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mercoledì 29 ottobre 2025

Gnocchi con salsa di gorgonzola e noci

Non si conosce con esattezza il periodo della nascita di questo formaggio: tracce storiche se ne hanno a partire del XV secolo, nella cittadina di Gorgonzola, nei pressi di Milano, da cui prende anche il nome. Nell'Ottocento la sua produzione crebbe sensibilmente e fu esportato, oltre che in altri territori italiani, anche in Inghilterra. Nel 1996, questo delizioso formaggio è stato riconosciuto dalla Comunità Europea e registrato nella lista dei prodotti DOP con Reg. Cee n° 1107/96. La forma, del peso di 12 kg circa, riporta su entrambe le facce il marchio di origine ed è avvolta in fogli di alluminio riportanti il contrassegno caratteristico della denominazione protetta "gorgonzola”.
É un formaggio erborinato prodotto dal latte intero di vacca Di Origine Protetta (DOP) ) della provincia di Milano e le sue zone di produzioni storiche sono le province di Milano, Como, Pavia e Novara.  Quest'ultima è diventata nell'ultimo secolo la principale produttrice.
Fonte: Wikipedia 
 

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Ingredienti per 4 persone:
 
Per gli gnocchi:
1 kg di patate
250 gr di farina
1 uovo
Sale q.b.
 
Per condire:
200 gr di gorgonzola dolce
30 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato
30 gr di burro
150 ml di latte
15 noci
Qualche foglia di salvia
 
Procedimento
 
Fate lessare le patate in abbondante acqua, sbucciatele e passatele ancora calde, nello schiacciapatate.


Aggiungete la farina, l’uovo e il sale. Impastate con cura, formate un rotolo, tagliatelo in fette, spesse circa 2 cm.



Su di un piano infarinato arrotolate con le mani le singole fette e formate un cilindretto spesso un dito e ritagliate gli gnocchi di 2 cm circa l’uno.
Passateli con l’aiuto del pollice sui rebbi di una forchetta o sull’apposito attrezzo  per dargli la caratteristica forma.


Tagliate a cubetti il gorgonzola. Schiacciate le noci, tenete metà dei gherigli interi,  tritate i rimanenti.
In un’ampia padella, a fuoco bassissimo, sciogliete il burro con le foglie di salvia intere e le noci. Dopo un minuto eliminate le foglie di salvia e unite il latte e, prima che prenda bollore, aggiungete il gorgonzola.
Fatelo fondere dolcemente, mescolandolo fino a completa fusione, spegnete il fuoco, aggiungete il  Parmigiano Reggiano e amalgamate il tutto.
Lessate gli gnocchi in abbondante acqua salata. Quando gli gnocchi saliranno a galla scolateli con una schiumarola e aggiungeteli alla crema di gorgonzola e noci.
Amalgamate delicatamente e servite subito.
 
Consiglio: Gli gnocchi non vanno preparati con largo anticipo ( non alla mattina presto   consumarli a pranzo o peggio a cena). Se volete portarvi avanti con il lavoro, potete prepararli e poi metterli su di un vassoio coperto da carta da forno, non sovrapposti e surgelarli. Dopo un’ora toglieteli dal vassoio e metteteli in un sacchetto da freezer (velocemente),chiudetelo e rimettetelo nel surgelatore. Al momento di consumarli, non scongelateli ma gettateli direttamente nell’acqua in ebollizione.
 

domenica 31 agosto 2025

Pesce spada con salsa di limone e capperi

Il pesce spada appartiene alla categoria dei pesci così detti “azzurri”, possiede carni magre delicate e molto pregiate.
È ricco di acidi grassi essenziali (Omega3), di vitamine del gruppo B, di retinolo (vitamina A), di sali minerali come il potassio, il fosforo, il selenio e di proteine ad alto valore biologico.


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Ingredienti per 4 persone:
 
4 tranci di pescespada da circa 150 gr/cad
2 limoni biologici (solo succo)
1 mazzettino di prezzemolo
1 cucchiaio di capperi sottaceto
1 spicchio d’aglio (facoltativo)
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale  fino q.b.
 
