venerdì 23 gennaio 2015

Spiedini di lonza e peperoni con Pepita Chef

Pochi giorni fa ho ricevuto due graditissimi omaggi dalla ditta DOMITAL di Vimercate (MI). Due validi aiuti in cucina per chi ama mangiare sano. Pepita Chef e la Piastra Standard Antiaderente.
Pepita Chef, in porcellana consente di cuocere in modo nuovo, genuino e rapido,  spiedini di carne, pesce e verdura. Può essere utilizzato per servire aperitivi, stuzzichini e antipasti vari direttamente in tavola. E’ perfetto per presentare spiedini di frutta. E’ un prodotto pratico ed elegante, da utilizzare in casa, nei bar, nei ristoranti e per servizi catering e party service.



La Piastra Standard Antiaderente in terracotta refrattaria mm. 345×345 per forni da 60 e barbecue consente di cuocere e grigliare delicatamente e senza l’aggiunta di grassi carne, pesce e verdura. Si riscalda rapidamente, portando a cottura i cibi in modo uniforme, senza che questi si attacchino alla superficie della piastra e rispettandone il sapore.


Naturalmente non ho resistito e mi sono messa subito all’opera. Devo dire che il risultato mi ha soddisfatta pienamente. Gli spiedini avevano il giusto grado di cottura da tutti i lati, bellissimi da vedere e ottimi da gustare.  Ebbene si, mi sono innamorata di questa piccola meraviglia!
La ricetta che trovate qui di  seguito è solo la prima di un serie che intendo provare con Pepita Chef e che condividerò con voi.
La Piastra Standard Antiaderente è altrettanto bella e funzionale  e la proverò nei prossimi giorni, poi vi dirò come è andata.
Cliccate qui per vedere tutti i meravigliosi prodotti, splendidi aiuti in cucina,  della ditta DOMITAL
E adesso, che aspettate? Correte a provarla!


LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.


Ingredienti per 8 spiedini:

600 gr di lonza di maiale
1 peperone rosso
1 peperone verde
Erbette di Provenza q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.

Procedimento

Lavate e pulite i peperoni tagliandoli a metà ed eliminando tutti i semi e le coste bianche. Tagliateli prima a falde e poi ricavate 48 pezzi (24 rossi e 24 gialli).
Tagliate la lonza  in 48 cubotti.
Accendete il forno a 200°C
Iniziate ad infilzare la carne e i peperoni alternandoli. Quando avete completato tutti gli otto spiedini pennellateli con dell’olio d’oliva. Su di un foglio di carta da forno mettete 3 cucchiai d’erbette di Provenza, un po’ di sale e mischiate bene. Prendete gli spiedini e impanateli velocemente nel composto d’erbette e sale.
Infilate gli spiedini nella Pepita.



Ricoprite la leccarda con della carta da forno e posizionate al centro la Pepita con gli spiedini. Infornate per 25 minuti.


Servite con patate arrostite o con dell’insalata.
Buon appetito.

Consiglio: Potete anche far cuocere contemporaneamente le patate insieme agli spiedini, mettendole sulla leccarda attorno alla Pepita.
Per chi non lo sapesse, le erbette di Provenza sono un misto di aromi secchi (timo, maggiorana, origano, salvia, ecc.)


giovedì 22 gennaio 2015

Supa d'coj (Zuppa di cavolo e pancetta piemontese )

Fin dai tempi più remoti, erano note le proprietà curative dei vari tipi di cavolo che erano utilizzati, sopratutto, nella cura di ulcere, ferite e affezioni respiratorie. I recenti studi hanno confermato le proprietà terapeutiche di questi ortaggi, non solo, ma ne hanno scoperte delle altre, come la funzione protettiva a livello arterioso e di prevenzione in alcune forme tumorali. I cavoli sono ricchi di sali minerali quali ferro, potassio, calcio, fosforo e di vitamina A, B2, C. di carotenoidi, di acido folico e di folati, indispensabili per prevenire la spina bifida in gravidanza.


