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mercoledì 23 aprile 2025

Insalata di cavolo rosso arance e arachidi

Il cavolo rosso (o cavolo cappuccio rosso), noto anche come cavolo viola o crauto rosso o blu, appartiene alla famiglia delle Brassicaceae, strettamente imparentata con cavoli verza, cavolfiore, broccoli e cime di rapa.
È diffuso nel nord dell’Europa, nelle Americhe e in Cina.
Possiede delle foglie dal colore rosso scuro, tendente al violaceo, tuttavia, grazie a un pigmento appartenente alla famiglia delle antocianine (flavine), la pianta cambia colore in base al pH del terreno.
Rispetto al cavolo verde, quello rosso ha un contenuto dieci volte superiore di pro vitamina A ed il doppio del ferro, contiene anche una notevole quantità di retinolo (pro vit A) e vitamina C (molto utili nel periodo invernale, momento in cui scarseggia la maggior parte degli ortaggi).
Queste vitamine sono due potenti antiossidanti ed esercitano un buon effetto contro i radicali liberi prevenendo l'invecchiamento dei tessuti e alcune forme di tumore.
A supportare questo effetto antiossidante e anticancerogeno, contribuiscono anche i pigmenti fenolici (antocianine), che nel cavolo rosso appaiono numerosi e piuttosto concentrati. Dotati di un effetto positivo anche sul metabolismo, questa volta in sinergia alla fibra alimentare (ben presente), i polifenoli aiutano a mantenere normali i livelli di colesterolo nel sangue.
La fibra alimentare svolge un effetto positivo sul trofismo della flora batterica intestinale, prevenendo la stipsi e alcune forme di tumore del colon retto.
La vitamina C tende a essere degradata con la cottura; il beta-carotene (retinolo equivalente) si trova più nelle foglie esterne rispetto a quelle centrali.
Tuttavia, queste sono solitamente scartate per questioni igieniche, in particolar modo nella dieta della donna in gravidanza (per ridurre il rischio di contrarre la temibile toxoplasmosi).

 

LE IMMAGINI E I TESTI PUBBLICATI IN QUESTO SITO SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E SONO PROTETTI DALLA LEGGE SUL DIRITTO D’AUTORE N. 633/1941 E SUCCESSIVE MODIFICHE. COPYRIGHT © 2010-2050. TUTTI I DIRITTI RISERVATI A IL POMODORO ROSSO DI MARIA ANTONIETTA GRASSI. VIETATA LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DI TESTI O FOTO, SENZA AUTORIZZAZIONE.

 
Ingredienti per 4 persone:
 
1 cavolo rosso piccolo
3 arance
80 g di arachidi
1 cucchiaio di aceto di mele o di vino bianco q.b.
5 cucchiai di olio extravergine d’oliva q.b.
Sale fino q.b.
 
 
Procedimento
 
Pulite il cavolo eliminando le foglie esterne, tagliatelo a striscioline sottili, lavatelo e sgrondatelo bene.
Mettetelo in una ciotola capiente o in quattro singole.
Sbucciate le arance e tagliatele prima a fette non troppo spesse e poi dividetele in quattro parti, aggiungetele nella ciotola contenente il cavolo rosso.
Sgusciate le arachidi e aggiungetele agli altri ingredienti.
Preparate una vinaigrette miscelando  bene l’aceto con l’olio e il sale a piacere.
Condite l’insalata e servite.
 
 

venerdì 18 aprile 2025

Torta Pasqualina

É una torta salata, nata in Liguria, ma la bontà racchiusa tra le sottili sfoglie di pasta della torta pasqualina ha conquistato tutti, rendendola una ricetta tipica della tavola pasquale in tutta Italia.
Ha origini antichissime, la prima comparsa ufficiale risale al XVI secolo, quando viene citata dal letterato Ortensio Lando nel "Catalogo degli inventori delle cose che si mangiano et si bevano".
Nel tempo la ricetta è stata tramandata in innumerevoli varianti. La ricetta originale nasce con le bietole e la prescinsêua, un tipico formaggio ligure. Oggi c'è chi porta avanti la tradizione e chi prepara la torta pasqualina in una versione più semplice utilizzando la pasta sfoglia.


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Ingredienti per 4 persone:

500 g di farina 00

2 cucchiai d’olio d’oliva extravergine
250 ml di acqua tiepida
5 g di sale fino

Per il ripieno:

500 g di bietoline (costine)

Mezza cipolla bianca
400 g di ricotta
70 g di burro
6 uova
150 g di Parmigiano grattugiato
1 ciuffo di prezzemolo
1 cucchiaino di maggiorana
Sale e pepe q.b. 

Procedimento

Setacciate la farina sul piano di lavoro e versate nel centro l’olio, l’acqua e il sale.

Lavorate l’impasto fino a renderlo morbido e omogeneo (ci vorranno circa 15 minuti), copritelo con la pellicola e lasciatelo riposare.


