In particolare, scrittori come Cicerone, Marziale, oltre al già nominato Marco Terenzio Varrone, parlano più volte nelle loro opere della "lucanica", specialità introdotta nell'antica Roma dalle schiave lucane, e apprezzata per la facilità di trasporto e di conservazione che conferiva alla carne di maiale, oltre che per lo squisito sapore. D'altronde, a riprova della genuinità di questa ricostruzione, si osservi che dal nome "lucanica" è derivato "luganega", termine che gli stessi lombardi, i trentini e i veneti tutt'oggi danno a un tipo di salsiccia di piccolo diametro, destinata al consumo immediato.
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400 g di salsiccia a nastro
300 gr di pomodori pelati a pezzetti
200 g di spinaci
100 g di Parmigiano Reggiano grattugiato o di Pecorino
1 bicchierino di vino rosso
1 carota piccola
1 cipolla piccola
1 gambo di sedano
1 spicchio d’aglio
3 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
Sale q.b.
Pulite gli spinaci ,lavateli e fateli cuocere in una pentola per 5 minuti in due cm di acqua.
Scolateli, strizzateli e tagliateli grossolanamente.
Pulite gli ortaggi e tagliateli a dadini molto piccoli.
Scaldate l’olio in un tegame e rosolatevi gli ortaggi e lo spicchio d’aglio intero, leggermente schiacciato.
Unite la polpa della salsiccia al soffritto e rosolatela per cinque minuti a fiamma media.
Sfumate con il vino rosso, e lasciate evaporare completamente.
Eliminate lo spicchio d’aglio e aggiungete i pomodori, salate ma con parsimonia perché la salsiccia è già piuttosto salata.
Fate prendere il bollore, abbassate la fiamma e mettete il coperchio.
Continuate la cottura per trenta minuti circa, poi unite gli spinaci.
Nel frattempo, verso metà cottura del sugo, lessate la pasta in acqua bollente salata, (per i tempi di cottura seguite quelli indicati sulla confezione), scolatela al dente e trasferitela nel tegame con il sugo. Unite metà del formaggio, date una mescolata e portate a tavola con il rimanente formaggio servito a parte in una formaggiera.






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