domenica 5 marzo 2017

Polpettone di pollo e prosciutto

La carne di pollo è ricca di proteine nobili indispensabili all’organismo per rinnovare i tessuti, e di  aminoacidi ramificati utili nel metabolismo dei muscoli e nell’aiutare allo smaltimento delle tossine che si formano quando si svolge un inteso lavoro fisico. Se eliminiamo la pelle, come in questo caso, risulta relativamente povera di grassi  e con un discreto contenuto di vitamine del gruppo B e di ferro.  La ridotta presenza di tessuto connettivo ed il diametro ridotto delle sue fibre rendono la carne di pollo facilmente digeribile. 







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 Ingredienti per 4 persone:

400 gr di carne di pollo macinata
100 gr di prosciutto crudo in una sola fetta
2 uova
Mais per impanature o pangrattato q.b.
40 gr. di Parmigiano Reggiano grattugiato
1 cucchiaino di maggiorana
Qualche rametto di prezzemolo
Olio Extravergine d’oliva q.b.
Sale  e pepe bianco q.b.

Procedimento
Tritate il prosciutto crudo e mescolatelo con la carne, le uova, il formaggio,  la maggiorana, il prezzemolo tritato e tre cucchiai di mais ( se la consistenza ottenuta  fosse troppo morbida aggiungetene ancora un po’) . Salate  e pepate.


Amalgamate bene il tutto e formate un polpettone, fatelo rotolare nel mais per impanarlo.
Mettetelo in una pirofila e irroratelo con un po’ di olio extravergine d’oliva.


Infornate a 200°C (forno statico e già a temperatura) per 45/50 minuti.
Servite il polpettone accompagnato dalla salsa rubra (ketchup), o dalla senape o da un bel sughetto di pomodoro.
Buon appetito.







sabato 25 febbraio 2017

Risotto al radicchio e Toma


Nella Cascina Belvedere la famiglia Picco si tramanda da oltre 100 anni l’esperienza e l’amore per la terra e tutti i passaggi della produzione del riso, dal campo alla tavola, sono seguiti accuratamente per garantire gusto e genuinità del prodotto. Ogni lotto di riso è rintracciabile dalla semina all’imballaggio. Il prodotto è lavorato poco alla volta, artigianalmente con una sbramatura (eliminazione della lolla) leggera, che garantisce un miglior apporto nutrizionale e un sapore più intenso. Il riso è quindi diverso da quello “industriale”, con una resa superiore e una migliore tenuta alla cottura. Si abbina così il valore della tradizione all’efficacia della tecnologia, utilizzando macchinari che permettono di selezionare chicco per chicco, in base al colore, alla purezza e alla dimensione. In questo modo tutte le piccole impurità sono eliminate in modo naturale e l’omogeneità dei lotti di produzione è garantita. Tutto questo fa si che nella Cascina Belvedere si produca il miglior riso italiano.
L’amore per la terra e il loro lavoro, genera un profondo rispetto per l’ambiente, infatti, per l’alimentazione dell’azienda sono usati pannelli solari da 50 kw, un essiccatoio con sistema di risparmio energetico che permette il recupero del calore, nessun conservante o antiparassitario, profonda attenzione al ripopolamento della fauna locale, utilizzo di un impianto geotermico. Cascina Belvedere, inoltre, è in possesso di certificati biologici. Infine il confezionamento del riso avviene sempre sottovuoto o in atmosfera protettiva per mantenere inalterate le caratteristiche del riso fino alla tavola.




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Ingredienti per 4 persone:

300 gr. di riso Carnaroli Extra Cascina Belvedere
400 gr. di radicchio rosso allungato
1 cipolla 
¼ di bicchiere di vino bianco
Mezzo litro di brodo vegetale caldo o, in alternativa, acqua calda
50 gr. di Toma ( o di Fontina)
20 gr. di burro
4 cucchiai di Parmigiano Reggiano
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.

Procedimento

Lavate e tagliate a striscioline il radicchio.
Tagliate la cipolla e mettetela  a soffriggere dolcemente in una pentola con un po’ d’olio, aggiungete il radicchio e fatelo appassire per qualche minuto.
Versate il riso e lasciatelo insaporire per 2 minuti rimestando, sfumate con il vino, fatelo evaporare per un minuto, unite, poco alla volta, man mano che si asciuga, il brodo vegetale caldo e il sale.
Portate a cottura a fuoco medio, rimestando spesso.
Cinque minuti prima di spegnere unite la toma  tagliata a dadini e lasciatela sciogliere.
Spegnete il fuoco e mantecate il riso con il burro e il parmigiano.
Portate in tavola e…buon appetito!

