sabato 8 agosto 2020

Calamari ripieni grigliati


Il calamaro appartiene alla famiglia dei molluschi e lo troviamo nel mar Mediterraneo e nell’Atlantico Orientale. Possiede un corpo allungato e fusiforme, con due pinne apicali e testa con tentacoli, ventose, occhi e bocca. Nell’interno del corpo troviamo la conchiglia cornea (una lisca trasparente a forma di lancia) e gli organi interni. Il colore è rossiccio - rosato, con sfumature brune. Le dimensioni variano fra i 15 e i 30 cm. Le sue carni sono delicate e saporite. Assomiglia molto al totano da cui si differenzia per la posizione delle pinne apicali: nel totano sono corte e partono dall’estremità del corpo, nel calamaro sono inserite più in alto e occupano metà corpo. Lo possiamo trovare tutto l’anno sia fresco sia surgelato. Possiede poche calorie (68 kcal per 100 gr), ma è ricco di sali minerali quali magnesio, fosforo, potassio, sodio, calcio e vitamina A, contiene pochi grassi e un buon quantitativo di proteine. Una caratteristica tipica di questo mollusco e lo spruzzo di liquido nero che rilascia se disturbato.




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Ingredienti per 4 persone.

500 gr di calamari
2 zucchine
3 cucchiai di farina di mais (o di pangrattato)
1 uovo
Un mazzettino di prezzemolo (una decina di rametti)
2 cucchiai di Parmigiano Reggiano grattugiato
1 spicchio d’aglio
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale e pepe q.b.


Pulizia dei calamari

La prima cosa da fare è pulire i calamari, procedete quindi in questo modo:

Staccate i tentacoli dal corpo (sacca).
Asportate le interiora e la penna cartilaginosa trasparente infilando un dito nella sacca.
Se non vi piace la pelle, eliminatela ma non togliete le pinne laterali
Passate poi alla pulizia della testa dei calamari:
Tagliate appena al di sotto degli occhi. Gettate la parte sovrastante e tenete i tentacoli.
Eliminate dai tentacoli il becco (rostro), posto al centro e scartatelo.
Terminata la pulizia, lavate bene, sotto l’acqua corrente, le sacche e i tentacoli.
La pulizia è ultimata e potete utilizzare i calamari per qualunque ricetta.

Procedimento

Lavate e spuntate le zucchine, tagliatele a dadini molto piccoli.
Tagliate i tentacoli  a pezzetti molto piccoli.
Lavate il prezzemolo e tritatelo con l’aglio.
In una padella mettete 4 cucchiai d’olio e fate soffriggere per 5 minuti le zucchine, unite i tentacoli e lasciate cuocere ancora per 5 minuti. 


Versate tutto in  una ciotola, lasciate raffreddare un po’ e unite l’uovo, il trito di prezzemolo, il Parmigiano Reggiano, la farina di mais, sale, pepe e amalgamate bene il tutto, dovrete ottenere un composto morbido.


Aiutandovi con un cucchiaino o con un sac a poche riempite le sacche dei calamari per ¾ (non di più perché quando cuociono, si riducono notevolmente) con il composto ottenuto e chiudeteli con uno stecchino.


Spennellate i calamari con un pochino d’olio e cuoceteli sulla griglia caldissima da ambo le parti per circa 10/12  minuti spennellandoli ogni tanto con l’olio.
Serviteli subito accompagnati da pomodorini pachino o da una fresca insalatina.




domenica 2 agosto 2020

Composta di albicocche e zenzero


L'albicocco è una pianta originaria della parte di Cina nordorientale confinante con la Russia. La sua presenza data più di 5000 anni di storia. Da lì si estese lentamente verso ovest attraverso l'Asia centrale sino ad arrivare in Armenia (da cui prese il nome, ancora oggi in Liguria vengono chiamate in dialetto "armugnin", in Lombardia "mugnàgh" e in Veneto "armełin") dove, si dice, venne scoperta da Alessandro Magno.
I Romani la introdussero in Italia e in Grecia nel 70-60 a.C., ma la sua diffusione nel bacino del Mediterraneo fu consolidata dagli arabi: infatti "albicocco" deriva dalla parola araba al-barqūq.
L'albicocco crescerebbe selvatico in natura in Cina da ben 4 000 anni. Oggi è diffuso in oltre 60 paesi e viene coltivato in climi caldi o temperati e relativamente asciutti.
Il suo frutto, l’albicocca, si compone per l’85% di acqua ed ha una buona quantità di fibre alimentari. Grazie a queste componenti principali le albicocche sono essenziali per regolare l’intestino e aiutare la digestione. Inoltre, elevata è la presenza di vitamine A e C, essenziali per la crescita delle ossa e per combattere i radicali liberi che causano l’invecchiamento delle cellule del corpo. Diversi sono i minerali presenti come potassio, fosforo, sodio, calcio e ferro. Essi sono indispensabili per chi soffre di spossatezza, convalescenza e anemia; particolare la funzione del potassio, utile nell’attività fisica in generale ma soprattutto estiva. La presenza del sorbitolo ha un’ottimo potere per chi soffre di stitichezza. Mentre la presenza di Betacarotene e Licopene aiuta la rimozione del colesterolo cattivo.




