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venerdì 16 aprile 2021

Frittata di rigatoni, pancetta e caciocavallo

La frittata di pasta è notoriamente una ricetta del riutilizzo conosciutissima e amata in tutto il Bel Paese ma tipica del napoletano.
Essendo appunto una ricetta del riciclo gli ingredienti possono variare a seconda di ciò che abbiamo in frigorifero.
Così i rigatoni col sugo possono si possono sostituire con altri  tipi di pasta come gli spaghetti, le eliche, le mezze penne ecc. conditi in altri modi, ad esempio solo con burro e Parmigiano, la pancetta può essere sostituita con un fondo di mortadella o di prosciutto, il caciocavallo sostituito con la scamorza o il provolone o altri formaggi semistagionati.
E’ ottima sia calda che fredda.


LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.


Ingredienti per 2 persone

1 piatto di maccheroni al sugo di pomodoro avanzati
3 uova
30 g di pancetta a dadini
50 g di caciocavallo tagliato a dadini
20 g di Parmigiano  Reggiano grattugiato
Qualche rametto di prezzemolo tritato
Olio extravergine d’oliva q.b.


Procedimento

Mettete la pasta in un’ampia ciotola, versateci sopra le uova leggermente sbattute e amalgamate bene.
Unite il Parmigiano grattugiato, il prezzemolo, i dadini di pancetta e di scamorza. Mescolate e lasciate riposare per dieci minuti.
Scaldate quattro cucchiai d’olio in un’ampia padella antiaderente e versateci il composto di pasta e uova.
Lasciate rapprendere per cinque minuti ( o di più se la frittata è molto alta) poi girate la frittata con l’aiuto di un coperchio o di un piatto e continuate la cottura per altri cinque minuti.

Potete servirla subito o lasciarla intiepidire o addirittura servirla fredda, tagliata a quadratini o a spicchi.

domenica 28 marzo 2021

Roselline di fillo salame al tartufo e Toma

Queste gustose roselline, velocissime  e semplicissime da preparare, sono l’ideale da servire come antipasto o aperitivo.
La pasta fillo, dal greco phyllo,  realizzata solo con farina e acqua, è contraddistinta per la sua sfoglia sottile ed è caratterizzata da un sapore equilibrato.

Si presta molto bene  sia per la preparazione di piatti salati (come in questo caso) sia  dolci: sono deliziosi i dessert realizzati proprio con questa pasta e farciti con la panna fresca montata con zucchero a velo o con la crema al burro, magari aromatizzati con un po' di cannella e arricchiti con un paio di cucchiai di salse alla frutta.
Questa pasta può, in modo creativo e veloce, servire anche per preparare dei deliziosi cestini di pasta fillo da farcire  a vostro piacimento.

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Ingredienti per 10 roselline

 

10 fogli di pasta fillo
150 gr di Toma di Bra ( vanno bene anche altri formaggi tipo la Fontina)
150 gr di salame al tartufo in un unico pezzo

Olio extravergine d’oliva q.b.

 Procedimento

Poiché la pasta fillo ha l’unico difetto di seccarsi velocemente vi consiglio di preparare, prima di stenderla, tutti gli ingredienti e di farcirla nel più breve tempo possibile.
Tagliate a cubettini sia il salame che il formaggio , metteteli in una ciotola e mischiateli .
Accendete il forno statico a 200°C.
Mettete un pezzo di carta da forno sulla leccarda.
Prendete un altro pezzo di carta da forno e mettetelo sul tavolo da lavoro (vi servirà per farcire i fogli di pasta fillo), spennellatelo con un pochino d’olio.
Prendete un foglio di pasta deponetelo sulla carta da forno, spennellatelo con l’olio extravergine d’oliva e sistemate, sul lato lungo, parte del ripieno creando una striscia di circa un paio di centimetri. Arrotolate la pasta su se stessa fino a formare un salamino.
Avvolgete il salamino su se stesso in modo da formare una rosellina, premete un pochino il bordo per chiuderlo e trasferite sulla leccarda.