Mondate le bietoline, lavatele e fatele bollire per pochi minuti in acqua salata.
Scolatele, strizzatele e tagliatele a listarelle.
Pelate, lavate e tritate la cipolla.
Lavate e tritate il prezzemolo e la maggiorana.
In una padella sciogliete 40 g di burro, unite la cipolla, le erbette, il prezzemolo e la maggiorana.
Dopo cinque minuti spegnete il gas.
Unite la ricotta, 50 g di Parmigiano, due uova, un pizzico di sale e pepe e amalgamate bene il tutto.
Aggiungete al composto le bietoline fredde.
Riprendete la pasta e dividetela in otto pezzi, quattro più grandi e 4 più piccoli e teneteli sempre coperti con della pellicola fino all’utilizzo.
Prendete i quattro più grandi e tirateli, uno alla volta, il più possibilmente sottili.


Imburrate una tortiera a cerniera di circa 26/28 cm di diametro, stendete le sfoglie, spennellando olio d’oliva tra l’una e l’altra,in modo che ogni sfoglia esca per almeno 1 cm dalla tortiera,
 dopo averla fatta aderire sul fondo e sui bordi.



Accendete il forno a180°C e in modalità statico.
Versate al centro il ripieno preparato e, con un cucchiaio, formate quattro incavi in cui romperete un uovo, salatele, mettete un cucchiaio di burro fuso  e uno di Parmigiano grattugiato su ognuna.
Riprendete gli altri quattro pezzi di pasta rimasti e tirateli in altrettante sfoglie sottili da riporre sopra il ripieno.
Anche in questo caso, spennellate ogni sfoglia con dell’olio d’oliva, prima di appoggiarne sopra un’altra.
Chiudete bene i bordi della pasta, spennellate con dell’olio anche quest’ultima sfoglia e punzecchiatela con i rebbi di una forchetta.
Infornate (forno già a temperatura) per circa 45 minuti o fino a quando la superficie non sarà ben dorata. Servitela calda o tiepida.

Consigli: Potete sostituire la pasta fatta in casa con due rotoli di pasta sfoglia o una confezione di pasta fillo. 

mercoledì 16 aprile 2025

Brazadel- Corona pasquale trentina

Il Brazadel è un dolce pasquale, tipico del Trentino; è una ciambella morbida composta da ingredienti semplici e richiede diverse ore di lievitazione per ottenere una consistenza morbida.
Probabilmente il suo nome deriva dal latino brachium, cioè braccio. La connessione con la parola braccio potrebbe significare che preparato l’impasto lo si faccia poi abbracciare per creare una ciambella.
Altre fonti riferiscono che la forma a ciambella fosse funzionale ad infilare il dolce direttamente nel braccio.
Le donne che preparavano il brazadel ne infilavano diversi nel braccio per poi portarli di casa in casa e lo stesso gesto di metterli nel braccio dei bambini era considerato ben augurante.
L’usanza potrebbe derivare dall’abitudine dei monaci di portare il dolce al braccio nel giorno di Pasqua, per consumarlo a bocconi durante tutto l’arco della giornata.
In Italia esistono molte varianti di questo dolce, in Romagna, ad esempio, si presenta come un grande pane, senza buchi, e ritroviamo ciambelle pasquali lungo tutta la costa adriatica, fino in Puglia.


 
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Ingredienti per una forma  con un diametro di 26/28 cm
 
500 gr di farina 00
180 ml di latte
75 gr di zucchero semolato
2 tuorli
1 uovo intero
100 gr di burro ammorbidito
½ buccia di un limone bio
½ buccia di un’arancia bio
2 cucchiai di rum
Granella di zucchero q.b.
1 cubetto di lievito di birra fresco
1 pizzico di sale fino
 
Procedimento
 
Sbriciolate il lievito in 75 g di latte e amalgamate con 100 g di farina in modo da preparare il lievitino. Copritelo con un telo e lasciatelo lievitare per un’ora.
Trascorso il tempo, versate il resto della farina in una ciotola, unite lo zucchero, versate al centro il latte rimasto, un tuorlo, l’uovo intero, la scorza grattugiata della mezza arancia e del mezzo limone, un pizzico di sale e i due cucchiai di rum.
Incominciate ad impastare e, appena gli ingredienti si sono amalgamati, incorporate il lievitino e impastate per inglobare bene.
Unite il burro ammorbidito e lavorate l’impasto finché non sarà elastico ed omogeneo.
Mettetelo in una ciotola, copritelo con un telo e lasciatelo lievitare, lontano da correnti d’aria, per un’ora e mezza poi rovesciatelo sulla spianatoia infarinata, dividetelo in sei palline e appiattitele leggermente.
Imburrate e infarinate una pirofila per ciambella, appoggiate le sei porzioni ottenute una a fianco dell’altra, leggermente sovrapposte, a creare una corona, sbattete il tuorlo rimasto con due cucchiai di latte e con metà dell’emulsione ottenuta, spennellate e lasciate lievitare ancora quaranta minuti.
Accendete il forno (statico) a 180°C e portatelo a temperatura.
Spennellate nuovamente la corona con il composto rimasto e cospargetela con la granella di zucchero.
Infornate collocando la placca nella parte bassa del forno e lasciate cuocere per trenta minuti circa e, se dovesse colorirsi troppo, coprite con un foglio di alluminio per consentire il completamento della cottura senza bruciare la parte superiore.
Una volta raffreddata, servitela accompagnata da ovetti di cioccolato inseriti nel foro centrale.
 
