mercoledì 5 aprile 2017

Peperoni con le acciughe al verde

I peperoni di Carmagnola sono una delle tantissime eccellenze Piemontesi . Li adoro, sia crudi sia cotti; mi piace il loro gusto e i colori bellissimi che sono un inno alla gioia e, evidentemente, anche i botanici del XVI secolo la pensavano come me perché, quando sbarcò in Europa, lo battezzarono Capsicum annum prendendo spunto dalla parola greca Kapto, che tradotto significa “mangio avidamente”. Un’altra versione fa derivare il loro nome dal latino Capsa ovvero scatola, dovuto al fatto che, al suo interno, ha molti semi.
Questo delizioso ortaggio è uno scrigno di virtù preziose: ha pochissime calorie (23 gr per 100 gr di prodotto), contiene provitamina A e moltissima vitamina C presente in quantità maggiore rispetto agli agrumi.
Sul mercato troviamo diverse varietà; un’utile distinzione, oltre a quella tra piccanti o dolci, è quella che considera il colore.
I peperoni verdi hanno questo colore perché sono raccolti in anticipo, hanno un gusto pungente e sono ideali da mangiare in insalata o nelle peperonate.
I peperoni rossi hanno una polpa croccante e zuccherina: sono ideali per la cottura alla brace o per il pinzimonio. Saziano in fretta e sono più ricchi di principi nutritivi.
I peperoni gialli contengono molti antiossidante: sono teneri e succosi ideali da consumare crudi o uniti al pomodoro per rendere corposi i sughi.
Qui ve li propongo con una tipica salsa piemontese, il bagnet verd (bagnetto verde) e le acciughe. (Acciughe al verde)


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Ingredienti:
4 peperoni rossi e gialli
1 etto di prezzemolo
15 acciughe sotto sale  
1 spicchio d’aglio
Un tuorlo d’uovo rassodato
Mezzo bicchiere di olio extravergine d’oliva
20 gr di pane raffermo
Aceto q.b.
Olive taggiasche q.b.
Capperi q.b.
Sale q.b.
Un pizzico di peperoncino

Procedimento
Fare cuocere i peperoni in forno a 180° per circa 30 minuti, spellateli, asciugateli e divideteli a falde.
Preparate il bagnet verd
Immergete  il pane nell’aceto. Fate rassodare l’uovo.
Lavate,  dissalate e pulite le acciughe.
Lavate il prezzemolo e asciugatelo. Staccate le foglie e tritatele  con l’aglio,  tre acciughe, la mollica di pane leggermente strizzata e il tuorlo d’uovo.
Aggiungete tanto olio quanto basta a rendere la salsa fluida ma non troppo, immergete i filetti d’acciuga interi rimasti e lasciate riposare per un po’.
Mettete le falde in un piatto da portata, distribuite il bagnet verd, filetti d’acciuga, le olive, e i capperi.
 Il bagnet verde potete prepararlo prima, si mantiene per diversi giorni in frigo in un contenitore ermetico.




domenica 2 aprile 2017

Champignon con ripieno di noci

Questa ricetta economica e gustosa può essere preparata in pochi minuti e può essere servita sia come antipasto, sia come contorno. I funghi champignon costano poco  e  hanno il vantaggio che  si possono trovare  facilmente in tutti i mercati e  supermercati in ogni periodo dell’anno. Il cappello del fungo champignon, morbido e carnoso e si presta bene alla preparazione di svariate ricette. Quando acquistate i funghi champignon abbiate l’accortezza di verificare la loro consistenza: è importante infatti che i funghi siano sodi e duri al tatto.



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Ingredienti per 4 persone
8 funghi champignon grandi
10 noci
3 cucchiai di farina di mais per impanature
60 gr di robiola morbida
10/15 rametti di prezzemolo
1 spicchio d’aglio
2 cucchiai di Parmigiano Reggiano grattugiato
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale e pepe q.b.


