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giovedì 25 luglio 2019

Rigatoni in insalata con tonno e mais

Per la buona riuscita di questa ricetta ho utilizzato i Rigatoni Daunia & Bio: “ La pasta con l’anima”. Questa pasta è stata prodotta utilizzando semola di grano duro Senatore Cappelli coltivato con metodo biologico.
Le semole ottenute dalla macinazione del grano duro Senatore Cappelli sono caratterizzate da notevoli proprietà  nutrizionali conseguenti alla quantità e alla qualità delle proteine in esse contenute, tali da conferire alla pasta le prerogative di resistenza alla cottura (pasta al dente) e di colore giallo ambra tipiche della pasta italiana.

 
LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.

Ingredienti per 4 persone:

200 g di tonno sott’olio
200 g di mais in scatola cotto a vapore
1 peperone rosso
1 peperone verde
1 rametto di basilico
Origano q.b.
Sale q.b.
Pepe bianco q.b. (facoltativo)


Procedimento

Lessate la pasta in abbondante acqua bollente e salata , scolatela e passatela velocemente sotto l’acqua fredda  per raffreddarla e fermare la cottura.
Trasferite in una ciotola e condite con due cucchiai d’olio, mescolate.
Nel frattempo scolate bene il tonno dall’olio di conservazione, spezzettatelo con una forchetta e mettetelo in un’insalatiera, aggiungete il mais.
Lavate i peperoni, tagliateli a metà, eliminate i semi e i filamenti  bianchi interni. Tagliateli a pezzetti e unite tutto al tonno e al mais.
Aggiungete l’origano e il basilico lavato, asciugato e tritato finemente.
Salate, pepate a piacere, unite  la pasta , aggiungete altro olio e mescolate bene con due cucchiai.
Coprite con la pellicola e mettete tutto in frigo per mezz’ora prima di servire.









Si ringraziano le cooperative e le aziende per la fornitura degli ingredienti per la realizzazione della ricetta.




domenica 7 luglio 2019

Farfalle morettine


La mora di rovo è di colore nero alla maturazione e si presenta come un arbusto di media grandezza, rampicante o prostrato la cui altezza può variare da 3 a 5 metri. Forma dei cespugli piuttosto fitti e voluminosi tanto da sovrastare altre piante che le sono vicine, e i suoi getti spinosi sono singoli e arrivano a misurare 5 metri di lunghezza.
Sono un frutto composto da tante drupeole, mediamente arrivano a misurare 2 cm.; dapprima sono verdi poi man mano diventano rosse, blu scuro, nere, di aspetto lucido. Hanno un gusto dolce aromatico e sono molto succose.
Contengono un’alta percentuale di vitamina C e le foglie, usate in decotto, sono efficaci contro le irritazioni della bocca, inoltre sono ricche anche di fibre, vitamina K, acido folico, e minerali come il manganese e il potassio.
Nell’alimentazione, le more sono destinate per la gran parte a essere consumate fresche per i resto sono utilizzate per fare soprattutto marmellate.



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Ingredienti per 4 persone

200 gr di more
320 gr di ruote
20 gr di burro
2 foglie di alloro
Sale e  pepe q.b.


Procedimento

Mettete a cuocere la pasta in abbondante acqua bollente e salata.
In un’ampia padella antiaderente fate sciogliere il burro, unite le foglie di alloro sminuzzate e le more.


Lasciatele insaporire per pochi secondi, salate e pepate leggermente .
Scolate la pasta lasciandola un pochino umida e versatela nella padella con il sugo di more.
Rimescolate delicatamente e servite.



domenica 5 maggio 2019

Ravioli di borragine


La borragine (Borrago officinalis) è un’erba selvatica commestibile, usata da secoli  e con molte proprietà: è ricca di mucillagini che le conferiscono spiccate qualità emollienti e antinfiammatorie  che la rendono un ottimo rimedio naturale contro la stitichezza. L’infuso dei fiori cura le affezioni respiratorie e in particolare calma la tosse, mentre il decotto delle foglie è diuretico e può aiutare chi soffre di reumatismi.
Molto usata nella cucina ligure e non solo, per la sua versatilità  si presta a numerose preparazioni,  torte salate, zuppe, frittate, ravioli, ecc.
Si consiglia di consumarla solo previa bollitura poiché contiene degli alcaloidi  ( alcaloidi pirrolozidinici) che durante la cottura si neutralizzano.