 
 
 
 

lunedì 7 aprile 2025

Finocchi gratinati alla ricotta e pancetta

Croccante e piacevolmente profumato, il finocchio è forse uno degli ortaggi più presenti sulle tavole dell’area del Mediterraneo.
Il clima migliore per la sua coltivazione è temperato, ma più tendente al caldo che al freddo. In Italia si coltiva quasi ovunque, soprattutto al Centro e al Sud, dove è molto usato a fine pasto, per favorire la digestione.
Esiste anche una varietà di finocchio selvatico.
Quest’ortaggio è noto soprattutto per le sue proprietà digestive; ma è amico di tutto l’apparato gastrointestinale. Ha, infatti, la capacità di evitare la formazione di gas intestinali e contiene anetolo, una sostanza in grado di agire sulle dolorose contrazioni addominali.
Il finocchio ha, inoltre, proprietà depurative, in particolare a carico del fegato e del sangue. Ha, inoltre, potere antinfiammatorio.
È composto principalmente d’acqua; tra i minerali il più presente è il potassio; contiene a vitamina a vitamina C e alcune vitamine del gruppo B.
È discretamente ricco di flavonoidi e apporta pochissime calorie.

Fonte: Cure-Naturali.it 

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Ingredienti per 4 persone:

3 finocchi

150 g di ricotta
100 g di pancetta affumicate
1 uovo
30 g di Parmigiano Reggiano grattugiato
20 g di burro per imburrare la teglia

Procedimento

Pulite i finocchi eliminando i germogli verdi e la base, poi asportate le foglie esterne più dure.

Tagliateli a metà e lavateli.
Intanto, portate a bollore dell’abbondante acqua salata.
Tuffate i finocchi nell’acqua bollente e fateli lessare fino a quando saranno cotti al dente. Scolateli e lasciateli intiepidire.
Tagliate a dadini la pancetta e fatela rosolare, senza altri grassi aggiunti, in una padellina antiaderente, a fuoco molto basso.
Prelevate le foglie più tenere all’interno dei finocchi, sminuzzatele con il robot da cucina poi mescolatele in una ciotola con la ricotta, l’uovo e la pancetta rosolata.
Riempite le scodelline di finocchi con il composto preparato quindi trasferitele su di una teglia imburrata, ricoprite con il Parmigiano grattugiato.
Mettetele nel forno già caldo a 190° e fate cuocere per circa venti minuti.
Sformate i finocchi, trasferiteli su di un piatto da portata e serviteli irrorandoli con la salsa calda.

mercoledì 2 aprile 2025

Pansotti liguri con salsa alle noci

I pansotti (pansòti in ligure,dal ligure pansa, in italiano"pancia") sono una pasta ripiena tipica della cucina ligure, simile ai cappelletti, da cui differiscono essenzialmente per la forma e grandezza. I pansoti conditi con salsa di noci sono uno dei piatti caratteristici della tradizione genovese.
Dato che non contengono carne, sono un piatto a base di magro, adatto al periodo penitenziale della Quaresima. Sono spesso chiamati anche "pansòtti", in quanto in alcune province liguri è comune una enfatizzazione delle ultime sillabe.
Nelle ricette più aderenti alla tradizione il ripieno comprende il cosiddetto preboggion: una miscela di erbe spontanee delle coste liguri, un tempo non semplice da trovare in vendita e reperite in crescita spontanea sulle colline (o bricchi). In alternativa si può utilizzare la bietola, o la bietola da taglio chiamata "erbette", oppure gli spinaci o la borragine (boraxe). Si può usare anche un misto di ortaggi simili a quelli del preboggion, come la cicoria, la catalogna, il cicorino, la rucola, la scarola, la lattuga e la verza. Come per il preboggion, è necessario equilibrare in giuste proporzioni le verdure, per neutralizzare il sapore amaro della cicoria e della catalogna col sapore dolce della lattuga, della scarola e della verza. Tra gli altri ingredienti troviamo un particolare tipo di formaggio fresco leggermente acidulo, detto prescinsêua, sostituibile da un misto di ricotta e yogurt o pane grattugiato per una versione più economica, il grana o il parmigiano, uova e aromi come maggiorana, noce moscata e pepe.
La salsa di noci si prepara con i gherigli di noci, pinoli, aglio, olio extravergine di oliva e pane inumidito nel latte. Invece della salsa di noci si possono condire con olio oppure burro e salvia.
 
Fonte: Wikipedia
 

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Ingredienti per 6 persone:
 
500 g di farina 0
150 g di acqua
20 ml di vino bianco
500 g di costine (erbette)
300 g di borragine
150 g di ricotta
Noce moscata q.b.
50 g di Parmigiano
2 uova
1 spicchio d’aglio
Sale fino q.b.
Pepe q.b.
 
Per la salsa alle noci:
 
150 g di gherigli di noci
½ spicchio d’aglio
50 g di mollica rafferma
Latte q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.
 
