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venerdì 25 agosto 2017

Polpette di melanzane con Coppa e Parmigiano Reggiano

Il nome coppa compare per la prima volta nella letteratura nei testi del XIX secolo, anche se storicamente, la Coppa di Parma è nota fin dal 1700. Tra le più famose e rinomate, è un IGP (indicazione di origine protetta), è ottenuta dalle parti magre del collo del suino ed è caratterizzata da una forma cilindrica e una buona consistenza al tatto. La nebbia e l’alto grado di umidità tipico del territorio parmense, conferiscono a questo salume un sapore unico e inconfondibile: delicato, aromatico e quasi dolce. Al taglio la fetta si presenta di consistenza morbida, con le parti grasse di colore bianco-rosaceo e le parti magre di colore rosso vivo. La tradizione vuole che per conservare questo salume sia avvolto in un canovaccio di tela imbevuto di vino bianco.
La Coppa  I.G.P. che ho utilizzato per questa preparazione è stata prodotta dalla Cooperativa Clai.
 CLAI (Cooperativa Lavoratori Agricoli Imolesi) è una Cooperativa agricola che opera nell’agroalimentare sia nel settore dei salumi, con una particolare specializzazione nel segmento del salame, che in quello delle carni fresche bovine e suine.
L’azienda opera principalmente in due stabilimenti: a Sasso Morelli di Imola (BO) dedicato alla produzione dei salumi e a Faenza (RA) dove si effettuano macellazione e sezionamento dei bovini e dei suini, adottando le procedure operative più avanzate per assicurare il benessere animale e alti standard di qualità nel sistema di trasformazione e lavorazione.
I prodotti dell’azienda sono presenti in tutti i canali di vendita e in tutte le regioni Italiane.
Negli ultimi anni 
CLAI ha sviluppato la sua presenza all’estero soprattutto nel comparto dei salumi. Fanno parte della cooperativa 283 soci, formati sia da soci allevatori che conferiscono il bestiame, che da soci lavoratori che svolgono la loro attività nei vari settori dell’impresa.
Nella preparazione dei salumi vengono utilizzate solo carni italiane, puro suino, sale iodato.
Non sono presenti il glutine  e i derivati del latte.
La filiera è controllata e certificata ed infine hanno ottenuto la certificazione iso 1400 per il rispetto per l’ambiente.
Come cooperativa agricola aderente a Fedagri Confcooperative hanno da tempo aderito al progetto “QUI DA NOI” che ha come obbiettivo la valorizzazione delle produzioni agricole nazionali.


LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.


Ingredienti per 4 persone

2 melanzane violette non troppo grandi
2 uova
50 gr di Parmigiano Reggiano
100 gr di Coppa IGP Clai in una sola fetta
Farina di mais per impanature q.b.
Qualche rametto di basilico
1 spicchio d’aglio
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale  q.b.

Procedimento

Lavate e spuntate le melanzane, tagliatele a dadini.
Scaldate 4 cucchiai d’olio in una padella antiaderente, unite lo spicchio d’aglio tagliato a metà e i dadini di melanzane. Lasciate rosolare finché saranno teneri (7/8 minuti circa).
Lasciate raffreddare. e togliete l'aglio.
Nel frattempo tagliate a dadini la coppa e tritatela con il tritatutto, grattugiate il Parmigiano Reggiano.
Lavate e sgrondate il basilico.
Frullate le melanzane con le foglie del basilico.
Mettete tutto in una ciotola capiente, unite il trito di coppa, il Parmigiano Reggiano, le due uova leggermente sbattute, salate.
Amalgamate poi unite tanta farina di mais quanto ne necessita per avere un impasto corposo ma non eccessivamente duro, come quello delle polpette di carne, per intenderci.
Prelevate un po’ di composto e formate delle palline (la dimensione sceglietela voi, c’è chi le ama piccole e chi un pochino più grandi), passatele nella farina di mais e friggete in abbondante olio bollente.


