mercoledì 30 luglio 2014

Filetti di trota in carpione

E’ una tipica preparazione piemontese detta “carpione” che prende il nome  da un pesce d’acqua dolce, la carpa, ma che è utilizzata, non solo per altri tipi di pesce, ma anche per verdure e uova. E’ simile alla tipica ricetta meridionale detta scapece


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Ingredienti per 4 persone:
2 trote
2 spicchi d’aglio
1 cipolla
2 carote piccole
5/6 foglie di salvia
1 bicchiere d’aceto bianco
1 bicchiere di vino bianco
1 bicchiere d’acqua
Mais per impanatura q.b.
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale q.b.
Pepe in grani q.b.

Procedimento

Pulite le trote e tagliatele a filetti, o fatevi preparare 4 filetti di trota dal pescivendolo, poi impanateli nel mais.
Friggeteli, in abbondante olio caldo, scolateli su carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso e salateli.
Pulite la cipolla, lavatela e tagliatela a rondelle, lavate e raschiate le carote, tagliatele a bastoncini.
Versate, in una casseruola, l’acqua, l’aceto, il vino e aggiungete la cipolla, l’aglio schiacciato, i bastoncini di carota, la salvia, il pepe. 


Fate sobbollire a fuoco dolce per 5/6 minuti, lasciate intiepidire. Mettete due filetti di trota affiancati in un contenitore e versate sopra metà della marinata con metà delle verdure, adagiate gli altri due filetti e completate con la rimante marinata.
Coprite e lasciate riposare in frigo per 24 ore.
Al momento di servire, scolate i filetti e deponeteli su di un letto d’insalatina mista e mettete sopra i filetti le verdure della marinata, ben scolate.
Buon appetito!

lunedì 28 luglio 2014

Salsa di menta alla piemontese

La menta è ricca di principi attivi come il mentolo, sostanze antibiotiche, limonene e isovalerianato che le attribuiscono proprietà disinfettanti e cicatrizzanti. E’ coadiuvante nel buon funzionamento del fegato e favorisce la digestione. Per questo motivo è controindicata a chi soffre di gastrite e reflusso gastroesofageo.
Il suo utilizzo, come tisana,  è indicato anche per attenuare disturbi come il raffreddore e la tosse, grazie al mentolo in essa contenuto che agisce come vasodilatatore per la mucosa nasale.
Questa che vi propongo è una ricetta tipica piemontese, questa salsa è l'ideale consumata con le carni, specialmente con l'agnello.


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La menta piperita, da non confondere con la Mentha Pulegium che può essere tossica  é una pianta aromatica perenne.

MENTHA PULEGIUM  (TOSSICA)  Foto tratta da www.gardensonline.com
MENTA PIPERITA  (COMMESTIBILE) Foto tratta da Giardinaggioefiori.com



Ingredienti per un vasetto 

120 gr di foglie di menta
100 cl d’aceto bianco di vino
100 cl di acqua
2 cucchiai di zucchero
Sale fino q.b.

Procedimento

In un pentolino versate l’aceto, l’acqua, lo zucchero, un pizzico di sale e fate scaldare per 5 minuti sul fuoco, giusto per consentire allo zucchero di sciogliersi. Lasciate raffreddare.
Tritate le foglie di menta e unite l’aceto. Miscelate bene e lasciate riposare per almeno un’ora.

giovedì 24 luglio 2014

Crostoni con uova e Briè su letto di Polpapiù




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Vi avevo già parlato in precedente post  della   Galleria delSapore Cirio nata in collaborazione con il Gambero Rosso e svoltasi nella prestigiosa sede della Città del Gusto di Gambero Rosso e vi avevo promesso la ricetta che avevo preparato, eccola qui!
Vi ricordo che gli ingredienti erano a sopresa e che bisognava decidere, in 5 minuti, cosa preparare....



Ingredienti per 4 persone:

1 barattolo di Polpapiù Cirio
2 scalogni
Qualche rametto di timo, origano, maggiorana
4 fette di pane integrale
4 uova
Briè q.b.
Olio extravergine Cirio q.b.
Sale q.b.
Noce moscata q.b.