Per condire
50 g di parmigiano grattugiato
30 g di burro
 
Procedimento
 
Setacciate la farina e impastatela con l’acqua, il vino e poco sale. Copritela con telo e lasciatela riposare.
Pulite intanto le erbette e la borraggine, lavatele più volte e fatele stufare in una casseruola con pochissima acqua, per dieci minuti.
Scolate le verdure, strizzatele e sminuzzatele finemente, poi amalgamatevi le uova, il Parmigiano Reggiano,la ricotta scolata, l’aglio tritato finemente , la noce moscata, poco sale fino e il pepe.
Stendete la pasta in una sfoglia sottile e, con un coppa pasta di 7 cm di diametro  ricavate dei cerchi , suddividete su ognuno una noce di pieno e richiudeteli ripiegandoli  a metà e chiudete i bordi premendo con i rebbi di una forchetta.
Metteteli su di un telo cosparso di farina.
Nel frattempo, preparate la salsa di noci.
Mettete la mollica di pane a bagno con un po’ di latte.
Sbollentate i gherigli di noci e togliete la pellicina.
Frullateli con l’aglio, la mollica di pane ben strizzata.
Diluite il composto con l’olio fino a ottenere una salsa fluida.
Fate lessare i pansotti per cinque o sei minuti in abbondante acqua salata.
Scolateli man mano con un mestolo forato e metteteli in una zuppiera preriscaldata. Condite con la salsa alle noci, il burro fuso e il Parmigiano grattugiato.
Mescolate e serviteli subito ben caldi.
 

sabato 22 marzo 2025

Cotolette di pollo

La cotoletta è un tipo di taglio di carne, solitamente una costoletta di vitello, maiale, agnello, pollo, dall'aspetto di una fettina di carne generalmente impanata e fritta.
Famosa è la cotoletta alla milanese, generalmente una fetta di vitello impanata e fritta nel burro. Ne è variante la cosiddetta "orecchia d'elefante", cotoletta così chiamata per la forma e solitamente servita con contorno di verdure miste.
Altri tipi di cotoletta possono essere la cotoletta alla bolognese (col prosciutto), la faldìa di cavallo piacentina e le cotolette "alla valtellinese", "alla veneta", "alla valdostana", "alla siciliana" e alla "napoletana". A Roma e in provincia invece viene comunemente chiamata "fettina panata" quella con il vitello, a differenza della "cotoletta di abbacchio" o di lonza.
La cotoletta in umido (cutulatt in ommid) è un piatto tradizionale dell'Emilia assieme alla sua variante cotoletta alla bolognese, mentre in Romagna, soprattutto delle campagne faentine, è popolare la cotoletta in umido coi piselli: dopo aver impanato e fritto le cotolette, queste vengono stufate con olio d'oliva e conserva di pomodoro diluita in acqua; quindi, servite con una spolverata di Parmigiano Reggiano grattugiato.
La cotoletta spinacina è a base di carne di pollo macinata e spinaci.
 
Fonte: Wikipedia
 

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Ingredienti per 4 persone:
 
600 gr di fettine di petto di pollo
80 g di pangrattato o di farina di mais per impanature
50 gr di farina
2 uova
1 rametto di salvia
1 rametto di rosmarino
1 limone
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale q.b.
 
Procedimento
 
Appiattite le fettine con un batticarne o fatelo fare dal macellaio.
Mettete la farina in un piatto e unite il rosmarino e la salvia tritati, mescolate bene.
Sistemate il pangrattato in un altro piatto o su di un foglio d’alluminio.
Sbattete le uova con un pochino di sale.
Passate le fette di carne nella farina da entrambi i lati, scuotetele per liminare quella in eccesso, quindi immergetele nelle uova e infine passatele più volte nel pangrattato, facendolo aderire bene in modo da creare un’impanatura spessa.
Scaldate l’olio in una padella antiaderente e, quando inizia a spumeggiare, mettetevi le fette impanate e friggete da ambo i lati finché la panatura diventa dorante e croccante. Scolate le cotolette con un mestolo forato, lasciatele sgocciolare su carta da cucina, salatele e sistematele nei piatti individuali guarnite con fette di limone e accompagnate con patatine fritte o insalata e/o qualche salsa di vostro gradimento.
Servite subito.

martedì 11 marzo 2025

Spinaci stufati con formaggio e uova

Una raffinata combinazione di sapori per un pasto nutriente e facile da preparare.
Questa ricetta può essere considerata un piatto unico e perfetto perché offre una combinazione equilibrata di proteine, verdure e sapori deliziosi.
Gli spinaci sono un ortaggio a foglia verde originario della Persia.
La loro raccolta avviene da ottobre a maggio ma possiamo trovarli surgelati anche negli altri mesi dell’anno.
Sono ricchi di fibre, sali minerali, vitamina A e antiossidanti e possiedono poche calorie.
Contengono molto ferro, tuttavia, circa il 95% di esso è inutilizzabile come nutriente in quanto presente nella forma non-eme, il cui assorbimento è limitato rispetto al ferro in forma eme, presente, ad esempio, nella carne e negli alimenti di origine animale.
Inoltre, negli spinaci, come in molti vegetali, vi sono alcuni nutrienti che possono ostacolare ulteriormente l’assorbimento di ferro, come gli ossalati ed i fitati.
La presenza di ossalati sconsiglia il consumo eccessivo a chi soffre di calcoli renali in quanto ne favorisce la formazione; tuttavia per neutralizzare gli ossalati basta consumare insieme agli spinaci del formaggio.
Da assumere con cautela anche in caso di terapia anticoagulante, in quanto contenenti la vitamina K1 che può interferire con i farmaci fluidificanti.



