sabato 9 novembre 2024

Olive verdi condite

Questa ricetta è una rivisitazione semplificata di quella classica tipica delle regioni meridionali d’Italia che prevede di utilizzare le olive fresche, lavarle, schiacciarle e metterle in salamoia per dodici giorni, scolarle, sciacquarle, metterle in acqua pulita e cambiarla per cinque giorni, una volta al giorno, poi metterle a scolare per una notte intera.
Come vedete è un procedimento semplice ma piuttosto lungo.
Ho saltato questo passaggio acquistando un barattolo di olive verdi denocciolate in salamoia.
Il condimento utilizzato è quello classico che prevede l’uso di aglio, peperoncino, origano e olio d’oliva, ma potete anche aggiungere dei pomodori secchi o dei peperoni cruschi (cioè essiccati).
Sono ottime e potete utilizzarle come antipasto, per l’aperitivo, per il brunch ecc.


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Ingredienti per quattro persone:

1 barattolo di olive verdi grandi denocciolate in salamoia
1 peperoncino rosso secco
1 spicchio d’aglio
Origano q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.

Procedimento
Svuotate il barattolo di olive in uno scolapasta e lasciatecele fino a quando tutta la salamoia sarà scolata, dovranno essere ben asciutte, se è il caso utilizzate anche della carta da cucina.
Mettetele in una ciotola e condite con fettine d’aglio, un pezzetto di peperoncino tritato e origano (peperoncino e origano secondo i vostri gusti).
Mischiate bene il tutto, lasciate riposare almeno un’ora e servite, l'ideale sarebbe prepararle il giorno prima e conservarle ben chiuse in frigorifero
dove si conservano per un massimo di cinque giorni.

martedì 5 novembre 2024

Uova in camicia con fonduta e tartufo

Il tartufo è un fungo ipogeo, cioè che vive sottoterra e non è coltivabile.
Nasce dalle radici delle querce e si cerca e si trova solo grazie ai cani appositamente addestrati.
Il suo caratteristico profumo è composto da 120 molecole volatili.
La stagione della raccolta inizia il 21 settembre e termina il 31 gennaio.
Per gustarlo al meglio va consumato fresco e crudo lamellato con il tagliatartufi. Dal momento della raccolta si può conservare circa una settimana in frigorifero avvolto in carta da cucina e in un contenitore di vetro dotato di coperchio.
Prima del consumo, si pulisce con una spazzolina inumidita, si asciuga e si lascia riposare per 15/20 minuti.


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Ingredienti per 4 persone:
 
4 uova
1 etto di Fontina D.O.P. della Valle d’Aosta
200 ml di latte 
1 tuorlo d’uovo
3 cucchiai di Parmigiano Reggiano grattugiato
30 g di burro
1 cucchiaio di farina
1 tartufo nero
Aceto bianco q.b.
1 pizzico di sale fino
 
Procedimento
 
Tagliate a dadini la fontina, metteteli in una ciotola e ricopriteli con un po’ di latte. Lasciateli riposare per 3 ore.
Trascorso il tempo, scolate i dadini di fontina ma non gettate il latte.
Mettete la farina in un pentolino, versate lentamente a filo il latte in cui era immersa la fontina, mescolando per evitare la formazione di grumi.
Mescolate fino a quando avrete sciolto tutti i grumi e ottenuto una miscela liscia e omogenea, aggiungete i dadini di fontina e ponete sul fuoco bassissimo rimestando continuamente.
Quando la fontina si sarà sciolta completamente unite il tuorlo sbattuto, il burro e amalgamate bene poi unite anche il Parmigiano.
Continuate la cottura ancora per 5 minuti sempre rimestando.
Spazzolate il tartufo con un piccolo spazzolino a setole medie, poi pulitelo con uno strofinaccio inumidito e asciugatelo.
Sgusciate l’uovo in una ciotolina.
Portate a leggero bollore un litro d’acqua, unite un cucchiaino d’aceto e un pizzico di sale.
Abbassate il gas e, con una frusta a mano, girate nell’acqua, sempre nello stesso verso creando un vortice.
Fate scivolare delicatamente l’uovo al centro del vortice facendo attenzione a non rompere il tuorlo, lasciate cuocere per due minuti senza toccarlo.
Ripetete l’operazione per le altre tre uova.
Suddividete la fonduta calda in 4 pirofile di terracotta, prelevate l’uovo con una schiumarola e deponetelo sopra, decorate con le fettine di tartufo e servite subito

