sabato 6 maggio 2017

Fagiolini, speck e patate in insalata

Il consumo di frutta e verdura è indicato da tutti i dietologi come ottimale per mantenerci in salute o per ritrovarla dopo qualche malattia, personalmente io non potrei farne a meno. Per cui, quando sono stata contattata per dare il mio contributo a Fruit24 non ho esitato ad accettare.
Questo lodevole progetto, a cui partecipo, promosso da Apo-Conerpo e co-finanziato dall’Unione Europea e dal Ministero delle Politiche Agricole, alimentari e Forestali(MIPAAF) si propone di diffondere e consolidare uno stile di vita e di consumo improntato al benessere diffondendo l’importanza di un’alimentazione ricca di verdura e frutta da consumare a qualsiasi ora con piatti semplici, dolci o salati, snack e spuntini; non a caso il motto dell’iniziativa è “E’sempre l’ora di frutta e verdura.
Questa è la  ricetta è dedicata alle ORE 13 PRANZO IN TECNICOLOR, #fruit24. 
La potete trovare anche sul sito di Fruit24 cliccando qui

I fagiolini sono una coltura tipicamente primaverile ed estiva. Sono ricchi di vitamine A e C e, grazie all’alto contenuto di fibre che riduce il senso di fame, il loro consumo è indicato nelle diete ipocaloriche. Poiché contengono un enzima che rende difficile la digestione se mangiati crudi, è bene consumarli cotti: il calore, infatti, lo distrugge.
Le patate sono l’unico amidaceo che contiene la vitamina C, in particolare è bene cuocerle con la buccia per evitare la dispersione nell’acqua della preziosa vitamina. Sono ricche anche di vitamine B1 e B6, di potassio, selenio proteine e fibre. Scartate le patate con la buccia verde o con dei germogli perché contengono più solanina e soladinina, che assunte in eccesso possono essere tossiche e provocare emicranie.




 
LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA' DELL'AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D'AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050 TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI

Ingredienti per 4 persone:

400 g di fagiolini
3 patate medie
120 g di speck a fettine
16 uova di quaglia o tre uova di gallina
 Per la salsa
Un mazzetto di prezzemolo
1 spicchio d’aglio piccolo
1 cucchiaio di capperi sottaceto
1 cucchiaino di pasta d’acciughe
1 cucchiaio d’aceto di mele o di vino bianco
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.

Procedimento

Lavate le patate, mettetele in una pentola, copritele con dell’acqua fredda e salata. Portate a bollore e fate cuocere per 35/40 minuti.
Spuntate e lavate i fagiolini e lessateli in acqua salata per circa 20 minuti, scolateli e fateli raffreddare.
Fate bollire le uova, 4 minuti dall’inizio del bollore, se utilizzate quelle di quaglia, 10 minuti per quelle di gallina. Raffreddatele sotto l’acqua fredda e sgusciatele.
Preparate la salsa per completare.
Lavate il prezzemolo, sgrondatelo bene e tritatelo con l’aglio e i capperi. Ponete il trito in una ciotola e unite l’aceto e l’olio. Mescolate bene.
Arrotolate le fettine di speck e tagliatele a striscioline per formare delle tagliatelle.
Pelate le patate, che nel frattempo si saranno raffreddate e tagliatele a dadini uniformi.




Disponete i fagiolini a raggiera sui piatti da portata, sistematevi sopra i dadini di patate, distribuite su tutto un filo d’olio e la salsina preparata. Completate mettendo al centro le strisce di speck e le uova (tagliate a metà quelle di quaglia, o a spicchi quelle di gallina).
Buon appetito.





Consiglio: Fate bollire le patate con la buccia, così facendo si eviterà la dispersione di preziosi nutrienti nell'acqua di cottura, non solo, anche la polpa rimarrà più compatta e gustosa.