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Ingredienti per 3 persone:

500 g di spinaci freschi, accuratamente lavati
100 g di Parmigiano Reggiano grattugiato
3 uova fresche
2 cucchiai di olio d’oliva extra vergine
1 spicchio d’aglio
Sale e pepe q.b.
Una presa di noce moscata, opzionale

Procedimento

Lavate accuratamente gli spinaci sotto acqua corrente per eliminare eventuali residui di terra.
Scolateli grossolanamente.
In una padella capiente, scaldate l’olio d’oliva a fuoco medio.
Aggiungete l’aglio intero e fatelo rosolare fino a quando non diventa dorato e fragrante, prestando attenzione a non bruciarlo
Eliminate l’aglio e mettete gli spinaci nella padella, mescolate bene per farli insaporire. Coprite con un coperchio e lasciate stufare per 5-7 minuti, mescolando di tanto in tanto, fino a quando gli spinaci si saranno ridotti e ammorbiditi.
Aggiustate di sale, pepe, noce moscata a piacere e tre cucchiai di Parmigiano grattugiato. Mescolate ancora brevemente per distribuire uniformemente i condimenti.
Rompete le uova direttamente nella padella e lasciatele cuocere per 3-4 minuti, o fino a quando gli albumi sono completamente cotti ma i tuorli restano ancora morbidi e cremosi.
Distribuite su tutto il restante Parmigiano, coperchiate per 1 minuto in modo che il formaggio fonda.
Servite immediatamente, accompagnando il piatto con pane croccante o una fetta di pane tostato, per completare il pasto con una nota di croccantezza.






venerdì 7 marzo 2025

Torta Mimosa

La torta mimosa è un dolce creato a Rieti negli anni Cinquanta del Novecento. Il nome è dovuto ai pezzetti di pan di Spagna sparsi in superficie, che ricordano nella forma i fiori della mimosa. Grazie al collegamento del fiore con la giornata internazionale della donna, anche la torta viene spesso utilizzata per festeggiare la ricorrenza.
La ricetta è stata ideata da Adelmo Renzi, cuoco originario di San Filippo di Contigliano, titolare di un ristorante nel centro della città laziale di Rieti. Il dolce giunse alla notorietà nel maggio del 1962, quando il cuoco partecipò a Sanremo ad un concorso di pasticceria, specialità torte, durante il quale presentò la mimosa con l'intento di omaggiare la "città dei fiori" e risultandone vincitore. La ricetta originale utilizzata da Renzi, tuttavia, non è mai stata rivelata.
L'accostamento del dolce alla mimosa è legato al suo aspetto, formato da pezzetti di pan di Spagna disposti sulla torta per ricordare appunto la forma del fiore della mimosa. La preparazione richiede di tagliare una fetta orizzontale di pan di Spagna e di togliere la parte interna che, opportunamente sbriciolata, servirà a creare “l'effetto mimosa”. Il pan di Spagna può essere bagnato con un liquore dolce, come il Marsala, o il maraschino, ma anche con succo di ananas. La farcitura è composta da crema pasticcera, con l'eventuale aggiunta di panna montata oppure confettura.


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Ingredienti per una torta di 24 cm
 
Per il pan di Spagna:
 
4 uova
8 tuorli
220 gr di zucchero
220 gr di farina
70 gr di fecola
20 gr di burro
 
Per la crema diplomatica (crema pasticcera più panna)
 
500 ml. di latte
2 tuorli d’uovo
40 gr. di farina
120 gr. di zucchero
1 stecca di vaniglia
50 ml di liquore dolce all’arancia
200 ml di panna fresca da montare
20 gr di zucchero a velo
 
 
Procedimento
 
Preparate innanzitutto il pan di Spagna:
Montate con la frusta elettrica le uova intere con lo zucchero fino a renderle gonfie e chiare.
Aggiungete i tuorli uno alla volta e continuate a montare il composto con la frusta elettrica.
Unite la farina setacciata e la fecola, amalgamatele alla crema di uova, mescolate con una spatola.
Suddividete l’impasto in due teglie di cm 24 di diametro ciascuna.
Cuocete le due torte in forno statico, già caldo a 180°, per trenta minuti.
Sfornate, sformatele e fatele raffreddare.
Nel frattempo che le torte cuociono, preparate la crema diplomatica.
Fate bollire il latte con i semi della stecca di vaniglia e togliete dal fuoco.
Sbattete i due tuorli con lo zucchero fino a quando il composto risulterà gonfio, poi aggiungete gradatamente la farina (aiutatevi eventualmente con un cucchiaio di latte tiepido) e amalgamate bene per evitare la formazione di grumi, aggiungete sempre lentamente e rimestando il latte.
Sciogliete bene il composto e rimettetelo sul fuoco bassissimo, mescolando continuamente.
Vedrete la crema gonfiarsi lentamente (circa 7/8 minuti), quando la consistenza sarà quella “sofficiosa” classica della crema pasticcera, spegnete il gas, versatela in una ciotola, coprite la superficie con della pellicola, lasciate intiepidire e ponete in frigorifero.
Montate la panna, ben fredda, in una ciotola con la frusta elettrica.
Unite lo zucchero a velo e amalgamate la panna alla crema pasticcera, delicatamente dal basso verso l’alto per non smontarla, con un leccapentole.
Riprendete le due torte e asportate con un coltello affilato la parte esterna più scura.
Ricavate da ogni torta due dischi di uguale spessore.
Tagliate un disco a fettine verticali di 1 cm.
Ricavate da ciascuna fetta 3 striscioline di uguali dimensioni, riducetele a cubetti.
In una ciotola mescolate il liquore con lo zucchero e 100 ml di acqua.
Spennellate il primo disco di pan di Spagna con la bagna, stendevi uno strato di crema.
Appoggiate il secondo disco, spennellatelo con la bagna e spalmatelo con la crema.
Coprite con il terzo disco e spennellate anch’esso con la bagna.
Ricoprite tutta la torta con la crema pasticcera rimasta e fatevi aderire i dadini di pan di Spagna preparati.
Lasciate consolidare bene la torta in frigorifero prima di servire.
 