Procedete così per tutti gli ingredienti rimanenti.
Spennellate con un po’ d’olio tutte le roselline e infornate (mi raccomando il forno deve essere già a temperatura) per 10 minuti o fino a doratura.
Estraete dal forno, lasciate intiepidire e servite.

Potete prepararle in anticipo e poi scaldarle per 1 minuti prima di servirle.

 



 

 

 

sabato 12 dicembre 2020

Baccalà fritto alla romana

Questa è una ricetta tipica romana, molto amata e considerata cibo di strada. Io la amo particolarmente perché mi riporta indietro nel tempo quando, bambina, andavo con i miei genitori in una tipica osteria a Ostia dove servivano il miglior baccalà fritto che io abbia mai mangiato, accompagnato da un fresco vinello bianco che però, stante la mia giovane età, a me era precluso. A distanza di decenni ne sento ancora il sapore e la croccantezza.
E’ consuetudine consumarlo durante le feste natalizie perché considerato di buon auspicio.
Ancora oggi a Trastevere, nel centro di Roma, ci sono dei chioschi che lo vendono servito in dei cartocci e adesso lo chiamano street food (cibo da strada) in un assurdo annientamento della nostra lingua.
Niente uova né lievito per questa pastella per non alterare il sapore del pesce e, se preferite, al posto della birra potete utilizzare dell’acqua minerale gasata.



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Ingredienti:

500 gr di baccalà sotto sale
220 gr di farina 00
2 cucchiai di semola di grano duro
250 ml di birra chiara fredda
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.


Procedimento

Dissalate il baccalà mettendolo a mollo per 2 gg. cambiando spesso l’acqua e conservandolo in frigorifero. Scolatelo , asciugatelo molto bene e tagliatelo a pezzi . Potete tagliarlo a filetti o fare dei quadrati e eliminare la pelle se non vi piace.
Preparate la pastella unendo le due farine (la semola servirà a donare croccantezza) e versando, poco alla volta, la birra. Amalgamate sempre dallo stesso verso per evitare la formazione di grumi.
Quando avrete ottenuto un composto morbido e omogeneo copritelo e mettetelo in frigorifero per un’ora.
Se la pastella non fosse abbastanza liquida, aggiungete ancora un pochino di birra.
In una padella scaldate abbondante olio. Immergete i pezzi di merluzzo nella pastella e metteteli a friggere (pochi alla volta per non abbassare troppo la temperatura dell’olio e a fuoco lento perché deve cuocere il pesce oltre che la pastella) per circa 5 minuti.
Scolateli e metteteli su della carta assorbente per eliminare l’unto in eccesso, assaggiate e se è il caso salateli.
Servite con spicchi di limone.



mercoledì 2 settembre 2020

Sgonfiotti con formaggio misto al peperoncino

Tra le tradizioni marchigiane c’è quella di aromatizzare i formaggi in vari modi: questo è fresco a pasta cremosa e media maturazione, ottenuto con latte bovino e ovino italiano  e aromatizzato con il peperoncino. Anticamente veniva preparato esclusivamente nei mesi invernali.
Ottimo per insaporire insalate fresche e come condimento di primi piatti al forno, si accompagna con vini bianchi ricchi di gusto, ma delicati.
E’ prodotto dalla Cooperativa Tre Valli Cooperlat.
Per rendere questi sgonfiotti ancora più saporiti ho utilizzato anche il tocco raffinato dell’olio extravergine prodotto dalla Cooperativa San Marzano di  San Marzano di san Giuseppe (TA). Alla vista si presenta di colore verde brillante con riflessi dorati, l’aroma che sprigiona ha un’elegante carica fruttata. Si ottiene mediante la spremitura fredda delle olive.
Tutte e due le Cooperative aderiscono al circuito Qui da Noi- Cooperative Agricole  che ha come obbiettivo la valorizzazione delle produzioni agricole nazionali.