Procedimento

Lavate il prezzemolo, sgrondatelo e tritate le foglioline con lo spicchio d'aglio.
Pulite i funghi eliminando la terra in eccesso e sciacquateli velocemente sotto l'acqua corrente.
Asciugateli bene con della carta da cucina. Staccate delicatamente i gambi  ed eliminate la pellicina che si trova nel cappello del fungo. Passate una fettina di limone sulle cappelle dei funghi per evitare che anneriscano.
Tagliate i gambi  a dadini.
In una padella mettete 2 cucchiai d'olio e unite i dadini dei gambi.



Fate cuocere a fuoco vivo per 2 minuti, salate,  e  fateli cuocere ancora per due minuti. Spegnete il fuoco e versate tutto in una ciotola, unite il trito di prezzemolo e aglio,  la farina di mais, la robiola e due cucchiai di acqua calda e le noci tritate. Amalgamate bene.


Salate le cappelle, riempitele con il composto e adagiatele su di una teglia  rivestita di carta da forno.



Irrorate con un po' d'olio, spolverizzate con il Parmigiano Reggiano grattugiato e infornatele per 20/25 minuti a 180° (a forno già caldo)
Serviteli caldi e buon appetito!





martedì 28 marzo 2017

Fettuccine paglia e fieno con asparagi e panna

L’asparago è una pianta selvatica originaria del bacino mediterraneo e, in particolare, delle regioni centrali e settentrionali dell’Europa, dell’Asia centrale e occidentale, dell’Egitto, dell’Algeria e della penisola Iberica. Ne esistono di vari colori, bianchi, viola, verdi.
La produzione nazionale di asparagi è prevalentemente concentrata in Emilia Romagna, Piemonte e Veneto.  Gli ortofrutticoltori italiani ne suggeriscono l’acquisto e il consumo a partire dal mese di aprile. Dal punto di vista nutrizionale, nell’asparago sono contenuti  sali minerali tra i quali calcio, fosforo e potassio, vitamine (C e B), acido folico e carotenoidi che sono i precursori della vitamina A e possiedono un’azione antiossidante e protettiva della pelle e delle mucose. Ottimo contorno, l’asparago è una verdura assai apprezzata dai buongustai. Esistono circa venti tipi di asparago, i più comuni sono quello verde e quello bianco. Hanno proprietà depurative e diuretiche. Il loro consumo è controindicato solo per chi ha problemi di cistiti e di calcoli renali perché contengono acido urico che può peggiorare la situazione.




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Ingredienti per 4 persone:
320 gr  di fettuccine paglia e fieno
300 gr di asparagi
200 ml di panna da cucina
1 scalogno
30 gr di burro
Sale q.b.
Pepe bianco q.b.

Procedimento

Pulite gli asparagi  togliendo la parte finale dei gambi e raschiandoli.


Lavateli sotto l’acqua corrente, quindi legateli con lo spago da cucina e cuoceteli a vapore o in un po’ d’acqua.
Scolateli, lasciateli intiepidire. Tagliate le punte e fate a dadini le parti restanti dei gambi.
In una padella fate rosolare con il burro lo scalogno tagliato fine, unite gli asparagi, salate e lasciate insaporire per qualche minuto. Versate  la panna, amalgamate bene il tutto e lasciate insaporire per un minuto. Spegnete il fuoco.
Lessate in abbondante  acqua salata e bollente le fettuccine.  Scolate al dente e versate la pasta nella padella con gli asparagi e la panna, pepate, fate saltare e servite subito.

martedì 21 marzo 2017

Fagottini di tacchino con mortadella, frittata di foglie di carote e Casciotta d'Urbino