Scolate con una schiumarola e mettete su carta assorbente da cucina per eliminare l’unto in eccesso. Servite calde.
Potete anche preparare un sughetto leggero di pomodori e basilico da servire in accompagnamento.










mercoledì 2 agosto 2017

Cozze in tempura

Le cozze o Mitili, sono dei molluschi composti da due valve uguali. In natura si trovano aggrappate agli scogli grazie ad un filamento proteico chiamato bisso, secreto dal mollusco stesso. I mari ricchi di cozze sono il Mediterraneo e l’Atlantico, ma in commercio , di solito, troviamo quelle allevate.
Da un punto di vista nutrizionale, le cozze sono degli ottimi antiossidanti, ricche di proteine nobili e di vitamine C e B. Inoltre contengono diversi sali minerali come il potassio, sodio, fosforo e zinco che hanno proprietà stimolanti e digestive. Non sono da trascurare le proprietà di questo mollusco nei confronti del cuore. Il suo alto contenuto di potassio aiuta a controllare la pressione e la ritenzione idrica.
Qualche anno fa sono stati fatti degli studi sulle proprietà medicinali delle cozze. Grazie al suo alto contenuto di glucosamina, questo mollusco è considerato il più potente antinfiammatorio naturale, soprattutto per la cura di reumatismi, artrite e artrosi.
Contengono 86 calorie ogni 100 grammi, hanno un basso contenuto di grassi, quindi adatte ad un regime ipocalorico.
Fonte: Pazienti.it




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Ingredienti per 4 persone

700 gr di cozze
Qualche rametto di prezzemolo
1 spicchio d’aglio
200 gr di farina di semola di grano duro
200 gr di farina di riso
400 ml di acqua freddissima gasata
Un pizzico di bicarbonato o di lievito istantaneo
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale fino q.b.


Procedimento
Lavate bene le cozze ed eliminate il bisso. In una casseruola scaldate  3 cucchiai  e fate rosolare lo spicchio d’aglio. Aggiungete le cozze e fatele aprire a fuoco vivace, unite il prezzemolo tritato.
Lasciatele raffreddare poi sgusciatele.



Preparate la tempura.
Mettete la farina e il bicarbonato in una ciotola, salate appena e aggiungete l’acqua freddissima poco alla volta e rimestando con una frusta per evitare la formazione di grumi.
Quando la pastella risulterà omogenea immergete le cozze girando delicatamente  in modo che la pastella aderisca bene.


Immergetele nell’olio bollente (150/170 °C), poche alla volta e fatele dorare.
Toglietele con una schiumarola e mettetele su della carta da cucina per eliminare l’unto in eccesso, salate (con moderazione perché le cozze sono già molto sapide) e servite subito.




NOTA BENE: Le cozze che non si sono aperte durante la cottura sono da gettare perché erano già morte e quindi pericolose per il consumo.



mercoledì 26 luglio 2017

Salvia in tempura

Il nome “salvia” deriva dal latino salvus (intatto, salvo) e riassume la caratteristica più importante di questa pianta che già gli antichi Greci usavano per le proprietà curative, considerandola una panacea,  regolatrice di tutte le funzioni.
I Romani la consideravano una pianta sacra, i Cinesi ritenevano che fosse in grado di regalare la longevità e nel Medioevo, nella medicina popolare veniva usata come cicatrizzante sulle ferite e piaghe da rimarginare.
L’uso della salvia può essere utilissimo (gargarismi e risciacqui) nelle infiammazioni della bocca e della faringe.
Per uso interno, fin dall’antichità l’infuso di salvia viene impiegato nelle affezioni dell’apparato respiratorio, come digestivo o per combattere la ritenzione idrica.
Fonte: Coltiviamo la salute di Ciro Vestita ed. Giunti

Adoro la salvia e nell’orto della mia casa di campagna ne ho una bellissima pianta come potete vedere dalla foto. Le foglie sono molto grandi e bellissime, ideali per farle fritte o per preparare i saltimbocca.





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Ingredienti per 4 persone

30 foglie di salvia
100 gr di farina 00
200 ml di acqua freddissima gasata
Un pizzico di bicarbonato
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale fino q.b.

Procedimento

Lavate bene e delicatamente la salvia, togliete le foglie e asciugatele con carta da cucina.
Mettete la farina e il bicarbonato in una ciotola, salate appena e aggiungete l’acqua freddissima poco alla volta e rimestando con una frusta per evitare la formazione di grumi.


Quando la pastella risulterà omogenea intingete le foglie di salvia una ad una, girandole da entrambi i lati in modo che la pastella aderisca bene a tutta la foglia, immergetele nell’olio bollente (150/170 °C), poche alla volta e fatele dorare.
Toglietele con una schiumarola e mettetele su della carta da cucina per eliminare l’unto in eccesso, salate e servite subito.




