lunedì 2 aprile 2018

Crostata al cioccolato fondente , more e mirtilli

A Pasqua è consuetudine donare le uova di cioccolato, a volte però capita che ce ne giungano in dono diverse e dunque perché non farle "FRUTTARE"? In questo terzo post di tre vi suggerisco un modo per riciclarle utilizzando i salutari e buoni frutti di bosco, ma prima voglio darvi qualche breve cenno storico.

L’uovo ha avuto fortissimi significati simbolici fin dall’antichità, esso ha rappresentato e rappresenta la vita e la sacralità: nelle credenze mitologiche la terra e il cielo erano considerati due emisferi che unendosi creavano un unico uovo mentre, per gli Egizi, in esso erano contenuti i quattro elementi dell’universo, acqua, aria, terra, fuoco.
La tradizione di donarsi le uova è documentata già fra gli antichi Persiani, dove erano scambiate semplici uova di gallina all’avvento della stagione primaverile poiché, essendo il simbolo della fecondità, ricordavano il risveglio della natura alla vita dopo il lungo letargo invernale.
Da noi, l’usanza di donare uova decorate si sviluppò nel Medioevo come regalo alla servitù e divenne, da simbolo della rinascita primaverile, con il Cristianesimo, simbolo della rinascita dell’uomo in Cristo. Sempre nel Medioevo s’iniziarono a creare uova artificiali rivestite di materiali preziosi (oro, argento) destinate ai nobili e agli aristocratici.
Nel 1183 l’orafo Peter Carl Fabergé ricevette dallo zar il compito di preparare un dono per la zarina Maria, egli creò un uovo di platino smaltato di bianco contenente un ulteriore uovo, in oro, in quale conteneva sua volta due doni: un pulcino d’oro e una riproduzione della corona imperiale. La fama di questo dono prestigioso diede il via alla tradizione di inserire un dono nell’uovo. In tempi più recenti, questa tradizione divenne più popolare con la creazione delle uova di cioccolato, simbolo indiscusso della Pasqua.
Pochi sanno che le prime uova di cioccolato nacquero a Torino:  nel 1725, una titolare di una bottega in via Roma, la vedova Giambone, riempì alcuni gusci vuoti con del cioccolato liquido. Il risultato? Alcune magnifiche uova di Pasqua, esposte in vetrina al fianco di una gallina ruspante. 
I primi cenni di uova li troviamo quindi nel ‘700, ma è negli anni ’20 del XX secolo che la storia delle uova di cioccolato si “fonde” (nel vero senso del termine) con la città di Torino:
nella casa Sartorio infatti, alcuni maestri cioccolatai torinesi brevettarono un sistema per modellare con il cioccolato delle forme vuote. Veri e propri stampi posti nella macchina, fatti ruotare e rivoluzionare, fino ad essere coperti uniformemente. Le sorprese vennero invece introdotte nel 1925: confetti,regali costosi, oggetti semplici e zuccherini principalmente.
Se fino a qualche decennio fa la preparazione delle classiche uova di cioccolato era per lo più affidata a maestri artigiani, oggi l'uovo di Pasqua è un prodotto diffuso soprattutto in chiave commerciale.





LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.


Ingredienti
100 gr di more
100 gr di mirtilli
250 gr di farina
80 gr di burro freddo
125 gr di zucchero
1 uovo
1 bustina di lievito per dolci
1 buccia di limone raschiata
40 gr di nocciole Tonda Gentile del Piemonte tritate
20 gr di cacao
1 pizzico di sale
400 gr di uovo di Pasqua al cioccolato fondente
170 gr di panna liquida

