lunedì 2 marzo 2020

Schiscetta con misticanza tonno e semi vari


La parola schiscetta è un vocabolo dialettale lombardo che si riferiva originariamente al contenitore impiegato per il trasporto di vivande e usato tipicamente da operai e studenti.
Deve il suo nome al verbo schiacciare , schiscià in milanese, perché il cibo veniva schiacciato nel contenitore.
La schiscetta è stata prodotta in tantissime versioni, la più nota è la “La 2000” progettata specificamente per operai e studenti da Renato Caimi e prodotta industrialmente a partire dal 1952 in società con il fratello Mario dalla dirtta Pentolux di Nova Milanese.
A Milano e in Lombardia, questo modello di contenitore, è considerata un’icona del boom economico e il modello “La 2000” è esposto permanentemente al museo del design della Triennale presso la Villa Reale di Monza, è stata celebrata sa Assolombarda nel Gennaio del 2018 ed il brevetto originale è stato esposto a Roma presso l’Ara Pacis.
Tuttora il termine è utilizzato per descrivere l’azione di portare il cibo sul luogo di lavoro, studio o altro. 


LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.

Ingredienti per 1 persona

100 g di insalatina misticanza
80 g di tonno al naturale
2 noci
1 cucchiaino di semi di girasole
1 cucchiaino di semi di zucca
1 cucchiaino di semi di lino
Olio extravergine d’oliva q.b.
Aceto q.b.
Sale q.b.

Procedimento

Lavate e sgrondate l’insalatina.
Mettetela nel  contenitore da trasporto, unite i gherigli di noci sminuzzati grossolanamente, i semi di girasole e quelli di zucca.
Unite il tonno ben sgocciolato e non mischiate.
Chiudete il contenitore e mettetelo in frigorifero.
Al momento del consumo condite con sale, olio e aceto.


giovedì 27 febbraio 2020

Confettura extra di kiwi


Originario della Cina, già dai primi del’900 fu importato in altri continenti.  Nel nostro paese arrivò solo alla fine del ventesimo secolo ma ebbe subito un grande successo, attualmente è coltivato prevalentemente in Veneto, Piemonte e Lazio. Insieme con la Nuova Zelanda e la Cina, l’Italia risulta essere tra i primi produttori ed esportatori mondiali. Esistono diverse varietà di kiwi, con colori e forme diverse: da noi, le due varietà più conosciute e commercializzate sono il kiwi verde e il kiwi oro. Entrambi hanno la forma di un tubero, e al centro del frutto contengono numerosi piccoli semi di colore nero.
Questo delizioso frutto è ricco d’antiossidanti, fibre, sali minerali e vitamine. Per la notevole quantità di fibre in esso contenute, il suo consumo ha effetti lassativi, pertanto è sconsigliato a chi soffre di colon irritabile o di diverticoli. E’ ricchissimo di vitamina C.

Sentiamo spesso parlare di marmellate, confetture e composte, ma in che cosa si differenziano?
La marmellata è un prodotto fatto di zucchero e agrumi (arancia, mandarino, limone, cedro, bergamotto, pompelmo) in cui la percentuale di frutta sia almeno il 20%. Le parti di agrumi utilizzabili sono polpa, purea, succo, estratti acquosi e scorza.
La confettura è un   prodotto contenente zucchero e polpa (o purea) di tutti gli altri tipi di frutta. La percentuale di frutta non è in generale inferiore al 35% (con differenze anche notevoli a seconda del frutto usato), ma sale al 45% nel caso della “confettura extra“.
La composta. In questo caso si ritiene che la percentuale di frutta non debba essere inferiore ai due terzi. Nella composta lo zucchero aggiunto è sensibilmente minore, così come il conseguente apporto calorico.
Le confetture, come le marmellate e le composte, sono semplicissime da preparare, ma bisogna porre molta attenzione ai contenitori che devono essere sempre ben lavati con acqua bollente e sterilizzati prima dell’utilizzo; i coperchi devono essere nuovi per garantire la chiusura ermetica.