Il bicarbonato serve per far lievitare un pochino la pastella rendendola più croccante, ma potete usare anche della birra freddissima al posto dell’acqua e del bicarbonato perché contiene già dei lieviti.

sabato 8 luglio 2017

Fiori di zucca in pastella

I fiori di zucca in pastella sono un classico della cucina italiana e sono praticamente presenti in tutte le regioni.
Molte sono le varianti, si va dai fiori puliti e mondati, immersi nella pastella e fritti a quelli farciti con acciughe e mozzarella oppure prosciutto e toma, o prosciutto e ricotta.
Questa che vi do è la versione con aggiunta un po’ di farina di riso che li rende più leggeri e croccanti.
Ho preparato le due versioni, quelle a cui ho lascito un po’ del gambo e quelle a cui l’ho tolto completamente, decidete voi quale preferite.




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Ingredienti per 4 persone

15 fiori di zucca
100 gr di farina 00
30 gr di farina di riso
200 ml di acqua gasata molto fredda o della birra sempre molto fredda
1 uovo
Sale q.b.
Olio extravergine d’oliva per friggere q.b.

Procedimento

Lavate delicatamente e velocemente i fiori di zucca, sgrondateli, tagliate i gambi, i filamenti verdi esterni e i pistilli gialli. Appoggiateli su di un canovaccio o su della carta da cucina per farli asciugare perfettamente.
Preparate la pastella: sbattete l’uovo con l’acqua e un pizzico di sale, poi aggiungete lentamente le due farine miscelate e lavorate per inglobare bene tutto.
La pastella non dovrà risultare troppo liquida, ma sufficientemente viscose da attaccarsi ai fiori.


Fate scaldare abbondane olio in una larga padella, per capire quando è giunto a temperatura, versate un pochino di pastella, se frigge subito la temperatura è quella giusta (150°C) per avere un fritto croccante e asciutto.
Passate ogni singolo fiore nella pastella e tuffatelo nell’olio bollente, fateli dorare da ambo i lati (1 o 2 minuti per lato), scolateli, metteteli su della carta assorbente per eliminae l’unto in eccesso, salate e servite.


martedì 27 giugno 2017

Cotolette di melanzane

D’origine americana, questa pianta, appartiene alla famiglia delle Solanaceae. Al suo arrivo in Europa, fu accolta con sospetto e considerata solo una pianta ornamentale. E’ fondamentale mangiarla cotta, perché contiene solanina che è un alcaloide tossico che viene distrutto dal calore, esattamente come le patate. Esistono numerose varietà di melanzane, con forme e colori diversi. 
Questo gustosissimo e versatile ortaggio è ricco di fibre e sali minerali, ha un basso indice glicemico e per questi motivi è particolarmente indicato il suo consumo ai diabetici.
L’infuso di melanzana, ottenuto tagliandola a pezzetti e facendola bollire in acqua, abbassa la pressione arteriosa.





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Ingredienti per 4 persone:

2  grandi melanzane violette tonde
2 uova
250 gr di farina  di mais per fritture o di pangratatto
Foglie di basilico, di prezzemolo  q.b.
Uno spicchio d’aglio
Olio per friggere q.b.
Sale q.b.

Procedimento

Lavate, asciugate e tagliate a fette sottili le melanzane.
Di solito si consiglia di metterle sotto sale per un’ora per fare spurgare l’acqua amara, ma le melanzane violette chiare non necessitano di questo trattamento essendo dolci naturalmente.
Lavate e sgrondate il basilico e il prezzemolo, tritateli insieme all'aglio e unite tutto alla farina di mais.
Sbattete le uova e salatele.
Passate le fette di melanzane nell’uovo e poi nel composto di farina di mais ed aromi.


Friggete in abbondante olio caldissimo.


Scolate con un mestolo forato e mettete le fette su carta assorbente per eliminare l’unto in  eccesso. Salate e servite.
Sono ottime sia calde che tiepide.



Nota: Ho utilizzato la farina si mais per fritture perché assorbe  meno olio rispetto al pangrattato e ha anche il vantaggio di non contenere glutine