 
 
 
 
 
 
 

domenica 2 marzo 2025

Insalata di cavolo cappuccio carote e arance

Fin dai tempi più remoti, erano note le proprietà curative dei vari tipi di cavolo che erano utilizzati, soprattutto, nella cura di ulcere, ferite e affezioni respiratorie. I recenti studi hanno confermato le proprietà terapeutiche di questi ortaggi, non solo, ma ne hanno scoperte delle altre, come la funzione protettiva a livello arterioso e di prevenzione in alcune forme tumorali. I cavoli sono ricchi di sali minerali quali ferro, potassio, calcio, fosforo e di vitamina A, B2, C. di carotenoidi, di acido folico e di folati, indispensabili per prevenire la spina bifida in gravidanza.

Fonte: Coltiviamo la salute di Ciro Vestita ed. Giunti


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Ingredienti per 4 persone:
 
70 g di cavolo cappuccio
3 carote medie
2 arance grandi
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Succo di  mezzo limone,
Sale q.b.
Pepe nero q.b.
 
Procedimento
 
Tagliate a striscioline il cavolo e lavatelo, sgrondatelo bene e mettetelo in una ciotola o in quattro individuali se preferite.
Sbucciate le arance, pelatele a vivo e tagliatele a pezzi non troppo piccoli, aggiungetele nella ciotola contenente il cavolo.
Pelate le carote, lavatele, asciugatele e, con una mandolina, create delle sottili striscioline,tagliatele ancora a metà , aggiungetele agli altri ingredienti.
Preparate una vinaigrette miscelando bene il succo di limone con l’olio il sale e il pepe a piacere.
Condite l’insalata e servite.
 

domenica 16 febbraio 2025

Castagnole fritte

Le castagnole, insieme alle bugie sono i dolci carnevaleschi più conosciuti e diffusi in tutta Italia, dal Nord al Sud.
La ricetta delle castagnole è sicuramente molto antica: è stato ritrovato nell'archivio di stato di Viterbo un volume manoscritto del Settecento in cui sono descritte ben quattro ricette di castagnole, di cui una prevede la cottura al forno, che quindi non è stata adottata recentemente nell'intento di rendere il dolce più leggero, come spesso si crede.

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Ingredienti per 6 persone:

200 g di farina bianca 00

2 uova
40 g di burro ammorbidito
3 cucchiai di zucchero semolato
1 limone non trattato (solo la scorza)
½ baccello di vaniglia
8 g di lievito per dolci
1 pizzico di sale
Zucchero a velo q.b.
Olio per friggere q.b.

Procedimento

In una ciotola mettete lo zucchero, i semi di vaniglia, la scorza del limone grattugiata, il burro ammorbidito e un pizzico di sale.

Inglobate tutti gli ingredienti poi unite le uova leggermente sbattute e aggiungete, poca alla volta, la farina mescolata con il lievito.
Se le volete più aromatiche, potete aggiungere all’impasto un cucchiaio di grappa.
Mescolate con una forchetta poi impastate a mano finché l’impasto sarà omogeneo ma appiccicoso.
Trasferitolo su un piano di lavoro infarinato e continuate a impastare fino a ottenere un panetto liscio e morbido, se necessario unite altra farina sempre poca alla volta. 
Avvolgete il panetto nella pellicola alimentare e fatelo riposare per 30 minuti.
Trascorso il tempo, prelevate delle porzioni d’impasto e lavoratelo con le mani in modo da ottenere un cordoncino del diametro di circa 2 cm.
Tagliatelo a tocchetti di dimensioni uguali e con le mani dategli la forma di piccole sfere delle dimensioni di una nocciola.
Disponete le palline su di un vassoio infarinato.
Friggetele, poche alla volta, in olio bollente a 170°C rigirandole spesso, fino a quando saranno diventate gonfie e dorate.
Scolatele con un mestolo forato e deponetele su carta da cucina per eliminare l’olio in eccesso.
Servitele calde spolverizzate con lo zucchero a velo.

 

 

mercoledì 12 febbraio 2025

Zuppa toscana con salsiccia

La zuppa toscana con salsiccia è un piatto che incarna al meglio i sapori e la tradizione culinaria della Toscana. Questa regione, famosa per le sue colline, vigneti e uliveti, è anche patria di una cucina rustica e genuina, fatta di ingredienti semplici ma di alta qualità. Le zuppe sono un elemento fondamentale della dieta toscana, spesso arricchite con pane raffermo e verdure di stagione. La zuppa toscana con salsiccia è un piatto che riscalda il cuore e lo spirito, perfetto per le fredde giornate invernali.
Questa ricetta è perfetta per chi cerca un piatto confortante, ricco di sapori e tradizioni. La combinazione di salsiccia, patate e cavolo nero crea un equilibrio perfetto tra dolcezza e sapidità, mentre la panna aggiunge una cremosità irresistibile. Preparando questa zuppa, porterete un pezzo di Toscana direttamente sulla vostra tavola.

