giovedì 27 giugno 2024

Insalata di melone prosciutto e mozzarelline

Frutto estivo per eccellenza, colorato e gustoso, il melone o Cucumis melo è originario dell’Asia e vanta una storia antica: sembra che fosse coltivato in Egitto e in Grecia già cinque secoli prima di Cristo, e appariva nelle tradizioni di cosmologia orientale, dove si pensava addirittura che la creazione dell’uomo stesso derivasse da queste piante, associate alla fertilità, alla vita, all’opulenza. Il melone ha raggiunto il nostro paese tramite gli scambi commerciali praticati con l’Oriente dagli antichi romani quattro secoli dopo. Nel Medioevo, la varietà e la qualità dei meloni migliorò notevolmente grazie alle selezioni che furono praticate nei giardini e negli orti dei nobili. Ai nostri tempi una delle varietà estive più appezzate è la “Cantalupo”, arrivata molti secoli dopo e portata da missionari al castello pontificio, prossimo a Roma, di Cantalupo, dal quale ha assunto il nome. Il melone “reticolato”, pure estivo, è conosciuto come tale per la sua buccia corrugata.
La Sicilia  è la maggior produttrice di meloni , seguita dalla Lombardia e dall'Emilia Romagna.
Ricco di acqua, ha un ottimo potere dissetante e idratante. Il suo contenuto di grassi e proteine è quasi nullo ed è un frutto ipocalorico. Notevole è il contenuto di vitamine, in particolare A e C con elevata attività antiossidante. Il betacarotene, precursore della vitamina  A aiuta a proteggere la pelle dai danni causati dall’esposizione ai raggi solari. Tra i minerali presenti spicca la concentrazione di potassio, elemento importante per la salute cardiovascolare.


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Ingredienti per 4 persone:

1 melone retato medio

150 gr di prosciutto crudo di Parma a fettine
250 gr di mozzarelline
1 mazzetto di rucola
Olio d’oliva extravergine q.b.
Aceto balsamico q.b.
Sale q.b.

Procedimento

Pulite il melone, tagliatelo a fette e riducetelo a dadini di circa 1 cm.

Lavate e sgrondate la rucola.
Tagliate a strisce il prosciutto e mettete tutto in una ciotola, aggiungete le mozzarelline, unite il sale (non esagerate perché il prosciutto è già molto salato), l’olio e l’aceto balsamico.
Mescolate e servite.
Se volete una preparazione d’effetto, potete servire l’insalata nei gusci del melone.

mercoledì 19 giugno 2024

Spaghetti con acciughe sott'olio e bottarga di muggine

Gusto salato, profumo di mare e un colore che va dall’oro all’ambra fanno della Bottarga di muggine una raffinata specialità detta anche “caviale sardo”, ideale da gustare nei piatti di mare, in abbinamento agli ottimi vini bianchi dell’isola. Una tradizione radicata in Sardegna da 3000 anni e famosa ora in tutto il mondo, che arricchisce antipasti e primi piatti, rende più preziose le insalate e stimola la fantasia degli appassionati di cucina gourmet. La più pregiata è la bottarga prodotta dai muggini pescati nello Stagno di Cabras (Oristano), che può costare fino a 250 euro al chilogrammo.     
La bottarga di muggine è un alimento ottenuto dalle uova salate ed essiccate per ottenere baffe dorate dall’intenso sapore di mare. Viene consumata a fettine, più o meno sottili a seconda delle preferenze, oppure macinata, da spolverare su crostini o su primi piatti. Il suo sapore deciso non incontra il gusto di tutti; chi se ne innamora, però, ne rimane un fedele appassionato. Non è difficile capirne il motivo: un misto di dolcezza, sapidità e cremosità rende questa prelibatezza inimitabile tra gli altri prodotti del mare.
Si dice che la tradizione della bottarga sia approdata in Sardegna circa 3000 anni fa, ad opera dei Fenici, primi colonizzatori dell’isola. Da allora, le aree di maggiore produzione sono quelle più vicine ai loro insediamenti lungo le coste (Nora, Cagliari, Tharros e il Sulcis). Il nome “Bottarga” deriverebbe invece da battarikh, termine utilizzato dagli arabi per indicare questa delizia tanto preziosa che, fino a poco tempo fa, era difficilmente reperibile e riservata a doni regali e occasioni speciali.
Oggi, grazie all’opera dei produttori e al miglioramento delle tecniche di pesca, il mercato della Bottarga di muggine è ben più florido e questo prodotto viene esportato in tutto il mondo.
Tratto da Janas Food
 

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Ingredienti per 4 persone:

320 gr di spaghetti
40 gr di burro
15 filetti d’acciuga sott’olio
Bottarga di Muggine stagionata grattugiata q.b.
4 rametti di prezzemolo
 
Procedimento
 
Lavate e sgrondate il prezzemolo poi tritatelo grossolanamente.
Cuocete gli spaghetti in abbondante acqua bollente NON salata.
Nel frattempo, in una capiente padella scaldate il burro e unite le acciughe.
Fatele sciogliere lentamente per un paio di minuti, rimestando spesso.
Unite un mestolo di acqua di cottura della pasta.
Scolate gli spaghetti molto al dente, versateli nella padella con le acciughe e ultimate la cottura facendoli saltare.
Impiattate, spolverizzare con il prezzemolo e la bottarga  e servite.
 