giovedì 24 ottobre 2024

Pollo in umido con le castagne

Nelle dolci colline troviamo tutto il fascino dei castagneti, e in autunno, un tripudio di colori dalle calde tonalità rosso-aranciate che in inverno lasciano il posto allo splendore del bianco. I rami degli alberi si spogliano e rendono il paesaggio fatato, simile a un quadro di Dalì, permeato da un indefinibile mistero. Non sono solo belli da vedere questi castagneti, ma hanno sfamato intere generazioni e, nel corso degli anni, si è creata una vera e propria civiltà che ha prodotto tradizioni, sviluppato usi, tecniche agrarie e lavori fortemente legati a quest’albero.
Il castagno o “albero del pane” come fu definito da Senofonte nel IV secolo a.C. è originario dell’Asia Minore e della Grecia: si diffuse in Italia grazie agli Etruschi e cresce spontaneamente nella fascia climatica del Mediterraneo, dalla Turchia ai Balcani, alla penisola Iberica, sulle coste del Magreb, dall’Italia alla Francia. Furono gli ellenici i primi a sviluppare la coltivazione e a selezionare le varietà di castagne pur considerandole inizialmente come una sorta di ghianda. Utilizzavano questo nutriente frutto per preparate le pietanze più disparate, come il pane nero di Sparta, sfarinate, minestre. Greci, Ebrei e Fenici con i loro commerci le diffusero in tutto il bacino Mediterraneo.
La carne di pollo è ricca di proteine nobili indispensabili all’organismo per rinnovare i tessuti, e di aminoacidi ramificati utili nel metabolismo dei muscoli e nell’aiutare allo smaltimento delle tossine che si formano quando si svolge un inteso lavoro fisico. Se eliminiamo la pelle, come in questo caso, risulta relativamente povera di grassi e con un discreto contenuto di vitamine del gruppo B e di ferro. La ridotta presenza di tessuto connettivo ed il diametro ridotto delle sue fibre rendono la carne di pollo facilmente digeribile.


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Ingredienti per 4 persone:

600 gr di sovra cosce di pollo
250 gr di castagne
200 ml di acqua calda (1 bicchiere)
1 cipolla bianca
Farina q.b.
1 foglia di alloro
2 rametti di rosmarino
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale e pepe q.b.

Preparazione.

Lavate le castagne, poi incidete la buccia facendo un taglio al centro (vi renderà più semplice sbucciarle).
Mettetele in una pentola, riempitela d’acqua fredda, aggiungete un pizzico di sale grosso e la foglia di alloro.
Portate a bollore, abbassate il fuoco e fate cuocere per trenta minuti, scolatele, lasciatele raffreddare e sbucciatele.
Pulite la cipolla e affettatela.
In una casseruola scaldate due cucchiai d’olio extravergine d’oliva, unite la cipolla e gli aghetti di rosmarino e fate dorare.
Nel frattempo, infarinate il pollo e unitelo alla cipolla e al rosmarino e lasciatelo rosolare a fuoco medio per cinque minuti.
Unite l’acqua calda, salate, abbassate la fiamma e lasciate cuocere, girandolo ogni tanto.
I tempi di cottura variano a seconda che sia un pollo di allevamento o ruspante; circa 40 minuti per il primo e quasi un'ora e mezzo per il secondo.
A cottura quasi ultimata, aggiungete le castagne bollite, pepate e fate cuocere ancora per dieci minuti, mescolando delicatamente per far amalgamare bene i sapori.
Servite subito.






 

 

 

 

 

 

 

mercoledì 16 ottobre 2024

Palline di formaggio all'uva

Queste deliziose palline, semplici  e veloci da realizzare, potete servirle come antipasto, finger food o per accompagnare l'aperitivo.
L’uva è ricca di vitamine A,B e C, di fibre e di sali minerali quali calcio, ferro, magnesio, fosforo e potassio. Grazie all’elevata presenza di zuccheri semplici è un alimento altamente energetico e facilmente assimilabile. L’uva ha proprietà antiossidanti, antianemiche e anticancro.
Per l’alto contenuto di zuccheri il consumo è sconsigliato ai diabetici.


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Ingredienti per 4 persone:

100 gr di uva bianca senza semi
100 gr di grissini tritati
150 gr di ricotta
200 gr di robiola spalmabile non troppo morbida
50 gr di gorgonzola
1 cucchiaino di maggiorana secca
1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva
Granella di pistacchi q.b.
Granella di nocciole q.b.

Procedimento

In una ciotola mettete i formaggi, l’olio e la maggiorana.
Lavorate con una forchetta fino ad ottenere un composto morbido e omogeneo, unite i grissini tritati e amalgamate bene.
Dovete ottenere un composto non troppo morbido.
Lavate l’uva, asciugatela con carta da cucina e staccate delicatamente gli acini.
Prelevate un pochino del composto di formaggi e formate delle palline di circa 3 cm. (inumidite leggermente le mani per agevolare l’operazione) e inserite al centro un chicco d’uva.
Impanatene metà con la granella di pistacchi e metà con quella di nocciole.
Mettete in frigo per mezz’ora prima di servirle.
Potete prepararle in anticipo anche il giorno prima.












martedì 8 ottobre 2024

Patate e pancetta affumicata al forno

La patata è l’alimento più consumato al mondo. È un tubero ricco di proprietà e con poche calorie. Contiene una notevole quantità di amido, una discreta quantità di fosforo e di potassio e vitamina C ed è povera di sodio.
Le sue origini si fanno risalire intorno al 3000 a.C. presso la popolazione Incas da cui veniva chiamata “papa”. In Europa giunsero solo nel sedicesimo secolo portate dal conquistatore spagnolo Francisco Pizzaro.
Attualmente si producono circa duemila varietà di patate che sono divise in due grandi gruppi: patate a pasta gialla, con la polpa compatta, adatte ad essere cucinate fritte o intere, e patate a pasta bianca, piuttosto farinose e adatte alla preparazione di gnocchi, e purè.
 