Procedimento

Mescolate lo zucchero a velo, il lievito, la raschiatura del  limone e le nocciole tritate finemente, unite il burro e amalgamate, aggiungete l’uovo e lavorate il tutto.
Incorporate poi la farina setacciata con il cacao  e un pizzico di sale.  Lavorate velocemente l’impasto, avvolgetelo nella pellicola da cucina e lasciatelo riposare per 2 ore in frigorifero.
Trascorso il tempo stendete la pasta frolla con un mattarello fino a renderla tonda e di 4 mm. di spessore.
Mettete la frolla all’interno di uno stampo da forno a cerniera da 22 /24 cm di diametro.
Con i rebbi di una forchetta bucherellate il fondo e rivestite con carta da forno.
Sulla carta da forno mettete dei fagioli secchi o dei pesetti e infornate (forno già a 180°C di temperatura), fate cuocere per 15 minuti.
Eliminate la carta e i fagioli e lasciate in forno ancora per 5 minuti.
Sfornate e fate raffreddare su di una gratella.
Preparate la crema di cioccolato.
Rompete il cioccolato e mettetelo in un pentolino con la panna.
Mettete il recipiente a scaldare a bagnomaria (fuoco bassissimo).
Mescolate fino ad ottenere un composto lucido ed omogeneo.
Versate la crema all’interno del guscio di pastafrolla , fate raffreddare e mettete in frigo per un’ora.
Lavate ed asciugate delicatamente i frutti di bosco e decorate la superficie della torta.
Servite  temperatura ambiente.

 Per leggere le altre due ricette del riciclo dell’uovo di Pasqua cliccate sui titoli sottostanti:



sabato 31 marzo 2018

Tortini al cioccolato fruttato

A Pasqua è consuetudine donare le uova di cioccolato, a volte però capita che ce ne giungano in dono diverse e dunque perché non farle "FRUTTARE"? In questo secondo post di tre vi suggerisco un modo per riciclarle utilizzando i salutari e buoni frutti di bosco, ma prima voglio darvi qualche breve cenno storico.

L’uovo ha avuto fortissimi significati simbolici fin dall’antichità, esso ha rappresentato e rappresenta la vita e la sacralità: nelle credenze mitologiche la terra e il cielo erano considerati due emisferi che unendosi creavano un unico uovo mentre, per gli Egizi, in esso erano contenuti i quattro elementi dell’universo, acqua, aria, terra, fuoco.
La tradizione di donarsi le uova è documentata già fra gli antichi Persiani, dove erano scambiate semplici uova di gallina all’avvento della stagione primaverile poiché, essendo il simbolo della fecondità, ricordavano il risveglio della natura alla vita dopo il lungo letargo invernale.
Da noi, l’usanza di donare uova decorate si sviluppò nel Medioevo come regalo alla servitù e divenne, da simbolo della rinascita primaverile, con il Cristianesimo, simbolo della rinascita dell’uomo in Cristo. Sempre nel Medioevo s’iniziarono a creare uova artificiali rivestite di materiali preziosi (oro, argento) destinate ai nobili e agli aristocratici.
Nel 1183 l’orafo Peter Carl Fabergé ricevette dallo zar il compito di preparare un dono per la zarina Maria, egli creò un uovo di platino smaltato di bianco contenente un ulteriore uovo, in oro, in quale conteneva sua volta due doni: un pulcino d’oro e una riproduzione della corona imperiale. La fama di questo dono prestigioso diede il via alla tradizione di inserire un dono nell’uovo. In tempi più recenti, questa tradizione divenne più popolare con la creazione delle uova di cioccolato, simbolo indiscusso della Pasqua.
Pochi sanno che le prime uova di cioccolato nacquero a Torino:  nel 1725, una titolare di una bottega in via Roma, la vedova Giambone, riempì alcuni gusci vuoti con del cioccolato liquido. Il risultato? Alcune magnifiche uova di Pasqua, esposte in vetrina al fianco di una gallina ruspante. 
I primi cenni di uova li troviamo quindi nel ‘700, ma è negli anni ’20 del XX secolo che la storia delle uova di cioccolato si “fonde” (nel vero senso del termine) con la città di Torino:
nella casa Sartorio infatti, alcuni maestri cioccolatai torinesi brevettarono un sistema per modellare con il cioccolato delle forme vuote. Veri e propri stampi posti nella macchina, fatti ruotare e rivoluzionare, fino ad essere coperti uniformemente. Le sorprese vennero invece introdotte nel 1925: confetti,regali costosi, oggetti semplici e zuccherini principalmente.
Se fino a qualche decennio fa la preparazione delle classiche uova di cioccolato era per lo più affidata a maestri artigiani, oggi l'uovo di Pasqua è un prodotto diffuso soprattutto in chiave commerciale.





LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.

Ingredienti per 4 persone

100 gr  di  uova di Pasqua al cioccolato fondente
100 gr di burro
80 gr di zucchero a velo
20 gr di farina
2 uova
1 bustina di vanillina
Sale q.b.