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La composta, a differenza delle marmellate e delle confetture contiene una  percentuale di frutta non inferiore ai due terzi e lo zucchero aggiunto è sensibilmente minore, così come il conseguente apporto calorico.
Le confetture, come le marmellate e le composte, sono semplicissime da preparare, ma bisogna porre molta attenzione ai contenitori che devono essere sempre ben lavati con acqua bollente e sterilizzati prima dell’utilizzo; i coperchi devono essere nuovi per garantire la chiusura ermetica.

Per sterilizzarli potete utilizzare vari metodi, personalmente utilizzo il seguente:

Lavo i vasetti e i coperchi con acqua calda e detersivo, li sciacquo molto bene sempre con l’acqua calda e li asciugo.

Accendo il forno a 100 gradi (non di più perché si rischia di rompere il vetro), quando la temperatura è raggiunta, pongo i vasetti e i coperchi assicurandomi che non si tocchino. Spengo il forno e li lascio lì per 20/25 minuti. Trascorso il tempo, li tolgo usando i guanti e invaso la confettura caldissima, poi chiudo ermeticamente, li capovolgo e lascio raffreddare su dei sottopentola. Lo sbalzo di temperatura potrebbe far rompere i vasetti.



Ingredienti per 4 vasetti  tipo Bormioli da 250 gr

1 , 3  kg di albicocche  (per avere circa 1 kg di prodotto senza noccioli)
450 gr di zucchero di canna
1 limone bio piccolo
40 gr di zenzero fresco o 1 cucchiaio di zenzero in polvere.

Procedimento

Mondate le albicocche del picciolo, lavatele e snocciolatele.
Tagliatele a tocchetti e mettetele in una pentola d’acciaio (assolutamente non usate mai pentole d’alluminio per preparare conserve e marmellate o confetture).
Unite lo zucchero, lo zenzero pulito spelato e grattugiato, il succo del limone e la buccia (solo la parte gialla) grattugiata.
Lasciate riposare per un paio d’ore poi mettete sul fuoco basso e fate cuocere sobbollendo per circa 40/45 minuti schiumando.
A questo punto se amate, come me, la confettura con i pezzi di frutta invasate,diversamente frullate con il mixer poi invasate subito.