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Ingredienti per 4 persone:
 
500 g di salsiccia a nastro
4 patate medie
200 g di cavolo nero tagliato a striscioline
250 ml di panna da cucina
1,5 litri di brodo vegetale
1 cipolla grande tritata
3 spicchi d’aglio tritati
2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale e pepe nero q.b.
Parmigiano Reggiano q.b.
Pane tostato per servire.
 
Procedimento
 
Pelate e tritate finemente la cipolla e l'aglio.
Pelate e tagliate a dadini le patate.
Lavate e sgrondate il cavolo nero poi tagliatelo a striscioline eliminando le parti più dure delle coste.
In una pentola grande, scaldate l'olio d'oliva a fuoco medio, aggiungete la salsiccia sminuzzata e cuocete fino a quando non sia ben dorata e completamente cotta, circa 5-7 minuti.
Una volta cotta, rimuovere la salsiccia dalla pentola e mettetela da parte su un piatto.
Nel fondo di cottura unite la cipolla tritata e fate dorare per 5 minuti, quando sarà trasparente e morbida aggiungere l'aglio tritato e cuocete per un altro minuto, assicurandovi che non bruci.
Aggiungete le patate tagliate a dadini, il cavolo e mescolare bene con la cipolla e l'aglio. Versate il brodo vegetale, salate e portare ad ebollizione.
Abbassate la fiamma e lasciate sobbollire per circa 40 minuti poi unite la salsiccia e la panna.
Mescolate e continuare la cottura a fuoco basso per altri 5 minuti.
Pepate a piacere.
Versate la zuppa toscana in ciotole individuali, spolverate con il Parmigiano Reggiano grattugiato e servire immediatamente con fette di pane tostato.
 
Consigli e varianti

1.      Per una versione più leggera, si può sostituire la panna da cucina con del latte scremato               del brodo aggiuntivo.
2.     Aggiungere peperoncino tritato per una versione più piccante.
3.     Utilizzare salsiccia piccante al posto di quella dolce per una zuppa con più carattere.
4.    
Si può aggiungere anche del finocchio tagliato a fette sottili per un gusto più ricco e                       aromatico.

mercoledì 5 febbraio 2025

Tortino di patate salsiccia e Provola

La Provola è formaggio a pasta filata tra i più conosciuti e amati in Calabria e nel mondo. È prodotto durante tutto l’anno, utilizzando latte vaccino intero crudo di razze meticce e/o razze di vacche da latte, mentre in origine era nato come formaggio preparato esclusivamente con latte di Vacca Podolica. Si presenta come un formaggio a pasta filata di forma tronco-conica. La crosta è compatta, liscia e lucida di colore giallo o bianco avorio in base al tempo di stagionatura. La pasta è in genere poco più chiara della crosta con sapore dolce.
Ottima gustata così, si presta meravigliosamente a ricette di questo tipo o a essere consumata grigliata.


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Ingredienti per 4 persone:

6 patate medie

300 g di salsiccia
200 g di Provola a fette
30 g di Parmigiano Reggiano grattugiato
½ cipolla bianca
Timo, salvia, rosmarino tritati q.b.
20 g di burro per imburrare la teglia
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.

Procedimento

Eliminate la pelle dalla salsiccia e sminuzzatela con una forchetta

Scaldate un cucchiaio d’olio in una padella e unite la mezza cipolla tritata e la salsiccia.
Rosolate il tutto per una decina di minuti a fuoco medio e girando spesso.
Nel frattempo sbucciate le patate, lavatele, asciugatele e tagliatele a fette sottili aiutandovi con una mandolina.
Accendete il forno a 200°C.
Imburrate una teglia da forno e formate uno strato di patate sul fondo, distribuite un pochino di erbe aromatiche, salate leggermente (salsiccia e formaggio sono già molto salati)e ricoprite con metà della salsiccia e con alcune fette della Provola.
Stendete un altro strato di patate e procedete come il primo.
Terminate con uno strato di patate, distribuite le erbe aromatiche e coprite tutto con le fette di Provola rimaste e spolverizzate con il Parmigiano Reggiano.
Infornate nel forno già a temperatura e fate cuocere per trenta minuti (controllate con uno stecchino la cottura: se entra, agevolmente, le patate sono cotte).
Lasciate riposare cinque minuti e servite.

giovedì 30 gennaio 2025

Coq au vin (pollo al vino francese)

Il coq au vin, in lingua francese gallo al vino, è uno dei piatti tradizionali francesi tra i più amati e conosciuti e di cui la Borgogna, l'Alsazia, la Champagne e l'Alvernia ne rivendicano la paternità.
Una leggenda riconduce la ricetta alla conquista della Gallia da parte di Giulio Cesare. Un capotribù degli Arverni, assediato dai Romani, avrebbe fatto pervenire al dittatore un galletto come simbolo del valore dei Galli. Cesare ricambiò la cortesia e i due sedettero insieme ad una cena dove fu servito il coq au vin.