 
 
 
 
 

lunedì 10 giugno 2024

Mousse di tonno

La mousse di tonno spalmata su crostini o crackers è un’antipasto/fingerfood velocissimo da preparare e bello da vedere se lo guarnite con dei pomodorini confit o anelli di cipolla rossa di Tropea.
La scatoletta di tonno, è tanto diffusa che a cercarla bene si trova in tutte le dispense delle nostre case. Versatile e poco costoso si presta a innumerevoli ricette; dal panino con i carciofini, al primo di pasta passando per l’insalata mista o la classica insalata russa.
L’ Italia si colloca, dopo gli spagnoli, al secondo posto al mondo per il suo consumo annuale: 2,2 kg pro capite.
“Il tonno è un alimento estremamente nutriente e una risorsa importante per il benessere e la sussistenza dell’organismo” sostiene il professore Migliaccio, Presidente Emerito della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione (SISA).
“Oltre ad essere parte integrante della dieta mediterranea, consente di ottimizzare tutte le funzioni vitali, anche nella versione in scatola che, grazie alle tecniche di conservazione, mantiene caratteristiche nutrizionali simili a quelle del tonno fresco”.
Sia la variante in scatola che quella fresca “sono ricche di proteine nobili; addirittura, il tonno in scatola ne contiene una quantità maggiore rispetto a quello fresco”.
Entrambi contengono acidi grassi omega 3. Il tonno in scatola come quello fresco è ricco di iodio, potassio, ferro, fosforo e vitamine del gruppo B.
“Inoltre, il tonno in scatola, a parità di apporto nutrizionale con quello fresco, è più economico e offre numerosi vantaggi in relazione alla sua facile reperibilità, conservabilità e versatilità in cucina”, continua Migliaccio.
Tra gli italiani che praticano sport, il tonno in scatola risulta essere tra gli alimenti più apprezzati: sette persone su dieci lo consumano regolarmente e lo considerano tra i cibi più sani.
Inoltre, il 60 per cento crede che nelle scatolette di tonno ci siano conservanti. Ma non è così: il tonno in scatola si conserva senza additivi e conservanti.

Fonte: TPI NEWS
 

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Ingredienti per 6 persone:

400 gr di tonno sott’olio sgocciolato
100 gr di burro ammorbidito a temperatura ambiente
100 gr di panna da cucina (Io ho usato Panna Chef classica)
Succo di mezzo limone
4 filetti d’acciuga sott’olio
1 peperoncino verde dolce
2 rametti di prezzemolo
1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva
 
Procedimento
 
Mettete il tonno e il burro in una ciotola e schiacciate tutto con i rebbi di una forchetta fino ad ottenere un impasto omogeneo, oppure frullateli con un mixer o un robot da cucina.
Tritate finemente i filetti d’acciuga, il peperoncino e il prezzemolo.
Mescolate il trito alla crema di tonno fino ad amalgamare bene il tutto.
Aggiungete alla crema anche il succo del mezzo limone e la panna poi mescolate ancora.
Ungete con un velo d’olio un contenitore a chiusura ermetica (oppure 6 stampi individuali) e riempitelo con il composto, premendo bene in modo che non si formino vuoti.
Chiudete con il coperchio e mettete in frigorifero per almeno due ore prima di servire a tavola.
 

giovedì 30 maggio 2024

Fave e pancetta stufate

La pianta delle fave è originaria dell'Asia Minore e da secoli è ampiamente coltivata per l'alimentazione umana e animale (foraggio).
Cibo dei poveri per eccellenza considerato il basso costo, è tuttavia un alimento ricco di elementi nutritivi come sali minerali, in particolare ferro, potassio, selenio, magnesio, rame e vitamine, tuttavia, il processo d’essiccazione fa sì che gran parte di questi nutrienti vadano perduti. Le foglie essiccate sono sfruttate in erboristeria come rimedio naturale per stimolare la diuresi.
Le fave sono largamente consumate nelle tavole italiane, in particolare nelle regioni pugliesi, sicule e sarde, dove le ritroviamo sia crude, accompagnate ai formaggi, ai salumi e al pane, sia cotte.
La stagione delle fave va da marzo a luglio, mentre secche o in barattolo le troviamo tutto l'anno.
In soggetti predisposti il consumo di questi legumi può scatenare una grave reazione allergica detta “favismo” che nei casi più gravi può addirittura indurre il coma.


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Ingredienti per 4 persone:
 
800 gr di fave già pulite
70 gr di pancetta
1 bicchiere di brodo vegetale o di acqua calda
1 cipolla bianca
4 cucchiai di olio extravergine
2 rametti di menta fresca
Sale q.b.
Pepe bianco q.b.
 