Procedimento

Tagliate il cioccolato  a pezzettoni e fatelo sciogliere in un padellino a bagnomaria con il burro. In una terrina rompete le uova, aggiungetevi lo zucchero e la vanillina e montate il tutto con una frusta, fino a ottenere una massa densa e omogenea. A questo punto potrete unire il composto di cioccolato e burro, continuando ad amalgamare gli ingredienti. Aggiungete, infine, anche la farina e un pizzico di sale. Imburrate e infarinate i vostri stampini e riempiteli con il composto facendo attenzione a non riempire completamente gli stampini, evitando così che il composto fuoriesca durante la cottura. Cercate di riempirli per non più di 2/3. Infornate a 180°C per circa 15 minuti.
Sfornate, lasciate intiepidire, distribuite i frutti di bosco su ogni tortina , spolverizzate di zucchero a velo e servite.


Per leggere le altre due ricette del riciclo dell’uovo di Pasqua cliccate sui titoli sottostanti:




venerdì 30 marzo 2018

Fonduta di cioccolato e frutti di bosco

A Pasqua è consuetudine donare le uova di cioccolato, a volte però capita che ce ne giungano in dono diverse e dunque perché non farle "FRUTTARE"?In questo  primo post  di tre vi suggerisco un modo semplice e veloce  per riciclarle utilizzando i salutari e buoni frutti di bosco, ma prima voglio darvi qualche breve cenno storico.

L’uovo ha avuto fortissimi significati simbolici fin dall’antichità, esso ha rappresentato e rappresenta la vita e la sacralità: nelle credenze mitologiche la terra e il cielo erano considerati due emisferi che unendosi creavano un unico uovo mentre, per gli Egizi, in esso erano contenuti i quattro elementi dell’universo, acqua, aria, terra, fuoco.
La tradizione di donarsi le uova è documentata già fra gli antichi Persiani, dove erano scambiate semplici uova di gallina all’avvento della stagione primaverile poiché, essendo il simbolo della fecondità, ricordavano il risveglio della natura alla vita dopo il lungo letargo invernale.
Da noi, l’usanza di donare uova decorate si sviluppò nel Medioevo come regalo alla servitù e divenne, da simbolo della rinascita primaverile, con il Cristianesimo, simbolo della rinascita dell’uomo in Cristo. Sempre nel Medioevo s’iniziarono a creare uova artificiali rivestite di materiali preziosi (oro, argento) destinate ai nobili e agli aristocratici.
Nel 1183 l’orafo Peter Carl Fabergé ricevette dallo zar il compito di preparare un dono per la zarina Maria, egli creò un uovo di platino smaltato di bianco contenente un ulteriore uovo, in oro, in quale conteneva sua volta due doni: un pulcino d’oro e una riproduzione della corona imperiale. La fama di questo dono prestigioso diede il via alla tradizione di inserire un dono nell’uovo. In tempi più recenti, questa tradizione divenne più popolare con la creazione delle uova di cioccolato, simbolo indiscusso della Pasqua.
Pochi sanno che le prime uova di cioccolato nacquero a Torino:  nel 1725, una titolare di una bottega in via Roma, la vedova Giambone, riempì alcuni gusci vuoti con del cioccolato liquido. Il risultato? Alcune magnifiche uova di Pasqua, esposte in vetrina al fianco di una gallina ruspante. 
I primi cenni di uova li troviamo quindi nel ‘700, ma è negli anni ’20 del XX secolo che la storia delle uova di cioccolato si “fonde” (nel vero senso del termine) con la città di Torino:
nella casa Sartorio infatti, alcuni maestri cioccolatai torinesi brevettarono un sistema per modellare con il cioccolato delle forme vuote. Veri e propri stampi posti nella macchina, fatti ruotare e rivoluzionare, fino ad essere coperti uniformemente. Le sorprese vennero invece introdotte nel 1925: confetti,regali costosi, oggetti semplici e zuccherini principalmente.
Se fino a qualche decennio fa la preparazione delle classiche uova di cioccolato era per lo più affidata a maestri artigiani, oggi l'uovo di Pasqua è un prodotto diffuso soprattutto in chiave commerciale.




LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.