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Ingredienti  per circa 40 sgonfiotti


Per l’impasto
400 gr di farina 00
300 ml di acqua
4 gr di lievito di birra disidratato
2 cucchiai di erbette di Provenza (timo, maggiorana, basilico ecc)
4 cucchiai di Olio extravergine d’oliva San Marzano
6 gr di sale fino

Per il ripieno

Procedimento
In una ciotola mettete  la farina,  le erbette di Provenza e il lievito secco. Amalgamate bene il tutto, aggiungete gradualmente l’acqua e iniziate  ad impastare. Quando l’impasto avrà raccolto tutta l’acqua, allargatelo e versate  due cucchiai d’olio e il sale. Impastate ancora per 10/15 minuti, fino a ottenere un composto omogeneo, elastico e asciutto.
Lasciate riposare l’impasto coperto da un canovaccio per 15 minuti.
Trascorso il tempo riprendete l’impasto e  mettetelo su di un piano infarinato, dategli la forma di un panetto rettangolare  e poi procedete alla piegatura come per preparare la pasta sfoglia. Stendete un po’ il panetto, poi ripiegate verso il centro i due lati corti, poi girate di 90° appiattitelo leggermente e ripiegate i lati.  Riformate una palla e rimettetela nella ciotola.
Questa operazione consentirà d’inglobare molta aria, il che la renderà “sofficiosa” e ben alveolata.
Ripetetela per altre due volte sempre dopo ogni 15 minuti, poi ungetela leggermente e rimettetela nella ciotola.
Coprite con la pellicola e lasciate lievitare fino al raddoppio ( di solito necessitano 2 o 3 ore) nel forno spento o in un luogo tiepido e privo di correnti d’aria.


Tagliate il formaggio a cubetti molto piccoli.
Quando la lievitazione sarà ottimale riprendete l’impasto, prelevate dei pezzetti d’impasto e formate delle palline della grandezza di un’albicocca, devo essere in numero pari. Stendetele delicatamente con il mattarello a formare un cerchio, deponete al suo interno un pochino di cubetti del formaggio ma lasciate i bordi liberi. Bagnate leggermente i bordi e sovrapponete l’altro cerchio, premete bene i bordi , arrotolandoli un pochino. Mettetelo su di una teglia coperta da carta da forno. Continuate così fino ad esaurimento degli ingredienti, spennellate tutto  con un pochino d’olio. Lasciate lievitare ancora per 30 minuti.


Accendete il forno  a 180°C (statico) e quando avrà raggiunto la temperatura infornate per 15 minuti.