Per sterilizzarli potete utilizzare vari metodi, personalmente utilizzo il seguente:
Lavo  i vasetti e i coperchi con acqua calda e detersivo, li sciacquo molto bene sempre con l’acqua calda e li asciugo.
Accendo il forno a 130 gradi (non di più perché si rischia di rompere il vetro), raggiunta la temperatura lo spengo e posiziono i vasetti e i coperchi assicurandomi che non si tocchino. Chiudo il forno e li lascio lì per 20/25 minuti. Trascorso il tempo, li tolgo usando i guanti e invaso la confettura caldissima, poi chiudo ermeticamente e lascio raffreddare su dei sottopentola. Lo sbalzo di temperatura potrebbe far rompere i vasetti.
  


LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.

Ingredienti per 3 vasetti da 250 gr circa

1 kg. di kiwi già sbucciati (peso netto)
200 gr di mela (1 mela grossa)
1 limone bio (succo e buccia)
500 gr di zucchero di canna

Procedimento

Lavate bene i kiwi, sbucciateli , tagliateli a pezzi e metteteli in una pentola d’acciaio (non usate l’alluminio).
Sbucciate la mela, tagliatela a pezzetti e unitela ai kiwi.
Aggiungete il succo del limone e la buccia dello stesso a striscioline sottili ; solo la parte gialla, non utilizzate quella bianca (albedo) perché renderebbe la confettura amara.
Unite lo zucchero, mescolate e lasciate riposare per 2/3 ore.



Trascorso il tempo fate cuocere a fuoco bassissimo, mescolando e schiumando fino a quando la confettura avrà raggiunto la giusta densità.
Se non volete troppi semini nella vostra confettura, toglietene un po’ durante la cottura aiutandovi con un colino.
Per verificare il giusto grado di densità mettete un pochino di confettura in un piattino, aspettate un paio di minuti poi  inclinatelo, se non scorre via è pronta.
Invasate subito, quando è ben calda,  lasciando 1 cm di bordo, avvitate i tappi e lasciate raffreddare.
Conservate al buio e al fresco e consumate dopo 1 mese.








martedì 18 febbraio 2020

Bomboloni

I bomboloni sono dei caratteristici dolci italiani preparati con farina e zucchero a velo , molto simili ai  krapfen tedeschi.
Possono essere consumati a colazione o in qualunque momento della giornata.
Si possono anche farcire con marmellata, crema, cioccolato o uvetta.
Generalmente vengono fritti ma se ne può fare una versione più leggera al forno.


LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.

Ingredienti:

400 gr  di farina 00
100 gr di zucchero di canna
120 ml di latte appena appena  tiepido
120 ml di acqua
60 gr di burro
20 gr di lievito di birra fresco
1 limone bio (solo scorza)
Olio q.b.
Zucchero a velo q.b.
Sale fino un pizzico.

Procedimento

Lasciate ammorbidire il burro a temperatura ambiente.
Sciogliete il lievito di birra nel latte.
In una ciotola versate la farina, lo zucchero, la scorza grattugiata del limone (solo la parte gialla) e un pizzico di sale fino.
Mescolate gli ingredienti poi unite il burro ammorbidito a crema e il latte con il lievito sciolto, l’acqua e inglobate il tutto.
Versate sulla spianatoia infarinata e impastate fino ad ottenere un impasto elastico ed omogeneo (circa 10 minuti).
Rimettete l’impasto nella ciotola, coprite con un canovaccio e fatelo lievitare per 2 ore in un luogo caldo e lontano da correnti d’aria.
Trascorso il tempo stendete delicatamente l’impasto con un mattarello creando una sfoglia spessa 1 cm.
Con un coppa pasta o un bicchiere di 10 cm di diametro ricavate dei dischi, metteteli su di un canovaccio infarinato, coprite con un altro canovaccio e proseguite la lievitazione ancora per un’ora sempre al caldo e lontano da correnti d’aria.
In una padella profonda scaldate abbondante olio (io uso quello d’oliva extravergine perché è quello che ha il punto di fumo più alto) e friggete i dischi di pasta  pochi alla volta, girandoli affinché possano cuocere e dorare bene da ambo le parti.
Scolate i bomboloni e metteteli su carta da cucina per eliminare l’unto in eccesso.
Cospargeteli di zucchero a velo e servite.