martedì 28 luglio 2020

Polpette di nasello in umido e piselli

Il nasello è un pesce di mare appartenente alla famiglia delle Merlucciidae, ma non è un altro nome del merluzzo, come comunemente si crede. Il merluzzo è di dimensioni maggiori ed ha tre pinne caudali, il nasello ne ha solo una. Viene chiamato anche "luccio di mare" per la somiglianza con il luccio e può raggiungere una lunghezza massima di 100/110 cm e un peso massimo di 15 kg. Vive nel Mar Mediterraneo, nell'Oceano Altantico orientale, nel mar Nero e lungo le coste dall'Islanda alla Mauritania.
Il suo sapore è molto delicato, la carne magra e molto digeribile, ricca di proteine, potassio, calcio , fosforo, ferro e iodio. E' un pesce molto adatto per l'alimentazione dei bambini e delle persone anziane. In cucina può essere preparato in vari modi: lesso. grigliato, in umido, arrosto e, se i pesci sono piccoli, anche fritto.
Quello che differenzia questa ricetta  è l’utilizzo di alcuni eccellenti  prodotti cooperativi che danno quel tocco in più che trasforma una normale ricetta in un tripudio di sapori.
Il formaggio vaccino di Fossa di Sogliano DOP, che ho utilizzato, è prodotto in Emilia Romagna a Sogliano al Rubicone. Ha un gusto aromatico e sapore fragrante, leggero e gradevole, con un odore intenso e persistente, ottimo così, estremamente versatile per numerose ricette; si sposa perfettamente con queste polpette di pesce con sugo di pomodori e piselli. Ottenuto con latte vaccino  100% italiano viene stagionato per tre mesi, avvolto nella paglia, in tipiche fosse di forma ovale, scavate nella roccia. La tecnica di stagionatura del formaggio nelle fosse ha origine molto antica. Questo tipo di formaggio è nominato in due inventari del 1497 e del 1498. Da entrambi i documenti si evince che la fossa di tufo aveva un duplice utilizzo: in autunno era il luogo di conservazione del formaggio e in tempi diversi dell'anno serviva ad immagazzinare il grano per preservarlo dalle razzie dei soldati. Il produttore di formaggio affittava la fossa per il tempo che era necessario alla stagionatura, tre mesi o al massimo 100 giorni. Il formaggio veniva posto, come tutt'oggi avviene, in sacchetti di tela, coperti di paglia di fieno, per isolare il formaggio dall'aria.
Il periodo tradizionale di infossatura era fine agosto-settembre; la riapertura delle fosse avveniva il 25 novembre, giorno di Santa Caterina.
Il Sugo fresco con datterino pelato che ho utilizzato è prodotto dell’azienda agricola  Rosso Gargano di Foggia.
Questi pomodori sono coltivati con passione da agricoltori che hanno deciso di unire le proprie forze e la loro dedizione per farli diventare un prodotto unico e inconfondibile. Sono seguiti in tutto il loro percorso di crescita dai soci agricoltori che selezionano di persona soltanto il meglio , da quando è una piantina fino a quando diventa frutto rosso e maturo e, nel giro di poche ore dalla raccolta, vengono trasformati, con mille attenzioni, perché  possano conservare tutta la loro freschezza fin sulla nostra tavola.
Tutte e due le Cooperative aderiscono al circuito Qui da Noi- Cooperative Agricole - Confcooperative


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Ingredienti per 4 persone:


600 gr di polpa di nasello
200 gr di pane raffermo
1 scatola di piselli
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
2 uova
2 bicchieri di latte o di acqua
100 gr di mais per impanature o di farina o di pangrattato
5 rametti di prezzemolo
Un paio di rametti di maggiorana.
Sale  q.b.


Procedimento
Mettete in ammollo il pane nel latte, se non lo avete va bene anche l’acqua.
Lavate  e sgrondate il prezzemolo.
Tagliate a tocchetti la polpa del nasello.
Nel robot da cucina tritate il nasello con il prezzemolo e il pane ben strizzato.
Versate il trito in una ciotola, salate e incorporate le uova, due cucchiai di farina di mais per impanature e tanto formaggio di Fossa fino ad ottenere un composto consistente.
Formate con le mani delle polpette poi rotolatele nel mais.
Scaldate l’olio  in un tegame e fatevi rosolare le polpette da tutti i lati.
Quando saranno ben dorate unite il sugo pronto, la maggiorana  e fate cuocere per 10 minuti ( se il sugo si asciuga troppo aggiungete un pochino di acqua) poi unite i piselli e continuate la cottura per altri 5 minuti.
Servitele subito.




lunedì 13 luglio 2020

Misticanza con frutti di bosco, bacche di Goji, semi di Chia e feta

Una fresca insalata che potremo definire internazionale poiché unisce ai prodotti italiani, misticanza e frutti di bosco,  i semi di Chia, le bacche di Goji e la Feta.
I semi di Chia sono ricavati dalla Salvia hispanica diffusa nel Centro e Sud America. Cresce spontaneamente in Bolivia e in Messico.
Hanno notevoli proprietà nutrizionali, sono ricchi di calcio e contengono un discreto quantitativo di acidi grassi essenziali omega3 e omega6.
Le civiltà precolombiane dell’America Centrale e Meridionale e li Atzechi li consumavano insieme al mais, ai fagioli e all’amaranto.
Furono i conquistadores ad introdurre la chia in Europa, ma, nonostante crescesse facilmente sotto il sole spagnolo, essa fu presto dimenticata a favore di altri prodotti provenienti dalle Americhe.
Nell’ottobre del 2009 i semi di Chia sono stati ammessi nel mercato europeo come ingrediente alimentare.
Le bacche di Goji sono frutti di una pianta originaria degli altopiani asiatici del Tibet, Cina e Mongolia. Sono piccoli frutti rossi ricchissimi di vitamine , sali minerali e aminoacidi


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Ingredienti per 4 persone

150 gr di misticanza  (insalata mista) 
100 gr di lamponi
100 gr di mirtilli
100 gr di semi di Chia
100 gr di bacche di Goji secche
3 kiwi
150 gr di feta
1 limone (succo)
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.