Procedimento
 
Lavate e sgrondate il mazzettino di prezzemolo poi tritatelo con lo spicchio d’aglio e i capperi strizzati per eliminare l’aceto.
Mettete il trito ottenuto in una ciotola,aggiungete  il sale e due cucchiai d’olio.
Amalgamate fino ad ottenere una salsa omogenea, se è il caso aggiungete ancora dell’olio.
In un’ampia padella scaldate due cucchiai d’olio poi adagiatevi i tranci di pescespada uno accanto all’altro in modo che non si sovrappongano.
Fateli dorare circa 3 minuti per parte.
Distribuite il trito di prezzemolo e capperi in modo uniforme sul pesce.
Irrorate con il succo filtrato dei limoni e cuocete ancora 5 minuti, girate i tranci a metà cottura.
Servite ben caldo guarnendo con fettine di limone.

mercoledì 16 aprile 2025

Brazadel- Corona pasquale trentina

Il Brazadel è un dolce pasquale, tipico del Trentino; è una ciambella morbida composta da ingredienti semplici e richiede diverse ore di lievitazione per ottenere una consistenza morbida.
Probabilmente il suo nome deriva dal latino brachium, cioè braccio. La connessione con la parola braccio potrebbe significare che preparato l’impasto lo si faccia poi abbracciare per creare una ciambella.
Altre fonti riferiscono che la forma a ciambella fosse funzionale ad infilare il dolce direttamente nel braccio.
Le donne che preparavano il brazadel ne infilavano diversi nel braccio per poi portarli di casa in casa e lo stesso gesto di metterli nel braccio dei bambini era considerato ben augurante.
L’usanza potrebbe derivare dall’abitudine dei monaci di portare il dolce al braccio nel giorno di Pasqua, per consumarlo a bocconi durante tutto l’arco della giornata.
In Italia esistono molte varianti di questo dolce, in Romagna, ad esempio, si presenta come un grande pane, senza buchi, e ritroviamo ciambelle pasquali lungo tutta la costa adriatica, fino in Puglia.


 
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Ingredienti per una forma  con un diametro di 26/28 cm
 
500 gr di farina 00
180 ml di latte
75 gr di zucchero semolato
2 tuorli
1 uovo intero
100 gr di burro ammorbidito
½ buccia di un limone bio
½ buccia di un’arancia bio
2 cucchiai di rum
Granella di zucchero q.b.
1 cubetto di lievito di birra fresco
1 pizzico di sale fino
 
Procedimento
 
Sbriciolate il lievito in 75 g di latte e amalgamate con 100 g di farina in modo da preparare il lievitino. Copritelo con un telo e lasciatelo lievitare per un’ora.
Trascorso il tempo, versate il resto della farina in una ciotola, unite lo zucchero, versate al centro il latte rimasto, un tuorlo, l’uovo intero, la scorza grattugiata della mezza arancia e del mezzo limone, un pizzico di sale e i due cucchiai di rum.
Incominciate ad impastare e, appena gli ingredienti si sono amalgamati, incorporate il lievitino e impastate per inglobare bene.
Unite il burro ammorbidito e lavorate l’impasto finché non sarà elastico ed omogeneo.
Mettetelo in una ciotola, copritelo con un telo e lasciatelo lievitare, lontano da correnti d’aria, per un’ora e mezza poi rovesciatelo sulla spianatoia infarinata, dividetelo in sei palline e appiattitele leggermente.
Imburrate e infarinate una pirofila per ciambella, appoggiate le sei porzioni ottenute una a fianco dell’altra, leggermente sovrapposte, a creare una corona, sbattete il tuorlo rimasto con due cucchiai di latte e con metà dell’emulsione ottenuta, spennellate e lasciate lievitare ancora quaranta minuti.
Accendete il forno (statico) a 180°C e portatelo a temperatura.
Spennellate nuovamente la corona con il composto rimasto e cospargetela con la granella di zucchero.
Infornate collocando la placca nella parte bassa del forno e lasciate cuocere per trenta minuti circa e, se dovesse colorirsi troppo, coprite con un foglio di alluminio per consentire il completamento della cottura senza bruciare la parte superiore.
Una volta raffreddata, servitela accompagnata da ovetti di cioccolato inseriti nel foro centrale.
 