Mantecare = Aggiungere il burro e il parmigiano e rimescolare bene per amalgamare il tutto.


CASCINA BELVEDERE
13041 Bianzè (VC) –Italia
Tel/Fax +39  016149895


giovedì 23 febbraio 2017

Scrigni di pasta fillo e crema di nocciole

Questa ricetta è di una semplicità estrema ma di una bontà unica. La pasta fillo, dal greco phyllo,  realizzata solo con farina e acqua, è contraddistinta per la sua sfoglia sottile ed è caratterizzata da un sapore equilibrato.
Si presta molto bene  sia per la preparazione di dolci (come in questo caso) sia  di ricette salate: sono deliziose le torte salate realizzate proprio con questa pasta e farcite con verdure, formaggi e salumi.
Questa pasta può, in modo creativo e veloce, servire ad esempio per preparare dei deliziosi cestini di pasta fillo da farcire  a vostro piacimento con panna o crema al burro ecc.

La crema di nocciole che ho utilizzato è la Nocciolata Bio di Rigoni di Asiago senza latte ma solo con nocciole, cacao, burro di cacao e zucchero.




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Ingredienti per 9 scrigni di 5 cm di lunghezza circa

5 fogli di pasta fillo
Mezzo barattolo  di Nocciolata
60 gr di burro

Procedimento
Accedente il forno a 180°C in modo da averlo già  a temperatura quando infornerete.
Tagliate, nel senso della lunghezza, i fogli di pasta fillo sovrapposti  ricavando tre strisce, dividetele ancora per tre in modo da ottenere tre quadrati da ogni striscia (9 quadrati complessivamente).


In un pentolino fate fondere il burro.
Spennellate i singoli fogli  con il burro fuso e sovrapponeteli  premendo leggermente.
Mettete al centro la nocciolata, richiudete i lembi e spennellate con un po’ di burro.



Continuate così fino ad esaurimento, infornate e fate cuocere per 10 minuti.
Potete mangiarli così o spolverizzati con lo zucchero a velo o servite con della panna o della crema pasticcera.




domenica 19 febbraio 2017

Sformatini di cime di rapa, salame e Provolone

Arrivi dal lavoro, giornata pesante, sei andata direttamente a casa sperando di avere ancora qualcosa nel frigo o in dispensa perché la cena da preparare ti attende.
Apri il frigo e trovi la desolazione totale, praticamente c’è l’eco….
Tutto quello che trovi sono degli avanzi, tristi e desolanti: un fondo di salame, delle cime di rapa bollite di ieri, un pezzo di Provolone, le ultime due uova…Un attimo e l’idea nasce come un fulmine a ciel sereno! Sformatini di cime di rapa, salame e provolone, ed ecco dalla desolazione nascere una nuova ricetta, buona, bella, veloce e allegra.





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Ingredienti per 4 persone:

200 gr di cime di rapa bollite avanzate
2 scalogni o una piccola cipolla
1 fondo di salame
4 cucchiai di Parmigiano Reggiano grattugiato
1 fondo di Provolone
2 uova
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale q.b.
Burro q.b. (solo per preparare  gli stampi)



Procedimento

Spellate il salame e tagliatelo a cubetti piccoli.
Tagliate, sempre a cubetti, anche la provola
Tritate grossolanamente le cime di rapa.
Tritate gli scalogni.
Scaldate l’olio in una padella e saltate gli scalogni finché saranno trasparenti, unite le cime di rapa, salate e lasciate cuocere per 5 minuti a fuoco vivo per far asciugare le cime di rapa.


Mettete tutto in una ciotola, lasciate intiepidire e unite i cubetti di salame e di formaggio, le uova sbattute e il Parmigiano Reggiano.


Preriscaldate il forno a 180°C e ungete delle piccole pirofile o un’unica grande (come preferite), distribuite il composto nelle pirofile, spolverizzate con il Parmigiano Reggiano e passate in forno (già caldo) per 25/30 minuti o finché non si sarà rappreso.


Servite caldo o tiepido.







Questa è un’idea di base, ovviamente potete sostituire le cime di rape con altre verdure avanzate, il salame con dadini di prosciutto o pancetta e la provola con altri formaggi.