Fonte: Coltiviamo la salute di Ciro Vestita ed. Giunti

Questa è un'antica ricetta piemontese preparata per la festività dei Santi il 1 novembre.




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Ingredienti per 4 persone:

1 piccola verza
150 gr di pancetta dolce a cubetti
1 lt. di brodo di carne caldo
Un noce di burro
150 gr di Parmigiano grattugiato
9 o 10 fettine di pane
2 spicchi d’aglio

Procedimento.

Pulite la verza eliminando le foglie esterne e il torsolo, tagliatela grossolanamente a listarelle, lavatela e sgrondatela bene.
Tritate insieme l’aglio  e mettetelo in una teglia, meglio se di coccio, unitamente ai cubetti di pancetta e fate soffriggere dolcemente. Aggiungete la verza e lasciatela stufare per circa dieci minuti. Unite il brodo caldo e lasciate cuocere per almeno un’ora e mezza.
Nel frattempo sciogliete il burro in una padellina e fate dorare le fette di pane fino a farle diventare dorate e croccanti.
Distribuite due o tre fette sul fondo di una pirofila da forno (o in singole pirottine) poi irroratele con la zuppa di cavolo e cospargete di parmigiano. Proseguite così fino ad esaurire tutti gli ingredienti e ultimate con abbondante Parmigiano.



Passate in forno caldo (180/190°C) per mezz’ora e servite subito.
Accompagnate con un buon bicchiere di Barbera.
Buon appetito!

 

lunedì 19 gennaio 2015

Stella di pandoro alle due creme

Come al solito, terminate le festività ci ritroviamo con gli avanzi di pandoro e panettone. Questa ricetta è meno calorica rispetto alle creme solite preparate con mascarpone, panna o burro, ma ugualmente gustosa.


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Ingredienti per 4 persone.

Mezzo pandoro avanzato
150 cl  Martini (circa un bicchiere e mezzo )
50 cl d’acqua (mezzo bicchiere)
10 ml. di Gin (1 bicchierino)
500 ml. di latte
2 rossi d’uovo
40 gr. di farina
100 gr. di zucchero
40 gr di cocco disidratato
1 stecca di vaniglia

Procedimento
Innanzitutto preparate le creme:  fate bollire il latte con la stecca di vaniglia, sbattete i due rossi d’uovo con lo zucchero fino a quando il composto risulterà gonfio, poi aggiungete gradatamente la farina (aiutatevi eventualmente con un cucchiaio di latte tiepido) e amalgamate bene per evitare la formazione di grumi, aggiungete, sempre lentamente e rimestando, il latte.
Sciogliete bene il composto e rimettetelo sul fuoco bassissimo, mescolando continuamente.
Vedrete la crema gonfiarsi lentamente (circa 7/8 minuti), quando la consistenza sarà quella “sofficiosa” classica della crema pasticciera  spegnete il gas. 


Dividetela in parti uguali ponendola in due contenitori . Nella crema bianca aggiungete metà del cocco disidratato.
Tagliate il pandoro a fette non di circa 1 cm di spessore.
In una ciotola preparate la soluzione alcolica. Versate il Martini, l’acqua e il gin, miscelate bene ed imbibite, con un pennellino la prima fetta di pandoro. Distribuite parte della crema bianca, coprite con un’altra fetta di pandoro, ma sfalzata rispetto alla prima, imbibitela  e distribuite  la crema al cioccolato. Continuate così fino ad esaurimento degli ingredienti. Terminate distribuendo sull’ultimo strato di crema il cocco.
Mettete  in frigo per almeno 3 ore.
Se non amate gli alcolici o avete dei bambini, potete sostituire il Martini e il gin con succo d’arancia.

mercoledì 14 gennaio 2015

Torta salata di cavolfiore, speck e Provolone

Lo Speck dell'Alto Adige IGP (indicazione geografica protetta) è un salume leggermente affumicato, stagionato all’aria pura e preparato con carne di maiale lavorata, secondo la regola tradizionale, esclusivamente nella regione altoatesina. Ha un moderato apporto calorico e contiene un’alta percentuale di proteine che lo rendono un alimento ideale e un’ottima alternativa a carne fresca, uova e formaggi.