 
 
 
 

mercoledì 19 luglio 2023

Gamberi all'alioli

L’alioli (dal catalano allioli, dall'occitano alhòli, dal provenzale aiòli, cioè ai-oli, alh-òli, "aglio ed olio"), è una salsa dal sapore molto forte, a base di uova, aglio, olio di oliva e limone originaria della città di Valencia in Catalogna ma esportata anche in Provenza.
La versione classica prevede l'uso di aglio, schiacciato in un mortaio, al quale viene aggiunto a filo dell'olio di oliva, mescolando continuamente fino ad ottenere un composto cremoso. L'aggiunta troppo rapida di olio scompone l'emulsione e l'aioli "impazzisce".
L'alioli è servito come antipasto insieme al pane o alle olive o accompagnato ai piatti di pesce, di carne o alle verdure.
Nella ricetta provenzale si battono nel mortaio quattro o cinque spicchi d'aglio con del sale grosso, sino a ottenere una crema densa, si aggiungono uno o due rossi d'uovo e si lavora il tutto come una maionese, aggiungendo un po' d'olio (extravergine di oliva), alla stessa temperatura dell'uovo, fino a ottenere una crema densa e compatta, aggiungendo alla fine il succo di un limone.
André Mistral, parlando dell'aioli, lo confrontava alla maionese, che lui definiva, spregiativamente, una "marmellata". "Nautri, li bon Prouvençau/ au sufrage universau,/ voutarèn per l'òli / E faren l'aiòli" (noi i buoni provenzali, al suffragio universale, voteremo l'olio e faremo l'aioli).


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Ingredienti per 4/6 persone

 

400 g di code di gambero

2 tuorli d’uovo a temperatura ambiente

4 spicchi d’aglio

100 ml di olio extravergine d’oliva

2 cucchiai di succo di limone

3 g di sale grosso

Qualche rametto di prezzemolo

Pepe q.b.

Procedimento

Pulite gli spicchi d’aglio e schiacciateli nel mortaio insieme al sale, (se preferite frullateli).

Mettete la pasta d’aglio ottenuta in una ciotola, aggiungete i tuorli e sbattete per un minuto. Versate l’olio a filo continuando a sbattere fino ad ottenere un composto denso e cremoso. Aumentate la quantità d’olio man mano che la maionese si addensa. Incorporate infine il pepe, il succo di limone e il prezzemolo tritato.
Coprite con la pellicola e mettete in frigo.
Lavate i gamberi, metteteli in una pentola, copriteli con l’acqua, aggiungete qualche goccia di limone e un pizzico di sale.
Portate a bollore e fate cuocere per due minuti.
Scolate e lasciate raffreddare.
Togliete il carapace ma non eliminate la codina, eliminate il filo nero sul dorso aiutandovi con uno stecchino.
Inserite due gamberi in un bicchiere, coprite con la salsa alioli e guarnite con un gambero e una fogliolina di prezzemolo.

 

 

mercoledì 17 maggio 2023

Sformatini di spinaci

Gli spinaci sono un ortaggio a foglia verde originario della Persia. La loro raccolta avviene da ottobre a maggio ma possiamo trovarli surgelati anche negli altri mesi.
Sono ricchi di fibre, sali minerali, vitamina A e antiossidanti e possiedono poche calorie.
Contengono molto ferro, tuttavia, circa il 95% di esso è inutilizzabile come nutriente in quanto presente nella forma non-eme, il cui assorbimento è limitato rispetto al ferro in forma eme, presente, ad esempio, nella carne e negli alimenti di origine animale.
Inoltre, negli spinaci, come in molti vegetali, vi sono alcuni nutrienti che possono ostacolare ulteriormente l’assorbimento di ferro, come gli ossalati ed i fitati.
La presenza di ossalati sconsiglia il consumo eccessivo a chi soffre di calcoli renali in quanto ne favorisce la formazione.
Da assumere con cautela anche in caso di terapia anticoagulante, in quanto contenenti la vitamina K1 che può interferire con i farmaci fluidificanti.