Vi è piaciuta questa ricetta? E’ inserita , insieme a tante altre nell’ebook  CUCINA ANTISPRECO .

Potete scaricare GRATUITAMENTE l’ebook cliccando qui


martedì 14 febbraio 2017

Torta di broccoli, riso rosso e prosciutto

I broccoli appartengono alla famiglia delle crocifere e sono un alimento dal sapore gradevole e gustoso, inoltre contengono pochissime calorie (27 per 100 gr.) e il loro consumo è spesso consigliato nelle diete ipocaloriche. Generalmente si consumano lessati o al vapore e quest’ultimo tipo di cottura è da preferire perché, non solo esalta al massimo il gusto, ma mantiene inalterate tutte le qualità nutritive.
Sono ricchi di sali minerali quali calcio, ferro, fosforo, potassio e vitamine come la C, la B1, la B2; contengono, inoltre, fibra alimentare utile per combattere la stitichezza, e tiossozalidoni, sostanze coadiuvanti nella cura della tiroide.
Questo splendido vegetale contiene anche una sostanza, il sulforafano, che non solo previene la crescita delle cellule cancerogene, ma ne impedisce anche il processo di divisione. Questa sostanza, insieme agli isotiocianati, possiede un’azione protettiva soprattutto contro i tumori intestinali, del seno e polmonari.
I broccoli possiedono anche un potere antianemico, emolliente, diuretico, cicatrizzante, depurativo, vermifugo. 
Inoltre,l’alto potere antiossidante in essi contenuto, aiuta a rafforzare le difese immunitarie e spesso, gli specialisti, consigliano il loro consumo per combattere l’Helicobacter pylori, un batterio molto resistente che colonizza la mucosa gastrica generando fastidiose gastriti ed ulcere.
L’unico elemento negativo insito in questi ortaggi è lo sgradevole odore emanato durante la cottura: ciò è dovuto allo zolfo in essi contenuto in discreta quantità, ma potete evitare quest’inconveniente semplicemente spremendo un limone nell’acqua di cottura.



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Ingredienti per 4 persone:
350 gr di broccolo verde romano
200 gr di farina
100 gr di burro
80 gr di prosciutto cotto in una sola fetta
100 gr di riso rosso selvaggio
50 gr di provolone
2 uova
1 porro
30 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato
Olio d’oliva extravergine q.b.
Sale q.b.




Procedimento
Setacciate la farina in una ciotola, aggiungete un po’ di sale e il burro a dadini, amalgamate  lavorando rapidamente per non scaldare la pasta, aggiungete piccole quantità di acqua freddissima, poco alla volta, fino ad arrivare alla giusta consistenza. Formate una palla, avvolgetela nella pellicola trasparente e mettetela in frigo per due ore.


Nel frattempo pulite il broccolo, dividetelo a cimette e fatelo cuocere a vapore per dieci minuti  (in alternativa cuocetelo in acqua bollente).
Lessate il riso per circa 30 minuti (leggete il tempo di cottura sulla confezione perché può variare) finché non sarà al dente.
Pulite il porro e tagliatelo a fettine oblique, mettetelo in una casseruola con 4 cucchiai d’olio e fatelo stufare.
Nel frattempo tagliate le cimette ma lasciatele qualcuna intera per guarnire e mettetela da parte.
Unite i broccoli al porro , salate e lasciate insaporire per 5 minuti.


Scolate il riso e aggiungetelo ai broccoli .


Tagliate il prosciutto e il provolone  a dadini. Sbattete le uova in una fondina, salate e aggiungete il Parmigiano Reggiano grattugiato.
Riprendete il panetto di pasta briseé,


mettetelo tra due fogli di carta da forno e con il mattarello stendetelo fino ad ottenere un cerchio più largo di 2 cm della vostra teglia.



Mettete la carta da forno con la pasta stesa nella teglia,


versate l’impasto e cospargetelo con i cubetti di provolone. Versate nella teglia il composto di uova e Parmigiano,



guarnite con le cimette lasciate intere, distribuite i cubetti di prosciutto, chiudete i bordi premendo poi leggermente sulla pasta con i rebbi di una forchetta.


Cuocete la torta in forno già caldo a 180°C per 30 minuti, sfornate e servitela calda o tiepida, come preferite.