 
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Ingredienti per 4 persone:
 
1 confezione di pasta briseé
500 gr di cavolfiore
200 gr di Provolone dolce Auricchio
100 gr di speck a fettine
200 gr di ricotta
2 uova
1 spicchio d’aglio
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.

Procedimento

Pulite il cavolfiore, dividetelo a cimette e fatelo cuocere a vapore per 7/8 minuti.
In una padella, versate quattro cucchiai di olio. Unite lo spicchio d’aglio, le cimette di cavolfiore, salate e fare dorare per cinque minuti a fuoco vivace.
Lasciate raffreddare, togliete lo spicchio d’aglio e mettete le cimette in una capiente ciotola.
Grattugiate metà del Provolone e tagliate a fettine il rimanente.
Lavorate la ricotta con una forchetta, aggiungete le uova, leggermente sbattute, il Provolone grattugiato (tenetene da parte due cucchiai) amalgamate bene. Inglobate il tutto al cavolfiore.
Stendete il rotolo di pasta briseé e mettetelo con la sua carta da forno in una teglia facendolo sbordare. Versate il composto di cavolfiore e formaggi e livellato bene. Stendete le fettine di speck


e sopra di quelle di Provolone.


Ripiegate i bordi verso l’interno e spolverizzate con il rimanente formaggio grattugiato.


Infornate (forno già caldo a 180°) e fate cuocere per 35/40 minuti. Lasciate riposare la torta nel forno spento e sportello leggermente aperto per cinque minuti e servite.
Buon appetito!

venerdì 9 gennaio 2015

Polpette di polenta

Come ormai sa chi mi segue, sono una fervente sostenitrice dello Smart cooking, ovvero della cucina responsabile, questa è una delle ricette che fanno parte di questa filosofia. Ho avuto ospiti e ho esagerato un po’ con le dosi, quindi ho ideato questa ricetta per ridare vita a quello che era rimasto. Il gusto pieno e appagante del Provolone Auricchio è stato fondamentale per la buona riuscita di questo piatto.



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Ingredienti per 4 persone:

800 gr di polenta avanzata
50 gr di farina
1 uovo
300 gr di coniglio in umido avanzato
30 gr di burro

Procedimento

Tritate il coniglio in pezzetti non troppo piccoli.
Tagliate a cubetti 100 gr di Provolone , grattugiatene 50 gr e tagliate  a fettine il rimanente.
Mettete nel frullatore la polenta, il Provolone a cubetti e l’uovo. Frullate tutto fino ad ottenere un composto omogeneo, aggiungete la farina e mescolate bene.
Prelevate piccole quantità di polenta e dategli la classica forma della polpetta, scavate leggermente al centro per formare un incavo e inserite un po’ di coniglio con il suo sughetto e qualche cubetto di formaggio, aggiungete un po’ di polenta per chiudete il tutto e formate una polpetta.


Imburrate una pirofila e metteteci le polpette, distribuite su ognuna un ricciolo di burro e qualche fettina di Provolone, spolverizzate con il rimanente formaggio grattugiato.


Infornate a 180° (forno già caldo) per 30 minuti. Servite subito e buon appetito!