 


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Ingredienti per 4 persone:

800 gr di spinaci

20 gr di burro
3 uova
50 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato
1 scalogno
Noce moscata q.b.
Sale fino q.b.
Pepe bianco q.b. 

Procedimento

Lavate molto bene gli spinaci poi, senza sgrondarli, metteteli in una pentola grande senza aggiungere altra acqua e fateli appassire a fuoco medio per cinque minuti, rigirandoli spesso.

Scolateli, strizzateli bene con le mani, tritateli grossolanamente e trasferiteli nel bicchiere del frullatore.
Pelate lo scalogno, tagliatelo a pezzi, aggiungetelo agli spinaci e frullate tutto.
Ponete il composto ottenuto in una ciotola, unite le uova, una alla volta, mescolando, incorporate il Parmigiano Reggiano, salate, pepate, insaporite con la noce moscata e mescolate bene.
Suddividete il composto preparato in stampini monoporzione ben imburrati e inforna tare a forno già caldo a 180° per venti minuti circa, fino a quando si saranno leggermente gonfiati e la superficie avrà preso un bel colore dorato.
Spegnete il forno e lasciateli riposare per cinque minuti poi sfornate.
Potete servirli così oppure accompagnati con una salsa di taleggio.

 

Salsa di Taleggio

Ingredienti:

200 gr di Taleggio

1 tuorlo
20 gr di burro
150 ml di latte 

Procedimento

Tagliate a pezzetti il Taleggio,mettete telo in una ciotola e ricopritelo con metà del latte e lasciatelo riposare per venti minuti, poi scolatelo e trasferitelo in una piccola casseruola.

Copritelo con la metà del latte rimasta, unite il burro e fate sciogliere tutto a fiamma dolce fino ad ottenere una crema liscia e filosa, se fosse necessario incorporate altre latte caldo.
Spegnete la fiamma, amalgamate il tuorlo mescolando velocemente, poi mantenete calda la fonduta a bagnomaria.
Trasferite gli sformatini su piatti individuali, irrorateli con un cucchiaio di fonduta.
Versate la restante in una salsiera e servitela in tavola.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

giovedì 6 aprile 2023

Pardulas

Simili a piccoli soli con il loro colore giallo inteso, le pardulas sono dei dolcetti sardi tipici, generalmente preparati nel periodo pasquale consistenti in gusci di pasta ripieni.
L’ingrediente principale di queste piccole tortine, dalla forma particolare a base di semola di grano duro, strutto e uova, è la ricotta di pecora o vaccina che unita allo zafferano forma la crema di farcitura e che conferisce il caratteristico colore dorato.
Ovviamente la ricotta deve essere freschissima e deve essere fatta spurgare in modo da eliminare tutto il siero.

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Ingredienti per la sfoglia

 200 g di semola di grano duro

100 g di farina 00

25 g di strutto

1 albume

100 ml di acqua 100 ml

1 pizzico di sale fino  

 

Per la farcitura

500 g di ricotta di pecora

3 tuorli
50 g di zucchero
1 bustina di zafferano
1 scorza di arancia bio
1 scorza di limone bio
60 g di farina 00
5 g di lievito per dolci
1 pizzico di sale fino

Procedimento
 
Come ho scritto precedentemente, la prima cosa da fare e far spurgare la ricotta che dovrà risultare completamente asciutta. Vi consiglio di fare questa operazione il giorno prima mettendola in uno scolapasta posto all’interno di una ciotola e inserendo tutto in frigorifero.
In una ciotola capiente versate la semola, la farina, un pizzico di sale, lo strutto e iniziate a lavorare unendo poco alla volta l’acqua appena tiepida.
Unite l’albume e versate tutto sulla spianatoia e continuate a lavorare fino ad ottenere un composto omogeneo, liscio e compatto, raccoglietelo a palla e rimettetelo nella ciotola. Coprite con della pellicola e lasciate riposare per almeno 30 minuti.