Procedimento

Pulite gli scalogni, affettateli finemente e metteteli in un tegamino con 3 cucchiai d’olio, Lasciateli stufare dolcemente per qualche minuto, poi unite la Polpapiù, il sale, le erbe aromatiche e due cucchiai d’acqua. Lasciate cuocere a fuoco dolce per 7 o 8 minuti. Spegnete il fuoco e frullate il sugo.
Grigliate le fette di pane e mettetele in una pirofila da forno.
In una padella antiaderente versate un po’ d’olio e fate cuocere le uova all’occhio di bue, uno per volta, salate.
Deponete un uovo sopra ogni crostone e distribuite il Briè a fette su ognuno di essi.
Infornate, per qualche minuto, per far sciogliere il formaggio (forno già caldo a 180°C).
Versate un po’ di salsa calda in ogni piatto e deponete sopra i crostoni, grattugiate un po’ di noce moscata e servite subito accompagnando con il resto della salsa servito a parte.
Buon appetito!


 



E tutto questo si è trasformato in un bellissimo libro pubblicato in edizione limitata



lunedì 21 luglio 2014

Spaghetti all' amatriciana

Questa ricetta deve il suo nome alla cittadina di Amatrice, deliziosa cittadina sita nel Lazio in provincia di Rieti, al confine con l'Abruzzo, dove è nata e i cui abitanti si chiamano matriciani. Era il piatto tipico dei pastori, che la consumavano senza il pomodoro e il peperoncino, ma con il pepe (Grigia).  Molte sono le varianti di questa tipica e conosciutissima ricetta romana, ma quella originale, che è questa, non prevede l'uso di cipolla, di pancetta e di olio .
La pasta utilizzata  sono gli spaghetti e non , come erroneamente si crede, i bucatini.




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Ingredienti per 4 persone:

400 gr di spaghetti
150 gr di guanciale 
3 pomodori grossi maturi o una scatola di pelati
100 gr di pecorino romano grattugiato
1 peperoncino non troppo piccante
Sale q.b

Procedimento

Mettete sul fuoco una casseruola con il guanciale tagliato a dadini e il peperoncino. Fate dorare dolcemente  quindi aggiungete i pomodori precedentemente pelati e privati dei semi.
Aggiustate di sale e di pepe e fate cuocere a fuoco vivo per 7 minuti.
Fate lessare gli spaghetti nell’acqua bollente salata per 10 o 12 minuti (seguite il tempo di cottura riportato sulla confezione), scolateli al dente e conditeli con il sugo e il pecorino.
Serviteli subito.


venerdì 18 luglio 2014

Insalata di cous cous lonza e verdure grigliate

Il Cous cous o cuscus è un alimento tipico  del Nordafrica, della Sicilia occidentale e   della Sardegna  sudoccidentale dove prende il nome di Kaskà (pron. cashcà), costituito da agglomerati ovvero da granelli  di semola di frumento cotti a vapore (del diametro di un millimetro prima della cottura, poi via via sempre più grandi). 
Tradizionalmente il cuscus veniva preparato con semola di grano duro, Triticum duro quella farina granulosa che si può produrre con una macinatura grossolana utilizzando macine primitive, ma oggi con questo nome ci si riferisce anche ad alimenti preparati con cereali diversi, come orzo, miglio, sorgo, riso o mais. Solitamente esso accompagna carni in umido e/o verdure bollite (sulla costa del mar Mediterraneo anche pesce in umido). Può essere reso piccante accompagnandolo con la harissa (usata soprattutto in Tunisia).
Questo piatto è l'alimento tradizionale di tutto il Nordafrica, al punto che lo si potrebbe definire "piatto nazionale" dei Berberi. In gran parte di Tunisia, Algeria, Marocco e Libia è conosciuto semplicemente col nome in arabo:  "cibo". Oltre che nel Maghreb esso è molto diffuso anche nell'Africa Occidentale, in Francia (secondo piatto preferito dai francesi), in Belgio e anche nel Vicino Oriente (in particolare, in Israele presso gli Ebrei di origine magrebina). In Giordania, Libano e Palestina viene chiamato maftūl (ritorto).
In Italia il cuscus à preparato nel trapanese, in Sicilia; è cotto a vapore in una speciale pentola di terracotta smaltata, ma il condimento, a differenza di quello magrebino, è un brodo di zuppa di pesce. Il nome nel dialetto locale è cùscusu. Dalla Sicilia, il cuscus è stato portato a Livorno (cuscus d'agnello) e a Genova.
Anche nella cucina marchigiana in origine i frascarelli sarebbero stati una sorta di couscous di farina di grano tenero; successivamente questi grumi sarebbero stati sostituiti o integrati dal riso stracotto.