È ricordato nei libri del Commissario Maigret come uno dei piatti preferiti dal protagonista, e come uno dei piatti che sua moglie cucinava.

È una ricetta che si prepara in più fasi iniziando dalla lunga marinatura ma, data la bontà del piatto, vale la pena prepararla.

Nella ricetta originale, per far soffriggere il pollo, non si utilizza l’olio come ho fatto io per alleggerire un pochino la preparazione, ma il grasso d’anatra o lo strutto, a voi la scelta.

È invece fondamentale che utilizziate un pollo ruspante poiché le sue carni sono sode e ben si prestano  alla lunga cottura.

 

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Ingredienti per 4 persone:

1 pollo ruspante da circa 1 kg e mezzo tagliato a pezzi

350 gr di funghi porcini o, in alternativa, di champignon
Una ventina di cipolline
200 gr di pancetta
50 ml di cognac
150 ml di brodo vegetale caldo
2 cucchiai di farina
2 cucchiai d’olio d’oliva extravergine
Sale e pepe q.b.

Per la marinatura

1 lt di vino rosso secco possibilmente Bordeaux

1 scalogno
2 carote
Timo, maggiorana,
2 foglie d’alloro
Qualche foglia di salvia
Qualche bacca di ginepro
1 spicchio d’aglio
Pepe nero in grani

Procedimento

Il giorno prima, preparate la marinatura.

In una capiente ciotola disponete i pezzi di pollo, unite le carote tagliate a cubetti, lo scalogno tagliato a fettine, lo spicchio d’aglio tritato, le erbette, qualche grano di pepe e qualche bacca di ginepro schiacciata.
Versate il vino a ricoprire il tutto, coprite e mettete a marinare in frigo per un giorno, rigirandolo ogni tanto.
Trascorso il tempo scolate i pezzi di pollo e teneteli da parte.
Conservate la marinata per dopo.
Tagliate a listarelle la pancetta.
Scaldate due cucchiai d’olio in una casseruola e unite i pezzi di pollo.
Fate rosolare bene il pollo da tutti i lati poi toglietelo e mettetelo da parte.
Nel fondo di cottura rimasto unite le listarelle di pancetta e fate soffriggere a fuoco vivo per un paio di minuti, poi rimettete i pezzi di pollo e sfumate con il cognac.
Spolverizzate tutto con la farina.
Mescolate bene e versate la marinata con tutte le sue verdure e le erbette, le cipolline, il brodo vegetale, sale e pepe.
Unite anche il brodo vegetale.
Lasciare cuocere il tutto a fuoco basso per circa un’ora e mezza.
Unite i funghi puliti e tagliati a pezzi e continuate ancora la cottura per quindici minuti.
Assaggiate e, eventualmente, aggiustate di sale.
Servite subito il pollo con il suo fondo di cottura accompagnando il piatto con del purè o dei crostini di pane caldi imburrati o della polenta.

 

 

 

sabato 25 gennaio 2025

Petto di pollo ai funghi e panna

La carne di pollo è ricca di proteine nobili indispensabili all’organismo per rinnovare i tessuti, e di aminoacidi ramificati utili nel metabolismo dei muscoli e nell’aiutare allo smaltimento delle tossine che si formano quando si svolge un inteso lavoro fisico. Se eliminiamo la pelle, come in questo caso, risulta relativamente povera di grassi e con un discreto contenuto di vitamine del gruppo B e di ferro. La ridotta presenza di tessuto connettivo e il diametro ridotto delle sue fibre rendono la carne di pollo facilmente digeribile.
I funghi champignon costano poco e hanno il vantaggio che si possono trovare facilmente in tutti i mercati e supermercati in ogni periodo dell’anno. Il cappello del fungo champignon, morbido e carnoso e si presta bene alla preparazione di svariate ricette. Quando acquistate i funghi champignon abbiate l’accortezza di verificare la loro consistenza: è importante, infatti, che i funghi siano sodi e duri al tatto.
Ovviamente per  preparare questa ricetta potete sostituirli con altri tipi di funghi, il procedimento per cucinarli non cambia.
 
 

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Ingredienti per 4 persone:
 
4 fette di petto di pollo non sottili
300 g di champignon
50 g di burro
150 g di panna da cucina
2 scalogni
1 cucchiaio di aceto bianco o di mele
1 cucchiaio di farina
Sale e pepe q.b.
 
 
Procedimento
 
Mondate gli scalogni e tritateli.
Pulite i funghi e tagliateli a fettine.
Scaldate il burro con il cucchiaio d’aceto in una padella, poi aggiungeteci gli scalogni e lasciate imbiondire per 5 minuti.
Unite i funghi, salate e pepate, alzate il fuoco e fate cuocere fino a quando non avranno emesso tutta la loro acqua e questa sarà evaporata.
Fate cuocere le fette di petto di pollo sulla griglia (o sulla piastra o in altra padella) appena unta in modo che siano ben dorate dall’esterno e completamente cotte.
Nel frattempo, stemperate la farina nella panna e versate tutto sugli champignon e lasciate amalgamare tutto, a fuoco basso, mescolando per  un paio di minuti.
Disponete la carne su di un piatto da portata riscaldato: salatela, disponete intorno ad essa gli champignon, irrorate il tutto con la salsa alla panna e servite subito.