Procedimento

Lavate e sgrondate l’insalata.
Lavate e asciugate delicatamente i frutti di bosco.
Sbucciate i kiwi e tagliateli a fettine.
Tagliate a cubetti la feta.
Mettete tutti gli ingredienti più le bacche di Goji e i semi di Chia in un’insalatiera.
Preparate una vinaigrette unendo il succo di limone a 5 cucchiai d’olio extravergine d’oliva e al sale.
Condite l’insalata con l’emulsione e servite.


domenica 5 luglio 2020

Zucchine grigliate farcite con speck e Casciotta d’Urbino

La Casciotta d’Urbino D.O.P. è un formaggio che ha origini antichissime. Il suo nome deriva da un errore di trascrizione di un impiegato che scambio la “c” in “sc” pronuncia dialettale della “c” tipica dell’area marchigiana.
L’area di produzione della “Casciotta d’Urbino” coincide con l’intera provincia di Pesaro-Urbino. Una zona fondamentale per il pascolo intensivo, caratterizzata da particolari erbe montane, da una flora ricca e variata, da una ricchezza di terreni erbosi a base di graminacee, che fornisce l’alimentazione delle pecore e delle mucche.
Nasce dalle stesse colline che abbracciano il Montefeltro, in quella culla del Rinascimento che ha nutrito la sapienza artigiana, artistica e contadina. Sapori e saperi che testimoniano come la Cultura nasca dal rapporto con la terra, la Cultura si coltiva (non a caso Cultura deriva da còlere-coltivare) L’ispirazione è nelle cose, nei paesaggi, nei sapori.
Tra gli estimatori più famosi di questo formaggio troviamo Michelangelo Buonarroti come testimonia un carteggio con l’amico Francesco Amatori di Casteldurante (attuale Urbinia) dove si citano le Casciotte prodotte per la mensa dell’illustre artista. Egli amava a tal punto questo formaggio da affittare una serie di poderi nel territorio durantino, allo scopo di garantirsi un continuo rifornimento.
Questo delizioso formaggio ha forma cilindrica a scalzo basso con facce arrotondate e un diametro tra i 12 e i16 cm e pesa dagli 800 ai 1200 grammi circa. Il colore della pasta è bianco paglierino e la struttura molle e friabile caratterizzata da lieve occhieggia tura. La crosta  paglierina è sottile (circa 1 mm).
Il sapore è dolce, caratteristico della miscela del latte di provenienza (3 parti di ovino e 1 parte di vaccino) e della breve stagionatura di circa 15/20 giorni. Essendo una D.O.P. dal 1996(Denominazione di Origine Protetta),  deve essere munito del contrassegno indicato nel decreto di riconoscimento, a garanzia delle rispondenza del prodotto alle specifiche normative.
La Casciotta d’Urbino va consumata fresca e una volta tagliata va protetta con la pellicola trasparente e conservata in frigo (4/8°C) per qualche giorno. Se usato come formaggio da tavola, prima di consumarlo, si consiglia di lasciarlo almeno un’ora a temperatura ambiente.
La “Casciotta d’Urbino che utilizzato per questa ricetta è stata prodotta dalla Cooperativa Agricola TreValli Cooperlat che aderisce al progetto “Qui da Noi” di Confcooperative.



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Ingredienti per 4 persone:



4 zucchine chiare grandi
150 gr di speck a fettine
200 gr di Casciotta d’Urbino
Olio extravergine d’oliva q.b.
Aceto balsamico q.b.