Procedimento
 
Aprite i baccelli delle fave, estraete i semi, eliminate i cappelletti e lavate con cura.
Pulite e tagliate la cipolla a fettine, e la pancetta a fettine.
In una padella o casseruola scaldate quattro cucchiai d’olio, unite la cipolla, la pancetta, le foglie spezzettate di un rametto di menta e fate dorare per qualche minuto poi aggiungete le fave, il bicchiere di brodo vegetale e pochissimo sale poiché la pancetta è già piuttosto salata (personalmente non lo aggiungo).
Continuate la cottura fino a quando le fave saranno cotte (circa 10/15 minuti), poi unite le foglie del rametto di menta spezzettate e il pepe a piacere.
Lasciate insaporire per un minuto e servite.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

venerdì 24 maggio 2024

Malfatti di spinaci

I Malfatti sono un primo piatto tradizionale della cucina lombarda.
L'impasto viene amalgamato e arrotolato in piccoli cilindri della lunghezza di circa 4/5 cm. Sistemati su vassoi, vengono quindi lessati e conditi con burro, salvia o pomodoro.
Gli spinaci sono un ortaggio a foglia verde originario della Persia.
La loro raccolta avviene da ottobre a maggio ma possiamo trovarli surgelati anche negli altri mesi dell’anno.
Sono ricchi di fibre, sali minerali, vitamina A e antiossidanti e possiedono poche calorie.
Contengono molto ferro, tuttavia, circa il 95% di esso è inutilizzabile come nutriente in quanto presente nella forma non-eme, il cui assorbimento è limitato rispetto al ferro in forma eme, presente, ad esempio, nella carne e negli alimenti di origine animale.
Inoltre, negli spinaci, come in molti vegetali, vi sono alcuni nutrienti che possono ostacolare ulteriormente l’assorbimento di ferro, come gli ossalati ed i fitati.
La presenza di ossalati sconsiglia il consumo eccessivo a chi soffre di calcoli renali in quanto ne favorisce la formazione; tuttavia per neutralizzare gli ossalati basta consumare insieme agli spinaci del formaggio.
Da assumere con cautela anche in caso di terapia anticoagulante, in quanto contenenti la vitamina K1 che può interferire con i farmaci fluidificanti.

 
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Ingredienti per 6 persone:
 
1 kg di spinaci
200 gr di ricotta vaccina freschissima
250 gr di farina
130 gr di burro
120 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato
1 uovo
Mezza cipolla bianca
1 pizzico di noce moscata
7 foglie di salvia
Sale e pepe q.b.
 
Procedimento
 
Pulite gli spinaci e lavateli senza sgrondarli.
Cuoceteli in una pentola per tre minuti con la sola acqua rimasta aderente.
Girateli continuamente con due cucchiai.
Scolateli bene e lasciateli intiepidire, strizzateli con le mani e tritateli.
Sciogliete 30 gr di burro in una padella e fate stufare la cipolla tagliata finemente, aggiungete gli spinaci, il sale, la noce moscata, il pepe e lasciate cuocere ancora per un paio di minuti.
Togliete dal fuoco e fate intiepidire.
Versate in una ciotola capiente gli spinaci, unite la ricotta ben scolata, l’uovo e due terzi del Parmigiano e mescolate.
Aggiungete mescolando, poco alla volta, 200 gr di farina setacciata.
Lavorate bene l’impasto per renderlo omogeneo e formate, con le mani inumidite di acqua, dei cilidretti di circa 4 o 5 cm.
Passateli nella farina rimasta e rivestiteli uniformemente.
Portate a bollore 4 litri di acqua salata.
In una padella capace sciogliete il burro rimasto, unite le foglie di salvia e fate rosolare fino a quando prenderà colore.
Tuffate i malfatti nell’acqua in ebollizione, fate riprendere il bollore e cuoceteli per pochi minuti.
Raccoglieteli, con un mestolo forato, mano mano che vengono a galla e versateli nel burro fuso, mescolate.
Serviteli cosparsi con il Parmigiano rimasto.
 

domenica 12 maggio 2024

Zucchine tonde ripiene

La pianta che produce le zucchine è originaria dell'America centro-meridionale e appartiene alla famiglia delle curcubitacee, la stessa dei cetrioli, delle zucche, dei meloni. Ne esistono di diverse varietà: verde di Milano, rampicante, bianca, striata, tonda di Nizza. Sono un prodotto dell'orto tipico della tarda primavera e dell'estate, ma ormai sono reperibili sul mercato tutto l'anno.
Le zucchine forniscono poche calorie e sono ricche di sali minerali quali potassio, fosforo, calcio e ferro. Contengono anche una discreta quantità di vitamina E (potente antiossidante), vitamina C, acido folico (vit. B9), di zeaxantina e di luteina.
Hanno proprietà antiinfiammatorie, diuretiche, lassative e quindi disintossicanti.
Sceglietele sempre piccole, molto sode, con la buccia lucida e cucinatele nel giro di 3 o 4 giorni per non perdere le loro preziose qualità nutritive.


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Ingredienti per 4 persone:
 
4 zucchine tonde medie
200 gr. di polpa di manzo tritata
50 gr. di prosciutto crudo tritato
1 uovo
50 gr. di pane raffermo
Latte q.b.
3 cucchiai di Parmigiano Reggiano grattugiato
2 cucchiai di farina di mais tostata per impanature (o, in alternativa, pangrattato)
3 rametti di prezzemolo
Timo, maggiorana, rosmarino, q.b.
80 gr di Fontina o di Toma o di qualunque formaggio filante
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.
 