FRUIT24

sabato 29 aprile 2017

Minestra di carciofi

Una bella minestra di carciofi, disintossicante e corroborante, è l’ideale per preparare il nostro fisico alla stagione più calda.
Il carciofo è una pianta nota fin dai tempi antichi, la sua coltivazione è diffusa maggiormente nei paesi del Mediterraneo, soprattutto in Italia, Francia e Spagna. La Sardegna è la regione che maggiormente si caratterizza per la coltivazione ed il consumo di questo delizioso ortaggio. La raccolta avviene principalmente tra il mese di ottobre e di maggio.
I carciofi sono ricchissimi di principi attivi e vantano molte virtù terapeutiche. Possiedono pochissime calorie e contengono molte fibre, oltre a sali minerali come calcio, fosforo, magnesio, ferro e potassio. Vantano un effetto disintossicante essendo diuretici e stimolanti della funzione epatica e sono utili per combattere problemi di diabete, colesterolo, ipertensione.






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Ingredienti per 4 persone:

6 carciofi
1 carota
1 cipolla
1 gambo di sedano
1,5 lt di brodo vegetale già salato
10 rametti di prezzemolo
1 spicchio d’aglio
4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
1 limone (solo il succo)

Procedimento

Private i carciofi  delle foglie esterne più dure, della parte superiore con le spine e dell’eventuale fieno interno. Tagliateli a spicchi sottili e immergeteli mano a mano nell’acqua acidulata con il succo del limone.
Tagliate a dadini la corta, la cipolla e il gambo di sedano.
In una casseruola scaldate  quattro cucchiai d’olio, unite la dadolata di carota, cipolla, sedano e lo spicchio d’aglio e fate soffriggere dolcemente.  Unite i carciofi, ben sgocciolati, e continuate a rosolare per altri due minuti.
Togliete lo spicchio d’aglio e versate il brodo caldo.


Portate a cottura per circa venti minuti. A fine cottura, unite il prezzemolo tritato e servite con dei crostini.
Se volete, potete spolverizzare con piccole scaglie di pecorino.
Buon appetito!



martedì 25 aprile 2017

Champignon trifolati alla birra

La birra trova abbinamenti perfetti anche con i contorni. Il gradevole aroma di luppolo della Sezuens, un’Ale stagionale belga, la rende particolarmente indicata per la maggior parte delle verdure dai sapori delicati e non troppo decisi. Il gusto intenso delle verze richiede invece una birra come la Hansa Export, una Lager dorata dal sapore amaro e dal’aroma di malto e luppolo. Le Bière de Garde sono perfette per i funghi: in particolare l’aroma fruttato della Goudale la rende speciale per quelli prataioli.





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Ingredienti per 4 persone:
500 gr di champignon
1 spicchio d’aglio
1 mazzettino di prezzemolo
1 cucchiaio di capperi
1 bicchiere  piccolo di birra chiara tipo Bière de Garde
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale e pepe q.b.

Procedimento

Lavate e sgrondate il prezzemolo, togliete le foglioline e tritatele insieme ai capperi e allo spicchio d’aglio. Unite un po’ d’olio fino a formare una salsa densa.
Private i funghi della parte terrosa, lavateli velocemente sotto l’acqua corrente, asciugateli con la carta da cucina e tagliateli a spicchi.



Versate 4 cucchiai d’olio in una padella, scaldatelo poi unite i funghi, fateli saltare per qualche minuto, poi salate, pepate e unite la birra, continuate la cottura per 10 poi unite la salsa di prezzemolo e fate cuocere ancora per 5 minuti.
Potete servirli come contorno o utilizzarli per condire la pasta.