lunedì 29 maggio 2017

Crostoni di Fontina, pera, pistacchi e miele

Una delle caratteristiche peculiari del miele di melata è dovuta proprio al fatto che si ottiene, appunto, dalla melata e non da un nettare. La melata è una sostanza zuccherina e vischiosa che si forma sulla vegetazione, in particolare sulle foglie degli alberi, in prossimità di colonie di afidi e di altri insetti che si nutrono della linfa di queste piante. La melata viene poi raccolta e utilizzata dalle api per produrre, appunto, il miele di melata. In genere questa viene usata dalle api nei periodi o nei luoghi in cui la produzione di nettari è scarsa. La melata può derivare da vari tipi di piante.  E' detto anche miel di bosco proprio perché si tratta di un prodotto che proviene generalmente da boschi e foreste. Per esempio, il pregiato miele della foresta nera è un miele di melata. Anche in molte zone boschive italiane si produce un ottimo miele di melata.
Ha un colore molto scuro e una consistenza particolarmente densa e un sapore meno dolce rispetto a quello del miele prodotto dai nettari, con un retrogusto amarognolo e un sentore di corteccia e terriccio. Il miele di melata ha un indice glicemico più basso rispetto ad altri tipi di miele e alla maggior parte dei dolcificanti, ciò vuol dire che innalza la glicemia con una velocità inferiore, il che rappresenta un vantaggio per le persone che hanno una ridotta tolleranza al glucosio ma anche per tutti gli altri; in generale, infatti, i dolcificanti e gli alimenti con elevato indice glicemico favoriscono l’aumento di peso corporeo e non aiutano la salute di cuore e arterie. Ha qualità antibatteriche e lenitive; è un ottimo rimedio naturale per calmare la tosse e lenire altri disturbi delle vie aeree. Vanta un potere nutritivo superiore al miele di nettare, grazie anche al maggior contenuto di sali minerali e oligominerali, tra cui ferro, manganese, potassio e magnesio. Grazie alla presenza di olisaccaridi aiuta il fisiologico funzionamento dell’apparato gastrointestinale. È ricco di polifenoli, sostanze antiossidanti che aiutano l’organismo a difendersi dallo stress ossidativo alla base dell’invecchiamento cellulare. Il miele di melata è facilmente assimilabile dall’organismo ed è ottimo quando si ha bisogno di nutrienti ed energia immediatamente disponibili.

Fonte: Viversano.net




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Ingredienti per 4 persone:

8 fette di pane  integrale ai cereali
2 pere madernassa
8 fette di Fontina
Miele di Melata  La Margherita q.b.
50 gr di pistacchi

Procedimento

Accendete il forno sulla posizione griglia a 180°C
Sgusciate i pistacchi e tritateli grossolanamente.
Lavate le pere, non sbucciatele, tagliatele a metà togliete i semi e poi tagliatele a fettine
Disponete su ogni singola fetta di pane una fetta di Fontina, qualche fetta di pera, e un  po’ del trito di pistacchi. Infornate per 5 minuti ( il tempo di far sciogliere il formaggio e grigliare le pere).
Sfornate, distribuite un po’ di miele su ogni crostone e servite.



Apicoltura
La Margherita
C.so Francia 152 
Rivoli (TO)
tel/fax 011/9913469






mercoledì 21 dicembre 2016

Saccottini di bresaola con crema di formaggi e nocciole

La bresaola è un salume tipico della Valtellina ottenuto salando, essiccando e stagionando un filetto di manzo o di bue. Si differenzia dagli altri salumi per il suo aroma e sapore particolare e inconfondibile, risultato di un antichissimo  metodo di conservazione.
Viene prodotta utilizzando la fesa (punta d’anca), la sottofesa, il magatello ed il sottosso.
La carne viene salata e fatta riposare in salamoia per 10/15 giorni, poi si procede con la pulitura e l’insaccamento in un budello naturale o artificiale e la si pone ad asciugare e a stagionare. Tutte queste fasi nel loro insieme durano dalle quattro alle otto settimane.
Il prodotto finito ha forma cilindrica ed un intenso colore rosso, uniforme ma un po’ più scuro nei bordi; la carne è compatta ed elastica priva di fenditure.
L’intero procedimento si svolge in locali appositi che si avvantaggiano del particolare clima che caratterizza la Valtellina. Grazie a tutti questi motivi, la bresaola della Valtellina ha ottenuto la certificazione IGP (indicazione geografica protetta).


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Ingredienti per 4 persone:
18 fette grandi di bresaola
200 gr di robiola
80 gr di gorgonzola dolce e cremoso
30 gr di nocciole  tostate (ho utilizzato la Tonda Gentile del Piemonte IGP)
2 foglie di porro o in alternativa 9 steli di erba cipollina
Qualche foglia  di basilico
2 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
Pepe q.b.

