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E’
tornata l’estate e con essa, tra le altre cose, sono tornate anche le pesche.
Questo frutto vellutato, carnoso e succoso nasce dall’albero del pesco (Prunus
persica) e appartiene alla categoria delle drupe come la ciliegia e
l’albicocca. Ha forma tondeggiante, con una polpa profumata e dolce, possiede
un nocciolo ovoidale, grosso e molto duro, con solchi profondi, che racchiude
un seme a mandorla. Il pesco è originario della Cina, dove era considerato
simbolo d’immortalità, e i cui fiori furono celebrati da poeti e pittori.
Il
frutto arrivò a Roma nel I secolo d.C. grazie ad Alessandro Magno che, durante
la spedizione contro la Persia lo importò, e si diffuse in tutto il bacino del
Mar Mediterraneo con il nome di persica perché
erroneamente considerato originario della Persia.
In
Egitto, la pesca era sacra ad Arpocrate, dio del silenzio e dell’infanzia,
ancora oggi, infatti, le guance dei bambini sono paragonate alle pesche, per la
loro carnosità e morbidezza.
Sul
piano nutrizionale il contenuto calorico della pesca è molto basso (circa 39
calorie ogni 100 grammi) ma essendo ricca di fibre insolubili, possiede un
indice di sazietà elevata, non solo ma queste fibre sono benefiche anche perché
riducono il rischio di tumori al colon.
E’
particolarmente succosa, gustosa e dissetante per l’alto contenuto di acqua e
di pectina.
La
pectina è una fibra solubile utile alla regolazione dei livelli di colesterolo
e di glucosio nel sangue. La pesca contiene zuccheri facilmente
assimilabili e acidi organici che le donano il suo sapore particolare, come
l’acido malico, citrico e tartarico. Notevole è il quantitativo di potassio
contenuto nel frutto insieme alle vitamine B1, B2, C, discreto è il
quantitativo di carotenoidi che nell’organismo si trasformano in vitamina A:
questa, oltre ad aiutare la nostra capacità visiva, è fondamentale per la
produzione di melanina che ci protegge dai raggi solari e ci fa abbronzare più
rapidamente. Ha un’importante azione diuretica e leggermente lassativa.
La
Toscana ha un rapporto particolare con questo delizioso frutto presente sul territorio fin dal 1500 grazie ai Medici che introdussero i
“pomari” nelle ville toscane.
Oggi Londa,
delizioso comune Toscano assolutamente green che porta avanti nuove idee verdi
pur rimanendo nella tradizione,
ha fatto
della sua antica Pesca Regina uno dei
punti di forza del territorio. Situato nel
parco delle Foreste Casentinesi, su antiche vie, Londa è il paese di montagna
vicino alla città che offre percorsi naturalistici di grande interesse e
prodotti di qualità a km zero.
Ingredienti
per 4 persone:
2
pesche Regina
15o
gr di salmone affumicato a fette
Basilico
q.b.
Olio
extravergine d’oliva q.b.
Succo
di un limone
Procedimento
Mettete
a macerare il salmone con l’olio d’oliva, un po’ di limone e qualche foglia di
basilico tritato per una decina di minuti in frigorifero.
Trascorso
il tempo, tagliate le pesche a fettine mantenendo la buccia e irroratele con il rimanente
succo del limone per evitare che anneriscano.
In
un piatto da portata distribuite sul fondo in senso rotatorio qualche fettina
di pesca, distribuite sopra una fettina di salmone, di nuovo qualche fettina di
pesca e terminate con una fettina di salmone arrotolata. Distribuite un po’ di
olio extravergine d’oliva e servite subito.