 Consiglio: Per velocizzare i tempi potete utilizzare un rotolo di pasta brisée e del riso bianco (anziché rosso) parboiled 



domenica 12 febbraio 2017

Bonét (Bunét) piemontese

Il Bonèt (leggi bunét) è un dolce a cucchiaio, antichissimo,  tipico delle Langhe e del Monferrato in Piemonte ma, nel corso dei secoli, si è diffuso in tutta la regione dando vita a diverse varianti e ottenendo così la PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale)
Con la parola bonèt in piemontese si identifica un particolare tipo di cappello tondeggiante simile allo stampo in cui viene cotto da qui il nome al dolce come certifica il vocabolario Piemontese/italiano di Vittorio di Sant’Albino stampato nel 1859.
La versino popolare più diffusa nelle Langhe, invece, racconta che trattandosi di un dolce servito a fine pasto lo si sarebbe legato al nome del cappello perché è l’ultima cosa che s’indossa prima di andare via, così come il Bonét si consuma a fine pasto.
Le prime testimonianze di questo dessert risalgono al XIII secolo, quando incomincia ad apparire sulle sontuose tavole dei signori.






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Ingredienti per 4 persone:

½ litro di latte possibilmente intero
120 gr di zucchero
4 uova
60 gr di amaretti secchi
50 gr di cacao amaro

Procedimento

Preparate innanzitutto il caramello.
In un pentolino mettete 40 gr di zucchero e un cucchiaio d’acqua e fate caramellare rimescolando, state molto attenti che non si bruci.
Versatelo  sul fondo e sulle pareti dello stampo o in stampini individuali (come ho fatto io) e lasciatelo raffreddare.
Accedente il forno a 170°C.
Sbriciolate gli amaretti.
In una ciotola mettete le uova e lo zucchero rimasto  e montate fino ad ottenere un composto spumoso, aggiungete il cacao e il bicchierino di rum, continuate a mescolare. 





Aggiungete il latte e gli amaretti sbriciolati.



Versate il composto nello stampo o negli stampini



e fate cuocere a bagnomaria nella parte bassa forno per un’ora. State attenti che l’acqua non prenda mai bollore, altrimenti il dolce risulterebbe troppo sodo e pieno di bolle.

A cottura ultimata togliete lo stampo dal forno e lasciatelo raffreddare. Quando sarà freddo mettetelo in frigo per almeno tre ore.








mercoledì 8 febbraio 2017

Castagnole al limoncello

« Finito Carnevale, finito amore
finito il far la pacchia da signore
finito il setacciar farina in fiore
finito il mangiare castagnole »
 (Antico proverbio anconitano)



Le castagnole, insieme alle bugie sono i dolci carnevaleschi più conosciuti e diffusi in tutta Italia, dal Nord al Sud.
La ricetta delle castagnole è sicuramente molto antica: è stato ritrovato nell'archivio di stato di Viterbo un volume manoscritto del Settecento in cui sono descritte ben quattro ricette di castagnole, di cui una prevede la cottura al forno, che quindi non è stata adottata recentemente nell'intento di rendere il dolce più leggero, come spesso si crede.




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Ingredienti

320 gr di farina 00
60 gr di zucchero
50 gr di burro
3 uova
1 cucchiaino da caffè di lievito vanigliato
La scorza di un limone bio grattugiata
30 gr di limoncello (circa tre cucchiai)
Un pizzico di sale
Olio per friggere q.b.

Procedimento

Mettete il burro a pezzetti  in una terrina e lasciatelo  ammorbidire  a temperatura ambiente, unite lo zucchero e lavorate fino ad ottenere una crema. Incorporate le uova, una alla volta e amalgamate bene prima di unire quello successivo.
Unite la scorza di limone grattugiata, un pizzico di sale e poca alla volta, la farina setacciata, il lievito e per ultimo il limoncello.  Dovete ottenere un impasto morbido ma omogeneo, se è il caso unite ancor un po’ di farina o di limoncello se fosse troppo duro.
Prelevate un po’ d’impasto e formate delle palline grosse come una noce.
In una pentola a bordi alti portate a temperatura l’olio poi tuffateci, poche alla volte, le palline e fatele dorare fino a che non avranno assunto un bel colore dorato.
Raccoglietele con la schiumarola e mettetele a scolare su carta assorbente, quando saranno ben fredde rotolatele nello zucchero semolato.


Consigli: Potete prepararle anche senza il limoncello, ma sappiate che in cottura tutto        l’alcol evapora e rimane solo il buon gusto di limone