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Ingredienti per 4 persone:

4 patate medie
80 gr di pancetta affumicata (o normale se la preferite) tagliata non troppo sottile
2 rametti di rosmarino
4 foglie di salvia
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale fino q.b.
 
Procedimento
 
Lavate le patate e mettetele con tutta la buccia (se le sbucciate assorbono troppa acqua e non diventano belle croccanti) in acqua fredda.
Portare a bollore e fate cuocere per 10 minuti.
Scolate e lasciate raffreddare.
Nel frattempo, tritate gli aghetti di rosmarino e la salvia, tagliate a pezzetti la pancetta.
Pelate le patate, tagliatele a spicchi non troppo grandi e metteteli nella pirofila che metterete nel forno.
Aggiungete il trito di erbe aromatiche, la pancetta, l’olio e pochissimo sale in quanto la pancetta è già piuttosto salata.
Mischiate bene il tutto delicatamente (sarebbe meglio farlo con le mani).
Infornate (forno statico e già caldo) a 200° per circa 20/30 minuti, (il tempo di cottura dipende dalla grandezza degli spicchi e dal vostro forno) o fino a quando non saranno ben cotte e dorate.
Sfornate e servite.
 

giovedì 3 ottobre 2024

Fichi al forno con gorgonzola noci e miele

I fichi sono dei frutti molto dolci, dalla caratteristica forma a goccia, dal diverso colore e spessore della buccia secondo le varietà.
I più diffusi sono: il fico nero, il fico verde e quello viola.
Maturano da giugno a settembre e in realtà quello che noi conosciamo non è il frutto, ma l’infiorescenza, all’interno del quale sono contenuti i veri frutti, cioè dei piccoli acheni immersi nella polpa.
Possiedono notevoli proprietà nutritive, sono ricchi di vitamina A, B1, B2, C, di sali minerali (potassio, ferro, cromo, calcio) e di fibre che sono utili a riequilibrare i disturbi intestinali legati alla stitichezza. Contengono un’alta percentuale di polifenoli (sostanze antiossidanti) che contrastano i rischi di malattie tumorali e cardiovascolari. Il loro consumo è particolarmente indicato per i bambini, gli anziani, le donne incinte e gli atleti. Sono controindicati per i diabetici e gli obesi a causa dell’alto contenuto di calorie e di zuccheri; freschi forniscono circa 65 calorie per 100 grammi, secchi arrivano a fornire 280 calorie per 100 grammi.



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Ingredienti per 4 persone:
 
8 fichi neri sodi
100 gr di gorgonzola piccante
8 noci
Miele d’acacia q.b.
 
Procedimento
 
Lavate delicatamente i fichi e asciugateli delicatamente.
Tagliateli a croce, allargateli leggermente.
Sgusciate le noci e lasciate interi metà gherigli, i rimanenti spezzettateli e uniteli al gorgonzola.
In ogni fico inserite un po’ di formaggio con i pezzetti di noce e deponete sopra il gheriglio intero.
Continuate così con gli altri sette fichi.
Deponeteli su di una leccarda ricoperta con carta da forno e infornate a 190°C (forno statico e già a temperatura) per una decina di minuti.
Sfornate, impiattate, irrorate con un pochino di miele e servite.
 

lunedì 23 settembre 2024

Crêpes di lenticchie rosse e salmone

Spesso ci chiediamo quale sia la differenza tra le lenticchie normali e quelle rosse decorticate; le prime richiedono un tempo di cottura di circa un’ora o più a seconda delle dimensioni, le seconde cuociono in quindici minuti ed essendo state private del classico strato di cellulosa che le avvolge, provocano meno gonfiori-meteorismo e difficoltà digestive.
Le lenticchie rosse sono facilmente reperibili sul mercato in forma disidratata e, a vantaggio degli altri legumi secchi, queste non richiedono ammollo e possono essere cucinate direttamente, anche se sempre con abbondante acqua.
Rientrano nel IV gruppo fondamentale degli alimenti e costituiscono un'abbondante fonte nutrizionale di amido e proteine a medio valore biologico (VB), che forniscono la quasi totalità delle calorie in esse racchiuse. I grassi sono marginali ma insaturi e quindi benefici per l'organismo.
In questi legumi si apprezza un ottimo livello fibre alimentari.
Quelle solubili, in particolare, sono percentualmente superiori se paragonate alle lenticchie con buccia, anche se il livello complessivo delle fibre è comunque inferiore.
Non contengono colesterolo, bensì fitosteroli, sostanze dall'azione ipocolesterolemizzante. Sono anche prive di lattosio, glutine e istamina.
Contengono molte vitamine, quasi tutte di tipo idrosolubile del gruppo B. Nella fattispecie si apprezza il livello di: folati, tiamina (vit B1), acido pantotenico (vit B5) e piridossina (vit B6). Ottimo l'apporto di certi minerali, soprattutto ferro, fosforo e zinco.
Per tali motivi supportano diverse funzioni enzimatiche essenziali ai processi cellulari.
Le lenticchie, grazie all’amido in esse contenuto, si prestano a sostenere una vita attiva, ma non sono tanto caloriche (grazie al carico glicemico moderato) quanto i cereali e i derivati raffinati (pane, pasta ecc); per questo motivo hanno anche un'applicazione nella terapia nutrizionale dimagrante.
Il loro consumo è ideale nelle diete contro l'iperglicemia o il diabete mellito tipo 2, e contro i trigliceridi alti.
Le fibre, soprattutto quelle solubili, sono prebiotici naturali e, modulatori dell'assorbimento dei grassi, colesterolo compreso, funzione utilissima nella terapia contro l'ipercolesterolemia. L'assunzione di lenticchie è consigliata in caso di stipsi o stitichezza.
Si prestano alla dieta per il celiaco, per l'intolleranza al lattosio e all'istamina, ma si consiglia cautela nella terapia contro l'iperuricemia e la gotta, e per la fenilchetonuria.