Procedimento

Lavate le zucchine, fatele lessare in acqua bollente salata per 15 minuti.
Scolate e fatele intiepidire su della carta da cucina.
In una tazza mettete il pane raffermo e bagnatelo abbondantemente con il latte.
Tagliate la calottina, togliete la polpa formando così delle scodelline.
Strizzate bene la polpa con le mani, adagiatela su di un telo da cucina pulito, piegatelo a fagotto e premetelo con le mani per eliminare il liquido di vegetazione e asciugare la polpa, quindi tritatela e ponetela in una ciotola.
Tritate insieme il timo, la maggiorana, il rosmarino e il prezzemolo e aggiungete tutto alla polpa delle zucchine.
Unite la carne di manzo, il prosciutto, l’uovo, il Parmigiano Reggiano, il pane raffermo strizzato molto bene, 2 cucchiai di farina di mais tostata e il sale (tenete presente che il prosciutto è già piuttosto salato). Amalgamate molto bene tutto e, se è il caso, aggiungete ancora del mais o del pangrattato per raggiungere la giusta consistenza.
Tagliate a fette la Fontina.
Ungete le scodelline di zucchine con un pochino d’olio, sia dentro che fuori.
Farcitele con il composto di carne, allineatele in una teglia da forno, distribuite sopra le fettine di formaggio, spolverizzate con un po’ di Parmigiano e mais.
Coprite con le calottine.
Versate sul fondo della teglia mezzo bicchiere d’acqua, infornate (forno già caldo a 200°) per 20/30 minuti.
Estraete le zucchine dal forno, posatele su di un piatto da portata e servite.
 
 

martedì 7 maggio 2024

Millefoglie di zucchine

La pianta che produce le zucchine è originaria dell'America centro-meridionale e appartiene alla famiglia delle curcubitacee, la stessa dei cetrioli, delle zucche, dei meloni. Ne esistono di diverse varietà: verde di Milano, rampicante, bianca, striata, tonda di Nizza. Sono un prodotto dell'orto tipico della tarda primavera e dell'estate, ma ormai sono reperibili sul mercato tutto l'anno.
Le zucchine forniscono poche calorie e sono ricche di sali minerali quali potassio, fosforo, calcio e ferro. Contengono anche una discreta quantità di vitamina E (potente antiossidante), vitamina C, acido folico (vit. B9), di zeaxantina e di luteina.
Hanno proprietà antiinfiammatorie, diuretiche, lassative e quindi disintossicanti.
Sceglietele sempre piccole, molto sode, con la buccia lucida e cucinatele nel giro di 3 o 4 giorni per non perdere le loro preziose qualità nutritive.


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Ingredienti per 4 persone:
 
1 rettangolo di pasta sfoglia
300 gr di zucchine piccole
100 gr di prosciutto cotto a fettine
100 ml di panna fresca da cucina (o anche a lunga conservazione)
100 ml di brodo vegetale
2 tuorli
20 gr di burro
Succo di un limone
1 pizzico di curry
6 fili di erba cipollina
Sale fino q.b.
 
Procedimento
 
Riscaldate il forno (statico) a 200°.
Foderate una placca con carta da forno bagnata e strizzata.
Srotolate la pasta sfoglia e lasciate sulla sua carta.
Ricavate dalla pasta 10 quadrati di uguale misura e allineateli sulla placca.
Versate i tuorli in una ciotolina e sbatteteli con una forchetta.
Spennellate un velo sottile di tuorlo su quattro quadrati e infornateli tutti e dieci per 15 minuti, tenete da parte i restanti tuorli sbattuti.
Sfornate e lasciate raffreddare.
Una volta raffreddati tagliateli a metà in orizzontale, otterrete venti quadratini.
Nel frattempo, spuntate le zucchine, lavatele, asciugatele e tagliatele a strisce o a rondelle (come preferite).
Fatele cuocere in una padella con venti grammi di burro per dieci minuti, poi salate.
Tagliate le fette di prosciutto in modo da ottenere sedici quadratini delle dimensioni di quelli della pasta sfoglia.
Fate ridurre il brodo vegetale a metà, unitevi la panna e fate addensare per tre minuti.
Emulsionate ai tuorli rimasti il succo del limone, il pizzico di curry e incorporateli al brodo caldo, a filo, mescolando con una frusta a mano, aggiungete l’erba cipollina tagliuzzata con le forbici.
Spalmate i quadrati di sfoglia con la salsa al curry, tutti TRANNE quelli che avevate spennellato con l’uovo.
Appoggiate sulla salsa il prosciutto e le zucchine calde.
Impilate le sfogliatine formando quattro mucchietti e mettete i quadratini spennellati d’uovo in cima.
Fermate ogni sfogliatina con uno stecchino.
Trasferite sul piatto di portata e servite.
 