Procedimento

Lavate, asciugate e spuntate le zucchine.
Tagliatele a fette non troppo sottili e spennellatele con  un pochino d’olio.
Grigliatele e mettetele da parte.
Prendete una fetta di zucchina deponeteci sopra una fettina  di Casciotta d’Urbino e un po’ di speck, sovrapponete un’altra fetta di zucchina e terminate con una fettina di formaggio.
Mettete la torretta sulla leccarda ricoperta da carta da forno.
Continuate così fino ad esaurimento degli ingredienti.
Infornate per 3 minuti (forno già caldo a 180°C) per far sciogliere il formaggio, impiattate e servite con qualche goccia di aceto balsamico.



mercoledì 1 luglio 2020

Insalata estiva con formaggio al tartufo

Il tocco raffinato di questa insalata è il  formaggio  misto al tartufo; di origini marchigiane è una caciotta fresca mista, a pasta cremosa aromatizzata al tartufo e ottenuta con latte bovino e ovino 100% italiano.
Le caciotte aromatizzate sono ottimi formaggi da tavola e spesso vengono degustati al taglio accompagnati da una buona fetta di pane casereccio o dalla tipica "crescia" marchigiana.
Ottime per insaporire insalate fresche e come condimento di primi piatti al forno. Si accompagnano con vini bianchi ricchi di gusto, ma delicati.
Ed infine il tocco ricercato è dato  dall’olio extravergine prodotto dalla Cooperativa San Marzano di  San Marzano di San Giuseppe (TA). Alla vista si presenta di colore verde brillante con riflessi dorati, l’aroma che sprigiona ha un’elegante carica fruttata. Si ottiene mediante la spremitura fredda delle olive.
Tutte e due le Cooperative aderiscono al circuito Qui da Noi- Cooperative Agricole  che ha come obbiettivo la valorizzazione delle produzioni agricole nazionali.




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Ingredienti per 4 persone


100 gr  di misticanza (songino/rucola/spinacino)
100 gr di radicchio rosso
24  pomodorini  datterini
2 cetrioli
50 gr di nocciole tostate
Aceto balsamico q.b.
Sale q.b.

Procedimento

Lavate e sgrondate le insalate.
Lavate i pomodorini e tagliateli a metà.
Lavate e  pelate i cetrioli e tagliateli a rondelle sottili.
Tagliate il formaggio a cubetti.
In una ciotola versate le insalate e unite i pomodorini, i cetrioli, le nocciole tostate e divise a metà, e i cubetti di formaggio.
Preparate un’emulsione miscelando l’olio con qualche goccia d’aceto e il sale.
Irrorate l’insalata, mischiate e servite.



giovedì 25 giugno 2020

Aspic di pollo e ortaggi

L’aspic è una celebre ricetta  originaria della cucina francese molto conosciuta e apprezzata anche in altri paesi come Austria, Germania, Finlandia, Croazia e Russia. E’  un preparato culinario da consumarsi tipicamente nelle grandi occasioni come capodanno o in tarda primavera o estate. Gli ingredienti possono essere i più svariati (pezzetti di carne, frutta, verdura, giardiniera, salumi, pesce, latticini) ma il componente essenziale è il brodo  leggero e sgrassato.
La preparazione avviene ponendo gli ingredienti desiderati in un recipiente idoneo a conferire alla composizione da portare in tavola una forma solitamente  a tronco di cono arrotondato ma ormai lo ai prepara Anche in altre forme come in questo caso.. Si ricoprono quindi con il brodo amalgamato con gelatina  (o altri addensanti) e si pone il tutto in frigorifero finché il brodo non si è rassodato e il piatto non ha assunto un aspetto gelatinoso. Si capovolge quindi il recipiente in un piatto di portata e si serve in tavola, eventualmente con una guarnizione a piacere. A Milano prende il nome di Marbré (marmorizzato) in francese.
La sua storia ha origini in Francia a inizio Ottocento anche se in realtà ricette di carne in gelatina erano già diffuse durante il Medioevo come testimonia la citazione nel Viander, ricettario del XIV secolo ma l’aspic così come lo conosciamo e come si è diffuso lo dobbiamo a Marie Antoine Carême, chef de cuisine di Napoleone Bonaparte che creò lo chaud-froid (caldo-freddo) una pietanza a base di carne o pesce che veniva irrorata con una salsa calda e lasciate raffreddare. Seguendo lo stesso procedimento ma utilizzando del brodo addensato realizzò l’aspic, allo scopo di migliorare il sapore e la conservabilità al pesce freddo e al pollame.  
I francesi probabilmente gli diedero questo nome dal latino aspis (vipera) per la sua temperatura fredda che ricordava quella dei rettili.



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Ingredienti per 4 persone

400 gr di petto di pollo
1 carota
1 zucchina
1 peperone rosso
150 gr di fagiolini
150 gr di piselli in scatola
2 cucchiai di succo di limone
3 fogli di gelatina
Sale q.b.