Fonte: Dott. Riccardo Borgacci


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Ingredienti per 5 crêpes preparate con una padellina di 20 cm di diametro:

150 gr di lenticchie rosse decorticate
150 gr di acqua
1 cucchiaio d’olio extravergine d’oliva
1 pizzico di sale fino

Per farcire:

1 confezione di salmone affumicato
150 gr di formaggio morbido tipo robiola
Aneto q.b. (potete sostituirlo con la maggiorana)

Procedimento

Lavate bene le lenticchie, mettetele a bagno in abbondante acqua e 
lasciatele a mollo per almeno due ore. Se le lasciate per tutta la notte, sarà ancora più facile frullarle.
Trascorso il tempo, scolatele bene, sciacquate la ciotola in cui erano contenute e rimettetecele, aggiungete 150 gr di acqua e frullate fino a ottenere un composto omogeneo e privo di grumi.
Unite il sale e il cucchiaio d’olio e inglobate bene tutto.
Scaldate una padellina antiaderente con un velo di burro e versate un mestolino di composto, fate roteare per spargere bene tutto e lasciate cuocere a fuoco medio per due minuti per parte.



Togliete dalla padellina e mettete la crêpes a raffreddare in un piatto.
Continuate così fino a ultimare tutto il composto.
Spalmate ogni crêpes con il formaggio, distribuite il salmone, spolverizzate con l’aneto, ripiegate e servite.





lunedì 16 settembre 2024

Uova alla flamenca- Huevos alla flamenca

Le huevos alla flamenca sono un secondo piatto saporito e sfizioso tipico dell’Andalusia, una splendida regione spagnola.
Si tratta di una ricetta facile e che prevede l’uso di ingredienti semplici come le uova, la salsa di pomodoro, peperoni, piselli, patate, cipolla, aglio e il famoso prosciutto Jamòn serrano e il salame chorizo.
Il jamón serrano (letteralmente "prosciutto di montagna") è un alimento ottenuto dalla salatura e seccatura all'aria dagli arti posteriori del maiale di razza bianca.
Anche popolarmente noto come "Jamón del país" o "Jamón curado", questo stesso prodotto riceve anche il nome di paleta o paletilla quando si ottiene dagli arti anteriori. La denominazione jamón serrano è riconosciuta come specialità tradizionale garantita (STG)
In Spagna, il termine è comunemente usato come sinonimo di prosciutto crudo, mentre per il prosciutto cotto si usa abitualmente la denominazione "Jamón de York".
Il termine spagnolo chorizo indica un salume tradizionale fatto con le migliori carni magre selezionate dai pezzi più nobili del maiale alimentato con le ghiande.
Viene stagionato in essiccatoi naturali per un minimo di tre mesi e mezzo.
Caratteristica del chorizo è che la carne di maiale non è macinata ma tritata in modo grossolano e condita, oltre al sale, con paprica dolce o piccante.
È proprio la paprica a dare al salame il caratteristico colore rosso e sapore.
Il chorizo vela ha una forma sottile e allungata ed è condito con paprica piccante. Il morcón de chorizo ha una forma tozza e grossa, è insaccato nell'intestino cieco ed è condito con aglio e paprica dolce.
Se non trovate il jamòn serrano o il chorizo, utilizzate dell’ottimo prosciutto crudo e del salame piccante.

 
 


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Ingredienti per 4 persone:

4 uova di gallina
250 gr di piselli già sgranati
1 peperone grande
250 gr di patate
1 cipolla bianca piccola
2 spicchi d’aglio
4 fette di jamòn serrano (prosciutto crudo spagnolo)
 8 fette di chorizo (salame piccante)
400 gr di passata di pomodoro
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.
 
Procedimento
 
Pelate le patate, asciugatele e tagliatele a tocchetti.
Pulite la cipolla, l’aglio e tritateli.
Pulite il peperone, tagliatelo prima a falde e poi a pezzi.
Scaldate tre cucchiai d’olio in una padella e fate friggere leggermente le patate.
Una volta rosolate, toglietele dalla padella e tenetele da parte.
Nella stessa padella in cui avete fritto le patate aggiungete il trito di aglio e cipolla e fate dorare per qualche minuto.
Aggiungete la passata di pomodoro, i piselli, e fate cuocere per dieci minuti.
Trascorso il tempo unite i pezzi del peperone e continuate la cottura a fuoco lento per altri quindici minuti poi unite le patate fritte e salate.
Mescolate delicatamente il tutto e lasciate cuocere per altri dieci minuti, girando di tanto in tanto.
Se il sugo dovesse asciugarsi troppo, aggiungete un pochino di acqua calda.
Una volta cotto, versate il sugo in una terrina da forno o in quattro individuali, se preferite, rompete le uova su ciascuna e appoggiate di lato una fetta di prosciutto e dall’altro due di salame.
Infornate (forno statico e già a temperatura di 200°C) per 7/8 minuti fino a quando gli albumi delle uova saranno cotti e il tuorlo ancora morbido.
Servite subito con fette di pane casereccio grigliate.
 