sabato 27 aprile 2024

Orata al forno con patate e limone

L'orata è oggetto di pesca sportiva e commerciale su tutte le coste mediterranee. In crescita è l'allevamento in acquacoltura, importante voce dell'economia di molte località costiere lungo tutta la costa europea mediterranea. In Italia particolarmente rinomato è l'allevamento (in vasca a terra come in gabbie in mare) nelle lagune adriatiche e lungo le coste toscane soprattutto nella Laguna di Orbetello e nella zona di Capalbio e Ansedonia
Quella pescata presenta carni più magre di quella d'allevamento (dovuto alla minor possibilità di muoversi e alla maggior quantità disponibile di cibo di queste ultime); segnalato anche un maggior contenuto di acidi grassi essenziali. È un pesce dalle carni molto pregiate, prive o quasi di lische,  paragonabile al branzino. Può essere cotto intero al forno, al sale, farcito, alla griglia o in court-bouillon, ma può anche essere sfilettato e cotto a filetti. Nel tipo di preparazione che s'intende fare, molto importante è la pezzatura, 4-500 gr. in padella, 700-2 kg al forno o al sale, oltre i 2 kg alla griglia, o sfilettandola preparando il carpaccio crudo. È abbastanza semplice distinguere il pesce d'allevamento rispetto a quello selvaggio. pescato, dalla colorazione che risulta più vivace, con sfumature rosate negli esemplari pescati Per verificare che il pesce sia fresco, assicuratevi che abbia un occhio ben convesso, la pupilla brillante, la pelle argentea,  le squame ben aderenti e le branchie color rosso vivo.

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Ingredienti per 4 persone:

1 orata eviscerata e squamata da circa 900 g

4 patate medie
1 limone bio
1 foglia di alloro
2 rametti di rosmarino
2 rametti di maggiorana
1 spicchio d’aglio
Olio extravergine d’oliva q.b.
Pepe bianco q.b.
Sale rosa grosso (va bene anche quello bianco) q.b.

Procedimento

Lavate le patate, NON sbucciatele (assorbirebbero troppa acqua), mettetele in una pentola con dell’acqua fredda e portate a bollore, lasciate cuocere per cinque minuti.

Scolatele e lasciate raffreddare.
Lavate il limone e tagliatelo a fettine.
Tritate gli aghetti di un rametto di rosmarino e tenete  da parte, lo distribuirete sopra alle patate e al pesce prima d’infornare.
Nel frattempo, sciacquate l’orata sotto l’acqua corrente, sia all’interno sia all’esterno e tamponatela con della carta da cucina.
Farcite con le erbe aromatiche rimaste, l’aglio e due fettine di limone.
Pelate le patate e tagliatele a spicchi.
Oliate una teglia da forno, distribuite gli spicchi di patate e le fettine di limone rimaste tagliate a metà. Salate, pepate, distribuite il trito di rosmarino,  tenuto da parte, irrorate con l'olio e infornate, forno statico preriscaldato a  200°, per 40minuti.
Ogni tanto girate le patate per farle arrostire bene da tutti i lati.
Per essere certi che l’orata sia ben cotta controllate sotto le branchie che dovranno diventare marroni e sollevate il ventre la cui carne dovrà essere opaca.
Sfornate e servite.

lunedì 22 aprile 2024

Scarpaccia salata di Camaiore

La scarpaccia è un piatto tradizionale toscano diffuso soprattutto in provincia di Lucca. Ne esistono numerose varianti, di cui le principali sono la scarpaccia viareggina, dolce, e la scarpaccia camaiorese, salata.

Solitamente la sua preparazione avveniva in primavera usando zucchine piccole e appena raccolte.

L’altezza della preparazione non deve superare un centimetro.

Tradizionalmente era cotta dai fornai alla fine della giornata, sfruttando il calore residuo del forno appena spento.

Sull’etimologia del nome ci sono diverse versioni, una afferma che deriva "dal fatto che, una volta cotta, ha lo spessore d’una suola di scarpa vecchia: una scarpaccia".

Un’altra sostiene che è legato al fatto di essere un piatto povero, di poco conto, come una vecchia scarpa.

Infine, la leggenda narra che Castruccio Castracani, signore e duca di Lucca, mentre percorreva la valle del Serchio nella zona di Colognora e castello di Val di Roggi, si trovò a corto di viveri e chiese ai contadini di rifornirli. Questi portarono zucchine, farina, uova e latte che, amalgamate furono poi cotte.

Era nata la Scarpaccia.



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Ingredienti per 4 persone

400 gr di zucchine

2 cipolle piccole
150 gr di farina
30 gr di burro
2 uova
100 ml di latte
5 foglie di basilico
3 rametti di timo
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale e pepe q.b. 

Procedimento 

Lavate gli zucchini, pelate la cipolla, tagliate tutto a fettine sottili e mettete  in una scodella per due ore in modo che rilascino l'acqua di vegetazione.

In una ciotola sbattete le uova e aggiungete, poco alla volta, la farina alternandola con il latte, infine unite il sale, il pepe, gli aghetti di timo e quattro cucchiai d'olio.
Amalgamate gli ingredienti fino a ottenere una pastella liscia e senza grumi.





Unite le zucchine, le cipolle e le foglie spezzettate del basilico.



Imburrate una teglia e versate il composto livellandolo in maniera che sia alto un centimetro.
Irrorate con un pochino d’olio e mettete in forno già caldo a 180°C.
Lasciate cuocere per circa un’ora fino a quando sarà croccante.
Sfornate e servite.