Nel frattempo preparate la farcitura.

Mettete la ricotta ben scolata in una ciotola e schiacci tela con i rebbi di una forchetta, unite lo zucchero, un pizzico di sale e amalgamate, aggiungete due tuorli, lo zafferano,  il lievito, le scorze grattugiate dell’arancia e del limone. Unite il lievito alla  farina e  versate tutto nel  composto di ricotta. Inglobate bene tutto  e mettete in frigorifero per 20 minuti.

Riprendete l’impasto e stendetelo con un mattarello fino ad ottenere una sfoglia di circa 2 mm di spessore. Con un coppapasta da 8 cm di spessore (se non lo avete utilizzate un bicchiere rovesciato) ricavate dei dischetti.
Ponete al centro di ognuno di essi una cucchiaiata abbondante di crema o, se preferite create delle palline e mettetele all’interno dei dischetti e pizzicate i bordi in sei punti per formare il caratteristico cestino.
Accendete il forno in modalità “statico” e portate alla temperatura di 170 °C
Rivestite la placca con della carta da forno e disponete i dolcetti ben distanziati gli uni dagli altri, sbattete l’ultimo tuorlo con 2 cucchiai di latte o di acqua e spennellate la farcitura.



Infornate (forno già caldo) e lasciate cuocere per 30 minuti.
Sfornate, lasciate raffreddare e cospargete con zucchero a velo.

 

 

 

 

 

 

 

martedì 4 aprile 2023

Stracotto di abbacchio

L’abbacchio è un secondo piatto tipico della tradizione culinaria regionale del Lazio che viene declinato in vari tipi di ricette.

È una pietanza che viene di solito riservata ai pranzi in famiglia nelle occasioni speciali, in particolar modo consumata durante il pranzo di Pasqua.

È difficile trovare le parole adatte per esaltare l’”Abbacchio romanesco” per quanto vale e quanto merita. A Roma la stagione degli abbacchi comincia in autunno e finisce in primavera; quella degli agnelli dura tutta la primavera: comincia a Pasqua di Resurrezione e finisce a San Giovanni il 24 giugno. In estate non si trovano né abbacchi né agnelli.

L’abbacchio da “abbacchiare”, che sta per “abbattere” è un agnello da latte o svezzato da poco, la cui carne risulta perciò molto tenera e delicata. 

 



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Ingredienti per 4 persone:

kg 1,2 di abbacchio tagliato a pezzi

½ bicchiere di vino bianco secco
500 gr di pomodori da sugo
1 bicchiere di acqua calda
1 spicchio d’aglio
2 coste di sedano
2 rametti di maggiorana
Peperoncino q.b.
3 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale grosso q.b.

Procedimento

Lavate i pomodori, pelateli, eliminate i semi e tagliateli a cubetti.

Lavate le coste di sedano, eliminate i fili e tritatele insieme allo spicchio d’aglio e alla maggiorana.
In una casseruola scaldate l’olio, unite il trito di sedano aglio e maggiorana e fate dorare per un minuto, aggiungete i pezzi di carne e lasciate rosolare bene da tutte le parti.
Versate il bicchiere di vino e fatelo sfumare a fuoco vivo.
Aggiungete i pomodori, l’acqua calda e il sale.
Abbassate il fuoco al minimo, coperchiate e lasciate cuocere dolcemente fino a cottura.
Se dovesse asciugarsi troppo il sugo aggiungete ancora acqua calda.
Servire con contorno di patate lesse condite con olio, aceto, sale e prezzemolo.