Procedimento
Pulite tutti gli ortaggi  e fateli cuocere in acqua salata calcolando le diverse cotture. Scolateli al dente, Scottate per 5  minuti, nella stessa acqua le falde del peperone. Fate raffreddare, tagliate tutto a cubetti, mettete  in una ciotola e mischiate.
Lessate il petto di pollo, sciolatelo e lasciatelo raffreddare. Filtrate il brodo e tenete da parte.
Fate ammorbidire la gelatina in acqua fredda per 15 minuti e nel frattempo tagliate il pollo a pezzetti.
Preparate la gelatina portando a ebollizione ½ litro del brodo di pollo e, via dal fuoco,fatevi sciogliere la gelatina ben strizzata, unite il succo di limone e lasciatela intiepidire.
Versate uno strato di gelatina sul fondo di uno stampo e mettete in frigorifero a rassodare per 10 minuti.
Riprendete lo stampo fate uno strato con gli ortaggi, mettete sopra  il pollo e versate la gelatina rimanente facendo in modo che copra bene il tutto.
Coprite con pellicola da cucina e mettete in frigorifero per almeno 2 ore.
Al momento di servire immergete un attimo lo stampo in acqua calda, sformate capovolgendo su un piatto da portata e servite .


domenica 21 giugno 2020

Confettura extra di ciliegie e zucchero di canna


La pianta delle ciliegie appartiene alla famiglia delle Rosacee ed è conosciuta con il nome di ciliegio  o Prunus avium: è presente nella zona mediterranea da circa 3.000 anni. E' difficile stabilire con certezza il paese d'origine, le prime notizie in merito arrivano dall'Egitto, ma si ritiene che l'origine possa essere asiatica.
Il ciliegio fiorisce in primavera e spuntano contemporaneamente sia i fiori che le foglie. Le ciliegie si dividono in due gruppi dolci ed acide: quelle dolci, a loro volta, si dividono in duracine e tenerine, quelle acide si dividono in visciole, amarene e marasche. Il periodo di maturazione varia da maggio a giugno a seconda del tipo di ciliegia.
Le ciliegie sono composta prevalentemente di acqua (circa l'80%), proteine, zuccheri,vitamina C e A, ferro, potassio,calcio,fosforo, sodio e magnesio. Da sottolineare uno zucchero, il levulosio, che non ha controindicazione per i diabetici. Contengono anche molti flavonoidi che servono a contrastare i radicali liberi. Possiedono, inoltre, proprietà depurative, disintossicanti, diuretiche e lassative.
Sentiamo spesso parlare di marmellate, confetture e composte, ma in che cosa si differenziano?
La marmellata è un prodotto fatto di zucchero e agrumi (arancia, mandarino, limone, cedro, bergamotto, pompelmo) in cui la percentuale di frutta sia almeno il 20%. Le parti di agrumi utilizzabili sono polpa, purea, succo, estratti acquosi e scorza.
La confettura è un   prodotto contenente zucchero e polpa (o purea) di tutti gli altri tipi di frutta. La percentuale di frutta non è in generale inferiore al 35% (con differenze anche notevoli a seconda del frutto usato), ma sale al 45% nel caso della “confettura extra“.
La composta. In questo caso si ritiene che la percentuale di frutta non debba essere inferiore ai due terzi. Nella composta lo zucchero aggiunto è sensibilmente minore, così come il conseguente apporto calorico.
Le confetture, come le marmellate e le composte, sono semplicissime da preparare, ma bisogna porre molta attenzione ai contenitori che devono essere sempre ben lavati con acqua bollente e sterilizzati prima dell’utilizzo; i coperchi devono essere nuovi per garantire la chiusura ermetica.

Per sterilizzarli potete utilizzare vari metodi, personalmente utilizzo il seguente:
Lavo  i vasetti e i coperchi con acqua calda e detersivo, li sciacquo molto bene sempre con l’acqua calda e li asciugo.
Accendo il forno a 120 gradi (non di più perché si rischia di rompere il vetro), quando la temperatura è raggiunta  posiziono i vasetti e i coperchi assicurandomi che non si tocchino. Spengo il forno e li lascio lì per 20/25 minuti. Trascorso il tempo, li tolgo usando i guanti e invaso la confettura caldissima, poi chiudo ermeticamente e lascio raffreddare su dei sottopentola. Lo sbalzo di temperatura potrebbe far rompere i vasetti.