Se preferite la cottura più leggera al forno, disponete i dischi di pasta su di una teglia rivestita di carta da forno e infornate (forno già a temperatura ) a 180°C per 15 minuti.
Sfornate, cospargete di zucchero e servite.



giovedì 13 febbraio 2020

Torta di San Valentino

La tradizione di San Valentino quale protettore degli innamorati risale all'epoca romana, nel 496 d. C., quando l’allora papa Gelasio I volle porre fine ai lupercalia, gli antichi riti pagani dedicati al dio della fertilità Luperco.
Questi riti si celebravano il 15 febbraio e prevedevano festeggiamenti sfrenati ed erano apertamente in contrasto con la morale e l'idea di amore dei cristiani.
In particolare il clou della festa si aveva quando le matrone romane si offrivano, spontaneamente e per strada, alle frustate di un gruppo di giovani nudi, devoti al selvatico Fauno Luperco. Anche le donne in dolce attesa si sottoponevano volentieri al rituale, convinte che avrebbe fatto bene alla nascita del pargolo.
In fondo, ad alleviare il dolore bastava lo spettacolo offerto dai corpi di quei baldi giovani, che si facevano strada completamente nudi o, al massimo, con un gonnellino di pelle stretto intorno ai fianchi.
Per "battezzare" (e cristianizzare) la festa dell'amore, il Papa Gelasio I decise di spostarla al giorno precedente - dedicato a San Valentino - facendolo diventare in un certo modo il protettore degli innamorati.

Fonte: Focus

LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.

Ingredienti per una torta di 24 cm. di diametro

3 dischi di Pan di Spagna
2 rossi d’uovo
100 gr. di zucchero
4 cucchiai  di farina 00
mezzo litro di latte
1 stecca di vaniglia (facoltativa)
25 gr. di cacao amaro in polvere
100 gr. di panna da montare
mezzo bicchiere di Alchermes
mezzo bicchiere d’acqua

Per la guarnire

400 gr di fragole
1 cucchiaio e mezzo di zucchero di canna
8 gr di gelatina  (colla di pesce)
1 bustina di codette di cioccolato
1 rosa grande di zucchero
Matita di cioccolato

Procedimento.

Nel frattempo portate ad ebollizione  il latte con la stecca di vaniglia. Spegnete il fuoco e lasciatelo intiepidire un po’.
Lavorate (sempre con la frusta elettrica)  i due rossi d’uovo con lo zucchero rimasto fino a quando il composto risulterà gonfio. Aggiungere gradatamente la farina (aiutatevi eventualmente con un cucchiaio di latte tiepido) e amalgamate bene per evitare la formazione di grumi, aggiungete, sempre lentamente e rimestando, il latte.
Sciogliete bene il composto e rimettetelo sul fuoco bassissimo, rimestando continuamente.
Vedrete la crema gonfiarsi lentamente (circa 7/8 minuti), quando la consistenza sarà quella “sofficiosa” classica della crema pasticciera  spegnete il gas. Montate la panna con due cucchiai di zucchero a velo ed unitene 1/3   alla crema fredda. Dividetela  ponendola in due contenitori . In uno aggiungete lentamente  tutto il cacao amaro evitando di fare dei grumi e mescolate molto bene.
Miscelate  l’Alchermes con l’acqua.
Mettete il primo disco di Pan di Spagna in una stampo  a cerniera ( mettete lo stampo senza il fondo sul piatto da portata o su di un cartoncino dorato da torta) e imbibitelo con la soluzione alcolica, 