Nuova immagine per la linea Mezzelune Auricchio Piccanti e Dolci che restano inalterate nella loro qualità e nel sapore. I F.lli Auricchio nel pieno rispetto della tradizione, tramandata per quattro generazioni dal 1877, coniugano le più moderne tecnologie all‘antica ricetta ottenendo un Provolone Unico e Sempre l‘Originale. 

domenica 21 dicembre 2014

Risotto al Castelmagno D.O.P., miele e noci

Il formaggio Castelmagno è un'eccellenza della Val Grana. Situata nel Piemonte occitano, la Val Grana è una piccola vallata che si snoda dolcemente tra le Valli Stura e Maira. Il pendio è lieve nel tratto iniziale e accompagna il turista che attraversa paesi e antiche borgate che si affacciano sul torrente Grana. Ampie distese boschive di castagni, faggi e conifere seguono il percorso della strada in un paesaggio che sembra rimasto intatto nei secoli.   A Castelmagno la Valle si apre in tutto il suo fascino alpino: uno spettacolo della natura che nelle giornate estive invita a ritemprarsi dalle fatiche della routine quotidiana.
La Cooperativa "La Poiana - Valle Grana" nasce nel 1998 e nello stesso anno il Castelmagno ottiene il prestigioso riconoscimento D.O.C. La Cooperativa ha contribuito a fondare e valorizzare il Consorzio di Tutela del Formaggio Castelmagno. La produzione principale è concentrata sul formaggio Castelmagno di cui la cooperativa è il maggiore produttore. I prodotti vengono lavorati secondo metodi tradizionali, senza l’uso di fermenti e pastorizzazioni, utilizzando fascere di legno e la stagionatura in grotte naturali.
Prodotto con il latte vaccino crudo proveniente da un minimo di due a un massimo di quattro mungiture consecutive, cui può essere aggiunta una piccola quantità di latte ovino o caprino, il Castelmagno D.O.P. si caratterizza per l’inconfondibile pasta friabile, dal colore perlaceo con venature bluastre.
Un primo piatto raffinato, ideale per le grandi occasioni.


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Ingredienti per 4 persone:

320 g di riso Carnaroli
1 scalogno
1 lt di brodo vegetale salato
Vino bianco piemontese Gattinara DOCG
250 g di Castelmagno D.O.P.
2 cucchiai di miele d’acacia
Olio extravergine d’oliva q.b.
30 gr di burro
Noci q.b.

Procedimento

Grattugiate 200 gr di Castelmagno e scagliate il rimanente. Sgusciate le noci e tritatele grossolanamente. In una casseruola mettete due cucchiai d’olio e aggiungete lo scalogno tritato fine e fatelo rosolare dolcemente. Aggiungete il riso e tostatelo bene, poi sfumate con il vino. Dopo che il vino si sarà consumato, unite 100 gr di Castelmagno e due mestoli di brodo vegetale caldo e continuate la cottura rimestando spesso e aggiungendo il brodo caldo quando il riso si asciuga troppo. Quando sarà quasi cotto, unite il rimanente formaggio grattugiato e il miele. Terminate la cottura. Mantecate (a fornello spento) con il burro e il Castelmagno a scaglie. Impiattate e spargete sopra il riso, le noci tritate e un filo di miele. Servite subito e buon appetito.