Fonte: La farmacia e la dispensa del buon Dio di Ciro Vestita e Giuseppe Bigazzi.
             Ed. Rai-Eri


 

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Ingredienti per 4 persone:

Per la pasta:
250 gr di farina 0
50 gr di semola di grano duro macinata finissima
2 uova grandi
2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale fino q.b.

Per il ripieno:
500 gr di borragine
200 gr di ricotta vaccina
40 gr di Parmigiano Reggiano
1 uovo piccolo
1 cucchiaio di  Maggiorana secca o 7-8 rametti di quella fresca
Noce moscata q.b.
Sale e pepe q.b.

Per condire:
30 gr di pinoli
60 gr di burro
Parmigiano Reggiano q.b.

Procedimento

Miscelate le due farine e formate una fontana sulla spianatoia, al centro mettete le uova leggermente sbattute, l’olio e il sale.
Iniziate a inglobare tutto e lavorate l’impasto fino a renderlo omogeneo (circa 10 minuti) poi raccoglietelo a palla e lasciatelo riposare coperto in una ciotola per circa un’ora.
Nel frattempo preparate l’impasto.
Lavate la borragine ed eliminate i gambi troppo duri.
Tuffatela in acqua bollente salata e fatela cuocere per circa 10 minuti.
Scolatela, strizzatela molto bene e tritatela finemente ( o frullatela per qualche secondo con il mixer).
Mettetela in una ciotola, unite la ricotta, la noce moscata, la maggiorana, il sale, il pepe e l’uovo, inglobate bene tutti gli ingredienti e da ultimo unite il Parmigiano Reggiano grattugiato e mescolate ancora fino a raggiungere un composto omogeneo.



Riprendete la pasta e tirate  con in mattarello una sfoglia sottile.



Distribuite sulla pasta il composto a piccoli mucchietti a circa 1 cm uno dall’altro, ripiegate la pasta su se stessa, premete bene i bordi e ritagliate i ravioli con l'apposita rondella dentellata.





Metteteli in un vassoio e distribuite sopra un po’ di semola per evitare che si attacchino.


Scaldate abbondane acqua salata e quando bolle tuffateci i ravioli.
Lasciate cuocere per cinque minuti.
Nel frattempo sciogliete il burro con i pinoli a fuoco bassissimo (non deve friggere).
Scolate i ravioli, condite con il burro con i pinoli e spolverizzate abbondane Parmigiano Reggiano grattugiato.
Servite subito.



N.B. Se non gradite il burro con i pinoli potete condirli con un sugo di noci o un sugo di pomodori freschi e basilico

domenica 24 febbraio 2019

Malloreddus alla Campidanese


I malloreddus sono una delle paste simbolo della Sardegna, conosciutissimi anche nel resto d’Italia dove vengono chiamati  gnocchetti sardi.
Il loro nome deriva da malloru  (toro), i malloreddus sono i vitellini la cui forma li richiama metaforicamente.
Vengono chiamati anche in altri modi, a seconda delle zone, nel sassarese sono chiamati cigiones o ciciones, nel Nuorese cravaos, nel Logudoro macarone caidos e macarone de punzu.
Si possono preparare nella versione classica con farina di semola e acqua oppure arricchiti con zafferano o  con spinaci tritati.
I malloreddus vengono conditi con il classico sugo a base di pomodoro e salsiccia, arricchito con un tocco di zafferano, da aggiungere all’impasto o direttamente nel sugo, o anche in tutti e due.
La Sardegna è nota per la produzione di zafferano dove pare che la preziosa spezia sia giunta con i Fenici che approdarono nell’isola provenienti dal Medio Oriente più di duemila anni fa.
Ma è il grano il vero tesoro locale, fin dai tempi dell’impero romano la Sardegna era chiamata “il granaio di Roma”e i sardi che vivevano nella piana del Campidano producevano metà del grano che serviva a sfamare tutto l’esercito romano.
Per rispettare appieno la tradizione scriverò anche il procedimento per preparare i malloreddus così come me lo ha insegnato mia madre a cui lo ha insegnato mia nonna ovviamente figlie della splendida terra di Sardegna.