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Ingredienti per 5/6 vasetti da 250 gr tipo Bormioli

2 kg di ciliegie
900 kg di zucchero di canna grezzo
1 limone bio (succo e buccia)

Procedimento

Lavate rapidamente e con molta delicatezza le ciliegie.
Asportate i piccioli e i noccioli.
Mettetele in una  pentola d’acciaio (non usate mai l’alluminio per preparare composte, marmellate o altri alimenti da conservare) e versateci sopra lo zucchero, il succo del limone e la scorza tagliata sottile o se preferite grattugiatela (solo la parte gialla non tagliate anche la parte bianca, detto albedo, che renderebbe amara la confettura).
Mescolate e lasciate macerare  per una un’ora, coperto.
Ponete sul fuoco basso e fate bollire, molto adagio, schiumando e mescolando spesso, poiché è facile che la confettura si attacchi sul fondo.


Quando la confettura sarà addensata e ben legata (occorreranno circa 30/40 minuti , dipende se i frutti sono molto acquosi oppure no), toglietela dal fuoco e versatela a caldo nei vasi e chiudeteli subito ermeticamente.
In questo modo i frutti rimangono a pezzetti e quindi ben visibili , se invece amate le confetture più uniformi frullate con un mixer 1 minuto prima di spegnere e invasare.
Lasciate raffreddare e poi riponete in luogo fresco, asciutto e oscuro.
Non consumate prima di 20 giorni.



venerdì 19 giugno 2020

Toast alla boscaiola

Frutto tipico del sottobosco, il mirtillo ha tradizioni antichissime e viene utilizzato per curare diverse patologie. I mirtilli generalmente crescono nelle zone montane (sulle Alpi e gli Appennini), nei boschi e trovano la loro maggiore diffusione sui terreni ricchi di humus. Si presentano come dei piccoli arbusti, alti circa 60 cm. La loro fioritura avviene in primavera e si distinguono in tre differenti specie: mirtillo nero, rosso e blu. Secondo alcune recenti ricerche effettuate negli Stati Uniti, queste piccole bacche, sarebbero dotate di un enorme quantitativo di sostanze antiossidanti, in grado quindi di prevenire patologie cardiovascolari, proteggere dai tumori e addirittura ritardare il naturale processo di invecchiamento. Dunque hanno un duplice scopo: da una parte rappresentano una fonte di alimento, dall’altra vengono utilizzate come medicamento
Il mirtillo nero è quello maggiormente ricco di principi salutari. Infatti contiene zuccheri e molti acidi, in particolare l’acido citrico (che protegge le cellule) ma anche l’acido ossalico, l’idrocinnamico e il gamma-linolenico. L’acido ossalico è quello che conferisce il classico sapore asprigno del frutto; l’acido idrocinnamico è molto efficace perché è in grado di neutralizzare le nitrosammine cancerogene (prodotte nell’apparato digerente in conseguenza dell’ingestione di nitrati); l’acido gamma-linolenico invece è molto utile al sistema nervoso perché previene la nefropatia diabetica. Ma non è tutto: il mirtillo nero è particolarmente ricco di acido folico (una vitamina molto importante per le varie numerose funzioni che svolge) e contiene tannini e glucosidi antocianici, i quali oltre a dare al frutto il suo caratteristico colore, riducono la permeabilità dei capillari e ne rafforzano la struttura. Le antocianine infine, presenti in grandi quantità, rafforzano il tessuto connettivo che sostiene i vasi sanguigni e ne migliorano l’elasticità ed il tono. Riescono in tal modo a svolgere un’azione antiemorragica nonché contro i radicali liberi. Tutte questa sostanze poi favoriscono e aumentano la velocità di rigenerazione della porpora retinica, migliorando la vista specialmente la sera, quando c’è poca luce.




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Ingredienti per 4 persone

50 gr di mirtilli
30 gr di  more
8 fette di pane ai cereali
150 gr di Fontina
8 fette di prosciutto cotto

Procedimento

Tagliate la fontina in fette sottili.
Lavate e asciugate delicatamente i frutti di bosco.
Stendete metà del formaggio su 4   fette di pane e distribuite metà dei frutti di bosco.
Coprite con le fette di prosciutto e sovrapponete i frutti di bosco restanti.
Mettete il resto del formaggio e chiudete la con le restanti fette di pane.
Inserite nel tostapane e fate tostare per 3 massimo 4 minuti.
Servite accompagnando con succo di lamponi.