  per 30 minuti, poi togliete la pirofila dal forno  e disponete alcuni dadini di formaggio su ogni peperone  coprite con le calotte, infornare ancora per 7/8 minuti. 

lunedì 29 maggio 2017

Crostoni di Fontina, pera, pistacchi e miele

Una delle caratteristiche peculiari del miele di melata è dovuta proprio al fatto che si ottiene, appunto, dalla melata e non da un nettare. La melata è una sostanza zuccherina e vischiosa che si forma sulla vegetazione, in particolare sulle foglie degli alberi, in prossimità di colonie di afidi e di altri insetti che si nutrono della linfa di queste piante. La melata viene poi raccolta e utilizzata dalle api per produrre, appunto, il miele di melata. In genere questa viene usata dalle api nei periodi o nei luoghi in cui la produzione di nettari è scarsa. La melata può derivare da vari tipi di piante.  E' detto anche miel di bosco proprio perché si tratta di un prodotto che proviene generalmente da boschi e foreste. Per esempio, il pregiato miele della foresta nera è un miele di melata. Anche in molte zone boschive italiane si produce un ottimo miele di melata.
Ha un colore molto scuro e una consistenza particolarmente densa e un sapore meno dolce rispetto a quello del miele prodotto dai nettari, con un retrogusto amarognolo e un sentore di corteccia e terriccio. Il miele di melata ha un indice glicemico più basso rispetto ad altri tipi di miele e alla maggior parte dei dolcificanti, ciò vuol dire che innalza la glicemia con una velocità inferiore, il che rappresenta un vantaggio per le persone che hanno una ridotta tolleranza al glucosio ma anche per tutti gli altri; in generale, infatti, i dolcificanti e gli alimenti con elevato indice glicemico favoriscono l’aumento di peso corporeo e non aiutano la salute di cuore e arterie. Ha qualità antibatteriche e lenitive; è un ottimo rimedio naturale per calmare la tosse e lenire altri disturbi delle vie aeree. Vanta un potere nutritivo superiore al miele di nettare, grazie anche al maggior contenuto di sali minerali e oligominerali, tra cui ferro, manganese, potassio e magnesio. Grazie alla presenza di olisaccaridi aiuta il fisiologico funzionamento dell’apparato gastrointestinale. È ricco di polifenoli, sostanze antiossidanti che aiutano l’organismo a difendersi dallo stress ossidativo alla base dell’invecchiamento cellulare. Il miele di melata è facilmente assimilabile dall’organismo ed è ottimo quando si ha bisogno di nutrienti ed energia immediatamente disponibili.

Fonte: Viversano.net




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Ingredienti per 4 persone:

8 fette di pane  integrale ai cereali
2 pere madernassa
8 fette di Fontina
Miele di Melata  La Margherita q.b.
50 gr di pistacchi

Procedimento

Accendete il forno sulla posizione griglia a 180°C
Sgusciate i pistacchi e tritateli grossolanamente.
Lavate le pere, non sbucciatele, tagliatele a metà togliete i semi e poi tagliatele a fettine
Disponete su ogni singola fetta di pane una fetta di Fontina, qualche fetta di pera, e un  po’ del trito di pistacchi. Infornate per 5 minuti ( il tempo di far sciogliere il formaggio e grigliare le pere).
Sfornate, distribuite un po’ di miele su ogni crostone e servite.



Apicoltura
La Margherita
C.so Francia 152 
Rivoli (TO)
tel/fax 011/9913469






mercoledì 24 maggio 2017

Bicchieri di Crema di nocciole e miele di Acacia

Lo so, è quasi ora di andare in ferie ma che ci crediate o no avevo ancora una colomba pasquale da finire e  un barattolino di Crema Nocciola e miele di Acacia , gentilmente offertomi dall’Apicoltura La Margherita, così mi sono inventata questi bicchieri di crema di nocciole e miele di Acacia.
Sono velocissimi da preparare e ancora più veloci da consumare…..
Dolcificante dal grande potere energetico, il miele di acacia può essere considerato a tutti gli effetti un energizzante naturale in grado di rifornire il sistema nervoso di nuove energie. La sua alta digeribilità e il contenuto di proteine, vitamine, sali minerali e amminoacidi lo rende inoltre un apprezzato ricostituente.
La nocciola Tonda Gentile del Piemonte ovvero Nocciola Piemonte è una varietà di nocciola a indicazione geografica protetta, prodotta nella parte sud del Piemonte che comprende alcune aree delle province di Cuneo, di Asti e di Alessandria.
Fra le caratteristiche che rendono particolarmente pregiata questa varietà vanno citate in particolare:  la forma tonda del frutto che favorisce una veloce sgusciatura meccanica, mantenendo intatto il seme, il guscio sottile che da una resa del prodotto sgusciato elevata, dal 46 al 50%,il seme dotato di buon aroma e di sapore delicato.


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Ingredienti per 6 bicchieri

400 gr di colomba avanzata
Mezzo bicchiere di Porto ( se avete dei bambini usate del succo d’arancia)
Mezzo bicchiere d’acqua
6 cucchiai di cacao amaro
50 gr di cioccolato fondente (magari l'uovo di Pasqua avanzato)
50 gr di cioccolato bianco
500 gr di ricotta piemontese
200 gr di Crema Nocciola e Miele di Acacia La Margherita


Procedimento

Tagliate la colomba a fette spesse circa mezzo centimetro, poi con un coppa pasta o un bicchiere (della stessa misura del contenitore in cui metterete il dolce) ricavate dei dischi.
Gli avanzi non di misura utilizzateli come fondo delle coppette.
In una ciotola setacciate la ricotta, poi unite la Crema di Nocciola e miele di Acacia



e lavorate il tutto fino ad ottenere una crema omogenea, unite il cacao e amalgamate bene
(assaggiate e se la preferite più dolce aggiungete ancora un po’ di crema di nocciole).