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Ingredienti per 4 persone:

280 gr. di cous cous
380 ml. d'acqua
4 fettine di lonza di maiale (o tacchino o pollo)
1 melanzana piccola
1 peperone rosso
2 zucchine
1 manciata d' olive nere a rondelle
1 scatoletta piccola di mais
1 cipolla rossa di Tropea
1 limone
1 cucchiaino d’aceto di mele
Timo, origano, maggiorana
Olio extravergine d'oliva q.b.
Sale  e pepe q.b.


Procedimento

Pulite le verdure, grigliate le zucchine, il peperone, la melanzana , la cipolla, le fettine di lonza e tagliate tutto a cubetti e metteteli in una ciotola capiente insieme al mais sgocciolato.
Spremete il limone, filtratelo, mettetelo in una ciotolina e unite 6 cucchiai d’olio,  il timo, e l’origano ( un cucchiaio tra tutte e tre), il cucchiaino d’aceto,  il sale  e il pepe. Miscelate bene  con una forchetta e versate  tutto nella ciotola insieme alle verdure e alla carne. Amalgamate bene e lasciate insaporire per un’ora.
Portate a bollore  l’acqua salata in una pentola. Spegnete il fuoco e versate un cucchiaio d’olio e quindi il cous cous. Mescolatelo con una forchetta. Coprite e lasciate riposare per 5 minuti.
Toglietelo dalla pentola, sgranatelo  e mettetelo a raffreddare in una ciotola. Quando sarà freddo o appena tiepido unitelo alle verdure e alla carne. Mescolate bene, se è il caso aggiungete ancora un po’ d’olio. Lasciate insaporire  in frigo per una mezz’ora e servite.
Buon appetito!








lunedì 14 luglio 2014

Arancine alla siciliana

Questa deliziosa ricetta fu introdotta in Sicilia dagli Arabi, consumatori abituali di riso condito con erbe e zafferano. Furono i cuochi della corte di Federico II, che aggiunsero la panatura per permettere che si potessero consumare durante le battute di caccia o i viaggi. La panatura, infatti, assicurava un’ottima conservazione del riso e del condimento. Grazie a questa praticità, furono utilizzati come cibo anche dai contadini. Tradizionalmente a Palermo, il 13 dicembre, giorno della festa di Santa Lucia, si festeggia mangiando arancine.

 
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Ingredienti:
500 gr di riso supefino per timballi
1 bustina di zafferano
1 lt di brodo vegetale salato
3 etti di carne macinata di manzo
1 mozzarella
100 gr di pisellini
1 cipolla piccola
1 carota piccola
1 gambo di sedano
2 uova intere e 3 tuorli
½ bicchiere di vino rosso
40 gr di conserva di pomodoro doppio concentrato
25 gr di burro
3 cucchiai di pecorino
Olio extravergine d’oliva q.b.
Sale e pepe q.b.
Pangrattato q.b.