 
 
 
 
 

giovedì 5 settembre 2024

Insalata di fichi rucola feta e noci

La rucola, chiamata anche ruchetta, rughetta o rugola, è un ortaggio appartenente alla famiglia delle Crucifere ed è contraddistinta dalla consistenza leggera e allo stesso tempo croccante e dal sapore amarognolo e piccante. Può essere consumata sia cruda sia cotta e viene utilizzata anche in decotti e tisane per le sue proprietà benefiche. Per crescere necessita di poca acqua (particolarità che le conferisce il particolare sapore piccante) e giunge a maturazione in tempi molto rapidi. Cresce anche spontaneamente e in questo caso il sapore è più deciso e la foglia più dura e scura).
Il periodo migliore per coltivare rucola va da marzo a settembre, ma è un ortaggio che cresce facilmente e viene coltivato tutto l’anno. È possibile reperirla nei banconi dei nostri mercati tutti i mesi.
Grazie al notevole contenuto di sali minerali, in particolare potassio, ferro e calcio, la rucola è un alimento rimineralizzante. L’alto apporto di acqua la rende particolarmente rinfrescante e rigenerante. Ipocalorica, si presta a essere consumata anche da soggetti che devono seguire una dieta a ristretto regime calorico. La rucola è ricchissima di vitamina C, vitamina nota per i suoi effetti benefici antiossidanti in grado di contrastare l’azione dannosa dei radicali liberi, di provitamina A, fondamentale per un buon funzionamento della vista (della retina in particolare), per la crescita delle ossa, per la funzione testicolare e ovarica e per un sano sviluppo embrionale (regola la crescita e la differenziazione dei tessuti), oltre che di acido folico (vitamina B9), essenziale per il benessere dell’apparato cardiovascolare e molto importante in gravidanza per uno sviluppo ottimale del nascituro e di vitamina K, utile al benessere di ossa e denti e a mantenere in salute il sistema nervoso perché partecipa alla costituzione della guaina mielinica che riveste i nervi.
La rucola inoltre è in grado di stimolare l’appetito, e quindi indicata per chi soffre di inappetenza, ed è digestiva (le sostanze amare di cui è composta stimolano la produzione di succhi gastrici, facilitando la digestione). La rucola infine ha proprietà rilassanti e favorisce il sonno.
 
Fonte: Humanitas


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Ingredienti per 4 persone:
 
4 fichi non troppo maturi
120 gr di feta
80 gr di rucola
8 noci
Olio extravergine d’oliva q.b.
Aceto balsamico q.b.
Sale fino q.b.
 
Procedimento
 
Lavate e sgrondate la rucola.
Sgusciate le noci e spezzettate grossolanamente i gherigli.
Tagliate la feta a pezzi non troppo grandi.
Lavate delicatamente i fichi, asciugateli e divideteli in otto spicchi.
In quattro piatti individuali suddividete la rucola, i fichi, i pezzi di feta e le noci.
Salate, irrorate con l’olio e con qualche goccia di aceto balsamico.
Servite.

mercoledì 21 agosto 2024

Insalata di barbabietole rosse e Quartirolo

Grazie all’alto contenuto di sali minerali e vitamine, le barbabietole rosse sono remineralizzanti e ricostituenti e particolarmente benefiche soprattutto negli stati influenzali. Le fibre e l’elevato quantitativo di acqua le rendono depurative e digestive. Poiché alcuni composti chimici presenti nell’ortaggio sembrano essere in grado di rivitalizzare i globuli rossi, il consumo di barbabietole è raccomandato in particolare ai soggetti anemici. Data la presenza di elevate quantità di sali minerali e di ossalati, ne è sconsigliato il consumo a chi soffre di calcolosi renale e poiché stimolano la produzione di succhi gastrici, non sono consigliate a chi soffre di acidità di stomaco.
Potete comprarle fresche e farle cuocere a vapore o utilizzare (come suggerito nella ricetta), quelle già cotte e sottovuoto che trovate in qualunque supermercato o dal fruttivendolo.
Le noci americane pecan, pur apportando più calorie e meno vitamine del gruppo B, sono
preferibili alle noci classiche perché hanno una maggior quantità di proteine, che appagano più velocemente il senso di sazietà e di fibre che facilitano la digestione.
Le Noci Pecan sono un frutto dal sapore delizioso, molto ricco e quasi burroso, leggermente più dolce rispetto alle classiche noci, per questo consumate nelle giuste quantità sono uno spuntino perfetto e salutare.


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Ingredienti per 4 persone:
 
1 confezione di barbabietole rosse cotte al vapore
200 gr di Quartirolo (o un formaggio simile)
100 gr di songino (valerianella)
Succo di un limone
16noci pecan (se non le trovate utilizzate le noci normali)
Origano q.b.
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale fino q.b.
 