sabato 22 aprile 2017

Calamari alla Mediterranea

Il calamaro appartiene alla famiglia dei molluschi e lo troviamo nel mar Mediterraneo e nell’Atlantico Orientale. Possiede un corpo allungato e fusiforme, con due pinne apicali e testa con tentacoli, ventose, occhi e bocca. Nell’interno del corpo troviamo la conchiglia cornea (una lisca trasparente a forma di lancia) e gli organi interni. Il colore è rossiccio - rosato, con sfumature brune. Le dimensioni variano fra i 15 e i 30 cm. Le sue carni sono delicate e saporite. Assomiglia molto al totano da cui si differenzia per la posizione delle pinne apicali: nel totano sono corte e partono dall’estremità del corpo, nel calamaro sono inserite più in alto e occupano metà corpo. Lo possiamo trovare tutto l’anno sia fresco sia surgelato. Possiede poche calorie (68 kcal per 100 gr), ma è ricco di sali minerali quali magnesio, fosforo, potassio, sodio, calcio e vitamina A, contiene pochi grassi e un buon quantitativo di proteine. Una caratteristica tipica di questo mollusco e lo spruzzo di liquido nero che rilascia se disturbato.






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Ingredienti per 4 persone:
1 kg di calamari
1 spicchio d’aglio
1 cucchiaio di capperi
Una manciata di olive taggiasche
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
250 gr di passata di pomodoro
Olio extravergine d’oliva q,b,
Sale q.b.

Procedimento

Pulizia dei calamari

La prima cosa da fare è pulire i calamari, procedete quindi in questo modo:

Staccate i tentacoli dal corpo (sacca).
Asportate le interiora e la penna cartilaginosa trasparente infilando un dito nella sacca.
Se non vi piace la pelle, eliminatela insieme con le pinne laterali.
Passate poi alla pulizia della testa dei calamari:
Tagliate appena al di sotto degli occhi. Gettate la parte sovrastante e tenete i tentacoli.
Eliminate dai tentacoli il becco (rostro), posto al centro e scartatelo.
Terminata la pulizia, lavate bene, sotto l’acqua corrente, le sacche e i tentacoli.
La pulizia è ultimata e potete utilizzare i calamari per qualunque ricetta.

Per questa ricetta tagliate i calamari a rondelle di circa 2 cm.

In una casseruola fate soffriggere nell’olio già caldo lo spicchio d’aglio schiacciato, unite le rondelle di calamari e i tentacoli, fateli insaporire poi aggiungete la passata di pomodoro, i capperi, le olive e il sale.




Lasciate cuocere a fuoco basso e a pentola coperta per circa 30 minuti, se dovesse asciugare troppo aggiungete un pochino di acqua calda.  Cinque minuti prima di spegnere spolverizzate con il prezzemolo tritato.

Servite i calamari accompagnati da patate lesse o polenta.