Procedimento

In una casseruola versate tre cucchiai d’olio e unite la cipolla, la carota e il sedano, tagliati in piccolissimi pezzetti, fate dorare per 1 minuto poi unite la carne tritata e lasciatela rosolare per qualche minuto, sfumate con il vino fino a farlo evaporare completamente. Aggiungete l’estratto di pomodoro, i piselli e un bicchiere d’acqua calda, aggiustate di sale e di pepe e portate a cottura, a fiamma bassa, fino a quando il ragù si sarà ristretto.
Fate bollire il riso nel brodo vegetale (a fine cottura dovrà essersi assorbito completamente, se è il caso, aggiungete un po’ calda durante la cottura) e, a fuoco spento, unite lo zafferano, stemperato in pochissima acqua, il pecorino, il burro e mantecate per qualche minuto. Unite i tuorli, amalgamate bene il tutto. Stendete il riso su di un piano e lasciatelo raffreddare.
Nel frattempo, tagliate la mozzarella, ben scolata, a cubetti. Quando il riso sarà completamente raffreddato, prendete un po’ nella mano e dategli la forma di una pallina, fate un buco al centro e versate un po’ di ragù freddo e qualche cubetto di mozzarella. Ricoprite con altro riso e dategli la caratteristica forma a pera appuntita, tipica di Catania, o a palla, se preferite. Proseguite così fino ad esaurimento degli ingredienti, poi passate gli arancini nelle uova intere sbattute e nel pangrattato.
In una padella dai bordi alti fate scaldare abbondante olio e immergete gli arancini, fateli dorare uniformemente.
Scolateli e metteteli su carta da cucina per eliminare l’unto in eccesso. Serviteli caldi o tiepidi.







martedì 8 luglio 2014

Charlotte di ananas




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I savoiardi sono biscotti all’uovo lunghi circa 9 – 10 cm e larghi 2 – 3 cm, con le estremità arrotondate e la superficie cosparsa di zucchero a velo cotto. Sono preparati con uova intere, farina, zucchero e tanto albume montato a neve.  La crosticina esterna, in contrasto con la leggerezza interna, è formata allo zucchero a velo cosparso in superficie prima della cottura.  I savoiardi confezionati si mantengono a lungo, ma una volta aperti assorbono facilmente l’umidità, quindi è meglio conservarli in un contenitore ermetico. Si prestano bene per la preparazione di dolci come questa charlotte, il tiramisù, la zuppa inglese, ecc.
Vista la composizione, è facilmente intuibile che si tratta di un alimento ricco, infatti 100 gr di prodotto forniscono circa 391 calorie. Contengono il 70% di carboidrati, il 9% di lipidi e il 12% di proteine, oltre a ferro, calcio, fosforo, vitamine B1 e B2.
Questa è una cosiddetta "ricetta antispreco". Nasce dall'esigenza di utilizzare i savoiardi rimasti nella confezione dopo averli impiegati nel tiramisù, l'ananas in scatola era in scadenza e sia il cocco che il cioccolato bianco erano delle rimanenze. 

Ingredienti per una tortiera a cerniera  di 18/20 cm di diametro

200 gr di savoiardi
200 gr di ananas sciroppato a fette e relativo sciroppo
200 gr di mascarpone
100 gr di ricotta
80 gr di cioccolato bianco
50 gr di cocco grattugiato
4 fogli di gelatina da 5 gr cd.
40 gr di zucchero a velo

Procedimento

Scolate l’ananas dallo sciroppo e versate quest’ultimo in un contenitore.
Tagliate i savoiardi secondo l’altezza del vostro stampo.  Formate dei riccioli di cioccolato passando un coltello sulla tavoletta e tenetene intera circa 30 gr (vi servirà per la guarnizione)
Prendete 1/3 delle fettine di ananas e tagliatele a cubetti piccoli.
Spennellate i savoiardi con lo sciroppo di conservazione dell’ananas e coprite il fondo e le pareti della tortiera.
Mettete  a mollo nell’acqua 2 fogli e mezzo di gelatina per 10 minuti.
Nel frattempo, in una ciotola mettete il mascarpone, la ricotta e lo zucchero e lavorate fino ad ottenere una crema liscia e morbida, unite il cocco, i riccioli di cioccolata e i cubetti di ananas. Amalgamate bene. Strizzate la gelatina e fatela sciogliere in un tegamino, sul fuoco bassissimo, con l’aggiunta un cucchiaio di sciroppo d’ananas. Versate la gelatina nella crema e mescolate bene. Versate la crema nella tortiera, livellate bene, coprite con la pellicola e mettete in frigo per almeno due 3 ore.


