La prima
testimonianza storica sull'uso di insaccare nel budello di maiale la sua carne
insieme a spezie e sale è dello storico romano Marco Terenzio Varrone, che
ne attribuisce l'invenzione e l'uso ai Lucani: «Chiamano lucanica una
carne tritata insaccata in un budello, perché i nostri soldati hanno appreso il
modo di prepararla dai Lucani».
Secondo una
tradizione lombarda, spuria e molto recente, la sua invenzione sarebbe invece
opera della regina longobarda Teodolinda, che inventò la salsiccia e che
ne avrebbe poi regalato la ricetta agli abitanti di Monza.[Anche
i Veneti rivendicano la paternità di questo prodotto, affermando che la
salamella sarebbe nata sul loro suolo, e sono tante altre regioni italiane che
ne reclamano i natali. Tuttavia, le fonti antiche che si occupano di questa
ricetta sono concordi nel ritenere che essa sia un'invenzione del popolo dei
Lucani, conquistato da Roma nel III secolo a.C.
(l'antica Lucania corrisponde all'odierna Basilicata, comprese
limitate zone della Campania meridionale).
In particolare, scrittori come Cicerone, Marziale, oltre al già nominato Marco Terenzio Varrone, parlano più volte nelle loro opere della "lucanica", specialità introdotta nell'antica Roma dalle schiave lucane, e apprezzata per la facilità di trasporto e di conservazione che conferiva alla carne di maiale, oltre che per lo squisito sapore. D'altronde, a riprova della genuinità di questa ricostruzione, si osservi che dal nome "lucanica" è derivato "luganega", termine che gli stessi lombardi, i trentini e i veneti tutt'oggi danno a un tipo di salsiccia di piccolo diametro, destinata al consumo immediato.
In particolare, scrittori come Cicerone, Marziale, oltre al già nominato Marco Terenzio Varrone, parlano più volte nelle loro opere della "lucanica", specialità introdotta nell'antica Roma dalle schiave lucane, e apprezzata per la facilità di trasporto e di conservazione che conferiva alla carne di maiale, oltre che per lo squisito sapore. D'altronde, a riprova della genuinità di questa ricostruzione, si osservi che dal nome "lucanica" è derivato "luganega", termine che gli stessi lombardi, i trentini e i veneti tutt'oggi danno a un tipo di salsiccia di piccolo diametro, destinata al consumo immediato.
Fonte:
Wikipedia
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400 g di salsiccia a nastro
300 gr di pomodori pelati a pezzetti
200 g di spinaci
100 g di Parmigiano Reggiano grattugiato o di Pecorino
1 bicchierino di vino rosso
1 carota piccola
1 cipolla piccola
1 gambo di sedano
1 spicchio d’aglio
3 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
Sale q.b.
Pulite gli spinaci ,lavateli e fateli cuocere in una pentola per 5 minuti in due cm di acqua.
Scolateli, strizzateli e tagliateli grossolanamente.
Pulite gli ortaggi e tagliateli a dadini molto piccoli.
Scaldate l’olio in un tegame e rosolatevi gli ortaggi e lo spicchio d’aglio intero, leggermente schiacciato.
Unite la polpa della salsiccia al soffritto e rosolatela per cinque minuti a fiamma media.
Sfumate con il vino rosso, e lasciate evaporare completamente.
Eliminate lo spicchio d’aglio e aggiungete i pomodori, salate ma con parsimonia perché la salsiccia è già piuttosto salata.
Fate prendere il bollore, abbassate la fiamma e mettete il coperchio.
Continuate la cottura per trenta minuti circa, poi unite gli spinaci.
Nel frattempo, verso metà cottura delsugo, lessate la pasta in acqua bollente salata, (per i tempi di cottura seguite quelli indicati sulla confezione), scolatela al dente e trasferitela nel tegame con il sugo. Unite metà del formaggio, date una mescolata e portate a tavola con il rimanente formaggio servito a parte in una formaggiera.