distribuite  con una spatola la crema pasticcera , ricopritela con il secondo disco, impregnatelo con la miscela  e spalmate  tutta  la crema al cioccolato.
Ricoprite con il terzo disco, imbibite anch’esso , coprite con la pellicola e mettete in frigo.
Nel frattempo preparate il topping.
Mettete a bagno in acqua fredda per dieci minuti i fogli di  gelatina.
Lavate bene le fragole, tagliatele a dadini, mettetele in un tegamino con lo zucchero e fatele cuocere per una decina di minuti. Frullate con il mixer, unite la gelatina scolata e  strizzata e mescolate bene per farla sciogliere.  Lasciate intiepidire. Riprendete lo stampo dal frigo e distribuite uniformemente la composta sulla torta livellandola bene. Rimettete in frigo per altre tre ore.
Al momento di servirla, toglietela delicatamente dallo stampo aprendo la cerniera, distribuite sul bordo le codette di cioccolato, guarnite con qualche ghirigoro fatto con la matita di cioccolato e posizionate la rosa di zucchero.
Servite.

Idee e varianti:
Se volete presentare la vostra torta  in modo un po' più coreografico, potete dare ai dischi di pan di Spagna una forma a cuore




martedì 11 febbraio 2020

Pollo alla cacciatora

Il pollo alla cacciatora è una ricetta tipica italiana, preparata con delle varianti, in tutte le regioni d’Italia anche se i Toscani ne rivendicano la paternità.
Di solito nell’Italia centro settentrionale si utilizza il vino bianco, mentre in quella centro meridionale usano il vino rosso. Personalmente preferisco quest’ultima versione.
La carne di pollo è ricca di proteine nobili indispensabili all’organismo per rinnovare i tessuti, e di  aminoacidi ramificati utili nel metabolismo dei muscoli e nell’aiutare allo smaltimento delle tossine che si formano quando si svolge un inteso lavoro fisico. Se eliminiamo la pelle risulta relativamente povera di grassi  e con un discreto contenuto di vitamine del gruppo B e di ferro.  La ridotta presenza di tessuto connettivo ed il diametro ridotto delle sue fibre rendono la carne di pollo facilmente digeribile. 


LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.

Ingredienti per 4 persone

1 pollo da 1 kg circa
400 gr di pomodori
2 carote
3 gambi di sedano
1 cipolla bianca
1 spicchio d’aglio
1 bicchiere di vino rosso
Rosmarino
Sale e pepe q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.

Procedimento

Tagliate il pollo a pezzi, lavatelo e asciugatelo.
Pulite e tagliate la carota e il sedano a cubetti.
Pelate la cipolla e tagliatela a fettine (alla veneziana).
Scaldate 2 cucchiai d’olio e aggiungete gli ortaggi e l’aglio e lasciateli dorare per qualche minuto.
Aggiungete i pezzi di pollo ,  gli aghetti di rosmarino tritati, salate, pepate e fate dorare.
Sfumate il pollo con il vino e lasciate cuocere per 10 minuti circa, unite i pomodori, coperchiate e fate cuocere fino a quando il pollo sarà cotto. 
Servitelo ben caldo.