Trascorso questo tempo preparate il topping .
Mettete a mollo nell’acqua i fogli di gelatina rimasti per 10  minuti. Prendete le fette di ananas rimaste, meno una (servirà per guarnire), il succo di ananas rimasto e frullate tutto, scaldate un pochino e aggiungete la gelatina ben strizzata e fatela sciogliere bene. Lasciate raffreddare, togliete la tortiera dal frigo e versate il topping sulla crema, posizionate al centro l’ultima fette di ananas e mettete in frigo per almeno 3 ore. Togliete dal frigo, fate fondere a bagnomaria il cioccolato bianco rimasto e create delle guarnizioni sulla charlotte. Rimettete in frigo per un’ora.
Togliete dalla tortiera, servite e buon appetito!






 Variante: Se preferite, potete tagliare le punte dei savoiardi e coprire tutto con il topping.

venerdì 4 luglio 2014

Galleria del Sapore Cirio





Voglio rendervi partecipi di una bella esperienza che ho vissuto il 25 giugno 2014 a Torino.
Sono stata inviata da Cirio, insieme con altre quindici food blogger a partecipare alla Galleria delSapore Cirio nata in collaborazione con il Gambero Rosso e svoltasi nella prestigiosa sede della Città del Gusto di Gambero Rosso.



E’ stata una serata evento in cui l’amore per la cucina e la passione per l’arte si sono incontrati, perché la cucina per Cirio è la massima espressione di creatività, una vera e propria forma artistica. Per questo motivo era presente alla serata un talentuoso artista emergente 9periodico, autore di una stampa d’arte realizzata in esclusiva per Cirio, che ci è stata gentilmente donata e che, l’artista, presente alla serata, ci ha autografato. 
La sfida culinaria tra noi food blogger consisteva nel creare “un’esposizione temporanea del gusto”, creando delle “opere” con degli ingredienti a sorpresa contenuti in una misteriosa Artistic Box e scelti dallo chef del Gambero Rosso Luca Ogliotti 


che, dopo aver assaggiato tutte le nostre preparazioni, ha decretato la vincitrice. L’unica costante contenuta nel “cestino a sorpresa” era la Polpa Più di Cirio abbinata a ingredienti di diversa natura, dalla verdura alla carne, dal pesce al formaggio, differenti ed unici per ognuna di noi. Ci hanno fatto scegliere la postazione nella cucina e in ognuna di esse c'era il famoso cestino "a sorpresa" coperto da un telo.


Postazione e misteriosi cestini....

Dal via dovevamo scoprirlo e decidere in cinque  minuti cosa fare e con quali ingredienti integrare. Dopo una master class tenuta dallo chef Luca Ogliotti,

Lo chef durante la master class

lo stesso ha dato il via alla sfida.  Indovinate un po' cosa ho trovato io nel cestino? Il barattolo di Polpa più, un pezzo di Brié e della noce moscata……sic!

 
Non ho saputo resistere..ho assaggiato la splendida amatriciana preparata dallo Chef Ogliotti: fantastica!
Sono comunque riuscita a fare una ricetta,  crostoni con uova e brié su letto di Polpa Più,
Mentre noi eravamo tutte indaffarate ai fornelli


l’artista 9periodico realizzava la sua opera con una performance live in cui ha interpretato con proprio stile il legame tra arte e cucina.

l'artista 9PERIODICO

Va da sé che, alla fine, essendo tutte le preparazioni gustosissime, ha vinto il piatto, preparato da Alessandra, che ha saputo coniugare al meglio gusto e arte.
Questa bellissima esperienza sarà riproposta a luglio in altre due tappe, a Roma e Napoli.
Se volete seguire gli altri eventi cercate #GalleriadelsaporeCirio sui canali social e raccontate che cos’è per voi l’arte in cucina.


Ed infine ecco le nostre preparazioni
















Questa è la mia ricetta: Crostoni con uova e Brié su letto di Polpa Più



 Le magnifiche 16!



 La mia ricetta? Prossimamente qui.....intanto vi lascio una foto e l'acquolina in bocca...






E tutto questo si è trasformato in un bellissimo libro pubblicato in edizione limitata