Procedimento

Lavate e sgrondate il songino.
Sgusciate le noci e dividete a metà i gherigli.
Tagliate il quartirolo in sedici fettine.
Spremete il limone.
Preparate una vinaigrette emulsionando l’olio con il limone e il sale.
Aprite la confezione di barbabietole, eliminate la buccia se ancora presente, e tagliatele a fette non troppo spesse (vedere foto), asciugatele con della carta da cucina.
In ogni singolo piatto mettete sette o otto fettine di barbabietola, deponeteci sopra, a croce, quattro fette di Quartirolo, terminate con del songino.
Distribuite attorno alla preparazione otto gherigli di noci, irrorate con la vinaigrette, spolverizzate con l’origano e servite.

domenica 4 agosto 2024

Insalata di tonno mais e verdure

La lattuga (Lactuca sativa) è un vegetale molto utilizzato in ambito alimentare. Ne esistono diverse varietà che differiscono per aspetto e per sapore, ma che mantengono indicativamente le stesse caratteristiche nutrizionali.
In Italia le varietà più conosciute sono la lattuga romana, la lattuga gentile (o canasta o gentilina), la lattuga cappuccio e la lattuga iceberg. La lattuga in genere viene consumata cruda, ma può anche essere cotta.
L’apporto di fibre (1,5 grammi ogni 100 grammi di prodotto) e acqua (94 grammi ogni 100 grammi di prodotto) fa sì che la lattuga sia un alimento ottimale per chi abbia bisogno di migliorare il transito intestinale (riduce anche la presenza di gas intestinale). Lo scarso apporto energetico (20 Calorie ogni 100 grammi di prodotto consumato) fa sì che la lattuga si presti a essere inserita in regimi alimentari a basso introito calorico.
Il vantaggioso rapporto potassio/sodio rende la lattuga diuretica e quindi particolarmente indicata per chi soffre di ritenzione idrica. La notevole quantità di acqua e di sali minerali (soprattutto potassio, calcio e fosforo) in essa presenti la rendono un alimento rinfrescante e remineralizzante. Contiene mediamente buone quantità di provitamina A, indispensabile per il benessere della pelle e la protezione della vista, oltre alle vitamine del gruppo B (particolarmente buono è il contenuto di acido folico o vitamina B9, essenziale per il benessere dell’apparato cardiovascolare e molto importante in gravidanza per uno sviluppo ottimale del nascituro) e alla vitamina C che, insieme con altre sostanze antiossidanti, combatte l’invecchiamento cellulare e l’aumento del colesterolo nel sangue.
Non sono note controindicazioni al consumo di lattuga salvo che non si soffra di allergia a quest’ortaggio, tuttavia, se si è in terapia con sostanze anticoagulanti è bene evitare di consumare quantità eccessive di lattuga.
 
Fonte: Humanitas


LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.ù

 
Ingredienti per 4 persone:
 
100 gr di lattughino
5 foglie di radicchio rosso
50 gr di rucola
20 pomodorini ciliegini
200 gr di tonno sott’olio
100 gr di mais in scatola
1 cipolla rossa di Tropea
4 uova sode
24 olive nere denocciolate in salamoia
5 cucchiai di olio extravergine d’oliva
2 cucchiai di aceto di mele o di aceto di vino bianco
Sale fino q.b.
 
Procedimento
 
Fate rassodare le uova immergendole nell’acqua fredda e fatele cuocere calcolando dieci minuti dal momento dell’ebollizione.
Scolatele e passatele sotto l’acqua fredda per facilitare l’eliminazione del guscio.
Tagliatele a spicchi.
Lavate e sgrondate tutte le insalate e mettetele in una grande ciotola.
Lavate i pomodorini e tagliateli a spicchi.
Pulite la cipolla e tagliatela a fettine sottili (alla veneziana).
Scolate il tonno dall’olio e il mais e le olive dalla salamoia.
Preparate una vinaigrette emulsionando l’olio con l’aceto e il sale.
Aggiungete tutti gli ingredienti nella ciotola con le insalate, irrorate con la vinaigrette, mescolate e servite.
 
 
 
 

giovedì 25 luglio 2024

Spaghettoni con peperoni e melanzane

Adoro i peperoni, sia crudi sia cotti; mi piace il loro gusto e i colori bellissimi che sono un inno alla gioia e, evidentemente, anche i botanici del XVI secolo la pensavano come me perché, quando sbarcò in Europa, lo battezzarono Capsicum annum prendendo spunto dalla parola greca Kapto, che tradotto significa “mangio avidamente”. Un’altra versione fa derivare il loro nome dal latino Capsa ovvero scatola, dovuto al fatto che, al suo interno, ha molti semi.
Questo delizioso ortaggio è uno scrigno di virtù preziose: ha pochissime calorie (23 gr per 100 gr di prodotto), contiene provitamina A e moltissima vitamina C presente in quantità maggiore rispetto agli agrumi.
Sul mercato troviamo diverse varietà; un’utile distinzione, oltre a quella tra piccanti o dolci, è quella che considera il colore.
I peperoni verdi hanno questo colore perché sono raccolti in anticipo, hanno un gusto pungente e sono ideali da mangiare in insalata o nelle peperonate.
I peperoni rossi hanno una polpa croccante e zuccherina: sono ideali per la cottura alla brace o per il pinzimonio. Saziano in fretta e sono più ricchi di principi nutritivi.
I peperoni gialli contengono molti antiossidanti: sono teneri e succosi ideali da consumare crudi o uniti al pomodoro per rendere corposi i sughi.
La melanzana è un ortaggio d’origine americana; appartiene alla famiglia delle Solanaceae e al suo arrivo in Europa, fu accolta con sospetto e considerata solo una pianta ornamentale. È fondamentale mangiarla cotta, perché contiene solanina che è un alcaloide tossico che viene distrutto dal calore, esattamente come le patate. Esistono numerose varietà di melanzane, con forme e colori diversi.
Questo gustosissimo e versatile ortaggio è ricco di fibre e sali minerali, ha un basso indice glicemico e per questi motivi è particolarmente indicato il suo consumo ai diabetici.
L’infuso di melanzana, ottenuto tagliandola a pezzetti e facendola bollire in acqua, abbassa la pressione arteriosa.
 