 

 

 

sabato 1 aprile 2023

Uova farcite al prosciutto

L’uovo è un piccolo scrigno che racchiude una notevole quantità di preziosi elementi nutritivi indispensabili per il nostro organismo.
Il guscio, che è la parte esterna e non commestibile, costituisce all’incirca un decimo del suo peso complessivo (65 g circa) ed è formato prevalentemente da sostanze calcaree e porose, permeabili quindi all’aria, all’umidità e agli odori.
Segue la membrana interna che avvolge l’albume, eccettuati i due poli dove questa pellicola, rimanendo staccata, forma una piccola “camera d’aria” dalla quale si può riconoscere la freschezza dell’uovo.
Troviamo poi l’albume, comunemente detto “bianco d’uovo” che rappresenta circa il 60% dell’uovo ed è costituito da una soluzione acquosa di albumina, sali minerali, piccole quantità di lipidi e sostanze proteiche.
Infine, c’è il tuorlo o rosso d’uovo che è sostenuto in posizione centrale da due ispessimenti dell’albume chiamati calaze.
Il tuorlo è composto da lipidi, albuminoidi, minerali (ferro, fosforo, calcio, sodio), vitamine
liposolubili e quelle del gruppo B. Il consistente contenuto di vitamina B12 consente di sopperire alla sua carenza indotta dalla dieta vegetariana Altissimo è poi il contenuto di vitamina D fondamentale per la salute delle ossa. Il suo colore che varia dal giallo chiaro al giallo scuro è determinato dalla presenza di un pigmento ferroso.
L’uovo, per il loro alto indice di sazietà e il basso apporto di calorie è indicato nelle diete ipocaloriche.
Il valore nutritivo di un uovo è pari a 75-80 calorie.
La digestione di questo prezioso alimento dipende dal tipo di cottura, minore è il tempo di cottura più aumenta la digeribilità. È sufficiente un’ora e mezza per digerire un uovo alla coque, due ore se sodo e tre ore se fritto.
L’albume non andrebbe mangiato crudo perché contiene avidina che limita l’assorbimento della vitamina H (biotina).

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Ingredienti per 4 persone:

6 uova
100 gr di ricotta freschissima
100 gr di prosciutto cotto di ottima qualità in una sola fetta
10 rametti di erba cipollina

Pepe bianco q.b.
Sale fino q.b.


Procedimento

Fate bollire le uova per dieci minuti a partire dal momento del bollore.

Scolatele e mettetele sotto l’acqua fredda e corrente del rubinetto, vi aiuterà a sgusciarle meglio.
Sgusciatele, tagliatele a metà ed estraete delicatamente il tuorlo, mettetelo nel frullatore.


Unite 70 gr di prosciutto tagliato grossolanamente e tenete da parte i rimanenti 30 gr., unite la ricotta e frullate fino ad ottenere una soffice crema uniforme, salate e pepate
Tagliate, prima a piccole strisce e poi a quadretti, il prosciutto rimanente.
Aiutandovi con un cucchiaino o con un sac a poche riempite i mezzi albumi, distribuite su ognuno di essi i quadretti di prosciutto e i rametti di erba cipollina tagliuzzati.


Mettete in frigo per almeno mezz'ora e servite guarnendo come nella foto o su di un letto di insalata.


venerdì 13 gennaio 2023

Camembert al forno con pere , noci e miele

Il camembert  è un formaggio francese a base di latte di mucca "crudo" (il latte non deve mai essere riscaldato a più di 37 gradi),  a pasta molle e crosta fiorita  e di colore bianco prodotto in Normandia ed è considerato uno degli emblemi gastronomici della Francia.
Ha forma rotonda, peso di circa 250 g ed è prodotto con circa 2 litri di latte. È venduto obbligatoriamente in scatole di legno di pioppo .Il suo periodo di degustazione ottimale va da aprile ad agosto dopo un periodo di stagionatura che va da 6 a 8 settimane, ma è anche eccellente da marzo a novembre. Il camembert è caratterizzato anche per il suo pungente odore.
L'origine del camembert risale alla fine del XVII secolo. Infatti, già dal 1680 si possono trovare documenti con riferimenti ai formaggi caratteristici del paese di Camembert, il villaggio d'origine e da cui prende il nome il formaggio. Nel 1708 Thomas Corneille gli consacrò un articolo nel suo Dictionnaire Universel Géographique et Historique. Tuttavia, è solo nel 1791 che viene messa a punto la tecnica di fabbricazione del camembert grazie all'opera di Marie Harel, una contadina del villaggio di Camembert, ed ai consigli esperti di un prete originario della Brie.