 

 

 

 

 

 

 

venerdì 12 aprile 2024

Insalata di cuori di palma

Il cuore di palma, denominato anche palmito, è un alimento conosciuto in tutto il mondo e apprezzato per il suo sapore delicato simile a quello dell’asparago bianco.
Si ricava dalla parte interna del tronco di alcune varietà di piante: il chontaduro, il cocco ecc.
Sono delle specie spontanee che crescono in diversi luoghi soprattutto dell’America Meridionale, ma visto l’aumento della richiesta, oggi sono coltivate per essere lavorate dall’industria agroalimentare e vendute in tutto il mondo.
Attualmente la maggior produzione è in Brasile ed è diventata di tipo intensivo ed è comunemente venduto confezionato in barattoli di vetro conservato sotto salamoia.
È ricco di proprietà nutrizionali date dal notevole apporto di fibre, potassio, zinco, ferro, calcio, fosforo, rame, vitamina B2, B6 e vitamina C.
Queste caratteristiche apportano al nostro organismo notevoli benefici:
Rafforza il sistema immunitario grazie all’alta percentuale di vitamina C che contribuisce anche alla prevenzione di raffreddori, influenze e infezioni.
Grazie allo zinco aiuta la cicatrizzazione e il rinnovamento cellulare.
Le fibre aiutano a rafforzare la salute dell’apparato digerente.
Aiuta a prevenire e combattere l’anemia grazie all’acido folico.
Equilibra la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca grazie al potassio.
Infine, grazie alle vitamine B2 e B6 aiuta l’attività fisica e l’umore.
Le pochissime calorie in esso contenute rendono ideale il suo consumo nelle diete ipocaloriche.
L’utilizzo in cucina è piuttosto vario, infatti, il suo sapore delicato e fresco ne fa un ottimo accompagnamento a piatti di carne o di pesce, oppure si può consumare in insalata, da solo o con altri ortaggi, gratinato o servito con una salsa a base di maionese e senape.
Infine, è bene controllare prima dell’acquisto, che la salamoia in cui sono contenuti sia limpida e che i cuori siano ben compressi tra loro e che non galleggino.

Fonte: Tutto Green


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Ingredienti per 4 persone:


1 confezione di cuori di palma
100 gr di pomodorini
150 gr di insalatina verde
Qualche foglia di basilico
1 rametto di maggiorana
Succo di limone
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale fino q.b.

Procedimento


Lavate e sgrondate l’insalatina, il basilico, la maggiorana e mettete tutto in una ciotola o in quattro se preferite.
Lavate i pomodorini, tagliateli a metà e aggiungeteli nella ciotola.
Scolate bene i cuori di palma, tagliateli a rondelle (più o meno spesse dipende dai vostri gusti) e uniteli agli altri ingredienti.
Preparate una vinaigrette spremendo il succo del limone in un bicchiere, aggiungete il sale, l’olio e emulsionate bene, versate nella ciotola, mescolate e servite.

 

venerdì 29 marzo 2024

Toast vegetariani con spinacini e scalogni

Il toast è un tipo di pane in cassetta, tagliato a fette, che viene rosolato con del calore secco, generalmente all'interno di un elettrodomestico specifico, detto tostapane. La tostatura lo rende croccante e piacevole al gusto.
In Italia viene comunemente definito toast una coppia di fette di pane in cassetta farcite  con formaggio e con affettato (generalmente prosciutto cotto), ma ormai sono innumerevoli le varianti utilizzate.
Il termine deriva dall'inglese toast, che a sua volta deriva dal latino tostus.



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Ingredienti per 2 persone:

4 fette di pane per toast
200 g di spinacini
2 scalogni
4 fette non troppo spesse di Fontina
2 cucchiai d’ olio extravergine d’oliva

Procedimento

Lavate gli spinacini e sgrondateli.
In una padella antiaderente scaldate l’olio e unite gli scalogni puliti e tagliati a rondelle.
Lasciateli dorare per 5 minuti poi unite gli spinacini e fate stufare per 2 o tre minuti.
Dovranno risultare ben asciutti.
Disponete una fetta di formaggio su ogni fetta di pane poi aggiungete gli spinancini e gli scalogni, mettete un’altra fetta di fontina e ultimate con una fetta di pane.
Fate tostare e servite subito.




giovedì 14 marzo 2024

Bastoncini di mozzarella impanati e fritti

La mozzarella è uno dei formaggi fondamentali per la dieta mediterranea e tra i più amati e consumati dagli italiani.
Estremamente versatile, è ottima consumata al naturale o aggiunta alla classica pizza o a una miriade di ricette iniziando dalla classica parmigiana.
È un alimento ricco di proprietà, ideale per una sana ed equilibrata alimentazione.
Si distingue, oltre che per le varietà legate al tipo di latte utilizzato (mucca, bufala), anche per le forme differenti: dalla classica arrotondata alla treccia, fino alle accattivanti ciliegine.
Tuttavia, non è un formaggio magro, infatti la mozzarella di vaccina classica si aggira intorno ai 120 grammi e possiede circa 320 calorie.
È ricca di proteine che assicurano la presenza di aminoacidi essenziali, di calcio, fosforo, potassio e sodio.
Tra le vitamine troviamo un buon quantitativo di vitamina A e di betacarotene.