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Ingredienti per 4 persone:
 
320 gr di spaghettoni
Mezzo peperone giallo
Mezzo peperone rosso
1 melanzana viola
300 gr di pomodorini pachino
Qualche foglia di basilico
4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
2 cucchiai di capperi sotto sale
1 spicchio d’aglio
Origano q.b.
Sale q.b.
 
 
Preparazione
 
Dissalate i capperi tenendoli a bagno per circa un’ora e cambiando spesso l’acqua.
Lavate i peperoni, tagliateli a metà, eliminate i semi e le coste bianche e tagliateli a listarelle (le metà restanti potete utilizzarle da aggiungere in un’insalata mista).
Pulite e tagliate a tocchetti la melanzana.
Lavate i pomodorini e tagliateli a metà.
Scaldate due cucchiai d’olio in un’ampia padella, aggiungete i tocchetti di melanzane e fate soffriggere per una decina di minuti, girandole spesso.
Toglietele dalla padella e tenetele da parte.
Nella stessa padella aggiungete due cucchiai d’olio e unite le listarelle di peperone.
Lasciatele dorare per una decina di minuti poi mettete i peperoni insieme alle melanzane, salate.
Sempre nella stessa padella fate soffriggere lo spicchio d’aglio tagliato a metà.
Unite i pomodorini, e fate cuocere per dieci minuti poi aggiungete i capperi e l’origano.
Assaggiate e, se è il caso (i capperi sono già molto salati), aggiustate di sale.
Eliminate l’aglio, aggiungete il basilico sminuzzato, le melanzane e i peperoni.
Lasciate insaporire per un paio di minuti.
Mettete al fuoco abbondante acqua salata e quando bolle gettate la pasta e portate a cottura.
Scolate la pasta al dente, versatela nella padella contenente il sugo e fatela saltare per un minuto in modo da amalgamare il tutto, servite.

domenica 14 luglio 2024

Insalata di pollo misticanza e albicocche

Un'insalata che si trasforma in un piatto unico grazie alle proteine del pollo, ai sali minerali e alle vitamine delle albicocche e delle verdure.
La cipolla rossa (allium cepa) coltivata tra i comuni in provincia di Vibo Valentia di Cosenza e lungo la fascia tirrenica è denominata cipolla rossa di Tropea. La caratteristica principale che contraddistingue quest’ortaggio, oltre al bellissimo colore, è la dolcezza dovuta alle particolari sostanze contenute nei terreni di queste zone che la rendono ricca di zuccheri quali glucosio, fruttosio e saccarosio. 
É ricca di vitamina C e di vitamina E, di selenio, ferro, iodio, zinco e magnesio.
Grazie ai composti solforati e al cromo possiede proprietà anticoagulanti e antibiotiche.
Ha attività ipoglicemizzante e di contenimento dei livelli ematici di colesterolo e trigliceridi. Il succo è considerato diuretico e i numerosi flavonoidi presenti sembrano avere effetti anticancerogeni specialmente per il cancro allo stomaco.
É ipocalorica; 100 gr di prodotto forniscono circa venti calorie.


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Ingredienti per 4 persone:
 
200 gr di fettine di petto di pollo non troppo sottili
6 albicocche grandi
200 gr di misticanza (insalatina mista)
1 cipolla rossa di Tropea
4 fette di pane casereccio (tipo Altamura, Toscano ecc.)
1 limone (succo)
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale fino q.b.
 
Procedimento
 
In un piatto mettete a marinare per 15/20 minuti le fettine di pollo con un pochino d’olio.
Scolate il pollo e grigliatelo. Lasciatelo intiepidire e tagliatelo a pezzetti.
Nel frattempo, tagliate a dadini le fette di pane e metteteli in una padella antiaderente, con un goccio d’olio e fateli rosolare in modo da ricavare dei crostini. Se preferite, potete grigliare le fette intere e poi tagliarle a dadini.
Lavate e sgrondate l’insalatina.
Pulite e affettate sottilmente la cipolla.
Preparate una vinaigrette con quattro cucchiai d’olio, il succo del limone e il sale.
Da ultimo tagliate le albicocche a spicchi e irroratele con qualche goccia di limone per evitare che anneriscano.
In una ciotola, mettete la misticanza, tutti gli altri ingredienti e condite con la vinaigrette.
Servite subito.
 

martedì 9 luglio 2024

Spiedini vegetariani alla griglia

Il consumo di frutta e verdura è indicato da tutti i dietologi come ottimale per mantenerci in salute o per ritrovarla dopo qualche malattia essendo questi alimenti ricchi di vitamine, fibre e sali minerali.
Personalmente io non potrei farne a meno e pertanto cerco di diffondere e consolidare uno stile di vita e di consumo improntato al benessere diffondendo l’importanza di un’alimentazione ricca di verdura e frutta da consumare a qualsiasi ora con piatti semplici, dolci o salati, snack e spuntini.
Questi spiedini vegetariani rispettano appieno queste caratteristiche.