 


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 Ingredienti per 2 persone:

 1 Camembert da circa 250 gr
½ pera 
3 noci
1 rametto di rosmarino
2 cucchiaini di miele d’acacia.

 

Procedimento.

Accendete il forno a 190°C (statico)
Sgusciate le noci.
Lavate il rosmarino, asciugatelo e tritate grossolanamente gli aghetti.
Pelate la pera e tagliatene metà a cubettini.
In una ciotola unite i cubettini di pera , qualche aghetto di rosmarino e i gherigli delle noci sminuzzati grossolanamente, aggiungete un pochino di miele e mescolate.
Con un coltello affilato formate una griglia sul formaggio, sollevate il quadratino centrale e farcite con un pochino di composto di pera e noci, distribuite sopra il rimanente.
Fate colare a filo del miele su tutto e infornate (forno già caldo) fino a quando lo vedrete dorarsi e sciogliersi un po’ (circa 10/12 minuti).

Sfornate e servite subito accompagnando con fette di pane grigliato.

 

 

 

 

mercoledì 14 dicembre 2022

Gamberi con crema di avocado

L’avocado è l’unico alimento che possiamo classificare come frutta, come grasso e come vegetale, nessun altro cibo accomuna queste caratteristiche e si utilizza spesso in cucina per molte ricette, soprattutto nei paesi in cui nasce.

É molto calorico infatti 100 gr di prodotto edibile (senza buccia) forniscono circa 230 calorie.
Originario dell’America Centrale, l’avocado o “aguate”, come era in origine il suo nome spagnolo, faceva parte dell’alimentazione  degli indigeni Atzechi e Maya.
La principale caratteristica nutrizionale di questo frutto consiste nella sua ricchezza di grassi, specialmente insaturi, come l’acido grasso linoleico ed  Omega-3, grassi “buoni” poiché stimolano la produzione di colesterolo buono (HDL) che aiuta a contrastare quello cattivo (LDL).
Grazie a questa proprietà, il consumo dell’avocado aiuta a diminuire il colesterolo nel sangue e quindi è di ausilio per prevenire l’arteriosclerosi e i disturbi circolatori.
É ricco anche di fitonutrienti, di glutatione e luteina, che sono  elementi antiossidanti e di vitamina A e vitamina E ed è altresì ottimo per i diabetici perché possiede la capacità di rallentare l’assorbimento del glucosio a livello intestinale.
Molte sono le ricette che prevedono l’utilizzo di quest’alimento, specialmente quelle messicane.
Quando acquistate l’avocado controllate che la buccia sia di un bel verde scuro, senza ammaccature e, premendo leggermente, deve essere un po’ morbido. Se è troppo duro, non è ancora maturo.


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Ingredienti per 6 persone

 
1 avocado maturo
1 lime (succo e scorza grattugiata)
6 rametti di erba cipollina
1 cipollotto
Olio extravergine d’oliva q.b.
1 pizzico di peperoncino
Sale q.b.
300 g di code di gambero
Un cucchiaio di succo di limone
100 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato
 

Procedimento

Pulite il cipollotto e tritatelo.

Con una forbice tagliuzzate l’erba cipollina.
Grattugiate la scorda del lime e spremetene il succo.
Tagliate a metà l’avocado e togliete il nocciolo, estraete la polpa aiutandovi con un cucchiaio e mettetela in una ciotola.
Irrorate subito con il succo del lime per evitare l’ossidazione.
Schiacciate con una forchetta la polpa di avocado fino a ridurla in crema, aggiungete il cipollotto tritato, l’erba cipollina, il peperoncino, la scorza grattugiata del lime, il sale e un pochino d’olio.
Amalgamate bene e lasciate riposare in frigo per almeno un’ora prima di servire.
Nel frattempo fate lessare i gamberi in acqua acidulata con un po' di limone per 3 minuti. Sgusciateli lasciandone qualcuno intero, servirà da guarnizione, e tagliuzzate gli altri.
Mettete sul fuoco un padellino antiaderente di circa 18/20 cm di diametro, quando sarà ben caldo versateci il Parmigiano Reggiano grattugiato e lasciatelo dorare. Toglietelo dal fuoco e versate la cialda su di una ciotola rovesciata, lasciatela raffreddare.
Unite alla crema di avocado i pezzetti dei gamberi e distribuitela nei bicchierini.
Guarnite con i gamberi interi, qualche filo di erba cipollina e la cialda di Parmigiano spezzettata e servite.