Ingredienti per 4 persone

250 gr  di uovo di Pasqua al cioccolato fondente
100 ml di panna liquida
20 ml di Asti Secco
150 gr di lamponi
150 gr di mirtilli
2 banane
4 kiwi
4 mandarini

Procedimento

Lavate i frutti di bosco e asciugateli delicatamente, sbucciate i kiwi e tagliateli a fette, sbucciate i mandarini e staccate gli spicchi.
Le banane sbucciatele solo all’ultimo minuto per evitare che anneriscano e tagliatele a rondelle.
Sbriciolate l’uovo e mettetelo in un pentolino, aggiungete la panna.
Mettete a scaldare a bagnomaria con il fuoco bassissimo, mescolando continuamente con un mestolo di legno, fino a quando il composto diventerà fuso e omogeneo.
Toglietelo dal fuoco, aggiungete l’Asti Secco e mescolate bene.
Versate la fonduta di cioccolato nel fornello da fonduta.
In un  piatto da portata mettete frutta insieme agli spiedini.

 N.B. Potete sostituire il cioccolato fondente con del cioccolato al latte ed eliminare l’Asti Secco e se volete qualcosa di particolare potete aggiungere un pizzico di peperoncino.


 Per leggere le altre due ricette del riciclo dell’uovo di Pasqua cliccate sui titoli sottostanti:



giovedì 22 marzo 2018

Muffins salati con trombette e prosciutto

Vi propongo  la  versione salata  (cornbread muffins) di  questo tipico dolce inglese, simile ad un plum cake, di forma rotonda con la cima a calotta semisferica e senza glassa di rivestimento, conosciuto e apprezzato, vede le sue origini nell’Inghilterra Vittoriana nel 1703.
Ad idearlo furono i fornai di famiglia dell’alta società che, inizialmente, lo preparavano per la servitù utilizzando il pane raffermo, gli avanzi dei biscotti e delle patate bollite e schiacciate. L’impasto che ne derivava veniva fritto e si trasformava in muffin.
Ben presto anche tutte le altre classi sociali scoprirono la bontà di questo dolce che divenne quello preferito per l’ora del tè. 
La preparazione di questi dolci si differenzia da altri tipi di cake o tortini perché nel procedimento è sempre prevista la preparazione di due composti: uno con gli ingredienti in polvere (farina, lievito, bicarbonato, spezie, cacao) e un composto a base di ingredienti umidi (latte, burro fuso o olio di semi, uova e, a volte, yoghurt). Per quanto riguarda lo zucchero può essere inserito indistintamente sia nell’uno che nell’altro composto. Si amalgamano i due composti e si versano in stampi di carta posti negli stampi per muffin.
Per ottenere dei buoni muffin il segreto sta nel mescolare bene sia le polveri che i liquidi, devono poi essere amalgamati insieme molto velocemente senza mescolare troppo. L’impasto dovrà risultare grumoso per rendere i muffin morbidi.





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Ingredienti per 4 persone:
150 gr. di farina
2 uova
100 gr di burro
100 gr. di cubetti di prosciutto cotto 
150 gr. di zucchine trombetta
125 cl di latte
80 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato
10 rametti di prezzemolo
1 spicchio d’aglio piccolo
1/2  bustina di lievito di birra liofilizzato
sale q.b.
pepe q.b.

Procedimento
In una padella mettete due cucchiai d' olio e lo spicchio d’aglio, fatelo dorare per 1 minuto. Unite le zucchine trombetta  tagliate a dadini e fate dorare per 6/7 minuti poi salate e spolverizzate con il prezzemolo tritato, spegnete il fuoco e togliete lo spicchio d’aglio.
In una ciotola sbattete bene  le uova con il burro ammorbidito, l’olio, il latte, il sale e il pepe, dovrà diventare un composto molto  morbido e omogeneo, unite la farina, metà del Parmigiano e il lievito; amalgamate , poco alla volta, al composto di uova.
Unite le zucchine con il loro sughetto, i cubetti di prosciutto e il restante  Parmigiano grattugiato.