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Ingredienti per 8 spiedini:
 
16 pomodorini a ciliegia rossi e gialli
1 pannocchia di mais fresca (nei supermercati o dai fruttivendoli più forniti)  o in scatola
1 cipolla rossa di Tropea
1 peperone piccolo rosso
1 peperone piccolo giallo
1 zucchina
8 funghi champignon
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale fino e pepe q.b.
 
Procedimento
 
Lavate i pomodorini e asciugateli.
Sfogliate la cipolla, lavatela e tagliatela a spicchi.
Tagliate la pannocchia a tocchi.
Lavate i peperoni, eliminate i semi e tagliateli a pezzi.
Lavate e spuntate la zucchina e tagliatela a fette.
Eliminate la parte terminale dei funghi, puliteli passandoli velocemente sotto l’acqua corrente e asciugateli.
Infilate in ogni spiedino nell’ordine:
 
1 pomodorino giallo
1 spicchio di cipolla
1 pezzo di peperone rosso
1 pezzo di peperone giallo
1 pomodorino rosso
1 tocco di mais
1 fettina di zucchina
1 fungo
1 spicchio di cipolla
1 pezzo di peperone giallo
 
Una volta completati tutti e otto gli spiedini, spennellate con l’olio e metteteli a cuocere sulla griglia ben calda  o su di una piastra ondulata.
Voltateli diverse volte durante la cottura e insaporite con sale e pepe.
 
 

mercoledì 3 luglio 2024

Carpaccio di salmone e avocado

Il salmone è certamente il pesce più conosciuto e apprezzato da oltre duemila anni. Le sue carni sono molto pregiate ed hanno un sapore delicato.
Dal punto di vista nutrizionale è ricco di proteine, vitamine del gruppo B, sali minerali quali fosforo e selenio, grassi polinsaturi e grassi omega 3, mentre il contenuto in sodio è estremamente basso.
Per essere mangiato crudo è indispensabile che sia abbattuta la temperatura con l’apposito apparecchio per evitare brutte infezioni. I migliori pescivendoli, in genere, ne sono in possesso, basta chiedere loro di utilizzare il procedimento per il pesce che intendete mangiare crudo.
L’avocado è l’unico alimento che possiamo classificare come frutta, come grasso e come vegetale, nessun altro cibo accomuna queste caratteristiche e si utilizza spesso in cucina per molte ricette, soprattutto nei paesi in cui nasce.
É molto calorico infatti 100 gr di prodotto edibile (senza buccia) forniscono circa 230 calorie.
Originario dell’America Centrale, l’avocado o “aguate”, come era in origine il suo nome spagnolo, faceva parte dell’alimentazione  degli indigeni Atzechi e Maya.
La principale caratteristica nutrizionale di questo frutto consiste nella sua ricchezza di grassi, specialmente insaturi, come l’acido grasso linoleico ed  Omega-3, grassi “buoni” poiché stimolano la produzione di colesterolo buono (HDL) che aiuta a contrastare quello cattivo (LDL).
Grazie a questa proprietà, il consumo dell’avocado aiuta a diminuire il colesterolo nel sangue e quindi è di ausilio per prevenire l’arteriosclerosi e i disturbi circolatori.
É ricco anche di fitonutrienti, di glutatione e luteina, che sono  elementi antiossidanti e di vitamina A e vitamina E ed è altresì ottimo per i diabetici perché possiede la capacità di rallentare l’assorbimento del glucosio a livello intestinale.
Molte sono le ricette che prevedono l’utilizzo di quest’alimento, specialmente quelle messicane.
Quando acquistate l’avocado controllate che la buccia sia di un bel verde scuro, senza ammaccature e, premendo leggermente, deve essere un po’ morbido. Se è troppo duro, non è ancora maturo.
 

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Ingredienti per 4 persone:
 
4 tranci di salmone (già abbattuta la temperatura)
2 avocado
50 gr di rucola
2 limoni
Sale e pepe bianco q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.
 
Procedimento
 
Pulite i tranci, eliminate la pelle, lavateli e asciugateli e tritate la polpa con un coltello, non troppo fine.
Condite con del succo di limone e un po’ di sale e pepe.
Mettete in frigorifero.
Lavate e sgrondate la rucola.
Dividete gli avocado in due per il lungo e, dopo aver eliminato il nocciolo centrale, pelateli, riduceteli in pezzetti e poneteli in una ciotola e spruzzate con il succo di limone per evitare che anneriscano, salate e pepate.
Sistemate un coppa pasta di 8-10 centimetri al centro di un piatto individuale, riempitelo per metà con l’avocado e per l’altra metà con il salmone.
Sfilate delicatamente il coppa pasta e ripetete l’operazione sugli altri tre piatti.
Guarnite con la rucola e una fettina di limone e servite.