domenica 5 luglio 2020

Zucchine grigliate farcite con speck e Casciotta d’Urbino

La Casciotta d’Urbino D.O.P. è un formaggio che ha origini antichissime. Il suo nome deriva da un errore di trascrizione di un impiegato che scambio la “c” in “sc” pronuncia dialettale della “c” tipica dell’area marchigiana.
L’area di produzione della “Casciotta d’Urbino” coincide con l’intera provincia di Pesaro-Urbino. Una zona fondamentale per il pascolo intensivo, caratterizzata da particolari erbe montane, da una flora ricca e variata, da una ricchezza di terreni erbosi a base di graminacee, che fornisce l’alimentazione delle pecore e delle mucche.
Nasce dalle stesse colline che abbracciano il Montefeltro, in quella culla del Rinascimento che ha nutrito la sapienza artigiana, artistica e contadina. Sapori e saperi che testimoniano come la Cultura nasca dal rapporto con la terra, la Cultura si coltiva (non a caso Cultura deriva da còlere-coltivare) L’ispirazione è nelle cose, nei paesaggi, nei sapori.
Tra gli estimatori più famosi di questo formaggio troviamo Michelangelo Buonarroti come testimonia un carteggio con l’amico Francesco Amatori di Casteldurante (attuale Urbinia) dove si citano le Casciotte prodotte per la mensa dell’illustre artista. Egli amava a tal punto questo formaggio da affittare una serie di poderi nel territorio durantino, allo scopo di garantirsi un continuo rifornimento.
Questo delizioso formaggio ha forma cilindrica a scalzo basso con facce arrotondate e un diametro tra i 12 e i16 cm e pesa dagli 800 ai 1200 grammi circa. Il colore della pasta è bianco paglierino e la struttura molle e friabile caratterizzata da lieve occhieggia tura. La crosta  paglierina è sottile (circa 1 mm).
Il sapore è dolce, caratteristico della miscela del latte di provenienza (3 parti di ovino e 1 parte di vaccino) e della breve stagionatura di circa 15/20 giorni. Essendo una D.O.P. dal 1996(Denominazione di Origine Protetta),  deve essere munito del contrassegno indicato nel decreto di riconoscimento, a garanzia delle rispondenza del prodotto alle specifiche normative.
La Casciotta d’Urbino va consumata fresca e una volta tagliata va protetta con la pellicola trasparente e conservata in frigo (4/8°C) per qualche giorno. Se usato come formaggio da tavola, prima di consumarlo, si consiglia di lasciarlo almeno un’ora a temperatura ambiente.
La “Casciotta d’Urbino che utilizzato per questa ricetta è stata prodotta dalla Cooperativa Agricola TreValli Cooperlat che aderisce al progetto “Qui da Noi” di Confcooperative.



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Ingredienti per 4 persone:



4 zucchine chiare grandi
150 gr di speck a fettine
200 gr di Casciotta d’Urbino
Olio extravergine d’oliva q.b.
Aceto balsamico q.b.

Procedimento

Lavate, asciugate e spuntate le zucchine.
Tagliatele a fette non troppo sottili e spennellatele con  un pochino d’olio.
Grigliatele e mettetele da parte.
Prendete una fetta di zucchina deponeteci sopra una fettina  di Casciotta d’Urbino e un po’ di speck, sovrapponete un’altra fetta di zucchina e terminate con una fettina di formaggio.
Mettete la torretta sulla leccarda ricoperta da carta da forno.
Continuate così fino ad esaurimento degli ingredienti.
Infornate per 3 minuti (forno già caldo a 180°C) per far sciogliere il formaggio, impiattate e servite con qualche goccia di aceto balsamico.



venerdì 13 dicembre 2019

Datteri farciti con gorgonzola, mascarpone e mandorle


Un antipasto semplice, veloce e soprattutto golosissimo!
datteri sono un frutto  tipico dell’Africa mediterranea e dei paesi dell’Asia occidentale. Sono ricchi di ferro, vitamine e sali minerali. Il loro consumo regolare può contribuire ad abbassare il colesterolo e sono  un vero e proprio antinfiammatorio naturale adatto in caso di raffreddore e irritazioni alle vie respiratorie.
Come tutti i frutti  non contengono colesterolo e presentano una scarsa quantità di grassi. Rappresentano una buona fonte di fibre vegetali e di vitamine del gruppo B, come la vitamina B1, B2, B3 e B5 e contengono inoltre vitamina C. Contribuiscono al buon funzionamento del sistema digestivo, per via della presenza di fibre sia solubili che insolubili e di differenti tipologie di amminoacidi.


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Ingredienti per 4 persone:

24 datteri  Deglet Nour   (sono quelli grandi)
50 gr. di gorgonzola dolce morbido
50  gr. di mascarpone
30  mandorle sgusciate

Procedimento

Lavorate il gorgonzola con il mascarpone fino ad ottenere una crema morbida, incorporate 6 mandorle tritate .
Tagliate verticalmente i datteri senza dividere le due parti ed estraete il nocciolo.
Riempite con il composto  e guarnite con le restanti mandorle.