mercoledì 7 settembre 2022

Uova alla paprika

L’uovo è un piccolo scrigno che racchiude una notevole quantità di preziosi elementi nutritivi indispensabili per il nostro organismo.
Il guscio, che è la parte esterna e non commestibile, costituisce all’incirca un decimo del suo peso complessivo (65 g circa) ed è formato prevalentemente da sostanze calcaree e porose, permeabili quindi all’aria, all’umidità e agli odori.
Segue la membrana interna che avvolge l’albume, eccettuati i due poli dove questa pellicola, rimanendo staccata, forma una piccola “camera d’aria” dalla quale si può riconoscere la freschezza dell’uovo.
Troviamo poi l’albume, comunemente detto “bianco d’uovo” che rappresenta circa il 60% dell’uovo ed è costituito da una soluzione acquosa di albumina, sali minerali, piccole quantità di lipidi e sostanze proteiche.
Infine c’è il tuorlo o rosso d’uovo che è sostenuto in posizione centrale da due ispessimenti dell’albume chiamati calaze.
Il tuorlo è composto da lipidi, albuminoidi, minerali (ferro, fosforo, calcio, sodio), vitamine
liposolubili e quelle del gruppo B. Il consistente contenuto di vitamina B12 consente di sopperire alla sua carenza indotta dalla dieta vegetariana Altissimo è poi il contenuto di vitamina D fondamentale per la salute delle ossa. Il suo colore che varia dal giallo chiaro al giallo scuro è determinato dalla presenza di un pigmento ferroso.
L’uovo, per il loro alto indice di sazietà e il basso apporto di calorie è indicato nelle diete ipocaloriche.
Il valore nutritivo di un uovo è pari a 75-80 calorie.
La digestione di questo prezioso alimento dipende dal tipo di cottura, minore è il tempo di cottura più aumenta la digeribilità. E’ sufficiente un’ora e mezza per digerire un uovo alla coque, due ore se sodo e tre ore se fritto.
L’albume non andrebbe mangiato crudo perché contiene avidina che limita l’assorbimento della vitamina H (biotina).
 


 
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Ingredienti per 4 persone:
4 uova
2 cucchiai di maionese allo yoghurt
1 cucchiaino di pasta d’acciughe
Paprika dolce (o piccante se la gradite di più) q.b.
2 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
Qualche rametto di erba cipollina
 
 
Procedimento
 
Mettete le uova in un pentolino e copritele con dell acqua fredda, calcolate 10 minuti di cottura dal momento dell’ebollizione. 
Raffreddatele velocemente sotto l’acqua fredda.
Sgusciatele, tagliatele a metà ed estraete delicatamente il tuorlo aiutandovi con un cucchiaino.


Mettete i tuorli in una ciotola, aggiungete la pasta d’acciughe, la maionese, l’olio e schiacciate tutto aiutandovi con i rebbi di una forchetta.
Dovete ottenere un composto dalla consistenza morbida ma non troppo.
Aiutandovi con un sac a poche o con un cucchiaino, riempite le mezze uova,


Mettetele in un piatto da portata, spolverizzate con la paprica e l’erba cipollina tagliata a tocchettini.
Servite fresco.

N.B. :  Non ho aggiunto del sale in quanto la pasta d'acciughe è piuttosto salata.
Se non  doveste trovare l'erba cipollina, potete sostituirla con del prezzemolo.