Mischiate bene e versate a cucchiaiate il composto negli appositi stampini per i muffins (se non usate quelli usa e getta, imburrateli e infarinateli prima) fino ad arrivare quasi all’orlo



Infornate per 20/25 minuti (forno già caldo a 180°C). Spegnete il forno e lasciateli ancora per 5 minuti con lo sportello aperto.


venerdì 16 marzo 2018

Pappardelle al sugo di fragole

Questi deliziosi frutti…non frutti (in realtà i frutti sono quei puntini gialli che noi consideriamo semi)  compagni dell’uomo fin dall’antichità e di cui  sono stati ritrovati dei reperti addirittura risalenti alla Preistoria, appartengono alla Famiglia delle Rosacee e crescono sia in coltivazioni che  spontanee nei nostri boschi ,  solo nel 1600 vennero incrociate con una varietà americana più grande e più dolce
Le fragole sono ricche di  la vitamina C che  rafforza il sistema immunitario e aiuta la rigenerazione della pelle e di  fitonutrienti  che limitano il rischio di malattie    cardiovascolari.
Contengono anche 
 molte  fibre alimentari e sono  ricche di iodio,di potassio, di acido folico, di riboflavina, di vitamina B5, di omega-3 acidi grassi, di vitamina B6, di vitamina K, di magnesio e di rame.
Infine una curiosità: le fragole si chiamano anche Lacrime di Venere perché, narra la Mitologia,  l’amore del giovane Adone era conteso tra Venere e Persefone. Quest’ultima, gelosa della rivale, si rivolse a Marte che si trasformò in un cinghiale e, durante una battuta di caccia, uccise lo sfortunato giovane. Venere, disperata, pianse copiose lacrime che, al contatto con il sangue di Adone, si trasformarono in piccoli cuori rossi: le fragole.






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Ingredienti per 4 persone

350 gr di pappardelle all’uovo
400 gr di fragole di Volpedo
200 gr di ricotta
50 gr di burro
Qualche rametto di maggiorana
Sale

Procedimento
Lavate le fragole e asciugatele.  Fate sciogliere il burro in una padella capiente e aggiungete le fragole ridotte a pezzi e qualche fogliolina di maggiorana, salate e fate insaporire per pochi minuti.
Lavorate la ricotta  e per renderla cremosa unite due cucchiai dell’acqua di cottura delle pappardelle. Unite la crema di ricotta al sugo di fragole.
Portate a bollore abbondante acqua salata e fate cuocere le pappardelle, scolatele al dente e fatele saltare nella padella con il sugo di fragole.
Dividete la pasta in quattro piatti e decorate con qualche fragole intera e qualche fogliolina di maggiorana.



E se avanza? Preparate una bella frittata . In una ciotola sbattete le uova leggermente salate. In una padella antiaderente scaldate la pasta avanzata, poi unitela alle uova e versate tutto nella padella calda unta con un po’ d’olio. Fate cuocere la frittata, per pochi minuti, sia da un lato sia dall’altro.



martedì 13 marzo 2018

Tartellette farcite con composta di zucca e zenzero , pancetta e provolone

Ultimamente sentiamo spesso parlare di zenzero, meglio conosciuto fino a pochi anni fa con il suo  nome inglese Ginger ,ma quanti di noi sanno cos’è? E’ una spezia che si presenta come pianta erbacea perenne, alta circa 90 cm., ha un fusto sotterraneo formato da un rizoma ramificato da cui nascono i fusti vegetativi e che erroneamente viene chiamato radice, ricco di olio essenziale, gingerina, zingerone, resini e mucillagini. Tonico, antinfiammatorio, digestivo.  Molto versatile, si utilizza per la preparazione di varie ricette, dalla carne al pesce passando per le verdure e non solo, ottimo anche nei dolci o nelle composte come in questo caso unito alla zucca.
La composta di zucca e zenzero che ho utilizzato per questa ricetta è stato prodotto dalla Cooperativa La Cucina di Pina, ideale per accompagnare salumi o formaggi stagionati.
La Cucina di Pina nasce ad Alba nel 1982. Da allora si occupa di persone in difficoltà offrendo loro assistenza ed accompagnamento per un completo reinserimento sociale. Uno staff di educatori e psicologi offre un supporto educativo ed accompagna le persone alla ricerca di un lavoro e, al termine dell’accoglienza, di un’abitazione stabile. La “Casa di Pina” prende il nome dalla donatrice che negli anni ha sempre aperto la propria casa a chi necessitasse di un tetto. Con la donazione Pina ha voluto dare continuità alla storia e alla solidarietà della casa.  E’ una gastronomia artigianale che produce zuppe, insalate di cereali, sughi, bruschette e confetture.
La Cucina di Pina aderisce al progetto Qui da Noi