La Casciotta d’Urbino D.O.P. è un formaggio che ha origini antichissime. Il suo nome deriva da un errore di trascrizione di un impiegato che scambio la “c” in “sc” pronuncia dialettale della “c” tipica dell’area marchigiana.
L’area di produzione della “Casciotta d’Urbino” coincide con l’intera provincia di Pesaro-Urbino. Una zona fondamentale per il pascolo intensivo, caratterizzata da particolari erbe montane, da una flora ricca e variata, da una ricchezza di terreni erbosi a base di graminacee, che fornisce l’alimentazione delle pecore e delle mucche.
Nasce dalle stesse colline che abbracciano il Montefeltro, in quella culla del Rinascimento che ha nutrito la sapienza artigiana, artistica e contadina. Sapori e saperi che testimoniano come la Cultura nasca dal rapporto con la terra, la Cultura si coltiva (non a caso Cultura deriva da còlere-coltivare) L’ispirazione è nelle cose, nei paesaggi, nei sapori.
Tra gli estimatori più famosi di questo formaggio troviamo Michelangelo Buonarroti come testimonia un carteggio con l’amico Francesco Amatori di Casteldurante (attuale Urbinia) dove si citano le Casciotte prodotte per la mensa dell’illustre artista. Egli amava a tal punto questo formaggio da affittare una serie di poderi nel territorio durantino, allo scopo di garantirsi un continuo rifornimento.
Questo delizioso formaggio ha forma cilindrica a scalzo basso con facce arrotondate e un diametro tra i 12 e i16 cm e pesa dagli 800 ai 1200 grammi circa. Il colore della pasta è bianco paglierino e la struttura molle e friabile caratterizzata da lieve occhieggia tura. La crosta  paglierina è sottile (circa 1 mm).
Il sapore è dolce, caratteristico della miscela del latte di provenienza (3 parti di ovino e 1 parte di vaccino) e della breve stagionatura di circa 15/20 giorni. Essendo una D.O.P. dal 1996(Denominazione di Origine Protetta),  deve essere munito del contrassegno indicato nel decreto di riconoscimento, a garanzia delle rispondenza del prodotto alle specifiche normative.
La Casciotta d’Urbino va consumata fresca e una volta tagliata va protetta con la pellicola trasparente e conservata in frigo (4/8°C) per qualche giorno. Se usato come formaggio da tavola, prima di consumarlo, si consiglia di lasciarlo almeno un’ora a temperatura ambiente.
La “Casciotta d’Urbino che utilizzato per questa ricetta è stata prodotta dalla Cooperativa Agricola TreValli Cooperlat che aderisce al progetto “Qui da Noi” di Confcooperative.








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Ingredienti per 4 persone:

8 fettine di fesa di tacchino sottili
Un mazzetto di foglie di carote (le trovate con le carote bio)
2 uova
8 fette di mortadella
150 gr  di Casciotta d’Urbino
2 rametti di maggiorana  
4 rametti di timo
Olio extravergine d’oliva q.b.
Un barattolo di pomodori pelati Cirio
1 cipolla bianca piccola, mezza carota e una costa di sedano
1 bicchiere d’acqua calda
Sale q.b.
Pepe q.b.

Procedimento

Tagliate il ciuffo di foglie dalle carote, eliminate la parte più lunga e legnosa delle foglie, lavatele e fatele cuocere per 5 minuti in acqua bollente e salata. Scolate, strizzate e ripassate in padella con un po’ d’olio.
Sbattete le uova , unite le foglie di carota  e rimettete nella padella. Fate cuocere  la frittata 5 minuti per parte. Tagliatela a striscioline.
Tagliate a fettine la Casciotta d’Urbino.
Stendete e battete un poco le fettine di fesa, salatele leggermente (formaggio e mortadella sono già piuttosto sapidi) Adagiate sopra ad ognuna una fetta di mortadella qualche strisciolina di frittata e qualche fettina di Casciotta d’Urbino.
Arrotolatele, richiudendo i lembi verso l’interno per evitare che fuoriesca il formaggio, legatele con uno spago da cucina.
Tagliate a dadini piccoli la cipolla,  la mezza carota e la costa di sedano.
Scaldate  4 cucchiai di olio in una casseruola, unite il trito di ortaggio e fate dorare per un paio di minuti, unite i fagottini e fateli dorare da tutti i lati.Aggiungete un bicchiere di acqua calda,  i pelati tritati,  la maggiorana e il timo, aggiustate di sale e di pepe e fate cuocere per  circa 30 minuti.