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Ingredienti per 4 persone.

3 mozzarelle

2 uova
Farina di semola q.b.
Pangrattato q.b.
Sale fino q.b.

Procedimento

Mettete le mozzarelle in un colino e lasciatele scolare bene in frigorifero.

Una volta ben scolate, asciugatele con della carta da cucina e tagliatele a bastoncini di circa un cm. caduno.
Sbattete le uova con un pizzico di sale.
Passate i bastoncini nella farina poi nell’uovo e infine nel pangrattato.
Se volete una panatura più consistente potete ripassare nuovamente i bastoncini nell’uovo e poi nel pangrattato.
Scaldate abbondante olio in una padella e una volta raggiunta la temperatura (attenzione a non farlo fumare) immergete i bastoncini, pochi per volta, e lasciate cuocere alcuni minuti per lato.
Scolateli e metteteli su di un foglio assorbente per fritti per eliminare l’unto in eccesso.
Serviteli ben caldi accompagnati da una fresca insalata.

 

sabato 9 marzo 2024

Pollo glassato all'arancia

La carne di pollo è ricca di proteine nobili indispensabili all’organismo per rinnovare i tessuti, e di aminoacidi ramificati utili nel metabolismo dei muscoli e nell’aiutare allo smaltimento delle tossine che si formano quando si svolge un inteso lavoro fisico. Possiede un discreto contenuto di vitamine del gruppo B e di ferro. La ridotta presenza di tessuto connettivo e il diametro ridotto delle sue fibre rendono la carne di pollo facilmente digeribile.
L'arancia è sicuramente uno degli agrumi più amati e graditi da grandi e da piccini. Questi deliziosi frutti possiedono moltissime proprietà, sono drenanti, antinfiammatori, depurativi e anti ossidanti. Hanno poche calorie (circa 35/40 ogni 100 gr) ed essendo ricchi di fibre e di acqua sono degli ottimi alleati per chi vuole mantenere la linea.
Sono ricchi di vitamina C e di vitamine del gruppo B e P; contengono anche una buona percentuale di sali minerali e molti acidi organici come l'acido citrico (utilissimo in caso di calcolosi renale).
Sarebbe utile consumare anche un po' della pellicola bianca che si trova sotto la buccia e che, solitamente, rimane leggermente attaccata al frutto, perché la fibra in essa contenuta regola l'assorbimento degli zuccheri, delle proteine e dei grassi, non solo, ma favorisce anche il transito intestinale.
Esistono molteplici varietà di arance suddivise in due grandi gruppi:
Le bionde con le varietà Valencia naveline e ovale, ideali da mangiare.
Le pigmentate con le varietà tarocco, sanguinella e moro, ideali da spremere.
Si ritiene che il paese d'origine degli aranci sia la Cina da dove si diffusero nel mondo. Nel 1300 gli Arabi li portarono in Sicilia, dove, tuttora è concentrata la maggiore produzione. L'Italia produce 2,5 milioni di tonnellate di arance e questo ci colloca al quinto posto tra i maggiori produttori mondiali dopo il Brasile, gli Stati Uniti, la Cina, il Messico e la Spagna.
La raccolta avviene tra ottobre e fine giugno.


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Ingredienti per 4 persone:

1 pollo da circa 1 kg e mezzo tagliato a pezzi
2 arance bio
4 patate grandi
3 cucchiai di miele d’acacia
2 cucchiai di aceto di mele
4 rametti di rosmarino
1 spicchio d’aglio
4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
Sale e pepe bianco q.b.

Procedimento

Scaldate l’olio in una padella, unite lo spicchio d’aglio intero, i rametti del rosmarino e i pezzi di pollo, salate e pepate. Fate rosolare per 20 di minuti, girando spesso.
Nel frattempo, sciogliete il miele nell’aceto, spremete un’arancia e unite il succo all’emulsione di miele e aceto. Lavate bene l’altra arancia e tagliatela a rondelle recuperate il succo perso durante il taglio e unitelo all’emulsione di miele e aceto, tenete da parte le fettine d’arancia.
Pelate le patate e tagliatele a tocchetti.
Trascorsi i 20 minuti, unite le patate e lasciate insaporire per qualche minuto, eliminate lo spicchio d’aglio, irrorate tutto con la salsa di aceto miele e arance.
Lasciate cuocere ancora per circa 10 minuti e unite le fettine d’arancia, continuate la cottura ancora per 10 minuti.
Servite subito.



venerdì 23 febbraio 2024

Panzerotti con radicchio Gorgonzola e noci

Non si conosce con esattezza il periodo della nascita di questo formaggio erborinato: tracce storiche se ne hanno a partire del XV secolo, nella cittadina di Gorgonzola, nei pressi di Milano, da cui prende anche il nome. Nell'Ottocento la sua produzione crebbe sensibilmente e fu esportato, oltre che in altri territori italiani, anche in Inghilterra.
Nel 1996, questo delizioso formaggio è stato riconosciuto dalla Comunità Europea e registrato nella lista dei prodotti DOP con Reg. Cee n° 1107/96. La forma, del peso di 12 kg circa, riporta su entrambe le facce il marchio di origine ed è avvolta in fogli di alluminio riportanti il contrassegno caratteristico della denominazione protetta "gorgonzola”.
È prodotto dal latte intero di vacca Di Origine Protetta (DOP) ) della provincia di Milano e le sue zone di produzioni storiche sono le province di Milano, Como, Pavia e Novara.  Quest'ultima è diventata nell'ultimo secolo la principale produttrice.