venerdì 19 dicembre 2014

Ravioli di zucca, cime di rapa e prosciutto crudo

Oggi ho deciso di mettere a posto la dispensa e mi è capitato tra le mani un sacchetto mezzo vuoto di farina, ho anche un po' di come di rapa, una fetta di zucca e del prosciutto in scadenza. Che fare? Ravioli con prosciutto, cime di rapa e zucca!
Questo meraviglioso ortaggio, tipicamente autunnale ha, molto probabilmente, origini centro americane: i semi più antichi sono stati ritrovati in Messico e risalgono a oltre 4.000 anni fa. Furono i nativi americani, per cui la zucca era un alimento base della dieta, a insegnare la loro coltivazione ai primi coloni che la portarono in Europa insieme al mais, al tabacco, ai peperoni e alle patate.  La zucca appartiene alla famiglia delle Cucurbitaceae, la stessa delle zucchine, che non sono altro che il frutto immaturo. Il ciclo vitale della pianta è annuale, si coltivano in primavera-estate e la raccolta è tipicamente autunnale.
Le qualità nutrizionali della zucca sono molteplici, contiene vitamina E, C, acido folico, pro-vitamina A, vitamine del gruppo B. Sali minerali come potassio, fosforo, ferro e magnesio, e infine i caroteni cui deve lo splendido colore arancione.
I carboidrati ammontano al 3,5% e l’indice glucidico è basso per cui, nonostante il gusto dolcissimo è l’ortaggio più efficace per controllare il metabolismo degli zuccheri, il suo consumo è quindi indicato per i diabetici e gli ipertesi.
“Inoltre il suo consumo può contribuire a riparare le cellule pancreatiche danneggiate dal diabete” (Dott. Ciro Vestita- nutrizionista.)
Infine, la zucca, possiede proprietà digestive, diuretiche, lassative e rinfrescanti.
In fitoterapia sono utilizzati i semi che contengono cucurbitina, tocofenoli, tocotrienoli, steroidi (1%) proteine, pectine e olio grasso e modeste quantità di Sali minerali quali manganese, zinco, selenio e rame.


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Ingredienti per 4 persone:

Per la pasta
300 g di semola rimacinata
3 uova
1 cucchiaio d’olio extravergine d’oliva
Un cucchiaino di sale fino

Per l’impasto
1 kg di zucca non troppo acquosa
300 gr di cime di rapa
150 gr di prosciutto crudo
150 gr di Parmigiano Reggiano
2 cucchiai di pangrattato
Noce moscata q.b.
Maggiorana e timo q.b.
Sale e pepe q.b.

Per condire:
Burro q.b.
Parmigiano Reggiano q.b.

Procedimento

Mettetela farina sulla spianatoia facendo la classica fontana e inserire al centro le uova, il cucchiaio d’olio e il sale. Partendo dal centro, inglobate lentamente tutta la farina, poi impastate fino ad ottenere un composto morbido. Mettetelo a riposare, coperto, per un’ora. 


Nel frattempo preparate il ripieno.
Lavate la zucca e fatela cuocere al forno a 180°C per circa 20 minuti (dovrà essere bella morbida).
Pulite le cime di rapa e fatele cuocere in pochissima acqua. Strizzatele bene.
Tritate con il mixer il prosciutto crudo, grattugiate il Parmigiano Reggiano.
Spelate la zucca e frullatela insieme alle cime di rapa. Mettete tutto in una ciotola capiente,


Unite il prosciutto crudo, il Parmigiano, il pangrattato, la noce moscata e un po’ di maggiorana e timo, una grattata di pepe. Mischiate bene e assaggiate per verificare se, eventualmente, è il caso di salare (il prosciutto è già molto salato, quindi dà sapidità al ripieno).
Trascorso il tempo, prelevate un pezzo dell’impasto e stendetelo con il mattarello, sulla spianatoia infarinata, fino ad ottenere una prima sfoglia sottile circa 2 mm.

 
Disponete sulla prima parte della sfoglia, distanziati, dei cucchiaini del ripieno.

Ripiegate la sfoglia sul composto e, con la punta delle dita, premete intorno a tutti i mucchietti, in modo che i due strati di sfoglia si attacchino bene tra loro.


Con la rotella dentellata ritagliare i ravioli in forma quadrata o utilizzare gli appositi stampini.




Cuoceteli in abbondante acqua salata, a cui avrete aggiunto, un po’ d’olio, per 4 o 5 minuti (serve a non far attaccare la pasta).
Scolateli, conditeli con burro fuso e abbondante Parmigiano Reggiano grattugiato e servite subito.
Potete condirli, in alternativa al burro, con una fonduta di gorgonzola o di altri formaggi. Personalmente ho apprezzato tutte e due le versioni.







Consiglio: Gli scarti della pasta, friggeteli in olio e serviteli come antipasto accompagnati da bresaola, o altro salume, e gorgonzola.