domenica 3 novembre 2019

Polpette di zucca

Questo meraviglioso ortaggio, tipicamente autunnale ha, molto probabilmente, origini centro americane: i semi più antichi sono stati ritrovati in Messico e risalgono a oltre 4.000 anni fa. Furono i nativi americani, per cui la zucca era un alimento base della dieta, a insegnare la loro coltivazione ai primi coloni che la portarono in Europa insieme al mais, al tabacco, ai peperoni e alle patate.  La zucca appartiene alla famiglia delle Cucurbitaceae, la stessa delle zucchine, che non sono altro che il frutto immaturo. Il ciclo vitale della pianta è annuale, si coltivano in primavera-estate e la raccolta è tipicamente autunnale.
Le qualità nutrizionali della zucca sono molteplici, contiene vitamina E, C, acido folico, pro-vitamina A, vitamine del gruppo B. Sali minerali come potassio, fosforo, ferro e magnesio, e infine i caroteni cui deve lo splendido colore arancione.
I carboidrati ammontano al 3,5% e l’indice glucidico è basso per cui, nonostante il gusto dolcissimo è l’ortaggio più efficace per controllare il metabolismo degli zuccheri, il suo consumo è quindi indicato per i diabetici e gli ipertesi.
Infine, la zucca, possiede proprietà digestive, diuretiche, lassative e rinfrescanti.
In fitoterapia sono utilizzati i semi che contengono cucurbitina, tocofenoli, tocotrienoli, steroidi (1%) proteine, pectine e modeste quantità di sali minerali quali manganese, zinco, selenio e rame.


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Ingredienti per 4 persone 

700 gr di zucca
3 cucchiai di Parmigiano Reggiano grattugiato
4 cucchiai di mais per impanature
1 uovo
1  cucchiaino di maggiorana secca o due rametti di fresca
Mais per impanare q.b.
Olio per friggere q.b.
Sale e pepe q.b.

Procedimento

Pulite la zucca eliminando la scorza.
Tagliatela a fette non troppo spesse e fatela cuocere in forno a 180°C per 25/30 minuti.
Toglietela dal forno, mettetela in una ciotola e schiacciatela con i rebbi di una forchetta, non frullatela perché diventerebbe troppo acquosa.
Unite il Parmigiano Reggiano, la maggiorana, il mais per impanature, sale, pepe e l’uovo.
Amalgamate bene il tutto e se il composto fosse troppo morbido aggiungete ancora un pochino di mais.


Una volta raggiunta la giusta densità, prelevate una noce  del composto e arrotolatelo tra i palmi a formare una polpettina.


Continuate così fino ad esaurire tutto l’impasto.
Passate ora le polpettine nel mais  per impanature e friggetele in olio ben caldo per qualche minuto.
Scolatele con una schiumarola e mettetele su carta da cucina per eliminare l’unto in eccesso.
Servite subito.




sabato 3 agosto 2019

Bruschette al formaggio e peperoni


Il nome bruschetta ha origine laziale-abbruzzese ; consiste in una fetta di  pane raffermo o arrostito sulla griglia o in forno, su cui viene strofinato a caldo uno spicchio d'aglio, il quale per il calore si fonderà col pane; la fetta viene successivamente condita con olio extravergine d'oliva e sale e anche pepe; l'olio deve essere il più saporito possibile; inoltre si può aggiungere pomodoro tritato e finocchio selvatico.
Esistono infinite varianti regionali e familiari:

Calabria

In Calabria la bruschetta viene chiamata "fedda ruscia" (fetta abbrustolita), la si condisce semplicemente con pomodori, olio, sale, pepe e origano. 
 

Campania

La bruschetta, nata come spuntino per i lavoratori dei campi, è diffusa in Campania, dove si caratterizza per la presenza di pomodoro fresco, olio, aglio e talvolta origano. Diventata antipasto, la bruschetta campana oggi può comprendere alici, olive, formaggi (come scamorza e mozzarella) oppure anche creme o paté di peperoni, funghi, zucchine, melanzane a tocchetti, salumi. 