TreValli Cooperlat Soc. Coop. Agricola
Via Piandelmedico 74
60035 Jesi (AN)
Tel. 0731/2381
Sito : http://www.trevalli.cooperlat.it/


venerdì 17 marzo 2017

Tortini di pere Gorgonzola e nocciole

Il consumo di frutta e verdura è indicato da tutti i dietologi come ottimale per mantenerci in salute o per ritrovarla dopo qualche malattia, personalmente io non potrei farne a meno. Per cui, quando sono stata contattata per dare il mio contributo a Fruit24 non ho esitato ad accettare.
Questo lodevole progetto promosso da Apo-Conerpo e co-finanziato dall’Unione Europea e dal Ministero delle Politiche Agricole, alimentari e Forestali(MIPAAF) si propone di diffondere e consolidare uno stile di vita e di consumo improntato al benessere diffondendo l’importanza di un’alimentazione ricca di verdura e frutta da consumare a qualsiasi ora con piatti semplici, dolci o salati, snack e spuntini; non a caso il motto dell’iniziativa è “E’sempre l’ora di frutta e verdura.
Ho preparato 4 ricette con i magnifici prodotti che mi sono stati inviati, tutti biologici.
Questa è la  ricetta è dedicata alle ORE 20 LECCATEVI I BAFFI, #fruit24. 
La potete trovare anche sul sito di Fruit24 cliccando qui 





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Ingredienti per cinque formine da 8 cm cadauna


1 rotolo di pasta brisée
1 pera Williams
120 gr di Gorgonzola dolce
40 gr di nocciole del Piemonte IGP tostate
Una decina di rametti di prezzemolo
Una decina di capperi
Olio extravergine d’oliva q.b.
Pepe q.b.

Procedimento

Lavate e sgrondate il prezzemolo, tritate le foglioline insieme ai capperi, unite un po’ di olio extravergine d’oliva fino a formare una salsina omogenea.
Tritate grossolanamente le nocciole meno 5 (le più grosse) che lascerete intere.
Sbucciate la pera, tagliatela a dadini e mettetela in una ciotola.
Unite il Gorgonzola e la salsina di prezzemolo, poi con i rebbi di una forchetta, schiacciate e amalgamate bene il tutto.
Quando il composto sarà omogeneo, inglobate anche le nocciole tritate.


Srotolate la pasta e con un coppapasta più grande di circa 2 cm rispetto alle formine, tagliate cinque cerchi.


Spennellate di burro fuso le formine e inserite delicatamente i cerchi di pasta facendoli risalire sui bordi.
Riempite con il composto, richiudete i bordi e con i rebbi di una forchetta schiacciateli leggermente. Inserite una nocciola intera al centro di ogni nido.


Infornate (forno già caldo) a 200°C per 20/25 minuti se il forno è ventilato, 30/35 se il forno è statico.
Sfornate e servite subito.