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Ingredienti
300 gr di pasta brisèe
150 gr di Composta di zucca e zenzero La Cucina di Pina
100 gr di pancetta a cubetti
100 gr di Provolone piccante a cubetti

Procedimento

Mettete la pasta frolla su di un piano leggermente infarinato e tiratela con il mattarello, ottenendo un disco di circa 3 mm di spessore e con questo foderate completamente gli stampini per le tartellette bucherellando il fondo per evitare che gonfino durante la cottura. Sistemateli su una placca,  e cuocete nel forno ventilato, già scaldato a 170°,  per 15/20 minuti. Sfornate e lasciate raffreddare.


In un padellino antiaderente fate rosolare i cubetti di pancetta per renderli croccanti Lasciate raffreddare.
Mettete un po’ di composta nelle tartellette, distribuite sopra i cubetti di pancetta e i cubetti di Provolone piccante. Servite.



Consiglio: potete sostituire le tartellette con semplici prodotti da forno come le sfoglie o i cracker e la pancetta con del salame.








LA CUCINA DI PINA
C.so Canale 126 – Alba (CN)
Italy

Per contatti www.cucinadipina.com

sabato 10 marzo 2018

Penne mediterranee con prosciutto cotto

Oggi la vita è diventata  frenetica, ma non per questo dobbiamo rinunciare a mangiare bene e sano.
Le penne mediteranne che vi propongo potete prepararle in 10 minuti grazie anche all’aiuto che ci viene dato dai prodotti Valfrutta, Cirio, Girolomoni e Goccia d’Oro.
Per produrre la pasta di semola integrale Girolomoni viene utilizzata una semola ottenuta con una molitura che priva il chicco di grano del solo strato corticale più esterno, è dunque una pasta ricca di fibre che contiene quasi interamente il germe del chicco, fonte primaria di lipidi, antiossidanti, vitamine, minerali ed enzimi di altissimo valore nutrizionale e biologico La materia prima è di origine italiana e l’acqua utilizzata proviene da una sorgente che non ha un'agricoltura industriale a monte..
Il Mix Mediterraneo Valfrutta  è un mix ricco, gustoso ed estremamente versatile composto da mais, piselli, olive verdi, olive nere e peperoni rossi cotti delicatamente a vapore conservando inalterate tutte le loro proprietà nutritive, la consistenza e il sapore.
Il gusto genuino e delicato di Supercirio è inconfondibile! Un prodotto simbolo della nostra tradizione: il concentrato che dona sapore e colore a ogni piatto con tutto il gusto intenso del pomodoro fresco.
Ed infine il tocco di sapore dell’olio extravergine d’oliva Feudotto Dop Val di Mazzara è prodotto dalla Cooperativa La Goccia d’Oro di Menfi (Ag), spremuto e non filtrato. E’ prodotto dalle olive Nocellara, Cerasuola e Biancolilla raccolte con “brucatura a mano” e spremute in giornata nel frantoio di proprietà.
Nasce nella splendida terra di Sicilia, eternamente accarezzata dai raggi del sole.




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Ingredienti per 4 persone:
1  cucchiaino di spezie varie (timo, maggiorana, basilico)
1 cipolla bianca piccola
1 carota piccola
1 gambo di sedano
100 gr di cubetti di prosciutto cotto
4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva Feudotto DOP  Val di Mazzara
Sale e pepe q.b.



Procedimento
Lavate gli ortaggi , asciugateli e tritateli.
Mettete a scaldare l’acqua salata  per la pasta e quando bolle calate le penne.
Nel frattempo scaldate l’olio in una padella , unite il trito di ortaggi  e fate  soffriggere dolcemente per qualche minuto, unite i cubetti di prosciutto cotto e fate dorare.
Aggiungete il Mix Mediterraneo scolato, il concentrato di pomodoro, le spezie, due cucchiai dell’acqua di cottura della pasta, sale e pepe.


Fate amalgamare per un paio di minuti.
Scolate grossolanamente la pasta al dente, versatela nella padella e fate saltare il tutto.
Servite subito.