Piemonte

Un tipo di bruschetta, chiamata in piemontese soma d'aj ("carico d'aglio"), consiste in una fetta di pane abbrustolita su cui viene strofinato uno spicchio d'aglio. Successivamente le fette di pane possono venir richiuse a mo' di panino e farcite con fette di pomodoro, olio e sale.
Si tratta di una ricetta monferrina, langarola , saluzzese e pinerolese ed era tipica della vendemmia, in particolare durante il pranzo dei vendemmiatori, e solitamente era accompagnata da grappoli d'uva (dolcetto o moscato). 

Puglia

In Puglia sono tipici i prodotti da forno (il famoso pane d'Altamura, ma anche biscotti e friselle); la bruschetta, cibo tipico degli agricoltori, era preparata riscaldando le fette di pane sulle braci dei camini di casa e condita con olio d'oliva e pomodori di produzione propria. Con la sua trasformazione in antipasto, sono nate molte varianti. Famosa è anche la "Fedda rossa", diffusa a Matera, in Basilicata, ma data la vicinanza della città alla Puglia, molti suoi piatti (tra cui la bruschetta) rientrano nel ricettario pugliese. 

Toscana

Fettunta toscana, talvolta chiamata bruschetta
In Toscana la bruschetta è nota come fettunta (o fett'unta), specie nelle zone prossime a Firenze, e non ha altri ingredienti che pane toscano sciocco (raffermo, oppure fresco abbrustolito), aglio, olio, sale e pepe. Altrove è chiamata panunta (o panunto) e può accompagnarsi, come nella vicina Umbria, con una cucchiaiata di fagioli al fiasco. Alcune rare varianti prevedono l'uso di prosciutto e salsiccia. Il pane toscano sciocco, se fatto con farine di buona qualità, si conserva a lungo e si tosta facilmente, diventando morbido dentro e croccante sulla crosta.
Anche in Maremma si ritrova l'uso della bruschetta, che si associa ai carbonai che portavano il carbone di legna fine (chiamato brusca o brusta) casa per casa e con il quale si accendevano i caminetti; sulle braci del caminetto si abbrustoliva il pane casalingo sciocco.



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Ingredienti per 4 persone

8 fette di pane casereccio
1 peperone rosso
1 peperone giallo
200 gr di formaggio fresco spalmabile tipo robiola
1 spicchio d’aglio
Qualche foglia di basilico
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.
Pepe q.b. (facoltativo)

Procedimento.

Lavate e asciugate i peperoni, poi metteteli, interi, nel forno già caldo a 180° per 25/30 minuti, girandoli in modo che la cottura avvenga in maniera uniforme.
Estraete i peperoni dal forno e chiudeteli ermeticamente in un foglio d’alluminio o in un sacchetto di plastica  per 10 minuti.
Aprite il pacchetto e spellate i peperoni eliminando completamente i semi e il picciolo.
Ricavate da ogni peperone quattro falde.
Asciugatele con della carta da cucina, tagliatele a listarelle e condite con sale, olio , pepe e qualche foglia di basilico spezzettata.
Grigliate le fette di pane o tostatele in una padella antiaderente o nel forno.
Sbucciate l’aglio e passatelo su ogni fetta di pane.
Spalmatele con il formaggio, distribuite su ognuna i peperoni e delle foglie intere di basilico.
Irrorate con un filo d’olio e servite.