In una bicchiere versate il Porto e l’acqua, miscelate. In ogni singolo bicchiere versate un po’ di crema e mettete sopra gli avanzi della colomba non di misura,  imbibite  con la soluzione di Porto e acqua aiutandovi con un pennello da dolci. Continuate ricoprendo con parte  della crema, coprite con una fettina di pandoro e ripetete l’operazione  fino ad esaurimento degli ingredienti.


Coprite con pellicola e mettete a riposare in frigo per almeno un’ora.  Al momento di servire scagliate sulla crema il cioccolato fondente e quello bianco.





Consiglio: Fare le scaglie di cioccolato è semplicissimo, mettete la tavoletta di cioccolato per 10 minuti in freezer, poi con un coltello raschiatela.
Potete sostituire la colomba con il pandispagna o con dei savoiardi o dei pavesini o del pandoro ecc.
Se avete dei bimbi o persone che non amano l'alcool potete sostituire il Porto con del succo d'arancia o di ananas o del caffè (allungato con l'acqua come per il Porto) ecc.


Se vi piacciono le ricette dolci o salate con il miele non perdetevi l’ebook

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lunedì 22 maggio 2017

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Il nuovo e-book gratuito di ricette e cultura che abbiamo realizzato per APICOLTURA LA MARGHERITA, un produttore di assoluta eccellenza, Maestro del Gusto di Torino e Provincia.
Ringraziamo il produttore per aver creduto nel nostro lavoro e gli autori di LIBRICETTE.eu che hanno creato articoli di approfondimento e ricette straordinarie: Monica Benedetto, Silvia De Lucas Pasticci, Fernanda Demuru, Maria Antonietta Grassi, Roberto Leopardi, Monica Martino, Anna Laura Mattesini, Paola Uberti


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giovedì 18 maggio 2017

Carciofini sott'olio

Il carciofo è una pianta nota fin dai tempi antichi, la sua coltivazione è diffusa maggiormente nei paesi del Mediterraneo, soprattutto in Italia, Francia e Spagna. La Sardegna è la regione che maggiormente si caratterizza per la coltivazione ed il consumo di questo delizioso ortaggio. La raccolta avviene principalmente tra il mese di ottobre e di maggio.
Sono ricchissimi di principi attivi e vantano molte virtù terapeutiche. Possiedono pochissime calorie e contengono molte fibre, oltre a sali minerali come calcio, fosforo, magnesio, ferro e potassio. Vantano un effetto disintossicante essendo diuretici e stimolanti della funzione epatica e sono utili per combattere problemi di diabete, colesterolo, ipertensione.
I carciofini sottolio sono preparati tipicamente in questo periodo primaverile quando sul mercato si trovano i carciofini piccoli, teneri e dolci, ideali per questo tipo di conservazione.
Per eliminare al massimo qualunque rischio insito nel cattivo confezionamento, sterilizzate sempre i barattoli che userete per conservare i prodotti.
Lavate molto bene e con acqua calda i vasetti e i coperchi (rinnovateli ogni volta, non riutilizzate quelli vecchi), asciugateli. Fate scaldare il forno a 100°C  poi inserite i vasetti e lasciateli per 5 minuti. Spegnete il forno, inserite anche i coperchi e lasciate raffreddare a forno chiuso.
Utilizzateli immediatamente.
Al momento di consumare accertatevi che i coperchi non siano gonfi, nel qual caso vorrà dire che qualcosa non ha funzionato e NON consumate il prodotto, ma tranquillizatevi se seguirete alla lettera il procedimento nessuno dei vostri vasetti andrà a male.
Ancora un accorgimento, NON utilizzate pentole di alluminio per far bollire l’aceto, ma solo di acciaio inox.




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Ingredienti per 4/5 vasetti tipo Bormioli da 250 gr/cad



1 kg di carciofini
1 litro d’aceto bianco o di mele
1 limone
Qualche foglia d’alloro
2 chiodi di garofano
Qualche bacca di ginepro
Qualche bacca di pepe
Sale q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.


Procedimento
Scartate dai carciofi le foglie esterne più dure fino a raggiungere quelle interne bianche e tenere. Spuntate la sommità delle foglie rimaste e tagliate il gambo. Mano a mano che li pulite, sciacquate sotto l’acqua corrente e  immergeteli  in acqua fredda acidulata con il succo del limone.





Intanto mettete a bollire in una pentola di acciaio inox l’aceto, il sale, il pepe, l’alloro, i chiodi di garofano. Portate il liquidi ad ebollizione, quindi buttatevi i carciofi, fate riprendere l’ebollizione, poi abbassate la fiamma e proseguite la cottura a fuoco dolce e  per 5 minuti.
Scolate e metteteli ad asciugare su di un piano inclinato o su di un setaccio, tra due teli ben puliti, per impedire che il contatto diretto con l’aria possa scurirli.


Ogni tanto girateli e spostateli e se è il caso sostituite i teli. Quando i carciofini saranno ben asciutti (7/8 ore), sistemateli nei vasi, aggiungete qualche grano di pepe (o di peperoncino se preferite), una  foglia di alloro per ogni vaso e ricoprite d’olio. Controllate il livello d’olio per un paio di giorni, aggiungendone dell’altro se occorre.


Chiudete bene i vasetti e conservate in dispensa al buio e al fresco, potrete consumarli dopo 20 giorni.



Consiglio: Se volete utilizzare i carciofi più grandi, tagliateli a metà prima di buttarli nell’aceto.