Procedimento

Sbollentate le due foglie di porro per due minuti, scolatele asciugatele e con un coltello ricavate 9 striscioline che vi serviranno per chiudere i sacchettini o, se preferite, utilizzate nove steli di erba cipollina,
In una ciotola mettete la robiola, mescolatevi l’olio e poi unite il gorgonzola schiacciandolo con una forchetta per amalgamare bene tutto.
Tritate le nocciole, non troppo finemente e aggiungete il trito ai formaggi.
Lavate il basilico e la maggiorana , sgrondate bene e tritate insieme.
Mescolate il trito di erbe alla crema di formaggi e nocciole, insaporite con il pepe e amalgamate.
Disponete sul piano di lavoro due fette di bresaola sovrapposte a croce e posatevi al centro un po’ del composto.



Richiudete le fettine di bresaola formando un fagottino e legatelo con una striscia di porro.

Procedete così con tutte le altre fette trasferendo man  mano i fagottini sul piatto da portata  e servite.





lunedì 24 marzo 2014

Rotolini di pasta sfoglia con patè d’olive e semi di sesamo

Il sesamo è una pianta erbacea diffusa  in Oriente, Africa e India dove, da sempre, è una fonte importantissima di olio alimentare. I semi del sesamo sono ricchi di acido oleico e di acido linoleicoe  di vitamina E che forniscono delle preziose proprietà antiossidanti.
Contengono anche proteine e Sali minerali quali fosforo, calcio, ferro e vitamine del gruppo B.
Abbrustoliti e mischiati al sale marino (10/20 parti di sesamo per una di sale) danno origine al gommasio, valida alternativa al sale da cucina.
I semi del sesamo possono essere bianchi, più ricchi di calcio, rossi, più ricchi di ferro o neri.



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Ingredienti per 14 girandoline

1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare
100 gr di patè d’olive nere
Semi di sesamo bianchi q.b.
1 tuorlo
1 cucchiaio d’acqua.

Se non avete o non trovate il patè d’olive, potete tranquillamente farlo in casa.
Procuratevi 120 gr. di olive nere cotte al forno, denocciolatele e frullatele un qualche cucchiaio d’olio extravergine d’oliva, fino ad ottenere una crema morbida dall’aspetto cremoso.
Per la buona riuscita di queste girandoline è necessario che tutti gl’ingredienti siano ben freddi.

Procedimento
Accendete il forno a 190/200°C  (dipende molto dal forno, ma ognuno conosce il suo)
Tagliate il rotolo di pasta sfoglia a metà e distribuite su ogni metà il patè d’oliva lasciando un po’ di spazio nei bordi, arrotolatelo dal lato più lungo e formate un rotolo. Per fare questa operazione, aiutatevi con della carta da forno.
In una tazzina mettete il tuorlo e miscelatelo bene con il cucchiaio di acqua fredda.
Spennellate l’emulsione sul rotolo da tutti i lati e passatelo più volte sui semi di sesamo, in modo da rivestirlo bene. Tagliate dei cilindretti di circa 3 cm di lunghezza e metteteli in una leccarda rivestita con la carta da forno. Procedete allo stesso modo con l’altra metà della sfoglia e infornate (forno già caldo) per 15 minuti o fino a quando vedrete gonfiarli e assumere un bel colore dorato.
Sfornate e lasciate raffreddare un po’, sono ottimi sia tiepidi che freddi.
Buon appetito!





martedì 18 giugno 2013

Fagottini di ciliegie e gorgonzola



Un antipasto veloce con un insolito accostamento. Il palato s’inebria della dolcezza dei Duroni di Pecetto che ben si fonde con il Gorgonzola di Novara. L’occhio è appagato dai colori accesi e l’olfatto è inebriato dal profumo intenso
Un’unione  particolare, ma credetemi, ben riuscita! 
Se poi volete conoscere qualcosa di più sulle ciliegie cliccate qui



Ingredienti per 4 persone

250 gr di ciliegie di Pecetto varietà Duracina (duroni)
100 gr di Gorgonzola dolce di Novara
250 gr di pasta sfoglia (1 rotolo)
1 tuorlo


Accendete il forno a 200°
Lavate, asciugate e denocciolate le ciliegie.
Tagliate a pezzetti il gorgonzola.
Stendete il rotolo di pasta sfoglia e ritagliate dei quadrati di pasta di circa 8 cm. per lato.
Disponete al centro dei quadrati  il formaggio e le ciliegie.


Unite i quattro lati prendendoli per gli angoli e sigillateli . 

Sbattete il tuorlo d’uovo con un cucchiaino d’acqua e spennellatelo sulla superficie dei fagottini.
Ricoprite la placca del forno con carta da forno bagnata e strizzata e adagiatevi sopra i fagottini. Infornate e lasciate cuocere  per circa 20 minuti.