martedì 18 aprile 2017

Insalata di carciofi e Casciotta d'Urbino

La Casciotta d’Urbino D.O.P. è un formaggio che ha origini antichissime. Il suo nome deriva da un errore di trascrizione di un impiegato che scambio la “c” in “sc” pronuncia dialettale della “c” tipica dell’area marchigiana.
L’area di produzione della “Casciotta d’Urbino” coincide con l’intera provincia di Pesaro-Urbino. Una zona fondamentale per il pascolo intensivo, caratterizzata da particolari erbe montane, da una flora ricca e variata, da una ricchezza di terreni erbosi a base di graminacee, che fornisce l’alimentazione delle pecore e delle mucche.
Nasce dalle stesse colline che abbracciano il Montefeltro, in quella culla del Rinascimento che ha nutrito la sapienza artigiana, artistica e contadina. Sapori e saperi che testimoniano come la Cultura nasca dal rapporto con la terra, la Cultura si coltiva (non a caso Cultura deriva da còlere-coltivare) L’ispirazione è nelle cose, nei paesaggi, nei sapori.
Tra gli estimatori più famosi di questo formaggio troviamo Michelangelo Buonarroti come testimonia un carteggio con l’amico Francesco Amatori di Casteldurante (attuale Urbinia) dove si citano le Casciotte prodotte per la mensa dell’illustre artista. Egli amava a tal punto questo formaggio da affittare una serie di poderi nel territorio durantino, allo scopo di garantirsi un continuo rifornimento.
Questo delizioso formaggio ha forma cilindrica a scalzo basso con facce arrotondate e un diametro tra i 12 e i16 cm e pesa dagli 800 ai 1200 grammi circa. Il colore della pasta è bianco paglierino e la struttura molle e friabile caratterizzata da lieve occhieggia tura. La crosta  paglierina è sottile (circa 1 mm).
Il sapore è dolce, caratteristico della miscela del latte di provenienza (3 parti di ovino e 1 parte di vaccino) e della breve stagionatura di circa 15/20 giorni. Essendo una D.O.P. dal 1996(Denominazione di Origine Protetta),  deve essere munito del contrassegno indicato nel decreto di riconoscimento, a garanzia delle rispondenza del prodotto alle specifiche normative.
La Casciotta d’Urbino va consumata fresca e una volta tagliata va protetta con la pellicola trasparente e conservata in frigo (4/8°C) per qualche giorno. Se usato come formaggio da tavola, prima di consumarlo, si consiglia di lasciarlo almeno un’ora a temperatura ambiente.
La “Casciotta d’Urbino che utilizzato per questa ricetta è stata prodotta dalla Cooperativa Agricola TreValli Cooperlat che aderisce al progetto “Qui da Noi” di Confcooperative.





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Ingredienti per 4 persone:

4 carciofi sardi

2 limoni
150 gr di Casciotta d’Urbino
1 mazzettino piccolo di prezzemolo
Mezzo spicchio d’aglio
Mezzo  cucchiaio di capperi sottaceto
1 filetto d’acciuga sottolio
Olio extravergine d'oliva q.b.
Sale




Procedimento

Lavate e sgrondate il prezzemolo poi tritate le foglie con i capperi e il filetto d’acciuga,
Preparate  un emulsione (vinaigrette) con 4 /5 cucchiai d'olio,il sale, il succo di un limone, miscelate bene e inglobate il trito di prezzemolo.
Tagliate a cubetti la Casciotta d’Urbino.
Pulite i carciofi togliendo le foglie più dure, la barba centrale e immergeteli via via in acqua acidulata con il succo di un limone.
Scolateli e tagliateli a fettine sottili, mettetele in un insalatiera , unite i cubetti di formaggio e condite con l’emulsione.
Mescolate bene e servite.





TreValli Cooperlat Soc. Coop. Agricola
Via Piandelmedico 74
60035 Jesi (AN)
Tel. 0731/2381
Sito : http://www.trevalli.cooperlat.it/



giovedì 13 aprile 2017

Costolette d'agnello al forno con miele di Acacia

Per agnello si intende un esemplare giovane (età non superiore ai 12 mesi) di pecora (femmina) o di ariete (maschio, anche detto montone).
L'agnello è una creatura domestica erbivora soggetta ad allevamento da parte dell'uomo. Può essere macellato in giovane età per la produzione di carne o, se lasciato maturare, destinato alla produzione di:
  • Latte e derivati (pecora)
  • Lana (pecora e ariete)
  • Carne (pecora e montone, quest'ultimo castrato o fertile).
L'agnello è un alimento di origine animale, ricco di proteine ad alto valore biologico e di vitamine del gruppo B. Possiede una carne gradita a molti ma dal gusto più intenso rispetto a bovini e suini; anche per questo motivo, la carne di agnello è molto apprezzata dagli amanti della carne ovina e intollerabile per chi, al contrario, non gradisce il gusto e l'aroma tipici dell'animale. 
La carne di agnello, privata del grasso visibile, può essere classificata tra quelle magre. L'apporto lipidico dipende essenzialmente dal taglio ma, in linea di massima, non risulta mai paragonabile a quello della pecora, del bovino o del maiale adulti. L'agnello, nei suoi pezzi magri, è comunque più grasso (anche se di poco) rispetto al petto ricavato dalla carne aviaria SENZA pelle (pollo, tacchino ecc.). D'altro canto, ricordiamo che le ricette tradizionali a base di agnello non sono quasi mai di tipo dietetico, eccezion fatta per le costolette alla griglia; mentre le preparazioni più grasse a base di agnello sono: costolette di agnello fritte (impanate), agnello in fricassea (abbondante olio), cosciotto di agnello lardellato al forno ecc.


Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/alimentazione/carne-di-agnello.html




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Ingredienti per 4 persone:

12 costolette d’agnello
2 cucchiai di miele di Acacia  
½ bicchiere di vino rosso corposo
Qualche rametto di rosmarino, timo e maggiorana
5 cucchiai d’olio extravergine d’oliva.
Uno spicchio d’aglio
Sale e pepe q.b.

Procedimento
Lavate, asciugate e tritate gli aromi.
Preparate la marinatura miscelando l’olio con il vino, unite il miele, lo spicchio d’aglio tagliato a metà e gli aromi tritati.
Mettete le costolette d’agnello a marinare per due ore.
Trascorso il tempo accendete il forno a 200°C (forno statico).
Mettete le costolette in una pirofila, salate, pepate e versate la marinata.
Infornate per 15/20 minuti ( dipende se le preferite ben cotte o più morbide) girandole a metà cottura.
Servite con patate o verdure grigliate.







lunedì 10 aprile 2017

Torta di mele e grano saraceno

Il grano saraceno non appartiene alla famiglia delle graminacee, ma a quella delle Poligonacee e quindi non contiene glutine, per questo motivo può essere consumato da chi ha problemi di celiachia.
La pianta è originaria dell’Asia e fu introdotta in Europa dai Turchi (da qui il nome di grano saraceno) e dai Crociati nel XIII secolo.
Attualmente la sua coltivazione è diffusa nell’Europa nord orientale dove il suo uso è molto diffuso. In Italia si coltiva nel Sud Tirolo e in Valtellina dov’è utilizzato per la preparazione dei famosi pizzoccheri e della polenta taragna.
E’ un alimento ricco di ferro e sali minerali, di vitamina B ed E. Contiene anche buone quantità d’aminoacidi essenziali e il valore biologico delle sue proteine è paragonabile a quello delle proteine della carne e della soia.




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Ingredienti per 4 persone:

275 g di farina di grano saraceno
150 gr di fecola di patate
120 g di zucchero di canna
250 ml di latte a temperatura ambiente
3 mele renette
2 uova a temperatura ambiente
1 limone bio
100 g di burro ammorbidito a crema
1 pizzico di sale
1 bustina di lievito per dolci

Procedimento

Accendete il forno e portatelo ad una temperatura di 180°C.
Sbucciate le mele, tagliatele a dadini, metteteli in una ciotola e irrorate con del succo di limone per evitare che anneriscano.
Imburrate ed infarinate una tortiera di 24/25 cm di diametro o, in alternativa rivestitela di carta da forno.
In una ciotola versate le farine, la fecola di patate, lo zucchero a velo e un pizzico di sale.
Mischiate con una frusta e unite il burro ammorbidito. Inglobatelo bene poi unite la buccia grattugiata del limone (attenzione a non prendere la parte bianca che renderebbe amara la preparazione),le uova e il latte e lavorate molto bene l’impasto aiutandovi con delle fruste elettriche.


Quando l’impasto sarà ben gonfio e omogeneo unite il lievito e amalgamate molto bene.
Aggiungete anche le mele e versate il tutto nella tortiera, cospargete con lo zucchero di canna ed infornate per 30/35 minuti.


Per controllare che la cottura sia ottimale, inserite uno stecchino nella torta, Se uscirà perfettamente pulito, senza residui d’impasto vorrà dire che la torta è cotta.
Sfornate e lasciate raffreddare su di una gratella.







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