giovedì 6 febbraio 2020

Fusilli con mortadella e zucchine


Per questa ricetta ho utilizzato i Fusilli di semola di grano duro Senatore Cappelli:
“La pasta con l’anima”. Questa pasta è prodotta utilizzando semola di grano duro Senatore Cappelli, coltivato, con metodo biologico, dai soci della O.P. Daunia & Bio.
Le semole ottenute dalla macinazione del grano duro Senatore Cappelli sono caratterizzate da notevoli proprietà tecnologiche e nutrizionali conseguenti alla quantità e alla qualità delle proteine, tali da conferire alla pasta le prerogative di resistenza alla cottura (pasta al dente) e di colore giallo ambra tipiche della pasta italiana.
La cooperativa Daunia & Bio è una Organizzazione di Produttori Agricoli, operanti nel territorio di Foggia, nel nord della Puglia,  e garantisce al consumatore l’origine, la sicurezza alimentare, la qualità delle proprie produzioni, valorizzando le tipicità dell’area, e favorendo così lo sviluppo economico e sociale della Daunia.
I metodi colturali escludono l’uso di prodotti chimici (concimi, insetticidi, fungicidi, diserbanti, etc., perseguendo un modello di sviluppo sostenibile, in cui l’agricoltore si  assume il compito di garantire sia la salute dei consumatori, sia la tutela dell’ambiente.
Il prodotto è controllato a partire dal seme, coltivato senza trattamenti chimici, fino alla temperatura di essiccazione, che non deve superare i 60° C. Infatti, nella produzione, la pasta viene asciugata a basse temperature per non alterare proteine ed enzimi. Per selezioni speciali sono impiegate la macina a pietra e l’acqua di sorgente. La pasta biologica ha un buon contenuto di sali minerali e di vitamine, in particolare di vitamine P e B, importanti per il sistema nervoso.
Anche l’olio che ho utilizzato , extravergine  San Martino prodotto meccanicamente e a freddo, proviene dalla splendida e fertile terra di Puglia.
E’ prodotto dall'Azienda Agricola Masseriola che sorge nella parte meridionale del Subappennino Dauno, in agro di Ascoli Satriano, ad un'altitudine di circa 300 metri sul livello del mare.
Da ormai 50 anni, Masseriola dedica 30 ettari alla coltivazione dell'olivo di varietà Coratina e Moraiolo. L'azienda, inoltre, segue i metodi dell'agricoltura biologica per la coltivazione dell'olivo dal 1996, ed aderisce al Consorzio di tutela dell'olio extravergine d'oliva DOP "Dauno".
Le olive migliori vengono raccolte per brucatura, ossia direttamente dalla pianta, e sottoposte a molitura entro 24-36 ore. con un sistema di frangitura mediante macine di pietra. L’olio “Masseriola” è oggi riconosciuto a livello internazionale fra i migliori oli a certificazione biologica e D.O.P.
L'alta qualità di quest’olio si esprime attraverso il colore dal verde al giallo. Il suo sapore fruttato, l'odore di fruttato medio con sentori di frutta fresca e note ben equilibrate di amaro e piccante, il bassissimo grado di acidità lo rendono ideale per qualsiasi tipo di ricetta, ma specialmente per questa donandole un gusto particolare.
Sia la O.P. Daunia & Bio Soc. Coop. sia l'Azienda Agricola Masseriola aderiscono al circuito Qui da Noi- Cooperative Agricole - Confcooperative


LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.

Ingredienti per 4 persone

120 g di Mortadella in un solo pezzo
3 zucchine
1 cipolla bianca piccola
1 carota
1 cipolla
1 costa di sedano
1 spicchio d’aglio
4 cucchiai d’olio extravergine San Martino ( Azienda Agricola Masseriola)
3 cucchiai di Grana Padano grattugiato
Maggiorana q.b.
Sale e pepe q.b.


Procedimento

Spuntate e raschiate la carota, eliminate la base e i filamenti alla costa di sedano, pelate la cipolla e l’aglio.
Riducete tutto, meno l’aglio che lasceremo intero, a dadini piccoli,
Lavate e spuntate le zucchine, dividetele in tre parti  e ricavate dei bastoncini sottili.
Tagliate a bastoncini anche la mortadella.
Mettete a scaldare  abbondane acqua salata e quando bolle tuffateci   la pasta e fate cuocere.
Nel frattempo ,in una padella molto capiente (dovrà contenere anche la pasta), scaldate l’olio e poi unite tutte le verdure tagliate, la maggiorana e lo spicchio d’aglio intero, salate e lasciate rosolare per 2 minuti a fiamma media, togliete l’aglio e aggiungete la mortadella, insaporite per mezzo minuto mescolando.
Unite 4 o 5 cucchiai dell’acqua di cottura della pasta, coperchiate e lasciate cuocere per 10 minuti finché le verdure saranno tenere e il fondo di cottura abbastanza  asciutto.


Scolate la pasta, lasciandola un pochino umida, versatela  nella padella del condimento, unite il Grana.
Mescolate per 30 secondi a fuoco dolce.
Trasferite la pasta nel piatto di portata, insaporite con un pochino di pepe (facoltativo) e servite.





Contatta subito le aziende per acquistare i loro prodotti!


Si ringraziano le cooperative e le aziende per la fornitura degli ingredienti per la realizzazione della ricetta.