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Ingredienti per 4 persone:

Per i malloreddus

400 g di semola fine
200 ml. di acqua tiepida (può variare in base all’umidità della semola)
1 bustina di zafferano in polvere Nuraghe Ruju Azienda Agricola
2 g di sale fino

Per il sugo

350 g di salsiccia fresca con i semi di anice
500 g di pomodori maturi
1 pizzico di zafferano Nuraghe Ruju Azienda Agricola
1 cipolla
1 spicchio d’aglio
3 fogli d’alloro
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.

Di finitura
Pecorino Sardo Dop Maturo q.b.

Procedimento

Scaldate leggermente l’acqua, toglietela dal fuoco e scioglietevi lo zafferano meno un pizzico che servirà per il sugo.
Mettete la semola e il sale in una ciotola, fate un buco al centro e versate metà dell’acqua con lo zafferano. Iniziate ad impastare e aggiungete poco alla volta il resto dell’acqua. Potrebbe essere necessario aggiungerne ancora un poco o al contrario metterne di meno, dipende dall’umidità della semola.
Versate il tutto su di una spianatoia e lavorate fino a ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Formate una palla e coprite con un canovaccio umido o con pellicola da alimenti. Lasciate riposare per 30 minuti.
Coprite un ampio vassoio con  un canovaccio e spolveratelo con della semola.
Prendete un pezzetto d’impasto, rotolatelo sulla spianatoia e formate un salsicciotto  non troppo spesso. Tagliate dei pezzetti lunghi al massimo 1 cm poi passateli sui rebbi di una forchetta o sull’apposito attrezzo esercitando una leggera pressione.
Mettete gli gnocchetti a mano a mano che li preparate sul vassoio. Continuate così fino ad esaurire l’impasto. Spolverate i malloreddus con la semola mista a un pochino di farina e lasciate asciugare senza coprire per 24 ore.
Pelati i pomodori, eliminate i semi e tagliateli a cubetti.
Spelate la salsiccia e sbriciolatela un pochino.
Scaldate 4 cucchiai d’olio in una padella unite la cipolla pulita e tagliata a cubetti e lo spicchio d’aglio e fate stufare dolcemente per qualche minuto.
Unite la salsiccia  e fate rosolare per 10 minuti.
Aggiungete i cubetti di pomodoro, il sale, lo zafferano rimasto, le foglie d’alloro e fate cuocere per circa 1 ora, se dovesse asciugarsi troppo aggiungete un pochino di acqua tiepida.
Cuocete i malloreddus in abbondante acqua salata, scolate e condite con il sugo.
Spolverizzate di Pecorino Sardo Maturo e servite.




Ho preparato questa ricetta tipica sarda per la raccolta di ricette della tradizione regionale italiana di #FedAgriPesca


“COME E' BELLO MANGIAR BENE DA PALERMO IN SU"
QUI da NOI- CONFCOOPERATIVE AGRICOLE

"Ogni regione è custode di tradizioni gastronomiche uniche ed irripetibili. Le ricette sono il frutto di quel complesso di memorie ed aneddoti, trasmessi di generazione in generazione, che rispecchiano le caratteristiche del territorio di origine, la sua geografia, la sua storia, perfino le usanze casalinghe di ciascuna famiglia. La grande forza della #cucinaitaliana sta proprio nella sua grande varietà. (...) Con questo ricettario vi accompagneremo in un viaggio tra i sapori tipici, ripercorrendo lo Stivale da nord a sud, passando per le cucine delle case italiane, alla scoperta dei sapori e delle usanze locali, dando, di qua e di là, un tocco personale, sempre nel totale rispetto della tradizione."