Fruit24

mercoledì 15 marzo 2017

Fettuccine all'uovo d'oca e fonduta di Casciotta d'Urbino

La Casciotta d’Urbino D.O.P. è un formaggio che ha origini antichissime. Il suo nome deriva da un errore di trascrizione di un impiegato che scambio la “c” in “sc” pronuncia dialettale della “c” tipica dell’area marchigiana.
L’area di produzione della “Casciotta d’Urbino” coincide con l’intera provincia di Pesaro-Urbino. Una zona fondamentale per il pascolo intensivo, caratterizzata da particolari erbe montane, da una flora ricca e variata, da una ricchezza di terreni erbosi a base di graminacee, che fornisce l’alimentazione delle pecore e delle mucche.
Nasce dalle stesse colline che abbracciano il Montefeltro, in quella culla del Rinascimento che ha nutrito la sapienza artigiana, artistica e contadina. Sapori e saperi che testimoniano come la Cultura nasca dal rapporto con la terra, la Cultura si coltiva (non a caso Cultura deriva da còlere-coltivare) L’ispirazione è nelle cose, nei paesaggi, nei sapori.
Tra gli estimatori più famosi di questo formaggio troviamo Michelangelo Buonarroti come testimonia un carteggio con l’amico Francesco Amatori di Casteldurante (attuale Urbinia) dove si citano le Casciotte prodotte per la mensa dell’illustre artista. Egli amava a tal punto questo formaggio da affittare una serie di poderi nel territorio durantino, allo scopo di garantirsi un continuo rifornimento.
Questo delizioso formaggio ha forma cilindrica a scalzo basso con facce arrotondate e un diametro tra i 12 e i16 cm e pesa dagli 800 ai 1200 grammi circa. Il colore della pasta è bianco paglierino e la struttura molle e friabile caratterizzata da lieve occhieggia tura. La crosta  paglierina è sottile (circa 1 mm).
Il sapore è dolce, caratteristico della miscela del latte di provenienza (3 parti di ovino e 1 parte di vaccino) e della breve stagionatura di circa 15/20 giorni. Essendo una D.O.P. dal 1996(Denominazione di Origine Protetta),  deve essere munito del contrassegno indicato nel decreto di riconoscimento, a garanzia delle rispondenza del prodotto alle specifiche normative.
La Casciotta d’Urbino va consumata fresca e una volta tagliata va protetta con la pellicola trasparente e conservata in frigo (4/8°C) per qualche giorno. Se usato come formaggio da tavola, prima di consumarlo, si consiglia di lasciarlo almeno un’ora a temperatura ambiente.
La “Casciotta d’Urbino che utilizzato per questa ricetta è stata prodotta dalla Cooperativa Agricola TreValli Cooperlat che aderisce al progetto “Qui da Noi” di Confcooperative.


LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2020. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.



Ingredienti per 4 persone:

Per la pasta:
400 gr di semola rimacinata
2 uova d’oca (o 4 di gallina)
Due cucchiai d’olio extravergine d’oliva
Due  pizzichi di sale

Per la fonduta

200 gr di Casciotta d’Urbino
1 bicchiere di latte (deve coprire a filo)
40 g di burro
2 tuorli di uova di gallina
2 cucchiai di Parmigiano Reggiano grattugiato
Sale q.b.




Procedimento

In una ciotola versate le farina e disponete al centro le uova, il sale e l’olio.




Spingete poco a poco la farina verso il centro con le dita per formare l’impasto, continuate fino a che non avrete amalgamato le uova, poi versatelo sulla spianatoia o sul tavolo (come nel mio caso) e lavorate fino ad ottenere un composto morbido ed omogeneo, rimettetelo nella ciotola , copritelo con della pellicola e lasciatelo riposare a temperatura ambiente per un’ ora.


Trascorso il tempo, spolverizzato di farina il piano di lavoro e  riprendete l’impasto, tiratelo  con il mattarello a sfoglia sottile(o con la macchina se preferite, io amo farlo a mano).


Una volta raggiunto lo spessore desiderato ripiegate la pasta più volte su se stessa fino a formare un rotolo, poi tagliate delle striscioline di circa 3-4 millimetri di larghezza.


Mettete le fettuccine ottenute su della carta da forno e spolverizzate con la farina normale.
Lasciate asciugare la pasta per un paio d’ore.


Nel frattempo tagliate il formaggio a dadini e mettetelo in un recipiente, coprite a filo con il latte. Lasciate riposare per circa due ore.


Mettete a scaldare abbondante acqua salata.
Sgocciolate il formaggio. Mettete in una casseruolina la metà del latte d’infusione,  il burro e mescolate a fuoco  bassissimo finché si sarà amalgamato, unite i dadini di Casciotta e continuate a mescolare finché il composto inizierà a filare,  togliete dal fuoco la fonduta e amalgamate molto bene un tuorlo e poi il secondo unite il Parmigiano Reggiano.
Buttate le fettuccine nell’acqua bollente e fate cuore per circa cinque minuti,
Scolate, e condite con la fonduta calda, servite subito.





TreValli Cooperlat Soc. Coop. Agricola
Via Piandelmedico 74
60035 Jesi (AN)
Tel. 0731/2381
Sito : http://www.trevalli.cooperlat.it/