sabato 13 aprile 2019

Minicheesecake salati con asparagi fragole e crema di robiola e prosciutto


Questo abbinamento può sembrare azzardato, in realtà questi ingredienti si sposano meravigliosamente bene: provare per credere!
L’asparago è una pianta selvatica originaria del bacino mediterraneo e, in particolare, delle regioni centrali e settentrionali dell’Europa, dell’Asia centrale e occidentale, dell’Egitto, dell’Algeria e della penisola Iberica.
Ottimo contorno, l’asparago è una verdura assai apprezzata dai buongustai; ne esistono circa venti tipi, i più comuni sono quello verde e quello bianco.
Le fragole  sono dei deliziosi frutti…non frutti (in realtà i frutti sono quei puntini gialli che noi consideriamo semi)  compagni dell’uomo fin dall’antichità e di cui  sono stati ritrovati dei reperti addirittura risalenti alla Preistoria, appartengono alla Famiglia delle Rosacee e crescono sia in coltivazioni che  spontanee nei nostri boschi ,  solo nel 1600 vennero incrociate con una varietà americana più grande e più dolce
Sono ricche di  la vitamina C che  rafforza il sistema immunitario e aiuta la rigenerazione della pelle e di  fitonutrienti  che limitano il rischio di malattie    cardiovascolari.
Contengono anche 
 molte  fibre alimentari e sono  ricche di iodio,di potassio, di acido folico, di riboflavina, di vitamina B5, di omega-3 acidi grassi, di vitamina B6, di vitamina K, di magnesio e di rame.
Infine una curiosità: le fragole si chiamano anche Lacrime di Venere perché, narra la Mitologia,  l’amore del giovane Adone era conteso tra Venere e Persefone. Quest’ultima, gelosa della rivale, si rivolse a Marte che si trasformò in un cinghiale e, durante una battuta di caccia, uccise lo sfortunato giovane. Venere, disperata, pianse copiose lacrime che, al contatto con il sangue di Adone, si trasformarono in piccoli cuori rossi: le fragole.





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Ingredienti per 4 persone

120 g  di tarallucci tradizionali
160 g  di fragole
14 asparagi
200 gr di robiola fresca cremosa
120 g  di prosciutto cotto
2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
8 g di fogli di gelatina (4 fogli)
2 pizzichi di zucchero
Sale e pepe q.b.
    

Procedimento

Pulite e lavate gli asparagi asportando la parte più dura e fateli cuocere a vapore per 5 minuti, lasciateli raffreddare, frullateli, salate, pepate e aggiungete un goccio d’olio.


Prendete 4  coppapasta da  7 cm di diametro , spennellateli  con un po’ di olio, rivestite  internamente con  carta da forno leggermente unta e metteteli in due piattini.
Tritate i tarallucci, aggiungete 2 cucchiai d’olio e amalgamate. Distribuite il composto nei coppapasta, premendo molto bene con il dorso di un cucchiaio.


Ponete  il tutto a raffreddare in frigo.
Mettete a bagno, in acqua fredda e per dieci minuti, i fogli di gelatina.
Strizzate due fogli di gelatina ed uniteli al frullato di asparagi, scaldate leggermente sul fuoco per far sciogliere la gelatina, mescolate bene e lasciate intiepidire poi versate il composto sopra la base di tarallucci e compattate bene, mettete in freezer per 10 minuti.


Tritate il prosciutto ed unitelo alla robiola, versate a filo un pochino d’olio  mescolate fino a ottenere una crema molto omogenea, distribuite nei coppapasta sopra la crema di asparagi, rimettete in freezer per 10 minuti. 



Nel frattempo preparate il topping di fragole.
Lavate i frutti , tagliateli a pezzi e metteteli in un pentolino con un pizzico di zucchero, fate cuocere per 5 minuti, poi frullate, aggiungete i rimanenti fogli di gelatina strizzati, mescolate per farli  sciogliere e amalgamare, lasciate raffreddare.
Estraete i piatti dal freezer , versate il topping di fragole , coprite con pellicola da cucina e mettete 4 ore in frigorifero.


Al momento di servire estraete delicatamente i cheesecake dai  coppapasta, guarnite con punte di asparagi e una fragola per piattino come nella foto.
Ricordatevi di tirarli fuori dal frigorifero un quarto d’ora prima di servirli.
Se non avete i coppapasta  potete fare un’unica forma quadrata o rotonda e poi ricavate dei quadratini.