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Ingredienti per 4 persone

2 rotoli di pasta sfoglia rettangolari da 250 g/cad.

1 cespo di radicchio rosso lungo di circa 300 g
1 cipolla piccola
150 g di Gorgonzola dolce
10 noci
1 tuorlo d’uovo.
2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale fino q.b.

Procedimento

Eliminate dal radicchio le prime foglie poi tagliatelo a striscioline e lavatelo. Mettetelo a scolare in uno scolapasta.

Pulite la cipolla e tagliatela a dadini.
Scaldate 2 cucchiai d’olio in una padella e unite la cipolla.
Lasciate dorare per qualche minuto poi unite il radicchio, salate, fatelo stufare per 10 minuti poi lasciatelo raffreddare.
Accendete il forno statico a 180°.
Rompete le noci e tagliate grossolanamente i gherigli.
Tagliate il Gorgonzola a pezzetti.
Srotolate la pasta sfoglia e ricavate da ognuna dei cerchi , aiutandovi con un coppa pasta o un bicchiere, di circa 7-8 cm di diametro.
Rimpastate gli scarti e ricavate dei cerchi più piccoli.
Distribuite su ogni cerchio, un po’ di radicchio, qualche pezzetto di gorgonzola e dei pezzetti di noci.
Chiudete a metà i cerchi a formare una mezza luna.
Sigillate bene i bordi inumidendoli con un pochino d’acqua.
Mettete un foglio di carta da forno sulla leccarda o su una pirofila  e adagiatevi sopra i panzerotti.
Sbattete il tuorlo d’uovo con un cucchiaino d’acqua e spennellatelo sulla superficie dei panzerotti.
Infornate e lasciate cuocere per circa 15 minuti fo fino a quando saranno ben dorati.
Sfornate e servite.

 

 

 

 

 

domenica 18 febbraio 2024

Coda alla vaccinara

La coda alla vaccinara è una ricetta tipica romana molto amata e conosciuta che, purtroppo, è considerata da sempre l’emblema di una particolare romanità, greve e caciarona.
In realtà si tratta di un piatto regale che ha come unico neo la preparazione che è piuttosto difficile e si rischia, se non fatta a dovere, di trasformarlo in un lesso. Figlia della cucina “povera” la ricetta originale era un piatto ricchissimo a cui spesso venivano aggiunti anche i “gaffi”, cioè le guance del bovino.
La preparazione originale nasce verso il 1887 nel quartiere romano di Testaccio, nella zona antistante il mattatoio e precisamente nel “Ristorante Checchino”.
Una volta macellate le carni e confezionati i primi quattro quarti destinati alle tavole dei nobili, del clero, dei soldati e della borghesia, il quinto quarto (ovvero tutti gli scarti e le frattaglie) veniva consegnato ai macellai e vaccinari.
Tutt'oggi al ristornate, ancora gestito dalla stessa famiglia, si può assaggiare la ricetta originale della coda alla vaccinara.

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Ingredienti per 4 persone:

2 kg di coda di manzo già tagliata

100 gr di lardo
1 cipolla
1 carota
2 spicchi d’aglio
1 bicchiere di vino bianco secco
1 kg di pomodori (o 400 gr di  pelati)
1 sedano bianco piccolo (solo le coste, niente foglie)
2 cucchiai di pinoli
30 gr di uva passa
1 cucchiaino di cioccolato fondente amaro grattugiato
2 chiodi di garofano
1 pizzico di noce moscata
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.
Pepe q.b.

Procedimento

Lavate bene la coda e asciugatela.

Tritate il lardo in modo da formare un pesto.
Pulite e tritate la cipolla e l’aglio.
Pelate la carota e tagliatela a tocchetti.
Pelati i pomodori, eliminate i semi e tagliateli a pezzetti.
Mettete a bagno l’uva passa.
In un ampio tegame dal fondo spesso scaldate un cucchiaio d’olio e fate soffriggere il pesto di lardo, unite la coda e fatela rosolare da tutti i lati, aggiungete la cipolla tritata, l’aglio, i cubetti di carota, i chiodi di garofano, la noce moscata, sale e pepe.
Dopo qualche minuto, sfumate con il vino bianco e coprite.
Lasciate cuocere per un quarto d’ora poi unite i pomodori.
Proseguite la cottura ancora per un’ora quindi ricoprite tutto con dell’acqua calda, coperchiate e lasciate cuocere a fuoco bassissimo finché la carne non si stacca dall’osso, ci vorranno dalle quattro alle cinque ore.
Nel frattempo, lavate le coste di sedano e togliete i fili
Lessateli per una decina di minuti, scolateli e tagliateli a tocchetti.
In un altro recipiente versate un po’ del sugo della coda, unitevi il sedano, i pinoli, l’uva passa ben strizzata, e la cioccolata.
Lasciate insaporire poi versate questa salsa sulla coda al momento di servire.
Ovviamente tutto caldo.